Cinque Terre e Tigullio

Un angolo di paradiso che conserva intatto il suo fascino.
Scritto da: btmifo
cinque terre e tigullio
Partenza il: 26/03/2010
Ritorno il: 30/03/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
VENERDI’ 26/3/2010 ARRIVO A LA SPEZIA

Finalmente si parte !!! Destinazione La Spezia dove soggiorneremo presso l’Hotel Ghironi (4 stelle) prenotato sul sito internet booking.com (quadrupla in offerta a 300 euro per 3 notti). Dopo circa 600 km e 5 ore e mezza di macchina senza alcun problema, arriviamo in tarda serata all’albergo e subito la prima impressione è quella di aver fatto un’ottima scelta. Camera elegante, molto ampia e confortevole (in bagno c’è perfino la vasca Jacuzzi, Tv con SKY), personale molto accogliente e professionale. Ci danno anche un curatissimo kit del viaggiatore con tutte le informazioni turistiche sulla provincia di La Spezia, comprese le Cinque Terre, nostra prima e principale destinazione. Inoltre molti biglietti, tranne la Cinque terre Card, che acquisteremo l’indomani in stazione, sono disponibili in albergo. Ottimo!! Non resta allora che mettersi subito a studiare per definire al meglio il già organizzato e programmato itinerario. SABATO 27/3/2010 RIOMAGGIORE, MANAROLA E CORNIGLIA

Dopo un’abbondante colazione in albergo, prendiamo l’autobus appena fuori dallo stesso per recarci in stazione e prendere il treno per Riomaggiore, la più orientale delle Cinque Terre. Arriviamo in un batter d’occhio, scendiamo e decidiamo di visitare il caratteristico borgo, strutturato a gradoni e da un insieme di abitazioni, tinteggiate con i tipici colori liguri, sviluppate in altezza su tre o quattro piani, legate le une alle altre in schiere parallele secondo uno schema delle case-torri. Ci spingiamo fino alla parte alta del borgo, dove si trova la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel 1340 per ordine del vescovo di Luni, mentre dalla parte opposta in posizione elevata vi sono i resti del castello del XV-XVI secolo. Ci fermiamo a vedere lo splendido panorama del paese, dopodiché scendiamo per incamminarci sulla celebre Via dell’Amore, una passeggiata panoramica a picco sul mare molto suggestiva, dove si ammirano splendidi paesaggi, tra il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e l’aria salmastra, che permette di raggiungere Manarola a piedi in circa trenta/quaranta (se ci ferma spesso come noi per fare foto) minuti. Manarola, così come le altre Cinque Terre, è stretta tra il mare e la ripida catena montuosa. Gironzoliamo pigramente per il borgo, beviamo qualcosa sulla piazzetta aspettando l’ora di pranzo. Decidiamo di pranzare presso il ristorante “Aristide”, molto accogliente e curato, che si trova in una posizione centrale del paese, proprio davanti all’uscita della galleria che porta alla stazione ferroviaria. Scelta azzeccatissima. Infatti mangiamo delle specialità locali a base di pesce, come il risotto “all’Aristide” con frutti di mare e curry, un’ottima spigola e frittura di pesce, accompagnati da un buon vino bianco fatto dalla casa, pagando una modica cifra di poco superiore ai 20 euro cadauno. Finito di pranzare decidiamo di riprendere il treno per andare a Corniglia, un borgo arroccato su una rupe a strapiombo sul mare. Per salire sul borgo ci sono due alternative: prendere la navetta del Consorzio “Cinque Terre”(non si paga, rientra nei servizi della 5 Terre Card) o arrampicarsi su per una ripida scalinata di 377 scalini. Naturalmente, avendo con noi bambini e avendo mangiato bene e abbondante, decidiamo di perseguire la prima soluzione. Arrivati su, visitiamo questo magnifico e panoramico borgo, passeggiando per i vicoli ombreggiati e ammirando il panorama che da quassù spazia sull’intera costa delle Cinque Terre. Dopo esserci concessi un’ulteriore ristoro culinario, un fresco e saporito gelato, riprendiamo il treno per La Spezia per trovarci in albergo per le 18.00 e vederci una bella partita di calcio … naturalmente parlo di Roma – Inter, che finirà male per me, accanito e fedelissimo tifoso neroazzurro. Dopo la delusione sportiva, decidiamo, intorno alle 20.00 di andare in centro per vedere cosa offre la città di La Spezia. A parte l’eleganza dei palazzi e dei portici, essendo un’ora in cui i negozi sono chiusi, pur essendo sabato, non c’è quasi nessuno per strada. Pertanto ci rintaniamo in un MacDonald per accontentare i bambini e verso le 22.00, stanchi, ma soddisfatti torniamo in albergo.

