Soho, dirty trendy soul

Alla ribalta per i nuovi shop di giovani stilisti, i club modaioli e i teatri dell'off-west end
Turisti Per Caso.it, 13 Dic 2010
soho, dirty trendy soul
Prostitute, ubriaconi, artisti squattrinati e gente di malaffare. Tutto questo era Soho a metà del 1800. Oggi, invece, il quartiere è diventato la zona più trendy di Londra. Qui, non si viene per vedere monumenti (pochi e molto distanti tra loro), ma per vivere il nightlife, le vie dello shopping e gli spettacoli dei teatri off. Così l’ex quartiere delle avanguardie anni Sessanta, Broadway londinese iscritta tra Piccadilly e Regent Street, l’intramontabile Soho si va massificando e globalizzando, senza però tradire del tutto la sua tradizione anticonformista, la sua fama stravagante, il folklore bizzarro dell’eterogenea umanità che si incrocia tra le aiuole di Soho Square e che sembra spuntata fuori da un remake di Hair: coppie gay, harekrishna in camicione, hip-hop e rockettari con iPod mertella timpani, casalinghe con chihuahua al guinzaglio, mimi, giocolieri, studenti, qualche bobby in divisa d’ordinanza, passanti in taxi-risciò a pedali guidati da aitanti giovanotti.

Negli shop around the corner Le fashion addicted s’infilano nelle boutique più glam, partendo da Kingly Court, una sorta di patio lungo Carnaby Street, intasato di botteghe come Fur Coat no Knickers per chi ama le trouvailles anteguerra, Black Pearl per la bigiotteria anni Cinquanta, Siren per l’abbigliamento new pop, It’s Something Hells per i seguaci dei ciuffoni rock style. Ma gli acquisti più curiosi si fanno da All the Fun of the Fair, col suo assortimento di lane tinte, o da Bexy Lady, Lazy Oaf e Carry Me Home, con t-shirt, vestiti, accessori d’ogni genere e modelli esclusivi per ogni età, dalla signora al bambino. Broadwick Street è la traversa off-Carnaby che inanella gli show-room più originali, dal London College of Fashion, la scuola dove si elaborano gli “stil novi” della moda anglosassone, a Bolongaro Trevor con i capi eccentrici degli stilisti Kait Bolongaro e Stuart Trevor, da Dolly Dare, un trionfo di gonne a fiori, sottogonne a pois in tenui colori da cono gelato e nuvole di tulle rosa confetto, a Tatty Devine con le sue strampalate collane di strass o i monili ispirati alle opere di Gilbert&George.; Beyond the Valley in Newburgh Street è invece la vetrina dei talenti più innovativi della moda e dell’arte contemporanea; uno di loro, il designer hongkonghese Shiu Kay-Kan, ha inaugurato a Lexington Street il suo atelier, SKK Lighting, in cui crea lampade e lampadari, abat-jours ed elementi d’arredo, giocando sulle forme e sui riverberi della luci.

Ogni angolo, ogni strada, ogni incrocio a Soho ha il suo shop around the corner; ma le memorie dei vecchi, eleganti negozi del “miglio quadrato” di Mayfair – cappelli, ombrelli e scarpe su misura, camicie Oxford, pullover di shetland, cravatte regimental – qui lasciano il posto alle nuove tendenze della moda globalizzata, all’abbigliamento etnico, agli accessori casual. Di pari passo al crollo delle borse, è esplosa la mania del vintage-trendy e dei charity shop come quelli dell’Octavia Foundation a Goodge Street e del Salvation Army a Princess Street, dove si scovano vestiti, borse e accessori usati. In Beak Street c’è, invece, Year Zero, boutique di coloratissimi gioielli acrilici e giacche serigrafate specializzata nel rifare il look a capi consunti e borse sbiadite: al modico prezzo base di 650 sterline, tutto viene rigenerato con decorazioni e motivi originali. Sempre a Beak Street, al numero 19, ecco Playlounge, dove far incetta di statuine, gadget, stampe, cartoline: un indirizzo che si affianca al classico Vintage Magazine Shop di Brewer Street, specializzato in rarità fuori catalogo per collezionisti di riviste d’epoca, vinili e fotografie.

