Un bel viaggio in Portogallo

A Lisbona per vivere la città, poi a Sagres, Coimbra, Cabo de Roca e Porto
un bel viaggio in portogallo
Partenza il: 02/08/2011
Ritorno il: 18/08/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Un piccolo Paese accogliente, affacciato sull’oceano, in cui spesso rimaniamo stupiti e affascinati dall’imponenza della sua natura e dalla grandezza delle opere dell’uomo.

Per me spesso un viaggio inizia qualche mese prima di partire, quando decido dove andare e comincio a studiare, a capire cosa voglio vedere, dove voglio alloggiare, come voglio muovermi e cosa potrei mangiare. Così è stato, l’anno scorso per il Portogallo, di cui, a dire il vero, conoscevo proprio poco e lo studio, quindi, è stato certo piu’ impegnativo del solito.

Ma mentre leggevo, questo viaggio mi coinvolgeva sempre più e il due agosto ormai non vedevo l’ora di prendere l’aereo e scoprire finalmente cosa mi riservava questa vacanza.

La prima tappa è stata la capitale, Lisbona; con un cielo blu che ha fatto da sfondo alla città per tutti e due i giorni e l’aria fresca e piacevole che mi ricordava che l’oceano era a portata di mano ho fatto la turista; cartina alla mano mi sono fatta trasportare dall’elevador su una ripidissima stradina che portava al Bairro Alto e mi sono goduta il bellissimo spettacolo di tutta la città dal suo ” miradouro”. Sono tornata indietro nel tempo, con lo sferragliare del tram 28 che passava per strade così strette che potevi stringere la mano al turista che transitava sul 28 di ritorno, nel quartiere più bello e caratteristico di Lisbona, ” l’Alfama“, e nello stesso giorno sono rimasta colpita dalla modernità del quartiereOriente“, dall’immenso e impressionante ponte “Vasco de Gama” (ben 17 km, altro che stretto di Messina!). Ho visitato la zona di Belem, senza tralasciare la sua splendida tradizionale pasticceria, per un caffè e una squisita “pasta de nata” e come una turista vera mi sono lasciata imbrogliare dai camerieri dei ristoranti i del Rossio.

Dopo la capitale, si parte per l’Algarve, per il mare. Sarà che la benzina e le autostrade sono ancora più care che da noi, ma il traffico e gli esodi di agosto qui non sanno cosa sono; così si arriva tranquillamente a Lagos. La prima impressione è splendida; il paese è tutto fatto di case bianche, molto ben curate che si arrampicano su strette stradine, il cielo è di un blu che più blu non si può e ci sono centinaia di gabbiani. I gabbiani di Lagos mi mancano ancora, si facevano sentire continuamente con i loro richiami e mi tornano spesso in mente le corse e le camminate che facevo la mattina presto su quella strada che scende verso il canale, sullo sfondo l’immensa spiaggia di Lagos, il cielo azzurro e l’iPod che non serviva perché c’erano loro, i meravigliosi gabbiani.

Non so perché mi ero fatta un’idea non tanto bella di questa zona, e quasi la volevo saltare… be’ non fatelo, andateci e godetevi il vento che si alza a metà pomeriggio, gustatevi i suoi ristorantini la sera, scoprite la spiaggia che più vi emoziona, scendete nelle calette chiuse da falesie immense e state lì a guardare l’oceano. Andate a Sagres, alla sua fortezza, e a Cabo Sao Vicente per godetevi lo spettacolo, davvero unico e affascinante, con le sue scogliere di almeno 60 metri a picco sull’oceano, un vento freddo fortissimo, un paesaggio incredibile da cui l’uomo è dovuto rimanere fuori, perché ha capito che nulla avrebbe potuto fare contro quella selvaggia ed emozionante natura.

L’Algarve lascia il segno, e dopo una settimana mi dispiace un po’ lasciarla, perché sono stata davvero bene.

Anche il 12 agosto, l’autostrada verso Lisbona è deserta e senza intoppi mi ritrovo a Sintra. Bella, ma un po’ troppo turistica, un po’ troppo caotica e il bel Palacio de Pena circondato da uno splendido bosco, è avvolto dalle nuvole, cosa che a dire il vero vero gli dona un fascino forse inconsueto.

Il giorno dopo, la prima tappa è Cabo de Roca, il punto più occidentale d’Europa; bello, emozionante e spettacolare anche questo, ma il mio cuore è rimasto nel vento di Cabo Sao Vicente. Da qui, la strada verso nord passa attraverso una bella campagna, piena di mulini a vento, a volte anche in funzione e spesso vicini alle tante immense pale eoliche presenti in questo paese; è una cosa che fa un po’ sorridere vederle insieme, mette quasi tenerezza; il passato e il futuro vicini, insieme.

Il viaggio prosegue, e dopo una breve tappa a Obidos, bel borgo medioevale con delle grandi mura molto ben conservate, e una passeggiata tra i suoi negozietti, arriviamo alla nostra prossima meta: Nazaré.

