Madrid e dintorni 4

Dopo averla scartata all’ultimo momento l’anno precedente, in favore di Lisbona, quest’anno la destinazione è Madrid con la prospettiva di visitare alcune località nei dintorni
Scritto da: giudisa
madrid e dintorni 4
Partenza il: 28/07/2015
Ritorno il: 03/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

1° giorno 28 luglio

Dopo aver lasciato l’auto al parcheggio Green Parking Malpensa veniamo accompagnati al Terminal 2 di Malpensa. Il volo Easy Jet è previsto per le 11,00. Puntualissimo. Si parte. L’arrivo è al terminal 1 dell’Aeroporto di Barajas alle ore 13,25. Dall’interno del terminal prendiamo la metro in direzione Puerta Toledo. Il costo del biglietto è di 5 euro a testa. Dopo due cambi di linea arriviamo alla fermata. All’uscita ci troviamo di fronte Puerta Toledo e ci rendiamo conto che il caldo di Madrid è incredibile (più che in Italia) ma per fortuna è secco. Ci incamminiamo su Calle de Toledo e dopo circa cento metri arriviamo al nostro albergo, Hotel Ganivet. Facciamo il check-in e, dopo aver sistemato i bagagli, alle 15,30 lasciamo l’hotel per cominciare l’esplorazione di Madrid. La prima meta è la Cattedrale. Lungo il tragitto, su Calle de Bailem, incrociamo la Basilica di San Francisco el Grande, maestosa con la cupola più grande del mondo dopo quella di San Pietro. La vediamo solo da fuori.

Dopo circa 10 minuti arriviamo in Cattedrale (consacrata nel 1994 da Papa Giovanni Paolo II). Dall’esterno è molto bella ma quando entriamo ci rendiamo conto che la sua caratteristica è la sobrietà. Stranamente ci accorgiamo che all’interno esiste una connessione wi-fi free. Il tempo di fare, all’uscita, una foto con la statua di Giovanni Paolo II e visto l’orario pensiamo di visitare anche il Palazzo Reale che si trova proprio di fronte la Cattedrale. I due edifici sono divisi da una bella cancellata. Il biglietto d’ingresso costa 10 euro e permette di visitare tutto ciò che è possibile (non tutto il palazzo è visitabile e attenzione in occasione di visite di stato di delegazioni estere perché i limiti sono maggiori). Si comincia dall’enorme Piazza d’armi. Ponendosi al centro della piazza si può apprezzare da un lato l’imponenza del Palazzo e dall’altro la massiccia facciata della Cattedrale. Entriamo all’interno e attraverso un maestoso scalone saliamo al primo piano. Da qui inizia la visita con percorso obbligato. Tra tutti gli ambienti ci colpisce in particolare la Sala dei banchetti dove una lunghissima e spettacolare tavola, apparecchiata per 144 posti, è illuminata da ben 25 lampadari. Per girare gli interni bastano 45 minuti. Finita la visita interna ci dirigiamo nuovamente verso la piazza per vedere l’Armeria Reale, collocata in una parte degli edifici laterali della piazza. All’interno sono esposte molte armature e armi reali d’epoca. È la parte più bella del palazzo. Purtroppo non è stato possibile scattare foto perché è vietato in tutti gli ambienti interni (e i controlli sono rigidi). Uscendo dalla Piazza d’armi rimandiamo la visita ai giardini reali e preferiamo dirigerci verso il centro passando da Plaza de Oriente (sul lato est del Palazzo Reale) sulla quale si affaccia il Teatro Reale. Facciamo la prima tappa gastronomica presso la famosa “Chocolateria San Gines”, il tempio dei churros. L’interno è molto bello e invitante. Ci sediamo e ordiniamo i churros con la cioccolata (una piacevole tradizione madrilena da provare). Servizio celere, tutto buonissimo, all’altezza della fama, anche riguardo al prezzo. Gustiamo i churros con calma scambiando qualche foto con un paio di simpatiche cinesi. Soddisfatti ci incamminiamo verso Plaza Mayor, il cuore di Madrid. È enorme. Una piazza rettangolare delimitata da edifici con i portici. Peccato che alcuni di essi e parte della piazza sia oggetto di lavori di ristrutturazione e quindi non completamente apprezzabili. Per fortuna è visibile la bella e affrescata facciata della Casa de la Panaderia (oggi sede del municipio). Facciamo il giro sotto i portici e, a parte qualche negozio interessante, ci rendiamo conto che tutta la piazza è invasa da ristoranti di scarsa qualità (turistici) che abbassano il livello della Piazza (un vero peccato). Ci spostiamo verso Puerta del Sol, uno dei luoghi più frequentati della città. È da questa piazza che si misurano le distanze dalla Spagna rispetto agli altri paesi (a terra è segnato il punto del “kilometro zero”). Torniamo in Plaza Mayor e dalla commessa di un bel negozio di ventagli (e non solo) ci viene indicato il ristorante Casa Maria per la cena. Ci fidiamo e ci accomodiamo ordinando la paella valenciana. Non è come ci aspettavamo ma può andare. Comunque abbiamo la sensazione che tra tutti i ristoranti della piazza sia il migliore. Dopo cena guardiamo qualche artista di strada che si esibisce in piazza e poi ci incamminiamo verso l’hotel percorrendo Calle de Toledo. Una piacevole e tranquilla passeggiata di circa 15 minuti. Finisce la prima giornata.

