Long weekend a Londra

Nella capitale inglese in occasione del carnevale di Notting Hill
Scritto da: dpellizzon
long weekend a londra
Partenza il: 23/08/2013
Ritorno il: 26/08/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Nonostante avessimo già visitato Londra in passato decidiamo di goderci 3 giorni nella capitale inglese attratti soprattutto dalla fama del pazzo carnevale di Notting Hill e dalla voglia di scoprire qualche luogo inconsueto.

Arriviamo a Londra con un volo Ryanair e andiamo alla ricerca della stanza prenotata via internet nel quartiere di Paddington. Grazie alle mail inviateci riusciamo a trovare in un box protetto da password le chiavi di casa e ad entrare nell’appartamento che condividiamo con alcuni arabi e 2 spagnoli con i quali avremo una curiosa coincidenza di orari (soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del bagno).

Iniziamo la mini vacanza passeggiando nel mercato coperto e nelle due piazze del Covent Garden godendoci gli intrattenimenti che la zona offre: gli artisti di strada, i negozi di specialità tipiche, i caffè e i ristoranti.

Proseguiamo a piedi per la Tate Gallery (ingresso gratuito), una bella galleria d’arte che racchiude una delle collezioni più all’avanguardia del mondo e ci godiamo le opere di Picasso, Matisse, Dalì, Warhol e soprattutto Rothko per il quale abbiamo una strana e incomprensibile passione.

Concludiamo la visita con un giro all’ultimo piano, dove c’è una terrazza con magnifico panorama su Londra che ci godiamo (e modestamente non a caso) al tramonto.

Proseguiamo sempre a piedi sulle rive del Tamigi verso la nostra prossima destinazione il ristorante messicano (con camerieri rigorosamente italiani) Wahaca. Il locale è decisamente trendy con una bella vista sul fiume e un’atmosfera allegra forse anche grazie all’aperitivo superalcolico che viene consumato in attesa del posto a sedere. Conosciamo una ragazza di Udine che brinda felicissima per festeggiare la fresca assunzione presso un ospedale di Londra (alla faccia del problema della fuga dei cervelli dall’Italia). Terminiamo la serata passeggiando fino ai giardini in prossimità del London Eye.

Iniziamo la seconda giornata con una visita a Portobello road con la sua piacevole architettura tardo vittoriana passeggiando tra i negozietti e le bancarelle dove si possono trovare souvenir originali vestiti usati o nuovi e gastronomia con specialità multietniche; qui sembra che il mercato locale sia riuscito a salvarsi dal potere commerciale delle grosse industrie.

Poiché la giornata è diventata piovosa decidiamo per un giro con gli autobus turistici Hop-on Hop-off, ammirando i luoghi più conosciuti di Londra come Buckingham Palace, Westminster Abbey, il Big Ben e il Parlamento, il London Bridge e of course la Tower of London. Il commento in italiano è piuttosto easy e propone molte banali curiosità come quella che a Piccadilly è stato installato il primo cartellone pubblicitario luminoso al mondo (e ci credo che gli inglesi ne vadano orgogliosi!). Con il biglietto del tour è compreso un giro in battello e 3 itinerari a piedi. Da Trafalgar decidiamo di fare quello dedicato ai Beatles ma demordiamo subito più che per le cattive condizioni atmosferiche per la pessima pronuncia della guida.

Ci rinchiudiamo allora nei lussuosi magazzini Harvey Nichols per curiosare nel mondo del lusso e vedere chi può spendere in questo periodo; la risposta è semplice: soprattutto le signore arabe. Se qualcuno invidia il fatto che gli arabi possono avere più mogli dovrebbe vedere cosa succede alla carta di credito quando le signore sono all’opera nei reparti gioielleria, intimo o profumeria.

Il tempo migliora e ci rechiamo così a Camden town dove c’è un mercato noto dagli anni ’70. Il mercato è formato da un labirinto di bancarelle di artigianato etnico e di creazioni di giovani artisti della Londra multiculturale e da stand gastronomici. L’impressione però è che il quartiere, a seguito del grande flusso turistico, abbia perso la sua spontaneità e che da avanposto underground si sia trasformato in una specie di parco a tema punk-gotico-futuristico.

Ceniamo in un ristorante che fa parte della catena Angus steakhouse dove possiamo goderci dell’ottima carne di angus che per noi è una passione anche maggiore di quella per Rothko. Nonostante il locale sia pieno sono veloci nel trovarci un tavolo ma quando abbiamo cenato sono altrettanto veloci nello “scoparci fuori”.

3° giorno

Il terzo giorno è arrivato finalmente il momento del carnevale. Leggiamo da qualche parte che l’evento ha inizio alle nove del mattino, noi arriviamo un po’ prima e l’area è deserta ad eccezione di qualche negoziante che si affretta a barricare il negozio con assi di legno e di imponenti contingenti di polizia. Sembra di essere in una città in stato di guerra; evidentemente non abbiamo capito la portata dell’evento. Il carnevale a Notting Hills è il più grande festival di strada europeo, il secondo carnevale al mondo dopo quello di Rio e attrae oltre un milione di persone.

Nel giro di poche ore le strade si riempiono di carri con una potenza di suono impressionane seguiti da serpentoni di ragazzi che ballano al ritmo di salsa, samba, calypso e ogni possibile ritmo caraibico. I costumi sono da favola carichi di piume e paillettes. Nel quartiere tutti sono mobilitati, dai giardini delle case ognuno si inventa un business e crea stands per la vendita di cibo, magliette, bandiere o propone tinozze piene di cocktail al rhum. Qualcuno “affitta” il bagno di casa per una sterlina o per due se il bagno è Vip(?!)

Ovviamente non mancano gli stand culinari con cucina caraibica a base di Jerk Chicken (pollo speziato), banana fritta, riso e fagioli o manioca fritta.

I ballerini vengono spruzzati dai carri di grosse quantità di cioccolata liquida, (la cosa crea un impatto visivo piuttosto ambiguo) o di liquidi di colori vivaci.

Per tradizione i partecipanti si intrufolano volentieri nelle case che trovano aperte per godersi lo spettacolo dalla terrazza, usare il bagno,svuotare il frigo e godere di tutto ciò che è possibile.

Le parate si concludono alle 19 ma i party e la musica continuano per strada fino a notte fonda.

Big Ben ha detto stop e a noi non resta che farci una doccia e tornare in Italia.

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Carnevale

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Covent garden

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Portobello

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Big Ben

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Piccadilly



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