Strepitosa Malesia di e Singapore

Natura, storia e mare tra la zona peninsulare e il Borneo con finale a Singapore. Diario pratico e sintetico
strepitosa malesia di e singapore
Partenza il: 28/12/2014
Ritorno il: 14/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Quando abbiamo scelto di visitare la Malesia non ne sapevamo molto di questo paese, eravamo spinti dalla curiosità e dall’interesse per la natura.

L’itinerario abbiamo iniziato a costruircelo da soli tenendo conto che volevamo visitare sia la parte continentale che il Borneo, fare alcuni giorni di mare e terminare il viaggio a Singapore. Un itinerario molto ambizioso per soli 17 giorni, che sarebbe stato possibile farlo senza girare come trottole solo ottimizzando i tempi morti.

Per la prima volta ho sperimentato l’organizzazione di un viaggio con l’aiuto di italiani abitanti sul luogo; devo dire che Skype ci è stato di grande aiuto, il potersi parlare direttamente e nella propria lingua è un grande vantaggio.

Quindi siamo riusciti brillantemente a inserire nell’itinerario tutto quello che volevamo, e a risolvere i problemi dell’ultima ora nel senso che ad un giorno dalla partenza ci è arrivata la notizia di gravi inondazioni nel nord-est della Malesia continentale, 100.000 sfollati, parecchi parchi erano chiusi, insomma una situazione preoccupante. Uno di questi parchi rientrava nel nostro itinerario quindi in gran velocità ci hanno proposto un paio di alternative che non avrebbero cambiato di molto l’itinerario.

Siamo arrivati a Kuala Lumpur (KL) e siamo ripartiti da Singapore.

ITINERARIO

La Malesia è visitabile tutto l’anno anche se non esiste una vera e propria stagione secca, a seconda di quale periodo dell’anno si è si visita il lato dove non piove. Nel nostro caso abbiamo visitato il lato occidentale della parte continentale e la zona di Sandakan del Borneo.

Malacca (andata e ritorno da KL): Porta de Santiago, St. Paul’s church, the Dutch square, St.Francis Cathedral; walk alongside the Malacca river, Jonker Street, Cheng Hoon Teng temple and Masjid Kampung Kling mosque.

Kuala Lumpur (3 gg): in autonomia abbiamo visitato (non necessariamente in questo ordine) il centro città, le Petronas Tower, Chinatown, Central Market, Parco degli uccelli, museo delle Arti Islamiche, Sri Maha Mariamman Temple, Masjid Jamek, mercati vari.

Batu Caves – Cameron Highlands (2 gg): in transito (macchina privata).

Jan Banding – Penang (2gg): visita del centro di Georgetown (consigliato farlo noleggiando una bicicletta), Fort Cornwallis and Khoo Kongsi Clan House, Peranakan House Museum, St. George’s Anglican Church, Kuan Yin temple, Kling Mosque, Penang Hill e trekking nel Parco Nazionale di Penang.

Kota Kinabalu: volo da Penang, solo pernottamento.

Sandakan – Lankayan Island: (3gg): soggiorno mare.

Kinabatangan Abai: Sepilok Orang Utan Rehabilitation Center. Visita al centro di riabilitazione degli Oranghi (sia la parte didattica che all’aperto).

Kinabatangan River Sanctuary: trip di 2gg sul fiume Kinabatangan alla ricerca di animali che si nascondono nella foresta, ai lati del fiume.

Singapore: in autonomia abbiamo visitato la città. Il primo giorno abbiamo utilizzato il Sight Seeing. Lo consiglio, è un sistema validissimo di visitare una città via autobus. Noi scendevamo a quasi tutte le fermate, tanto il biglietto valeva tutto il giorno. Abbiamo visitato: Chinatown, Little India, Clarke Quay, Orchard Road, i giardini botanici, la visita panoramica alla città sulla ruota, Gardens by the Bay. Quest’ultimo posto in particolare ci ha così affascinato che siamo rimasti molto di più del previsto rinunciando allo Skypark del Marina Bay Sands senza nessun rimpianto.

VOLI

Volo internazionale:

Lufthansa, Francoforte – Kuala Lumpur. Ritorno: Singapore – Francoforte.

Voli interni:

Penang – Kota Kinabalu (Malaysia Airlines)

Kota Kinabalu – Sandakan (Malaysia Airlines)

Sandakan – Kuala Lumpur (Malaysia Airlines)

Kuala Lumpur – Singapore (Singapore Airlines)

CONSIGLI

– Abbiamo visitato Malacca in un giorno partendo e tornando a KL. Se dovessi ritornare in Malesia atterrerei a Singapore e, dopo averla visitata, via terra passerei da Malacca, mi fermerei una notte e ripartirei per KL. A Malacca c’è tanto da vedere, c’è una bella atmosfera anche solo per fermarsi la sera nelle stradine della parte coloniale, una scappata come abbiamo fatto noi ci ha lasciato l’acquolina in bocca.

