Paradiso Maldive

Un viaggio interiore 20 Dicembre 2003 Le Maldive ci aspettano. E’ Natale 2003 e siamo scappati da una Milano gelida. Dopo circa dieci ore di volo con un volo charter, avvistiamo un mare blu disseminato di cerchietti turchesi al centro dei quali spuntano isolotti: sono gli atolli. Atterriamo sull’atollo di Male, tutto l’aeroporto occupa...
paradiso maldive
Partenza il: 20/12/2003
Ritorno il: 28/01/2004
Viaggiatori: in coppia
Un viaggio interiore 20 Dicembre 2003 Le Maldive ci aspettano. E’ Natale 2003 e siamo scappati da una Milano gelida.

Dopo circa dieci ore di volo con un volo charter, avvistiamo un mare blu disseminato di cerchietti turchesi al centro dei quali spuntano isolotti: sono gli atolli. Atterriamo sull’atollo di Male, tutto l’aeroporto occupa l’intero isolotto con un mare incredibile.

Meraviglioso! Qui è piena estate, la temperatura, come in agosto in Sardegna, ha spinto i più, a cambiarsi d’abito direttamente in aereo, sfilano pallide cosce in pantaloncini, gonnelline di voile con scarpe da ginnastica e calze, e altri strani abbinamenti.

Espletiamo le formalità relative ai passaporti (piuttosto lunghe e snervanti) le scarpe da tennis iniziano a darmi fastidio e così i pantacollant. Veniamo accolti dai maldiviani che ci offrono dei soft drink sotto ombrelloni e palme. Pian piano vengono imbarcati su navi veloci tutti i turisti approdati a Male, ciascun gruppo andrà in un diverso hotel degli innumerevoli atolli.

Scopriamo quasi subito che la barca che deve traghettarci alla volta della nostra isola, ha avuto un guasto, cosi Luca referente del tour operator, sta disperatamente cercando un’imbarcazione che la sostituisca.

A quanto pare il nostro, cioè Ellhaidoo è l’isolotto più sfigato, infatti siamo gli ultimi ad imbarcarci .

Alcuni di noi, pallidi e un po’ giù di tono dopo il lungo viaggio in aereo, iniziano a ripensarci circa le fantasmagoriche vacanze da sogno e vagheggiano circa la possibilità di un passaggio in zattera con schiena nuda, fustigata, da nerboruti organizzatori.

Finalmente dopo un’attesa lunga un ora, sotto il palmeto, (io ho già eliminato calze e scarpe)saliamo su un natante, non ben identificato, talmente malridotto che i corrimano ti restano appunto in mano.

Il nostro capogruppo Luca è un bel ragazzo friulano, moro, molto abbronzato e sudato adattissimo a posare per un calendario. Gli altri, i marinai, sono maldiviani molto scuri di pelle, piuttosto bassi, ma con lineamenti delicati e gentilissimi, come tutti gli orientali. Dopo circa un’ora e mezzo siamo ad Ellaidhoo e accolti dai tamburi dei maldiviani, arriviamo su un’isola che mozza il respiro.

Sono abituata a spiagge bianche, ma qui la sabbia è farina, l’acqua verde acqua, trasparente fino all’orizzonte e il cielo color indaco.

Sembra che ci sia più cielo rispetto a quanto sono solita vederne.

Osservo che il viaggio per il Paradiso somiglia alla vita terrena, irta sovente di difficoltà da superare, ma alla fine ecco il premio…

I maldiviani vestiti di colorati parei, e a piedi nudi, ci offrono dei drink ovvero noci di cocco bucate con cannucce.

Il ristorante dove veniamo riuniti, è una grandissima capanna dal tetto di paglia, dove i tavoli sono apparecchiati con cura per quattro, pranziamo con due persone gentili, con le quali ci abbinano d’ufficio. Dopo un pranzo esotico e gustoso (si mangia al buffet, scegliendo tra innumerevoli proposte, molte delle quali vegetariane) possiamo accedere alle nostre stanze.

