Hola Madrid y Valencia!

Due giorni per visitare la capitale spagnola, passeggiando lungo la Gran Via e ammirare piazze e antichi monumenti, poi verso il mare per raggiungere la Città delle Arti e delle Scienze
Scritto da: Ery81183
hola madrid y valencia!
Partenza il: 15/02/2017
Ritorno il: 17/02/2017
Viaggiatori: 7
Spesa: 500 €
Partiamo con il presupposto che ho avuto dei grossi problemi quando mio marito dal nulla mi dice “Amo, prepara la valigia, andiamo a Madrid ‘che devo vedere il Napoli giocare al Bernabeu!” Cioe’… gia’ marchi male, TU vedrai la partita io NO è ovvio… e quanto tempo avrei a disposizione? “Un giorno!”. Vogliamo scherzare vero?! Niente, in pratica mi sono trovata a dover organizzare un viaggio con altre 6 persone (tutti miei cognati) con volo su Valencia (Madrid era arrivata a cifre esorbitanti) e visita delle città in un giorno… ma il mio secondo nome e’ Forzacoraggiopuoivisitarletutteedueinungiornovedraichecelafarai!

Quindi Lonely planet alla mano inizia una nuova sfida! Non nascondo che sono partita con un po’ di ansia avendo avuto tutta la responsabilita’ delle prenotazioni, ma la segretaria incallita che e’ in me e’ uscita appena arrivati all’aeroporto. Tutto calcolato, orario sveglia, tempo di percorrenza in auto, rilascio della macchina ad Orio Parking, raggiungimento aeroporto, cartelletta in mano, distribuzione dei fogli del check in accuratamente pinzettati in ordine analfabetico e di data, accorgimenti e info su come comportarsi in aeroporto gia’ espletati tramite gruppo whatsapp dal nome “Hola Madrid y Valencia” con tanto di bandierina spagnola… controlli andati, nessuno e’ stato arrestato, andiamo a prendere questo dannato aereo!

Arrivati a Valencia prendiamo la nostra macchina a 7 posti (o avrebbero fatto meglio a chiamarla 5 posti piu’ 2 in fondo per nani da circo che non abbiano problemi di sciatica), e via alla volta di Madrid! Il tratto che ci portera’ a destinazione non e’ per niente come me lo aspettavo… il nulla per quasi 350 kilometri, paesaggi deserti dalla terra color ocra e rossa di una bellezza infinita.

Ogni tanto da qualche collinetta vediamo sbucare grossi cartelloni a forma di toro, come a ricordare il grande simbolo della Spagna. Il bel tempo e il tepore ci accompagnano per tutto il tragitto, ma dopo tutta questa poesia si fanno le 14 e di cibo qui nemmeno l’ombra, o meglio, ogni tanto sbucano degli pseudo autogrill-ristoranti per la maggior parte chiusi. Siamo a Tarancon, l’unico paesino che finora ci sembri abitato con la possibilità che ci sia del cibo. Ci fermiamo al primo ristorante che troviamo e accecati dalla fame prendiamo cio’ che c’e’ nel menu del giorno. Il primo consisteva in una lasagna alla bolognese (dopo averla vista ogni chef Italiano morto si sara’ ribaltato nella tomba), il secondo era tutto un programma solo dal nome “Chuleta de pavo”, solo da quello potevamo capire che era una inChuletata…. abbiamo mangiato del pavone… credo… non voglio saperlo,e non voglio ricordare mai piu’ quel sapore… MAI PIU’!

