Da Lampedusa alle Dolomiti

Un viaggio per comprendere la bellezza e la varietà dei paesaggi del Belpaese
Scritto da: dimodriver
da lampedusa alle dolomiti
Partenza il: 29/06/2017
Ritorno il: 08/07/2017
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Era da tanti anni che pensavamo ad una vacanza a Lampedusa, ma un po’ per i costi elevati dei voli, un po’ la paura degli sbarchi continui dei migranti, ci hanno fatto rimandare questo viaggio fino al…

Giovedì 29 Giugno 2017

Partiamo da Bologna con un low-cost della Blu Panorama acquistato a febbraio. Già sull’aereo faccio conoscenza con un’anziano lampedusano, orgoglioso delle sue origini, che conosce tutto e tutti sull’isola e che quindi sfrutto per dei buoni consigli. Atterriamo in leggero ritardo. Un pulmino è già pronto ad attenderci all’uscita dell’aeroporto. Abbiamo prenotato un bilocale, piccolo ma carino, appena ristrutturato e con uno spazio esterno con barbecue e una comoda doccia. Anche l’auto è già pronta parcheggiata di fronte. Una vecchia Citroen Mehari rosa, targata Aosta… È una macchina simpatica, tutta aperta, ma molto faticosa da guidare. Fortunatamente le distanze da coprire sono minime. Vista l’ora gentilmente l’autista si è fermato davanti ad una gastronomia, e così per pranzo gustiamo i primi arancini ed altri piatti tipici. Nel pomeriggio facciamo un primo giro orientativo dell’isola, anche sulle scogliere di punta Grecale, non molto distanti dal nostro alloggio. Poi finiamo sulla piccola spiaggia di cala Francese, per un primo contatto con queste fresche acque. La prima impressione è quella di un’isola un po’ trascurata, con piccole spiagge e abbastanza affollate.

Venerdì 30 Giugno 2017

Mi alzo presto per vedere di acquistare pesce fresco direttamente dai pescatori. Ma giunto sul porto vecchio intorno alle 7, non trovo nessuno. Mi dicono che sono usciti in pochi e tardi, perché c’era mare. In effetti soffia un bel vento da nord. Faccio un giro e mi ripresento davanti alla più grande pescheria alle 8 in punto quando dovrebbe aprire. Dopo un quarto d’ora di attesa, un po’ scocciato faccio mestamente ritorno a casa. Il pesce lo acquistiamo già cotto in squisiti spiedini, da Gianni sul porto nuovo, quando rientriamo dalla mattinata sulla spiaggia di cala Madonna. Questa, come gran parte delle calette della costa sud, è un fazzoletto al fondo di una profonda insenatura, dove alle 10 già si fatica a trovare il posto per stendere gli asciugamani, tra gli ombrelloni a pagamento. Nel pomeriggio andiamo a visitare il centro di recupero delle tartarughe marine sul porto vecchio. Interessante soprattutto se si hanno bambini. L’ingresso è gratuito con offerta libera. La sera facciamo un giro nella pedonale via Roma, dove si affacciano bei negozietti e gelaterie. Noi però andiamo a gustare i cannoli siciliani e altre prelibatezze, al rinomato bar dell’amicizia, situato in una via traversa.

Sabato 01 Luglio 2017

Oggi andiamo alla famosa spiaggia dei Conigli. È a circa cinque chilometri dal centro, con la macchina arriviamo in un attimo. Un agevole sentiero scende dalla strada. Dopo dieci minuti scarsi, a metà cammino, si apre davanti agli occhi una vista fantastica, sull’isola dei Conigli circondata da un’acqua turchese e più a destra sulla candida spiaggia di sabbia chiara. Su una buona parte dell’arenile, non è consentito piantare ombrelloni. Questo è un luogo di nidificazione delle tartarughe Caretta Caretta, e ci sono tante norme restrittive. Si può accedere solo dalle 8.30 alle 19, non si possono appoggiare asciugamani e oggetti sulle rocce e altri strani divieti. Quest’anno non è stato trovato ancora alcun nido, ma siamo proprio nel periodo giusto ed ogni mattina i volontari devono controllare, la spiaggia. L’acqua è un po’ freddina, ma è così limpida, da smuovere anche i più freddolosi. Nel pomeriggio, troviamo riparo dal vento, fra gli scogli di cala Creta e il Mare morto. Anche qui acqua trasparente, tanti pesci e una galleria in cui ci si può divertire a fare gli esploratori subacquei. Per la sera a cena, ci siamo organizzati bene col barbecue e col vento di questi giorni, non fatichiamo molto a cucinare pesce fresco alla griglia….