2° giorno: 29 luglio

Dopo la colazione in hotel (a proposito: ottimo servizio e pulizia, comoda posizione, colazione abbondante, eccellente rapporto qualità/prezzo) prendiamo la metro a Puerta de Toledo in direzione dello Stadio Santiago Bernabeu. Scendiamo alla fermata omonima e subito ci troviamo di fronte uno dei templi del calcio mondiale. È uno stadio imponente con le sue quattro enormi torri poste ai quattro vertici. Facciamo il biglietto (19 € a testa, caro ma li vale) ed entriamo. La visita prevede un itinerario obbligato. Il primo stop è in curva, salendo da una delle torri, da dove si domina lo stadio dall’alto. Dopo aver fatto alcune foto scendiamo per entrare nel cuore dello stadio dove vive la storia del Real Madrid. È la sala dei trofei dove vengono proiettati anche filmati d’epoca. In bella evidenza è la 10a Champions league (la decima) vinta da pochi mesi. Proseguiamo verso la tribuna e poi girando per l’altra curva arriviamo ai bordi del terreno di gioco. Una bella emozione potersi sedere sulle poltrone della panchina madrilista. Poi entriamo negli spogliatoi e infine, ultima tappa, allo store dove è possibile acquistare tutto sul Real. Detta così sembra una visita veloce ma ci sono volute quasi tre ore per godere del fascino del Bernabeu. Usciti dallo stadio prendiamo la metro in direzione Banco de Espaňa. È la stazione più vicina per raggiungere il Museo del Prado. Usciti dalla stazione ci troviamo in Plaza de Cibeles dove al centro si trova la famosa Fuente de Cibeles (è qui che i tifosi madrilisti festeggiano le loro vittorie). Purtroppo è quasi impossibile poterla vedere da vicino perché il traffico intenso crea difficoltà ad attraversare la rotatoria. Dai lati della piazza si può ammirare l’imponente Palacio de Comunicaciones, ora sede del municipio e in passato delle poste spagnole. Per dirigerci verso il museo attraversiamo il Paseo del Prado, un lungo viale alberato intervallato da belle fontane tra le quali la Fuente de Apollo e la Fuente del Nettuno. Il primo tratto è più rilassante ed è qui che sostiamo sotto gli alberi seduti sulla panchina. Proseguiamo e dopo avere attraversato la Fuente del Nettuno arriviamo al Prado. Facciamo i biglietti (14 euro a testa) ed entriamo dall’ingresso dell’ala nuova. Devo consegnare lo zainetto perché è vietato dal regolamento. All’interno è possibile entrare solo con la borsa, niente bibite, ombrelli e qualsiasi cosa ingombrante che possa danneggiare le tele. All’ufficio informazioni ritiriamo la guida gratuita e decidiamo cosa visitare (il museo è grande e non si può seguire un percorso lineare, bisogna fare a zig zag stando attenti a non perdere l’orientamento). Ci concentriamo