A Malta come in una lavatrice

Grazie al recentissimo volo Ryanair Treviso-Malta, abbiamo deciso, quest’anno, di passare un Capodanno diverso, visitando questa isola conosciuta principalmente per le vacanze estive e balneari. Dopo le tipiche libagioni natalizie, il 27 Dicembre partiamo quindi da Treviso alla volta del Luqa Airport. Il volo è pienissimo ed arriva con 20...
Scritto da: gnappetto68
a malta come in una lavatrice
Partenza il: 27/12/2007
Ritorno il: 01/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Grazie al recentissimo volo Ryanair Treviso-Malta, abbiamo deciso, quest’anno, di passare un Capodanno diverso, visitando questa isola conosciuta principalmente per le vacanze estive e balneari. Dopo le tipiche libagioni natalizie, il 27 Dicembre partiamo quindi da Treviso alla volta del Luqa Airport. Il volo è pienissimo ed arriva con 20 minuti di anticipo alla meta. Usciti dall’aeroporto ci accoglie subito un vento forte ma non freddo: l’aria è decisamente primaverile. Cerchiamo l’autobus per Valletta ma non c’è nemmeno l’ombra di un bus o di una corriera. Chiediamo quindi informazioni ad una hostess dell’Air Malta che sta aspettando il taxi e lei ci risponde: “Bus? There is not bus to Valleta from Airport. You must catch a taxi”. Come non ci sono autobus per Valletta? Ci deve essere! Sappiamo anche il numero: l’8. Boh! Rientriamo in aeroporto e la gentilissima impiegata dell’Ufficio del Turismo ci indica una piccola piazzola dalla parte opposta a dove eravamo usciti la prima volta: lì troveremo il bus. Ecco appunto! In effetti, lungo una specie di banchina vediamo il ben noto torpedone maltese giallo e rosso, scassatissimo ed antichissimo. Il bus è buio ed all’interno pare non ci sia nessuno. Fuori, sulla banchina, aspettano cinque o sei persone. Ci mettiamo in coda e, scrutando le tenebre, notiamo un “cumulo” accasciato sul volante che, ad un certo punto, si muove…Ma è l’autista! Stava schiacciando un pisolino nell’attesa dei passeggeri. Saliamo e tra sobbalzi, curve a gomito, scossoni vari ed aria tiepida che entra dalla porta…Inesistente, arriviamo al main gate (stazione degli autobus) di Valletta, una grande piazza circolare dove fanno capolinea tutti i bus dell’isola. Dobbiamo cambiare autobus per arrivare al nostro albergo: per fortuna il n. 62 parte subito e, passando tra le mille luminarie natalizie che ravvivano i bei paesetti intorno a Valletta con il mare che, impetuoso, si infrange sul lungomare, arriviamo finalmente a St. Julian’s. Troviamo quasi subito il nostro albergo (Hotel Valentina, situato nel cuore di Peaceville) dove il simpatico receptionist ci dà il benvenuto e le chiavi della stanza. L’albergo è bellissimo, intimo e molto tranquillo nonostante sia a due passi dai mille bar, discoteche e locali che fanno di Peaceville il “quartiere notturno” di Malta. E, soprattutto, pulitissimo. Sono le nove passate quando scendiamo per cenare e troviamo subito un bel ristorante strapieno di gente, l’Avenue, dove mangiamo due piatti di pasta veramente speciali e abbondantissimi. Dopo cena facciamo una bella passeggiata nel cuore del quartiere, affollato di giovani, e poi a letto.

