Dalla Thailandia al Laos

Dalla splendida vista sul Mekong ai trekking cittadini, passando per templi, villaggi e tramonti da cartolina
Scritto da: coppiafelice
dalla thailandia al laos
Partenza il: 03/02/2016
Ritorno il: 02/03/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Partiamo il 3 febbraio da Milano Mpx con l’Oman Air diretti a Bangkok, biglietto acquistato mesi prima a un buon prezzo, 744 euro a/r per due persone, volo in perfetto orario e solita ottima compagnia aerea. Forse per l’età o meglio per sentirci più adeguati, abbiamo sostituito i due storici zaini con due comodi trolley.

Arriviamo all’ora prevista, in una Bangkok da anni ormai centro nodale di tutti il Sud Est Asiatico. Ci spostiamo dall’aeroporto internazionale Suvarnabhumi a quello domestico Don Muang, perché la mattina seguente abbiamo il volo interno per Chiang Rai. Per questo spostamento utilizziamo il comodissimo e gratuito shuttle da aeroporto ad aeroporto che parte ogni 20 minuti dall’uscita n°4 a destra e che in 50 minuti circa ci porta a destinazione.

Dall’aeroporto Don Muang prendiamo un taxi (300 baht) per raggiungere l’hotel “48 Ville”, prenotato da casa al costo di 1000 baht a notte, doppia con colazione. Sono le 21.30 e siamo stanchissimi e affamati, quindi ceniamo all’interno dell’hotel (240 baht) a base di noodles tanto per acquistare subito confidenza con l’Asia, un pasto senza lode e senza infamia, non usciamo anche perché ci troviamo in una zona periferica e non sembra che vi sia molto all’esterno. Il 48 Ville è una struttura modesta però la stanza è grande e pulita e nel prezzo è compreso anche il trasporto per il giorno dopo in aeroporto, per una notte è un buon compromesso.

VENERDì 5 FEBBRAIO

Dopo aver consumato la scadente colazione compresa nel prezzo della stanza, in 10 minuti nonostante il traffico intenso, raggiungiamo l’aeroporto dove partiamo con un volo Air Asia di circa un’ora. All’arrivo a Chiang Rai, con un taxi (200 baht) raggiungiamo la Guest House Grandma keua a due passi dal centro ma ubicata in un vicolo piuttosto angusto. La camera è discreta, pulita, con A/C TV e frigobar al prezzo di 700 baht a notte, doppia con colazione. Sono già le 14.00 quindi usciamo per pranzare, dopo di che’ andiamo a visitare il festival dei fiori che si tiene in questi giorni in città. E’ una bella manifestazione, di cui non eravamo a conoscenza prima di arrivare, c’è tanta gente, bancarelle, musica ma soprattutto grandi e coloratissime composizioni di fiori e piante ovunque ma in particolare concentrate presso i giardini pubblici.

Ceniamo al night market, comune in tutta l’Asia, dove come al solito si apre davanti a noi un mondo fantastico, fatto di colori e odori particolari. Oltrepassate le bancarelle di tutto un po’, ci troviamo in una prima piazza con un palco dove si stanno esibendo cantanti locali e tanti tavoli per cenare. Noi proseguiamo fino alla seconda piazza, più grande e piena di tavoli e gente sia del posto che turisti, ai lati tante rivendite di pesce fresco, carne, frutta e verdura, tutto a poco prezzo. Anche qui musica e balli tradizionali e quindi passiamo una bella serata mangiando bene e in abbondanza (650 baht).

SABATO 6 FEBBRAIO

Oggi tour nei dintorni di Chiang Rai, prenotato ieri in hotel (2000 baht). Alle 8 abbiamo appuntamento con la guida Him, un ragazzo simpatico che parla bene l’inglese. Saliamo sullo shuttle da 11 posti dove è già presente un’altra coppia austriaca, poi l’autista passa a prendere anche altri turisti nei vari hotel. Alla fine saremo in 9, tra austriaci, svizzeri, francesi e canadesi. Il tour è quello classico dove si toccano tutti i punti di interesse della zona, dai vari templi e palazzi, alle piantagioni di te alle caverne delle scimmie, queste ultime rese obese dal troppo cibo offerto dai turisti. La tappa più triste è quella al villaggio delle donne dal collo lungo… una rappresentazione triste e chiaramente inscenata per i turisti tanto da rivelarsi stucchevole! Sarebbe da evitare ma come al solito è difficoltoso separarsi dal gruppo e spiegarne il motivo alla guida, quindi paghiamo i 600 baht e visitiamo il villaggio. La conferma della falsità del posto, l’abbiamo facendo un secondo giro da soli, in autonomia, dopo che la massa di turisti ha terminato la passerella… beh le giovani donne si sono già tolte i falsi anelli al collo, hanno smesso di tessere e ricamare ed inviavano sms e giocavano al cellulare come tutti i giovani del mondo, vi sono solo pochissime donne, molto anziane, che hanno effettivamente la tortura dei veri anelli al collo! La tappa più interessante è quella al triangolo d’oro, per la splendida veduta della frontiera con il Myanmar e la splendida vista sul Mekong, confine naturale tra Laos Thailandia e Myanmar. E’ interessante anche la visita ad un’antica casa dell’oppio, ormai chiusa e diventata museo. Facciamo ritorno a Chiang Rai verso le ore 20.00 stanchi e contenti per la bella giornata, ceniamo nella piazza della sera precedente poi in hotel per preparare i bagagli … domani si entra nel Laos!