DOMENICA 28/3/2010 PORTOVENERE, VERNAZZA A MONTEROSSO

Dopo aver fatto colazione e consultato presso la reception dell’albergo gli orari dei battelli per Portovenere, visto che abbiamo poco tempo per l’unico battello previsto alle 10.00 che parte dalla Passeggiata Morin, decidiamo frettolosamente di prendere l’auto per arrivare presto in centro. Il tempo di parcheggiare l’auto, essendo quasi le 10 e la distanza dal parcheggio al molo abbastanza lunga,decido di cimentarmi in una corsa da vero maratoneta, riuscendo giusto in tempo a fermare il vaporetto e fare i biglietti per tutti, che arrivano alla spicciolata esausti anche loro dalla corsa. La traversata dura circa trenta minuti, un lasso di tempo utile a farci riprendere e rinfrancare del bel panorama che si intravede avvicinandosi al paese situato sulla punta del promontorio che divide il Golfo di La Spezia dal mare aperto. Alla fine del promontorio ci sono tre isole: Palmaria, Tino e Tinetto (poco più che uno scoglio). L’isola della Palmaria è proprio di fronte a Portovenere e, nel suo punto più stretto, il braccio di mare che divide le due località è largo circa 50 metri. Il nome del paese deriva dal fatto che sul promontorio dove ora c’è la chiesa di San Pietro, prima sorgeva un tempio dedicato a Venere. Anche Portovenere, come già le Cinque Terre, è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. La prima cosa che colpisce, arrivandovi, sono le sue case colorate, alte e strette attaccate tutte le une alle altre. Si dice che i colori così sgargianti fossero scelti apposta dai pescatori per poter riconoscere la propria casa quando si trovavano ancora al largo. Molto meno romantica è invece la motivazione della struttura delle case. Erano alte e strette e tutte attaccate tra di loro perché oltre che da abitazione fungevano anche da mura difensive. Le mura del paese di Portovenere, infatti, sono le case. L’unica altra fortificazione presente è il castello Doria edificato naturalmente dai Genovesi. Sbarcati in paese facciamo una passeggiata lungo il molo che corre sotto le case-mura. Al piano terra ci sono molti negozi di souvenir e ristoranti. Nel porticciolo inoltre ci si imbatte in pescatori che vendono il pesce appena pescato. Ci fermiamo un poco per curiosità, dopodiché arriviamo alla famosa spianata della chiesa di San Pietro. Dopo aver visitato l’interno, saliamo sulla terrazza ricavata sul tetto della chiesa dalla quale si gode di una vista stupenda su tutta la costa ligure fino alle Cinque Terre e sul borgo. Scesi dalla terrazza, a destra della chiesa, c’è una piccola insenatura con una grotta che prende il nome da un illustre ospite di Portovenere che era solito farvi il bagno: il poeta inglese George Byron. Fatte delle splendide foto panoramiche dalla grotta, ci incamminiamo a destra per il sentiero che porta al castello Doria, che visitiamo solo da fuori, perché non abbiamo tempo. Rientriamo verso il paese dalla parte destra della spianata di san Pietro lungo un carrugio ricco di negozietti che vendono prodotti tipici. Dopo qualche acquisto, ci fermiamo ad uno dei tanti ristoranti (La Taverna di Venere) incontrati all’inizio lungo il molo, che offrono menù turistici completi a buon prezzo (20 euro, solo quello;qualità e preparazione del cibo non soddisfacente).Inoltre, attenzione a chiedere qualcosa fuori dal menù (come una semplice cotoletta) perché vi costerà quanto il menù intero. Dopo aver pranzato alle 14,30 riprendiamo il battello per la Spezia, dove riprenderemo il treno per visitare gli ultimi due borghi delle Cinque Terre. Giunti finalmente a Vernazza, visitiamo il borgo. Scesi in piazzetta prediamo un bel gelato in uno dei tanti bar davanti al porticciolo e visitiamo la splendida Chiesa di S. Margherita di Antiochia, costruita nel 1318 in stile gotico-ligure. Presenta due particolarità: la torre, a pianta ottagonale e alta 40 m, più che un campanile sembra un minareto (manca solo il muezzin che chiama alla preghiera); e l’ingresso è posto nell’abside anziché nella facciata. L’interno presenta una pianta basilicale a tre navate ed è suggestivo per l’impiego dell’ardesia, la pietra nera locale. Splendido è il tabernacolo gotico (sec. XV) di autore ignoto, sul lato destro dell’abside. Insieme alla chiesa, incornicia il porticciolo il cilindrico torrione d’avvistamento dell’antico castello Doria che, con il torrione quadrato, è quanto resta delle antiche fortificazioni genovesi in funzione anti-corsara.

