Kenya: istruzioni per l’uso

WATAMU - LAMU - SAFARI Sono diversi anni che trascorriamo le nostre vacanze in Kenya, come succede a molti ci siamo innamorati delle bianchissime spiagge di Watamu e siamo rimasti affascinati dalla natura e dai paesaggi di questo paese. Così anche quest'anno, abbiamo deciso di tornare per ben tre settimane. Tuttavia, fin da subito, l'impatto con...
Scritto da: Twiga''77
kenya: istruzioni per l'uso
Partenza il: 30/12/2005
Ritorno il: 20/01/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
WATAMU – LAMU – SAFARI Sono diversi anni che trascorriamo le nostre vacanze in Kenya, come succede a molti ci siamo innamorati delle bianchissime spiagge di Watamu e siamo rimasti affascinati dalla natura e dai paesaggi di questo paese. Così anche quest’anno, abbiamo deciso di tornare per ben tre settimane. Tuttavia, fin da subito, l’impatto con i luoghi e con la gente è stato diverso rispetto alle volte precedenti. Per chi conosce già questi posti, sa quali sensazioni rimangono una volta rientrati in Italia… Se ne avverte una grandissima nostalgia… Questa volta per noi è stato diverso, siamo quasi venuti via “disgustati” e stanchi! Abbiamo cambiato molto il nostro punto di vista relativamente alla gente del posto, purtroppo… Partiamo dal presupposto che noi turisti siamo per loro comunque delle “Banche ambulanti”, anche se ti vesti in modo semplicissimo e non sfoggi alcun tipo di ricchezza… È il colore della pelle che ci rende tali ai loro occhi… Non si è liberi di stare distesi in spiaggia, senza venire costantemente avvicinati da qualcuno che ti proponga qualsiasi genere di affare, dal safari, alle varie escursioni, all’acquisto di oggetti o frutta… E questo è normale e comprensibile, dato che molti vivono solo di questo… Ma quello che abbiamo notato, ed è anche la cosa un pò più allarmante e fastidiosa, è che è aumentato notevolmente il numero di persone che ti si avvicinano semplicemente “pretendendo” soldi… Dico “pretendendo” perchè quando ci si rifiuta di dargliene, tanti di loro reagiscono quasi aggressivamente, cosa che gli anni passati non avevo notato, almeno non in modo così frequente. Altra cosa che ci è dispiaciuto tantissimo, è osservare come sia cresciuto il numero di bambini che trascorrono l’intera giornata sulle spiagge, a caccia di turisti. Sono i genitori stessi che non li mandano a scuola, (cosa che ci è stata confermata da un amico del posto). Ciò avviene infatti nella speranza che i figli riescano a tornare a casa la sera con un pò di soldi. Tutti avranno delle ottime ragioni per chiedervi denaro: tra i bambini la scusa più frequente è quella che i genitori appunto non hanno soldi per mandarli a scuola e credetemi, se volete aiutarli andate con loro a comprare quaderni e penne, piuttosto che dargli in mano degli scellini che utilizzeranno a tutt’altro scopo… Tra gli adulti invece una scusa molto di moda, è quella di chiedervi soldi per dare da mangiare ai loro figli.

Insomma… Difficile restare indfferenti di fronte a certe realtà e sicuramente non lo siamo stati, visto che abbiamo portato anche aiuti alimentari e materiale scolastico in un paese dell’interno, dove davvero sono bisognosi di acqua, cibo e tutto il resto… Ma la gente sulla costa se ne approfitta molto… Noi Mzungu siamo davvero i polli da spennare.

Nonostante queste considerazioni, le due settimane trascorse al mare a Watamu sono state piacevoli. Il posto è davvero bello, come già testimoniano decine di racconti di viaggio prima del mio.

Noi siamo stati in una casa privata per i primi 8gg, una certa “Ghicy” villa, la cua proprietaria è un’italiana, Elena, piuttosto scontrosa che con il suo modo di fare sempre provocatorio potrebbe facilmente rovinare qualche momento delle vostre rilassate giornate. Inoltre nella casa che affitta, solo due delle camere sono carine e piacevoli, le altre non meritano assolutamente la cifra che chiede, seppur bassa rispetto ai prezzi cui siamo abituati in Italia.

Ci sono molte altre possibilità di alloggi, tantissime case di italiani che affittano a dei prezzi ancora migliori.

Se invece decidete di trascorrere le vostre vacanze in albergo, vi consiglio l’Aquarius. E’ una struttura molto carina che non rimane proprio sul mare, ma poco lontano (5 minuti a piedi), inoltre ha un ulteriore ottimo ristorante con piscina proprio affacciato sull’oceano. Quì, gli ospiti dell’albergo possono anche trascorrere l’intera giornata sui lettini, in un bel giardino di palme e bouganville.