DOMENICA 7 FEBBRAIO

Dall’hotel raggiungiamo a piedi la vicina stazione degli autobus, alle 8.30 parte il bus (130 baht) per Chiang Khong, un mezzo discreto con poca gente a bordo. Dopo circa 2 ore di viaggio tranquillo, la bigliettaia ci chiede se dobbiamo andare alla frontiera e poco dopo fa fermare il bus nel nulla dove stazionano diversi tuk tuk, uno di questi per 100 baht ci porta in 5 minuti al checkpoint Thailandese e da lì, dopo la registrazione di uscita, con un altro bus (50 baht) attraversiamo la terra di nessuno, fino al checkpoint laotiano. Cambiamo subito i dollari in moneta locale e poi iniziamo le pratiche per i visti d’ ingresso (70 $ + 2 $ perché è un giorno festivo). Purtroppo la compilazione dei moduli va per le lunghe e siamo praticamente gli ultimi, inoltre è ora di pranzo e dentro gli uffici vediamo gli impiegati tirare fuori pentole e fornellini per prepararsi il pasto, quindi noi aspettiamo con calma! Quando i solerti dipendenti della Repubblica Popolare del Laos terminano il pranzo ci rilasciano il visto e possiamo così entrare ufficialmente in terra laotiana.

Il primo impatto con il popolo laotiano non è dei migliori, anche il driver del tuk tuk è scontroso e ci fa aspettare fino a quando non trova altri 3 clienti per riempire il veicolo (50000 kip). Arriviamo al Riverside Houayxay Hotel, prenotato da casa (29 euro a notte con colazione). E’ una costruzione un po’ datata, in gran parte in legno, la stanza non è male ma con mobilio un po’ vecchio e materassi un po’ sfatti, ma non credo ci sia di meglio ad Huay Xai, un paese di confine. L’hotel ha anche un ristorante con bella vista sul fiume e della sponda thailandese. Pranziamo bene e beviamo dell’ottima beerlao, sia chiara che scura (62000 kip), non è caldo anzi, visto che i tavoli sono all’esterno ci vuole la felpa e dal tardo pomeriggio anche il giubbotto! Dopo un po’ di riposo in hotel facciamo una passeggiata per il paese, non c’è gran che’ ma in giro ci sono diversi turisti, generalmente giovani. Ceniamo sempre al ristorante dell’hotel ordinando il meglio del menù e spendendo molto, per i canoni del posto (200000 kip). Rientriamo poi in camera per preparaci per lo spostamento di domani. La notte dormiamo male perché dalla sponda thailandese giungono forti scoppi di razzi e fuochi d’artificio per i festeggiamenti del capodanno cinese.

LUNEDì 8 FEBBRAIO

Sveglia alle 7, colazione veloce all’esterno con veduta sul fiume, lì veniamo contattati da un signore dell’hotel che ci propone il trasporto alla stazione dei bus (40000 kip) che dista 10 km. Alla stazione, in attesa del nostro autobus, chiacchieriamo piacevolmente con un giovane monaco buddista curioso sul mondo occidentale. La partenza è prevista per le 9 (120000 kip per due biglietti), il mezzo è un bus vecchio e malridotto, ma abbastanza comodo, a bordo poca gente e noi che siamo gli unici turisti. Facciamo la prima sosta dopo 2 ore di viaggio, ad un baracchino dove compriamo delle pannocchie lessate. Arriviamo alla stazione di Luang Namtha verso le 13 poi a bordo di un furgoncino con il cassone adattato al trasporto di persone, con due file di sedili una davanti all’altra, coperto con una struttura in ferro ed un telone (20000 kip) raggiungiamo la stazione centrale, il mezzo è strapieno sia dentro che fuori, i bagagli sono sul tetto legati saldamente ma il percorso non è lungo. Dalla stazione centrale all’hotel Zuela, che si trova in centro, andiamo a piedi. Lungo la strada notiamo un’agenzia per escursioni, la “Discovery Laos “, la confondiamo con la più blasonata “Green Discovery “lo scopriremo solo più avanti, chiediamo informazioni per un trekking di due giorni nei villaggi di montagna. La camera al Zuela Guest House (200000 kip) è al primo piano, è grande con un ampio bagno e un buon letto, di negativo c’è che è un gran freddo, non c’è riscaldamento ma solo un piumone. Pranziamo al ristorante dell’hotel (50000 kip) poi torniamo in agenzia per prenotare il trekking di due giorni. Subito dopo aver prenotato e consegnata la caparra ci accorgiamo che non è l’agenzia che volevamo … la Green Discovery … un po’ di nervosismo ma ormai è fatta. Ci sono diverse agenzie lungo la via principale e tutte utilizzano il sistema che più si è meno si paga e quindi espongono un cartellone all’esterno con il numero dei partecipanti mancanti per i vari tour. Noi veniamo informati che siamo già in 4 sicuri e quindi dobbiamo pagare massimo 118 $ in due ma se si aggiungono altre due persone pagheremo meno! Il pacchetto comprende due guide, tutti i pasti e bevande, il pernotto in ecolodge del villaggio ospitante. Passiamo parte del pomeriggio in camera per preparare gli zaini piccoli per i prossimi due giorni, lasceremo quelli grandi in deposito all’hotel. Si è fatta sera e fuori è molto freddo, facciamo una passeggiata per il paese alla ricerca di un ristorante che abbia tavoli all’interno, ma alla fine torniamo in quello dell’hotel perché è l’unico al chiuso. Mangiamo bene (158000 kip) e dopo un giro veloce al night market rientriamo in camera sotto le calde coperte, indossando caldi vestiti!

