Madrid e dintorni 2

Soggiorno nella capitale spagnola con spostamenti in località vicine
madrid e dintorni 2
Partenza il: 24/04/2013
Ritorno il: 01/05/2013
Viaggiatori: 11
Spesa: 1000 €
24 aprile/1 maggio 2013

24 aprile mercoledì

Siamo un gruppetto di amici e abbiamo organizzato, soprattutto con l’aiuto del nostro “viaggiatore per eccellenza” Paolo, un viaggio a Madrid e ad alcune località nelle vicinanze della capitale spagnola nei due “ponti del 25 aprile-1 maggio”. Si parte in orario alle 7.00, con volo della Vueling dall’aeroporto di Firenze-Peretola. Compagnia aerea ideale, si sta bene, non sono noiosi con i bagagli e non rompono le scatole con le vendite durante il viaggio. Atterrati a Madrid alle 9.15, arrivati all’Hotel Mora sul Paseo del Prado. Le camere non sono ancora pronte e così mettiamo i bagagli in un deposito e ci mettiamo in cammino alla scoperta di Madrid! Il tempo è abbastanza buono e non è granché freddo; ci incamminiamo per il Paseo del Prado verso il centro e incontriamo subito la Plaza de Nettuno dove c’è in mezzo una fontana con il dio Nettuno, e poi la grande Plaza de Cibele, che si chiama così perché nel centro c’è la bellissima fontana con Cibele, su un carro trainato da due leoni, che sarebbe la nostra dea Cerere, personificazione della madre-terra. E’ una piazza bellissima su cui si affacciano dei bellissimi palazzi tra i quali: il Palacio de Comunicaciones, grande e imponente, diventato da pochi anni Municipio; e il Banco de Espana. Da lì abbiamo preso Calle de Alcalà per arrivare a Puerta del Sol, una bella piazza ovale, uno dei luoghi più vivaci della città, qui c’è naturalmente la porta orientale di Madrid, la famosa statua dell’orso con l’albero delle corbezzole, e tante “statue viventi” che cercano di racimolare un po’ di soldini . Dalla piazza si diramano tante vie, una di queste ci porta a Plaza Mayor. Qui ci siamo fermati un po’ di tempo e poi ci siamo diretti al Mercato di San Miguel dove abbiamo mangiato sparpagliati qua e là ognuno dove voleva. Io ho mangiato delle tartine fatte con le fette biscottate e con sopra del polpo, del salmone, cozze, gamberetti…ottimi e bevuto birra, poi caffè!!! Il mercato di San Miguel è molto carino, colorato, vivo! Qui ci ha raggiunto un amico di Paolo che si chiama José, molto gentile e alla mano; lui mi ha portato per le stradine vicine e mi ha fatto anche delle foto. Poi ci siamo incamminati per andare a visitare il Tempio di Debod passando lungo il Calle Bailen, costeggiando la Cattedrale de la Almudena, il Palazzo Reale con i giardini di Sabatini, Plaza de Espana.