28.12.2007. Ci svegliamo con calma e per prima cosa guardiamo fuori dalla finestra: pioviggina e tira un forte vento. Le previsioni per i nostri 6 giorni maltesi non sono affatto buone, speriamo che, come spesso succede, i meteorologi si sbaglino! Dopo un’abbondante colazione prendiamo direttamente da St. Julian’s l’autobus n. 65 che ci porta a Rabat nel sud dell’isola attraversando distese verdi con palme solitarie, alberi di arance, fichi d’india e bassi muretti di pietre che dividono le proprietà. E, da qui, prendiamo il n. 81 che ci fa scendere direttamente di fronte ai maestosi Dingli Cliffs, le scogliere più alte di Malta. Il paesaggio, nonostante continui a piovere ed il vento quasi ci distrugga gli ombrelli, è davvero spettacolare: distese verdi con qua e là qualche casupola, tantissime palme e soprattutto le pareti di rocce a strapiombo su un mare insolitamente calmo nonostante il diluvio. Passeggiando sulla cresta delle scogliere, giungiamo alla piccola chiesetta di St. Mary che si staglia solitaria in questo paesaggio reso suggestivo dalla pioggia. Un giro veloce al paesotto di Dingli con una bella chiesa e poi di nuovo l’autobus n. 81 fino a Mdina, chiamata anche la città del silenzio. Con l’arrivo dei Cavalieri di Malta, l’aristocrazia maltese fu “costretta” a rifugiarsi in questa piccola città murata: la porta principale che dà accesso al centro è davvero notevole. Percorriamo le mille stradine fiancheggiate da stupendi palazzi e da chiese fantastiche fino ad arrivare alla punta dei bastioni da dove si gode una bellissima vista sul paesaggio circolare. Intirizziti (continua a piovigginare e a tirar vento) ci rifugiamo in un ristorantino (La Fontanella) che però non ha riscaldamento (quasi nessuno qui ce l’ha), dove mangiamo una buonissima pizza colma di mozzarella anche se con i giubbotti addosso! Proseguiamo quindi il bellissimo giro della città, arrivando prima alla cattedrale e poi all’albergo più lussuoso di tutta Malta, lo Xara Palace, ricavato da un antichissimo palazzo. Usciamo quindi dalla città fortificata per visitare Rabat (che, in arabo, significa “quartieri periferici”: questa era infatti la periferia di Mdina) con le sue belle strade fiancheggiate da case con le finestre a bowindow, piccoli aranceti e vecchissime ville e palazzi. Entriamo nella chiesa di St. Paul per visitarla, ma un custode ci blocca e ci chiede di lasciare gli ombrelli in un angolo all’entrata. Eseguiamo l’ordine e ci avviamo verso la navata centrale ma Stefano, che aveva poco prima incrociato un gruppo di allegri maltesi in uscita dalla chiesa, si blocca improvvisamente e si gira indietro, giusto in tempo per vedere un bimbetto di 3-4 anni che con fare assolutamente indifferente raccoglie uno dei nostri (preziosissimi) ombrelli. Mentre il gruppetto si allontana dalla chiesa, scatta l’inseguimento. Bracchiamo il bimbetto e ci riprendiamo il nostro ombrello. L’unico commento che otteniamo dall’annoiata madre è una misero “sorry”. Sorry tua sorella! Riprendiamo il cammino per le strette stradine di Rabat fino a giungere all’imponente chiesa di Santa Katerina: il chiostro è bellissimo e racchiude un giardino di palme e aranci e la chiesa all’interno non è da meno. Sempre accompagnati dalla pioggerellina fitta fitta (ecco perché il nostro ombrello era così prezioso!) torniamo a Mdina dove prendiamo il bus n. 80 per Valletta. Strada facendo, decidiamo di scendere ad Hamru un bel paesotto sulla strada principale per la capitale con una bella chiesa e vecchissime case. Passeggiamo lungo il corso principale approfittando di una tregua della pioggia, accompagnati da canti natalizi diffusi da altoparlanti. Riprendiamo quindi il bus ed arrivati a Valletta, dopo un caffè caldo, ci facciamo una bella passeggiata lungo la via centrale piena di gente, di imponenti luminarie e di negozi non molto attraenti. Bellissima la piazza di fronte alla co-cattedrale di St. John illuminata a giorno. Tornati in albergo, dopo una doccia, ci facciamo un giro al nuovissimo centro commerciale di Peaceville ad arriviamo fino a St. George’s bay sferzata dal vento e dalla pioggia: anche il mare in burrasca è uno spettacolo affascinante. Ceniamo sempre all’Avenue (gigantesche paste con gamberi e salmone!) e poi un giro a Portomaso, il nuovissimo complesso costruito da poco a St. Julian’s. Ce ne andiamo a dormire intirizziti, sperando che domani il sole si faccia vedere.