MARTEDì 9 FEBBRAIO

Sveglia alle 7 perché alle 9 abbiamo appuntamento con la guida per l’escursione, raggiungiamo l’agenzia e qui ci comunicano che gli altri due partecipanti non ci sono, quindi essendo solo in due dobbiamo pagare di più! Visto che tutto sembra poco casuale, non ci stiamo e facciamo valere le nostre ragioni ma soprattutto gli accordi presi al momento della prenotazione. Facciamo il trekking al prezzo pattuito, l’unica differenza sarà, ovviamente, che avremo una sola guida invece di due! Alle 10 circa saliamo su un furgone scoperto e raggiungiamo il mercato del paese e mentre la nostra guida di nome Thua’ compra il cibo per il pranzo del primo giorno noi facciamo un giro tra le bancarelle. Terminata la spesa si riparte, seduti sul cassone scoperto del furgone e quindi al freddo. Dopo 20 minuti siamo all’imbocco del sentiero. Prima di iniziare la camminata ci distribuiamo il peso del cibo e dell’acqua per due giorni tra tutti e tre, perché la guida non può portare tutto! Thua’ è un ragazzo simpatico di 29 anni, che tenta di spiegarci in inglese ogni cosa della foresta e sulle piante, è molto preparato perché è nativo del posto e fa’ parte di una delle tribù principali di quelle montagne, anche nell’utilizzo del machete è molto bravo. Per pranzo ci fermiamo in una radura dove la guida accede il fuoco per cucinare tre bei pesci comprati al mercato che ci servirà sopra tre enormi foglie di banano che fungono da piatti, accompagnati da riso laotiano e verdure varie, ottimo cibo e bella esperienza. Si riparte seguendo un sentiero che si inoltra nella foresta, dopo circa due ore incontriamo due tagliatori di legname con grandi seghe a mano, peccato che non desiderano essere fotografati.

Raggiungiamo il primo villaggio con case fatte di legno e paglia, gli abitanti non indossano i vesti tradizionali delle tribù di montagna ma questo luogo si trova lungo le rive di un piccolo fiume, isolato dal paese più vicino da ore di cammino, la vita della gente è semplice e arcaica, è tardo pomeriggio e molti di loro si trovano sulla riva a fare il bagno. Questa notte dormiremo in un ecolodge costruito apposta per i turisti ai margini del villaggio, è una struttura non tenuta benissimo ma accettabile, le donne del posto ci prepareranno, sul pavimento in legno, un giaciglio per la notte utilizzando come materassi delle coperte e sopra una zanzariera… nell’angusta cucina confinante con il locale dormitorio, la nostra guida insieme agli uomini del villaggio cucinano la cena nella semi oscurità, ormai si è fatta sera è buio e non c’è corrente elettrica. Nel villaggio c’è un secondo ecolodge occupato da altri due escursionisti, forse tedeschi, abbiamo l’impressione che abbiano un servizio migliore, forse avranno prenotato in un’agenzia di livello superiore, per esempio loro cenano in un tavolo al centro del cortile invece noi mangiamo sempre su foglie di banano seduti a terra sopra una stuoia, dentro il lodge e a lume di candela, proviamo a chiedere spiegazioni ma non le otteniamo! Terminata la cena le guide vanno a pesca in canoa; le vediamo salire il fiume e sparire avvolti dal buio della notte. Dopo la giornata di trekking, siamo stanchi e ci sediamo attorno al falò dove rimaniamo il tempo di terminate le birre, bevanda quest’ultima che non manca mai neanche nella foresta poi andiamo a dormire. Quando rientrano dalla pesca le guide insieme ad alcuni giovani del villaggio si mettono intorno al fuoco a chiacchierare e cucinare il pescato, facendo una gran confusione e quindi dormire risulterà difficile. Fuori è freddo e anche dentro il lodge non è caldo ma noi abbiamo molte coperte, non proprio pulitissime, certo non è una situazione comoda ma è bello così, tutto è molto interessante e rimarrà per sempre nei nostri ricordi come una bella esperienza. La camminata del primo giorno non è stata particolarmente difficile e lunga, circa 8 km, ma domani sarà più impegnativa.

MERCOLEDì 10 FEBBRAIO

La mattinata è fredda e umida, quando ci alziamo c’è già il falò acceso, la nostra guida ci prepara la colazione con uova riso e caffè che consumiamo seduti al tavolo, evidentemente le nostre rimostranze della sera prima hanno avuto effetto! Verso le 9 partiamo, con noi c’è anche un anziano del villaggio che per un tratto di sentiero porterà le vivande per il pranzo. Il sentiero è stretto e fiancheggia il fiume, incontriamo bambini e adulti che raggiungono il villaggio a piedi, perché quella è probabilmente l’unica via di collegamento. Oltrepassiamo altri due villaggi e in uno di questi ci fermiamo perché lì alcune donne vendono i loro manufatti. Ripartiamo ed ora il sentiero in salita diventa durissimo e sarà così per più di un’ora. Incontriamo diverse giovani donne che trascinano in discesa delle grosse assi. Il legname è legato con una corda che le donne tirano, non con le mani ma assicurandola con una cinghia alla fronte, la guida ci spiega che le assi serviranno per costruire le case nei villaggi! Ci spiega anche che, periodicamente, utilizzando lo stesso sentiero, le assistenti sanitarie della città vanno di villaggio in villaggio per vaccinare i bambini e in queste occasioni le scuole sono chiuse, invece le donne che devono partorire vengono assistite dalle anziane del villaggio che hanno l’incarico di allevatrici, acquisito per esperienza. In cima alla salita troviamo degli uomini che producono le assi, tagliandole a mano con grandi seghe, direttamente da tronchi enormi.