su alcuni settori dove sono presenti tele di Goya, Valazquez e El Greco per gli spagnoli, le sale dedicate ai pittori fiamminghi e a Picasso. Ovviamente non ci perdiamo le famose “La maya desnuda” e “La maya vestida” di Goya. Dopo circa tre ore di visita usciamo dal museo e decidiamo di andare verso il quartiere “La Latina”. Arriviamo a Plaza Santa Ana, il cuore del quartiere. È molto più piccola di Plaza Mayor ma al primo impatto sembra più coinvolgente. Decidiamo di prendere una birra alla Cerveceria Alemana, un locale molto carino dove in passato era abitualmente frequentato da personaggi celebri tra cui Hemingway. Giriamo i dintorni passando per Plaza Angel, Plaza Jacinto Benavente e per Plaza Tirso de Molina. A questo punto ci ritiriamo in hotel per un breve riposo. Alle 20,00 usciamo e percorriamo Calle Toledo e poi Calle de Cuchilleros raggiungendo il Ristorante Botin (il più antico del mondo secondo il Guinness dei primati) dove prenotiamo un tavolo per sabato. Poi andiamo in Plaza Mayor e decidiamo di cenare con il famoso “bocadillo con calamares” nell’altrettanto famoso locale “Casa Rua”. Il locale è piccolo. Ordiniamo due bocadillos e due birre alla spina (appena 10 euro in due). Prendiamo il tutto e saliamo al piano superiore dove ci sono dei tavoli. La saletta è molto carina. I bocadillos sono strepitosi, morbidi e calamari cotti al punto giusto. Le recensioni dicevano bene e il rapporto qualità/prezzo è perfetto. Uscendo da Casa Rua scopriamo che il Mercado de San Miguel è a poca distanza e così lo raggiungiamo. Da fuori è uno spettacolo, in stile liberty, tutto illuminato e con tanta gente. L’interno è un continuo susseguirsi di localini dove è possibile consumare qualsiasi cosa, dalle tapas alla paella, dalla pasticceria al jamon iberico, birra e tanto altro. Tutto è molto curato e frequentato da bella gente. I prezzi non sono proprio economici ma è una buona occasione per passare un momento piacevole. Usciti ci incamminiamo verso Plaza Santa Ana per vederla by night. Quando arriviamo la troviamo piena di gente intenta a cenare. Tutti i locali della piazza hanno uno spazio esterno per le consumazioni. Ci sediamo in una panchina e assistiamo agli spettacoli organizzati da artisti di strada. La piazza è uno splendida e sullo sfondo, rispetto a noi, ammiriamo l’ex Hotel Regina completamente illuminato dove spicca la torre alla sinistra dell’edificio. Dopo un po’ decidiamo di tornare in hotel. Quando arriviamo ci rendiamo conto di avere fatto un lungo tragitto in assoluta tranquillità, in mezzo a tanta gente e per niente stanchi. Abbiamo avuto la sensazione che Madrid anche a tarda sera è piacevole e abbastanza sicura.

