Cinque Terre e non solo

Alla scoperta della costa del Levante ligure, passeggiando tra borghi e sentieri
Scritto da: GelatoAlMango
cinque terre e non solo
Partenza il: 25/04/2015
Ritorno il: 28/04/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Quattro giorni e 3 notti nella riviera del levante ligure, alla ricerca di piccoli borghi e… tante camminate.

1° giorno

Siamo partiti da Verona verso le 10 di mattina e prendendo l’autostrada per Genova siamo arrivati a Santa Margherita Ligure verso le 13:30 facendo l’ultima parte sulla SS1 attraverso Recco e Camogli. Abbiamo parcheggiato lungo la strada per Portofino e ci siamo incamminati fino al paesino lungo la stradina costiera. Da Paraggi chi vuole può prendere il sentiero nel bosco.

A Portofino abbiamo preso Via del Fondaco, al cui termine si trova una scalinata, che è l’inizio del sentiero che porta all’Abbazia di San Fruttuoso. Armatevi di pazienza, gli scalini da fare nel primo tratto sono davvero tanti… Dopo una faticosa salita si segue un sentiero che attraversa i boschi, regalando delle viste stupende sulla costa. Quel giorno piovigginava e abbiamo incontrato solo qualche persona. È stato favoloso! Durante la camminata ci siamo fermati a mangiare un panino al sacco e dopo quasi due ore siamo arrivati all’abbazia che è stata recuperata dal FAI, e si può raggiungere o a piedi o in barca. Io consiglio assolutamente di andare a piedi, la magia sta proprio in quello! L’ingresso all’abbazia costa sui 6€.

Al ritorno ci abbiamo messo un’ora e mezza, niente pausa questa volta. E la scelta di non prendere il traghetto si è rivelata ottima! Erano le sei di sera, niente traghetti perchè l’ultima corsa è alle 17:30, c’era a tratti una pioggia finissima, nessuno sul sentiero… si sentivano solo gli uccellini e il nostro respiro. Non credo servano altri commenti 🙂

Tornati a Portofino ci siamo concessi una visita al paesino, raffinato e molto piccolo. Dopo esserci riposati nel porticciolo siamo tornati alla macchina camminando stavolta sempre lungo la strada.

Notte passata nel B&B La Luna a Chiavari, a mezza costa, 60€ a notte. Ottimo servizio, la stanza era molto grande e pulita. Al nostro arrivo ci hanno offerto un aperitivo con qualche stuzzichino e la sera abbiamo potuto ordinare la pizza a domicilio.

2° giorno

Ci siamo alzati di buon’ora e ci siamo diretti a Sestri Levante, dove abbiamo visitato la parte vecchia. Dopo una bella grattatona ai gatti delle stradine siamo partiti per Levanto.

Avendo il check-in alle 14, volevamo sfruttare il resto del pomeriggio per visitare una parte delle Cinque Terre. Abbiamo alloggiato per due notti in un Airbnb, da Valerio (una persona riservata ma ospitale), 90€ in tutto. Parcheggiamo la macchina a 1km dalla stazione per non pagare. In stazione abbiamo fatto la Cinque Terre card, che dà accesso a tutti i sentieri e ti permette di usare il treno per un numero illimitato di volte nella stessa giornata dell’obliteratura. Costa 12€ a testa. Pensateci bene se farla o meno, dei sentieri si paga il sentiero azzurro che però è aperto solo tra Monterosso e Vernazza a causa delle frane negli altri tratti, mentre le alte vie sono a libero accesso. Il costo di una tratta in treno costa 1,80€. Quindi fatevi i conti se vale la pena farla.

Prendiamo il treno delle 15 verso Monterosso da cui partiamo per fare il primo e unico tratto aperto del sentiero azzurro. Sono sui 5 km e ci abbiamo impiegato quasi due ore, la prima parte è la più faticosa e quella che rallenta per via di tutti quei gradini! Però più si sale più la vista ripaga: vigne, limoni, la costa, la natura. Anche quel giorno c’era una finissima pioggerellina, ma secondo me rendeva tutto più bello!