Il Tempio di Debod è un tempio egiziano, autentico, donato alla Spagna dall’Egitto in cambio degli aiuti avuti durante il periodo della ricostruzione di Abu Simbel. Il Tempio è situato su uno specchio d’acqua ed è molto interessante. Ci siamo seduti al bordo della vasca, siamo un po’ stanchi, ci siamo alzati molto presto…e infatti ci andiamo anche a riposare sulle panchine di Plaza di Spagna dove possiamo ammirare la statua di Miguel de Cervantes e sotto le statue di Don Quijote e Sancho Panza. Poi siamo andati anche a vedere i giardini dietro al Palazzo reale, cioè quelli Sabatini, giardini all’italiana che risalgono agli anni ’30. A questo punto visto che è adesso aperta, dalla facciata dietro, siamo andati a visitare la Cattedrale Santa Maria la Real de la Almudena. La storia di questa chiesa è lunga e risale fin al 1500 in cui al posto di una chiesa c’era una moschea; rinviati di tanto i lavori, alla fine cominciarono nel 1883 ed è stata completata nel 1993 e consacrata dal Papa Giovanni Paolo II. La facciata principale guarda verso il palazzo Reale, è caratterizzata da un porticato e da una loggia, in una nicchia baroccheggiante, si trova la statua della Vergine dell’Almudena, affiancata da altre quattro sculture, raffiguranti Sant’Isidoro, Santa Maria de la Cabeza, Santa Teresa d’Avila e San Fernando. Ai lati della facciata si elevano due campanili. L’interno presenta pianta a croce latina, con tre navate. Lungo le pareti sono presenti il triforio, cioè delle gallerie in alto sotto le finestre che hanno vetrate colorate. Nel braccio destro del transetto c’è l’altare della Virgen de la Almudena, impreziosito da un retablo di Juan de Borgoña, databile tra il XV e il XVI secolo. Usciti dalla cattedrale ci siamo messi in fila per entrare nel Palazzo Reale. Il Palazzo Reale di Madrid è ancora oggi la residenza ufficiale del re di Spagna, nel quale si tengono tutte le manifestazioni ufficiali e le cerimonie di Stato. Fu costruito nello stesso luogo dove si trovava un altro palazzo, chiamato Alcázar, distrutto nel secolo. XVIII da un incendio. La ricostruzione risale al 1735, quando il re di Spagna Filippo V affidò il progetto all’italiano Filippo Juvara che, morto l’anno successivo, venne portato a termine, con numerose modifiche, dal suo assistente Giovanni Battista Sacchetti. L’esterno del complesso si ispira al Palazzo del Louvre di Parigi ed è in stile tardo barocco italiano. All’interno il maestoso scalone principale progettato dal Sabatini porta ai lussuosi appartamenti reali che sono costituiti da numerosi ambienti sfarzosamente decorati. Abbiamo visitato numerose stanze leggendo nei cartelli spiegazioni; quello che ci è rimasto però più in testa, a tutti noi visitatori, è stato il salone per i pranzi di gala, tutto apparecchiato con un numero incredibile di bicchieri e posate, uno scintillio meraviglioso! All’uscita ci siamo ritrovati tutti, più o meno, e siamo rientrati in hotel stanchissimi ma pronti ad uscire di nuovo alle 20,30 per andare al Ristorante “Taberna la Bola” (Calle de la Bola 5). La Taberna de la Bola è un ristorante madrilegno specializzato in cocido. Il cocido madrilegno è molto saporito, è un piatto tipico spagnolo, praticamente è il “bollito”. Ci hanno servito prima il brodo da una pentolina di coccio dove è rimasta la carne che ci è stata servita dopo; il bollito era misto: pollo, manzo, maiale, salsiccia. Un piatto piuttosto pesante, particolare. Abbiamo optato per tornare all’albergo a piedi per vedere di digerire meglio! Notte.

25 aprile giovedì

Oggi faremo indigestione di musei! Colazione al bar dell’hotel, si mangia cappuccino e cornetto…niente altro! Per qualcuno che si aspettava colazioni luculliane una brutta sorpresa! Per me la colazione è più che sufficiente e buona!

Si va in fila al Museo del Prado, io come insegnante passo gratis! Il Prado è una delle pinacoteche più importanti del mondo; vi sono esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi. Facciamo una scelta delle parti da vedere: la scuola spagnola con Francisco Goya (Il 3 maggio 1808 o la fucilazione alla montagna del Principe Pio – La maja vestida e la maja desnuda), El Greco (L’adorazione dei pastori), Murillo, Diego Velazquez (vari ritratti); la scuola italiana con Caravaggio (David e Golia) Raffello, Tiziano, Mantegna; la scuola olandese e fiamminga con Hieronymus Bosch (Il giardino delle delizie), Rubens; la scuola tedesca con Durer (Adamo ed Eva). Abbiamo mangiato al Ristorante all’interno del Prado e, quando siamo usciti, abbiamo fatto le foto di gruppo sotto la statua di Velazquez.

Ora… direzione altro Museo: Thyssen-Bornemisza. E’ una pinacoteca e un centro culturale che nasce dalla raccolta privata del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen-Bornemisza; questo sposatosi con una spagnola, trasferì la sua collezione a Madrid nel Palazzo di Villahermosa messo a disposizione della Spagna. La collezione è stata poi acquistata dallo Stato Spagnolo nel 1993. Inoltre esposta nel Museo c’è la Collezione della moglie, Carmen Thyssen-Bornemisza, con dipinti di Corot, Van Gogh, Renoir, Courbet, Gauguin, Rodin, Picasso, Braque e espressionisti tedeschi. Veramente…da perderci la testa! E poi dopo aver visto di mattina il Prado…adesso siamo frastornati da tanta arte!

Poi albergo e dopo la doccia, cena fuori. Prima di andare alla metropolitana Atocha andiamo a visitare la stazione dei treni che è stata rifatta nuova dopo l’attentato subito nel 2004. C’è una specie di oasi tropicale, una specie di “selva” all’interno di questa mitica stazione di treni. Molta gente ci va per farsi delle foto o per riposare in un ambiente piacevole. Purtroppo c’è un provvisorio mercatino dell’artigianato che dà fastidio alla visione d’insieme. E’ un posto paragonabile al Giardino Botanico, ci sono delle specie vegetali di 4 continenti: Asia, Africa, Oceania e America. Alcune piante sono davvero impressionanti per quanto riguarda l’altezza. Attorno a questo piccolo mondo tropicale ci sono dei bar e dei ristoranti; c’è anche una specie di stagno dove si trovano una moltitudine di piccole tartarughe, pare che, senza alcun controllo, in questi ultimi anni, molte persone abbiano abbandonato la loro tartaruga lì, certo è che sono troppe per quel piccolo stagno!