Domenica 02 Luglio 2017

Andiamo sulla spiaggia del paese: la Guitigia. Chiaramente affollata e piena di ombrelloni, ma comoda da raggiungere e con una candida sabbia bianca, acqua limpida e bassa, dove passeggiare tranquillamente. Nel pomeriggio ci avventuriamo su un sentiero che secondo me, dovrebbe arrivare alla Tabaccara. In realtà questa insenatura è incastonata tra le pareti alte di una scogliera e quindi non raggiungibile via terra. Peccato perché l’acqua è di un colore turchese incredibile. Continuando su questo sentiero, fra sparuti bassi arbusti, arriviamo a cala Galera. Una minuscola spiaggia, si e no venti metri, infondo a quello che somiglia ad un lungo e stretto fiordo. Dopo cena torniamo a passeggiare in Via Roma, acquistiamo qualche souvenir su alcune bancarelle e come al solito finiamo al bar dell’amicizia, dove apprezziamo anche l’ottimo gelato artigianale.

Lunedì 03 Luglio 2017

Torniamo alla spiaggia dei Conigli, questa volta siamo tra i primi a conquistare un posto in prima fila e ci godiamo la tranquillità della prima ora. Con Simone arriviamo fino a cala Pulcino. È un piacevole sentiero che aggira il piccolo promontorio che divide le due baie. Un quarto d’ora di facile cammino con bellissimi scorci sul mare. Cala Pulcino è una spiaggia di ciottoli, ma l’acqua è bellissima, e il contesto è molto bello e selvaggio. Mi riprometto di raggiungerla l’indomani attraverso il sentiero, che serpeggia nel canyon che sta alle spalle. Prima di tornare indietro, con una breve nuotata, raggiungo ed esploro una piccola grotta marina.

Martedì 04 Luglio 2017

Anche stamattina optiamo per la spiaggia dei Conigli, in definitiva il vero valido motivo per venire fino a Lampedusa. Passo gran parte della mattina in acqua. A nuoto faccio il periplo dell’isolotto e poi mi spingo fin quasi alla Tabaccara. Ma il grande affollamento di barche ancorate nella baia, mi fa desistere, meglio rimanere nella zona dell’isola dei Conigli, che è riserva integrale e quindi completamente inaccessibile a qualsiasi tipo d’ imbarcazione. Nel pomeriggio lascio il resto della compagnia sulla spiaggia della Guitigia, e con la macchina torno nella zona ovest dell’isola. Per raggiungere cala Pulcino, si parcheggia oltre la zona militare. C’è un piazzale e alcuni cartelli segnalano il sentiero, che scende verso il mare attraverso un canalone, per buona parte ombreggiato. La camminata è agevole, non c’è troppa pendenza. In venti minuti di passo veloce si può raggiungere la spiaggia. Non è mai troppo affollata e ha quella naturalezza che le altre spiagge di Lampedusa non hanno. Una nuotata alla fine del pomeriggio, ti mette in pace con il Mondo. Stasera andiamo a mangiare al ristorante L’Aragosta, sul porto nuovo. Ce lo ha consigliato un nostro amico poliziotto. Anzi siamo raccomandati! All’arrivo chiedo della signora Piera e gli dico che mi manda Luigi il figlio di Sebastiano. Ci portano una serie infinita di vassoi con antipasti di mare freddi e caldi, così tanti che nonostante il tavolo da sei, non sappiamo più dove metterli. I ragazzi proseguono con i primi, mentre noi optiamo per la grigliata mista. Le porzioni sono generose, con i soli antipasti eravamo a buon punto… Spaghetti allo scoglio e tagliolini ai gamberetti, sono squisiti e conditi alla grande. Ripulire i piatti dei figlioli a scarpetta è una goduria. All’arrivo della grigliata siamo già sazi e il vassoio è colmo di calamari, gamberoni, pesce spada e spigole, per la verità però, il pesce è un po’ troppo cotto. Finiamo in bellezza con un cannolo siciliano impiattato in modo originale: un mucchietto di ripieno su cui sono infilati i pezzetti di cannolo. Il conto è molto più sobrio di quanto direbbe il menù è ce ne andiamo più che soddisfatti.