Quartiere Latino in riva al Tamigi

Accanto all’inossidabile facciata stile Tudor di Liberty, uno dei templi londinesi degli store genere Harrod’s o Selfridges (abiti di gran firma, borse da collezione, arredi di design moderno), si alza il chiasso del mercato di Berwick Street, la Campo de’ Fiori londinese, dove insospettabili businessman in cravatta regimental vanno a far spesa prima di abbandonarsi ai massaggi e ai trattamenti benessere di Relax, vera e propria spa con annesso shop di fiori e regali. Nonostante l’animazione che regna attorno all’insegna fosforescente della yogurteria di design Snog – tra l’area a luci rosse e il gay village – i negozi più frequentati di Soho mantengono l’aspetto della bottega di quartiere o dell’emporio della nonna: l’antro di delikatessen di Lina Stores, l’Algerian Coffee Store (tea shop e torrefazione d’epoca con tè pregiati e profumati caffè bluemountain) o ancora l’enoteca Gerry’s, autentica caverna di Alì Babà per amanti del buon bere, con bottiglie ed etichette da tutto il mondo accatastate nelle scaffalature come in una libreria antiquaria. Bar, ritrovi e locali di gusto parigino danno a questo spicchio di Londra l’atmosfera di un quartiere Latino in riva al Tamigi. Frequentatissimi il Café Bohème, bistrot con concerti jazz live il fine settimana, la Maison Bertaux, pasticceria, tea-room e galleria d’arte, e Kettner’s, storica brasserie e champagne-bar impreziosito da un décor belle époque con pasticciere bionde che, nell’annesso pudding bar, dispensano tarte tatin e muffin caldi da un bancone di marmo.

Club modaioli e locali di burlesque

Il clima leisure che anima Soho si estende sull’altro lato di Regent Street, trasformato in un’isola pedonale straripante di gente tra i tavoli all’aperto di Aubaine, ricercato bistrot in stile mediterraneo, o i divani con narghilè e la cucina a vista di Momo, caffè-ristorante d’atmosfera orientale marocchina. I tiratardi pronti a tuffarsi nel fiume della movida notturna di Soho riattraversano, invece, la Regent, ai margini del West End, per approdare da Maddox in Mill Street, club dal design minimalista caratterizzato dallo scintillìo di specchi e di luci: esclusivissimo, carissimo, con tanto di giardino d’inverno, frequentato da celebrities e accessibile ai comuni mortali solo su prenotazione. Ambiente decisamente più informale da Cocoon, disco-bar per cultori del sushi e della cucina fusion al primo piano di uno stabile antico, con vista sul traffico di Regent Street that never sleeps. Ma la vera novità è Sketch, cinque locali uno più seducente dell’altro, scavati in uno stabile della Conduit. Un ingresso popolato di fantasmatiche sculture conduce nelle scenografie ispirate all’Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, per un pub in stile vecchio magazzino aperto dal breakfast al dopo cena; si cambia scena nella Gallery, birreria-ristorante dall’atmosfera ovattata che preclude al décor spaziale dell’East Bar, riservato a piccoli gruppi di amici o a coppie in cerca d’intimità; si passa poi al Glade e, al piano superiore, all’eclatante ambientazione stile anni Venti della Lecture Room, che fa da cornice alle ricette d’autore di Pierre Gagnaire, uno dei padri fondatori della “cucina molecolare”. Infine, la tendenza del momento, lanciata da Dita Von Teese, richiede un’ultima tappa al Madame Jojo’s (8-10 Brewer Street, madamejojos.com) dove, tra specchi, luci e tende di velluto rosso, vi imbatterete nei migliori spettacoli di burlesque di Soho. A conferma che la dirty soul del quartiere non è soltanto una leggenda.

Mayfair, per i nostalgici del British Style

Accanto a Soho, sul lato opposto di Regent Street, si estende l’area di Mayfair, quartiere d’origine dello stile inglese e zona doc della classica eleganza british. Savile Row è la strada delle sartorie maschili di tradizione come Hardy Amies (14 Savile Row, tel. 0044 20 77342436, hardyamies.com), fondata dall’eclettico Sir Amies che disegnò i costumi di scena per 2001 Odissea nello spazio e lanciò la raffinata couture di cui la Regina fu illustre testimonial. Henry Poole (15 Savile Row, tel. 0044 20 77345985) è la casa madre delle tuxedo, le giacche da sera informali che spopolarono in America e nei film di Hollywood. Icona dell’eleganza esuberante da pop-star, William Hunt (41 Savile Row, tel. 044 20 74391921) fu la sartoria di Tom Jones e degli Spandau Ballet, oggi è la boutique preferita dai coniugi Beckham. Favourbrook (55 Jermyn St., tel. 0044 20 74935060, favourbrook.com) è apprezzatissimo per le giacche di velluto e gli stravaganti panciotti alla Elton John. Da John Lobb (9 St. James’s St., tel. 0044 20 79303664, johnlobbltd.co.uk) si viene per le scarpe bespoke, cucite a mano, esclusivamente su misura, per piedi celebri che vanno da Guglielmo Marconi a Lady D. O allo 007 versione Daniel Craig. Infine, Lock & Co. Hatters (6 St. James’s Street, London, tel. 0044 20 79308874, lockhatters.co.uk), cappelleria su misura che da tre secoli, con il suo capillare servizio per corrispondenza, ha precorso l’era del web shopping.