Prendiamo di nuovo la metropolitana e andiamo al Ristorante “La Paella Real” (Calle Arrieta 2). E’ un locale elegante, con tavole apparecchiate con gusto e camerieri molto formali, ma alla fine mi sembra più un locale da turisti…Qui naturalmente si mangia la paella di mariscos, cioè con frutti di mare; però a me sembra che sappia di poco e di “mariscos” ce ne sono pochini! Anche stasera torniamo a piedi all’albergo. Notte.

26 aprile venerdì

Stamani andiamo in piazza Emperador Carlos V, davanti alla Stazione di Atocha dove Paolo ha fissato con il pullman “Autocares Cubero”, da qui partiamo per Segovia. Il tempo è bruttino, ci sono delle nuvole che presagiscono pioggia. Infatti quando arriviamo a Segovia già piove! Scendiamo proprio davanti all’Acquedotto Romano, bellissimo affascinante. E’ uno dei più importanti e meglio conservati del mondo romano; costruito all’epoca dei Flavi, Vespasiano e Traiano, fine I sec. e inizio II, è una meravigliosa opera di ingegneria, che doveva servire per trasportare l’acqua del fiume Acebeda alla città. Comincia con un ordine di archi semplici per poi diventare alto quasi trenta metri con due archi sovrapposti nei pressi della piazza Azoguejo dove andremo a mangiare… e così già che ci siamo vediamo il Ristorante “ Méson de Candido”. Dopo le foto all’Acquedotto, ci dirigiamo per le strade della cittadina, saliamo per Calle Cervantes, proseguiamo per Calle Juan Bravo e arriviamo in Plaza Mayor, piove. Facciamo i biglietti per entrare nella Cattedrale Nuestra Senora de la Asuncion Y San Frutos e ci diamo un po’ di tempo per la visita, meglio così perché fuori piove! La cattedrale è una grande chiesa gotica, edificata nel punto più alto della città, la sua costruzione iniziò nel 1525, durante il regno di Carlo V. È in stile gotico tardivo e fu eretta dopo l’incendio della vecchia cattedrale romanica avvenuto nell’anno 1520. Ha una torre molto vistosa e guglie e pinnacoli su tutta la parte superiore che sono simili a quelle decorazioni che i bambini fanno sulla spiaggia con la sabbia e l’acqua. L’interno ha tre navate, con cappelle laterali e abside semicircolare. La pala d’altare maggiore è lavorata in marmo, diaspro e bronzo. In una cappella laterale c’è un Cristo ligneo che ha, come abbiamo visto anche in qualche chiesa siciliana, una sottana. La cattedrale ha anche un bel chiostro e la sacrestia. La visione della cattedrale è particolarmente affascinante dalla parte della facciata principale che si apre su un grande piazzale chiuso da una cancellata.

Dopo la visita, purtroppo continua a piovere, andiamo verso l’Alcazar, facciamo i biglietti ed entriamo: l’Alcázar di Segovia è una fortezza risalente al periodo della dominazione araba (XI – inizio XII secolo), ampliata nel Quattrocento e quasi completamente ricostruita nel 1862, è posta su un’altura situata ai margini della Sierra de Guadarrama. L’alcázar fu residenza reale, accademia militare e prigione di Stato. Sembra sia stato fonte di ispirazione per i castelli disegnati da Walt Disney. Durante il regno di Alfonso XII, si avviò un processo di ricostruzione, mai interrotto dall’Ente per l’Alcázar, che ha progressivamente restaurato soffitti a cassettoni, fregi, pale d’altare e muri. È possibile visitare gran parte delle sale che si distribuiscono intorno al Patio del Reloj e alla corte d’armi. Alcune sono particolarmente belle ed hanno il soffitto a cassettoni; si vede anche la sala del Trono, con un vistoso soffitto mudejar, altre stanze decorate e la cappella. Si sale sulla torre di Alfonso X il Saggio, nell’angolo nord, da dove il re studiava il firmamento e da cui si gode di una bellissima panoramica sulla città. Usciamo e ritorniamo sui nostri passi, un po’ di acquisti per le vie della città e poi Da Candido. Qui ci aspetta una bella sorpresa, il ristorante è molto carino, caratteristico, apparecchiato molto bene e le grandi finestre di vetro soffiato giallino, danno sull’Acquedotto romano. E non è finita qui…il servizio è molto curato e quando arriviamo al pezzo forte…ecco è arrivato Candido con un carrello dove erano adagiati tre piccoli “porcellini”! La scena è stata sorprendente, i maialini facevano tenerezza, piccoli, indifesi e “teneri”! Tanto teneri da essere tagliati con un piatto usato di taglio. Candido li ha tagliati e poi ha gettato per terra il piatto! Incredibile! Anche il gusto era buono, questo piatto si chiama “Cochinillo asado al estilo de Candido”. Veramente siamo stati bene!