Noi abbiamo optato per la soluzione appartamento per via del nostro budget… Essendo una vacanza piuttosto lunga non potevamo trascorrere l’intero periodo in alberghi!!! Incuriositi poi dalla fama di Lamu, abbiamo deciso d’intraprendere il viaggio per andare a visitarla.

Si è trattato proprio di un viaggio “africano”… Matatu (pullmino locale) fino a Malindi e da lì “pullman” fino destinazione… Eccetto l’ultimo tratto che naturalmente viene fatto via mare, essendo appunto Lamu un’isola! La distanza da Malindi è di 250km, che tradotto in strade africane significano dalle 4 alle 5 ore di pullman. Una volta questo tratto di strada era pericoloso, si sono verificati degli assalti ai pullmini di turisti. Per ovviare a tutto ciò, oggi i pullman viaggiano con la scorta armata, infatti salgono delle guardie con tanto di mitra… Se preferite le comodità vi suggerisco di prenotare un volo interno per visitare Lamu. Ci sono dei collegamenti da Malindi, Mombasa e Nairobi, diverse volte a settimana.

Nonostante la scomodità del viaggio in pullman, a noi è piaciuto perchè abbiamo potuto osservare una zona che prima non avevamo mai visitato e i paesaggi africani, la vegetazione ci hanno comunque in parte ripagato per la fatica.

Lamu invece non la consigliamo. Le due spiagge di cui tanto si parla, sono sì belle e abbastanza suggestive, ma non valgono il lungo viaggio… Noi troviamo molto più belle quelle di Watamu, ma si sa… È questione di gusti, quindi per giudicare bisogna vedere! Lamu in sè, come città è sporchissima, con tanto di fogne a cielo aperto, infatti restiamo piuttosto sbalorditi nel leggere la descrizione idilliaca che ne fa la “Lonely” e non riusciamo a trovare neanche un punto a suo favore… Forse sì 1… I simpatici asinelli che ne popolano le vie… Per il resto non siamo in grado di capire dove stia tutto il fascino di cui parlano…Sorry! Torniamo a Watamu, con una gran voglia di gustarci gli ultimi due giorni di mare prima del safari che ci porterà a spasso per i parchi del Kenya.

Troviamo alloggio in un’altra casa di italiani, questa volta capitiamo davvero infinitamente meglio: la casa è carinissima, loro sono gentilissimi e sorpresa… Paghiamo anche la metà di quello che abbiamo speso in precedenza.

Gli ultimi tre giorni, ci gustiamo il mare in pieno. Facciamo organizzare al fidato Jonathan (su lui davvero si può contare! e’ uno dei pochi del posto che fa davvero tutto ciò che dice e se potrà vi aiuterà in ogni modo, in qualsiasi situazione) un’ottima grigliata di pesce, con aragoste, gamberoni e altro… A coronare il tutto naturalmente frutta freschissima! Condividiamo il tutto con altri amici conosciuti a Watamu e naturalmente le giornate trascorrono via veloci…

Siamo così pronti per il safari, tanto sognato…

Ma ahimè… Qui si che cominciano i problemi! Purtroppo ci siamo capitati in cattive mani, senza saperlo naturalmente! Per il genere di safari che vogliamo intraprendere, cioè un viaggio di sette giorni, vogliamo rivolgerci a qualcuno che possa accompagnarci in jeep, perchè pensare di compiere quel viaggio con i pullmini in cui dentro si sta come sardine, ci scoraggia tanto! Preferiamo spendere un pò di più, ma stare “comodi”, visto che in pochi giorni copriremo circa 2000 km…

A Watamu per affittare una jeep, purtroppo, non ci sono molte possibilità. Noi conosciamo Ben, dell’agenzia “Wild and Free Safaris”. Il suo ufficio è proprio di fronte ad un’altro albergo, il Watamu Beach. Ben ci fa una buona impressione, sembra preparato ed affidabile e ci prepara subito un programma di viaggio seguendo le nostre indicazioni, cioè gli indichiamo i posti che vorremmo visitare e i giorni che abbiamo a disposizione.

Con la cifra che ci chiede, ci promette che dormiremo in dei bei lodges all’interno dei parchi e che avremo tutto compreso, pranzi e cene… Tutto tranne le bibite. Il prezzo che ci chiede non è sicuramente basso, ma accettiamo proprio pensando al vantaggio di viaggiare in jeep e di averla tutta per noi.

L’itinerario che copriremo sarà il seguente: Tzavo East, Amboseli , Masai Mara, Lago Nakuru.

I problemi si presentano già dal 1° giorno, quando ci troviamo a dover dormire in uno squallidissmo albergo a Voi, fuori dallo Tzavo. Contattiamo telefonicamente il simpatico Ben, che cerca di calmare i nostri animi furiosi, promettendo che la situazione sarà decisamente migliore e diversa nei giorni successivi, in cui riceveremo ben altro tipo di sistemazioni.