Il 29 Dicembre le nostre speranze risultano vane. Se possibile, il tempo pare anche peggiore di ieri. Dopo colazione e dopo due chiacchiere con la simpatica Rodianne che gestisce l’albergo, partiamo per la visita di Vittoriosa, una delle così dette “tre città” e base dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. L’autobus n. 4 ci scende proprio sotto alle altissime mura della città. Ci addentriamo e passeggiamo seguendo il percorso della Lonely per mille vicoli, scale, piazzette fiancheggiate dai bellissimi ed antichissimi palazzi che nel lontano 1500 ospitavano i vari “auberges” dei cavalieri: passiamo dall’auberge de Provence a quello d’Italie, a quello d’Espagne, d’Allemande ecc. Poi ecco l’imponente ospedale, la caserma, i granai, la casa del boia e via di seguito. Tutti i vicoletti sono ordinatissimi con piante verdi, gabbiette con uccelli canterini, finestre addobbate. Per fortuna il tempo tiene e non piove. Terminato il percorso torniamo verso il lungomare dove si ammirano bellissime vedute di Senglea. Ci dirigiamo quindi verso la punta estrema della penisola lungo la larghissima esplanade del porto. Mentre camminiamo gettiamo lo sguardo alle nostre spalle e vediamo avanzare grosse nuvole nere cariche di pioggia. Dalla punta della penisola godiamo di bellissime vedute di Valletta ma veniamo distratti dal brontolio dei tuoni. Insieme ad altri tre turisti inglesi torniamo velocemente sui nostri passi ma dopo qualche secondo si scatena il diluvio universale e siamo costretti a ripararci in una grotta piccolissima che però ci ripara dalla vera e propria cascata d’acqua che sta cadendo dal cielo. In pochi minuti tutto diventa nero ed una fitta cortina d’acqua ci impedisce di vedere anche a pochi metri. Approfittando di una breve tregua ci dirigiamo nuovamente verso il porto ma dopo poco un altro diluvio ci costringe nuovamente a trovare riparo in una galleria scavata sotto il forte. Oramai siamo completamente zuppi e non possiamo fare altro che aspettare che il temporale cessi. Dopo un po’, finalmente, la pioggia si fa meno violenta e quindi proseguiamo verso Senglea. Alle porte della seconda città troviamo un piccolo bar dove entriamo un po’ per riscaldarci e un po’ perché abbiamo fame. Il nostro primo desiderio, però, si rivela vano perché anche in questo piccolo locale frequentato da un paio di avventori che si scolano birre, le porte sono spalancate e dentro, se possibile, è più freddo di fuori. I toasts invece sono buoni e li sbraniamo guardando vecchi video di Michael Jackson che stanno passando alla sgangherata tele del locale. Finito il nostro pasto affrontiamo la salita che ci porterà al cuore di Senglea. E’ ripreso a piovere (mannaggia!!) e quindi ci godiamo poco le belle vedute. Senglea tuttavia è meno bella di Vittoriosa, eccetto i bei giardini situati sulla punta della penisola da dove si godono panorami stupendi grazie anche ad una torretta sospesa nel vuoto tutta decorata, all’interno della quale cerchiamo un po’ di riparo da pioggia e vento. Torniamo quindi sui nostri passi passando dal lungomare sotto ad un lungo porticato. Quando stiamo per sbucare all’aperto, altre nuvole nere incombono su di noi: stavolta non ci faremo fregare. Facciamo dietro front sotto al porticato ed assistiamo impotenti all’ennesimo energico rovescio d’acqua per circa una mezz’ora. Finalmente il diluvio cessa e, dopo una mia rovinosa caduta (mi sono praticamente sfracellato a terra dentro ad un rivolo d’acqua!), risaliamo la scalinata fino alla bella piazza di Senglea dove…Ricomincia a diluviare! Fortunamente lì fermo c’è il bus n. 3 dentro al quale ci rifugiamo insieme ad un attonito conducente che, a quanto