Destinazione Kos Island

Utili suggerimenti sul modo di vivere l'isola!
Scritto da: Vanilla Bourbon
destinazione kos island
Partenza il: 17/05/2011
Ritorno il: 21/05/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

KOS Island – 17-22 maggio 2011

Partenza con volo Ryanair da Bologna. Costo del biglietto andata e ritorno circa 35€ cad. Il volo dura circa 2h e 40 min: a Kos Island c’è un’ora di fuso orario e così atterriamo intorno alle 13.40.

L’aeoroporto di KOS si trova ad Antimachia, nella parte centro orientale dell’isola. Atterrati, veniamo subito accolti da un paesaggio piuttosto brullo e dalla prima chiesetta (Agios) bianca profilata di azzurro posta sulla cima di una bassa rupe alla nostra sinistra.

La stazione dei bus si trova a destra dall’uscita degli ARRIVI. Le destinazioni sono specificate sul parabrezza dell’autobus, ma non vi sarà molto di aiuto perché sono scritti in caratteri ellenici. A Kos Island, tutti parlano un buon inglese e la cosa curiosa è che riescono anche a spiccicare qualche parola in quasi tutte le lingue europee, per cui è facile comunicare con loro. Chiedete quindi ai conducenti che aspettano fuori dai bus l’orario della partenza: saranno felici di darvi informazioni. Noi siamo partiti alla volta di Kos Town. Costo del biglietto solo andata 3.20€ cad. Il bus fa diverse fermate nei paesi sulla costa nord (Mastihari, Marmari, Tigaki) lungo l’unica statale che attraversa l’isola da ovest ad est. Noi andiamo verso est e Kos Town è l’ultima fermata. Dopo circa 45 minuti di viaggio, arriviamo in piazza Kleopatras, stazione principale degli autobus: da qui partono le linee per spostarsi nell’isola fuori città. Gli orari degli autobus per tutte le destinazioni sono esposti in un’unica tabella (non facilmente leggibile) sulle pensiline delle fermate e vengono rispettati al secondo. C’è un’altra stazione degli autobus sul lungomare, di fronte al Palazzo della Reggenza (lo riconoscerete subito perché è una costruzione insolita: tutta bianca con una piccola torre merlata sul quale è posto un orologio). Da qui partono anche i trenini turistici per la città e Asklipieion (si legge Asklepìon).

Il clima a maggio è fantastico: di giorno la temperatura si aggira attorno ai 23°-25°, di sera però la temperatura si abbassa notevolmente ed è un po’ freddino, quindi portatevi felpe e giubotti.

Non dimenticate inoltre un repellente per le zanzare. Certo, non sono voraci come quelle romagnole, ma comunque sempre fastidiose. Alloggiamo all’Hotel Americana (il meglio votato su Booking.com), in via Georges Karaiskaki. Arrivarci a piedi vuol dire 10 minuti di passeggiata attraversando il centro della città. Da piazza Kleopatras, con la stazione degli autobus alle spalle, a sinistra si imbocca via Pavlou; girando a destra si prende via Venizelou che dopo una curva diventa via Artemissias. Passata la Taverna Canadian, girate a destra per un vialetto costeggiato dai giardini delle case basse sulla destra e alberi sulla sinistra e lo troverete lì di fronte. L’hotel è pulitissimo, carino, un tre stelle. La nostra camera, sul piano rialzato, è piuttosto spaziosa e luminosa (due finestre a est) con bagno in camera e televisione. C’è il frigobar, ma vuoto. Potete sempre usarlo per rinfrescare le bevande/frutta che potete comprare in uno dei market lì vicino. La doccia ha anche l’idromassaggio; l’aria condizionata si attacca automaticamente chiudendo le finestre. La padrona dell’hotel è una donna splendida, sorridente, gentile e non le dispiacerà di certo darvi le giuste informazioni per visitare la città ed i dintorni di Kos Town. Dall’information tourist (situato sul lungomare, poco prima del Castello dei Cavalieri) putroppo non troverete molta disponibilità. Per la colazione in generale per tutti gli hotel dell’isola (noi in 4 giorni ne abbiamo provati due, ma leggendo sui forum è opinione comune), non aspettatevi cose spettacolari: solita colazione continentale con alcune pietanze tipiche greche (tipo olive o feta). Potete sempre variare la colazione ogni giorno (se volete) con un po’ di fantasia. Provate ad esempio a mettere in una ciotola: un cucchiaio bello pieno di Yougurt greco, un frutto a pezzetti (banana ad esempio) ed un cucchiaio bello pieno dei cereali esposti che preferite. Mischiate il tutto e gustate. Se troppo denso, potete allungare con un goccio di latte oppure succo d’arancia. E per zuccherare, vi consiglio un giro di miele. Vedrete: non rimarrete delusi!