Finalmente giunti a Madrid incontriamo la caotica stazione Atocha con i suoi grandi incroci, cosi’ grandi che riusciamo a perderci perche’ ovviamente una cosa che doveva fare mio marito non e’ stata fatta, ossia, prendere il navigatore! Per fortuna dopo 10 minuti arriviamo al nostro appartamento, solo dopo aver trovato il garage coperto che ho selezionato e cercato con cura a casa. Citofono… nulla… risuono… nada… come e’ possibile che non risponda nessuno? Ma certo, e’ un appartamento in affitto e non mi sono messa d’accordo con il proprietario per l’ora! Panico totale! Colta da varie vampate di calore con tanto di iperventilazione tranquillizzo tutti dicendo che avrei risolto tutto… wi fi zero,numero per chiamare non c’era… ansia… finche’ camminando un po’ piu’ distante dal gruppo trovo un wi fi funzionante! Faccio chiamare dalla fidanzata di mio cognato che parla bene lo spagnolo, ma arriva un po’ preoccupata, il proprietario aveva cercato di contattarmi la mattina stessa cancellando poi la prenotazione non essendo riuscito ad accordarsi con me nonostante ero in pieno orario check in,no ma ,sei serio?! Fortunatamente manda dopo 45 minuti la donna della pulizie che ci apre casa e si scusa per il disguido (no tranquilla… avrei solo rischiato il linciaggio dai cognati che peraltro dovevano scappare allo stadio con la possibilita’ invece di girovagare per cercare un altro letto su cui dormire!). Mio marito e 3 cognati fuggono in metro per andare a vedere la partita, mentre io ed i miei 2 cognati acquisiti rimasti optiamo per una sfrenata serata a base di alcool (io sono astemia, cosi’ per dire) cibo e ribellione selvaggia da single… prima di partire effettivamente ce lo eravamo promessi, anzi, ci immaginavamo il fine serata in stile Una notte da leoni, con mio cognato Cesare finito tipo a Tokyo, con una mastoplastica additiva magari, io senza denti e mia cognata Leti con tatuaggi da uomo… beh, iniziamo a girare per le vie della zona di Santa Ana e Puerta del Sol piena di bei locali tra i quali uno con un’ insegna invitante “fiumi di Sangria a 5 euro”e noi tutti entusiasti urlavamo “e’ qui che verremo dopo,si dai!!” poi piu’ avanti un locale marocchino con tanto di Narghile’ e noi che urlavamo “e’ qui che verremo dopo aver bevuto la Sangria,si dai!!” … poi troviamo un piccolo localino dove facevano le Arepa (piccolo pane di forma circolare preparato con farina di mais bianco e farcito con formaggio e carne tipico del sudamerica), veramente tutto molto delizioso ma la notte e’ giovane e noi dobbiamo vivere la serata. Niente, usciamo con i buoni propositi di ritrovare i localini segnalati all’andata ma giriamo un po e ci perdiamo tra le viuzze sfociando sempre davanti all’appartamento! 1,2,3,4 volte e sbuchiamo sempre davanti l’appartamento,come se fossimo stati maledetti. I piedi iniziano a gonfiarsi come un cotechino a capodanno, gli occhi si fanno sempre piu’ pesanti, ci guardiamo tutti e 3 , in silenzio ci avviamo verso l’appartamento,ma non prima di aver acquistato acqua e biscotti dal cinese sotto…la nostra serata ribelle finisce cosi,nella piu’ totale tristezza e amarezza e stanchezza. Noi si che siamo gente de la noche loca!!! Puahahahahahahah La mattina seguente dopo una deliziosa colazione ci dividiamo; una parte va a visitare internamente lo stadio,mentre io,mio cognato e mia cognata andiamo a fare un giretto,e ci imbattiamo in un carinissimo negozio di souvenir davanti al parco del Retiro con una statua gigante di Don Chisciotte della Mancia e altrettante statue all’esterno dell’edificio.