Dopo mangiato siamo ripartiti con il pullman per il Palacio Real de la Granja de San Ildefonso. E’ un palazzo che è stato residenza reale, all’inizio era un casino di caccia, poi fattoria dei monaci gerolamini da cui ha preso il nome infatti Granja vuol dire fattoria. Infine ha avuto la funzione di Palazzo Reale con sale decorate con marmo di Carrara, lacche giapponesi e lampadari di cristallo. Inoltre i giardini sono nello stile di Versailles con fontane degradanti dall’alto verso il basso. E’ bello, ma forse per il tempo un po’ grigio, mi dà una sensazione di tristezza.

Torniamo in albergo dove dopo una doccia restauratrice, ceniamo. Dopo cena, facciamo una giratina alla Stazione di Atocha, pensiamo che ci sia vita in quel giardino botanico con bar dintorno, invece è tutto chiuso, buio, quindi, dopo aver fatto un po’ i grulli con le scale mobili, torniamo in albergo. Notte.

27 aprile sabato

Stamani partiamo per Avila. A Madrid c’è molto vento ed è freschino, ma niente a confronto di quello che ci aspetta ad Avila! E’ veramente freddo! Tutti ci siamo messi addosso le cose più pesanti che abbiamo portato, cappelli, sciarpe! Avila è la città più a nord che noi visitiamo in questa gita e inoltre è ad un’altitudine di 1.131 m. La città vecchia è interamente circondata dalle antiche Mura, costruite nel secolo XI e restaurate nel 1596 da Filippo II, tuttora intatte. Il perimetro delle mura è lungo più di 2,500 Km e ci sono 90 porte. Facciamo una passeggiata sulle mura, per fortuna non piove; il camminamento è interessante, vediamo il panorama circostante e tanti nidi di cicogne. Le cicogne volano basse con le ali dispiegate, sono grandi, bellissime! Poi andiamo a visitare la Chiesa convento di Santa Teresa, costruita sopra i resti della casa natale della Santa, una delle più grandi del cattolicesimo. Si passa da Plaza Mayor e si arriva alla Cattedrale di Avila. Questa chiesa è ha l’abside integrata nelle mura, nella facciata ci sono due torri, una delle quali incompiuta, che le danno un aspetto più di fortezza che di chiesa. Quando iniziarono a costruirla, nel 1099, lo fecero nello stile romanico allora in voga, poi i lavori proseguirono e, del XIII secolo sono le navate e del XIV il chiostro, le volte e gli archi rampanti. Nel XV secolo le opere furono completate: è quindi considerata la prima chiesa gotica della Spagna. L’interno è molto bello, la pietra usata è strana rosa molto variegata; c’è un bel coro in legno di noce, una grande pala d’altare dorata in cui è raffigurata la vita di Gesù, un piccolo museo e una sagrestia, adesso chiusa, in cui è esposto una tela di El Greco, il famoso pittore cretese che ebbe l’apice della sua fama durante il suo periodo di vita in Spagna.

Poi visitiamo la chiesa di San Vicente. Questa grande basilica si trova sul luogo del martirio di S. Vincenzo e delle sue sorelle, Sabina e Cristina avvenuto nel IV sec. Lo stile dell’edificio è romanico, anche se all’interno ha volte gotiche, anche qui i lavori di costruzione si estesero tra il XII sec. e il XIV sec. Il portale principale, ha statue-colonne a grandezza naturale. All’interno, sotto la torre, si trova la tomba dei martiri, capolavoro della fine del XII sec. sormontato da un curioso baldacchino attribuito allo stesso scultore del portale.

Finita la visita andiamo a piedi nel vicino ristorante “Siglo doce” dove Paolo ha fissato il nostro pranzo. Non vediamo l’ora di stare un po’ al calduccio! Il locale è accogliente e discreto. Mangiamo oltre al resto una bistecca buonissima cotta alla “fiorentina”!

