Lanzarote e la sua natura selvaggia

Crateri vulcanici, parchi naturali, mercatini tipici e, naturalmente, tante splendide spiagge
lanzarote e la sua natura selvaggia
Partenza il: 15/10/2016
Ritorno il: 15/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Primo Giorno – sabato

3 ore e mezza di volo da Roma Fiumicino e siamo ad Arrecife. Ritiriamo l’auto a noleggio e in dieci minuti siamo al nostro resort a Puerto del Carmen. Cena veloce e uscitina in centro. Visitiamo la zona della città vecchia, in corrispondenza del porto turistico, dove si trovano molti ristorantini affacciati sul mare.

Secondo Giorno – domenica

Visto il tempo nuvoloso decidiamo di visitare il paesino di Teguise famoso per il suo “Mercadillo” della domenica. Il paesino e’ molto carino e caratteristico; un intreccio di viuzze e casine bianche, che contrastano sul nero del paesaggio vulcanico. Molto piacevole trovare nelle piazzette diversi artisti di strada.

Nel pomeriggio ci dirigiamo al nord dell’isola e con poco più di mezz’ora di strada raggiungiamo “Cuevas de Los Verdes” (qui acquistiamo anche il biglietto cumulativo x altre tre attrazioni) Si tratta di un tunnel sotterraneo, scavato dalla lava dell’ultima eruzione del vulcano La Corona. Accompagnati da una guida locale ci spingiamo all’interno del tunnel per oltre 1 km. L’illuminazione e’ fantastica e rende tutto molto suggestivo; e poi la sorpresa finale (che ovviamente non sveliamo) ci ha lasciato proprio senza fiato. Un raggio di sole si fa intravedere, e decidiamo di andare in spiaggia a Puerto Del Carmen. La spiaggia e’ molto ampia e lunga, anche se un po scura, sicuramente comoda x le famiglie ma noi abbiamo trovato molto di meglio i giorni successivi.

Terzo Giorno – lunedì

Ancora nuvoloso. Decidiamo di esplorare la zona del parco naturale del Timanfaya. La mattina raggiungiamo il Paesino di Mancha Blanca, nella parte ovest di Lanzarote, e partiamo a piedi x un trekking di circa 4 ore che ci permette di raggiungere l’imponente cratere della Caldera Blanca. Suggestivo sopratutto il giro in cresta di tutto il cratere; la vista e’ spettacolare. Nel pomeriggio proseguiamo per il Timanfaya. Dopo l’ingresso raggiungiamo il parcheggio, e da li veniamo accompagnati con dei bus locali per una strada molto panoramica che passa a fianco ai crateri del vulcano. Il giro dura circa un ora ed e’ accompagnato da un audio guida spagnolo/inglese. Alla fine del tour viene fatta una simpatica dimostrazione dell’attività vulcanica ancora presente nel parco del Timanfaya. Lungo la strada di rientro ci fermiamo nella zona di Playa del Golfo, dove si può ammirare uno dei fenomeni più singolari di Lanzarote: ” el lago verde” (si tratterebbe di un antico cratere vulcanico sprofondato, nella cui cavità e’ confluita acqua marina; il colore verde intenso dovrebbe essere dovuto ai molti organismi vegetali marini ed alghe proliferati in questo particolare ambiente). Lungo la strada ci siamo fermati ad ammirare le più grandi saline delle Isole Canarie nella località di janubio, e poi appena sopra la fantastica scogliera di Los Hervideros dove l’oceano si infrange con una forza impressionante.

Quarto giorno – martedì

Finalmente giornata di sole perfetta. Ci dirigiamo a sud dell’isola, nella zona di Playa Blanca, e proseguiamo per la riserva naturale del Papagayo (ingresso 3 euro ad auto, circa 4 km strada sterrata con molte buche) dove troviamo delle bellissime calette di sabbia dorata, il contesto e’ davvero stupendo. Le calette sono tutte riparate dalle alture di un promontorio. E’ presente un unico bar appena sopra la prima caletta. Anche se Il mare e’ leggermente agitato riusciamo a fare un po’ di snorkeling, grazie all’acqua cristallina e ricca di pesci. Dalla spiaggia e’ ben visibile l’isola di Fuerteventura ( raggiungibile con mezz’ora di traghetto dal vicino porto di playa blanca). Non facciamo quest’escursione, ma preferiamo lasciare questa destinazione come meta di una prossima vacanza. Nel pomeriggio andiamo alla ricerca delle piscine naturali di Los Charcones, incuriositi da alcune recensioni e foto viste su un sito spagnolo. Con qualche difficoltà riusciamo a trovarle, ma purtroppo il mare e’ troppo mosso e ne impedisce l’accesso. Decidiamo di non tornarci in quanto ci rendiamo conto che l’accesso e’ molto pericoloso, anche in presenza di mare calmo. Stanchi e delusi della camminata alla ricerca delle piscine, ce ne andiamo alla piscina dell’hotel (questa di facile accesso per fortuna!!!).

