Kuramathi Village e Kandholhudhoo

Ho prenotato il viaggio alle Maldive tramite internati dopo un mese di attenta osservazione delle varie offerte. Non è mancata la lettura di una pila di cataloghi, un paio di giri in agenzia viaggi dove non ho ricevuto delle gran informazioni, e l'acquisto di due utili guide: Tuttomaldive e Lonely Planet. Ho scelto il Kuramathi Village (atollo...
Scritto da: gattolibero
kuramathi village e kandholhudhoo
Partenza il: 12/01/2007
Ritorno il: 20/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ho prenotato il viaggio alle Maldive tramite internati dopo un mese di attenta osservazione delle varie offerte. Non è mancata la lettura di una pila di cataloghi, un paio di giri in agenzia viaggi dove non ho ricevuto delle gran informazioni, e l’acquisto di due utili guide: Tuttomaldive e Lonely Planet. Ho scelto il Kuramathi Village (atollo di Rashdoo) perché corrispondeva meglio alle nostre esigenze, in particolare un budget “basso” e un’isola non troppo piccola, essendo la prima volta alle Maldive, ci preoccupava un po’ il fattore “noia da isola piccola” (assolutamente inesistente!).

Siamo andati per una settimana dal 12 al 20 gennaio in coppia, spendendo 1240 euro a testa in pensione completa, incluso tutto: tasse, trasferimenti, assicurazioni ecc. Le uniche cose che abbiamo pagato in loco sono le bevande (noi abbiamo bevuto solo acqua), le escursioni e il brevetto PADI Open Water (550 $).

Partiamo da Bologna alla volta di Milano Malpensa. Facciamo il check-in e partiamo con 20 minuti di ritardo con un volo Eurofly. Il giudizio sul volo è molto buono, siamo stati bene e siamo arrivati puntuali a Malè la mattina successiva.

Appena sbarcati ritiriamo i bagagli e ci dirigiamo al bancone segnalato nei nostri documenti di viaggio, ci dicono di aspettare al bar o nei dintorni, dopo 1 oretta partiamo con la barca per il Kuramathi. Il viaggio in barca è stato buono, a parte l’aria condizionata troppo alta.

All’arrivo ci aspetta l’incaricata per gli ospiti italiani, con un cocktail di benvenuto e un piccolo briefing sull’isola, dandoci appuntamento per la sera per una riunione di orientamento. Assegnate le camere ci sistemiamo e ci riposiamo un po’.

Appena arrivati, a parte l’emozione di vedere i piccoli atolli dall’aereo e dalla barca, non scorderò mai l’immagine della nostra isola. Ricchissima di vegetazione, sembrava un’isola deserta, mi ricordo un signore che ha detto “oh qui non si torna più indietro”.

La camera standard è molto pulita (grazie a Majid, il nostro room-boy), spaziosa, dotata di aria condizionata e minifrigo, bagno con doccia interna. Per chi ama un arredo curato, dovrà scegliere altre tipologie di camere, per noi ogni cosa in più sarebbe stata superflua. Il bungalow è circolare con tetto in paglia, la verandina e il giardino, davanti ci sono un po’ di palme e la spiaggia con il mare e il reef. L’isola è molto grande, dal lato del village c’è la spiaggia con il reef raggiungibile in poche bracciate, non è facile passare nella barriera esterna, si riesce a passare solo con l’alta marea (pena scorticarsi con i coralli come ho fatto io :-)) e anche in quel caso bisogna stare attenti.

L’altro lato dell’isola ha la laguna senza reef, quindi ci può fare il bagno senza problemi, tirava vento e il mare è sempre stato mosso. Qui la vista è delimitata da molti muretti antierosione. In questa parte dell’isola ci sono stata solo la prima mattina a fare il bagno e prendere il sole, preferivo la parte con il reef.

In fondo all’isola c’è una bellissima lingua di sabbia bianca che si perde nell’oceano, luogo ideale per il tramonto. Anche questa lingua di sabbia si divide in due parti: da un lato il mare calmo protetto dal reef, dall’altro il mare mosso, incredibile! In questa zona è assicurato l’incontro con molte piccole razze (o trigoni) che vengono a riva, nonché tanti squaletti pinna nera.

L’isola è ricca di vegetazione estremamente curata dai giardinieri, è un vero giardino tropicale, con fiori, palme e tantissime piante. Nell’isola ci si può spostare a piedi, oppure c’è un servizio di navetta, un pullmino piccolino durante il giorno o le macchine elettriche da golf la sera. La navetta è su richiesta, quando hai bisogno la fai chiamare dalla reception.

Il ristorante principale per il Village è l’Haruge dove si mangia benissimo. Noi siamo stati davvero contenti di tutti, ma proprio tutti i pasti. Il pranzo di solito è a buffet, ci sono alcune serate a tema, quella maldiviana è la migliore.

Il resort è internazionale, quindi si parla sempre in inglese con tutti i maldiviani e gli ospiti sono di varie nazionalità, principalmente inglesi, tedeschi e italiani.

Il mio ragazzo ha preso il brevetto PADI open water in 4 giorni, facendo immersioni mattina e pomeriggio e studiando un po’ di teoria (ti danno anche un libro). Il centro diving è molto buono, ce ne sono 2 sull’isola, decidono loro a quale istruttore affidarti. Il suo istruttore era svizzero e parlava anche italiano, si è trovato molto bene, si è divertito da matti e ha visto un sacco di cose, squali e tartarughe comprese. L’esame scritto l’ha superato subito il quarto giorno senza problemi.