pare, sta imprecando contro il tempo. Il percorso verso Valletta è a dir poco un incubo in quanto siamo costretti a passare in mezzo a veri e propri laghi formatisi sulle strade. Ma non è nulla rispetto al percorso che faremo sul bus n 67 per St. Julian’s: un evidentemente poco esperto conducente, va a 15 all’ora, forse preoccupato per le decine di persone stipate dentro al bus; le strade sono quasi un tutt’uno con il mare tanto che se non fosse per la ringhiera non si distinguerebbe dove finisce la strada e dove cominciano le onde! Dopo quasi un’ora (si, un’ora!) arriviamo finalmente al nostro albergo dove ci spogliamo e disseminiamo per la stanza i nostri vestiti fradici. Fortunatamente abbiamo un cambio e quindi, dopo una doccia bollente ed un buon cappuccino, andiamo a Sliema. Ora piove un po’ meno ma fa freddo per cui ci rifugiamo in un centro commerciale dove curiosiamo dentro ai vari negozi. I pochi ristoranti aperti in questa grigia e piovosa serata di quasi fine d’anno non ci invogliano per niente per cui torniamo verso St. Julian’s con un bus molto meno stipato e scendiamo a Spinola Bay dove decidiamo di andare a cena al Raffael un bel ristorante che sembra una serra, con alti ed immensi finestroni che danno sul mare. Spiedini di carne con salsa di peperoni, insalata, patatine e riso accompagnano questa nostra serata freddina. Sempre sottola pioggerellina sottile che non ci vuole abbandonare, facciamo ritorno all’albergo ammirando le bellissime luci di Spinola Bay.

30.12.2007. Oggi è domenica ma il tempo non è cambiato. Anche oggi piove e tira un vento pazzesco. Nonostante il tempo decidiamo di andare ugualmente a Marsaxlokk anche se l’amica Rodianne ci avverte che molto probabilmente il mercato domenicale non si terrà. Con il n. 627 arriviamo al piccolo villaggio di pescatori direttamente da St. Julian’s. La pioggerellina che cade sottile ma continua non rovina la bella vista del porto con decine di pescherecci colorati adagiati sull’acqua. Facciamo una bella passeggiata lungo il porticciolo fino ad arrivare alla piccola piazza con la bella chiesa. Da qui prendiamo una strada in salita che porta fuori Marsaxlokk fino ad arrivare alle rovine di un antichissimo e diroccato palazzo dei primi 900 con bellissime terrazze che guardano il mare e la campagna circostante. A perdita d’occhio si vedono boschetti di aranci, le solite palme sferzate dal vento, bassi muretti lungo i quali crescono gigantesche piante di fichi d’India e, ogni tanto, un gruppetto di case ed una chiesetta a formare un piccolo paesetto. Torniamo quindi verso il centro del paese passando per strette stradine secondarie costeggiate di belle villette con bowindow. Ci dirigiamo quindi verso la spiaggia dove ci rifugiamo in un bel caffè per sorseggiare un caldo cappuccino con una fetta di torta alle noci degna della più alta pasticceria siciliana (ed infatti i gestori sono proprio siciliani!). Due passi sulla battigia e poi riprendiamo il bus per Valletta ma decidiamo, strada facendo, di fare uno stop a Zuljeg un paesotto con una fantastica cattedrale, palazzi costruiti in tufo vecchissimi e mezzi diroccati ma pieni di fascino. Riprendiamo quindi il viaggio verso Valletta con il solito bus dove arriviamo poco dopo per il pranzo. Rifocillati e riscaldati visitiamo la capitale di Malta seguendo il percorso a piedi della Lonely. Un giro dei bastioni ci fa scoprire una bellissima Valletta: le altissime mura sono sormontate da palazzi pieni di bowindow, la bella St. Paul Anglican Cathedral, il Teatro Maonel costruito nel 1731, il Fort St. Elmo con i suoi bellissimi giardini di palme. Bellissimi le strade di malta “a doppia discesa” strette e