Dopo una lunga tratta sul costone e un altro incontro con una tribù di gatti (ci sono ciotole e cucce, e ai turisti viene chiesto di prendere il cibo dal bidone che si trova lì e metterlo nelle ciotole), iniziamo a intravedere Vernazza dall’alto. Ci piace fin da subito di più di Monterosso, che è più grande e turistica. Vernazza è più piccola ed è come raggomitolata su stessa. Scendiamo nel paese e facciamo un giro nella chiesa, per le strade e per chi vuole c’è anche il castello Doria da visitare a pagamento. Dopo un’ora prendiamo il treno per Corniglia. Non ne avevamo idea, ma per arrivare in paese dalla stazione bisogna fare un mucchio di gradini, ho letto in seguito che sono circa 377. Povere gambe! Facciamo un giro per il paese e raggiungiamo il terrazzo all’altro capo da dove si scorge Manarola. Tentati se fare aperitivo a Corniglia, sentivamo già Manarola che ci chiamava. Allora via a rifare le scale per prendere il treno. Ebbene, Manarola è stato il paese che ci ha colpito di più. Ci si può sedere sul porticciolo a mangiare una buona focaccia di Recco, si può guardare il tramonto dal parchetto creato dagli abitanti su una panchina, si può scorgere dalla scogliere vicine Manarola stessa illuminata dal sole che scende. Insomma ci è piaciuta proprio tanto. Per cena abbiamo mangiato focaccia di Recco, farinata e focaccia genovese alla focacceria La Cambusa, certificata anche da TripAdvisor. Vi consiglio di andare lì perchè i prezzi sono bassi e la qualità è alta, al contrario di altri posti dove se ne approfittano. In più ci siamo anche concessi un bel fritto misto al take away La Scogliera, 8€ il cono. Poi finalmente esce il sole!

Ci cibiamo (o per meglio dire ci abbuffiamo) sul porto e decidiamo di mangiare il fritto misto seduti su una panchina nel parchetto a goderci il tramonto. Mentre ci perdevamo in un attimo romantico ci siamo accorti che eravamo osservati… dietro a noi ad un passo c’era un bel micio che ci guardava, o meglio, guardava il nostro fritto misto. Un pezzettino di aringa all’amico e tutti insieme a goderci il panorama. Siamo tornati a Levanto per le nove. E dopo un paio di grattate alla gattona nera del nostro ospite siamo andati a nanna.

3° giorno

Piove forte. Niente Cinque terre card, oggi ci dirigiamo a La Spezia (sui 3,80€ il biglietto se non si fa tappa alle 5 terre). Siamo andati a visitare il museo navale, 1,55€ il biglietto di ingresso. Giro in città tra porto e castello. Su consiglio del nostro ospite siamo andati a pranzare alla pizzeria La Pia in via Magenta, dove fanno pizze e focacce buonissime a buon prezzo. Dopo pranzo ci siamo diretti in bus a Portovenere, 5€ il biglietto andata e ritorno, mi sembra fosse il numero 11 ma chiedete all’ufficio turistico per sicurezza. Porto Venere è stupenda, un paese piccolo che però ha tante cose da vedere. C’è la chiesa di San Pietro, che in realtà è formata da due chiese, quando si entra a destra si trova una chiesetta romanica, a sinistra una chiesa più grande gotica. Condividono lo stesso edificio e lo stesso ingresso. Molto particolare. C’è poi tutta la scogliera da vedere, da cui si scorgono le grotte. Si sale poi verso la chiesa di San Lorenzo al cui interno si trova un’immagine della Madonna Bianca di cui si narra sia stata trovata in un ceppo di legno proveniente dal mare. Proseguendo si arriva al castello con le sue mura e il suo giardino. Dopo un giro per le piccole viuzze facciamo ritorno a La Spezia. Prendiamo il treno per Riomaggiore, dove facciamo un giretto.

