L’arcipelago maltese

Un breve ma intenso viaggio di cinque famiglie con ragazzini, alla scoperta di tutte le Isole Calipsee
Scritto da: dimodriver
l'arcipelago maltese
Partenza il: 06/08/2016
Ritorno il: 11/08/2016
Viaggiatori: 17
Spesa: 1000 €
L’idea di fare un viaggetto a Malta, insieme a tanti amici, trovò subito un certo consenso. Una piccola comitiva di undici persone, si formò all’istante. In poche settimane il gruppo, si allargo’ a diciassette, ben cinque nuclei familiari, accomunati dalla genitorialita’, di giovani calciatori.

Sabato 6 agosto

Partiamo in una giornata da bollino nero, per le previsioni del traffico. Anche se il volo della Ryanair, decolla alle 16 da Fiumicino, siamo costretti a prendere un certo margine di sicurezza. Poco dopo le sette, siamo già in marcia da Firenze. È una mattina anomala, fresca e variabile, troviamo traffico, ma molto scorrevole, e arriviamo all’aeroporto, con largo anticipo. Anche qui, rimaniamo sorpresi della poca confusione.

Il volo parte con una mezz’ora di ritardo, la nostra comitiva, occupa tre file intere. Atterriamo comunque all’orario previsto. Il bus X1 per Sliema, arriva quasi subito, i biglietti li facciamo a bordo, anche perché a terra vendono solo carte magnetiche per una settimana. In quaranta minuti, siamo davanti all’hotel Astra, proprio sul lungomare di Sliema. Non è un granché, ma per una notte, va più che bene. La nostra camera ha due belle finestre, e un terrazzino che si affaccia sul mare. Quando scendiamo, è quasi ora di cena, per cui passeggiando sul bel vialetto lungomare, ci fermiamo da Surfside, un locale che offre piatti di tutti i tipi, dalla pizza, alle specialità locali, tra cui un buon coniglio cucinato con le patate, in una salsa di pomodoro. Siamo abbastanza stanchi del viaggio, molti di noi rientrano presto in hotel. In due andiamo a dare uno sguardo a La Valletta, dalla parte sud della penisola di Sliema. Sinceramente, speravo che la cupola, fosse illuminata a dovere, comunque cerchiamo di fare del nostro meglio, per immortalare la capitale in notturna.

Domenica 7 agosto

Facciamo colazione in un bar, con i tavoli all’aperto, sul lungomare proprio di fronte all’hotel. Non hanno molto per noi italiani, parecchi salati e pochi dolci, ma ce la caviamo.

Saltiamo su uno dei tanti bus di linea, che vanno a La Valletta. Biglietto a bordo due euro, valido due ore. C’è molta gente, e quando partiamo, Raffaele della nostra comitiva, fa la spiacevole scoperta, di essere stato derubato del portafoglio. Oltre ai documenti, conteneva anche parecchio contante… In quindici minuti, siamo nella capitale. Scendiamo in una piazza circolare, a pochi passi da Repubblic street, la via principale. Raffaele e Marco, suo malgrado, si dirigono verso la stazione di polizia, mentre tutta la comitiva si avvia con calma, alla scoperta de La Valletta. Passiamo davanti al moderno palazzo del Parlamento, progettato dal nostro Renzo Piano, poi percorriamo la via centrale, tutta addobbata con colorati striscioni gialli e rossi, che risaltano su un cielo azzurro e limpido. Le facciate delle case sono quasi tutte, caratterizzate da balconi con veranda in legno, che sanno molto di arabo. Giungiamo in una grande piazza, davanti al palazzo del gran maestro, ossia, del Presidente della Repubblica, proprio nel momento del rito del cambio della guardia. Da qui, proseguiamo fino alla co cattedrale di St. John. Vista da fuori, non entusiasma, e non ci aspettermmo di rimanere a bocca aperta, varcando la soglia d’ingresso. L’architettura semplice, si accompagna ad un’incredibile ricchezza delle decorazioni. Lateralmente, ci sono anche tante cappelle, ognuna dedicata ad un Santo.

Scendiamo fino alla chiesa che celebra il naufragio di San Paolo. È una delle più antiche di Malta, risale al 1500, e contiene alcune reliquie del Santo. Bello anche l’organo a canne sopra il portone d’ingresso, e un possente baldacchino in legno scuro, sull’altare.

È quasi mezzogiorno, saliamo una ripida scalinata, che ci conduce, in una grande piazza, con una fontana, davanti all’Auberge Du Castille, il palazzo che è sede del Primo Ministro. Proprio di fronte, c’è l’ingresso degli Upper garden, dove ogni giorno allo scoccare delle dodici, viene sparato un colpo di cannone. Bellissima la vista che si può ammirare dalla grande terrazza, che si affaccia su Grand Harbour. Subito dopo il cerimoniale, ci ricongiungiamo con Raffaele e Marco, che nel frattempo hanno esplicato, il triste compito della denuncia di furto, e ci riportiamo nella piazza dei bus. Attendiamo quello per Marxalokk, dove ogni domenica, per l’appunto, si svolge il caratteristico mercato del pesce. In circa mezz’ora siamo sul posto. Ci sono tante bancherelle di souvenir, e tavoli all’aperto davanti ai rispettivi ristoranti, ma banchi del pesce, ne vediamo proprio pochi. Forse l’ora è un po ‘ tarda, tant’è vero, non riusciamo nemmeno a trovare posto per mangiare. Prenotiamo un tavolone per più tardi, e nel frattempo, andiamo sulla spiaggetta, e ci rinfreschiamo tuffandoci nel mare calmo di questa baia, disseminata delle tipiche e coloratissime barche dei pescatori. Alle 15 ancora, non ci hanno portato niente, cosicché, metà della comitiva, si dissocia e si rifocilla, acquistando frutta fresca, ad una bancarella… In effetti, per un piatto di spaghetti allo scoglio, rischiamo di far tardi! La fermata del bus è assediata da decine di persone. Alcuni mezzi pubblici, passano senza fermarsi. Cominciamo a valutare l’ipotesi, scartata in precedenza, di prendere il taxi. Dopo mezz’ora di attesa, un bus, si ferma aprendo le porte proprio davanti a noi. L’autista, intima di stare calmi, mentre da dietro la piccola folla spinge, borbottando qualcosa, e lamentandosi del fatto che loro erano arrivati prima. La situazione si fa caotica, mentre l’autista fa cenno, che non possono salire altre persone. La mia comitiva è già tutta sopra, manco solo io, che con un colpo di reni, riesco a tirarmi dentro per ultimo… Con il biglietto che acquistiamo a bordo, a due euro, scopriamo che possiamo proseguire fino al porto di Circhewwa, che si trova sul lato opposto dell’isola. Dobbiamo però cambiare altri due bus, per fortuna meno affollati. Uno per raggiungere l’hotel, dove in tutta fretta, riprendiamo i nostri bagagli, lasciati al deposito, e l’altro preso quasi al volo, per il più lungo trasferimento al porto, dove giungiamo tranquillamente, e senza affanni. Sul molo attendiamo curiosi, l’arrivo di chissà quale imbarcazione, che l’hotel Comino, mette a disposizione dei suoi ospiti, per raggiungere la struttura. Più volte siamo ingannati da barche turistiche e yacht, che si avvicinano alla banchina. Ma quando, leggermente in ritardo, una simpatica barca colorata, punta dritta verso di noi, non abbiamo dubbi. La traversata è abbastanza movimentata, il mare è un po’ mosso, e si balla parecchio. I ragazzi si divertono un sacco. Giungiamo in hotel, al calar della sera. Siamo accolti con un buon drink di benvenuto, e da un’aria condizionata esagerata. Facciamo velocemente il check in, mentre i nostri figli si accordano tirando a sorte, per la composizione delle loro camere. Il sole è già tramontato, sulla baia di fronte all’hotel, ma siamo troppo ansiosi di tuffarci in queste acque. Qualche bracciata, stimola l’appetito, per una prima abbondante cena a buffet, dove ognuno assaggia più piatti che può, dagli antipasti ai dessert. Oggi è anche il sedicesimo compleanno di Saliana, ed il mio quarantottesimo, per cui alla fine festeggiamo in allegria, stappando un buon prosecco.

Lunedì 8 agosto

Abbiamo scelto l’isola di Comino, soprattutto per la sua famosa Blue lagoon. Vogliamo essere lì, prima che arrivino i barconi, a scaricare i gitanti di giornata. Dopo un’abbondante e variegata colazione, percorriamo a piedi, la breve pista, che collega l’hotel, a quest’angolo incantevole. Alle nove del mattino, i vari chioschi mobili, che vendono panini e bevande, son già sul posto, e noi non siamo certo i primi bagnanti. In questo punto dell’isola, davanti alla costa rocciosa di Comino, a poca distanza, ci sono vari isolotti, che si frantumano in altri, sempre più piccoli, a partire da Cominotto. Questa catena di scogli, racchiude un tratto di mare, di un celeste abbagliante. Spiaggia c’è né pochina, ma l’acqua è bassa, e sul fondo c’è una soffice sabbia bianca.

