Londra… e i suoi luoghi comuni?

Londra, la prima cosa che ti viene in mente? La pioggia… niente! Gentlemen con la bombetta, ombrello e valigetta… niente! Cibo pessimo e caro… niente! Smog infernale… niente! Caos, sporcizia… niente! Città grigia… niente! Persone fredde… niente! Grande metropoli, situazioni pericolose… niente! In realtà… La pioggia...
Scritto da: Ste@
londra… e i suoi luoghi comuni?
Partenza il: 03/05/2009
Ritorno il: 08/05/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Londra, la prima cosa che ti viene in mente? La pioggia… niente! Gentlemen con la bombetta, ombrello e valigetta… niente! Cibo pessimo e caro… niente! Smog infernale… niente! Caos, sporcizia… niente! Città grigia… niente! Persone fredde… niente! Grande metropoli, situazioni pericolose… niente! In realtà… La pioggia c’è stata… per dieci minuti. Poi spunta il sole e metti via il kway, poi nuvole minacciose rimetti il kway, sole via il kway, vento forte e freddo e ririmetti il kway! (devo dire che questo altalenarsi di nuvole ha messo a dura prova la mia pratica nella fotografia!) I brokers vestiti di scuro corredati di bombetta, ombrello e valigetta 24h ora sono dei giovanotti giacca cravatta zaino e cresta sulla testa! Il cibo… che dire… i soliti italiani che cercano a tutti i costi all’estero gli spaghetti non si possono proprio commentare, ma ormai Londra offre una vasta anzi completissima scelta di ristoranti per tutti i gusti, per tutte le tasche e per tutte le nazioni: brasserie francesi, taperie spagnole, ristoranti italiani, indiani, cinesi, vegetariani, catene di take-away di qualsiasi cosa dal panino, tramezzino al sushi, e soprattutto gli immancabili pub. La città non è affatto grigia, basta visitare quartiere come Notting Hill o Camden Town oppure osservare le migliaia di taxi che circolano per la città: neri, rosa, viola con striature blu, rossi, pezzati come mucche, neri con pubblicità della Jack Daniel! Smog non si sente grazie al vento che spazza via tutto.

Caos, limitato a Piccadilly forse. Non abbiamo mai sentito strombazzare istericamente! Sporcizia non esiste perché non esistono persone maleducate.

I londinesi non sono affatto freddi, ti aiutano se sei in difficoltà con la cartina, è facile scambiare una parola o anche solo un sorriso in metro con tutti, dalla vecchietta replica della Regina al dark o all’impiegato giacca e cravatta.

In tutte le città c’è più o meno delinquenza, nel centro di Londra qualcuno si è avvicinato con aria sospetta, qualche ubriaco c’è, ma la polizia è molto presente ed è un servizio vero, gli agenti sono gentili (anche quando devono far alzare un barbone dal marciapiede) e molto disponibili. Noi non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo o di sentirci a disagio.

Insomma… quattro giorni e mezzo io e il mio compagno nella capitale britannica… alla scoperta dei non luoghi comuni.

Approfittiamo di un volo a poco più di 100euro a/r in due prenotato su Ryanair. Su booking.Com scegliamo il Windermere Hotel, tra i migliori consigliati da TripAdvisor.