Il caffè greco… ohi ohi… per noi italiani è un problema: non incontra certamente il gusto dell’espresso. Ma provate ad aggiungere una spruzzata di cannella (cinnamon) in polvere che potete chiedere, se non disponibile al buffet (a KOS la usano molto) e diventerà più gustoso.

Kos Town, offre veramente molto (anche troppo) al turista. Passeggiate sul lungomare e poi entrate in pieno centro dai giardini del Castello dei Cavalieri. Vi ritroverete di fronte ad una grande moschea e se andate a sinistra di essa, vi ritroverete nei piccoli vicoli della città vecchia, piena di street bar, taverne e negozi. Questi locali sono aperti praticamente tutto il giorno; e la sera…. vai con la Movida!!! Non è raro comunque essere costantemente addescati dai camerieri che presiedono il passeggio di fronte ai ristoranti. E se non vi fermate per bere o mangiare qualcosa, tenteranno di farsi prenotare un tavolo per la cena. Noi abbiamo girovagato nei vicoletti ed abbiamo poi preso un frozen drink a base di frutta (una specie di milk shake, ma senza il latte) al Bitter Sweet, che poi, abbiamo scoperto essere uno dei locali più in voga di Kos. È bellissimo, perché ricavato dalle cantine di un antico palazzo ed ha un giardino sul retro veramente fresco, dove il verde è costituito dalle piante tipiche dell’isola (ad esempio la vite). Provare per credere!!! Per due frozen drink (enormi) abbiamo speso circa 9€ in tutto.

Per la cena, abbiamo scelto (consigliati dalla padrona dell’hotel) la Taverna HirodioN (via Artemissias 27, a pochi passi dall’Americana Hotel), frequentato soprattutto da greci. Ragazzi: si mangia da Dio!! Lo chef è la moglie del proprietario, che prepara tutto fatto in casa. Qui avrete l’occasione di mangiare pietanze greche che non troverete facilmente negli altri locali dell’isola, come ad esempio i dolmades, foglie di vite ripiene di carne trita, riso e spezie e cotte al forno oppure i Sarikopitakia conchiglie di pasta sfoglia ripiene di formaggio. La specialità della casa è l’agnello, perciò se vi piace, non potete perdere l’occasione di assaggiarlo. Deliziosa anche la moussaka. Provate anche la Baklavàs: un dolce tipico a base di mandorle trite e miele, racchiuso da pasta sfoglia, che vi serviranno caldo con una pallina di gelato alla vaniglia e panna montata con una spruzzata di cannella (il paradiso). Il proprietario vi delizierà inoltre con digestivi alcolici per gli uomini, analcolici per le donne. Naturalmente non può mancare l’ouzo. Il punto è che però non saranno proprio offerti. Vi potete ritrovare un sovrapprezzo sul coperto, ma che dire? L’accoglienza è talmente calda, il ristorante così tipico, il cibo così buono che si perdonano gli eurini in più non previsti (in due 5€). Per quanto riguarda il conto, abbiamo speso circa 23€ a testa, per due antipasti, due portate, un litro di vino della casa, acqua, un dolce.