Ci dice anche che ha già prenotato e pagato tutto per noi, quindi anche se tornassimo a Watamu (ne avevamo davvero intenzione… Per tirargli il collo!) non potremmo riavere i nostri soldi… E qui commettiamo il 2° grosso errore: non tornare indietro! Il 1° era stato affidarsi a questa persona! il secondo giorno ci dirigiamo verso l’Amboseli… Ci aspettano tante ore di macchina, ma arrivati al parco siamo subito rapiti da un’immagine di ghepardo in caccia e dimentichiamo subito la fatica del viaggio. Il Kilimanjaro è coperto da nuvole basse, e potremo ammirarlo solo la mattina del 3° giorno. La serata la passiamo all’amboseli Lodge, molto carino e tiriamo un sospiro di sollievo vedendo questa sistemazione… C’illudiamo che i problemi siano terminati. Il giorno dopo ci aspetta in lunghissimo viaggio verso il Masai Mara… Dico lunghissimo perchè ci abbiamo impiegato 10 ore con la jeep… Ben aveva ampiamente evitato di dirci i particolari relativi alle distanze…

Arriviamo così in serata al Masai mara, in tempo per vederne solo una minima parte, incontrare un altro ghepardo, numerosi gnu e zebre, tante aquile, poi ci dirigiamo al Mara Hippo per pernottare… Siamo stanchi morti e dopo cena crolliamo.

La mattina del 4° giorno, quando usciamo, troviamo il nostro autista, Abu, con un’espressione decisamente preoccupata. E’ evidente che non ha nemmeno dormito e gli chiediamo cosa sia successo. Ci spiega che la sera prima, quando eravamo arrivati, si è accorto che Ben non solo non gli aveva dato denaro a sufficienza per pagare le nostre sistemazioni nei lodges, ma che il denaro non sarebbe nemmeno bastato a lui per mangiare, nè tantomeno per la benzina sufficiente a tornare indientro!!! Ma vi rendete conto? Potete immaginare la situazione? Sappiamo che da quel momento in poi avremmo dovuto pagare tutto nuovamente!!! Volete sapere come abbiamo trascorso l’intera giornata che doveva essere dedicata alla visita del Masai Mara? Alla stazione di polizia all’interno del parco, denunciando il tutto, Ben, la “Wild and Free Safaris” e sebbene siamo riusciti a fargli arrivare la polizia turistica fino a Watamu, ci viene detto che quest’uomo la passerà liscia per il semplice fatto che noi, tornando in Italia, non potremo testimoniare contro di lui…

L’atmosfera della vacanza è ormai a pezzi, il nervoso sale, la stanchezza anche. Siamo arrabbiati anche con noi stessi e ci chiediamo come abbiamo fatto ad essere tanto stupidi da consegnare a Ben l’intero importo di denaro, invece di tutelarci. La risposta è semplice: siamo stati due stupidi e quell’uomo ci aveva ispirato fiducia e disponibilità. I primi colpevoli siamo noi, la nostra buonafede. Nei giorni successivi, se vogliamo andare avanti col safari, siamo costretti a ripagare nuovamente per le nostre sistemazioni, i nostri pasti e non ci crederete… Addirittura per la benzina se vogliamo arrivare in areoporto e prendere il volo di ritorno per l’Italia! Sembra una barzelletta, vero? Beh… Anche noi speriamo di riuscire a riderci sopra tra qualche tempo… Per adesso ci riesce un pò difficile…

Morale della favola: Kenya sì… Ma quando vi dicono Hakuna Matata, cioè “nessun problema”, non credetici troppo!!! Comunque, nonostante le delusioni e le innumerevoli problematiche del nostro safari, abbiamo visto dei posti slendidi, come l’Amboseli, la Rift Valley, abbiamo attraversato Nairobi e abbiamo ammirato un panorama incredibile al Lago Nakuru, dove abbiamo anche vissuto l’esperienza incredibile di essere attaccati da un rinoceronte!!! Questa è stata per noi una gran rivincita perchè l’animale ha decisamente bucato lo sportello con il suo corno, provocando in noi una gran emozione e gioia: almeno anche la “Wild and Free Safaris”, Ben e il suo socio Paul (un inglese che non si è certo dimostrato più onesto del suo socio kenyota!!!) dovranno utilizzare i soldi che ci hanno RUBATO per riparare la jeep! GRAZIE RHINO! Sappiate che anche alcuni dei beach boys che incontrerete appunto in spiaggia, lavorano per Ben e la sua agenzia, quindi fate attenzione e chiedete sempre: tutelatevi stando distanti da questi individui!!! Un consiglio sincero e sicuro è quello di non consegnare mai l’intero importo che vi chiedono. Date sempre e soltanto metà dei soldi, così potrete mettervi al riparo da brutte sorprese e salvare la vostra vacanza. Noi lo abbiamo imparato purtroppo sulla nostra pelle! Del resto con un autista che come soprannome si fa chiamare KIBUCO, che in swahili significa “CULO”… Non poteva che essere un safari di M***A…



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