costeggiate da altissimi palazzi con bowindow. Dai Lower Barraka Gardens e dai “gemelli” Higher Barrakka Gardens si godono bellissime vedute delle “tre città”. Terminata la visita di Valletta decidiamo di andare a Mosta per visitare il bellissimo duomo: un veloce viaggio in bus ci porta alla piccola cittadina dove l’unica cosa da vedere è, per l’appunto, il Mosta Dome, una grandissima chiesa sormontata da un’enorme cupola. L’interno è davvero strepitoso, tutto dipinto in blu e oro. Usciti, ci concediamo uno spuntino pomeridiano a base di pastizzi, la specialità di Malta. Le “pastizzerie” di Malta sono dei minuscoli locali, in genere senza posti a sedere, ma con una grande vetrina dove vengono esposti decine di tipi diversi di focacce, sfoglie, pizze ecc. Io assaggio metà pastizzo con la ricotta e l’altra metà sparisce nella bocca di Stefano che decide poi di fare il bis con quello di piselli. Fantastici! Insieme ad un paio di turisti inglesi, aspettiamo per una buona mezz’ora l’autobus n. 65 che dovrebbe portarci direttamente a St. Julian’s ma dopo un po’ ci stanchiamo e decidiamo quindi di prendere un bus per Valletta e da qui il solito 62 (o il 64 o il 67) per il nostro albergo dove arriviamo come al ancora una volta, fradici. La sera facciamo il “tris” all’Avenue dove protagonista assoluta è la pasta al granchio, anche questa buonissima. 31.12.2007. Oggi è l’ultimo dell’anno e, in teoria, dovremmo andare a Gozo. Quando scostiamo le tende della camera, però, il cielo è sempre nero, piove e c’è vento. Non sappiamo quindi se il ferry partirà e, soprattutto, non sappiamo se … tornerà! Facciamo quindi due conti e rinunciamo alla visita della seconda isola dell’arcipelago maltese. Visto il tempo, decidiamo di andare a Valletta a visitare la St. John co-cathedral. Fortunatamente c’è poca fila per entrare a visitare quella che è considerata la chiesa più bella di tutta Malta, luogo di culto dei Cavalieri di San Giovanni. La cattedrale, in effetti, è splendida ed immensa. Con l’aiuto dell’audioguida (compresa nel prezzo del biglietto) visitiamo le otto cappelle laterali dedicate ai luoghi di provenienza ufficiali dei Cavalieri: Germania, Italia, Francia, Provenza, Castiglia e Portogallo, Aragona e Auvergne. La volta della navata principale è splendidamente affrescata e racconta la vita di San Giovanni. Dopo la chiesa visitiamo l’annesso museo, dove fa bella mostra l’immenso quadro di Caravaggio “La decapitazione di San Giovanni”, e la sala degli arazzi bellissimi e grandissimi appesi alle pareti. Durante la visita, da una piccola finestra vediamo filtrare un raggio di sole…Sole? Eh si, scostando la tenda vediamo le vie di Valletta illuminate dalla luce naturale! Che rabbia, proprio oggi che siamo chiusi qui dentro! Finiamo quindi in fretta la visita e, una volta usciti al caldo sole di Malta, decidiamo di prendere un bus per raggiungere il sud dell’isola e visitare i templi megalitici di Hgar Qim. Saliamo quindi sul solito scalcagnato bus e strada facendo decidiamo di spingerci più oltre (i templi pare non siano ben conservati e sembra che non ci sia molto da vedere). Scendiamo quindi al bivio tra Qamdi e Wied iz-Zurrieq dove, da una piattaforma naturale a strapiombo sul mare ammiriamo la splendida Blue Grotto decine di metri sotto di noi: la grotta naturale è davvero bellissima ed il mare, oggi calmo e illuminato dal sole, è di un blu profondo. Il paesaggio tutto intorno è reso ancora più suggestivo dal sole che fa risplendere i colori: ficus benjamin, fichi d’india stracolmi di frutti, palme, piante di ricino, piante di capperi che spuntano dai muretti, agavi fiorite ed immense, piante di erica e via di seguito. Attraverso