3° giorno: 30 luglio

Pensiamo di dedicare la giornata ad una visita della città. Colazione solita in hotel. Alla reception chiediamo quale miglior locale di spettacolo di flamenco. Ci consigliano Corral de la Moreria e così chiediamo di prenotarci lo spettacolo della sera. Ci incamminiamo per Calle Toledo verso il centro. Passiamo ancora da Plaza Santa Ana e poi da Calle Cervantes fino alla Carrera de San Jeronimos trovandoci davanti al parlamento spagnolo da un lato e il Museo Thyssen-Bornemisza dall’altro. Prendiamo la via tra i due edifici e alla fine arriviamo in Calle Alcalà, alle spalle del Banco di Spagna. Da lontano vediamo il famoso Metropolis, edificio ad angolo tra Calle Alcalà e la Gran Via. Purtroppo tutto l’edificio è coperto dall’impalcatura per i lavori di restauro foderata da una gigantesca immagine pubblicitaria. Fortunatamente si può vedere la parte terminale costituita da una cupola rivestita d’ardesia e sormontata dalla vittoria alata. Iniziamo a percorrere la Gran Via guardandoci a destra e sinistra. La strada è un continuo spettacolo di edifici in stile (liberty in particolare) con la presenza di negozi di prestigio. Il palazzo più significativo è l’Edificio Telefonica, imponente, sede di mostre temporanee e permanenti. Arriviamo all’altezza di Plaza Callao. È una bella piazzetta dalla quale si può raggiungere Puerta del Sol percorrendo Calle Preciados. Prima entriamo nella palazzina dove ha sede un negozio di quattro piani della Desigual, una nota catena di moda spagnola. Di fronte c’è uno dei tanti edifici de “El Corte Ingles”, la catena di centri commerciali più importante della Spagna del tipo della nostra Rinascente (a Madrid ne abbiamo contati otto ma sono di più). Questo di Plaza Callao è il più frequentato ed ha la particolarità che dall’ultimo piano si gode una vista panoramica di Madrid completa. Ed è proprio così. Dopo un giro all’interno riprendiamo il cammino lungo la Gran Via. Il tratto finale è molto frequentato e ospita parecchie ex sale cinematografiche ora convertite in teatri musicali (tanto che viene definita la Broadway madrilena). Arriviamo così a Plaza de Espaňa con sullo sfondo la Torre di Madrid, per anni l’edificio più alto della città. Alle spalle della piazza domina l’Edificio Espaňa, imponente, uno dei simboli di Madrid. In piazza ci sediamo su una panchina per consumare dei tramezzini e per riposarci un pò. Al centro della piazza c’è il monumento più importante, quello dedicato a Manuel de Cervantes al cui basamento si trovano le due statue in bronzo raffiguranti i suoi due eroi, Don Chisciotte e Sancho Panza a cavallo dei loro destrieri. Dopo aver fatto alcune foto pensiamo di andare a visitare il Tempio di Debod che si trova vicino alla piazza. È un tempio egizio che l’Egitto ha donato alla Spagna come riconoscenza per l’aiuto dato in occasione dello spostamento dei templi di Abu Simbel per la costruzione della diga di Assuan. Il tempio è stato collocato all’interno del Parque del Oeste, uno dei polmoni verdi di Madrid. Dal tempio ci dirigiamo verso i Giardini Sabatini, quelli del Palazzo Reale che in precedenza non avevamo visto. Non approfondiamo la visita e ritorniamo indietro lungo la Gran Via per andare al quartiere della Chueca, molto frequentato e di tendenza. Il quartiere sta a monte della Gran Via e per arrivarci prendiamo la strada che costeggia l’Edificio Telefonica. Lungo la strada notiamo il Mercado San Anton, uno dei mercati alla moda di Madrid. Entriamo per dare un rapido sguardo e poi ci dirigiamo verso la piazza. Facciamo il giro dei dintorni e poi ci accomodiamo in uno dei bar della piazza per consumare una birra fresca. A questo punto decidiamo di ritornare in hotel e così prendiamo la metropolitana che sta proprio in piazza. Arrivati in hotel, da solo, ne approfitto per andare a vedere lo Stadio Vicente Calderon (dove gioca l’Atletico Madrid) che si trova abbastanza vicino all’hotel. Lo vedo solo dall’esterno. È abbastanza carino ma non ha nulla a che vedere col Santiago Bernabeu. Torno in holtel. Ci riposiamo per ricaricare le energie e alle 21,00 ci incamminiamo verso il locale di flamenco attraversando Calle Mayor. Il locale si trova a ridosso di un belvedere dove sullo sfondo si vede la Cattedrale. Lo spettacolo è quello delle ore 22,00. Entriamo nella sala dove oltre ai tavoli c’è il palco dove si esibiranno gli artisti. Nella prenotazione avevamo scelto solo lo spettacolo con bevanda inclusa, senza cena (il costo è di euro 99,90 in due). Inizia lo spettacolo con balli e canti tipici del flamenco. Dura un’ora e un quarto ed è straordinario. Non siamo esperti di flamenco ma ci rendiamo conto di assistere a uno spettacolo di assoluta qualità. Della qualità del locale ce ne eravamo resi conto prima d’entrare assistendo a un continuo viavai di auto e taxi da dove saliva e scendeva molta bella gente (molti arabi). In effetti il “Corral de la Moreria” è famoso come miglior locale di flamenco di Madrid e tra i migliori di Spagna (era frequentato anche da Frank Sinatra e Ava Gardner). Soddisfatti torniamo a piedi in hotel.