Poi è l’ora dell’acquisto della guida, Lonely Planet forever! Prepariamo l’itinerario, mettiamo in fila monumenti, musei, giorni e orari per le visite gratuite, ristoranti, negozi e stranezze varie tutto diviso per quartiere. Purtroppo… ci accorgiamo solo una volta aperta la valigia di aver dimenticato a casa il block-notes dove avevamo annotato tutte le nostre tappe… ma poco importa, sappiamo quasi a memoria l’itinerario a furia di rileggere e correggere! Si parte, è il 3 maggio 2009, periodo ideale per la temperatura e per la poca presenza di turisti. Da Torino sorvoliamo le Alpi ancora innevate, due ore passano così in fretta che ci accorgiamo appena di essere sopra lo stretto della Manica. Gli inglesi si sa son strani, e quindi in coda per i controlli in uscita dall’aeroporto non ci turba la visione di una signora vestita di tutto punto… che cammina senza scarpe sulla moquette presente ovunque a Londra! Compriamo i biglietti (al banco una ragazza toscana) per il bus Terravision (sulla pensilina dei bus un ragazzo romano urla “Victoria!” siamo in Italia o in Inghilterra?) che ci porterà alla stazione Victoria. Scesi dal bus ci dirigiamo a piedi all’hotel Windermere. L’hotel è ben posizionato in quanto è vicino al capolinea dei bus che arrivano da Stansted e da altri aeroporti, è comunque vicino alla metropolitana, in una via con case eleganti tutte bianche, in una zona tranquilla dove la gente lascia fuori dalla porta la bottiglia del latte che verrà riempita il giorno dopo, dove le Ferrari vengono parcheggiate lungo i marciapiedi, quindi ho detto tutto. E’ soprattutto un hotel pulito, evento raro da queste parti, con buona colazione e personale molto accogliente, disponibile e simpatico. Se pensate di pernottare in questo hotel sappiate che non c’è l’ascensore, ma delle strette scale scricchiolanti in legno ricoperte ovviamente di moquette, a noi non crea disagio anzi rende ancora più caratteristico questo albergo. Il personale è disponibile ad aiutarvi per portare in camera i vostri bagagli. Unico suggerimento: quando prenotate specificate “not lower ground” perché ci sono delle stanze anche nel seminterrato.

Dopo aver preso possesso della camera ci avviamo subito verso Buckingham Palace, la bandiera è su, la Regina è in casa. God save the Queen. Le visite alla residenza reale ci sono solo in estate, quando la famiglia è a Windsor.

Lì vicino c’è Hyde Park, ne vediamo metà perché è enorme. Inoltre oggi è pieno di gente perché è domenica, tanti fanno picnic o giocano sui verdi prati e nonostante questo è tutto pulito, prati all’inglese (ovviamente) perfetti, fiori curatissimi e bellissimi, tutto non danneggiato, e… scoiattoli! Questi simpatici furbetti animaletti non è difficile vederli e si avvicinano tranquillamente… naturalmente se avete qualcosa per loro! Ad anatre cigni ecc che popolano il Serpentine, un lago in realtà un fiume il Tyburn, è vietato dare da mangiare, ci sono anche dei cartelli di divieto.

Riprendiamo la strada verso l’hotel sempre a piedi e ci fermiamo in una brasserie per cena: due pietanze ciascuno e acqua totale 25£.

Rientriamo in hotel soddisfatti della cena, e assistiamo all’arresto con tanto di manette di un uomo… diciamo molto allegro a causa di qualche bicchiere di troppo! 4 maggio 09 Colazione “normale” per me (pane tostato, burro e marmellata, croissants e the), colazione più sostanziosa per il mio compagno che aggiunge oltre alle cose prese da me anche uova e pancetta. Più in là in sala sono seduti due ragazzi inglesi che fanno il bis di uova pancetta salsiccia e birra… sono le 7.30 del mattino! Con la pancia piena ci dirigiamo a piedi verso Westminster, visita con l’audio guida 12£ a persona, se pagate con la carta di credito come abbiamo fatto noi evitate la coda. Anche se l’ingresso è un po’ caro sono soldi spesi bene, l’abbazia è molto suggestiva e con l’ausilio della guida risulta molto più interessante. Usciamo ed ecco la nostra prima – e ultima – pioggia londinese. Dopo dieci minuti spunta il sole. Si! Siamo in Inghilterra! Prossime tappe Houses of Parliament (Palazzo di Westminster), Big Ben e London Eye, si trovano tutte nelle vicinanze di Westminster. Purtroppo oggi non sono previste visite all’interno del Palazzo, quindi proseguiamo a piedi percorrendo il lungo Tamigi con destinazione il 10 di Downing Street. Un nero cancello chiude la strada su Downing St., quindi la casa del Premier britannico è poco visibile, ma le simpatiche guardie ben volentieri indicano la famosa porta nera. Troviamo anche qui vicino Scotland Yard.