Non vi parlerò dei siti archeologici o delle cose da vedere e fare a Kos, poiché queste info le trovate facilmente in qualsiasi depliant, sito, guida che potete recuperare. Vi dirò solo che Kos Town è interamente costruita sui resti della città vecchia, quindi non è inusuale guardare nel cortile delle piccole palazzine intorno al centro e scoprire campi di erba spontanea che nascondono capitelli, colonne, perimetri delle antiche e gloriose costruzioni: un museo a cielo aperto. Carino (un po’ kitsch a dire il vero) anche il trenino che parte davanti al porto (ogni ora a partire dalle 9,00 del mattino) e che porta, attraversando la città, al sito archeologico di Asklipieion. Il biglietto costa 5€ cad andata e ritorno; l’entrata ad Asklipieion 4€ cad. Il trenino vi lascia davanti all’entrata del sito archeologico e da lì vi riprenderà poco più di un’ORA dopo per riportarvi indietro. Vi garantisco che un’ora è più che sufficiente per visitare il sito. C’è comunque la tabella degli orari, per cui saprete a che ora dovrete farvi trovare lì davanti e … mi raccomando, siate puntuali!! Lui spaccherà il secondo. Appena entrate, troverete un piccolo barettino sulla destra dove potrete gustare un bicchierone di spremuta d’arancia fresca e fatta sul momento al costo di 4.50€. Tornati da Asklipieion abbiamo fatto in tempo a visitare il Castello dei Cavalieri (ci si impiega circa 45 minuti) e prendere il bus delle 13.00 per Zia, da piazza Kleopatras. Il bus costa 2.00€ cad sola andata ed il viaggio dura circa una ventina di minuti. Zia è un piccolo paesino nell’entroterra, che attira moltissimi turisti non tanto per la bellezza del paesino, quanto per i panorami che offre sull’isola. Il bus vi lascerà appena arrivati in paese ed appena scesi vi troverete nell’outlet del turista. Molte le taverne con vista sul mare: una in particolare in fondo alla strada principale offre una piccola terrazza con vista e musica chill out che fa molto atmosfera. Noi, in controtendenza, abbiamo scelto il Village, una taverna senza terrazza panoramica, non molto grande, ma proprio “greca greca greca”! Tutto azzurro e bianco con le tovaglie a quadri bianche e azzurre e musica tipica…. Insomma, un posto alla vecchia. Abbiamo gustato gyros e souvlaki e bevuta la prima Mythos

Dopo pranzo abbiamo fatto un giro a Zia inerpicandoci tra le piccole e bianche stradine e viottoli che attraversano file di case una addossata all’altra. Una faticaccia, perché sono veramente ripide. Ma ne è valsa la pena. Attraversare i viottoli di Zia, da la sensazione di entrare di nascosto in case private. Il paese è silenzioso e non si incontra nessuno a meno di donne che in punta di piedi escono dalle proprie case per sparire qualche metro più in là in un’altra casa. Nascoste e quasi impercettibili le nonnette con il tipico velo nero sedute in un angolo del cortile all’ombra di una vite o di un oleandro in completo silenzio. Abbiamo visitato anche la piccola chiesetta del paese. Cristiana ortodossa, bianca, lastricata e profilata di azzurro: siamo entrati e ci siamo goduti un po’ di fresco e pace. Alle 16.00 l’autobus riparte esattamente nel punto di discesa, per tornare a Kos.

Per la nostra ultima sera in questa città, abbiamo optato per la taverna Elia. Si trova esattamente di fronte all’entrata del Bitter Sweet ed è molto caratteristico in quanto non solo è molto rustico con le sue pietre a vista, ma il soffitto in legno è bordato di fregi che simulano l’antica pittura greca. Qui abbiamo assaggiato il nostro primo tzatziki, che normalmente servono in gran quantità come antipasto e senza pita. Col pane casereccio o utilizzandolo come salsa per accompagnare le portate non è niente male. Abbiamo preso le verdure grigliate con halòumi e le tipiche frittelle greche a base di zucchini (Keftedes Kolokithakia). Circa 12€ cad per la cena.