Oggi il trekking è molto faticoso, finalmente arriviamo in cima a 970 metri di altitudine dove ci fermiamo per un po’ di riposo, notiamo che in tutte le piccole radure nella foresta ci sono dei rifiuti, Thuà ci spiega che purtroppo i responsabili di ciò è la gente dei villaggi che va in paese e compra merendine e caramelle varie e non avendo la cultura di raccogliere l’immondizia la getta in terra prima di arrivare! La discesa è facile tranne in certi tratti dove il terreno è scivoloso, arriviamo alla strada asfaltata alle 15.30, dove ci attende un tuk tuk che ci riporta a Luang Nanthà presso l’agenzia, dove termina il nostro tour. Ritiriamo gli zaini grandi in deposito alla Guest House e prendiamo un’altra camera (200000 kip). Dopo la tanto desiderata doccia, usciamo per prenotare i biglietti del bus per il giorno dopo per Oudom Xay (140000 kip). Cena al ristorante “Minimals” un posticino carino con piatti laotiani, gestione simpatica e gentile, mangiamo bene (110000 kip).

GIOVEDì 11 FEBBRAIO

Alle 7.30 partiamo in tuk tuk diretti alla stazione dei bus, facciamo varie tappe lungo il percorso per prelevare altri turisti, il mezzo si riempie all’inverosimile, il bus per Oudom Xay parte alle 9, fortunatamente abbiamo dei bei posti. A metà viaggio il bus si ferma per una tappa spuntino, arriviamo comunque a destinazione in anticipo, verso le 11.30 ma il bus per Muang Khua delle 12 è già strapieno. A causa di una puntatina al bagno, esigenza non più prorogabile, perdiamo gli ultimi due posti disponibili. Siamo così costretti ad aspettare le 15, quando partirà il prossimo bus. Nell’attesa, decidiamo di andare a pranzo, perché l’esperienza ci dice che ragionare a stomaco pieno è sempre meglio. Troviamo un piccolo ristorante vicino alla stazione, dove mangeremo il miglior pho’ del Laos e già questo sarà un motivo per non dispiacersi dell’inconveniente. Come preventivato, a stomaco pieno ci viene l’idea “giusta”, quella che cambia la vacanza o almeno in parte, è proprio questo il bello di viaggiare in autonomia, poter decidere in qualsiasi momento sul proprio destino! Invece di raggiungere Muang Khua a nord, dormire lì e poi imbarcarsi per ridiscendere il fiume verso Luang Prabang, perché non tagliare e raggiungere via terra Nong Khiaw e da lì imbarcarsi. L’idea sembra funzionare, quindi cambiamo il programma, torniamo alla stazione dei bus dove la prima difficoltà è far capire in biglietteria dove vogliamo andare… qui i nomi dei paesi hanno tutti della k e delle h, si assomigliano molto e dove vogliamo andare noi è fuori dai più comuni percorsi che fanno i turisti. Quasi per caso si materializza un bus in partenza da lì a 10 minuti per Pak Mong (10000 kip), bus quasi vuoto e comodo che in due ore ci porta in questo paese, poi proseguiamo in tuk tuk (120000) per un’ora fino a Nong Khiaw, il tuk tuk ce lo guadagniamo dopo una animata trattativa con un vecchio che gestisce il business dei tre ruote. Arriviamo a Nong Khiaw alle 17.30 dove prendiamo un bungalow (150000 kip) sul fiume, presso la Guest House Sengdao. La camera è carina ampia con grandi vetrate e vista sul fiume ma è poco arredata e il Wi fi della reception non arriva fino al bungalow. Facciamo una passeggiata in paese dove spicca un imponente ponte in cemento, ci sono moltissime Guest House e turismo giovane. Ceniamo al ristorante dell’hotel, nulla di speciale e con un servizio molto lento. Il paese non offre un granché a parte le escursioni di ogni tipo che costano tra l’altro molto; dalle prime notizie che raccogliamo sembra che non sia più possibile raggiungere Luang Prabang via fiume perché è stata costruita una diga dai cinesi. Questa non è una bella notizia perché ci modifica nuovamente i piani!

VENERDì 12 FEBBRAIO

Con l’idea che i nostri progetti sono saltati, il morale è basso, dopo colazione decidiamo di andare a piedi al porticciolo perché ci hanno detto che verso le 11 c’è una barca del servizio pubblico che va a Muang Ngoy Neua, ed è vero ma il problema è che non c’è poi una barca per il ritorno in giornata e bisogna dormire lì. A questo punto per rendere questa giornata un giorno da ricordare non ci rimane che prendere una barca privata tutta per noi, per la modica cifra di (500.000 kip). Recuperiamo due cose in camera e ci imbarchiamo. La barca è grande ed è uguale a quelle che fanno il trasporto pubblico, al timone un giovane laotiano che non parla inglese.