Il bungalow si affaccia sulla spiaggia, in quattro passi puoi fare il bagno proprio in mezzo ad una vegetazione lussureggiante. La stanza è molto ampia, con un grande letto e poltrone in midollino e un attiguo vano con armadi. La cosa più originale è la stanza da bagno: è ampia con due lavelli attigui e ha anche una vasca da bagno col fondo fatto da piccoli ciottoli, il pavimento in pietra, tipo ardesia si estende fino ad un muretto che divide il bagno dalla foresta, cosicché facendo la doccia senti costantemente i suoni della natura e vedi le palme e i banani, la sensazione è paradisiaca: come essere Tarzan e Jane. Non ero assolutamente preparata a tutto questo,mi sento libera.

Dopo una doccia malgrado la stanchezza accumulata, ci mettiamo i costumi da bagno e visitiamo l’isola. Una prima immersione nell’acqua bassa della riva offre un primo spettacolo multicolore: pesci piccoli e grandi, come ne ho visto solo negli acquari. Vengo circondata da un banco di pesci argentati Il fondale è disseminato di coralli, ci hanno avvertito di non toccar niente, ma è come se fosse tutto sacro e in ogni caso non mi azzarderei a farlo.

Tutta l’isola è ricca di alberi, le cui chiome sfiorano l’acqua.

Gli uccelli sono innumerevoli dal piumaggio coloratissimo e volano tra la gente senza paura.

In acqua aironi grossi e dalle lunghe zampe si cibano di pesci Notiamo un enorme pipistrello appeso a testa in giù fra i rami di una palma smisurata. Ha il corpo color nocciola, peloso come un cagnolino e una apertura alare di 70 centimetri, ogni tanto vola via e quando ritorna batte le ali come se applaudisse, per cacciar via gli altri uccelli colorati che hanno preso il suo posto.

Qui non c’è bisogno di indossare abiti, io ne ho portati, ma rimarranno nelle valigie, bastano parei, costumi e assolutamente niente scarpe, star scalzi è la dimensione maldiviana, i miei piedi si radicano nella terra come le piante secolari del luogo. La sensazione di libertà è enorme, qui non serve niente! gli abiti ,il trucco, il phon, tutto è superfluo.

La temperatura è calda ma non umida e c’è sempre una lieve brezza. Il clima è ideale. L’acqua di mare è fresca ma non fredda e non molto salata, per cui non pizzica mai la pelle dopo il bagno.

22 Dicembre 2003 Dopo aver dormito 12 ore,dalle 10 alle 8, di filato (cioè dalle 18 alle 4 del mattino,ora italiana) abbiamo fatto colazione e col dhoni siamo andati a Maagha, l’isola gemella di Ellaidhoo.

Il dhoni guidato col piede, da un marinaio maldiviano, impiega 7 minuti ad arrivare. Dall’albergo eravamo una decina e ci siamo dispersi sull’isola da sballo. Sembravamo i naufraghi di qualche pittoresco film.

Lo spettacolo è sempre mozzafiato, spiagge bianchissime, acque di cristallo e vegetazione di palme e mangrovie rigogliosa, per chi non vuol prendere il sole ci sono amache sparse tra le piante.

A Maagha ci son decisamente meno pesci che ad Ellaidhoo qui però vediamo sulla riva una magnifica enorme tridacna.

Alle dodici e trenta il dhoni ci riporta ad Ellaidhoo e dopo la doccia pranziamo particolarmente bene. Pesce e verdure a volontà, io in realtà non ho tanta fame, mi basta pochissimo, penso di cibarmi di natura! Dopo un riposino pomeridiano nel bungalow andiamo a prendere il sole, un’immersione fuori dalla barriera corallina mi pone davanti ad uno spettacolo al quale non ero preparata.

E’ come essere immersi in un meraviglioso acquario.

I pesci innumerevoli e di ogni colore immaginabile, tipologia e grandezza, vivono sapendo che nessuno li pescherà e sembrano venirti incontro, non ne ho visti tanti e tali neppure all’acquario di Genova.