KEFALOS

Prendiamo il bus delle 9 da piazza Kleopatras. Costo del biglietto 4,40€ cad. Dalle mappe avevamo capito che l’hotel che avevamo prenotato (il Fourtonis), non si trovava esattamente a Kefalos, ma in una zona molto prossima alla costa meridionale che sembrava piuttosto desolata. Le mappe disponibili su internet o sul navigatore, non sono dettagliate perciò non riuscivamo ad orientarci. Abbiamo quindi chiesto indicazioni via mail all’hotel. Elias, il direttore, ci ha risposto di rivolgerci all’autista rendendosi comunque disponibile ad essere contattato sul cellulare in caso di problemi. Perciò, saliti sul bus, è proprio quello che abbiamo fatto: l’autista ci ha lasciato alla fermata più vicina all’hotel e ci ha indicato la strada per arrivarci (in realtà subito dietro l’angolo della pensilina della fermata del bus). Non è facile trovare hotel via internet nella baia di Kefalos… più che altro sono molto diffusi gli studios (piccoli appartamenti). Arrivati lì, abbiamo potuto constatare che effettivamente gli hotel scarseggiano. Il Fourtonis è a conduzione familiare, così come la gran parte delle strutture ricettive dell’isola. È appena costruito ed ancora da finire nei dettagli, al punto che quando siamo arrivati abbiamo attraversato un vialetto ghiaioso e poi qualche metro di nuda terra, oltrepassando un giardiniere intento al lavoro. All’interno è molto bello ed anche gli arredi della hall, benchè minimi, sembrano molto ricercati. Ci sono porte finestre per tutto il perimetro dell’edificio bianco ed è quindi molto luminoso. Elias e sua madre sono gentilissimi e molto disponibili, premurosi ed accoglienti. Siamo arrivati sulle 10 del mattino e comunque ci hanno assegnato la camera, che in teoria doveva esserlo alle 14. Per la colazione, ci hanno fatto trovare miele fatto in casa, uova di gallina appena deposte, tipici biscotti a ciambella molto molto gustosi. Non vedendoci rientrare, ci hanno persino lasciato un biglietto sotto la porta della stanza con le indicazioni di qualche ristorante nella zona, nel caso ne avessimo avuto bisogno. Insomma ci siamo sentiti coccolati, come se, anziché in un hotel, fossimo a casa di un amico. La camera è molto spaziosa e ariosa, dotata di un terrazzino delizioso da cui si può godere di una vista discreta sul mare e sulla zona. Di contro, nella stanza non abbiamo trovato un televisore (ma chi se ne importa, della tv a Kefalos!!), il frigobar non è stato incassato negli arredi ed anche un po’ vecchio. Il bagno è cieco, senza arredi. La doccia è piccola, ma c’è un lavapiedi. Non c’è la brochure di benvenuto nè il regolamento. Insomma alla fine, tutti particolari che è anche normale non ci siano in un hotel appena costruito ed ancora da definire nei dettagli! E poi noi pagavamo una tariffa veramente veramente bassa.

La regione di Kefalos si distingue per la piccola cittadina Kefalos Village, arroccata sulla cima di una rupe ed ai suoi piedi, la baia tra Kampos (est) e Kamari (ovest) che abbraccia sia le spiagge più belle e divertenti dell’isola, sia la litoranea, piena di negozi, taverne, locali alla moda dove si svolge la vita notturna (in particolare nella zona di Kamari). Il Fourtonis Hotes si trova a Kampos.