Decidiamo alle 18 di sera di fare a piedi il sentiero AV5T 531, che va da Riomaggiore a Manarola. Ve lo consiglio assolutamente! Il cammino dura un’oretta, la prima mezz’ora è una salita molto faticosa su scalini per arrivare in cima al colle. Ma di nuovo, la pioggia finissima, il fatto che era sera e non c’era nessuno e anche i traghetti avevano smesso di viaggiare, il silenzio con solo il rumore del mare e degli uccellini, ricompensa di tutta la fatica. Dall’alto poi si inizia ad intravedere Manarola che sembra incassata in un cono. Arriviamo a Manarola e ci dirigiamo verso la solita focacceria, ma era chiusa. Noooooo, disperazione. Allora ci dirigiamo verso quella di fronte… bè, i prezzi erano veramente esagerati.

Prendiamo con un po’ di delusione un pezzo di focaccia di recco e ci dirigiamo verso la stazione. Tornati a Levanto andiamo a farci una doccia e sempre su consiglio del nostro ospite andiamo a mangiare la pizza a La Mela, una pizzeria a gestione familiare sulla strada che porta alle 5 Terre. 36€ per due pizze, un litro di vino della casa, una bottiglia di acqua frizzante e una pizza con nutella per dessert, gnam!

4° giorno

Lasciamo Levanto verso le dieci di mattina, e sempre sotto consiglio dell’ospite siamo andati in un panificio locale, il panificio Della Luccia e abbiamo fatto il pieno di focaccia. Abbiamo preso la strada SP38 per proseguire sulla SS1. Abbiamo attraversato l’interno della Liguria, splendida, con piccoli paesi tutti ben curati, tanto bosco e tanta pace. Questo mi ha proprio colpito della Liguria, sulle coste c’è una casa dietro l’altra, cemento ovunque, spazzatura, affollamento di gente… bastano 5 km per uscire dalla massa ed entrare in paesini ben curati e ben puliti con tanta pace e natura. Due mondi diversi. Direi che preferisco l’entroterra e le persone che non cementificano ogni metro quadro della nostra bella Italia!

Direzione Tellaro e Montemarcello. E di nuovo rimango stupita. Immagino che queste siano tutte località di mare che in estate sono brulicanti di persone e adesso sono vuote, ma davvero tutti vanno alle Cinque Terre e si dimenticano che c’è tanta bellezza anche a pochi km di distanza! Comunque, Tellaro si trova nella lista dei borghi più belli d’Italia, e in effetti ho capito il motivo: le stradine, la chiesetta al culmine del paese, il mare azzurro e di nuovo qualche gatto a farci da compagnia. Pranziamo con la focaccia presa a Levanto e via verso Montemarcello. Dopo una strada un po’ malmessa con tante curve e un tragitto attraverso il bosco, arriviamo in cima al promontorio dove c’è il paese. Come in tutti questi borghi si parcheggia fuori e si gira a piedi per le viuzze strette strette. Di nuovo tanti gatti a salutarci, tante belle vie e vecchie case a fare da sfondo. Incuriositi dal bel paesaggio abbiamo deciso di scendere fino a Punta Corvo, mezz’ora di discesa di cui metà sono scalini… In fondo si trova una spiaggetta formata da sassolini neri incorniciata da un mare brillante e un bosco verde verde. Ci rilassiamo e decidiamo di salire per tornare a casa.

Il nostro viaggio alla scoperta della costa del levante purtroppo è terminato.

Nota: la peculiarità di noi persone che amiamo viaggiare è che rispettiamo anche il luogo che andiamo a visitare. Ma purtroppo non vale lo stesso per tutti. Ho visto tanta immondizia buttata ai lati delle stradine che si percorrono a piedi. Vedevo bottiglie di plastica, lattine… A Montemarcello per scendere alla spiaggetta ho trovato un tetrapak di succo mollato lì su un gradino… mi fa male vedere come trattiamo la nostra Terra. Se ognuno di noi portasse a casa qualcosa, anche solo un paio di bottigliette, e portasse via tutta la propria immondizia forse in un prossimo viaggio troveremmo un posto pulito ad accoglierci. Rischiamo di perdere le bellezze di cui tanto ci vantiamo, ma che in realtà non rispettiamo. Non costa niente portarsi a casa un po’ di cose che sono per strada. Io ho portato via il tetrapak di succo e qualche bottiglia di plastica trovata sulla spiaggia e mi sono subito sentita meglio, e voi?!



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