4° giorno: 31 luglio

È la volta della prima escursione fuori Madrid, destinazione Toledo. Colazione in hotel e poi dalla metro Puerta Toledo arriviamo alla stazione metro di Plaza Elliptica. Dall’interno raggiungiamo la stazione degli autobus dove facciamo i biglietti di andata e ritorno (euro 9,90 a testa) e alle 10 si parte. Conviene prendere il bus diretto (come abbiamo fatto noi) che arriva a Toledo dopo circa 1 ora e 20. Scendiamo alla stazione degli autobus. Un signore ci indica la via migliore per salire nella città alta. Dalla stazione seguiamo, infatti, una riga rosa continua a terra che ci porta fino alla scala mobile (escalera mecanica); da lì arriviamo in pieno centro cittadino, Plaza de Zocodover. Ci incamminiamo lungo la salita che porta all’Alcazar. Lungo la strada entriamo in un negozio di spade, lame e armature (Toledo è la capitale delle spade e delle lame). Dell’Alcazar visitiamo solo l’area esterna (non entriamo) e ci dirigiamo all’interno del centro storico per raggiungere la cattedrale. Arrivati a destinazione compriamo il biglietto d’ingresso (euro 8) ed entriamo. L’impatto è senza parole. Semplicemente meravigliosa!. È in stile gotico francese con cinque navate e doppio deambulatorio (praticamente si può girarla anche da dietro). Su tutto spiccano il coro (capilla mayor), al quale si accede da una imponente cancellata, e l’altare maggiore. Nella sacrestia si trovano numerosi dipinti, in particolare alcuni del famoso pittore El Greco, che a Toledo aveva fissato la sua residenza. La visita alla cattedrale merita la giusta attenzione e consiglio di dedicarle il tempo che serve perché tutto (ma proprio tutto) è degno di essere ammirato (meglio se con l’aiuto di una guida illustrata). Usciti dalla cattedrale ci dirigiamo verso la parte bassa della città attraverso le caratteristiche vie del centro. Arriviamo nella zona dove sono presenti la Sinagoga Santa Maria la Blanca e il bellissimo Monastero San Juan de los reyes. Ci limitiamo, comunque, ad una visita esterna senza entrare all’interno. Ripercorriamo la strada verso il centro e ci fermiamo a bere una birra in un locale carino, l’Almacen 51 in Calle Rojas. Continuiamo a girare per il centro fermandoci a comprare qualche souvenir e a gustare in una pasticceria i famosi dolci di marzapane di Toledo (buonissimi), poi ci dirigiamo verso la stazione degli autobus per tornare a Madrid. Dalla stazione autobus prendiamo la metro e andiamo in hotel per un breve riposo. Poi torniamo verso il centro di Madrid con l’intento di cenare a base del famoso “cocido madrileno”, un piatto tipico, stufato di manzo, pollo e maiale accompagnato da un brodo con pasta e verdure lessate. Decidiamo di entrare a “La Taberna de la Daniela” in Calle de Cuchilleros (a due passi da Plaza Mayor), un locale che avevamo visto nei giorni scorsi e che ci aveva ispirato. L’interno è molto carino con le pareti, in basso, rivestite di ceramiche colorate. Come antipasto prendiamo il famoso “jamon iberico” e poi il cocido, che ci viene servito gradualmente: prima la pasta in brodo e poi il resto. Tutto molto buono. Il costo è nella norma e per due persone paghiamo 56 euro (comprese birre e dolci di fine pasto). Usciti dal ristorante andiamo in Plaza Mayor e poi torniamo in hotel a piedi in assoluta tranquillità incontrando tanta gente per strada.