Poco più in là sulla Whitehall ci fermiamo al Museo della Cavalleria Reale e assistiamo al cambio della guardia… movimenti quasi teatrali.

Passiamo per il cortile del museo e andiamo verso il St James Park dove troviamo dei bagni pubblici gratuiti davvero puliti! Dal St James Park andiamo verso Trafalgar Square, non possiamo apprezzare la piazza perché c’è in corso una manifestazione. Decidiamo quindi di entrare al National Gallery, museo a ingresso libero perché di proprietà del popolo britannico ma è possibile lasciare, e crediamo sia quasi un dovere affinché la cultura sia sempre fruibile gratuitamente a tutti, anche solo una minima offerta. All’interno del National Gallery troverete una vasta collezione di dipinti, ma anche se non siete appassionati di pittura oppure avete poco tempo è comunque d’obbligo la visita ai quadri più famosi, uno su tutti il vaso di girasoli di Van Gogh. All’ingresso troverete una brochure contenente la lista dei quadri più importanti e dove sono situati, in modo da non perdervi e non perder tempo.

Usciti dal National Gallery la fame si fa sentire, e in effetti sono le 15, “colpa” della sostanziosa colazione. In Trafalgar Sq troviamo “Pret à manger”, una catena tipo Starbucks, ci sediamo per mangiare un panino a testa, del vegan sushi e due caffè americani per un totale di 16£. Per un pranzo veloce ed economico Pret à manger e simili vanno benissimo, hanno molta scelta – anche per i vegetariani come me – e non sono affatto male i tramezzini&co.

Dopo la pausa pranzo passeggiamo con il nostro bicchierone di caffè bollente nei dintorni di Trafalgar, raggiungiamo prima Leicester Sq e poi finalmente Piccadilly Circus. Negozi a non finire, locandine di musical ovunque, traffico di bus rossi a due piani e di black cabs, le luci di Piccadilly, abbiamo la sensazione di essere al centro del mondo! In Piccadilly segnaliamo per gli appassionati dello shopping – come hanno già fatto alcuni di voi nei racconti – un negozio sportivo molto economico, il Lillywhite. Il mio compagno porterà a casa con 16£ in tutto due felpe della Lonsdale! Raggiungiamo China Town e poi Convent Garden. Torniamo verso Piccadilly gironzolando per le vie e decidiamo di fermarci per cena in questa zona. C’è troppa scelta, siamo decisamente stravolti non tanto per le lunghe camminate ma quanto per il tempo ballerino e il vento freddo che ci toglie le forze, così scegliamo per disperazione Pizza Hut in Leicester Sq, due pizze (buone e soffici) e due coca-cola totale 21£.

Piccadilly again per le foto notturne, torniamo verso l’hotel utilizzando la metro. Sentiamo il nostro primo “Mind the gap!”.

5 maggio 09 Ogni sera prima di andare a nanna è consuetudine scrivere il diario della giornata trascorsa. Il racconto di oggi inizia con la frase “E’ stata una giornata dura…”.