Particolarità di tutta la zona di Kefalos è che (ahimè) non è possibile gettare la carta igienica nel WC, per cui dovrete utilizzare il bidoncino dei rifiuti. Questo, per un problema di otturazione delle acque di scarcico dell’impianto idrico della zona (questo almeno è quello che abbiamo capito da Elias). Il problema igiene, potrebbe essere risolto (almeno in parte) se dotassero le toilette di quei piccoli sacchettini di carta che normalmente si usano nei bagni delle donne (care amiche, ci siamo capite, vero?). Ma purtroppo non se ne trovano, neanche nel nostro Fourtonis Hotel. Certo, un disagio! Ma se pensiamo alla bellezza di questa parte dell’isola, a quanto è selvaggia, a cosa può offrire, non si può pensare che sia un disagio insopportabile, soprattutto se ci si arriva organizzati e … consapevoli!! In questa regione, è impensabile muoversi a piedi o in autobus, perciò volendo perlustrare un po’ la zona, è necessario noleggiare un mezzo. Noi abbiamo scelto l’auto. Qualsiasi mezzo noleggiate, attenti!! A Kos Island molti guidano scooter e moto la maggior parte delle volte senza casco e nemmeno i buggies e i quad sono meno pericolosi: non è raro vedere numeri da circo per le strade. Inoltre non è sempre presente il guard rail e sull’asfalto, spesso pieno di buche, si può trovare della ghiaia. Abbiamo visto slittare persino delle auto, in curva negli stradelli delle alture. Il Manolis car rental possiede diversi punti di noleggio sulla litoranea, di cui uno vicinissimo al Fourtonis. Per 25€ al giorno compresa l’assicurazione su tutto (meno che sulle persone), si può noleggiare una macchina di piccola cilindrata. Stranamente, di prassi consegnano l’auto con la benzina che c’è (a proposito, il prezzo della benzina è un po’ più alto rispetto al nostro) e non c’è l’obbligo di consegnarla col pieno. Arrivare con l’auto nel parcheggio privato (che si trova sul retro) del Fourtonis Hotel è un rompicapo. Provo a darvi qualche indicazione.

Sulla litoranea, in direzione Kefalos Village, troverete solo due stradine che svoltano sulla destra verso nord. Prendete quella più lontana da Kefalos Village (direzione Kos Town), riconoscibile per uno dei cartelli Manolis car rental; andate avanti per poco più di un km finchè non intravedete sulla sinistra un’inconfondibile palazzina bianca, profilata di color mattone-ocra e nei pressi una chiesetta. Proprio lì a sinistra c’è uno stradello non asfaltato. Percorretelo tutto: dopo un centinaio di metri vi ritroverete nel retro del Fourtonis Hotel. Noleggiata l’auto, abbiamo iniziato la perlustrazione della zona a partire da Kefalos Village. Appena entrati in paese sulla sinistra trovate taverne e bar, mentre sulla destra una piazzetta col Belvedere. Qui abbiamo mangiato la prima Gyros Pita in una piccolissima taverna (2€ l’una e …. Squisita!!!!) poco prima di perderci nelle viscere del paese. Pochi metri più in là dall’entrata del paese, lo scenario cambia notevolmente e si comincia ad avere un’idea molto lucida di come deve essere la vita da quelle parti. Il silenzio, le case bianche profilate dei colori più brillanti, le nonnette col velo nero che a fatica riescono a fare qualche scalino, uomini seduti nell’unico bar della cittadina, che fumano, chiacchierano e bevono caffè. Quando gli passiamo davanti, smettono di parlare, ci guardano con un certo sospetto ed un pizzico curiosità. E quando gli scatto una foto, scoppiano in un sorriso pieno di simpatia e di un calore prorompente. Ringrazio e proseguiamo.

Seguendo la strada principale del paese, incontriamo una scuola e subito dopo la strada curva a destra: ci ritroviamo davanti alle rovine di quello che una volta doveva essere una roccaforte.

Seguendo sempre la strada principale a destra ci ritroviamo nuovamente all’interno del paese.

