Da est a ovest sulle ali del low cost: viaggiare in tempo di crisi si può

Un viaggio dall'est della Polonia all'ovest della Spagna, utilizzando collegamenti, hotel e ristoranti low cost, perché per viaggiare non occorre essere ricchi sfondati
Scritto da: antocimani
da est a ovest sulle ali del low cost: viaggiare in tempo di crisi si può
Partenza il: 16/07/2013
Ritorno il: 30/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
DA EST A OVEST SULLE ALI DEL LOW COST… VACANZE IN TEMPO DI CRISI!

Come anticipato dal titolo, questo viaggio, organizzato seguendo la filosofia del low cost, ci ha portati dall’est della Polonia all’ovest della Spagna, quindici giorni intensi e sfruttati al massimo.

La scelta delle mete è stata, ovviamente, dettata dalla possibilità di utilizzare la compagnia aerea Ryanair e le sue connessioni con l’aeroporto di Bari. Questo racconto di viaggio, suddiviso in 4 tappe principali, vuole essere, più che un diario, un vero e proprio memorandum con consigli pratici su cosa fare, vedere, mangiare, dato che a noi sono mancate molte informazioni fondamentali che avrebbero potuto migliorare la nostra vacanza.

1^ tappa: partenza da Bari con volo Ryanair per Varsavia dove soggiorneremo 4 giorni. Dall’aeroporto Chopin (su cui vola ultimamente la Ryan per chiusura del Modlin) si può raggiungere comodamente il centro con l’autobus numero 175 che effettua varie fermate tra cui anche quella della stazione centrale (Warszawa Centralna) spendendo poco meno di 2 euro. Abbiamo alloggiato presso l’Hotel Ibis Warsava Stare Miasto a venti minuti circa dal centro storico. Camera doppia con colazione a buffet, davvero degna di nota, per soli 43 euro a notte. Fermata dell’autobus 116 proprio davanti alla porta, comodissimo per raggiungere il centro storico ma anche i parchi della periferia. A tal proposito consigliamo di acquistare il ticket giornaliero che offre per soli 15 pln la possibilità di utilizzare liberamente bus e tram per 24 ore.

Piccolo consiglio sul cambio: troverete differenza tra i diversi uffici di cambio. Noi cambiavamo piccole cifre per volta perché non si pagavano commissioni, ma controllate sempre. Se possibile, utilizzate la carta di credito per pagare, verrà applicato il tasso di cambio ufficiale.

Varsavia è una città che merita almeno 3 notti di permanenza: anche se è totalmente ricostruita è molto piacevole passeggiare per le sue viuzze, trascorrere la serata in un dei tanti locali che affollano la Piazza del Mercato (Rynek Starego Miasta), visitare i suoi monumenti. Consigliamo di entrare in uno dei centri di informazioni turistiche presenti in vari punti della città (ce n’é uno proprio nella Piazza del mercato) e fare incetta di depliant in lingua italiana che indicano vari percorsi da seguire in città: la Varsavia ebraica, la Varsavia del Papa, la Varsavia segreta, la Varsavia curiosa ect. Personalmente avevamo acquistato una guida Mondadori che non ci è servita assolutamente a nulla e che abbiamo prontamente rimpiazzato con i su citati depliant. Muniti di cartina e seguendo le indicazioni abbiamo raggiunto il ghetto ebraico, meditato sotto l’ultimo tratto di muro ancora in piedi, raggiunto la cima del Palac Kultury i nauki, donato da Stalin a Varsavia, con un velocissimo ascensore (costo biglietto 18 pln), passeggiato lungo la strada reale.

L’autobus 116, ma ve ne sono diversi, ci ha portati fino al complesso Palazzi e giardini dei Lazienki Krolewskie dove abbiamo potuto visitare, gratuitamente perche giovedì, le residenze estive dell’ultimo re polacco Stanislao II Poniatowski. In centro invece, al costo di 22 pln abbiamo acquistato l’ingresso per il Castello.

