Madagascar, la terra dei lemuri

Da Antananarivo a Toliara e soggiorno mare a Mangily, passando per canyon desertici, parchi, momenti magici e avventure all’Indiana Jones
Scritto da: ashante
madagascar, la terra dei lemuri
Partenza il: 12/05/2017
Ritorno il: 25/05/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Sono trascorsi quasi quattro anni dall’ultima volta che con la mia famiglia sono stata in Africa, perciò a maggio di quest’anno per festeggiare il pensionamento di Stefano (mio marito), assieme a nostro figlio Davide, scegliamo nuovamente questo continente e più precisamente il Madagascar. Un paio di mesi prima acquistiamo online direttamente dalla compagnia Turkish Airlines i biglietti con la tratta Bologna–Istanbul, Istanbul–Antananarivo e viceversa. Con Europe Assistance stipuliamo l’assicurazione per annullamento viaggio e poco prima della partenza anche l’assicurazione sanitaria. Per quanto riguarda il profilo sanitario, avendo già la copertura per numerose vaccinazioni, eseguiamo su consiglio medico solo la vaccinazione anti-colerica. In valigia mettiamo indumenti estivi, costume da bagno, k-way, spray repellenti per zanzare, protezione solare, scarpe da trekking e una felpa per la sera. Contattiamo via email Gaby, una guida locale che parla discretamente italiano (gabiturbo@yahoo.com) e che subito ci fornisce il programma dettagliato di otto giorni di tour del sud e tre giorni di mare con relativo preventivo. Il nostro viaggio inizia il 12 maggio e dopo un volo di 18 ore e 30’ atterriamo all’aeroporto Ivato situato a 12 km dal centro di Antananarivo (Tana per i malgasci), alle ore 14,30 del giorno 13. Sbrigate le varie formalità tra cui il visto di entrata (€.25 a persona), ritiriamo i bagagli e appena fuori dall’aeroporto ad attenderci vi è la nostra guida. Dopo pochi chilometri facciamo sosta a un bar dove ci viene offerta una bevanda alla frutta come segno di “benvenuto”, qui conosciamo anche Rasta, un ragazzo malgascio che insieme alla guida locale ci accompagnerà per tutto il tour. Riprendiamo il tragitto verso la città e dopo un’ora raggiungiamo l’hotel Sakamanga situato in centro con un buon ristorante al suo interno, siamo nella capitale del Madagascar, una città inquinata dal traffico congestionato all’altitudine di circa 1.400 metri. Dopo cena andiamo a letto esausti ma allo stesso tempo carichi di attese; domattina ci aspettano 170 chilometri verso sud fino a raggiungere Antsirabe.

14/5

Ci svegliamo riposati e appena fuori dalle coperte il fresco della mattina ci avvolge facendoci ricordare la notevole escursione termica di questo paese. Nella sala per la colazione una stufetta riscalda mentre mangiamo un pasto a base di caffè, pane, miele, marmellata e frutta fresca. Alle ore 9 con il sole già alto partiamo, il potente van 4×4 s’immette tra strette e ripide viuzze gremite di gente, mercati e negozi. La città comincia a prendere vita, ad animarsi di quei suoni, quei colori, quei profumi che solo un continente come l’Africa riesce a darti. Raggiungiamo la RN 7, strada che attraversa il Madagascar in direzione sud fino a Toliara, fuori dal finestrino il paesaggio è caratterizzato da un magnifico mosaico di colline, risaie, terra rossa che, essendo ormai finito il periodo delle piogge, sfoggia la sua accesa policromia facendo impazzire la macchina fotografica.

A metà mattinata ci fermiamo sulla strada a un mercatino artigianale in cui vendono oggetti fatti in raffia per assaggiare delle gustosissime ananas dal sapore intenso; a pranzo siamo ospiti della mamma della guida locale che assieme all’altro figlio ci prepara carne di zebù alla griglia, riso, fagiolini cotti con foglie di patate americane e patate al forno. Seduti a tavola nel giardino della casa, l’atmosfera è familiare, mangiamo, beviamo birra, scherziamo fino al momento di salutare questa simpatica signora per proseguire il nostro viaggio. Dopo circa un paio d’ore, arrivati ad Antsirabe, nota per le sorgenti di acqua curativa compriamo per prima cosa una sim telefonica (Telma) piuttosto conveniente per telefonare in Italia, poi siamo accompagnati all’hotel Coleour Cafè una romantica struttura immersa in un giardino curato e rigoglioso dove la sera ceniamo nell’elegante sala con arredi moderni e oggetti dell’artigianato malgascio.