La cosa cusiosa di Kefalos Village è che si sviluppa attorno ad un cimitero di croci bianche e azzurre, visibile da tutti i punti in cui il paese offre uno scorcio panoramico. Persino il parcheggio pubblico del paese costeggia il cimitero! Siamo poi partiti alla scoperta delle zone orientali più remote di questa regione. Iniziamo da Agios Theologos. Ci si arriva dopo 5 km circa seguendo la strada che costeggia il cimitero. Dopo un giretto per la spiaggia e una visitina alla chiesetta, ci siamo fermati nell’unica taverna del posto. Molto caratteristica soprattutto perché gran parte delle pietanze sono a base di ingredienti letteralmente fatti in casa, come ad esempio la Gota, un formaggio a base di latte di capra e stagionato in aceto di vino che possono servire con olio e spezie oppure con miele, anche questo proveniente da produttori locali. Noi abbiamo preso della Gota con olio e spezie, tzatziki con pita (finalmente!!!), olive greche due mythos, per una spesa di 7€ a testa. Tornando verso Kefalos è possibile curvare verso Aspra Petra ed Agios Ioannis. Purtroppo l’asfalto della strada è completamente dissestato e non c’è guard rail per cui ogni tanto… wow, un po’ di vertigini in curva. Di fatto ne vale la pena per il panorama (secondo me il più bello dell’isola). Il sentiero per Aspra Petra è poco più di una sterrata; abbiamo quindi lasciato l’auto sul ciglio della strada ed abbiamo proseguito a piedi per qualche centinaia di metri. Ad un certo punto la stradina declina ripidamente verso il basso e non se ne vede la fine. A quel punto, un po’ perplessi dal paesaggio desolato e aspro e dagli escrementi di capra (dove di capre non se ne vedeva l’ombra), abbiamo fatto dietro front. Di fatto, Aspra Petra è una caverna come ci ha spiegato Elias al ritorno in hotel. Se lo avessi saputo quando eravamo lì, probabilmente la curiosità avrebbe vinto il sospetto e ci avrei dato una sbirciatina, ma purtroppo a parte un cartello con su scritto Aspra Petra, non c’era altro che indicasse cosa fosse effettivamente Aspra Petra! Torniamo sulla strada principale e proseguiamo per Agios Ioannis, che offre un altro scorcio panoramico dell’isola. Caratteristico il fatto che ci sono due chiesette una attaccata all’altra; una che sembra bizantina e l’altra tipica bianca e azzurra con un pavimento esterno a mosaico fatto di ciotoli bianchi e neri. Questa chiesetta è all’ombra della quercia secolare più grande che io abbia mai visto. Tornati sulla baia di Kefalos, diamo un’occhiata alle spiagge. La spiaggia di Agios Stefanos è la più bella secondo me. Si trova proprio nella baia di Kefalos, praticamente di fronte al Fourtonis Hotel. Offre uno spettacolo…. da cartolina. La spiaggia in realtà è una cala, delimitata sulla destra da una rupe ed a sinistra dai resti templari dell’antica chiesa di Agios Stefanos. Strano che questi resti (visto che anche sul pavimento si può scorgere qualche residuo del vecchio mosaico che doveva ricoprire l’intera pavimentazione della chiesa) non sia protetta o custodita. Al centro della baia, si erge un promontorio sul quale si scorge la Agios Nikolaos. 3km ad est di Agios Stefanos (in direzione Mastihari-Kos) si trova la più famosa e suggestiva spiaggia dell’isola: Paradise Beach, una cala racchiusa tra due rupi non molto alte, che accolgono un mare che, dalla riva al largo, assume tutte le sfumature del blu: siamo in Grecia!! Alle nostre spalle il promontorio con delle palme altissime e… caprette! di cui sentiamo il campanaccio. Ci accoglie un piccolo gazebo di surfisti che, con un sottofondo chill out, ne dipingono il tetto. È ormai ora del tramonto. Ci sediamo per un po’ sulla sabbia, dopotutto la giornata è stata un turbinio di tappe. Ci guardiamo un attimo intorno e sappiamo che l’indomani avremmo passato il nostro ultimo giorno a Kos Island proprio su quella spiaggia. Il bello di un’isola è che, in genere, da una parte puoi vedere il sorgere del sole e dalla parte opposta si può godere del tramonto. A Marmari, seguendo la direzione Mastihari-Kos Town a circa 20 minuti di auto da Kefalos, sembra di essere a Riccione. Le spiagge sono piene di ombrelloni, alle spalle dei quali, ci sono bar che offrono drink e musica a volontà. Per 4.50€ si può prendere un cuba libre e godersi il tramonto comodamente seduti a guardare il mare. Due i ristoranti che ci ha consigliato Elias: Kampos, esattamente di fronte all’hotel, e Stamatìa a circa 10 minuti a piedi (ci si arriva seguendo le indicazioni per Kamari). Kampos è una taverna che più che un ristorante sembra una pizzeria. Ordiniamo del pesce spada, e ci portano un piatto unico, composto da una fetta di pesce spada freschissimo alla griglia letteralmente ricoperta di patatine fritte con accanto riso bollito (senza sale) con un cucchiaio di passata di pomodoro (non cotta) piuttosto freddo, un cucchiaio di tzatziki e carote a tocchetti e pisellini. Abbiamo speso circa 13€ a testa per questo piatto unico ed una mythos. A parte il pesce spada, il resto del piatto ci ha lasciato piuttosto perplessi…. !! Non siamo rimasti molto soddisfatti da questo ristorante… Sarà stato che siamo arrivati a cena tardissimo (erano circa le 22)?