Dopo mangiato ripartiamo in pullman per andare in un posto incredibile: l’Abadia Benedectina de La Santa Cruz del Valle de los Caidos, un grandioso monumento funebre costruito tra il 1940 e il 1956 in memoria delle vittime della Guerra Civile del 1936. In principio fu ideato dal Caudillo di Spagna Francisco Franco per la sepoltura di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange Spagnola e morto durante la guerra civile spagnola. Successivamente, per le controversie all’interno della nazione, Francisco Franco decise diversamente, e il monumento fu dedicato a perpetuo ricordo dei caduti di entrambi gli opposti schieramenti. Si trova in un posto bellissimo, ha una fantastica posizione panoramica sulla Sierra di Guadarrama. Del complesso fa parte un’abbazia benedettina, parte della quale trasformata in foresteria per accogliere i visitatori, una basilica incredibile scavata nella roccia dove si trovano le tombe di Franco, Primo de Rivera e due cappelle dove sono sepolti militari dei due schieramenti. La cupola è decorata a mosaici e la cripta è scavata nella roccia. Sopra la basilica sorge la croce più alta del mondo: 150 metri di altezza, visibile da più di 40 chilometri di distanza. Per la costruzione di questo complesso sono stati scavati 200.000 m cubi di roccia presumibilmente da prigionieri politici, gran parte dei quali deceduti durante i lavori per mancanza di misure di sicurezza; questa questione ha creato discussioni sia in Spagna ai tempi del Governo Zapatero sia in Europa. La cosa si è risolta facendo passare l’Abbazia essenzialmente come luogo di culto che non deve contenere niente ad esaltazione della guerra civile o il Franchismo. Questo però non vieta che ogni 20 novembre, anniversario della morte di José Antonio Primo de Rivera e di Francisco Franco, la Valle de los Caídos diviene luogo di riunione per i nostalgici del franchismo. Comunque per noi il posto merita una visita, sia per la sua grandiosità che per la posizione panoramica.

Ripartiamo e andiamo a vedere il Real Monasterio de San Lorenzo de El Escorial. Il complesso progettato e iniziato nel 1563 per volere di Filippo II fu finito nel 1594. E’ un’enorme costruzione a forma quadrangolare con quattro torri angolari e una facciata monumentale. Fa impressione l’austera freddezza e la grandiosità che rispecchia la grandezza imperiale di Filippo II. Nel sotterraneo c’è il Panteón de los Reyes che contiene i sepolcri dei re di Spagna e delle regine che sono stato madri di re. La nostra visita è solo della parte esterna. I giardini si estendono lungo il chiostro principale del monastero, detto anche Cortile degli Evangelisti: le siepi di bosso intrecciano disegni diversi, sono molto belli ariosi perché posti su una terrazza che sia affaccia sulla valle; poi continuano anche nell’area sottostante, è un posto immenso! Ma noi non abbiamo molto tempo, facciamo un giretto nel giardino superiore e poi di nuovo sul pullman per il ritorno a Madrid. Anche stasera ceniamo in albergo e poi facciamo una giratina verso il centro, è sabato, c’è molta gente a giro, molta vita. Si torna in camera. Notte.

28 aprile domenica

Stamani rimaniamo a Madrid. Passiamo la prima parte della mattina al mercato del Rastro che è l’antico mercatino delle pulci di Madrid, appunto aperto la domenica mattina. Da oltre cento anni, tra le molteplici bancarelle allestite, si trovano cianfrusaglie di tutti i tipi. La storia del Rastro ha origini molto antiche, pare che la parola “Rastro” derivi dalla scia di sangue lasciata dai bovini che veniva trascinati sulla strada, dopo essere stati uccisi nel vicino macello. Nel corso degli anni “El Rastro”, ha cambiato palcoscenico portando con sé la sua tradizione fino ad arrivare al grande bazar che oggi si può visitare ogni domenica dalle 9 alle 15. Siamo liberi di girare per il mercato, io compro una borsetta per 5 € che ha attirato la mia attenzione, molti, per il freddo, comprano sciarpe e guanti! Dopo il mercato andiamo alla metropolitana per raggiungere il Parque del Buen Retiro, un parco enorme che si trova alle spalle del Museo del Prado. Il tempo non è proprio l’ideale per passeggiare in un parco, fa molto freddo: ci sono vialetti e ne imbocchiamo uno che ci porta ad una bella fontana, ci sono molte piante ben curate, alberi fioriti, arriviamo ad un laghetto artificiale dove ci sono barchette, cigni neri e zampilli d’acqua. Poi entriamo nel Palazzo di Cristallo che è una struttura in metallo e cristallo che ospita esposizioni di arte contemporanea. Peccato che per le condizioni del tempo non ci possiamo godere al meglio questo giardino. Usciamo, oggi qui a Madrid c’è la Maratona e quando usciamo dal parco per strada vediamo passare i maratoneti! Prendiamo la metropolitana e andiamo a vedere una parte nuova di Madrid dove ci sono dei grattacieli particolari costruiti in diagonale. Mangiamo in un Burger King e poi riprendiamo la metropolitana per raggiungere il Centro de Arte Reina Sofia. Questo museo ha sede nell’antico Ospedale Generale di Madrid, molto vicino alla stazione Atocha, L’edificio è stato ristrutturato nel 1988 e poi ampliato nel 2005; è un museo di arte moderna e contemporanea con produzione artistica dai primi del ‘900 ad oggi. La principale opera esposta è il “Guernica” di Picasso, il dipinto realizzato dopo il bombardamento della città omonima durante la guerra civile spagnola da parte della Legione Condor, corpo volontario composto da elementi della tedesca Luftwaffe, il 26 aprile 1937. Picasso non permise mai che il suo dipinto più famoso venisse esposto in Spagna fin dopo la caduta del franchismo. Venne quindi ospitato per molti anni al Museum of Modern Art di New York e tornò in Spagna nel 1981 quando ormai erano morti sia Picasso che Franco. Per gli spagnoli è sempre stato un simbolo sia della fine del regime franchista che del nazionalismo, e per tutta l’Europa, della resistenza al nazismo.