E’ ormai buio da tempo (qui il sole tramonta alle 17,30) quando andiamo a letto e prima di addormentarmi non posso fare a meno di pensare alla bella giornata trascorsa e quante altre ce ne aspetteranno ancora.

15/5

Alle ore 8,30 lasciamo il Coleour Cafè, la prima tappa è per vedere l’Atelier Corna di Zebù di Antsirabe. Il corno di zebù è un materiale versatile che gli artigiani di questa bottega trasformano in vari oggetti (orecchini, cucchiai, sculture di animali, ecc.), qui assistiamo all’intero processo di produzione, dalla separazione dell’osso dal guscio di cheratina alla lucidatura dell’oggetto finito con pezzi di vecchi jeans; al termine ci viene regalato il cucchiaino utilizzato per la dimostrazione mentre nel negozio adiacente compro una sola calamita trattandosi di articoli piuttosto costosi.

Il secondo laboratorio che visitiamo riguarda la lavorazione di pietre preziose che a nostro parere si rivela meno interessante del primo. Riprendiamo la RN 7 in direzione Ranomafana fermandoci di tanto in tanto per fotografare scene di vita quotidiana. Arrivati ad Ambositra la fuoriuscita di olio da una ruota posteriore ci obbliga a una sosta; nell’attesa che i nostri autisti risolvano il problema, vedo neanche farlo apposta, lì nei pressi, un negozio che vende sculture di legno essendo la cittadina famosa per questo genere; naturalmente mi scateno in acquisti mettendo a dura prova la pazienza di Stefano e Davide. Riparato il guasto si è fatta ormai l’ora di pranzo perciò ci fermiamo al ristorante Violette da dove, mentre mangiamo, possiamo ammirare la bellissima vista sulle risaie. La strada poi riprende in salita ed è ormai buio quando arriviamo a Ranomafana; l’aria si è rinfrescata e la vicina presenza della foresta con i suoi strani rumori è alquanto suggestiva.

Alloggiamo a Le Grenat (qui faremo due notti) in un bungalow sulle rive del fiume, ceniamo poi andiamo a riposare, la giornata è stata abbastanza impegnativa, abbiamo percorso 280 chilometri e domani sarà previsto un trekking all’interno della foresta pluviale ove faremo conoscenza con uno degli abitanti per eccellenza di questo paese: IL LEMURE.

16/5

Verso l’alba una pioggia battente interrompe il silenzio rischiando di compromettere la nostra uscita, all’ora di partire fortunatamente solo le nubi accompagnano la spedizione. Il Parco Nazionale di Ranomafana suddiviso in foresta primaria e secondaria occupa 400 kmq. di colline ammantate di giungla e attraversate da torrenti impetuosi dove vivono rettili, anfibi, uccelli e dodici specie di lemuri, inoltre vi è una flora altrettanto ricca che comprende felci giganti, orchidee, palme, muschi e bambù. All’entrata del parco, fatti i biglietti, ci accompagnano due guide: una ragazza che in italiano spiega nel dettaglio la vita della foresta e dei suoi abitanti mentre l’altro ragazzo si occupa dell’avvistamento dei lemuri cercando poi di avvicinarli il più possibile offrendo loro pezzi di bamboo. Ci inoltriamo nel sentiero Talatakely (foresta secondaria) scorgendo numerosi lemuri (rosso, dorato, ballerino, marrone, dal naso largo, panda) fino a giungere a un bel punto panoramico dove davanti a noi la vista della foresta pluviale compare austera in tutta la sua bellezza. E’ con grande rispetto ed emozione che facendo mille peripezie riusciamo a fotografare questi esemplari primordiali che vivono solo in Madagascar. Continuando il percorso giungiamo a una bella cascata dove facciamo base per il pic-nic, a metà pomeriggio ormai stanchi per aver camminato oltre sei ore terminiamo l’escursione al villaggio di Ranomafana.

Rientriamo al nostro bungalow per una doccia rigeneratrice e un po’ di riposo; verso le ore 18 la stessa guida che ci ha accompagnato al parco verrà a prenderci per una successiva uscita allo scopo di incontrare alcune specie notturne. E’ buio, piove piuttosto forte e noi bardati con k-way e torce elettriche sopra la testa vediamo tra la vegetazione lungo la strada un lemure topo e alcuni camaleonti. La forte pioggia rende alquanto fastidioso questo momento per cui dopo poco desistiamo e rientriamo per cenare. Sotto le coperte al calduccio commentiamo questa giornata che oltre a regalarci belle emozioni ci ha fatto vivere un’avventura all’Indiana Jones.

17/5

Ci alziamo con una bella sorpresa: fuori il sole splende sulla fitta vegetazione, approfitto della vivacità dei colori per scattare ancora qualche foto poi fatta colazione lasciamo Ranomafana (significa “acqua calda”) che come Antsirabe durante l’epoca coloniale si sviluppò come centro termale. Percorrendo la strada ci fermiamo a vedere la lavorazione fatta a mano dei mattoni di argilla, dall’impasto, alla forma, all’essicatura; in questa attività sono impiegate anche le donne che qui in Africa svolgono gli stessi lavori degli uomini.

Arrivati a Fianarantsoa facciamo una sosta per assaggiare un po’ di frutta e fare due passi. Passeggiamo tra la vivacità delle bancarelle del mercato fino a raggiungere la stazione dei treni e quella dei taxi-brousse. Questa stazione ferroviaria ancora funzionante, con binari costruiti negli anni 30 del secolo scorso, collega Fianarantsoa alla Costa Est. A metà giornata arriviamo ad Ambalavao e alloggiamo per una notte allo Tsienimparihy Lodge un posto molto carino e tranquillo immerso in un giardino di piante e rose dove con piacevole sorpresa ci hanno apparecchiato un tavolo. Seduti e rilassati in questa quiete e fantasia di colori pranziamo ordinando pollo con crema di cocco, spiedini di zebù e gamberi in salsa di ostrica; alziamo i bicchieri per fare un brindisi a questo momento speciale che ancora una volta ci vede insieme in assoluta armonia.

Nel primo pomeriggio, su mia richiesta, la nostra guida ci porta a vedere il mercato di zebù. Ambalavao ospita il più grande mercato degli zebù di tutto il Madagascar, qui i pastori arrivano a piedi da posti lontani per vendere i propri animali. Visitarlo è molto pittoresco, su terra rossa in un vasto recinto contenente centinaia di zebù si tiene il mercato; l’atmosfera è particolarmente vivace, intorno a noi gli uomini rincorrono gli animali e i bambini insistentemente chiedono caramelle o monete. Ci rechiamo poi a vedere la Fabrique de Papier, una bottega artigianale dove per la fabbricazione di un particolare tipo di carta utilizzano la corteccia di un cespuglio locale e fiori secchi per comporre decori. A seguire visitiamo il grande mercato a cielo aperto che vende ogni genere di cose: oltre a frutta e verdura ci sono bancarelle dall’odore nauseabondo di pesce essiccato, pezzi di carne esposti al sole, attrezzi per l’agricoltura ormai in disuso nel nostro paese. Rientriamo a piedi al nostro lodge e lungo la strada frotte di venditori tengono in equilibrio sulla testa ceste cariche di banane, gamberi d’acqua dolce o pane fresco. Dopo cena, prima di ritirarci nella nostra camera, notiamo come la notte sia limpida e trapuntata di stelle lucenti… nessuna notte per bella che sia potrà impedire al sole di sorgere domattina.

18/5

Seduti sul van riprendiamo il viaggio, dopo circa un’oretta ci fermiamo al Parco Regionale d’Anja, una piccola attraente riserva di 370.000 mq. dominata da tre giganteschi monoliti (le tre sorelle) immersi in una foresta popolata di lemuri catta. Queste proscimmie con sembianze feline dalla lunga coda a strisce bianche e nere sono socievoli e si cibano di frutta, fiori, foglie e altri vegetali. Fatti i biglietti, anche qui siamo accompagnati da due guide, di cui una parlante italiano. Addentrandoci nel parco, poco dopo possiamo osservare a distanza ravvicinata queste simpatiche bestiole saltellare da un ramo all’altro incuriosite dai visitatori. A un certo punto del percorso ci fanno arrampicare gattonando su delle rocce di granito, dalla sommità è possibile ammirare il bellissimo panorama sulla valle sottostante e vedere alcune tombe scavate nella roccia da tribù locali. Terminata la visita di un paio d’ore riprendiamo la RN7 tra paesaggi montuosi di grande bellezza caratterizzati da numerosi monoliti. Dopo alcune ore di macchina ci fermiamo a Ihosy per pranzare con cucina malgascia (riso, foglie di tapioca cotta con carne di zebù e maiale). Ripartiti, poco prima del tramonto, arriviamo nel Parco Nazionale di Isalo dove alloggiamo al Rock Lodge, un’elegante struttura scelta da noi e gestita da un italiano con camere e ristorante dalle pareti di vetro che permettono una vista spettacolare su formazioni di arenaria. Appoggiati i bagagli, frettolosamente (il sole sta calando) ci dirigiamo lungo un sentiero nelle vicinanze chiamato “la finestra di Giorgio” dalla cui cima vi è un punto panoramico sui dirupi; arriviamo appena in tempo per vedere la luce del tramonto infuocare le rocce e rendere questo momento magico e seduttivo.

Ceniamo con un buonissimo piatto di spiedini di dentice poi nel silenzio della sera facciamo ritorno alla nostra confortevole camera; domani affronteremo un altro trekking nella natura selvaggia di questo parco.

19/5

Torniamo indietro di pochi chilometri fino a Ranohira dove si trova l’accesso al parco. Il Parco Nazionale di Isalo è un insieme di canyon desertici: burroni tappezzati di erba giallastra della savana, colline che sembrano scolpite, muri verticali di roccia, profonde gole dove i ruscelli scorrono tra una vegetazione rigogliosa per poi formare piscine naturali. Tutto questo offre un ambiente di straordinaria bellezza e non a caso è il parco più visitato del Madagascar.

Anche se mattino presto fa piuttosto caldo e insieme a una guida del posto affrontiamo un percorso di tre ore su un altopiano dove ancora una volta incontriamo una famiglia di lemuri catta. Giunti in un’area attrezzata per pic-nic ci riposiamo mangiando qualcosa in compagnia di alcune specie di lemuri, poi, a un certo punto, tra gli alberi vediamo comparire il lemure bianco sifaka famoso per i “balletti” di salti eseguiti con balzi laterali sulle zampe posteriori. Distratti nell’osservare e fotografare questo bellissimo esemplare, un lemure approfitta della situazione per rubarci un paio di banane. Nel primo pomeriggio proseguiamo inerpicandoci per altri 3 km. in una fitta vegetazione lungo le rive di un fiume fino a raggiungere due piscine naturali: quella blu e quella nera.

Verso le ore 15,30 rientriamo in hotel giusto il tempo di indossare il costume e spaparanzarci su uno dei lettini a bordo piscina del Rock Lodge. Poco prima delle ore 17 con la guida locale andiamo alla “ Fenetre d’Isalo”, punto strategico per fotografare il tramonto. Si tratta di una finestra di roccia naturale che incornicia il sole al suo calare oltre ad offrire una notevole vista sulla vasta pianura e sulle surreali formazioni rocciose. Man mano che passano i minuti cambia la luce, cambiano i colori e in uno straordinario scenario da Far West ecco che la natura ancora una volta dona uno dei suoi momenti più spettacolari. Nella sala da pranzo in questo bellissimo hotel ordiniamo per cena uno squisito filetto di zebù al pepe verde poi prima di entrare in camera osservando il cielo notiamo la straordinaria moltitudine di stelle e limpidezza della volta celeste… una di quelle notti che solo i cieli africani possono regalare.

20/5

Prima di partire facciamo un ultimo salto alla “finestra di Giorgio” per scattare ancora qualche foto con una luce diversa rispetto a quella trovata quando siamo arrivati.

Lungo la strada la guida fa notare ”La Reine de l’Isalo”, una roccia dalla forma strana che assomiglia alla testa di una regina. Proseguendo verso sud arriviamo a Ilakaka, una cittadina mineraria in piena espansione a seguito della scoperta di un giacimento di zaffiri nelle vicinanze. Nelle vie traverse si vedono le capanne dei mercanti di gemme e donne dal volto dipinto che dividono le pietre in mucchi in base alla qualità. Avendo la cittadina fama di essere un posto pericoloso, senza scendere dall’auto, fotografiamo alcuni cercatori di pietre preziose intenti a setacciare i detriti del fiume facendola sembrare una scena da selvaggio west.

Proseguiamo nell’aspro entroterra del Madagascar meridionale tra magnifici paesaggi desertici e un ambiente ormai simile alla savana dove il color ocra domina in tutte le sue tonalità. Qua e là si incominciano a intravedere dei baobab perciò facciamo una breve sosta per osservarli da vicino, appena scesi, un gruppetto di ragazzini si avvicina a noi e per pochi spiccioli ci permettono di fotografare una grossa iguana aggrappata a un bastone.

Manca circa un’ora prima di arrivare a Toliara quando improvvisamente realizziamo di aver dimenticato l’Ipad nella cassaforte del Rock Lodge, in preda allo sconforto più totale chiediamo alla nostra guida di telefonare all’albergo per verificare l’accaduto. Dall’hotel, dopo pochi minuti, confermano il ritrovamento dell’oggetto e si accordano con la nostra guida per farlo recapitare il giorno dopo tramite alcuni clienti diretti a Toliara. Tirato un bel sospiro di sollievo e con il ritrovato sorriso giungiamo alla cittadina, pranziamo a “L’Etoile de Mar” ordinando granchi, tonno alla griglia e calamari, poi nell’attesa che ci vengano a prendere compro con mia grande felicità due collane fatte con i semi di frutta.

Alle ore 16 ripartiamo e dopo poco arriviamo a Mangily (situata a 27 Km a nord di Toliara) con una spiaggia di palme e altre piante tropicali. Alloggiamo per 4 notti al Bamboo Club in un bungalow sul mare con attorno un giardino ben curato e una piscina in prossimità del ristorante. Sistemate le valigie, con la guida stabiliamo che l’indomani sarà un giorno dedicato esclusivamente al relax. E’ finita questa giornata ricca di avvenimenti, andiamo a dormire in un silenzio totale con il solo rumore del mare che infrange sulla battigia.

21/5

Mi alzo presto per vedere la bassa marea (ogni sei ore vi è il fenomeno dell’alta e bassa marea) e alcuni pescatori trainare le reti verso riva. In mattinata usciamo a piedi verso il villaggio per comprare un paio di bottiglie d’acqua, appena giunti sulla strada siamo letteralmente assaliti da bambini che insistentemente vogliono venderci alcuni oggetti e che ci inseguono fino al nostro rientro nella struttura. Passiamo il resto della giornata a prendere il sole, giocare a bocce, biliardino, passeggiare sulla spiaggia, poi alle ore 17,30 puntuale, il sole si immerge nell’Oceano Indiano lasciando all’orizzonte una striscia tra il rosso e l’arancio. Ceniamo con del buon pesce e rimaniamo a conversare come raramente si riesce a fare nella quotidianità della vita quando non si è in vacanza.

22/5

Facciamo colazione nella bella terrazza sul mare del Bamboo Club poi dedichiamo la mattinata alla visita della Riserva Naturale di Reniala chiamata anche Foresta Spinosa. Questa riserva occupa un’area di 60 ettari e ospita diverse specie di baobab oltre a piante spinose. Fatti i biglietti di entrata siamo affidati a una guida locale, a piedi ci conduce lungo un percorso di 2 ore attraverso giganteschi alberi mostrandoci inoltre due lemuri notturni, un camaleonte e un serpentello disteso al sole. Terminato il giro,all’uscita della riserva, regalo a dei bambini del villaggio alcune matite portate dall’Italia in cambio di un paio di foto.

Pranziamo sulla spiaggia di Mangily al ristorante Villa Maroloko con aragosta (circa 8/9 euro) poi mentre rientriamo al nostro bungalow mi fermo a una delle tante bancarelle in riva al mare per comprare dei regalini da portare a familiari e amici. Il pomeriggio prosegue nel riposo, nella lettura, nell’ascolto della musica in un clima di serenità lontano da qualsiasi rumore nel rispetto della natura.

Dopo cena la guida ci informa che il volo interno da Toliara a Tana del giorno 24 previsto per il pomeriggio è stato anticipato alle ore 8 del mattino; termina così anche questa giornata dedicata alla scoperta dei baobab, alberi dai rami contorti che sembrano radici e che sono il simbolo di questo paese.