Mercoledì 05 Luglio 2017

È l’ultimo giorno a Lampedusa. Mi alzo presto e vado a fare una camminata sul sentiero sopra alla Tabaccara. Alle 8.30 ci sono già alcune barche che hanno buttato l’ancora in questa piccola insenatura. Anche noi oggi abbiamo in programma la gita intorno all’isola con Peppino. Dal porto vecchio partiamo su una barca da pesca di sei o sette metri. Siamo solo noi quattro, il comandante, sua moglie e suo figlio Johnathan, che famigliarizza subito con Simone. Stiamo comodissimi, sui materassini a prua e sul tetto. Costeggiamo tutte le calette di Lampedusa: cala Croce, cala Madonna, cala Galera. Alla Tabaccara gettiamo l’ancora e finalmente possiamo tuffarci nella sua acqua di un turchese accecante. I ragazzi si divertono un sacco a buttarsi dal tetto. Si riparte superando l’isola dei Conigli e lo scoglio che le sta di fronte, nei pressi del quale, a quindici metri di profondità, c’è una statua della Madonna. Stranamente, nessuna barca è ferma nei pressi, la cosa è anomala. Oltretutto si aggira un’unità dei Carabinieri, che scoraggia il comandante ad avvicinarsi. Peccato! Proseguiamo superando cala Pulcino e giungiamo in un luogo con mare celestiale, chiamato le acque, dove ci ormeggiamo affiancati all’altra barca più grande di Peppino, su cui ci uniamo al resto della comitiva per il pranzo. È un’allegra compagnia, mossa dalla simpatia di Peppino, che mentre cominciamo a gustare l’antipasto di crostini e cozze, inizia a grigliare pesci di tutti i tipi su un barbecue, posto in un angolo di poppa a sbalzo sul mare, che è uno spettacolo! Da quella griglia esce di tutto, alla fine anche dei gamberi che si sciogliono in bocca. Mentre cucina ci racconta tante storie, avendo svolto servizio per un certo periodo nel centro immigrati. Un tunisino, gli ha insegnato la ricetta per un aromatico caffè al limone, che ci serve alla fine del pranzo. Alla ripartenza aggiriamo la punta occidentale e costeggiamo le scogliere del nord. I ragazzi vogliono pescare e come promesso, ognuno con la sua canna, si mettono in paziente attesa. Il più lesto a tirar su piccoli saraghi, come era prevedibile, è il giovane Johnathan. Uno, due, tre, in rapida successione, ne tira su quattro, poi finalmente quando stiamo per ripartire, si toglie la soddisfazione anche Samuele, che aggiunge al bottino una quinta preda. La costa nord è tutta un’alta scogliera. Navighiamo a poca distanza, lambendo il faraglione e osservando da vicino alcune grotte. C’è tempo anche per altri tuffi, prima di far rientro al porto, ben oltre e le 17 come previsto. Alla fine ci regalano volentieri tutti i saraghi pescati e i quaranta euro a testa sono sicuramente ben spesi. La gita in barca è un’occasione da non perdere a Lampedusa.

Giovedì 06 Luglio 2017

Lasciamo Lampedusa la mattina presto. Dall’oblo dell’aereo, diamo un ultimo sguardo alla piccola isola, poi voliamo verso la Sicilia, con la Tunisia alla nostra sinistra. Atterriamo a Bologna in orario, e rapidamente siamo in macchina. Avevamo lasciato nel bagagliaio, una valigia con abbigliamento da montagna e visto che Molveno, è solo a 2 ore e mezza e le previsioni meteo sono buone anche per i prossimi giorni, continuiamo verso nord. Alle 14 siamo già a gustare i primi canederli a Fai della Paganella, in un caratteristico e molto carino locale. Ci eravamo veramente stancati di mangiare pesce, e questo drastico cambio di latitudine è proprio quello che ci voleva. Attraversiamo Andalo e in breve raggiungiamo Molveno e il suo lago. Andiamo all’ufficio informazioni e troviamo un bel compromesso con un appartamento e la mezza pensione da consumare nel vicino hotel Aurora. Il centro del paese è molto carino. Le stradine scendono ripide verso il lago, sulle cui rive ci sono grandi e curatissimi prati verdi, dove andiamo a passare il resto del pomeriggio. Immaginavo la temperatura dell’acqua un po’ più piacevole. Comunque è una strana sensazione passare in così poco tempo, dal mare di Lampedusa, alle acque lacustri di Molveno circondato dalle vette delle Dolomiti. Ceniamo bene e abbondantemente. Poi col giovane titolare organizziamo, la camminata che abbiamo in programma per domani.