– Come abbiamo impostato noi il tour ha comportato un po’ di problemi nel trovare i giusti orari dei voli aerei. Probabilmente impostandolo al contrario funzionerebbe meglio. Noi siamo stati fermi nella nostra scelta perché volevamo mettere il soggiorno mare alla fine del tour e non potevamo andare nelle meravigliose Perenthian perché non era la stagione giusta, siamo però andata a Lankayan, una isoletta magnifica dove abbiamo fatto un bellissimo soggiorno.

Jan Banding (Georgetown). Il primo giorno l’abbiamo visitata con un mezzo privato, il secondo abbiamo noleggiato delle biciclette e abbiamo visitato il centro in questo modo. Consigliato!

Lankayan Island. Bella isola per chi ama le immersioni ma anche no, nel senso che io non faccio immersioni e ci sono stata benissimo.

Sepilok Orang Utan Rehabilitation Center e Kinabatangan River Sanctuary da non perdere. Anche se sono punti molto affollati da molti turisti, anche se un po’ hanno perso di autenticità comunque vale la pena andarci, la Malesia non è solo le Petronas Tower, la Malesia è soprattutto natura e animali (specialmente oranghi) e queste due tappe sono molto istruttive appassionanti da questo punto di vista.

– La Singapore Airilines al momento del check chiede una carta di credito (?). Se il biglietto è stato acquistato via internet con una carta di credito allora bisogna presentare la stessa. Io non avevo la stessa (per il web uso una prepagata) e questo ha comportato il rifiuto di emettere la carta di imbarco e la richiesta di ricomperare i biglietti. Direi che una follia così non l’avevo mai sentita! Ho gentilmente (mai arrabbiarsi in oriente) lottato per una quarantina di minuti tra sportello e uffici interni (dove nel frattempo mi ero recata) e solo a 15 minuti dalla partenza del volo hanno ceduto accettando una diversa carta di credito. Questa non si chiama buona organizzazione, questo si chiama rigidità!

Singapore è più cara della Malesia, se dovete comperare qualche souvenir fatelo in Malesia.

IMPRESSIONI

Malesia

Mi avevano parlato di una società multietnica ma non mi aspettavo così tanto mix.

Le tre etnie principali, malesi, cinesi e indiani all’apparenza convivono pacificamente in questa nazione, poi, ha guardare più in fino si nota che le persone di etnie diverse raramente si mescolano tra di loro, piuttosto si sono creati ognuno il suo modo di vivere rispecchiante la propria cultura, con le loro scuole, i loro negozi, i loro quartieri.

Il risultato è una convivenza curiosa tra la cinese che gira in shorts e la malese che gira coperta come la sua religione richiede, tutto nella più totale tolleranza (almeno per quello che ho visto io).

E’ la nazione più sviluppata economicamente comparata alla zona dell’Indocina; il petrolio già da tempo, e più di recente la coltivazione dell’olio di palma contribuiscono a fornire degli introiti veramente considerevoli, anche se a beneficio di pochi.

A proposito di olio di palma la deforestazione in nome del commercio di questo olio sta cambiando faccia alla Malesia. Le coltivazioni sono ovunque, ma la cosa peggiore è stata vedere nel Borneo che queste coltivazioni stanno mangiando terrento allla zona protetta del Kinabatangan River Sanctuary, che evidentemente così protetta non è.

Singapore

Singapore è perfetta, non una cartaccia per terra, super organizzazione, ordine e precisione. Come prima impressione ci è sembrata la città ideale, poi, man a mano che la visitavamo ci rendevamo conto che più che la città ideale ci sembrava la città di plastica. Ogni tanto mi veniva in mente il film “The Truman show”…

Chinatown è fin troppo perfetta nei suoi colori e impostazioni, non una sbavatura, non un negozio con un minimo di disordine, insomma dà l’idea di essere finta, fatta apposta per i turisti.

Little India è un po’ più vissuta, meno di plastica, forse perché un po’ più lontana dal centro.

La parte sul mare (Marina Bay Sands, Ruota panoramica, Gardens by the Bay) è probabilmente la zona più visitata, è curioso l’uso che hanno fatto del poco territorio che hanno e del molto cemento utilizzato; nonostante ciò il risultato è buono.