5° giorno: 01 agosto

Colazione, al solito, in hotel e poi in metro fino alla fermata Moncloa dove c’è la stazione autobus per Segovia. Facciamo i biglietti (14 euro a/r a testa, compagnia Sepulvedana). Bisogna stabilire l’ora del ritorno al momento di fare il biglietto anche se arrivati a Segovia è possibile cambiare orario nel caso si cambi idea. Dalla stazione autobus partiamo alle 9,30 e arriviamo a Segovia alle 10,45. A piedi ci dirigiamo verso il centro città, che non è lontano. La prima tappa è l’acquedotto romano, simbolo di Segovia, perfettamente conservato. Si vede la maestria dei romani nel costruire le loro opere. Saliamo la scalinata che conduce nella parte alta della città e proseguiamo verso il centro. Lungo il percorso di Calle Cervantes e Calle de Juan Bravo ci fermiamo ad ammirare la Chiesa di San Martino. Arrivati a Plaza Mayor (più piccola di quella di Madrid ma più raccolta e accogliente) facciamo un giro sotto i portici. Dalla piazza si può ammirare la mole della Cattedrale. Entriamo scegliendo di visitare solo la chiesa senza la torre (biglietto 3 euro). È una chiesa in stile gotico dove spicca la torre campanaria alta circa 100 metri. L’interno è caratterizzato dalle volte gotiche e dalle numerose cappelle poste ai lati delle navate. Viene definita la “dama delle cattedrali” anche se, a mio parere, quella di Toledo è di un livello artistico superiore. Dalla cattedrale imbocchiamo la strada che porta al castello. Prima si entra in un giardino che è anche una piazza (Piazza Regina Vittoria Eugenia) e poi si arriva alla meta. Dalla piazza si vede il lato d’ingresso del castello dove è possibile vedere la torre merlata e le torri circolari. Questo castello è famoso anche perché ha ispirato Walt Disney per il logo della sua azienda. La parte più suggestiva è quella opposta alla piazza ma per poter vedere il castello nella sua interezza bisognerebbe spostarsi sulla strada a valle (e il percorso è lungo se non si ha l’auto). Comunque, ci limitiamo a vederlo da fuori evitando di entrare all’interno. Dalla piazza si può godere una vista a 360° su tutto l’intorno. Torniamo indietro verso Plaza Mayor. Prendiamo Calle Cronista Lecea ed entriamo nel Ristorante Josè Maria (famoso in tutta la Spagna, frequentato anche dalla famiglia reale). È pieno di gente sia per il pranzo sia per consumare qualcosa al bar. L’ambiente è molto bello e accogliente e l’impressione è positiva. Prendiamo due birre. Vorremmo pranzare (ispirati dal locale e dalle recensioni positive) ma dato che abbiamo la cena prenotata al Botin di Madrid decidiamo di andare via (a malincuore). Facciamo un altro giro per le vie del centro comprando qualche souvenir e poi ci incamminiamo verso la stazione degli autobus. Arriviamo a Madrid alle 18,00 circa e dalla stazione, in metro, raggiungiamo l’hotel. Ci riposiamo e alle 20,00 andiamo a cena al Ristorante “Sobrino de Botin”, in Calle Cuchilleros, a pochi metri da Plaza Mayor. In vetrina è esposta la targa del Guinnes dei primati in quanto è riconosciuto come il ristorante più antico del mondo. L’interno è molto bello. Il tavolo prenotato è al piano cantinato con i soffitti a volta in mattoni. Ambiente suggestivo. Ci troviamo in una saletta accanto a un tavolo dove sta per finire di cenare una simpatica famiglia italo-americana con cui cominciamo a scambiarci pareri e notizie su Madrid. Loro poi vanno via e noi iniziamo la cena. Antipasto e poi il piatto forte per il quale siamo venuti: “Cocinillo asado a cordero asado” (maialino arrosto e agnello arrosto). Ottimo. Alla fine i dolci tipici madrileni: Natillas e Bartodillos. Il prezzo finale è di 85 euro. Considerato il livello del locale, il servizio puntuale e la qualità del cibo, il prezzo è onesto. È una tappa gastronomica da fare. Facciamo un puntata a Puerta del Sol, piena di gente e con tanti simpatici artisti di strada che si esibiscono in più punti della piazza. Si fa oltre mezzanotte e, così, decidiamo di incamminarci verso l’hotel, a piedi.