La navigazione sul fiume è stupenda e tranquilla, tutto attorno a noi si stagliano meravigliose montagne, arriviamo a Muang Ngoy Neua dopo circa 1 ora. Il paesino è un posto veramente particolare, molto tranquillo anche perché le barche giornaliere dei turisti sono già partite e in giro ci sono solo laotiani. Facciamo una piacevole passeggiata per l’unica strada (sterrata) del villaggio, intorno un mondo tutto da vedere. Ovviamente non ci sono auto, solo carretti trainati da cavalli e qualche motorino, ormai è l’una e ci sediamo a pranzare in un ristorante con terrazza sul fiume e vista sul porticciolo dove sono ormeggiate tutte le barche, compresa la nostra. Tutto è positivo anche il cibo che ci viene servito, la zuppa è fotonica (125000 kip). Bella giornata e nel fare ritorno alla barca, assistiamo ad un incontro di galli da combattimento proprio sulla strada. Questo paese merita una sosta più lunga, anche di qualche giorno, dal paese partono anche diversi trekking verso i villaggi dell’entroterra. Il rientro a Nong Khiaw in barca è sempre suggestivo e tranquillo, ospitiamo con noi un ragazzo inglese che ci ha chiesto un passaggio, sembra essere una pratica comune tra giovani viaggiatori. Per cena scegliamo il ristorante “Sunrise “dove mangiamo discretamente spendendo 90000 kip.

SABATO 13 FEBBRAIO

Sveglia alle 6, con un tuk tuk (20000 kip) raggiungiamo la stazione dei bus, l’autobus per Luang Prabang è piccolo e ci sono altri turisti (37000 kip a testa). Speriamo di andare verso il caldo perché il clima fresco e umido, a volte anche freddo, del nord del Laos ci ha stancato! Il viaggio è buono anche perché arrivando presto in stazione ci accaparriamo i posti davanti, non sarà buono per tutti i viaggiatori visto che l’autista riempie il mezzo oltre la capacità e tenendo conto che è un minibus e non c’è spazio per posti in piedi, anche gli scalini per scendere diventano posti utili. Arriviamo in città in anticipo, alle 12.30 e appena scesi dal bus di corsa ad accaparrarsi un tuk tuk (40000 kip) per il centro, esattamente per l’hotel prenotato “Ammata Guest House” (596000 kip per 3 notti). L’hotel è in legno, molto carino e curato, la nostra stanza è al piano terra vicino all’ingresso, è la stanza riservata alle prenotazioni su Agoda, non è la migliore ma è grande, pulita e ben arredata. Usciamo per pranzare in un ristorante sulla sponda del Mekong, buona scelta (90000 kip). Luang Prabang si presenta subito come una bella località turistica, tranquilla e con diverse attrattive. Nel pomeriggio facciamo trekking cittadino, andiamo lungo i due fiumi e poi sulla collina che sovrasta la città (40000 kip) dove, come ampiamente pubblicizzato, si gode un meraviglioso tramonto. Sulla balconata del belvedere c’è una ressa incredibile di gente armata come il Giappone per fare… “la foto del secolo”! Mi butto nella ressa per raggiungere un posto decente per lo scatto… ma ne vale veramente la pena ? Il sole tramonta tutti i giorni ed è sempre un magnifico spettacolo da ovunque lo si guardi. Effettivamente in questa zona la temperatura è più alta e anche la sera si sta’ bene in giro, infatti facciamo una passeggiata al night market che è immenso e dopo averlo percorso tutto sono già le 21 ora di cena.

DOMENICA 14 FEBBRAIO

Sveglia con molta calma, abbigliamento comodo e fresco, si va alla scoperta di Luang Prabang. Prima tappa il Palazzo Reale (20000 kip a testa) che chiude alle 11.30 per poi riaprire nel pomeriggio, bello! Passeggiata per le vie più caratteristiche e pranzo al Barkley (51000 kip), tutto buono! Andiamo all’agenzia vicino alla Guest House dove prenotiamo due posti sullo sleeping bus per il giorno della partenza il 16, meglio farlo in anticipo (330000 kip in due). Prenotiamo anche un’altra escursione per il giorno dopo alle cascate a 29 km dalla città, continuiamo poi la nostra camminata fino al ponte in bambù. Sul ponte conosciamo due italiani di Cattolica, anche loro viaggiatori del sud est asiatico, ci scambiamo racconti ed esperienze di viaggi, ci diamo poi appuntamento per la sera in un locale di nome “Utopia”. Più tardi abbiamo l’occasione di andare a vedere questo locale, visto che è per la strada del rientro in hotel e ci accorgiamo subito che si tratta di un locale adatto a giovani hippie dove più che mangiare si beve stravaccati su cuscini, in attesa del tramonto. Decidiamo di cambiare programma, ceneremo in centro, qui i ristoranti sono più cari forse perché sono per turisti, scegliamo il “Coconut garden” certamente più costoso ma adatto per festeggiare San Valentino, mangiamo bene (40000 kip)

LUNEDì 15 FEBBRAIO

Sveglia alle 5.00 per andare a vedere la processione dei monaci, lungo la via principale, dove questi ultimi ritirano le offerte di cibo dei fedeli. Questa è una usanza antica ma ormai troppo pubblicizzata dai tour operator come attrazione locale, tanto da richiamare centinaia di turisti tutte le mattine, alcuni anche decisamente poco rispettosi. La processione nella via principale risulta così poco mistica e simile più ad una rappresentazione teatrale… è una delusione, a tutto questo si aggiunge il business delle donne del posto che noleggiano sgabelli e vendono ai turisti cestini con merendine e riso per dare loro la possibilità di scimmiottare il gesto dell’offerta. Una tristezza infinita nel vedere le donne che si litigano lo spazio del marciapiede per posizionare gli sgabelli e ancor più triste vedere i monaci che quando la processione giunge al termine, gettano a terra parte di quel cibo spazzatura. Mi dispiace che con la nostra presenza abbiamo alimentato questa vergogna. Ci incamminiamo sconsolati verso il nostro hotel e scopriamo che un’altra processione di monaci, passa anche dalle vie più decentrate, tra l’altro nei pressi della nostra Guest House, dove incredibilmente, a parte noi, non vi sono altri turisti ad assistere. Qui solo le donne Laotiane, attendono ai lati della strada e fanno le offerte, nel silenzio di un’alba ormai spuntata, con le mani conserte, assorte in un’atmosfera mistica che rende tutto magico e per questo noi assistiamo tenendoci ad una rispettosa distanza.