Dopo aver visitato Vernazza, riprendiamo il treno che ci condurrà fino a Monterosso, il comune più occidentale delle Cinque Terre, il più grande e il più movimentato, quello che offre maggiori possibilità di svago.

A Monterosso visitiamo il borgo e trascorriamo le ultime ore della giornata sulla spiaggia, per goderci un meraviglioso tramonto. Quindi rientriamo stanchi, ma soddisfatti in albergo.

LUNEDI’ 29/3/2010 RAPALLO, SANTA MARGHERITA LIGURE E PORTOFINO

Fatta la colazione e le valigie, lasciamo l’albergo per raggiungere, percorrendo l’Aurelia, seguendo la costa di levante, due cittadine considerate le perle dei Golfi Tigullio e Paradiso: S.Margherita Ligure e Portofino. Arrivati alla prima, facciamo una passeggiata sul lungomare che si divide in due archi simmetrici con cui la città si apre verso il golfo: quello di levante, dedicato agli impianti balneari, e quello di ponente, destinato ad accogliere belle “barche” da diporto e una flotta di pescherecci che tiene alta un’antichissima tradizione di pesca e marineria. Dopodiché ci inoltriamo nel centro storico e visitiamo la splendida basilica di Santa Margherita d’Antioca, edificata nel XVII sui resti di un edificio di culto medioevale. Visitata quest’ultima, ci incamminiamo verso il complesso di Villa Durazzo, posto al di sopra del centro cittadino, da dove si può godere di un bellissimo panorama della città. Vicino a Villa Durazzo, c’è la Chiesa di S.Giacomo, che visitiamo, prima di scendere giù al parcheggio e riprendere la litoranea per giungere all’altro gioiello del Golfo del Tigullio: Portofino. In questo borgo di pescatori, si abbracciano in semicerchio antiche case caratterizzate dai tipici colori liguri a strisce, oggi quasi tutte trasformate in raffinati ambienti per villeggianti facoltosi. Una volta giunti nella celebre piazzetta dai ciottoli levigati e fatto un giro nel porticciolo per curiosare fra le lussuose imbarcazioni, decidiamo di visitare il castello Brown, ma arrivati all’ingresso, scopriamo che il Lunedì è chiuso. Quindi decidiamo di proseguire inoltrandoci, attraverso i numerosi sentieri di mezza costa, in una fitta vegetazione di macchia mediterranea che termina col bianco edificio del faro, sotto ombrelli di centenari pini marittimi. Una camminata lunga, ma molto appagante perché da qui si gode di una splendido panorama del Golfo. Rientriamo in serata a Rapallo, dove abbiamo prenotato in pieno centro un accogliente albergo, l’Hotel Giulio Cesare (3 stelle, buono qualità/prezzo, 110 euro una quadrupla per una notte).Il tempo di sistemarci in camera e fare una doccia, dopodiché facciamo una passeggiata sul bellissimo lungomare della città e, visto qualche negozietto in centro, ci dirigiamo verso il ristorante consigliatoci – Trattoria Genovese in via Roma – dove a buon prezzo mangiamo un ottimo primo (naturalmente al pesto genovese) e della buona carne, accompagnata da un discreto vino rosso della casa.

MARTEDI 30/3/2010

E’ il nostro ultimo giorno di questa fantastica gita. Lasciato l’albergo, prendiamo l’autostrada per Genova, dove visiteremo per tutta la mattinata, per la gioia dei nostri piccoli, l’Acquario di Genova e la Città dei Bambini, che si trova sempre nel complesso Acquario Village. Un susseguirsi di emozioni per i nostri piccoli, ma anche per noi grandi, ammaliati dalle bellezze di queste specie marine. In particolare è piaciuta molto la vasca degli squali, quella dei pinguini e dei pesci tropicali. Finita la visita dell’acquario, ci dirigiamo a piedi alla Città dei bambini, dove i nostri piccoli danno sfogo alla loro fantasia, cimentandosi nelle diverse attività ludiche che il luogo offre. L’ora è tarda e ci aspetta un lungo e faticoso (il meteo nel frattempo è peggiorato tantissimo) viaggio, ma i nostri cuccioli non ne voglio sapere di andar via. Rientriamo così a casa in tarda notte molto stanchi, ma contenti della bellissima gita ligure.



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