Sempre sfruttando il biglietto giornaliero ci siamo spinti un po’ fuori città fino al Palazzo di Wilanow utilizzando l’autobus 180 che, con il biglietto semplice, compie una sorta di giro turistico tra i monumenti più in voga della città.

La cucina polacca è stata di nostro gradimento e sia a Varsavia che a Cracovia abbiamo trovato ottimi locali a buon prezzo.

Consigliamo uno dei locali della catena Zapiecek (ce ne sono almeno 4 in centro): servono ottimi e abbondanti piatti polacchi a buonissimo prezzo. Vi diamo un elenco di ciò che abbiamo ordinato noi con relativa spiegazione del contenuto:

placek po wegiersku: pancake di patate e funghi;

bigos: stufato di carne e crauti;

zurek: zuppa a base di panna acida, patate e pancetta;

nalesniki pierogi: crespelle dolci farcite con marmellata e panna acida;

wsciekly pies: vodka al tabacco;

gulasz na kaszy grycza: gulash con cetrioli, carote e legumi.

2^ tappa: Abbiamo raggiunto Cracovia con un treno regionale il cui biglietto costa circa 60 pln. Quando acquisterete il biglietto fate attenzione, ci sono alcuni treni di categoria superiore che hanno un costo più che doppio rispetto al classico ‘regionale’. Non vi è differenza nei tempi di percorrenza ma solo nel servizio offerto. Potrete acquistare il biglietto alle macchinette site nell’atrio della stazione centrale selezionando il treno TLK 13105. A rigore dobbiamo confessare che la pulizia del treno lasciava molto a desiderare, vi era cattivo odore e niente aria condizionata ma per lo meno è stato puntuale. Consigliamo il treno delle 10.58 che in meno di 3 ore raggiunge la stazione centrale di Cracovia. Da qui un tram ci porta nel quartiere ebraico di Kazimierz dove abbiamo prenotato da Venere.com l’Hotel Kazimierz I, un tre stelle che mette a disposizione ottima colazione inclusa nel prezzo, ciabattine, fornitura da bagno e bottigliette di acqua in camera gratuita ogni giorno (4 notti per 190.00 euro). Cracovia è di sicuro più affascinante della capitale, più antica e più ‘piena’ di cose da vedere. Iniziamo subito il nostro giro nel ghetto e ci spingiamo fino alla fabbrica di Schindler, nel quartiere di Podgorze. Seguiamo un percorso suggerito dalla rivista Visit Cracovia, gratuita e disponibile alla reception dell’hotel. Osserviamo dall’esterno varie sinagoghe (l’ingresso è a pagamento ed è consentito solo con abbigliamento consono, nello specifico gli uomini devono avere il capo coperto) e raggiungiamo il Monumento agli eroi del ghetto, enorme piazza in cui sono installate decine e decine di sedie vuote e di svariate misure a ricordare il giorno in cui i tedeschi invasero le case della zona e ne distrussero la mobilia gettandola dalle finestre.

A Cracovia, rispetto a Varsavia gli uffici di informazione al turista funzionano molto male e sono pochissimi. I vari tourist office che vedrete ad ogni angolo delle strade sono in realtà agenzie private che offrono servizi di trasporto e guide a svariati prezzi. Prima di partire ci eravamo documentati e avevamo deciso di effettuare le varie escursioni da soli, con i mezzi pubblici ma un piccolo ‘incidente’ durante la visita del Wavel, imponente castello di Cracovia ci ha fatto cambiare idea. In nessuna guida, ne tantomeno nei vari diari di viaggio letti, era stata accennata la disponibilità a numero chiuso di biglietti per la visita degli Appartamenti reali, cosicché dopo aver fatto quasi 2 ore di fila sotto il sole cocente (vi è solo una cassa) i biglietti disponibili sono finiti e ci siamo dovuti accontentare degli Appartamenti di rappresentanza e della Grotta del drago. I costi per la vista del castello non sono proprio economici, ci sono vari biglietti a seconda di ciò che si sceglie di visitare. Sconsigliamo il Wavel segreto, mera esposizione di reperti senza spiegazioni in italiano. Da un po’ di tempo La dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci è conservata in una delle sale del castello: anche in questo caso ulteriore biglietto, ma ne vale la pena!