un sentiero tra i prati, scendiamo al porto di Wied iz Zurrieq molto frequentato in estate perché da qui partono le escursioni in barca per la Blue Grotto. In questa stagione troviamo solo qualche turista che, seduto in una delle terrazze dei pochi bar-ristorante aperti, si gode il sole invernale. Noi decidiamo di imitarli e ci sediamo di fronte ad un buon espresso in un piccolo baretto di fronte al mare. Finalmente asciutti! Risaliamo il ripido sentiero e ci troviamo di nuovo al bivio con la strada principale. Invece di attendere l’autobus decidiamo di andare a piedi fino al paese di Zurrieq lontano circa un paio di chilometri. La promenade è bellissima e a strapiombo sul mare. Il paesetto di Zurrieq, fuori dalle normali rotte turistiche, è bellissimo anche se noi visitiamo solo la piazzetta con l’imponente cattedrale. L’ultimo bus da Zurrieq parte con a bordo pochi passeggeri e ci riporta a Valletta. Qui, risaliamo agli Upper Barraka Gardens per ammirare la veduta sulle tre città illuminate dal sole calante: dobbiamo dire che è tutta un’altra cosa! Oramai si sta facendo buio e decidiamo di rientrare in albergo. Il n. 62 è come al solito stracolmo di gente, quindi prendiamo il 67 che sempre a St. Julian’s dovrebbe andare. Durante il tragitto una signora italiana appena arrivata ci chiede alcune informazioni sull’isola. Sull’autobus è buio e non si vede quasi niente: frugo nella borsa per tirar fuori la Lonely e fargli vedere ciò che vale la pena visitare in due giorni. Ma dopo qualche minuto, mentre sono nel bel mezzo della conversazione, arriviamo alla piazzetta vicino all’albergo. In fretta e furia salutiamo, sistemiamo al meglio la borsa e ci fiondiamo giù dal bus.

Dopo una doccia ed un po’ di riposo, ci cambiamo per uscire e trascorre l’ultima notte dell’anno. Al momento di preparare la nostra borsa ci accorgiamo che manca la bustina con la cassa! Probabilmente nella confusione del bus l’abbiamo persa! Dentro, fortunatamente, c’erano solo 10 lire maltesi (le ultime!!!) ma un po’ ci dispiace lo stesso. Usciamo a cercare un ristorante per cenare ma scopriamo che sono tutti fully booked. Dopo mezz’ora di pellegrinaggio (sotto la solita pioggerellina e vento forte: eh si, è brutto di nuovo!) troviamo una simpatica pizzeria giusto in riva al mare dove facciamo il nostro cenone con mega-pizza alla maltese (salsiccia di Malta, formaggio di Gozo, caponata, olive) ed un gelato. Verso le 11.30 usciamo dal locale e rinunciamo ad andare a Valletta: il tempo è sempre peggio e non abbiamo voglia di farci mezz’ora di bus per vedere qualche fuoco d’artificio. Evidentemente quasi tutti la pensano come noi visto che la strada costiera che arriva dalla capitale è letteralmente intasata di auto mentre in direzione opposta non c’è quasi nessuno. La gente è tutta qui, a Peaceville. Ed infatti nel “quadrilatero” dei locali ci sono migliaia di persone che attendono lo scoccare della mezzanotte ballando in strada con la musica altissima diffusa da altoparlanti. Passeggiare qui è praticamente impossibile perché si viene risucchiati dalla folla impazzita: è faticoso, ma anche divertente. Ad un certo punto, poco prima di mezzanotte, si scatena l’ennesimo diluvio! Si aprono centinaia di ombrelli, la gente si rifugia come può sotto pensiline improvvisate. Ma nulla turba l’allegria e la spensieratezza. Ecco, ci siamo, 3, 2, 1…BUON 2008! I maltesi, quest’anno festeggiano doppiamente: non solo l’anno nuovo ma anche l’avvento dell’Euro. Da mezzanotte, infatti, la vecchia lira maltese andrà in pensione e circolerà la nostra moneta. Purtroppo continua a piovere per cui non ci resta altro da fare che rientrare in albergo e andarcene a dormire.