Enormi pesci pappagallo mangiano il corallo che poi defecando trasformano in sabbia, pesci palla, murene, pesci pagliaccio, pesci angelo, e colori anche fosforescenti: questo è il paradiso terrestre.

Quando usciamo un maldiviano esperto di snorkelling, ci propone la visita a tutta la barriera.

Ci fa uscire da un punto decisamente controcorrente. Appena fuori, le correnti ci prendono e ci permettono di volare nell’acqua senza muovere braccia e gambe.

Ad alta velocità, immersi completamente con maschere e boccagli, vediamo ogni sorta di colore possibile: giallo, verde, arancio, blu indaco, inimmaginabile.

L’immersione dura un’ora circa ed è meravigliosa. Mi dicono che Ellaidhoo è famosa per essere il paradiso dello snorkelling.

Mi sento sempre più trasformare, è come nascere per la prima volta, è una meditazione prolungata e continua che ti riporta a casa, nella vera dimora di Dio.

Esco dall’acqua colma di gioia,è l’esperienza più forte che io abbia avuto nella vita. Sono stupita,meravigliata…

Stamattina abbiamo fatto il giro dell’isola lungo la battigia, non siamo andati a Maagha perché volevamo ancora godere della vista dei pesci della barriera corallina di Ellaidhoo, non potrò mai dimenticare questi momenti, consiglierò a chiunque questa esperienza di risveglio.

Tutti i turisti hanno visi felici, sembrano bambini in gita, è tutto talmente perfetto! Ogni bungalow che si affaccia su un magnifico angolo di arenile in cui la luce e di conseguenza i colori variano ogni momento, offre la sensazione di magnifica privacy. I pesci ti vengono dietro come cagnolini e le palme si curvano a sfiorare le rive Il 24 Dicembre c’è stata la gita all’isola dei pescatori Alle 9,30 puntuali siamo arrivati alla banchina e insieme agli altri partecipanti 20 persone,siamo saliti sul dhoni.

Abbiamo aspettato un po’ perché pareva che alcuni componenti fossero in ritardo,vedevamo Luca fare telefonate.

Commentavamo circa la maleducazione dei ritardatari, e di come se la prendevano comoda, quando alla fine Luca ha chiesto se tra noi non ci fossero per caso i signori della stanza 157.

“Siamo noi!!!” faccio io con una vocina squillante.

Avevamo dimenticato di registrarci all’arrivo, praticamente aspettavano tutti a causa nostra! Dopo un’ora di Dhoni sull’oceano indiano, arriviamo all’isola abitata dai pescatori maldiviani e le loro famiglie. Veniamo accolti dagli indigeni con le noci di cocco infilzate da cannucce e dopo esserci rifocillati visitiamo l’isola con Luca che ci fa da cicerone Vediamo il cimitero sul mare tra ficus e mangrovie secolari dove ci sono le lapidi in pietra dalla misura proporzionale all’età del defunto e più piccole sono quelle dei tanti bambini che tempi addietro morivano a causa della povertà della popolazione. Fino a poco tempo fa, infatti, le Maldive erano terzo mondo, e la vita media era assai breve.

A proposito delle lapidi esse si differenziano anche per la forma, quelle destinate ai maschi anziché esser perfettamente curve, hanno una sorta di capitello centrale. Vediamo anche la tomba dell’ultimo sultano delle Maldive, tutta circondata da bandierine fatte da stracci.

Bisogna dire che i maldiviani non hanno grande considerazione per i cimiteri poiché considerano l’anima immortale, essi sono di religione islamica, ma abbastanza liberali.

Ora le Maldive sono una repubblica di tipo presidenziale, ma di quelle in cui lo stesso presidente è in carica da oltre 25 anni.

Vediamo diverse case costruite in corallo, l’unico materiale edificabile presente anticamente sul posto, attualmente però è proibito utilizzarlo .