Dopo la prima impressione negativa, per il traffico e il brutto tempo, il tipico paese di pescatori ci appare in tutta la sua bellezza; la spiaggia è enorme, pulitissima e ben tenuta (come tutte le spiagge in cui sono stata), un po’ in stile brasiliano, con delle tende molto particolari al posto degli ombrelloni. Anche qui ci sono tanti gabbiani, ma visto il tempo sono un po’ mosci, non gridano (mi sa che le nuvole non piacciono nemmeno a loro), il paese è racchiuso da due bei fari e da una scogliera, che forma delle altre piccole spiaggette che si raggiungono anche a piedi, c’è un elevador vecchio più di cento anni, che porta a un’altra parte di paese, dove c’è il faro e dove le case e i ristoranti sono a picco, ma così a picco sul mare che ti viene quasi paura che crolli tutto da un momento all’altro. Ci sono due belle chiesette ricoperte di azulejas, le tipiche decorazioni portoghesi su maiolica, che si affacciano proprio sulla spiaggia e ci sono le donne, con le loro particolari gonne che fanno di tutto; essiccano il pesce sulla spiaggia, si siedono sul ciglio delle strade con i loro cartelli offrendo camere e garage, vendono fichi, mandorle, castagne e quant’altro. Ma visto che la bella spiaggia senza il sole è un po’ noiosa e i dintorni sono ricchi di posti da visitare, ne approfittiamo; andiamo in gita ad Alcobaca e visitiamo il monastero, anche perché a ferragosto e tutte le domeniche, nei musei, si entra gratis, poi andiamo a Fatima passando per Bathala e la sera torniamo sempre a Nazarè, anche perché è di sicuro il posto dove si mangia meglio; tanto pesce fresco, mariscos e tanti piatti tipici che non avevamo ancora trovato.

La nostra ultima meta è Porto, ma facciamo una deviazione lungo la strada per Coimbra. Avrebbe meritato più di mezza giornata la visita a questa bella città, sede di una delle più antiche e belle Università del mondo. La bellissima biblioteca è la cosa che più mi colpisce e mi fa sentire per un attimo una comparsa de “Il nome della rosa”, ma tutte le sale visitate sono molto belle. Dopo pranzo, il viaggio verso Porto è breve, e senza problemi arriviamo in città, abbandoniamo la macchina a noleggio e con un taxi ci ritroviamo subito in centro, dove c’e il nostro albergo. Porto è molto bella, il suo centro, con la sua piazza del Municipio è immensa, la sua stazione ricca di bellissimi azulejas è da ammirare, la sua cattedrale del Se’ è da visitare e da godere la bella vista che si ha da lassù, la ribeira con il suo lungofiume vivace e colorato di fronte alle cantine è da vedere prima del tramonto, perché c’è la luce migliore, mentre al mattino bisogna andare sul bellissimo ponte Don Luis, in alto, dove passa il metrò, perché si gode una vista impareggiabile sulla città per poi scendere e arrivare nella zona dove ci sono le cantine, assaggiare il porto e avere da qui un’altra bellissima visuale, forse la migliore. Magari non ci sono tanti monumenti, musei o chiese, ma Porto è una città che va vissuta così, leggermente, passeggiando e andando un po’ a zonzo per i suoi vicoli, dove ognuno coglie quello che più gli piace.

Dopo i due giorni a Porto si torna a casa con già un po’ di nostalgia; poi in un viaggio, ognuno si emoziona per cose diverse: per la natura, come succede a me, per un’opera d’arte, per una musica in un monastero o per il silenzio di un luogo. Lisbona e Porto non sono belle come Parigi, Londra o Roma, non trasudano storia come queste capitali, ma sono molto affascinanti, lasciano un segno, ti restano nel cuore con le loro imperfezioni, con i loro colori. Sono ricche di tradizioni che convivono perfettamente con la modernità e la tecnologia e se volessimo trovare un aggettivo che simboleggia un po’ questo paese, è “imponente”, anche se questo è un piccolo paese. Ma imponenti sono le sue piazze, i suoi palazzi i suoi monasteri e i suoi castelli, e imponenti sono le sue scogliere, le sue spiagge e le sue falesie e imponenti sono i suoi innumerevoli ponti. Da una parte sembra che questo Paese voglia dirci che non vuole rimanere indietro, non vuole essere dimenticato in quell’angolo di Europa, ma non per questo deve dimenticare le sue tradizioni, il suo passato. Così affianca sempre il nuovo all’antico, l’evoluzione alla tradizione. Il Vasco de Gama osserva il tram 28 che si inerpica nei vicoli di Lisbona, le pale eoliche girano a fianco dei mulini a vento e scendendo da un metrò pulito, puntuale ed efficiente, ti ritrovi a leggere delle massime filosofiche incise e illuminate sui muri ai lati delle scale mobili, che ti riportano a ritmi più sereni di quelli del metrò, più a misura d’uomo. Sembra che le innovazioni guardino le tradizioni con rispetto, senza interferire con i loro ritmi, l’uomo sembra rispettare la natura e nonostante, ahimè, alcuni ecomostri visti a Lagos, le spiagge non sono invase da yacht, moto d’acqua e quant’altro e, nonostante la gente che le affolla in agosto, prevale sempre il rumore del mare, del vento e dei gabbiani.

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Lisbona, tram 28

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Lisbona

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Porto

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Cabo de Roca

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Nazarè

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Lagos

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Cabo Sao Vicente

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Porto



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