1.1.2008. Ultimo giorno a Malta e primo giorno dell’anno. Il nostro volo parte stasera alle 19.15 ed avendo fatto ieri il check-in on line, possiamo tranquillamente arrivare in aeroporto per le 18.30. Abbiamo quindi un’altra giornata intera da trascorre in questa bellissima isola. Ci alziamo di buon’ora facciamo i bagagli e poi colazione. Fuori piove di nuovo. Uff! Che noia! Vista la bellissima giornata di ieri ci eravamo illusi, invece… Vabbè, poco importa, a girare Malta con la pioggia siamo abituati per cui, dopo aver salutato Rodianne e consegnato i nostri bagagli che verremo a riprendere in serata, prendiamo l’autobus per Valletta. Da qui decidiamo di visitare la “terza” città che ci mancava, Cospicua. La raggiungiamo con il bus e durante il tragitto…Sorpresa: esce un sole bellissimo. Cospicua è meno bella di Vittoriosa ma le decine di scalinate strette, i vicoletti con le vecchie case, la gente sulla porta sempre cortese che ci saluta, ci fanno trascorrere un paio d’ore in assoluta serenità, grazie anche al bel tempo. Dai giardini di Cospicua pieni di bambini che giocano godiamo di un bellissimo panorama su Vittoriosa strepitosamente illuminata dal sole. Visto che oggi gli autobus si fermano da mezzogiorno alle tre ed è già l’una, decidiamo di affrontare un’impresa che poi scopriremo essere folle: raggiungere Valletta a piedi, confortati anche dal bel tempo. L’impresa è doppiamente faticosa: i chilometri che separano le due città non sono 3-4 come pensavamo bensì più del doppio; secondo, non conosciamo la strada! Per cui, a memoria, cominciamo a percorre il percorso fatto due o tre volte con l’autobus…Ma la crisi arriva presto al primo bivio che però superiamo bene grazie alle indicazioni di un’anziana signora seduta al bowindow di casa sua. Poi altri problemi arrivano alle rotonde: un conto è quando si è a bordo di un veicolo a motore, ma affrontarle a piedi è tutt’altro discorso. Tuttavia non ci perdiamo d’animo e, oramai senza giubbotto addosso visti i quasi 20 gradi, raggiungiamo dopo più di due ore le porte di Floriana! Impresa mitologica da annoverare tra le tante degli ultimi viaggi. Ci concediamo una meritata pausa pranzo e poi facciamo una mini-visita a Floriana con la sua bella chiesa illuminata dal sole, il bel viale pedonale fiancheggiato da palme dove, all’epoca dei Cavalieri, i giovani adepti giocavano a palla, gli alti ed antichi palazzi. Dopo aver raggiunto i giardini una ripida discesa conduce giù fino a Pinto Wharf sotto le mura di Valletta, dove passeggiamo sul lungomare. Risaliamo quindi per dare un ultimo saluto alla capitale e prendiamo il solito n. 62 per andare a ripescare i nostri bagagli. Il bus è lentissimo, pieno di gente e ci mette un’eternità. Di corsa al Valentina dove salutiamo il simpatico receptionist (oggi Rodianne ha il giorno libero) e recuperiamo i trolley e poi di nuovo bus fino a Valletta e quindi altro bus (il fantomatico n. 8) per l’aeroporto. L’ultima corsa per Malta la facciamo al buio passando per paesini bellissimi che la prima volta, presi forse dall’eccitazione, non avevamo notato. Così come non avevamo notato la…Durata del tragitto che all’andata ci era sembrato cortissimo. Invece il bus ci mette una vita e ci sbarca davanti all’aeroporto tardissimo. Fortunatamente al controllo non c’è nessuno e così ci dirigiamo direttamente verso il gate per l’imbarco che avverrà di lì a qualche minuto. L’ultima immagine che abbiamo è Malta vista dall’alto con le mille luci accese ed il mare nerissimo. Un’altra esperienza si è conclusa: nonostante la pioggia e il vento (tanto che a volte ci è sembrato davvero di essere dentro ad una lavatrice) porteremo sempre con noi un ricordo bellissimo di questa vacanza. Alla prossima.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche