Mada, oltre ogni aspettativa

18 agosto 2007. Finalmente è arrivato il giorno della partenza per questa meta tanto desiderata: Madagascar. Siamo convinti di aver organizzato al meglio questo viaggio. Ci siamo documentati nel solito modo:letto e confrontato due guide ,verificato le informazioni di coloro che già c’erano stati(pochi),internet,ma soprattutto il grande aiuto...
Scritto da: kanf
Partenza il: 18/08/2007
Ritorno il: 08/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
18 agosto 2007.

Finalmente è arrivato il giorno della partenza per questa meta tanto desiderata: Madagascar.

Siamo convinti di aver organizzato al meglio questo viaggio. Ci siamo documentati nel solito modo:letto e confrontato due guide ,verificato le informazioni di coloro che già c’erano stati(pochi),internet,ma soprattutto il grande aiuto di chi,su questo sito,ci ha trasmesso le proprie emozioni.

Arriviamo a Ivato alle 9.30 e veniamo letteralmente assaliti da una folla di ragazzini che si offrono per i servizi più disparati, ma è durante il trasferimento a Tana che ci rendiamo conto di dover rivedere i nostri piani.

L’autista del taxi blocca le portiere della macchina mentre gli sguardi interessati dei locali ci fanno sentire decisamente “DIVERSI”. Ci dice che è meglio non dare troppo nell’occhio “SFOGGIANDO”accessori esterni appetibili e lasciare“tutto” in albergo,perfino i passaporti.

E così facciamo,camminando tra la gente di quella città completamente spaesati,forse impauriti(siamo gli unici VAZAHA a portata d’occhio)…Ma molto emozionati.

Comincia lì il nostro viaggio,tra i colori e gli odori forti di un mercato,immersi in un mare di occhi mai visti prima. O forse non li avevamo mai guardati.

Decidiamo di prendere una guida per qualche giorno,tanto per ambientarci e,come mandato dal cielo,ecco la guida,simpaticissimo 55enne e con lui iniziamo l’itinerario già prefissato andando verso est.

La guida è una persona molto affabile,ci conquista immediatamente e si rivela un formidabile passpartout tra noi ed i malgasci. Grazie a lui abbandoniamo ogni remora e iniziamo a goderci un viaggio che si rivela,giorno dopo giorno,pieno di sorprese e al di là delle nostre aspettative. La strada che percorriamo(RN2),e che lega le nostre tappe,è di per sé una tappa continua.Constatiamo con stupore che le “città”indicate sulla cartina altro non sono che agglomerati di capanne al bordo dell’unica strada asfaltata e quello che maggiormente attrae la nostra attenzione è la gente;scalza,malvestita,terribilmente povera,ma che ci regala sorrisi amichevoli e saluti disinteressati e non disprezza il contatto fisico .Nel frattempo visitiamo il Parco Nazionale Andasibe-Mantadia con i suoi Indri-Indri che, grazie ad Albert(guida locale, più scafata di altre,che parlava anche un po’ di italiano!),siamo riusciti a vedere numerosi.

Il Canale dei Pangalanes,le spiagge a nord di Tamatave:Foulpoint con la sua bella spiaggia protetta dal reef ed una vita notturna da fare invidia alla nostra Romagna, con struscio sul viale centrale(sterrato con buche e pozzanghere da annegarcisi )e graziosi localini(capanne)dove è possibile gustare piatti locali o drink a lume di candela(l’elettricità è un opzional…Gruppo elettrogeno o candele).Invitati al tavolo da locali,ci siamo divertiti ad essere e a soddisfare la loro curiosità.Il giorno appresso ci siamo spinti fino a Mahambo e poi ,salutata la nostra guida, in volo da Tamatave all’ Isola di Saint Marie con l’obbiettivo di andare a vedere le balene,uno dei pochi punti fermi del nostro viaggio.

Prendiamo alloggio/base in un posto molto suggestivo sulla costa est protetto dalla barriera corallina e ben gestito da un “toscanaccio” ben introdotto sull’isola che ci ha ricordato le origini con un ottimo piatto di spaghetti(unico strappo alla regola”PAESE CHE VAI USANZE CHE TROVI”) Iniziamo quindi l’esplorazione del posto in sella ad una moto enduro, considerato che sui 60Km di strade solo 7 sono”asfaltati”.

Il resto è una sequenza interminabile di buche,fossi e solchi scavati dall’acqua piovana..E fango..Tanto fango..Fango rosso.

3 giorni itineranti ci sono bastati per vedere, se non tutto,molto della bellezza di quest’isola(Ile aux Nattes,Le Piscine,Foresta e Baia di Ampanihy con la paradisiaca sauce au coco di Madam Elen ecc) che passa, ingiustamente,in secondo piano rispetto ad altre mete in Mada.

E’ certamente il momento più bello del nostro viaggio, anche perché gli isolani di S.Marie sono ancora più affabili e disponibili ad allacciare rapporti con noi.

Ma il meglio doveva ancora venire. La barca lascia il porticciolo alle 9.00 e la giornata è splendida. Alle 10.00 il primo avvistamento davanti a noi.

Il capitano dice che non è quello giusto quindi…Direzione opposta.

Conosce bene le abitudini delle balene in quel tratto di mare e questo fa si che diventi per noi un’esperienza indimenticabile;le megattere vengono a svezzare i piccoli proprio lì e il canale di mare tra il Madagascar e l’Isola di S.Marie diventa una nursery.

Si ammirano da vicino e, nuotando fianco a fianco,pare improvvisino uno spettacolo per noi.

Lasciamo l’isola a malincuore.

La tappa successiva è la rinomata Nosy Be e,forse proprio per questo,non abbiamo una grande aspettativa. Ce la immaginiamo piena di alberghi di lusso e di turisti e all’aeroporto ne abbiamo già conferma.

E’sera e dal taxista ci facciamo portare in un posto economico rimandando al giorno dopo ogni decisione. Inizialmente c’era nei nostri piani la visita al Parco Nazionale della Montagne D’Ambre e/o la Riserva dell’Ankàrana nel nord del Madagascar, ma non ci hanno assicurato che potessimo essere di ritorno a Nosy in tempo utile per il volo di ritorno, per cui abbiamo optato per qualche giorno di mare,a patto di trovare un posticino tranquillo. Il mattino seguente(presto)esco dal bungalow sulla spiaggia e resto molto deluso.

Ma dove siamo esattamente? Chiedo…Ambondrona…Decidiamo di andare a nord.

Il clima è diverso che altrove e camminare con zaini in spalla sotto il sole non ci va quindi in taxi arriviamo ad Andilana dove,con piacere,constatiamo che anche a Nosy ci si può sistemare dignitosamente presso strutture economiche gestite dai locali.

Alloggiamo una notte a Les Papayers(ai bordi del villaggio)poi scopriamo un delizioso alberghetto gestito da un francese trapiantato,e la sua bellissima moglie malgascia.

La spiaggia è fortunatamente molto lunga e spaziosa e possiamo scegliere: a destra BRAVO CLUB, a sinistra villaggio di pescatori di Andilana…Ok sinistra.

Siamo immediatamente contattati da ragazzi e ragazze del posto(molto educatamente e per niente invadenti)che ci propongono escursioni,massaggi,prodotti locali,ristoranti ecc..

Rifiutiamo momentaneamente dicendo che vogliamo prima ambientarci e ne approfittiamo per entrare un po’ in confidenza con alcuni di loro. Ci dicono di avere una particolare simpatia per gli italiani, ma la grossa struttura turistica, oltre a riservarsi la parte più bella della spiaggia,mette in cattiva luce i malgasci agli occhi degli ospiti del resort allo scopo di monopolizzare l’offerta dei servizi in loco(trasf.Da/per aeroporto,escursioni,ristorantini locali ecc..)togliendo loro necessarie opportunità di lavoro.

Noi ci fidiamo e nei giorni a seguire ci facciamo portare a Nosy Komba col suo bel villaggio dove si possono avvicinare lemuri ed altri animali selvatici(un po’troppo turistico forse),a Tanikely per lo snorkeling,a Nosy Iranja(paradiso terrestre),il tutto con un servizio impeccabile di trasf. In taxi da/per l’albergo(R4 tenuta su con fil di ferro guidata da ragazzotti simpaticissimi)e pranzo luculliano a base di pesce alla griglia,granchio,gamberoni,riso e verdure, tutto abbondante e cotto sul posto dalle ottime cuoche malgasce(sotto gli occhi stupiti degli “ospiti dei resort”con il sandwich avvolto nel domopack per 70€).

Tutto sommato anche a Nosy Be abbiamo lasciato un pezzetto di noi, ma è molto di più quello che ci siamo portati via e che,speriamo,ci rimanga dentro per molto tempo.

Il Madagascar è una terra bellissima che offre i più diversi paesaggi,capace di soddisfare le aspettative di ogni tipo di viaggiatore, ma quello che abbiamo visto è stato ampiamente superato dalle sensazioni che abbiamo provato.

Terra di sapori e odori forti,forti come i malgasci che, anche nella povertà più profonda, sanno sempre regalarti un sorriso o un saluto sincero,poveri ma ricchi di una umanità che noi non conoscevamo. veloma madagascar!!



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