Naturalmente non c’è solo Picasso al Reina Sofia, ma anche opere di Mirò, Dalì, Gonzales, Gutierrez Solana, Balbuena, Camarasa… e altri artisti spagnoli. C’è anche una mostra temporanea dedicata a Salvador Dalì, ma non siamo riusciti ad entrare e allora con Guido abbiamo pensato di andarci martedì quando avremo il pomeriggio libero. Torniamo in albergo, doccia e poi a cena al Ristorante “Taberna La Daniela” nei pressi di Plaza Mayor. Stasera viene con noi a cena anche José. Mangiamo abbastanza bene. Poi usciamo, ricomincia a piovere e così torniamo in albergo in metropolitana. Notte.

29 aprile lunedì

Stamani si comincia male, piove. Andiamo a Toledo. Prima di arrivare l’autista del pullman ci ferma in un punto panoramico al di là dal fiume Tago da cui possiamo vedere tutta la città, bellissimo! Il centro storico di Toledo si trova sulla cima di una collina. Il pullman ci lascia alla Porta Bisagra da cui entriamo appunto nel centro storico e a metá di una ripida salita verso il centro, la prima cosa che andiamo a vedere è la piccola Moschea del Cristo de la Luz (nome originale arabo Bab Al Mardum), è una delle poche moschee originali presenti a Toledo perché durante il periodo di dominazione araba furono infatti utilizzati come luoghi di culto le preesistenti chiese. La Moschea del Cristo della Luz fu invece costruita tra l’anno 999-1000, durante il periodo del Califfato. E’ piccola, ma ha numerose caratteristiche tipiche dell’architettura araba come le colonne fini con capitelli a forma di palme intrecciate e gli archi a serratura, inoltre la “quibla”, il muro della moschea orientato verso la Mecca. Poi fu trasformata in chiesa cattolica e fu aggiunta l’abside che mostra Cristo Pantocratore e i quattro simboli degli evangelisti.

Alla Moschea del Cristo della Luz ci hanno dato un biglietto valido per diversi monumenti e così ci incamminiamo alla scoperta di Toledo. Arriviamo nei pressi del complesso del Museo di El Greco, che oggi è chiuso, è un grande complesso con scale mobili che vanno giù fin quasi al fiume e prendendo una di queste scendiamo per andare a vedere il Ponte dell’Alcantara.

La città è infatti circondata per due terzi dal fiume Tago. All’epoca romana, quando Toledo veniva chiamata “Toletum, i Romani costruirono un ponte, più tardi ingrandito e restaurato dagli Arabi, “Alcantara” in arabo significa proprio “ponte”. È il ponte più bello che porta verso il centro storico di Toledo, circondato da mura. Dal 1921 è stato dichiarato Monumento Nazionale.

Risaliamo, sotto la pioggia, e passiamo a fianco dell’Alcazar dirigendoci alla Cattedrale; con il biglietto ci danno anche l’audioguida per la visita. La Cattedrale dedicata all’Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo è considerata il centro spirituale della Spagna cattolica, fu edificata tra il 1226, durante il regno di Ferdinando III, e il 1493, epoca dei Re Cattolici. Sembra sia sorta sui resti di una moschea. E’ considerata il capolavoro dello stile gotico in Spagna. La facciata ha tre portali, è asimmetrica perché ha una torre campanaria a sinistra e a destra la mole della Cappella Mozarabica. L’interno è composto da cinque navate e tutt’intorno al perimetro si trovano numerose cappelle; la Cappella maggiore, al centro, ha un maestoso “retablo” (pala d’altare) in legno policromo e dorato. Poi vediamo il Coro e la statua della Vergine Bianca, molto dolce. Alle spalle dell’Altare Maggiore c’è “El trasparente” che è considerato l’opera più alta del barocco spagnolo, un retablo in marmo dedicato al S.S. Sacramento dell’Eucarestia, in basso c’è una scultura della Vergine con Bambino; al centro un oculo ovale, circondato da Arcangeli, che, prendendo la luce dalla volta, illumina il retrostante Tabernacolo dell’Altare Maggiore. La Sagrestia è chiusa, ci sarebbero stati da vedere quadri importanti di El Greco, Caravaggio, Tiziano ecc. Peccato! Vediamo però il Tesoro dove è custodito uno dei più preziosi ostensori del mondo, realizzato con 18 Kg d’oro e 183 kg d’argento!