Per il nostro ultimo giorno nell’isola di Kos, scegliamo di passare la giornata a Paradise Beach. Qui per 3.50€ si possono noleggiare due comodissimi lettini ed un ombrellone. Si paga direttamente in spiaggia. Probabilmente appena arriverete non troverete subito il guardaspiaggia, che si apposterà all’ombra dei cespugli dietro la fila degli ombrelloni; ma non preoccupatevi, passerà al momento opportuno. Sulla spiaggia c’è anche una piccola banchina su cui si possono noleggiare moto d’acqua. Ci sono delle docce, sì, ma per andare in bagno bisogna arrivare alla Taverna in cima alla rupe, facendo circa tre rampe di scale ripidissime. Ma d’altronde, siamo in Grecia! Arrivata l’ora di pranzo, ci arrampichiamo sulla scalinata ed arriviamo alla Taverna. Fortunatamente, troviamo un tavolo libero proprio vicino alle enormi vetrate da cui si può godere della vista sulla baia. La musica lounge chill out ci fa da sottofondo, creando un’atmosfera molto suggestiva. Prendiamo un’insalata greca, feta, acqua, una spremuta di succo d’arance fresco e pane casereccio. Spendiamo circa 7€ a testa. Prima di cena, decidiamo di visitare un’ultima spiaggia (consigliataci dalla mamma di Elias): Limionas. È una spiaggia che si trova nella parte settentrionale della regione di Kefalos, battuta costantemente dal vento e per questo ritenuta una delle spiagge più fresche dell’isola. Ci si arriva dirigendosi verso nord, una volta arrivati a Kefalos Town dopo circa 15 minuti di auto. Qui il paesaggio è molto selvaggio; c’è più verde rispetto alla restante parte dell’isola, c’è molto vento e le onde del mare sono cavalloni. Sembra di essere a Waterville in Irlanda. Sulla sinistra si scorge una barriera di scogli ed una piccola cala sabbiosa racchiusa da rocce di tutti i colori che Madre Terra poteva inscenare: rosso mattone, nero basalto, bianco avorio, giallo ocra,… Che spettacolo!! Dalla parte opposta, sulla destra, si scorge un piccolo porticciolo con qualche piccolo peschereccio ed i pescatori che chiacchierano sulla banchina. Voltandosi ancora a destra si scorge un’altra piccola caletta di sabbia, con una fila di ombrelloni blu, all’ombra della roccia: un paesaggio onirico. La taverna della spiaggia di Limionas è una vecchia costruzione in legno, bianca e azzurra, dove si respira aria di autenticità. Non deve essere raro scorgere al suo interno dei pescatori intenti a giocare a domino o back gammon, com’è capitato a noi. Beviamo qualcosa e cerchiamo di goderci un po’ del tramonto che ci possiamo concedere. Per la cena, ci aspetta Stamatìa. Il locale è veramente piccolo, un po’ nascosto, anonimo visto da fuori. Entrati sulla veranda, ci troviamo proprio accanto alla riva del mare, le cui piccole onde lambiscono delicatamente la sabbia. Attraccata in riva, una piccola barchetta da pesca bianca ed azzurra che sembra nuovissima. Si avvicina al tavolo il titolare del ristorante, un ragazzo sulla trentina, che ci guarda, guarda la sua barca e con soddisfazione ci dice: l’ho ridipinta proprio oggi. Da Stamatìa si può gustare il pesce fresco di giornata, perciò non potete fidarvi ciecamente del menu’: chiedete qual è il pesce fresco della giornata. Noi abbiamo beccato polipo, branzino, orata e pesce spada. Ordiniamo branzino (o spigola, che dir si voglia) e orata e come antipasto il polipo. Vedeste che polipo! Ogni tentacolo era grande quanto un braccio. Un po’ tenace, ma buonissimo! Ma il meglio lo hanno i pesci. Freschissimi, enormi e cotti a puntino sulle braci. Vogliamo tentarci anche con il dolce. Proviamo il Kataifi. Si tratta di una specie di torta fatta con filamenti di pasta di mandorle (sembrano letteralmente spaghetti di soja alla vista) ricoperta di una crema al latte e gocce di cioccolato e mandorle e noci caramellate! Veramente, una festa per il palato. A fine cena, non riusciamo ad ordinare l’ouzo, poiché il titolare ci anticipa omaggiandoci di un bicchierino di liquore locale, di cui (ahimè) non ci ha detto il nome, ma vi assicuro che sembrava grappa. Spesa circa 15€ a testa.