6° giorno: 02 agosto

Colazione in hotel e poi con la metro raggiungiamo la fermata Ventas, la più vicina a Plaza de Toros de las Ventas, dove si trova l’arena delle corride. Onestamente non siamo favorevoli alle corride ma ci viene la curiosità di vedere da vicino dove si svolgono. Ci troviamo di fronte una grande arena circolare rivestita di mattoni rossi. Giriamo intorno e poi entriamo nella parte dove è possibile entrare senza biglietto (solo davanti le scuderie e lo store). È domenica e si vede del personale che forse cominciano a prepararsi per le corride pomeridiane. Torniamo fuori e dopo alcune foto prendiamo la Calle de Alcalà in direzione Puerta Alcalà. È un viale molto lungo ma oggi è una giornata da godere senza fretta e quindi la percorriamo a piedi. La destinazione è il Parco del Retiro. Dopo una bella camminata arriviamo ad uno degli ingressi laterali del parco ed entriamo. Prendiamo il viale principale che ci porta al laghetto artificiale. È possibile prendere all’imbarcadero una barchetta e fare il giro del laghetto (attività molto gettonata) ma noi preferiamo spendere il tempo per una visita più completa. Il contorno del lago è molto bello e sul lato opposto alla nostra posizione si trova l’imponente monumento dedicato al re Alfonso XII. Dopo una breve pausa di riposo ci dirigiamo verso la Palazzina Velasquez, edificio classico appartenente al Museo Reina Sofia e sede di mostre temporanee. E, infatti, all’interno ci sono esposizioni temporanee di arte moderna che, francamente, se non si è appassionati e conoscitori, restano assolutamente indecifrabili. Comunque tutto fa cultura. Usciamo e ci dirigiamo verso il pezzo forte del parco: il Palazzo di Cristallo. È un edificio liberty in ferro e vetro costruito su imitazione del Crystal Palace di Londra (costruito per l’Esposizione Universale delle Filippine del 1887). È davvero molto bello. Si specchia su un laghetto popolato di ippocastani. All’interno si organizzano mostre temporanee. L’unica pecca il caldo effetto serra all’interno. Continuiamo a girare per il parco cercando l’uscita che porta dalle parti della stazione di Atocha. Usciti dal parco ci dirigiamo verso la successiva meta: il Museo d’Arte Reina Sofia. Il museo si trova a pochi passi dalla fine del Paseo del Prado. Decidiamo di visitarlo oggi perché la domenica dalle 14,00 l’ingresso è gratis. È composto da un edificio storico (ex sede dell’Ospedale ora sede delle mostre) e da un bellissimo edificio moderno (progettato da Jean Nouvel, sede di uffici, biblioteca e altro). L’ingresso è da Calle de Santa Isabel. Due ascensori panoramici si trovano ai lati dell’entrata e collegano i quattro piani dell’edificio. Pensiamo di dedicare la visita ai piani 2° e 4° dove ci sono le mostre permanenti. All’interno vediamo dipinti d’arte spagnola (Picasso, El Greco, Mirò, Dalì) e di artisti italiani, fiamminghi, ecc. Il pezzo forte del museo è, comunque, la “Guernica” di Pablo Picasso. È un dipinto che misura 3,50×7,75, in orizzontale che occupa un’intera sala. Picasso lo realizzò nel 1937 per testimoniare le atrocità dei bombardamenti fatti dai tedeschi a Guernica durante la Guerra civile spagnola. Per ammirarlo in tutta la sua grandiosità bisogna porsi ad una certa distanza. Non si può fotografare e i controlli sono attenti. Il Reina Sofia, a differenza del Prado, consente di fare foto all’interno ma solo per alcune sale. A scanso di equivoci è bene chiedere ai custodi che sono sempre presenti e vigilanti. Soddisfatti della visita (penso che sia più bello del Prado) ci dirigiamo a piedi verso l’hotel. Prendiamo da Calle Argumosa per vedere il quartiere Lavapies (famoso ma niente di che, desolante, forse perché è domenica pomeriggio, boh!) e poi, attraverso le vie del centro arriviamo a Calle Toledo. Ci riposiamo in hotel. La mattina prima di uscire avevamo prenotato un locale per la cena attraverso l’hotel e, quindi, ci prepariamo per andare a provare questo ristorante (famoso per la paella): “la Barraca”. Prendiamo la metro e scendiamo alla fermata della Chueca. Il ristorante si trova in questo quartiere, a due passi dalla Gran Via. L’interno è curato e il primo impatto dà la sensazione di un ristorante di qualità. Il servizio ci da conferma. Servono molte portate di ogni genere ma noi ordiniamo la paella marinara (siamo venuti per questo) e per antipasto “Callos a la madrilena” (trippa per intenderci). La trippa è molto buona. Purtroppo la paella non risulta all’altezza delle aspettative, forse un po’ troppo cotta. Ci consoliamo con i dolci, molto buoni. Il conto è nella media e il servizio è impeccabile. Comunque, se questo è il miglior ristorante di paella consiglio di evitare la paella a Madrid e provare altri piatti tipici (non mancano). Sempre in metro torniamo in hotel.

