Levanzo, isola sconosciuta

Un paradiso dietro casa
Scritto da: aomargar
levanzo, isola sconosciuta
Partenza il: 09/04/2016
Ritorno il: 11/04/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Desiderate una vacanza da sogno senza andare lontano? Levanzo, Isole Egadi, un paradiso incontaminato in questo periodo forse 50 abitanti compresi, cani e gatti. Ma cominciamo dall’inizio con calma.

Indice dei contenuti

Avevamo desiderio di passare un long week end in completo relax, lontano dal caos delle grandi città, respirare aria pura, goderci un bel mare, vivere a contatto con la natura ed assaggiare prelibatezze grastronomiche.

Due mesi fa abbiamo prenotato i voli Ryanair Roma Fiumicino-Trapani e ritorno al costo di circa 30,00€ a persona, meno di un cinema e pizza a Roma.

Il giorno della partenza sveglia all’alba, volo in partenza alle 08.15 da Fiumicino, appena allacciate le cinture e sentito il primo roullaggio dell’aereo, le nostre teste cadono ciondoloni in un sonno profondo. Ci risvegliamo di soprassalto quando siamo in fase di atterraggio e vediamo un cielo plumbeo e carico di pioggia. Il nostro primo pensiero, ecco qua qualcuno ce l’ha tirata ben bene.

Scendiamo dall’aereo sotto una fitta pioggerellina autunnale che tutto lascia presagire tranne un felice week end. Per tre minuti di ritardo perdiamo l’autobus che dall’aeroporto ci avrebbe dovuto condurre al porto per prendere l’aliscafo. Altro che Sicilia, qui siamo in Svizzera, autobus puntualissimo alle 09.30 è partito. Non ci resta che aspettare il prossimo alle 10.30 che altrettanto puntuale al minuto spaccato parte per Trapani Porto. La fermata si trova subito fuori dell’aeroporto sulla seconda corsia (AST).Il biglietto si acquista direttamente a bordo, 4,90€ a persona solo andata. Mezzo confortevole e moderno.

In circa 40 minuti arriviamo al Porto di fronte al molo Aliscafi per le Egadi, nemmeno a dirlo, la pioggia incessante non ci mette di buon umore… ma ormai che si fa? Andiamo avanti.

Acquistiamo i biglietti per Levanzo 10,10€ per persona solo andata, aliscafo delle 12.30, ed anche se piove forte impossibile salire a bordo. Decidiamo quindi di andare a mangiare qualcosa visto che arriveremo a Levanzo non prima delle 13.30. A trecento metri a piedi dal porto andiamo a mangiare pesce fritto al cartoccio da Maree, ristorantino tipico trapanese, dove con minima spesa abbiamo mangiato un ottimo frittura di pesce (spesa totale in due 16,00€)

Ritornati sotto una pioggia incessante al molo ci imbarchiamo sull’aliscafo, dove dopo la partenza anche lo staff ci guarda sbigottito chiedendosi chi saranno questi due pazzi che vanno a passare tre giorni a Levanzo.

Arriviamo a Levanzo dopo una breve sosta a Favignana, dove scendono quasi tutti i passeggeri… restiamo veramente in pochissimi a bordo. Dopo altri quindici minuti di navigazione arriviamo finalmente a Levanzo. Mare niente di che, cielo plumbeo, acqua in abbondanza… chiediamo subito all’arrivo dove si trova l’albergo ristorante Paradiso e ci dicono un minuto a piedi dal porto. Pensiamo ci stia prendendo in giro, invece appena fatta una breve salita di 50 metri ci troviamo di fronte l’entrata del nostro albergo, (unico albergo dell’isola). Entriamo nel ristorante dove troviamo a tavola tutti i proprietari e lo staff che non ci aspettavano neanche più, pensavano che non saremmo più andati causa avverse condizioni climatiche. Ci assegnano subito la stanza vista mare, e ci chiedono se vogliamo mangiare. Preferiamo riposarci un po, sperando in un miglioramento del tempo. Unico neo, subito risolto dallo staff, la mancanza di acqua calda, visto che non sapevano se saremmo arrivati o meno ed essendo gli unici ospiti del periodo, non avevano acceso lo scaldabagno.

Dopo un breve ma intenso riposo, ci risvegliamo alla luce di un bel sole, un forte vento di ponente aveva spazzato via tutte le nuvole e fatto smettere di piovere… un mare turchese, blu, verde… spettacolare appare davanti alla nostra finestra, anche se con vento forte decidiamo di uscire e fare un giretto per vedere il paese. Duecento metri di strada e finisce il centro abitato di Levanzo. Proseguiamo a piedi lungo la strada principale e ci troviamo sulla strada che porta al Faraglione. Una roccia di calcare alta forse 50/60 metri vicinissima alla riva, panorama molto bello, pace e tranquillità assoluta. Intravediamo un pescatore locale con tuta antipioggia intento a pescare sugli scogli sotto a noi…pochissime spiagge e tutte di sassi … niente sabbia.