Mentre il mio ragazzo passava la maggior parte del tempo a fare immersioni, io ho imparato a fare snorkelling (a proposito, ci sono lezioni di snorkelling per i principianti, ma sono poco pubblicizzate, andate al Water Sport Center, ci sono molte cose), finalmente ho messo la testa sottacqua e ho visto la meraviglia. Non avrei mai creduto di appassionarmi così. Il mio pensiero fisso era quando sarei tornata in acqua a vedere i pesci.

Entrambi abbiamo preso poco sole (complice anche la crema protezione 40?), eravamo sempre in acqua con la muta. Importante: portatevi la muta a mezze maniche anche solo per fare snorkelling, è indispensabile per non sentire freddo (si passano delle ore in acqua) e per non farsi male se si sfregano i coralli (purtroppo a me è successo). Sono consigli elementari, ma io non sapendo niente, non l’avevo e mi sono trovata male, alla fine la “rubavo” spesso al mio ragazzo. Purtroppo sull’isola non la noleggiano se non fai il corso per i sub. Sono raccomandate le pinne per stare nella barriera esterna, le correnti possono essere forti e se sei stanco, ti aiutano a rientrare senza problemi.

La barriera del Kuramathi è bella, almeno per i principianti, è ricca di pesci, c’è una visibilità fino a 25 metri. Ci sono anche molti pesci grandi rispetto ad altre barriere (questo me l’ha detto il biologo!). Nell’isola è presente una Biostation con due biologi davvero in gamba. Organizzano lo snorkelling safari di 2 ore, ti portano con la barca e poi fanno snorkelling con te facendoti vedere i vari pesci. Alcune sere organizzano lo slide show, ve lo consiglio vivamente, proiettano le foto scattate sulla barriera del Kuramathi e ti spiegano tutto sui coralli e i pesci. Il biologo è un mito, io l’ho adorato subito ed è stata la serata più bella.

Un’altra sera ci siamo seduti al bar del Blue lagoon davanti al mare, c’era un ottimo complesso che suonava musica dal vivo in inglese.

In generale al Kuramathi non ci si annoia, non c’è animazione, ma vengono organizzate molte cose. Oltre alla musica dal vivo, la sera alle 18.30 dal pontile del Blue lagoon si possono ammirare le pastinache (razze) alimentate da un maldiviano, è uno spettacolo incredibile, sembrano dei cagnolini che guaiscono e si arrampicano sulle gambe del padrone. Non so se il biologo è molto contento di questo… Ci sono diverse escursioni: island hopping: in un giorno ti portano all’isola dei pescatori, su un’isola deserta per un barbecue e a Veligandu (un resort vicino).

Rashdoo shopping: tutti i pomeriggi per un paio d’ore, shopping all’isola dei pescatori Kandholhudhoo: quello che abbiamo scelto noi e che secondo me è il top: un’escursione di 2 giorni con pernottamento in questo splendido atollo ad Ari, riserva marina protetta, dove i coralli hanno conservato tutti i loro colori e la barriera è magnifica. Questa escursione non è molto pubblicizzata, ma è un vero sogno. Noi abbiamo fatto i primi 5 giorni al Kuramathi e gli ultimi 2 a Kandholhudhoo (giovedì-venerdì). Siamo partiti alle 10 di mattina in motoscafo veloce, eravamo solo noi e un’altra coppia. In mezzora arriviamo a Kandholhudhoo,ci mostrano l’isola: è perfetta, tonda, di sabbia bianca e soffice, con un mare cristallino dove si può fare il bagno, circondata da coralli blu, rosa e fuxia, ci sono due passaggi facilissimi per passare alla parte esterna del reef (ottimo per i principianti!). In cinque minuti si fa il giro, è presente una SPA (cosa che non mi interessava, ma per gli appassionati, posso dire che è molto bella), un diving center, il ristorante e bar. Si gira ovunque scalzi, il pavimento è sempre in sabbia. Ci sono una pace e un silenzio inimmaginabili Il resort è molto lussuoso, unica nota stonata: nel bagno entravano gli scarafaggi. La porta della doccia maldiviana non era completamente sigillata e in fondo c’è una fessura da cui probabilmente entravano.

Ideale per lo snorkelling, il reef è un vero e proprio giardino sommerso, tanti coralli a “foglia larga” ho visto pure una manta scomparire nel blu! Una quantità immensa di pesci in branco, c’è stato un momento in cui eravamo letteralmente circondati da ogni lato! Venerdì sera, siamo tornati al Kuramathi in motoscafo, già avevo nostalgia della mia isoletta.

Il clima che abbiamo trovato: variabile. Non abbiamo mai preso pioggia, ma non abbiamo nemmeno mai visto il cielo limpido. Di solito c’era il sole a volte alternato per pochi minuti alle nuvole. A Kandholhudhoo: un giorno di sole accecante e un giorno completamente coperto. Sabato mattina siamo ripartiti alla volta dell’Italia, volo Eurofly partito con 1 ora di ritardo, tutto normale il rientro.

In conclusione, l’isola mi è piaciuta perché ha un ottimo rapporto qualità/prezzo ed inoltre è stata vincente la scelta di fare 5 giorni nell’isola grande (Kuramathi), e 2 nell’atollo piccolo (Kandholhudhoo). La consiglio a chi ha paura di annoiarsi alle Maldive, nell’atollo grande non c’è possibilità di annoiarsi o di sentirsi “oppressi” dalle piccole dimensioni, però mi è piaciuto di più l’atollo piccolo come caratteristiche naturali e bellezza. La prossima volta (perché di sicuro ci sarà una prossima volta) penso che proverò l’atollo medio…



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