Ora di pranzo, il gruppo si riunisce,abbiamo pochissimo tempo e una citta’ da visitare in un pomeriggio! Prendiamo la metro per Ventas (non faremo un biglietto a testa,ma prenderemo il biglietto da 10 corse utilizzabile per tutti in quanto si risparmia un pochino) e scendiamo per ammirare la Plaza De Toros. Plaze de Toros e’ l’arena piu’ importante della Spagna ,inaugurata negli anni 30 ospita i piu’ grossi eventi di corride e combattimenti ( vorrei aprire questa piccola parentesi in quanto molto sfavorevole a questo tipo di tradizione, avrei voluto visitarla internamente ma per principio non me la sono sentita,scelta prettamente mia). Nella parte posteriore dell’arena si puo’ visitare il museo Taurino che peraltro e’ gratuito e consente di noleggiare un audio guida al costo di circa 3 euro(mio cognato mi chiese per quale motivo fossero tutti al telefono….!). Il museo non e’ per niente grande, include un percorso che spiega questa tradizione nominando i piu’ importanti toreri della storia, mostrandone il vestiario(alcuni ancora sporchi di sangue) e un orribile stanza con tante teste di toro imbalsamate.Torniamo con la metro a Puerta del Sol per proseguire verso il Mercado de san Miguel tanto nominato. La piazza e’ ghermita di gente e artisti di strada,mentre la sera abbiamo potuto constatare che si riempie di ragazzi buttadentro che ti assalgono peggio di uno stalker. All’estremita’ della piazza sorge la statua dell’orso con l’albero che e’ l’icona di Madrid. Andando verso Calle Mayor incontriamo un sacco di bei negozi e ristoranti dai colori sgargianti e dalle decorazioni caratteristiche,nel frattempo veniamo richiamati da un negozio dal nome veramente invitante “Museo del Jamon”. Dalla gente che entra ed esce felice capiamo che anche noi non potremmo che uscirne felici, percio’ entriamo con un profumo invitante e ci ingurgitiamo un bel paninozzo ad 1 euro a testa con affettato a scelta, tra cui il famoso Pata Negra.

La fame comunque non si e’ placata,e aspettando che magicamente compaia il mercato ci infiliamo a dare un occhiata a Plaza Mayor che si mostra maestosa e piena di colori,purtroppo pero’ il gruppo reclama cibo, ed essendo tra le piu’ grandi e responsabili mi sento come una mamma aquila in cerca di vermi! Percio’ scatto un po di foto e torniamo sui nostri passi. Quando sbuchiamo a fine via e leggo Mercado de San Miguel finalmente mi sento appagata, ma devo essere sincera,ne sono rimasta un bel po’ delusa. Partendo dal fatto che mi aspettavo fosse enorme ed invece e’ molto piccolo, in piu’ ha dei costi secondo me spropositati per fare degli assaggi di Tapas, quindi per poter togliersi la fame bisognerebbe spendere almeno 30 euro a testa sperando di trovare posto per sedersi. Delusione totale, ho visto mercati molto piu’ belli di questo e piu’ economici, merita l’estetica della struttura.

La nostra gita fuori porta prosegue sempre sulla Calle Mayor per poi sbucare davanti al Palazzo Reale con la Cattedrale di Santa Maria de Almudena che, secondo la Lonely risulta scarna al suo interno nonostante venga paragonata al Duomo per Milano, la Sagrada per Barcellona e via dicendo… Il Palacio Real (circa 11€) appare molto maestoso ed e’ la residenza ufficiale dei reali di Spagna, rispetto al Buckingham Palace di Londra lo reputo esteticamente piu’ bello. Purtroppo, pero’, evitiamo di entrarci in quanto la coda risulta estenuante, e anche se ho provato a fare gli occhietti da gatto con gli stivali ho ricevuto solo sguardi minacciosi. Quasi di fronte troviamo una bella piazzetta, “Plaza de Espana” (ho scoperto che ovviamente ne esiste una in quasi ogni citta’ spagnola) con una fontana dedicata a Miguel De Cervantes, per cui si possono ammirare le statue di Don Chisciotte e Sancho Panza i famosi cavalieri protagonisti del suo piu’ famoso romanzo. Devo dire che nonostante non abbia mai letto questa opera ho sempre avuto una grande ammirazione per questi due personaggi,e grazie a questo viaggio ho voluto approfondire la mia conoscenza facendo nascere un nuovo interesse e una nuova idea di viaggio percorrendo le citta’ e le zone del romanzo attraverso la regione Castilla la Mancha da Consuegra a Belmonte, passando per Lapice e altre localita’ della regione dei mulini a vento. Oltretutto in ogni negozio di souvenir si possono trovare tanti gadget a riguardo, ma il mio augurio e’ di poterli comprare nel prossimo viaggio! La Grand Via e’ nell’immediata destra della piazza, ed io e mia cognata dopo aver fatto il pieno di cultura spagnola giungiamo alla conclusione che forse e’ arrivato il momento ignorante della vacanza… e siccome in Italia il nostro negozio preferito e’ a 50 km di distanza, non aspettavamo altro che questo momento… SHOPPING SELVAGGIO! Ebbene sì… la Grand Via e’ un corso lunghissimo pieno di negozi e perdizione! Si susseguono negozi di grandi e piccoli marchi, fast food, ristoranti, cinema, teatri e di tutto e di piu’. Troviamo anche il mio adorato Starbucks, non tanto per il caffè, ma per il meraviglioso wi-fi gratis utile per contattare i familiari, ma neanche a farlo apposta veniamo attirati dall’insegna di El Corte Ingles, un centro commerciale di quasi 9 piani su cui si puo’ ammirare un bel panorama(non bellissimo ma il tramonto ha un suo perche’).