Ci godiamo il panorama veramente bello, il sole il mare, il volo dei gabbiani ed un mare abbastanza impetuoso da far infrangere le onde schiumose sulle rocce sottostanti. Cominciamo ad esser veramente soddisfatti della nostra scelta. Siamo veramente fuori dal mondo circondati solo dal silenzio

Torniamo con calma verso il porto e cerchiamo di scoprire quel poco che c’e’ da vedere a Levanzo, veramente molto molto poco…rientriamo in albergo per una doccia calda e come ci hanno richiesto per le 20.00 scendiamo a cena.

Naturalmente lasciamo fare a loro, il simpaticissimo e cordialissimo Toni, ci dice che ci prepara un piccolo antipastino, un assaggino di primi ed una grigliata di pesce fresco con un piccolo contorno. Avremmo dovuto digiunare una settimana prima della partenza per poter mangiare tutto quello che ci ha portato a tavola. Tre diversi antipasti tra i quali un’eccezionale insalata di polpo appena pescato, due primi (spaghetti alle vongole e al nero di seppia) porzioni che bastavano almeno per quattro persone, pesce arrosto e due insalate enormi di pomodori, lattuga ed olive che da sole avrebbero già fatto la cena completa. Dire che la cena era ottima è poco, veramente troppo ed più che abbondante. Ma tutto talmente leggero che non ci sembrava nemmeno aver mangiato.

Naturalmente le camere non hanno TV, ma un buon libro ci ha fatto compagnia fino ad accompagnarci verso le braccia di Morfeo, non prima di aver pianificato cosa fare il giorno successivo. Pensavamo di fare il periplo dell’isola in barca per vedere tutte le calette nascoste, ma nessuno dei locali aveva ancora messo a mare le loro barche, perciò abbiamo pensato di andare a vedere la Grotta del Genovese, escursione di un paio d’ore via mare o via terra a seconda delle condizioni meteo (costo 22,50€ a persona).

secondo giorno

Risveglio all’alba alla luce di uno splendido sole, ma con il mare un po’ mosso. Colazione al bar di fronte all’albergo (colazione inclusa nel prezzo della mezza pensione, pertanto pagata da loro) ed attesa dell’arrivo dell’aliscafo con i clienti che avrebbero dovuto fare la visita alla Grotta con noi.

Causa mare un po’ mosso devono aver rinunciato all’ultimo momento, fatto sta che alle 10.30 in punto saliamo sul fuoristrada di Natale, figlio del proprietario del terreno dove si trova la Grotta e partiamo verso l’interno dell’isola. Qui il paesaggio diventa più brullo, pochissime case, molto verde e tantissimi fichi d’india, che non hanno alcun problema a crescere nei posti più incredibili.

Dopo una ventina di minuti di viaggio arriviamo su un piazzale dove Natale, ci invita a scendere dalla jeep e a proseguire a piedi. Cominciamo la nostra discesa lungo il sentiero della scogliera, nulla di pericoloso o difficile, ma non riusciamo a capire perché troviamo ogni tanto lungo il percorso delle panchine in area di sosta. Scendiamo giù per un percorso lungo circa 700 metri ed alla fine ci ritroviamo io e Candy, di fronte ad un piazzale dove sorge una grotta naturale. Natale che ci aveva preceduti, aveva già azionato il generatore elettrico per illuminare l’interno della grotta e comincia a raccontarci la storia di questa grotta scoperta per caso da un appassionata archeologa fiorentina, che ogni anno passava le sue vacanze a Levanzo.

In paese tutti avevano sentito parlare di questa grotta, ma nessuno degli abitanti si era mai avventurato al suo interno. Spinta da un forte desiderio di conoscenza, l’archeologa si avventurò strisciando sul ventre attraverso un piccolo pertugio, dove entravano ed uscivano solo conigli selvatici all’interno della grotta e meraviglie delle meraviglie scopri pitture ed incisioni rupestri risalenti al Paleolitico superiore ed al Neolitico. Si entra in grotta carponi, all’interno si trova un microclima di 19 gradi costanti tutto l’anno. Grotta molto asciutta quadi completamente priva di stalattiti/stalagmiti, pertanto sia le pitture che le incisioni si son mantenute in perfetto stato. Natale molto preparato ci ha introdotto in un mondo sconosciuto e ci ha affascinato con le sue spiegazioni, indicandoci in dettaglio tutti i particolari delle opere.

Bellissimo il cervo, il cavallo e tutte le altre incisioni, antecedenti di circa 3.000 anni alle pitture rupestri. Visita durata circa mezz’ora all’interno della Grotta, ricevendo una completa e esauriente spiegazione da parte di Natale. Uscendo dalla grotta gli occhi fanno fatica a riabituarsi alla luce del sole, riscopriamo una natura selvaggia, un mare impetuoso, un cielo blu e all’orizzonte l’isola di Marettimo. Ci siamo fermati a goderci un momento veramente speciale nel piazzale antistante alla grotta, ripercorrendo la storia, i secoli che ci hanno preceduto, la vita dei nostri antenati in un luogo così particolare.