Ci accampiamo abbastanza in alto, da qui la vista è magnifica. C’è anche un punto da cui tuffarsi, e i ragazzi non tardano a scovarlo. In verità ci divertiamo forse di più, noi adulti, prendendoci in giro a vicenda, sui timori dell’uno, o dell’altro. Dopo varie prove di coraggio, con lanci da altezze sempre più ardite, attraversiamo a nuoto la laguna, che nel frattempo, si sta popolando sempre più. Saggiamente, un ampio tratto, è stato delimitato con le boe, mantenendo a distanza, le innumerevoli barche e yacht, che si aggirano intorno. Cominotto di fronte a noi, è attraversato da una grotta. Nuotando ci addentriamo all’interno. Tutti insieme, superiamo le paure del buio subacqueo, e sbuchiamo dall’altra parte. Le pareti dell’isolotto qui, scendono verticali nel mare, l’acqua è profonda, di un blu intenso. Ci sono anche tanti pesci e pesciolini, per la verità vediamo anche una medusa. Rientro in laguna, aggirando dall’esterno, un altro paio di piccoli isolotti, lottando un po’ con la corrente, e con le onde che si stanno alzando. In effetti in questi giorni, c’è sempre un certo vento, che rende la temperatura gradevolissima. Gaetano nel frattempo, è riuscito a prendere un polpo a mani nude… Peccato però che, non abbiamo la possibilità di cucinarlo. Anche i ragazzi, hanno esplorato i dintorni, e avanzano la richiesta, di un giro sul crazy sofà, un divano gonfiabile, trainato ad una certa velocità, da un motoscafo. Io e Gaetano ci piazziamo sulla barca, e mentre i bimbi volano sull’acqua, facciamo foto e video. Chi non si è rifornito con i panini dell’hotel, pranza con hot dog, hamburger, e schifezze varie, che sono la gioia dei ragazzi…

Il pomeriggio lo passiamo nella grande piscina di acqua salata del nostro albergo. Io però sono curioso di scoprire altri angoli di Comino, così più tardi, mi metto in marcia lungo i suoi polverosi sentieri. Ogni tanto passa qualche camioncino dei panini, di rientro verso casa. C’è un piccolo gruppo di abitazioni, dove risiedono proprio gli ambulanti. Raggiungo rapidamente, la vecchia torre di guardia. È stata ristrutturata pochi anni fa. È il punto più alto dell’isola, circa ottanta metri. Qui, se non si soffre di vertigini, ci si può affacciare dalla scogliera. Non ci sono ringhiere o balaustre, la vista è emozionante! Proseguo vicino alla costa, lungo un bel sentiero lineare, che termina alla vecchia postazione di cannoni, (ancora presenti) costruita dagli inglesi intorno al 1750. All’interno della costruzione, trovo appesa ad un muro, una mappa dei percorsi di Comino. Noto una deviazione, che non avevo visto mentre camminavo. La imbocco e salgo sulla collinetta, lambendo quello che, sembra un villaggio abbandonato. Poi ricordando la planimetria, scendo verso il versante opposto, e presto vedo la baia di Santa Maria. Un tuffo in mare, da un po’ di sollievo ai miei piedi, provati da cinque chilometri, con le ciabatte infradito. Dietro la piccola spiaggia, c’è un’area di campeggio, e l’unica chiesetta dell’isola. Rientro pregustando, un’abbondante cena a buffet, che anche stasera non lascia deluso nessuno. Finalmente ci hanno messi a due tavoli, dove l’aria condizionata, arriva attenuata, anche se, all’esterno, a fare le ultime risate di giornata, si sta decisamente meglio.