Recuperiamo il sonno perduto e alle 10 andiamo a fare colazione, alle 11.30 abbiamo appuntamento davanti all’agenzia dove con un minivan raggiungiamo le cascate di Tat Kuan Si (20000 kip a testa per ingresso). Un luogo molto bello e suggestivo ma c’è tanta gente, il tour è costato poco ma sono poche anche le due ore da trascorrere lì, il consiglio è di cercare di raggiungere il posto in autonomia e restarci almeno una mezza giornata perché ne vale la pena. All’uscita presso dei chioschi, vendono cibo di strada ed arrosticini di carne ottimi. Rientriamo in città sempre in minivan e ci facciamo lasciare in centro dove incontriamo i due ragazzi di Cattolica e ci accordiamo con loro per la cena. Continuiamo il giro per i vari Wat poi facciamo rientro in hotel dove come premio per la bella giornata, sorseggiamo in veranda, l’ottima beerlaos. Alle 20 ci incontriamo con gli amici e ceniamo in un ristorante sul Mekong, facendo tante chiacchere (150000 kip) fino alle 23 circa, quando gran parte dei locali in città chiudono.

MARTEDì 16 FEBBRAIO

Oggi è l’ultimo giorno a Luang Prabang. Questa mattina puntiamo ancora la sveglia presto perché vogliamo vedere nuovamente la processione dei monaci che passa nei pressi dell’hotel. Dopo colazione facciamo un giro al mercato del mattino, lasciando stanza e gli zaini in deposito alla reception perché in serata abbiamo la partenza con lo sleeping bus per Vientiane. Pranzo al solito ristorante e pomeriggio noioso, per recuperare facciamo un giro al mercato per i souvenir. Alle 18.30 siamo in agenzia dove prendiamo un tuk tuk per la stazione sud, alle 19.30 arriva il bus notturno, un mezzo fotonico, nuovissimo e illuminato come un albero di Natale. Solita organizzazione, si sale mettendo le scarpe in una busta, ci posizioniamo tutti nelle varie postazioni a letto, poi ci portano la cena take away. Alle 20.00 in perfetto orario si parte, io con la xamamina mi addormento subito, Ernesto fa più fatica anche perché è nei letti centrali e non ha punti di appoggio laterali. Alle 22.40 sosta wc, io neanche mi sveglio, poi dolce viaggio fino a mattina.

MERCOLEDì 17

Arriviamo a Vientiane alle 6 circa, recuperiamo i bagagli e cerchiamo un tuk tuk per il centro. Gli hotel che avevamo preso in considerazione o sono al completo o sono fatiscenti oppure bisogna attendere dopo le 12 che si liberano le stanze. La situazione sembra complicarsi ma essendo mattino presto abbiamo tempo per cercare e nelle vie della città si gira bene anche a piedi. Girovagando tra vari hotel ci attrae il “Sunbean Hotel”. Chiediamo di vedere la stanza e siamo così certi che è quello giusto per noi. Probabilmente l’hotel ha aperto da poco perché la stanza oltre ad essere pulitissima ha mobili nuovissimi, ancora con il cellophane, è ampia con un bagno fantastico (200000 kip a notte con colazione) e con un ottimo segnale Wi fi. La mattinata termina dedicando un po’ di tempo per le ricerche on line sul prossimo spostamento verso la Thailandia. Alle 13 andiamo a pranzo in un ristorante turco vicino all’hotel dove mangiamo bene (150000 kip) e il titolare è molto gentile. Tour della città con visita al mercato e ai vari Wat. Nel pomeriggio andiamo in varie agenzie per informazioni sul viaggio in treno verso Bangkok che faremo tra tre giorni. Alla fine decidiamo per la Green Discovery dove prenotiamo due posti letto in cabina privata (91 $). Cena al ristorante vietnamita vicino all’hotel (100000 kip) discreto!

GIOVEDì 18 FEBBRAIO

Oggi trekking cittadino tra i mercati i monumenti i Wat e le ambasciate, compriamo anche qualche souvenir. Pranziamo al Khop Cha Dei (130000 kip) dove mangiamo bene. Nel pomeriggio ci dedichiamo all’acquisto on-line dei biglietti aerei per Phuket e l’hotel per i primi giorni a Kata di Phuket. Cena al ristorante “Via Via” dove mangiamo una discreta pizza (154000 kip). Vientiane di sera non offre molto e non è molto piacevole passeggiare per vie del centro. Una nota di merito all’hotel, ottimo e a un prezzo molto basso, forse perché è nuovo e si deve far conoscere.

VENERDì 19 FEBBRAIO

Dopo colazione raggiungiamo a piedi la stazione dei bus di Talat Sao dove saliamo sul bus n° 14 che ci porta al Buddha Park, distante 25 km (6000 kip a persona). E’ un parco tematico dedicato a Buddha con tante statue in cemento, è una costruzione solo per turisti ma è comunque carino da vedere, vale la pena andarci (entrata 5000 kip a persona più 3000 kip per la macchina fotografica). All’interno c’è anche un ristorante (85000 kip) discreto, con piatti laotiani.