Venerdì 07 Luglio 2017

Ci svegliamo alle 9 passate. Evidentemente scontiamo la stanchezza degli spostamenti di ieri. Una grande colazione a buffet, ci fornisce le energie necessarie per ripartire e affrontare il trekking di oggi. Per addolcire un po’ la tappa, saliamo il primo tratto con la cabinovia, che parte proprio davanti al nostro appartamento. In poco più di 5 minuti saliamo fino al rifugio Pradel. Poi da qui proseguiamo in salita verso il rifugio la Montanara. È un pezzo molto ripido e qualcuno dei giovani, già si lamenta, mentre la sagoma imponente del Croz dell’Altissimo, comincia a spuntare sopra la gobba verde che stiamo scaldando. Giunti al rifugio, non possiamo che fermarci ad ammirare le Dolomiti del gruppo di Brenta. Uno scenario di pareti rocciose si staglia davanti a noi. Le aguzze cime sono già circondate da qualche nuvola, che comunque non sembrano minacciare pioggia. Dopo le foto di rito, proseguiamo verso il rifugio dell’Altissimo, su un sentiero che prosegue nel bosco, salendo ancora un po’, prima di discendere, per andare ad incrociare un altro bel percorso, che taglia la parete del Croz. Ci sono bei passaggi sotto il gigante, alcune lapidi, ricordano le persone che sono morte durante la costruzione del percorso. La salita è costante ma la pendenza non è proibitiva, e per l’ora di pranzo, siamo al rifugio a 1500 metri di altitudine. Un bel piatto di polenta, salsicce e funghi, ci sazia a dovere, anche se per concludere ancora meglio, ci prendiamo un immancabile strudel. La discesa, come sempre, almeno per me, è più dura della salita, anche perché scendiamo fino a Molveno con le nostre gambe, senza usare la funicolare. Una sostanziosa cena e un giretto serale per le vie carine del paese, concludono una bella giornata.

Sabato 08 Luglio 2017

Mi sveglio prima dell’alba e a piedi, in ripida salita, vado fino al rifugio la Montanara a vedere lo spettacolo delle Dolomiti, mentre il sole inizia a illuminarle. Ridiscendo all’hotel, dove tutti insieme, facciamo una super colazione. Abbiamo prenotato per mezza giornata le bici, al noleggiatore in riva al lago. Tre elettriche e una tradizionale per 95 euro. Poco dopo le 9 siamo in sella e iniziamo il giro del lago. Mi accorgo subito di aver fatto la scelta giusta a prendere le elettriche, perché ci sono dei saliscendi, alcuni anche molto ripidi. Proprio su uno di questi, dopo soli due chilometri di pedalata, alla mia bici si spezza la catena… Torno indietro a piedi e mi da un’altra bici, non senza farfugliare che lui le biciclette le controlla sempre tutte perbene, anzi mi domanda se per caso abbia fatto una cambiata di marcia troppo sotto sforzo… al che io un po’ stizzito, gli racconto che sono tornato da pochi giorni, da un giro in Toscana di 600 chilometri e come si usa una bici dovrei saperlo… Riprendiamo il giro costeggiando il lago lungo un bel sentiero ombreggiato. Proseguiamo fino al piccolo specchio d’acqua della Nembia. È molto bello perché sovrastato da una parete rocciosa, e con un colore verde cristallino. Torniamo a pedalare lungo la sponda est del lago di Molveno e poi continuiamo fino ad Andalo. Tornando, viaggiamo veloci in leggera discesa, ma poco dopo ecco Samuele fermo con la gomma a terra. Oggi non siamo decisamente fortunati con le bici… Faccio a piedi altri tre o quattro chilometri, e arrivo piuttosto alterato alla riconsegna. Il tizio giustamente ci sconta le disgrazie della giornata e con quanto risparmiato, andiamo a pranzo e acquistiamo anche un buono strudel da portare a casa come gustoso souvenir.

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cala Guitigia

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spiaggia dei Conigli

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cala Madonna

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Verso il rifugio dell'Altissimo

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Trekking all'alba

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isola dei Conigli

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Lago di Molveno

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In bici sul lago di Nembia

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Giro del lago di Molveno



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