Quando usciamo dalla chiesa c’è il sole, un po’ pallido, ma c’è! A questo punto andiamo a farci fare un panino dalla “gestora di alimentari“ più lenta del mondo! Finalmente ce la facciamo e mangiamo seduti sulle panchine della piazza a lato della Cattedrale, andiamo a prendere un dolcino di marzapane (Toledo è specializzata in marzapane), che però non è all’altezza di quello siciliano! Andiamo poi a visitare la iglesia del Salvador, una antica moschea del sec. IX diventata chiesa cristiana nel 1159. Ha archi arabeggianti poggianti su pilastri visigoti. Ci sono anche degli scavi archeologici in corso.

Più avanti ci fermiamo alla Chiesa Santa María la Blanca, originariamente conosciuta come la Sinagoga Ibn Susa, o comunemente “La Sinagoga Congregazione di Toledo”, è adesso un museo. Eretta nel 1180, è considerata la più antica sinagoga costruita in Europa ancora in piedi. La sua bellezza si basa sulla semplicità e sul contrasto fra la calce bianchissima e i mattoni. Permette inoltre di farsi un’idea di come era la Toledo multiculturale del XVI secolo, con tre religioni e culture che convivevano senza problemi in questa piccola città.

Visitiamo la Chiesa di San Tomé, questa chiesa ha avuto come benefattore il Senor de Orgaz, un uomo famoso per le sue opere di carità e di sostegno alla chiesa stessa; alla sua morte il parroco dette l’incarico a El Greco di dipingere un quadro che rappresentasse i funerali del Conte di Orgaz, che fu sepolto nella chiesa. Così ancora oggi possiamo ammirare questo dipinto di grandi dimensioni dai colori intensi e la luce vivida. A seppellire il conte non sono due preti qualunque, bensì Santo Stefano e Sant’Agostino. Dietro di essi ci sono cavalieri e frati; il personaggio al centro che ha la testa rivolta al cielo sarebbe lo stesso El Greco, mentre il ragazzino a sinistra vestito di nero ed indicante la scena è il figlio. Usciamo ammiratissimi di questo grande pittore! Compro un libretto con le sue opere anche se lo trovo solo in spagnolo!

Altro complesso che andiamo a visitare, compreso nel biglietto cumulativo, è il Monastero francescano di San Juan de los Reyes uno dei più notevoli esempi dello stile gotico “isabelino” in Spagna. Fu costruito su incarico dei Re Cattolici, per commemorare la battaglia del 1476 contro i portoghesi. Il chiostro è considerato uno dei gioielli spagnoli dello stile gotico di transizione verso il Rinascimento, è bellissimo, su due piani e il cortile interno è spettacolare pieno di aranci e palme. Ci sono tre cappelle, pavimenti e soffitti bellissimi. È uno degli edifici più belli di tutta Toledo. La chiesa è ad una sola navata con varie cappelle. Sulla facciata la regina fece appendere le catene degli schiavi cristiani liberati a Granada dopo la riconquista della città, ci sono ancora oggi.

Andiamo verso l’ultimo appuntamento dei monumenti della card: la Chiesa di sant’Ildefonso o dei Gesuiti. Si trova in uno dei punti più alti della città e così attraversiamo le graziose viuzze del centro, compriamo ricordini, e alla fine raggiungiamo la chiesa. E’ una chiesa molto grande, a una sola navata, con una grande cupola. La cosa più bella di questa chiesa è l’ascesa alla torre campanaria! La fatica di salire i gradini è ripagata dalla mirabile vista che si gode da lassù: la città è ai nostri piedi, e l’occhio vaga sul percorso del Tago e sulle colline circostanti. Quando scendiamo abbiamo voglia di stare un po’ in relax e ci sediamo all’aperto, al sole che finalmente ci degna di scaldarci, sulle poltroncine di un bar proprio davanti alla chiesa. Come stiamo bene lì! Ci dobbiamo servire da soli perché c’è solo una ragazza al banco…però ci rilassiamo e ci divertiamo! Ecco così in tranquillità si sta proprio bene! Viene l’ora di andare all’appuntamento del pullman, si riparte per Madrid e quando arriviamo ci attende di nuovo la pioggia! Stasera ci aspettano a cena al Ristorante “La camarilla”. Stiamo veramente bene in questo ristorante, si finisce poi con una selezione di dolci che sono una delizia! Purtroppo piove, ma decidiamo ugualmente di tornare a piedi all’hotel. Notte.