Segnaliamo invece una chicca che nessuno indica: gli appartamenti di Karol Wojtyla, siti nel Museo arcidiocesano, alla via Kanonicza 19. Con soli 5 pln più ulteriori 2 pln per il permesso a fotografare, si osservano, con non poca emozione, oggetti, abiti, mobili appartenuti al Santo Padre che qui visse quando insegnava nella vicina facoltà di teologia.

Dopo aver fatto un giro nelle varie agenzie e confrontato i prezzi offerti abbiamo prenotato l’escursione ad Auschwitz- Birkenau con Exciting Krakow alla via Grodzka 52, accanto alla Basilica di San Pietro e Paolo, al costo di 99 pln (contro una media di 130).

La partenza alle 9.00 circa ci ha permesso di aggiungerci alla visita guidata in italiano organizzata dal museo alle 10.30 (tutti i tour operator si limitano ad occuparsi del trasporto e acquisto biglietti, in base alla propria nazionalità si viene poi affidati alla guida ufficiale e ci si unisce al resto del gruppo, circa 30 persone. L’ingresso al Museo è gratuito).

La visita comprende il campo di Auschwitz, il cui ingresso è segnato da quell’arco con la vergognosa scritta Arbeit macht frei, e le varie esposizioni ospitate nei blocchi, in particolare il blocco 10, il cortile degli appelli, il muro della morte, i forni crematori e le camere a gas, e dura circa 3 ore. Si passa poi, tramite navetta gratuita e sempre con la guida ad Auschwitz 2- Birkenau, molto più grande ed impattante del primo. Qui si percorre, in parallelo con i binari ferroviari sui quali arrivavano i deportati, la strada della morte che termina nelle camere a gas, distrutte durante gli ultimi giorni di funzione del campo, e si visitano dall’interno le baracche in muratura e in legno. La visita termina con la salita alla torretta per avere una visione aerea della zona, ma questo solo se la guida lo permette. L’accesso infatti è possibile attraverso tornelli azionati dal badge della guida, la nostra aveva forse fretta di andare via e non ci ha proposto neanche la possibilità di farlo. Attenzione: prima di iniziare la visita chiedete al vostro autista il luogo di incontro per il rientro, alcuni infatti attendono il gruppo all’uscita di Birkenau, altri, come nel nostro caso, attendono ad Auschwitz 1.

Durante il viaggio del ritorno viene proiettato il documentario della liberazione del campo, molto scioccante e soprattutto molto filorusso.

Si rientra a Cracovia intorno alle 16.30, si ha dunque ancora molto tempo a disposizione per visitare la città. In realtà, avendo deciso di recarci l’indomani mattina al santuario di Jasna Gora a Czestochowa, preferiamo riposarci e andare semplicemente a cena.

Come accennato, gli uffici informazioni funzionano malissimo e riuscire ad avere gli orari dei collegamenti tra Cracovia e Czestochowa è stata veramente un’impresa. Tant’è che erano tutti sbagliati e quando siamo arrivati in stazione il treno indicatoci non era quello giusto… Di corsa abbiamo raggiunto la stazione degli autobus, che si trova fortunatamente accanto a quella dei treni, e abbiamo visto che c’era in partenza per le 9.00 il nostro autobus. Il giovane della biglietteria è stato molto scortese con noi, si è rifiutato di venderci il biglietto sostenendo che mancassero solo pochi minuti. Abbiamo cosi provato a chiedere all’autista di poter acquistare il biglietto direttamente a bordo ma non avevamo zloty e lui non accettava euro. Lo stesso ci ha pero suggerito di prelevare al bancomat, ci ha aspettati, anzi addirittura è venuto a cercarci quando ha visto che tardavamo. Il viaggio dura dalle 2.30 alle 3 ore. I km sono appena 100 ma ci sono molte fermate, i pullman sono vecchi e corrono poco. Arrivati alla stazione degli autobus vi consigliamo di informarvi già sull’orario del ritorno. Vedrete molti volantini che pubblicizzano collegamenti con Cracovia ma all’ufficio informazioni vi daranno info solo sulla PKS Czestochowa SA, compagnia automobilista cittadina.