Shopping: la top guide

Ai centri commerciali e ai grandi magazzini preferite l’originalità dei piccoli negozi e la creatività delle botteghe artigiane? A guidarvi tra le insegne nascoste dello shopping londinese più eccentrico e bizzarro c’è l’Indipendent London Store Guide, prezioso calepino compilato da Moritz Steiger ed Effie Fotaki e pubblicato dalle edizioni Monstermedia. Lo trovate nelle librerie della città inglese: costa 8,99 sterline (circa € 10,50) e segnala 170 indirizzi per tutti i gusti e tutte le tendenze, dall’alta moda vintage agli oggetti d’arredamento più particolari, dai negozi di dischi in vinile a quelli specializzati in libri e giornali d’epoca. Ma a Londra è possibile persino fare acquisti col mouse: streetsensation.co.uk è il sito ideato da Anthony Harrison, l’ultima trovata in fatto di shopping domestico, una pratica ormai diffusissima in Inghilterra. Il sito offre una precisa cartografia virtuale delle strade di Soho e degli altri quartieri del centro di Londra, con mappa interattiva, indirizzi, foto aggiornate e link ad ogni singolo negozio, banca o ristorante; basta cliccare per far compere online, prenotare un tavolo per la cena e operare sul proprio conto corrente (solo se ne avete aperto uno nella city.)

Cahier de voyage

Come arivare Voli a/r dalle principali città italiane per gli aeroporti londinesi di Heathrow o Gatwick con British Airways (britishairways.com) e per l’aeroporto di London City con Alitalia (alitalia.com). Tra le compagnie low cost ci sono Ryanair (ryanair.com) ed EasyJet (easyjet.com).

Room service Sanderson Hotel 50 Berners St. Tel. 0044 20 73001400 Boutique hotel di design, giovane e divertente, firmato Philippe Stark. C’è anche la spa; camera doppia in b&b; da € 223. Sandersonlondon.com

Ridgemount Hotel 65 Gower St. tel. 0044 20 76361141 Budget-hotel centrale ed economico, con stanze minuscole ma pulite e silenziose; doppia in b&b; da € 92. Ridgemounthotel.co.uk

Arosfa Hotel 83 Gower St. Tel. 0044 20 76362115 Bed&Breakfast; dall’accoglienza cortese e disponibile, comodo e con ottimo rapporto qualità-prezzo; doppia in b&b; da € 96. Arosfalondon.com

Food Yalla Yalla 1 Green’s Court Soho tel. 0044 20 72877663 Minuscolo ristorante libanese in un vicolo di Green’s Court; menù di tradizione e prezzi bassi. Prezzo alla carta da circa € 23. Yalla-yalla.co.uk

Tamarind 20 Queen St. Tel. 0044 20 76293561 Alfred Prasad, chef indiano insignito dalla stella Michelin, rinnova la tradizione gastronomica indiana con spuntini di alta cucina. Prezzo alla carta da € 47. tamarindrestaurant.com

Imli 167 Wardour St. Tel. 0044 20 72874243 Elegante bar di tapas indiano-iberiche per uno spuntino o un brunch veloce. Prezzo da € 12. Imli.co.uk

Canela 1 Newburgh St. Tel. 0044 20 74949980 Nuova filiale a Soho per il trendy risto-café brasiliano di Covent Garden. Prezzo da € 12. Canelacafe.com Whole Food Café 69 Brewer St. Tel. 044 8721 481846 Insalate, sandwiches e zuppe, anche take-away, per i talebani del biologico e del macrobiotico. Prezzo da € 12.

Info Ente Nazionale del Turismo Britannico Visit Britain, via Cantù 3, Milano, tel. 02 8808151, visitbritain.it

Britain and London Visitor Centre, 1 Lower Regent St., Londra, tel. 0044 8701.566366, visitlondon.com