Qui terminano i nostri tre giorni a KOS. L’indomani prendiamo il bus delle 10.00 da Kampos direzione Mastihari-Kos che ferma anche ad Antimachia e quindi in aeroporto. Il volo parte alle 14,00 però purtroppo gli autobus sono poco frequenti perciò siamo dovuti arrivare in aeroporto con molto anticipo. Dopo 30 minuti e 3.50€ a testa di biglietto, siamo in aeroporto. Per ammazzare l’attesa decidiamo di incamminarci a piedi in Antimachia che è veramente vicino all’aeroporto. Purtroppo il paesello non offre molto e rispecchia proprio il tipico villaggio che si può trovare sull’isola. Case basse, bianche, tutte in fila, con un po’ di giardino. Poco traffico, poca gente in giro. Ma scorgiamo il primo vero supermercato dell’isola. Eh sì, siamo già in atmosfera Italia dove i supermercati ed ipermercati ci sono ovunque (almeno in Emilia Romagna). Di fronte all’aeroporto, c’è la Taverna Aeroporto. Si vede benissimo per l’insegna piuttosto grande. Decidiamo di fare l’ultima tappa di buon cibo greco. Purtroppo anche la Taverna non offre molto: non hanno la gyris pita (?!? Ma come? Farebbero le budella d’oro!! Mah!!) Volevamo prendere del souvlaki, ma ci dicono che è congelato e che per cuocere ci vuole almeno mezz’ora! Non abbiamo così tanto tempo… Quindi prendiamo una spremuta d’arancia fatta sul momento, della feta e proviamo il saganaki. Quest’ultimo è un formaggio che portano avvolto da una specie di crepe fritta. Gustoso, ma un po’ pesante. Paghiamo circa 5€ a testa e questa volta, siamo veramente in partenza. Vi risparmio le scene per il controllo delle dimensioni del bagaglio a mano. Purtroppo si parte da Bologna che non sono così fiscali, ma negli aeroporti di ritorno…. qualche controllino lo fanno! Poi i Greci sono tolleranti, i tedeschi o i britannici, per nulla! Quindi attenzione!! L’aereo parte con circa 15 minuti di anticipo. Ed in anticipo atterriamo a Bologna.

Termina qui la nostra avventura di un vacanza hot shot che ci siamo concessi. Nel cuore mi porto il ricordo del vento che porta i profumi di gelsomino, origano, aneto, oleandro. Mi porto la nostalgia di vivere in simbiosi con il mare e la natura; dove tutti i sapori sono autentici (quanto è diverso il sapore del miele fatto in casa!) Mi porto i sorrisi e la sincerità dei greci; la calma, la gentilezza e l’allegria. Mi porto la sensazione e l’orgoglio di sapere ancora riconoscermi nelle passioni e nel contatto con la nostra essenza di essere uomini. Mi mancherà questo piccolo angolo di mondo…



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