Solita colazione, oggi prima destinazione Harrods. Ci ostiniamo ancora a raggiungere la nostra meta a piedi perchè troviamo sia più interessante, osserviamo più cose, scopriamo angoli di città che altrimenti non avremmo visto, e quasi abbiamo l’illusione di confonderci tra la folla che cammina svelta… ma la nostra andatura turistica ovviamente ci tradisce, tant’è che ad un semaforo in attesa che scattasse il verde per i pedoni una vecchina con tanto di cappellino color azzurro mi prende per un braccio e mi dice decisa “we can cross now!”, gentilmente la ringrazio un pò imbambolata. Entriamo da Harrods da una via secondaria, subito questi lussuosi magazzini non ci entusiasmano più di tanto, forse un po’ pacchiani o troppo lussuosi… fatto sta che usciamo senza aver visto la zona alimentare. Facciamo il giro dell’isolato e troviamo… la parte alimentare di Harrods… è un paradiso! Cibi di ogni genere e provenienza, la zona dolci è una goduria per la vista, l’olfatto e soprattutto per il palato. Usciamo con i regali golosi per amici e parenti. E noi? Rientriamo velocemente come due bambini che fanno il secondo giro su una giostra, e ci concediamo un piccolo goloso lusso presso la pasticceria: davanti alla varietà infinita di minicake decidiamo per due minicake buonissimi!! Uno al cioccolato e un’altro alla banana. E poi aggiungiamo un tortino con base di pasta frolla con fragole tutte uguali tutte dello stesso colore e una fetta di torta con crema di pistacchio e fragole tutte uguali tutte dello stesso colore e cioccolato. Eravamo pronti a tirare fuori la carta di credito… invece costo totale 9£. Consumiamo le delizie acquistate su una panchina in Brompton Rd, e dopo la dolce sosta scendiamo in metro, acquistiamo la travel card giornaliera a 5.60£ (permette di utilizzare illimitatamente la metro da dopo le 9 o 9.30 del mattino – off peak – fino a fine servizio) si va al National History Museum. E’ bellissimo, enorme e per questo ne usciamo distrutti. Anche questo museo è gratis, solita offerta.

Prendiamo la metro per andare a visitare Kensington Palace e il parco. Le visite all’ultima residenza della principessa del Galles per oggi sono terminate, riproviamo domani. Ci godiamo, dopo aver visitato l’enorme e bel parco, il sole caldo in compagnia dei cigni. E’ l’ora di cena, inizia la ricerca. Consultiamo la guida, ma da queste parti niente che ci ispiri. Camminiamo per la zona e ci ritroviamo davanti ad un supermercato su due o tre piani all’insegna de “tutto naturale, tutto riciclato, tutto vegetariano”!! Si chiama Whole Foods Markets sulla 63 Kensington High St. (www.Wholefoodsmarket.Com/stores/kensington). All’ultimo piano c’è un self service ricco di piatti buoni e particolari. Ci fermiamo qui per cena, riprendiamo la metro per tornare in hotel.

6 maggio 09 Solita colazione per me, il mio compagno aggiunge oltre alla sua consueta ricca colazione anche latte e cereali seguiti da uova e pancetta… Ormai è totalmente integrato nella società inglese! Compriamo la travel card giornaliera, allo sportello un uomo supponiamo over 40 con bracciali di ogni genere, tatuaggi e ciuffo enorme alla Elvis ci saluta dondolando la testa con un “bye” da leggere con voce tonalità bassa e molto calda “baaaaaaaaaaaaaai”. Fantastico! Oggi prima tappa Kensington Palace. Il palazzo è bello, ovviamente non sono previste visite agli appartamenti privati.

Con la metro raggiungiamo poi Notting Hill e il mercato di Portobello Rd. Case colorate, bancarelle, pub, negozi alternativi, e la famosa libreria del film “Notting Hill”.

Passeggiando a caso la vetrina di un negozio specializzato in muffins attira il nostro sguardo… siamo dei golosoni inarrestabili! Ci sediamo nel minuscolo dehor per due muffins e due caffè americani.

Vorremmo fermarci ancora ma dobbiamo andare al British Museum. Abbiamo solo due ore per visitare il museo, facciamo in tempo a vedere la parte egiziana, quella romana e greca, velocemente Assiri e Celti. Anche qui entrata gratuita, con offerta. Usciamo abbastanza stanchi, di fronte c’è Starbucks. Entriamo perché non possiamo non provare questa schifezza: il frappuccino. Ovvero latte ghiaccio e caffè, tutto frullato, poi cioccolato caldo e panna sopra. C’era anche un frappuccino con frutti di bosco o fragole… non esageriamo! Devo dire buono, un bell’intruglio, ma tira così tanto vento che non riusciamo a godercelo.