30 aprile martedì

Stamani si parte per Aranjuez. La cosa buona è che non piove! Arriviamo al Palazzo reale di Aranjuez che è una delle residenze del Re di Spagna. La decorazione della facciata spicca per i colori bianco e rosso e per le statue dei re che furono fautori del progetto. In origine era uno dei tanti palazzi estivi di Filippo II, ma divenne così bello e grande via via che i numerosi membri della famiglia reale investirono denaro per aggiungerci stanze ed appartamenti. Adesso è un palazzo fastoso con un’ampia scala d’ingresso e stanze eleganti, fastose, ricche di ornamenti. Dopo la visita all’interno del palazzo, andiamo a vedere i giardini che sono immensi, ornati di fontane, sculture e alberi secolari, simboleggiano tutto lo splendore della monarchia spagnola. Vicino al Palazzo si estende il Giardino dell’Isola, accompagnato dal rumore, argentino e costante, delle fontane e delle cascatelle realizzate utilizzando l’acqua dei vicini fiumi Tago e Jarama. Ninfe di marmo bianco adornano la scalinata che dà accesso a questo fresco giardino, dove la regina Isabella II soleva passeggiare. Insomma veramente una delizia.

Il pullman ci aspetta perché dobbiamo ripartire per andare in un “paesino” veramente particolare si chiama Chinchòn e non è cinese… ma spagnolo, anzi molto spagnolo! La piazza centrale della cittadina è una vera e propria “plaza de toros”! E infatti d’estate si trasforma in un’arena per le corride! La piazza è circolare con balconcini e balconate che si affacciano dalle case intorno, è veramente un gioiello. E poi sia i negozi di artigianato che di alimentari che i caffè o ristoranti che si affacciano sulla piazza sono degni di una visita. Sulla piazza domina in alto la grande cinquecentesca Iglesia de la Asuncion, ma è chiusa. Comunque la piazza ha veramente un bel fascino e visto che è anche uscito il sole, siamo attratti sia dai negozietti che dagli ombrelloni con i tavoli all’aperto. Poi viene l’ora di mangiare e Paolo ha prenotato proprio in un Ristorante nella piazza: “Meson del Comendador”. Come il fuori anche il dentro di questo locale è caratteristico, con foto di corride, tori, toreri, scene di vecchi film sulle corride. Dopo gli antipasti, che non mancano mai, arriva il pezzo forte: il cordero asado, cioè l’agnello arrosto, e non è che ce ne danno un pezzettino, ma ognuno di noi ha il suo piatto con un intero coscio a testa! Meno male che siamo a fine vacanza perché non possiamo andare avanti a mangiare così tanto! Siamo stati benissimo e per finire anche un buonissimo dolce! Dopo mangiato, tutti felici e contenti, ripartiamo per Madrid.

Arrivati alla stazione Atocha Guido ed io decidiamo di andare direttamente a visitare la mostra temporanea su Salvator Dalì che si tiene al Reina Sofia, ma purtroppo oggi è martedì ed è proprio il giorno di chiusura, quindi niente Dalì! Torniamo sconsolati all’hotel e decidiamo di andare a giro per Madrid con gli altri. Così eccoci alla Gran Via, in Plaza Callao, una delle zone commerciali e culturali di Madrid, e poi arriviamo a Puerta del Sol e quindi in Plaza Mayor. Facciamo un po’ compere, ricordini, regalini e fotografie e piano piano torniamo in albergo a piedi. Alle 21.00 ci ritroviamo nella hall per andare al Cafetin La Quimera a cena e a vedere uno spettacolo di Flamenco. Peccato che José non sia potuto venire, mi avrebbe fatto piacere salutarlo. Ceniamo con tante buone cose che ci mettono sui tavoli e poi comincia lo spettacolo. Non è il solito flamenco per i turisti, il cantante, un uomo grande e grosso, ci spiega che il “Flamenco” non è solo un ballo, ma ci sono vari interpreti, chi canta, chi suona, appunto chi balla. Qui ci sono quattro artisti, oltre al primo cantante, c’è un’altra donna che canta e due ballerini, una ragazza, abbastanza formosa, e un ragazzo bello tirato con tanto di coda di cavallo! A parte il ballerino, gli altri non hanno vestiti appariscenti, le donne non sono vestite con vesti spettacolari, anzi sono piuttosto trasandate. Il Flamenco che ci presentano è l’unione di quattro elementi: il canto (el cante), il battere delle mani (las palmas), la danza (el baile) e la chitarra (el toque). Lo spettacolo è stato veramente bello, entusiasmante ed alla fine eravamo pienamente soddisfatti. Siamo tornati in albergo per l’ultima notte a Madrid. Abbiamo finito in bellezza!

1 maggio mercoledì

Ultima mattina a Madrid. Siamo usciti dall’albergo alle 8,15 dopo colazione. L’aereo parte alle 9,55 in perfetto orario! Viaggio perfetto. Siamo arrivati a Firenze alle 12,15 circa e alle 13.00 eravamo a casa.



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