Dovete cercare di giungere alla Cappella della Vergine per le 13.30 per poter assistere alla toccante cerimonia di apertura del quadro: tra grande spiritualità e fede il ritratto della Vergine viene scoperto ai fedeli affinché lo possano adorare in ginocchio. Segue la celebrazione eucaristica in polacco, incomprensibile ma molto partecipata. I polacchi sono molto cattolici e non è raro vederli pregare nei posti più disparati. Potete poi impiegare il tempo che vi resta per visitare il complesso monastico benedettino composto da varie strutture e cappelle, pregare, comprare dei ricordini e farli benedire sul posto.

Ottime le cene nei locali georgiani della catena Gruzinskie Chaczapuri, in via Florianska. Consigliamo il chaczapuri, appunto, sorta di focaccia in pasta sfoglia farcita con carne e formaggio georgiano accompagnata da crauti, barbabietole e patatine, i ruski pierogi e l’ottimo vino georgiano. Sulla stessa strada si trova anche una tipica latteria, Bar Mleczny, ma bisogna affrettarsi perche chiude alle nove. All’ingresso un menu gigante, sul quale vengono aggiornate le pietanze disponibili o esaurite, scritto anche in inglese vi aiuta nella scelta. Ricordatevi che qui non si servono alcolici ma solo latte, frullati e acqua!

Poco prima di giungere al castello invece merita il ristorante Pod Wawelem, molto tipico per struttura e menu. Servono enormi piatti di carne, schnitzel, zuppe e ottima vodka. Unico neo non accettano tutte le carte di credito e alcune cameriere non parlano inglese. Noi abbiamo faticato un po’ a farci capire e alla fine abbiamo pagato in euro.

I locali in Polonia sono veramente economici: tutte le nostre cene, composte da un piatto combinato a testa, zuppa, birra, talvolta il dolce e la vodka non hanno mai superato i 20 euro in due.

3^ tappa: Approfittando del collegamento tra Cracovia e la penisola iberica abbiamo passato un’ulteriore settimana in Spagna, dividendoci tra Malaga e Siviglia.

A Malaga abbiamo soggiornato presso l’Ibis Malaga Centro Ciudad, ad appena 5 minuti da Plaza de la Constitución e dal quartiere dei negozi e della movida. Volutamente non avevamo acquistato la colazione che abbiamo consumato ogni giorno in un barretto giusto di fronte all’hotel: con 2.50 a testa serviva un pitufo dolce o salto (pane tosato), caffelatte e spremuta di arancia. A proposito di caffè: a Malaga lo servono in 18 modi differenti!

Malaga è una città prettamente turistica: prezzi, porzioni, servizi sono dunque allineati all’idea del guadagno, a differenza di ciò che accade in altre città spagnole. Tuttavia, il bel mare, le spiagge pubbliche attrezzate e la movida rendono più che piacevole il soggiorno. Consigliamo di percorrere a piedi il Palmeral de las Sorpresas, costeggiare il muelle e proseguire sul lungomare, stracolmo di chiringuitos in cui gustare ottimi piatti di mare cotti al momento, per raggiungere la spiaggia della Malagueta. Qui vi è la possibilità di noleggiare ombrelloni e sdraio o ci si può semplicemente stendere sui teli, doccia e fontanine sono libere e gratuite per tutti. Per il pranzo o la cena consigliamo la Cerveceria la Sureña, sul molo poco prima della spiaggia: raciones dei piatti tipici spagnoli a 6 euro, secchiello con 5 bottigliette da 0,25 di birra ghiacciata per 3 euro. In ogni caso nel centro storico i locali più o meno tipici non si contano anche se i prezzi sono leggermente più alti. Da vedere la casa museo di Pablo Picasso in Plaza de la Merced: visita con audio guida per soli 2 euro. Altre attrattive sono la Cattedrale de la Encarnación, il Castello di Gibralfaro e la Alcazaba, il giardino botanico La Concepción, il teatro romano e la Plaza de toros.