Ritorniamo alla metro, scendiamo a Tower Hill. Tower of London e Tower Bridge sono le nostre due prossime mete. Ci guardiamo intorno e vediamo “ The Gherkin” ovvero il cetriolo, un grattacielo. Decidiamo di vedere prima il cetriolo, perché ci sembra abbastanza vicino… ma non è così! Gironzoliamo per la City piena di uffici, grattacieli e impiegati che a conclusione della faticosa giornata lavorativa si godono una birra con i colleghi alle cinque del pomeriggio. Con il naso all’insù torniamo verso Tower Bridge ma sbagliamo strada. Ci ritroviamo al Monument – il monumento che ricorda l’incendio del 1666. Per non sbagliare di nuovo costeggiamo il Tamigi per tornare indietro e raggiungere le nostre mete originali. Vediamo prima da fuori Tower of London, che troviamo ormai chiuso, e poi saliamo sul famoso ponte. Aspettiamo apposta sul ponte il calar del sole per goderci le luci della città che si accendono.

Ritorniamo alla metro e rientriamo dalle parti del nostro hotel per la cena. In zona non c’è molto e o è chiuso o è caro. Notiamo un fast-food che fa anche hamburger vegetariani. I commessi gentilissimi ci fanno entrare anche se manca pochissimo alla chiusura, e non finiscono più di ringraziarci perché decidiamo di portare tutto via! “Thank you for take away, thank you!” ci dicono all’infinito! Stanchi alle 22 siamo già sotto le coperte.

7 maggio 09 Solita colazione per me, e quasi mi sento noiosa perché il mio compagno aggiunge oltre alla colazione consumata ieri (caffè americano, pane tostato con marmellata, croissants, latte e cereali, uova e pancetta) la salsiccia! Metro destinazione Camden Town. Quartiere alternativo quello di Camden Town che però ha perso un po’ del suo fascino globalizzandosi perché tra uno studio tattoo e una vetrina punk spuntano qua e là negozi tutti uguali di abbigliamento e chincaglierie di scarsa qualità. Il mercato è enorme e in parte al coperto, ci addentriamo per perderci in questo labirinto infinito tra le bancarelle di abbigliamento di qualsiasi stile, angoli di dischi in vinile per i più nostalgici, punti ristoro cinesi, giapponesi, messicani, africani, spagnoli, botteghe di artigiani, ecc ecc ecc. Uno dei negozi più visitati è Cyberdog, luci fluorescenti, musica trance a palla, abbigliamento strano è dir poco, vale la pena guardare sul sito per capire www.Cyberdog.Net. Entriamo per curiosare e con noi entra anche una signora elegantissima in tailleur… i commessi la salutano come se nulla fosse, a Londra nessuno fa caso a come ti vesti, l’abbigliamento non è uno status symbol… In Italia una scena del genere avrebbe come minimo stimolato ilarità e perplessità da parte dei commessi e dei presenti.

A Camden Town puoi aspettarti di tutto, anche un canale stile Venezia! Andiamo via a malincuore, raggiungiamo la St Paul’s Cathedral. Ingresso a pagamento, ma rinunciamo alla visita un po’ per la coda alla cassa e un po’ perché ci sembra un de-ja vù, la cattedrale non è grandissima, stile barocco, ricorda San Pietro in miniatura – anche se la cupola è la seconda più grande al mondo dopo quella di Roma ovviamente.

Fuori scattiamo qualche foto, nel frattempo arriva un’auto, scendono due ragazze seguite da dei paparazzi. Armati di teleobiettivi inseguono letteralmente le due che velocissime entrano nella cattedrale, pochi si scompongono e qualcuno seduto sugli scalini di entrata alla cattedrale le riconosce, forse delle celebrità locali. Qui vicino c’è il Millenium Bridge, lo attraversiamo accompagnati da un gelido vento, passiamo davanti al Tate Modern Museum ma non entriamo; raggiungiamo il capolinea del traghetto che fa la crociera sul Tamigi fino al Big Ben. In questi giorni abbiamo macinato parecchi km e per cui ci concediamo un po’ di turistico relax. Nonostante il freddo, il vento, le nuvole nere sopra di noi coraggiosi saliamo sul battello (il biglietto costa 7.50£ ma viene scontato a 5£ se possedete la travel card giornaliera) e ci sediamo all’aperto per ammirare Londra dal Tamigi.

Scendiamo dal battello e sono le 16.55… aspettiamo che il Big Ben annunci le 17. It’s tea time! Vogliamo tornare a Piccadilly, ripassando prima per sosta nelle pulite toilette del St Jame’s Park. Visitiamo un pezzo del parco e troviamo anche qui scoiattoli curiosi. Arriviamo a Piccadilly, compriamo souvenirs tra cui un magnete logo della metropolitana con su scritto “mind the gap” anziché “underground”. Si perché questo mind the gap è stata una vera e propria simpatica ossessione, non facevamo altro che ripeterlo anche quando salivamo o scendevamo dal marciapiede! Per la cena consultiamo la guida, ci ispira dalla descrizione un ristorante mezzo italiano e mezzo francese, all’interno molto carino e caratteristico, propone piatti particolari ma è strapieno e fuori la coda è lunga. Torniamo indietro perché abbiamo notato lungo il percorso per il ristorante una taperia spagnola “Mar y Terra” 17 Air Street. Azzecchiamo la scelta. Tortillas, spinaci con pinoli e uvetta per me, per il mio compagno polipo a la feria, chorizo (salsiccia) con uova, calamari alla romana, tutto accompagnato da bruschette e olive varie buonissime. Concludiamo con crema catalana, un buon caffè espresso, acqua, totale 48£.

Durante tutta la cena il proprietario di Valencia ci parla in italiano, ci racconta che ha vissuto per un periodo in Italia, e che non tornerebbe mai nel suo paese perché a Londra c’è una mentalità aperta, si fa una bella vita anche se frenetica, e per bella vita lui non intende soldi ma educazione, servizi efficienti (dalla sanità agli uffici postali), divertimento e svago. Conclude dicendo: “se a Londra ci fosse il sole e il mare sarebbe perfetta”, dettagli… come non dargli torto! Domani 8 maggio torniamo a casa portando con noi oltre a una considerevole quantità di foto (più di mille) anche alcuni inevitabili confronti e considerazioni: la nostra società italiana ha davvero una “mentalità provinciale”, ormai la maleducazione nelle città è un fatto normale, mentre a Londra una metropoli che conta 9 milioni di abitanti, in cui ogni giorno si riversano migliaia di pendolari, non ci è mai successo di essere stati spintonati, anzi era un continuo “sorry” per qualsiasi cosa, ti viene rivolto un sorry anche quando in un marciapiede stretto ti sposti per far cortesemente passare davanti la persona che hai dietro di te perché il tuo passo è più lento… Sorry?? E pensi imbarazzato “hai ragione e scusa se sto in mezzo alle palle!”.

In attesa dei mezzi pubblici la gente non si precipita come una massa di gnu che deve arrivare alla riva opposta del fiume… no! Tutti diligentemente in fila, se non c’è posto prendi il prossimo bus perché passano spesso.

Nessuno bada a come ti vesti, tant’è che abbiamo visto un ragazzo giacca e cravatta con una mega cresta! In metropolitana un dark e un impiegato si siedono tranquillamente vicini.

Nei pub non ci sono solo giovani, anzi c’è un vero misto di generazioni. In Italia se entrano in un pub anche solo degli over 50 sopra la testa della gente appare il fumetto con su scritto “e questi che ci fanno qui??” Questi giorni non sono stati sufficienti per vedere tutto ovviamente, avremmo voluto vedere anche il Museo dei giocattoli di Pollock, visitare Tower of London e il paese Greenwich, il museo delle cere di Madame Tussaud, arrivare con la valigia vuota e fare shopping, tornare al British Museum per vedere il teschio di cristallo, e chissà quanto altro ancora! Quindi alla prossima! And… Mind the gap! ps: arriviamo all’aeroporto di Stansted, ci aspetta il volo di ritorno. Prima di entrare il mio compagno combatte contro il solito vento freddo per accendersi una sigaretta, io mi giro istintivamente e… Trovo per terra un penny! Pare porti fortuna 🙂



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