23/5

Veniamo svegliati di primo mattino dal canto di alcuni ragazzi che pescano a riva con le reti, un nuovo giorno comincia a prendere vita e ormai svegli ne approfittiamo per fare una passeggiata sulla spiaggia. Dal mare, un uomo con al seguito un bambino, dopo aver ancorato la piroga, avanza trasportando sulle spalle due grossi pesci; questa scena incoraggia Stefano che dopo poco, insieme a Davide, si accorda con due pescatori per una battuta di pesca di 3 ore pagando 20.000 ariary (circa 6 euro). Nell’attesa mi sistemo sul lettino per prendere il sole e verso le 13,30 li vedo tornare amareggiati per la deludente esperienza che li ha privati della gioia di prendere anche un solo pesciolino.

Tra chiacchiere e risate trascorriamo le ore del pomeriggio, poi come ogni sera arriva il crepuscolo, i colori cambiano, le figure si delineano: è l’ultima volta in questo pezzetto di spiaggia del Madagascar meridionale… è l’ultima sera che tra i rami delle palme incantati da tanta bellezza assistiamo al giorno che muore.

24/5

È ancora buio quando frettolosamente facciamo colazione e lasciamo il resort per l’aeroporto di Toliara. Lungo la strada gli abitanti dei villaggi avvolti in coperte per ripararsi dal fresco della notte lentamente cominciano ad affaccendarsi. Arrivati, salutiamo la nostra guida e alle ore 8 con un volo dell’Air Madagascar decolliamo per arrivare ad Antananarivo dopo 1h45’; il cielo è coperto e la temperatura di 20° esattamente l’opposto del caldo sole del sud. All’uscita, un ragazzo di nome Ianja, amico della nostra guida locale, ci conduce all’hotel Pousse Pousse du Raphia situato nei pressi dell’aeroporto. Scaricati i bagagli ci immettiamo nel traffico caotico della capitale e andiamo a visitare “Il Rova” (palazzo fortificato), un imponente edificio progettato per i sovrani situato sulla collina più alta della città con una sorprendente vista che spazia tutt’intorno. Pranziamo al ristorante dell’hotel Sakamanga dove abbiamo pernottato la prima notte, poi a seguire Ianja ci conduce al mercato di La Digue, un posto molto frequentato dove si possono trovare tanti oggetti dell’artigianato locale; qui abbiamo a disposizione un paio d’ore, il tempo necessario per visitarlo e fare gli ultimi acquisti. Rientrati in albergo salutiamo l’autista dopo aver concordato l’orario di partenza per l’indomani. A cena, nel ristorante dell’hotel con un po’ di tristezza realizziamo che la vacanza è giunta al termine, allo stesso tempo però ci sentiamo anche felici, abbiamo condiviso questo viaggio, esperienze, emozioni ma soprattutto siamo stati semplicemente insieme… una famiglia.

25/5

Con calma ci alziamo e poiché distanti dal centro non resta che trascorrere le ore del mattino curiosando tra le bancarelle del mercato di carne, pesce, frutta e verdura situato nelle vicinanze dell’hotel. Alle ore 12,30 siamo accompagnati in aeroporto da Ianja, imbarcate le valigie, mangiamo qualcosa e nell’attesa spendiamo gli ultimi ariary comprando un quadretto raffigurante un paesaggio malgascio. Sono le ore 16 quando si decolla e dall’alto salutiamo questa isola, la quarta al mondo per grandezza. Atterriamo a Istanbul alle 4,45 del 26/5 e dopo un’attesa di circa 3ore e mezzo con un altro volo partiamo per l’Italia giungendo a Bologna alle ore 10,10.

Siamo davvero arrivati, si torna a casa, ognuno con il proprio bagaglio, ognuno con una valigia di ricordi.

Un viaggio fantastico di 980 chilometri in un paese conosciuto per la sua eccezionale biodiversità, un popolo accogliente e comunicativo sempre pronto a esprimersi con un sorriso. Questa isola che con “Tonga Soa” ci ha accolto e con “Veloma” ci ha salutato si chiama Madagascar. Per ulteriori informazioni potete contattarmi al seguente indirizzo mail: iotti_paola@libero.it

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