Visitiamo dall’esterno la piccola scuola pluriclasse, ora chiusa per le vacanze, il comune e la fonte di acqua dolce e notiamo che sebbene la vita sia estremamente semplice questi luoghi stanno sviluppandosi grazie al turismo.

Molti originari ci osservano, e quando attraversiamo la via dei negozietti veniamo attirati dai proprietari con mille lusinghe. La visita al paese è motivo di grande gioia per gli abitanti, infatti i turisti spendono molti dollari nell’artigianato locale che non è affatto costoso.

Un negoziante ci abbraccia chiamandoci amici.

Acquistiamo parei, piccoli monili,e magliette.

Nel paese vengono considerati ricchi coloro che posseggono un dhoni, ma costoro trasportano gratuitamente tutti quelli che non avendolo non potrebbero spostarsi negli atolli.

La vita media è 70 anni su ciascuna isola è presente un servizio di medicina di base.

Le donne pur essendo islamiche non hanno il capo coperto ma indossano comunque abiti lunghi. Che supplizio con un clima del genere! Comunque noi per rispetto,abbiamo le gambe e le spalle coperte.

I veri tabù qua sono il maiale, le droghe e le sostanze alcoliche; ma la nostra guida ci dice che in segreto i maldiviani bevono parecchio, tuttavia non uno di loro appare grasso, sono tutti longilinei e sorridenti.

Verso le 12.30 torniamo sul dhoni e dopo una breve navigazione intravediamo una bellissima isola deserta.

Il dhoni non può avvicinarvisi troppo a causa della barriera corallina che circonda l’isola, così Luca e alcuni membri dell’equipaggio salgono su una scialuppa con le vettovaglie, gli ombrelloni e il necessario per predisporre un barbecue, e a remi raggiungono l’isola mentre noi ci immergiamo per raggiungerla a nuoto. A ridosso della barriera fra miriadi di pesci, nuotiamo per più di un’ora l’isola appare sempre più lontana,ma alla fine siamo i primi a toccare terra (forse a causa della fame). Anche questa volta la fauna marina non ci delude, alcuni pesci pigiama a righe bianche, nere e gialle e una murena argentata ci fanno ciao! Molti dei partecipanti arrivano stremati e alcuni vengono presi su, dalla scialuppa.

Mentre aspettiamo che i camerieri allestiscano il banchetto io e Gianni visitiamo l’isola I colori del mare sono irreali perché l’acqua è verde chiaro in riva e trasparente all’orizzonte. I contrasti sono magnifici, anche se non abbiamo con noi la fotocamera scattiamo un intero rullino con la macchina fotografica che si dimostrerà assai meno fedele al momento dello sviluppo delle foto.

Dopo pranzo ci riposiamo sotto le piante nella solitudine più totale, neppure un dhoni all’orizzonte per centinaia di chilometri.

Salutiamo dal dhoni la nostra isola deserta e alle 18,30 cominciamo riprendiamo il mare per Ellaidhoo Sera del 24 Dicembre Viene allestito un megabanchetto sulla terrazza sul mare è possibile trovarvi di tutto persino il maialetto, che in termini di tabù deve essergli costato un bel po’.

A mezzanotte dal mare su un dhoni tutto illuminato a festa arriva Babbo Natale, con barba a vestito in panno sudato come un merluzzo e in occhiali da sole.

Il Babbo Natale costantemente sorvegliato dal direttore dell’hotel distribuisce doni,tutti gli adulti ricevono trombette e cappellini, ma a me, come solo ai pochissimi bambini presenti, tocca un orso di peluche, fastidioso con questo clima! 25 dicembre Alla sera, dancing sulla spiaggia.

Un gruppo di ragazzi maldiviani decisamente bravi, suona musica occidentale e spazia dai Gipsy King a Santana, da Gloria Gajnor ai Queen.

Ballo scalza, in coppia e da sola, fino a non capire più niente, da quando siamo qua è la prima volta che sudo.

Andiamo a dormire tardissimo io sono sveglissima ma quando tocco il cuscino mi addormento all’istante.