Si fa buio, ma noi proseguiamo fino alla fine della Grand Via per incontrare il famoso edificio Metropolis in stile Liberty che illumina e indica la fine di questa vivace parte di Madrid, ma neanche a dirlo veniamo folgorati da un altra bellissima piazza a pochi passo piu’ avanti. Infatti ci troviamo davanti alla Plaza de Cibeles con la fontana di Cibeles ed il palazzo delle comunicazioni, da non perdere. E’ ora di cena ed il battaglione ha di nuovo fame, percorriamo Paseo del Prado per tornare davanti alla statua di Nettuno che avevo precedentemente visto la mattina prima di entrare nel negozio di souvenir, poi riprendiamo la via di casa nel quartiere di Santa Ana e perdendoci tra le vie incappiamo in un localino veramente particolare: LA BRASAS DE VULCANO.

Non posso far altro che dare un super voto a questo ristorante: gestito da ragazzi molto simpatici, servizio ottimo (ci hanno fatto anche assaggiare alcuni affettati strabuoni… gratis), cibo buonissimo dalla carne grigliata alle tapas, sangria a fiumi e prezzo onesto. E cosi’ salutiamo la nostra permanenza nella vivace Madrid… con tutti i cognati ubriachi (io l’unica sobria in quanto astemia) e un altra citta’ nel cuore… ADIOS MADRID!

Ore 6 DRIIIIIIIIN… ragazzi tutti in piedi! In stile Mamma ho perso l’aereo, con la speranza di non dimenticare qualche cognato per strada, siamo pronti ad affrontare un nuovo viaggio, stavolta di ritorno a Valencia. Mentre i miei cognati ancora perdevano la bava sul sedile io e Fra scopriamo con gioia un canale radio dove trasmettevano le migliori hit Messicane che ovviamente andavano interpretate con stile e ad alta voce richiamando l’odio dei passeggeri dormienti. Nel fare i cretini peraltro ci perdiamo e usciamo da Madrid mezz’ora dopo tra i miei insulti rivolti a quel bradipo di mio marito che,come vorrei ben ricordare,ha dimenticato a casa il navigatore!

Assaporiamo tutta la bellezza di questa alba madrilena tra canzoni e un sole che si fa sempre più caldo. E’ allucinante come cambi drasticamente l’ambiente ed il clima lungo il percorso. Sono quasi le 11,30 e giungiamo a Valencia. La prima cosa che notiamo un po’ tutti e che ci accompagnerà e diventerà l’icona di questo ultimo giorno è che saremo circondati perennemente da aranci. Non perdiamo occasione per dire qualche cavolata inerente agli aranci, del tipo che se fossero stati piantati in Italia sarebbero stati tutti vuoti, o perche’ i fruttivendoli vendano arance se hanno 5 piante fuori dal negozio… meglio che non dica i commenti dei miei cognati ma soprattutto di mia cognata, anzi sì, voglio sp@@@@@@@la; -cognata: “io ho capito perche’ ce ne sono cosi tante… e’ perche’ sono finte!” E certo, i cittadini hanno sapientemente inserito su ogni ramo centinaia di arance con lo scotch o colla vinilica stile Giovanni Mucciaccia per un’area di circa 134,65 km², perche’no?! Comunque… siccome stavolta mi sono fatta furrrrbissima, mi sono prontamente messa d’accordo con la signora dell’appartamento per l’ora d’arrivo e infatti riusciamo a parcheggiare la macchina in un parcheggio coperto sotto ad un mercato della zona Ruzafa e saliamo in casa. La signora di un’infinita gentilezza ci spiega e ci consiglia cosa potremmo vedere in un pomeriggio circa, compresi i migliori ristoranti. Cosi’ ci congediamo, ma giustamente ad uno di noi viene in mente di chiedere il nome della signora per poterla salutare. Beh, per la mezz’ora successiva abbiamo riso e fatto battute che e’ meglio non stia qui a dire… il suo nome e’ scritto Arantxa… si legge Arancia. Era destino!