Per tornare a Vientiane prendiamo di nuovo il bus n° 14 che è lo stesso che si ferma al ponte dell’amicizia, punto di entrata della frontiera Laos/Thai. Tornati in città andiamo a visitare il That Luang Wat, bello (10000 kip). Alla sera ceniamo di nuovo al Khop Chai Deu (165000 kip), curato e con piatti coreografici poi passeggiata nel viale centrale dove si può notare la presenza di diverse prostitute e prostituti, proseguiamo per il mercato serale vicino al Mekong dove facciamo alcune foto alla statua enorme che simula un gesto di amicizia verso la sponda thailandese, il confine è a un km ed è proprio il fiume che divide i due Stati.

SABATO 20 FEBBRAIO

Prepariamo le valige per la partenza verso la Thailandia. Davanti al nostro hotel vediamo tanti giovani in fermento e al lavoro, imbiancano i muri, puliscono strade e marciapiedi che circondano un monastero buddista, in previsione di una grande festa che ci sarà nel pomeriggio al suo interno. Lasciamo gli zaini pronti, in deposito all’hotel e andiamo a pranzo al Mixay Paradise (40000 kip) che è anche una Guest House, mangiamo bene spendendo pochissimo. Nell’attesa di fare le 15, orario previsto per l’arrivo del tuk tuk che ci porterà alla stazione, assistiamo alla cerimonia dei monaci con l’arrivo di un’alta personalità religiosa, molto onorata e riverita. Tutto molto suggestivo, due ali formate da centinaia di monaci e nel mezzo un lunghissimo tappeto rosso. Alle 15 arriva il tuk tuk, nel tragitto come al solito si riempie all’inverosimile, poi visto che si è fatto tardi si mette a sfrecciare nel traffico come un pazzo! Arriviamo alla stazione, che è anche confine di Stato del Laos, verso le 16.15. Controllo passaporti e rilascio dei biglietti (20000 kip). Prendiamo il primo treno, un locale che ci condurrà al paese di frontiera per le ore 17, questa è una piccola stazione sperduta nelle campagne laotiane, anche la strada per arrivare è in parte sterrata ed è anche l’unico tratto di 4 km di ferrovia laotiana. Presso la stazione thailandese, dopo il controllo documenti e il timbro sul passaporto prendiamo possesso della nostra cabina privata di prima classe per due persone. Prima di partire un’addetta ci propone la scelta della cena che ci verrà servita poco dopo la partenza. Un pasto semplice ma sufficiente, al costo di 380 Bhat in due, è possibile pagare anche in kip, ci chiede anche se vogliamo prenotare la colazione per l’indomani. Dopo cena passa l’addetto per preparare il letti!

DOMENICA 21 FEBBRAIO

La notte passa tranquilla, si riesce a dormire, l’unico neo è l’aria condizionata troppo alta. Alle 5.15 veniamo svegliati con l’informazione dell’imminente arrivo a Bangkok, in realtà arriveremo alle 7, comunque si ha il tempo di lavarsi, vestirsi e prepararsi per l’arrivo. Alla stazione centrale di Bangkok chiediamo all’ufficio informazioni qual è il treno che porta all’aeroporto Don Muang, ci viene detto che parte tra 5 minuti, riusciamo a prenderlo al volo e in 40 minuti e 40 baht in due arriviamo a destinazione! In attesa del volo pranziamo in aeroporto, dove è sempre un salasso anche in Asia (570 Baht). Arriviamo a Phuket verso le 15, dove prendiamo un taxi a tassametro per Kata Beach (850 Baht) che dista 1 ora circa. La camera dell’hotel prenotato, il Kata Poolside Resort (7840 per 4 notti), è bella e grande, unico difetto è il balconcino, inutilizzabile perché siamo sopra alla cucina di un ristorante, quindi con fastidiosi odori, fumi e vapori! Lasciamo le valige in camera e andiamo subito a vedere la spiaggia e il mare… sorpresa… un carnaio di gente come a Rimini in Agosto. La spiaggia è molto bella ma c’è veramente troppa gente, tutti già posizionati per assistere al famoso tramonto, così anche noi ci troviamo un fazzoletto di sabbia e attendiamo… come da manuale… un tramonto spettacolare, da cartolina e molto romantico! Alla sera ceniamo nel ristorante dell’hotel (1890 Baht) buono ma non eccezionale e un po’ caro, i gamberoni costano meno in Italia!

LUNEDì 22 FEBBRAIO

Dopo una colazione in un bar italiano, con cappuccino, caffè e brioches che paghiamo 9 euro, giornata dedicata al relax in spiaggia! Mare molto bello e caldo ma sempre tanta gente e quindi iniziamo a programmare la prossima tappa, sempre a Phuket ma in un’altra zona più a nord. La sera ceniamo con pizza, c’è nostalgia di cibo di casa. Chiudiamo la serata al centro massaggi e manicure. Certo che il passaggio dal Laos alla Thailandia più turistica, è un bel salto!

MARTEDì 23 FEBBRAIO

Giornata di mare, pranzo in ottimo ristorante, il Malila (800 Baht), dove torneremo anche per cena perché abbiamo visto che ha un menù di pesce molto ricco (1220 Baht). Poi facciamo una tappa sempre al centro massaggi (200 Baht).

MERCOLEDì 24 FEBBRAIO

Oggi decidiamo di allontanarci un po’ dalla ressa dei lettini e ombrelloni, troviamo un posticino un po’ appartato all’ombra delle palme. Per il pranzo acquistiamo cibo presso una bancarella Street food, dove compriamo il ben di dio a poca spesa, compreso due ottimi frappè di frutta esotica, tutto veramente buono e tutto ben organizzato per l’asporto (640 Baht).