7° giorno

È l’ultimo giorno. Prepariamo i bagagli e dopo aver fatto colazione li lasciamo in deposito. Avendo appena mezza giornata decidiamo di visitare la zona elegante di Madrid. Da Puerta de Toledo ci dirigiamo alla fermata metro Serrano sulla omonima via. Calle Serrano è la via più esclusiva della città dove si trovano i negozi di moda più importanti sia nazionali sia internazionali. Decidiamo di percorrerla tutta sia in un senso che nell’altro. Lungo il percorso incontriamo Plaza de Colon (la piazza dedicata a Cristoforo Colombo) e molti edifici residenziali prestigiosi. Da Calle Serrano passiamo alla parallela Paseo de la Castellana. È un lungo viale a due corsie molto elegante, sede di prestigiosi alberghi, uffici e residenze private. Dato che ci troviamo relativamente vicino allo Stadio Bernabeu decidiamo di raggiungerlo per acquistare qualche souvenir allo store dello stadio (durante il giorno della visita non lo avevamo fatto). Percorriamo tutta la strada a piedi e in circa mezzora arriviamo a destinazione (francamente stanchi). Compriamo due boccali del centenario del Real Madrid e velocemente andiamo alla fermata della metro. Arrivati a Puerta Toledo andiamo in hotel, breve riposo nella hall e, ritirati i bagagli prendiamo la metro sempre a Puerta Toledo direzione aeroporto (costo del biglietto 5 euro a testa). È il miglior modo per raggiungere la città dall’aeroporto e viceversa (puntuale, efficiente, pulita). Usciti dalla fermata metro (sempre all’interno dell’aerostazione) ci dirigiamo verso il gate. Il volo Easy Jet per Milano Malpensa è previsto per le 16,10 ma alla fine l’imbarco avviene alle 16,50. Partenza alle 17,15 arrivo a Malpensa alle 18,30. Ci vengono a prendere dal Green Parking Malpensa, ritiriamo l’auto e andiamo. Vacanza finita (purtroppo).

Considerazioni finali

Abbiamo trovato Madrid esattamente come la immaginavamo, anzi, meglio. Nonostante sia una metropoli è molto vivibile, specie il centro molto raccolto e ben organizzato. È una città pulita con un sistema di trasporti e collegamenti efficiente e puntuale, in particolare la metropolitana (avercela a Roma, anche la metà). Punto di forza della città è la vasta possibilità di godere della vita notturna in relativa tranquillità (pub, bar, ristoranti, discoteche in tutti i quartieri). Da non perdere lo spettacolo di flamenco (consiglio Corral de la Moriera, nei pressi della Cattedrale). Un altro consiglio è pianificare la vacanza pensando di visitare i dintorni di Madrid. Noi siamo stati a Toledo e Segovia (meravigliose), entrambe patrimoni Unesco ricche di monumenti e occasioni gastronomiche. Con qualche giorno in più saremmo andati a San Lorenzo Escorial e Avila. Da non perdere la visita al Bernabeu, i musei del Paseo dell’arte (noi purtroppo non abbiamo visto il Thyssen-Bornemisza), il Parco del Retiro e il Palazzo Reale. Per gli amanti della gastronomia è d’obbligo consumare il “cocido madrileno”, il “cochinillo asado (maialino arrosto)” , il “bocadillo con calamares” e i churros con cioccolata. Per la paella meglio alle Baleari o a Valencia. L’hotel conviene sceglierlo all’interno del perimetro del centro (noi siamo stati fortunati, sia per la posizione e sia per la qualità) da dove è possibile muoversi a piedi con facilità (per andare più lontano la metro è perfetta). In definitiva bella Madrid e ottima vacanza.

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