Grazie al primo consiglio della Sciura Arancia (puahahahah) la prima cosa che vogliamo visitare e’ la Churreria dietro l’angolo, giusto per affrontare meglio il tour hihihi (il posto si chiama Churros e BuÑoleria). Dopodiché iniziamo il nostro fast tour dalla vivace e canarinosa Estacion del norte che affianca la Plaça de Bous de València. Proseguiamo lungo Plaza de l’Ajuntament circondata da grossi edifici a livello storico e culturale molto importanti e ancora non capiamo se la giacca dobbiamo tenerla o levarla e rischiare la broncopolmonite. Svoltando verso sinistra seguiamo le indicazioni del mercato e finalmente lo troviamo: ecco davanti a noi il Mercat Central. Ovviamente uniremo la curiosita’ di imparare nuove pietanze e provarle nello stesso tempo. Giudizio generale di questo mercato molto positivo rispetto a quello Madrileno, molto piu’ grande e prezzi economici. Proprio dietro al mercato troveremo la Esglesias dels sant Joan ma soprattutto la Lonja de la Seda, una delle piu’ importanti attrazioni della citta’ e Patrimonio dell’umanita’ in stile gotico. Ho notato come sia naturale e meraviglioso perdersi tra le vie di questa carinissima citta’. Mi hanno colpito tanto i colori, per lo piu’ color sabbia e quasi sempre in stile gotico, in un clima ormai quasi primaverile. Sbuchiamo all’improvviso in Plaza de la Reina con la sua Cattedrale che, come dicevo precedentemente, richiama esattamente tutti i particolari elencati, color sabbia, stile gotico ma nasconde nel lato posteriore una bellissima fontana.

Dopo la fatidica sosta gelato proseguiamo per vedere la Torre de Serrans per poi perderci nelle vie del barrio del Carmen fino ad arrivare all’altra estremita’ e vedere Torres de Quart. La nostra gita prosegue ora senza sosta verso Glorieta con le sue meravigliose magnolie per poi visitare velocemente Mercado de Colon. Da qui in poi perderemo parte della ciurma, o meglio, abbandoneranno disumanamente il gruppo per tornarsene in appartamento (fondamentalmente sono delle pippe che non riescono a starci a dietro… hahaha vvb cognatuzzi!). Abbandonati ormai a noi stessi io, Fra e i miei cognatini piu’ piccoli andremo a completare l’ultima missione: vedere CIUDAD DE LAS ARTES Y LA CIENCIAS attraversando con tutte le forze rimaste nelle gambe i giardini del Turia per quasi 3 maledettissimi ed infiniti chilometri! Visto l’orario ci limiteremo a fare foto esternamente ma orgogliosi comunque di essere riusciti nel nostro intento, anche se in realta’ il mio ultimo desiderio era quello di vedere anche il mare.

Dopo esserci sentiti con gli altri decidiamo (decisione fu mai cosi’ saggia) di prendere il taxi per raggiungere Veles e Vents (è l’edificio più rappresentativo dell’evento velistico America’s Cup), ossia il porto, dove poi ci fermeremo per andare a mangiare al Marina Beach con vista sul mare (peccato sia ormai notte e quindi non ho visto neinte, o meglio una macchia nera chiamata mare).

Questa scelta e’ stata presa grazie ai consigli della sciura Arancia che ci ha fatto sborsare un patrimonio… ehm… vabbe… no dai, non possiamo lamentarci. Il posto era fantastico, chic (noi vestiti da zingari e puzzolenti giustamente) e con una paella stratosfericamente Valenciana! Ebbene, finisce cosi’ anche questa avventura tutta spagnola senza aver perso nessun cognato (anche se dopo certe domande fatte durante il viaggio forse era meglio abbandonarli…).



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