Devo dire di non aver sofferto affatto il cambio di fuso orario, mi sono ambientata qua come se questa fosse da sempre casa mia e tutto il resto estero. La mia casa è il bungalow, dove ho tutto quello che mi serve.

Butterei via le scarpe per sempre,e vivrei qua facendo qualsiasi cosa, non dovrei mai più indossare un cappotto, e vivrei come ogni creatura dovrebbe, in assoluta libertà, con i colori di una natura che mi spinge a ritrovare in ogni momento la presenza di Dio dappertutto. Io non sono mai stata così…Nemmeno un giorno della mia vita…Sono immensamente felice, sveglia, luminosa.

28 Dicembre Sono sull’aereo che mi riporta a casa e penso… Sull’isola ci siamo ambientati perfettamente, io ho sempre dormito in modo regolare e sempre mangiato, secondo i miei gusti. Ciò che mi stupiva era che non avevo molta fame, mi bastava poco: pesce o pollo, riso, verdure e frutta, e mi bastavano tre pasti al giorno senza mai desiderare un extra, tranne talvolta solo un succo di ananas fresco o di banana.

Il clima sull’isola era eccezionale, caldo ma non umido, e ovunque la vegetazione offriva frescura, se la si desiderava. Era possibile tenere le gambe in acqua e il corpo all’ombra di una palma.

L’acqua del mare aveva una temperatura tale da consentirti di trascorrervi ore,e lo spettacolo subacqueo continuava a cangiare ogni istante.

L’esperienza di questo viaggio è stata senza dubbio la più potente avventura interiore della mia vita. Sento che tramite queste e le profonde meditazioni procuratami attraverso le lunghe esperienze di snorkelling, ho cambiato il mio modo di percepire me stessa e il mondo circostante.

Ho avuto accesso a profonde intuizioni e mi sono fatta molti doni.

Mentre camminavamo sulla battigia spesso vedevamo enormi macchie di colore scuro muoversi al nostro passaggio. Inizialmente pensavo si trattasse di alghe.

Poi un giorno mi sono immersa li in mezzo: Ho osservato TUTTO da un’altra dimensione e ho visto che la “macchia”era composta da miliardi di pesci argenteo-bluastri,che si muovevano come al ritmo di una melodia prodotta dalla risacca.

Ho avuto così un esempio illuminante del significato di un Dio composto da un numero spropositato di creature. Ogni pesce ha percezione di sé e dell’immediato vicino. Ma non potendosi percepire dall’alto non sa di far parte di un Tutto in movimento .

“Come in basso così in alto”.

Mi sono sentita acqua di mare, pesce fra i pesci, sabbia e corallo, palma ed airone. Mi sono riflessa in tale bellezza da acquisirla giorno dopo giorno e arricchirmi l’anima.

Ho percepito amore e beatitudine e, dopo tante ore trascorse all’aria aperta il mio corpo non sentiva più stanchezza, né disagi.

Quando sono arrivata alle Maldive avevo male alla gola ed ero ancora reduce da una forma influenzale che non guariva sin da Novembre, improvvisamente sono guarita da ogni fastidio, e per la prima volta ho goduto dell’estate senza sentire alcun abbassamento della pressione sanguigna.

Mi sono abbronzata come da anni non mi accadeva, uniformemente, senza alcuna scottatura. Ho ritrovato il contatto con l’energia della terra, godendo nello stare scalza per tutto il tempo.

Infine mi sono congedata dal Paradiso, ho salutato gli alberi, poggiando con dolcezza le mani su loro fusti, ho salutato gli amici pesci che hanno manifestato il loro amore con mille giochi intorno a me.

Ho salutato l’atollo e le persone che lavoravano sull’isola, e quando siamo saliti sulla barca che doveva ricondurci a Male, dopo aver percorso il lungo pontile, ho pensato: “Questa è la nascita, guarda gli esseri luminosi e felici che lasciano la loro vera dimora infilandosi in un buco (la porta della barca) tra qualche ora approderanno nella vita quotidiana”.



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