Martedì 9 agosto

Dopo la solita esagerata colazione, con tanto di asporto panini pranzo, ci incamminiamo tutti in fila indiana, verso la spiaggia di Santa Maria. Il breve sentiero, che costeggia il mare, è bordeggiato da bassi cespugli, e profumate piantine di origano. Il promontorio sinistro della baia, è occupato dai carini bungalows dell’hotel Comino, ci passiamo in mezzo, prima di scendere sulla spiaggia. Ci accampiamo dove ci sono anche alcuni arbusti, che fanno ombra. La sabbia è chiara e fine, e scende lieve verso il mare. L’acqua é bassa e invitante, anche se non limpida e celeste, come alla Blue lagoon. Infatti i ragazzi, preferiscono gironzolare sugli scogli, in cerca di granchi, mentre io e Gaetano, andiamo in esplorazione subacquea. La corrente, ha portato qualche medusa nella baia, per cui nuotiamo con cautela. Aggiriamo il promontorio sulla destra, dove dobbiamo combattere con le onde, ma interessanti formazioni rocciose, ci spingono a proseguire. Passiamo sotto un piccolo arco, e attraversiamo una bassa grotta. L’acqua è profonda, anche i pesci sono sballottati dalla corrente. Rientriamo verso la spiaggia, in compagnia di due giovani col kayak. Un chiosco mobile, prepara schifezze varie per un pranzo veloce. Ha anche dei tavoli, dove i ragazzi saziano la loro fame. Noi ci arrangiamo, con qualche panino farcito a colazione, per poi fare rientro nella piscina dell’hotel. Anche questa è una piccola baia, dove si può nuotare e fare snorkeling, costeggiando gli scogli.

Prima di cena, insieme a Samuele, saliamo su una collinetta vicina, per ammirare e immortalare, un limpido tramonto su Gozo. La cupola più grande dell’isola, disegna il suo profilo, dentro un sole infuocato. Una bella cartolina…

Arriviamo a tavola, insieme a Marco e Raffaele, che oggi sono stati a Malta, per riprendere i documenti scippati, e che fortunatamente, la polizia è riuscita a recuperare, grazie alla generosità di un turista straniero.

La sera non c’è molto da fare a Comino, se non assaggiare tutto quello che è umanamente possibile, dal ricco buffet. Dopo cena ci organizziamo bene per l’escursione di domani a Gozo.

Mercoledì 10 agosto

Oggi la compagnia si divide: I ragazzi e alcuni “accompagnatori” , hanno preferito rimanere a Comino, fra laguna blu e piscina. L’altra metà del gruppo, ha optato per la visita all’isola di Gozo. La barca dell’hotel parte presto, poco dopo le 8, siamo già in viaggio. La traversata è brevissima. Sul porto, non c’è molto da fare, e prima che arrivi il bus, saliamo su per la strada, fino alla chiesa, che domina dall’alto. Abbiamo acquistato i biglietti per girare l’isola, con i bus rossi a due piani. Prendiamo posto di sopra, allo scoperto. La prima fermata è a Xeuchia, davanti alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che secondo la guida, ha la quarta cupola più alta al mondo. La osserviamo da fuori, mentre ripartiamo attraverso vie, non proprio adatte ad un mezzo così lungo. I tipici terrazzi verandati, sfilano a pochi centimetri dalle nostre teste. Gozo, è comunque molto più tranquilla di Malta. Ci sono tante aree rurali, e anche campi coltivati. La sosta seguente, è in un grande negozio di prodotti alimentari locali, che offre assaggi di pomodorini secchi, formaggi, e dolciumi, a cui di certo non rinunciamo….

Poche curve e siamo a Victoria, il capoluogo di Gozo. Il pullman ci scende sulla strada, che attraversa la città. Tante belle case, con eleganti balconi verandati, la fiancheggiano su ambo i lati. In salita, raggiungiamo la piazza principale, con le bancarelle di un mercatino, dove cerchiamo la maglietta della nazionale di calcio maltese. Ma non ci accordiamo col prezzo, quindi visitiamo la bella chiesa di San Giorgio, proprio a due passi. Attraversando la via principale poi, saliamo verso la Medina. Girovaghiamo, tra caratteristici vicoli, e fortificazioni. Da quassù, si ha una bellissima vista della città, e dell’isola. Scendendo, ripassiamo dal mercato, e cerchiamo di ammorbidire la signora che vende magliette. Ma è un tipo ostico, non vuole calare dai diciotto euro, finché il venditore a fianco, inizia a sventolare magliette simili, urlando a tutta voce: “cinque euro, cinque euro”. Assistiamo ad una scena che ci fa sbellicare dal ridere. La signora, parte in quarta verso l’altro venditore, acchiappa al volo uno sgabello, e lo colpisce più volte, mentre lui tenta di schivare i colpi.