GIOVEDì 25 FEBBRAIO

Oggi si cambia spiaggia, andiamo a Naiyang beach, vicino all’aeroporto. Con un taxi (1000 Baht) alle 11.30 partiamo e in circa un’ora arriviamo all’hotel prenotato, “Ideo Phuket”, che dista circa 400 metri dalla spiaggia che si raggiunge tramite un vialetto piuttosto angusto. L’hotel non è male, un po’ anonimo ma le camere sono pulite, quando raggiungiamo il litorale rimaniamo un po’ delusi perché è pieno di bungalow carini direttamente sul mare a prezzi accessibili, avremmo dovuto informarci meglio. La spiaggia è molto bella, ampia e poco affollata, anche nei dintorni tutto è vivibile, c’è turismo, negozi, resort ma non c’è la ressa e anche qui un tramonto spettacolare. La sera ceniamo in un ristorante sulla via principale del lungo mare, il “Khwanta Seafood” dove mangiamo del buon pesce fresco (2510 Baht) che scegliamo direttamente all’entrata ma facciamo però l’errore di non controllare il peso del pesce scelto e quindi al momento di pagare il conto sarà piuttosto alto e forse non giustificato. Prima di andare a letto facciamo una fantastica passeggiata notturna in spiaggia.

VENERDì 26 FEBBRAIO

Dopo le fatiche e il fresco del Laos il riposo di questi giorni è più che apprezzato. Noleggiamo lettini e ombrellone in prima fila (200 Baht) e pranziamo nel ristorante in spiaggia, posizionato alle nostre spalle, dove abbiamo pranzato anche ieri (620 Baht). Il giorno successivo sarà una fotocopia di questo, d’altra parte il mare, la spiaggia, il sole e il completo relax, rientra nella vacanza ideale!

DOMENICA 28 FEBBRAIO

Per fare qualcosa di diverso oggi facciamo una lunga passeggiata in spiaggia e raggiungiamo il vicino aeroporto che con la sua pista di atterraggio, costeggia la spiaggia e il mare. Ci posizioniamo proprio sotto il corridoio di atterraggio degli aerei, che arrivano uno dopo l’altro, praticamente ogni quarto d’ora e facciamo tanti selfie con le pance degli aerei così vicine che sembra di poterle toccare. Questa è diventata una delle attrazioni della zona e vi sono molte persone in attesa degli atterraggi. Per cena scegliamo un ristorante all’interno nel paese il “Rotcharin Seafood” (1000 Baht) dove mangiamo bene.

LUNEDì 29 FEBBRAIO

Ultimo giorno a Phuket, alle 16.40 abbiamo il volo per Bangkok con Air Asia. Trascorriamo la mattinata in spiaggia per ultimo sole e ultimi bagni in un mare cristallino. Rientriamo in hotel per una doccia e la preparazione dei bagagli e dopo i saluti e foto di rito con le ragazze della reception saliamo nel taxi che ci porterà in aeroporto (200 Baht). L’aereo dell’Air Asia è in ritardo di 40 minuti, arriviamo a destinazione alle 18.45. All’arrivo all’aeroporto… saliamo sullo shuttle bus gratuito che ci porta all’aeroporto da dove raggiungeremo il nostro hotel. All’entrata dell’aeroporto ci sono tanti taxi privati che chiedono 500 baht per fare 10 minuti di strada per l’hotel, quindi decidiamo di scendere all’area arrivi perché ci sono i taxi con tassametro che invece ci chiedono 200 baht per portarci a destinazione. L’hotel “Aranta” è in una strada laterale, buia e non tutti i taxisti la conoscono ma è un bel hotel con piscina, ristorante aperto fino a tardi e centro massaggi. La nostra camera è grande, confortevole e con balcone vista piscina (2980 Baht per due notti). Ceniamo al ristorante (1000 baht) dell’hotel che ha tavoli posizionati a pochi metri dal fiume e quindi corredati di spray antizanzare.

MARTEDì 1 MARZO

Sveglia alle 7.30, facciamo una buona colazione in hotel (200 Baht a testa) e usciamo per andare a visitare il Palazzo Reale di Bangkok. Decidiamo di raggiungere la stazione dei treni “Skytrain” a piedi perché non è molto distante, ma non è una buona idea perché c’è molto traffico e il marciapiede è stretto su una strada a traffico veloce. Arriviamo alla stazione in circa 20 minuti, prendiamo il treno (160 Baht A/R) che ci lascia proprio all’entrata del Palazzo Reale (500 baht a testa di ticket). C’è tantissima gente, un vero caos ma il Palazzo è molto bello e merita di essere visitato, usciamo verso le 13 e facciamo una passeggiata fino al fiume. Rientriamo prendendo un taxi per la stazione e dopo essere scesi dal treno prendiamo un altro taxi fino all’hotel (460 Baht). Verso sera usciamo per andare al vicino un centro commerciale “Paseo” dove dopo un giro per negozi ceniamo nel ristorante giapponese “Zen”, grande mangiata (1200 baht)! Al rientro in hotel facciamo il check in on line e veniamo informati che il volo è stato posticipato di 1 ora e 30 minuti e quindi siamo preoccupati per il volo di coincidenza a Muscat!

MERCOLEDì 2 MARZO

Il trasporto verso l’aeroporto lo abbiamo prenotato con l’hotel che effettua questo servizio compreso nel prezzo della camera, ci impiega solo 10 minuti ad arrivare, quindi noi siamo in netto anticipo possiamo fare colazione con calma. Alle 9.30 si sale a bordo e si parte per l’Italia!

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DALLA THAILANDIA AL LAOS



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