Quinto giorno – mercoledì

Altra giornata di sole pieno e vento debole. Direzione Isola de La Graciosa. Un’oretta circa di auto fino ad Orzola, e da lì ci imbarchiamo x l’isola (costo andata e ritorno 20 euro a persona; durata mezz’ora; partenze circa ogni ora). All’interno dell’isola sono presenti solo strade di terra e sabbia e ci si può muovere solo con jeep-taxi locali, con bici a noleggio, o a piedi. Optiamo x la seconda soluzione. Attraversiamo l’isola e dopo circa 6 km arriviamo alla spiaggia di Los Charcones, il paesaggio e molto suggestivo ma il mare e’ troppo mosso e non ci consente di fare un tuffo. Nella speranza di trovare una mare più calmo ci dirigiamo verso la parte opposta dell’isola e raggiungiamo Playa Francesca e subito dopo playa Cocina, la nostra preferita, molto riparata da un monte di color giallo ocra (monte Amarillo).

Sesto giorno – giovedì

Mattinata relax di nuovo a Papagayo. Nel pomeriggio torniamo al nord, e visitiamo il giardino dei cactus, altro luogo da non perdere. Si tratta di un giardino dove si trovano spettacolari piante grasse provenienti da tutto il mondo. Alcune dalle forme e dimensioni molto particolari. Il contrasto di colori e’ stupefacente. Dopo pochi chilometri raggiungiamo l’ultimo sito d’interesse compreso nel nostro biglietto cumulativo: il jameos de agua, secondo noi niente di particolare troppo artificiale e costruito. E’ giunta l’ora della cena tipica! Una costante nei nostri viaggi. Dopo esserci un po’ informati scegliamo il ristorantino la Casa nella Playa, nella zona di Arrieta, un piccolo paesino di pescatori nel nord est dell’isola. Da leccarsi i baffi. Abbiamo preso due paelle di pescado e un arrosto di pesce, vino rigorosamente malvasia vulcanica de la Geria, un dolcetto tipico, il tutto per 50 euro. Non male per la qualità e abbondanza dei piatti.

Settimo giorno – venerdì

Obbiettivo trovare la poco conosciuta Playa del Risco, una splendida spiaggia raggiungibile solo a piedi o via mare (descrizione trovata nel sito www.lanzaroteando.com che segnaliamo e consigliamo). Raggiungiamo il paesino di Ye. Dopo vari tentativi e diverse informazioni chieste ai passanti, riusciamo a trovare l’inizio del sentiero. Poco prima dell’ingresso del paese si svolta a sinistra (indicazioni Casa Rural la Corona). Il sentiero inizia poco oltre la casa rural ed e’ facilmente riconoscibile in quanto la prima parte e’ ciotolata. Il percorso e’ molto suggestivo, scende a picco sul Riscos de Famara, il principale massiccio montuoso di Lanzarore. Il sentiero ha anche rilevanza storica in quanto veniva utilizzato dagli abitanti de la Graciosa per raggiungere l’isola di Lanzarote; infatti viene chiamato “el camino de los gracioseros”.

Scendendo si ha costantemente la visuale dell’intera isola Graciosa e dell’arcipelago di Chinijo. Dopo circa un oretta di camminata raggiungiamo finalmente la spiaggia del Risco. Ancora più bella di come ce l’aspettavamo. Sabbia fina molto chiara, quasi bianca. Acqua cristallina. Spettacolare il contrasto con il nero del Risco de Famara. Ci godiamo la spiaggia deserta, facciamo dei bei bagni e un pò di riposo prima della dura risalita.

Prima di rientrare passiamo alla famosa e ventosa spiaggia di Famara. Onde enormi e molti surfisti.

Ottavo giorno – sabato

Purtroppo e’ arrivato il giorno della partenza; ma grazie alla tarda partenza del volo riusciamo a goderci le ultime ore nell’isola. Ci concediamo un bel bagno nella Playa Jamblillo, in pieno centro nella località di Costa Teguise. La spiaggia e’ molto riparata e le acque sono cristalline. Un vero paradiso per gli amanti dello snorkeling … sembra di stare in un acquario. Per l’ultimo pranzo decidiamo di andare alla cantina del chupiteros, una delle numerose cantine della zona di La Geria, appena sopra Puerto del Carmen. Qui le colline sono coperte di vigne, coltivate con un metodo unico e spettacolare: vengono scavate delle buche circolari per riparare dal vento le singole piantine collocate nel centro. Il sapore del vino vulcanico e’ intenso e dolciastro, molto gradevole e particolare. Per chiudere in bellezza ordiniamo due bicchieri di vino ed alcune tapas molto sfiziose ( patate con salsine, calamari marinati, datteri e speck e crepes con la marmellata di kactus). Facciamo un brindisi al viaggio, e con un po di tristezza ce ne andiamo a preparare i bagagli…. e poi in aereoporto.

Lanzarote è sicuramente una destinazione che lascia il segno. Quello che ci ha colpito di più dell’isola e’ l’aspetto selvaggio e la natura predominante, e nello stesso tempo la gran cura nel conservarla cosi com’e’, anzi renderla ancora più suggestiva, con costruzioni di basso impatto ambientale, e prettamente bianche, in contrasto con il colore predominante nell’isola…il nero.



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