No, non vivrei mai a Singapore, l’organizzazione estrema l’ha portata verso la rigidità. Per esempio all’aeroporto alla procedura di immigration il sistema di lettura automatico dei passaporti ha funzionato con il mio ma non con quello di mio marito. L’operatore, anziché trascrivere i dati a mano ha provato più e più volta creando una fila di persone incredibile. Poi ha portato mio marito in un ufficio per indagini (?). L’incredibile di questa faccenda era che io non mi potevo avvicinare perché il problema era solo del suo passaporto. E quando ho detto che mio marito avrebbe potuto necessitare di un traduttore (cioè io) sono stata intimata di non avvicinarmi, e sono stata mandata via con voce urlante del poliziotto.

Non solo non vivrei mai a Singapore, ma so che non ci tornerò mai più.

PERNOTTAMENTI

KL: ci è stato proposto uno Studio, cioè un monolocale, anziché un hotel. Mai scelta è stata più azzeccata. Eravamo al Parkview Service Apartment, a due passi dalle Petronas. Eravamo in un palazzo con un buon livello di sicurezza, badge per utilizzare l’ascensore, piscina al 34° piano, lavanderia, avevamo la metro vicina. Andavamo al supermercato delle Petronas a comperare quanto ci serviva (anche se parecchio ce lo siamo trovato già nello Studio), se tornavamo tardi la sera dai nostri tour cenavamo nell’appartamento, insomma, una pacchia!

Cameron Highlands: Heritage Hotel Cameron. Un bell’hotel su una collinetta ma in paese. Sicuramente c’è qualcosa di più economico più in centro.

Jan Banding (Georgetown): Bayview Hotel. Per me è un hotel con un ottimo rapporto qualità prezzo. Molto vicino al centro.

Kota Kinabalu: Gaya Centre Hotel. Per noi è stato un hotel di appoggio, siamo arrivati tardi e ripartiti all’alba.

Lankayan Island: Lankayan Island Dive Resort. Questa isola è una riserva marina dove il rispetto per la natura è massimo. Appena arrivati fanno firmare un foglio di presa visione di cosa non si può fare o portare via dall’isola. Metà isola è occupata dal resort di soli 35 bungalow, l’altra è libera. Il nostro bungalow era molto grande, con un bel bagno e spazio doccia all’aperto. Il ristorante è staccato dal corpo centrale dell’isola e collegato con un ponte molto scenografico. Il resort ospita anche un progetto per la protezione e la conservazione delle specie marine, in particolare le tartarughe. E’ possibile partecipare a piccole fasi di questo progetto di conservazione delle tartarughe.

La cosa più negativa di questo bel resort è la fatica di arrivarci. Una ora e 45 interminabili minuti di sballottamenti su un motoscafo che viaggia in gran velocità ma che non si preoccupa delle onde che ogni tanto arrivano in faccia e nei piedi, col risultato che si arriva fradici e con anche qualche doloretto al collo. Al ritorno tutti si erano organizzati, chi scegliendo di avere meno possibile addosso rassegnandosi al bagno, chi mettendosi addosso quanto di più impermeabile aveva. All’arrivo sulla terra ferma viene offerto un asciugamano asciutto! Per non ridursi come dei pulcini basterebbe mettere nel motoscafo delle coperture laterali in plastica come ho visto in tante altre barche. Davvero non capisco perché non lo fanno.

Comunque il soggiorno su questa isola è magnifica, si gira scalzi ovunque e si sta in totale relax nella natura. Splendido!

Abai Jungle Lodge: piccolo e rilassato albergo sul fiume Kinabatang. Lo stile è quello del rispetto per la natura e la sobrietà, infatti dell’albergo non c’è aria condizionata, l’umidità regna sovrana: attenzione a bagnare qualcosa, non si asciuga! Si mangia nello spazio coperto ma aperto dell’albergo, se c’è bel tempo si fa colazione nella giungla (una propaggine attrezzata dell’albergo). Io l’ho apprezzato.

Kinabatangan Riverside Lodge: della stessa proprietà dell’Abai, stesso spirito sobrio e nel rispetto della natura, ma albergo più grande.

Amoy (Singapore): ho scelto questo hotel perché dalla mappa del sito sembrava in una buona posizione (rivelatasi vera) e perché c’era una buona offerta (transfer dall’aeroporto, bus hop-on hop-off gratuito). E’ un boutique hotel ricavato dalla strada tra le case tipiche cinesi del periodo coloniale, le cosiddette shophouse, e da vecchie strutture dell’epoca. Sta in un’area molto affascinante, molto animata anche alla sera, che porta vivacità alla zona. E’ in una buona posizione, vicino alla fermata della metro, al Marina Bay, a Chinatown. il frigobar è gratis. Positivo.

CONCLUSIONI

Per me è stato un bel viaggio, molta natura ma anche molti grattacieli, più storia di quanto pensassi. E’ un viaggio che consiglio, magari nella nostra estate per poter andare alle magnifiche isole Perenthian.



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