L’unica cosa che, personalmente, mi ha lasciato in dubbio è il perché questo sito non sia riconosciuto Patrimonio dell’Umanità ed iscritto tra i siti protetti dell’Unesco, come le Grotte di Lascaux o di Altamira. Questa grotta invece è gestita da un privato, nemmeno dalla Provincia di Trapani o dalla Regione Sicilia. Alla proprietà è perfino demandata la manutenzione del sentiero di accesso.

In ogni caso una visita alla Grotta vale una visita a Levanzo.

Durante la risalita abbiamo capito il perché delle panchine ed aree di sosta…i 700 metri sembrano sette km…sarà stata l’emozione della visita, la mancanza di allenamento od anche il caldo , ma la risalita è stata più ardua di quanto previsto…una bella sudata sotto un sole cocente

Sulla strada del ritorno ci siamo fatti lasciare al bivio per il faro, gentilmente Natale ci ha concesso uno sconto sul prezzo in quanto saremmo tornati a piedi.

Preso il sentiero verso il faro, dopo circa un paio di km, ci siamo trovati di fronte ad un paesaggio spettacolare. In fondo al promontorio il faro dell’isola…tutto intorno antiche edifici risalenti al periodo dell’ultima Guerra, ora completamente in rovina. Uno spettacolo meraviglioso, natura intatta, lentisco, piante selvatiche, un mare ed un cielo blu che si integrano completamente e migliaia di gabbiani che volano e strillano incessantemente sopra le nostre teste. Una sosta che sembra fermare il tempo in un luogo fuori dal mondo, immersi completamente in una natura fantastica, prima di ritornare verso il paese, che raggiungiamo in un’ora di cammino attraversando campi incolti ed incontrando pochissime case.

Ritorniamo in albergo dove ci presentano un cous cous trapanese al brodetto di pesce ed un ottima insalata di pomodori ed olive.

Nel pomeriggio pomeriggio al sole a godersi la vista del mare seduti su una panchina ad aspettare l’ora di cena…sembrava di star lontani anni luce dalla terra, dal caos delle grandi città, dai rumori, dalla frenesia quotidiana…un sogno che vorresti non finisse mai.

A cena l’immancabile Toni ci suggerisce a parte il solito antipasto, una strepitosa e freschissima frittura di calamari, pescati la notte prima nel porticciolo…qualsiasi commento è superfluo…un piatto inimmaginabile di una bontà e freschezza da sogno

Terzo giorno

L’ultimo giorno decidiamo di fare un’altra passeggiata nella parte orientale dell’isola, alla scoperta di calette isolate, Cala Fredda, Cala Minnola e Punta Altarella. Anche qui una parte selvaggia di un’isola spettacolare, con un mare di mille colori davanti ad una pineta profumatissima. Una passeggiata immersi nella natura incontaminata, fino al nostro rientro in albergo per il pranzo, due ottimi piatti di spaghetti alle vongole ed uno al pesto trapanese. Purtroppo il nostro soggiorno stava volgendo alla fine. Il nostro aliscafo di ritorno alla realtà lasciava Levanzo alle 14.30. Con un pezzo di cuore lasciato in questo luogo magico, dopo aver saldato il conto dell’albergo 50,00€ a persona mezza pensione, incredibile ma vero, ci siamo imbarcati sull’aliscafo che ci riportava verso la realtà.

Sbarcati a Trapani, decidiamo di gustarci uno dei famosi arancini trapanesi e a dire la verità, sinceramente ne son rimasto un po’ deluso, forse abbiamo sbagliato la scelta del produttore…ma per rifarci il palato siamo andati a gustare degli ottimi dolci siciliani, pasta di mandorle freschissima e profumatissima. Consigli a tutti una visita Pasticceria Spalti in via Spalti, non lontano dal Porto. Gentilissimi i proprietari che son venuti ad aprire il loro negozio dopo una ns telefonata.

Trascorso le ultime ore passeggiando per il porto in attesa del bus che ci avrebbe riportati in aeroporto per prendere il ns volo volo di ritorno per Roma. Arrivati a Roma dopo 50 minuti dal decollo, in orario.

Un week end veramente da sogno, il posto, la dolce compagnia, l’atmosfera, il clima che ci è venuto incontro poco dopo il nostro arrivo, la gentilezza di tutte le persone incontrate, l’ottima gastronomia, il mare, la natura incontaminata…ci hanno lasciato un ottimo sapore in bocca e tanta tanta voglia di vivere ancora un’esperienza simile.

Il tutto ad un costo globale di 430€ per due persone, viaggio, pranzi, pernottamento e trasferimenti. Se avete bisogno di ulteriori informazioni scrivetemi pure, sarà un vero piacere darvi qualche dritta per vivere la nostra stupenda esperienza.

Paolo.margarita@gmail.com

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