Poi ritorna da noi come se niente fosse, e ci propone l’acquisto a quindici euro, mentre l’altro ambulante, mostrando magliette e asciugamani, urla: “tre euro, tre euro…”. Purtroppo dobbiamo affrettarci, perché il bus sta per arrivare, saremmo stati ancora volentieri, a goderci la scenetta, e ad alimentare la rivalità tra venditori, per spuntare un prezzo migliore… Ripartiamo in direzione ovest. La strada scende attraverso un arido territorio, verso la baia di Dwejra. Il bus ci scarica proprio di fronte all’Azure window, un bell’arco di roccia, che si protende nel blu del mare. Saliamo sopra a questo monumento naturale. Da quaranta metri d’altezza, la vista è magnifica. Proprio sotto di noi , fra gli scogli c’è una sorta di profonda piscina naturale, in cui si immerge tanta gente. Verso nord invece, si può ammirare un’alta scogliera. C’è una brezza che rinfresca l’aria, e dei massi buoni per sedersi, e godersi il luogo, pranzando con i nostri panini. Prima di ripartire, ho il tempo per fare un tuffo, nel cosiddetto mare interno. È una specie di grande piscina a semicerchio, formatasi a causa del crollo della volta di una grande caverna, e delimitata da una scogliera, in cui si apre una galleria, che la mette in comunicazione col mare aperto. Nuoto fino all’imbocco dello stretto passaggio, ma poi sono costretto a tornare indietro, per non rischiare di essere travolto dalle barchette di turisti, che fanno avanti e indietro, da qui all’arco. Sulla spiaggetta ci sono tante case di pescatori, alcune delle quali date in affitto ai turisti. Ci ritroviamo tutti insieme alla fermata del bus, appena in tempo. Lo prendiamo al volo. La nostra prossima destinazione, è la famosa spiaggia di Ramla. Per arrivarci, facciamo un lungo giro, ma è piacevole, al piano superiore possiamo osservare bene il paesaggio, rinfrescati dal vento. Il problema è quando il mezzo fa delle fermate, dove rischiamo di arrostire al sole. Passiamo da Xlendi, sulla costa sud, un piccolo paese, con una bella spiaggia, incastonata fra due promontori rocciosi. Poi riattraversiamo il capoluogo Victoria, e continuiamo in direzione nord, fino a Marsalforn, altro insediamento situato in una piccola baia. Proseguiamo attraversando Xagira, posta su una collinetta, da cui iniziamo a individuare la spiaggia di Ramla. A metà pomeriggio, è abbastanza affollata, ma noi troviamo nell’angolo sinistro, una zona più tranquilla. La sabbia è fine, di un rosso inconsueto. In alto, si trova la famosa grotta di Calipso. Il mare ha dei bei colori, l’acqua trasparente invita al bagno anche i più restii. Faccio una bella nuotata, costeggiando gli scogli, e poi relax fino all’ultima corsa utile, per poter raggiungere il porto, in tempo per saltare sulla barca dell’hotel.

Durante la breve traversata, siamo convinti, di aver fatto la scelta giusta, rinunciando per un giorno alla paradisiaca laguna blu. L’isola di Gozo, è la via di mezzo, tra l’incontaminata Comino, e l’affollata Malta, e meritava certamente una visita.

L’ultima cena in hotel, non ci facciamo mancare niente. Oddio, per la verità, ci siamo sempre trattati bene a tavola. Brindiamo tutti insieme, pensando già alla prossima vacanza. Ci siamo davvero divertiti. In così tanti, c’era il rischio di qualche disaccordo, o discussione. Invece, siamo stati proprio bene, sempre in allegria, nonostante qualche spiacevole inconveniente.

Giovedì 11 agosto

Poco dopo le otto lasciamo Comino, con la barca per Malta. Sul porto di Circhewwa, troviamo già ad aspettarci un bussino da 18 posti, giusto giusto per noi, e per raggiungere l’aeroporto senza ansie. Anche il volo di rientro con la Ryanair, è tranquillo e puntuale. A Fiumicino, ogni famiglia prende la sua strada, chi torna a casa, chi prosegue le vacanze, chi va a trovare familiari. Un senso di malinconia ci accomuna tutti, e per un po’, dopo il distacco, continuiamo a messaggiarci, per mantenere il contatto. Anche per noi, quasi sempre vacanzieri solitari, è stata una bella esperienza, da ripetere al più presto.

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