Da Malaga abbiamo deciso di effettuare l’escursione a Gibilterra, circa 3 ore di viaggio in autobus, travagliato e stancante. L’unica compagnia che effettua la tratta è la Portillo. Vi sono 3 corse giornaliere, la prima alle 7 e poi alle 11 e alle 14, al costo di 13 euro circa a tratta. Lo stesso vale per il ritorno con l’ultima corsa intorno alle 22.

Il tragitto non è dei più comodi perche l’autobus attraversa tutti i paesi della Costa del Sol, dilatando i tempi di percorrenza, tuttavia ne vale la pena perche si ha la possibilità di dara un’occhiata a Torremolinos, Fuengirola, Marbella. Giunti a La Linea de la Concepción si passa il confine a piedi, documento alla mano per il controllo, si attraversa la pista dell’aeroporto e si giunge alla Rocca. Da questo momento in poi tutto è made in britain, dalla lingua al cibo ai prezzi…

Consigliamo di chiedere una mappa della città all’ufficio informazioni che si trova all’inizio di Main Street, cosi da organizzarsi con il percorso. Gibilterra non è molto grande ma sarebbe una bugia affermare che non ci si stanca a percorrerla tutta a piedi. L’accesso alle attrazioni che ospita rientrano in un biglietto cumulativo che al costo di 26 euro permette l’ingresso al The 100 tonne gun, alla St. Michael cave, al Castello moresco e ai Camminamenti della seconda guerra mondiale. In questo biglietto è già incluso il costo della funicolare che permette di raggiungere la Ape’s dean, la casa delle scimmie unica attrattiva che da sola vale un salto a Gibilterra. Ad averlo saputo prima non avremmo acquistato il biglietto completo, perdendo tempo e denaro, ma solo quello del Cable car perchè non ne vale la pena. Le scimmie invece sono uno spasso e noi turisti siamo uno spasso per loro: curiose da morire non esitano ad avvicinarsi per fare man bassa di cibo e leccornie e per osservare divertite telefonini e macchine fotografiche. Immancabile la foto all’Europe point, punto più meridionale della rocca da cui si osserva lo stretto di Gibilterra, le navi che attendono il permesso di transito e, tempo permettendo come nel nostro caso, le coste del Marocco. Per pranzo non potevamo che ordinare fish and chips!

4^ tappa: con il bus Supra della compagnia Alsa raggiungiamo in appena 2 ore Siviglia (costo biglietto 25 euro, 7 euro in più rispetto alla corsa semplice ma ne vale la pena per comodità e servizi offerti, dalla tv al pocket lunch, poltrone extra large, aria condizionata).Soggiorniamo al Tryp Macarena, 4 stelle del gruppo Melia che abbiamo prenotato direttamente dal sito per 67 euro a notte per camere con una prima colazione inclusa che ci lascia davvero senza parole. L’hotel si trova nel barrio popolare de La Macarena e dista dal centro poco meno di mezzora. Il tragitto è pero piacevole, sempre illuminato e trafficato ad ogni ora del giorno e della notte. Non è la nostra prima volta a Siviglia, tuttavia ripercorrerne le calles, spiare con discrezione nei patios andalusos, osservarne gli splendidi azulejos non può che essere un piacere. Oltre al Barrio de Santa Cruz meritano di essere visitati la Cattedrale con l’annessa Torre de la Giralda (scenario della Semana Santa sevillana) Los Reales Alcazares, la Casa de Pilato, il Parque de Maria Luisa e il Costurero de la Reina, quartiere completamente costruito per l’esposizione spagnola e latino-americana del 1929 in cui sono perfettamente conservati i padiglioni inaugurati in tale occasione e che oggi ospitano ambasciate ed istituzioni.

La nostra vacanza è finita: tirando le somme, anche quelle vere, possiamo dire con certezza che chi si accontenta gode… la filosofia del low cost ci ha permesso di restare fuori per ben 15 giorni e tutto sommato non ci siamo fatti mancare nulla solo siamo stati attenti nello scegliere voli, hotel e ristoranti.

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