Mezzogiorno d’Italia on the road di & boat

Da Caserta a Otranto, passando da Tropea, Capo Vaticano, Pizzo, Matera, Gallipoli... e un giro anche alle Eolie
Scritto da: anniaffollati
mezzogiorno d'italia on the road di & boat
Partenza il: 22/07/2011
Ritorno il: 05/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Ci piacciono le sfide e quest’anno abbiamo deciso di esagerare. Come? Prenotando quattro b&b sparsi per il sud Italia e tracciando poi il percorso itinerante. Toccheremo Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.

VENERDI 22 LUGLIO 2011

Ci piacciono le sfide e quest’anno abbiamo deciso di esagerare. Come? Prenotando 4 b&b sparsi per il sud Italia e tracciando poi il percorso itinerante. Toccheremo Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.

Si parte alle 4 di notte, grazie a Dio la sera prima alle 22 dormiamo già, dunque al suono della sveglia siamo freschi e pronti ad affrontare il viaggio che ci aspetta. Stranamente non ci sono code a Bologna né rallentamenti sugli Appennini e nemmeno nel tratto più temuto incontriamo il traffico trovato due anni fa tra Napoli e Sorrento. Andiamo così spediti che facciamo in tempo persino a concederci una sosta culturale non preventivata: la Reggia di Caserta. Io ho origini Napoletane (S) e sono abituata a centri storici decadenti e alle tristemente famose case “sgarruppate”. Ma la Caserta che abbiamo attraversato per portarci dall’uscita dell’Autostrada alla Reggia è un susseguirsi di mattoni scoperti, finestre rotte, insomma pare crolli tutto da un momento all’altro! La celebre Reggia si erge dietro un tappeto erboso di petardi esplosi: deve esserci stata una festa la sera prima. Facciamo il biglietto (€ 3 a testa) e visitiamo solo il giardino per ragioni di tempo. Gli spazi verdi sono molto curati e ci sono ragazzini che giocano a pallone e altri ragazzi che corrono come in qualsiasi altro parco pubblico cittadino; si possono persino fare corse coi birocci trainati dai cavalli o prendere le più moderne navette che portano fin in fondo al parco. Noi facciamo affidamento sui nostri piedi e lo attraversiamo tutto (3 Km). Molto belle le fontane centrali, le vasche e la cascata finale: una grande cascata naturale che scende da un colle, stupendo scorcio che mette la ciliegina sulla torta al paesaggio.

Ci rimettiamo in auto: destinazione b&b Casa Vienna. Veniamo accolti in un appartamento con 3 camere molto grandi all’ultimo piano di un palazzo nel centro di Sant’Agnello, frazione di Sorrento. La signora è molto ospitale e disponibile; ci dà tutte le informazioni che ci possono servire per il soggiorno. Ogni camera è dotata di balcone da cui si vedono il mare a il Vesuvio. Aria condizionata e parcheggio (come l’ascensore antidiluviano) a pagamento.

In 25 minuti a piedi (è impraticabile parcheggiare a Sorrento, già lo sappiamo ed evitiamo) raggiungiamo il centro di Sorrento, paese che conosciamo molto bene. Come prima sera andiamo a cenare in pizzeria, “Da Gigino”, ristorante a noi molto caro: Cocktail di gamberi, 2 margherite e un’acqua: 26 €. Facciamo un giro per negozi, poi andiamo ad ammirare l’imbrunire dalla Terrazza panoramica, proprio di fronte al Vesuvio.

SABATO 23 LUGLIO 2011

Il maltempo fin dalle prime ore del giorno non ci permette di vivere la giornata a Sorrento, come avremmo desiderato. Così ci improvvisiamo viaggiatori delle isole e optiamo per una visita a Ischia. Il primo imbarco possibile è da Napoli, così dopo una colazione a base di Delizie al limone, raggiungiamo da Sorrento il porto di Napoli via aliscafo (€ 11 a testa), e da lì sotto una pioggia battente prendiamo il primo aliscafo per Ischia (altri € 17 a testa).

Scalo al porto dell’Isola, girovaghiamo un po’ di fronte ai ristoranti; poi facciamo rotta verso il Castello Aragonese (il primo dei tanti che incontreremo lungo il nostro cammino) fortificazione del sec. VII circa. Meraviglioso e un po’ costoso l’ingresso (€ 10), optiamo per vederlo da fuori, seduti sul muretto del sottile lembo di terra che conduce alla fortificazione.

Il sole è riapparso e ritorniamo dopo circa un paio di ore verso il porto cambiando percorso per meglio godere della rigogliosa vegetazione che ricopre l’isola (da ricordare anche il maestoso giardino “La Mortella) e alla fine ce ne torniamo a Sorrento dispiaciuti di essere stati solo nella zona nord-est del territorio, da cui siamo comunque riusciti a scorgere anche Procida. Altri 19 euro a testa di aliscafo diretto e siamo di nuovo sulla costiera amalfitana, ove ad aspettarci c’è il grandioso “Antipasto Marinato” del ristorante “Le 5 sorelle” a pochi metri dalla spiaggia sorrentina più nascosta (Marina di Sorrento): alici, tonno, salmone marinati e bruschette buonissime (26 € in due) acqua e vino: che mangiata!

Torniamo a piedi stanchi ma felici verso Sant’Agnello gustandoci un gelato al limone; all’indomani ci attende partenza all’alba verso la Calabria. Solo un ultimo scorcio al Vesuvio dal balcone. Arrivederci, Napoli!

DOMENICA 24 LUGLIO 2011

Sveglia alle 5, partiamo alla volta di Tropea. Non c’è traffico e anche i punti più difficili della Salerno – Reggio Calabria diventano una passeggiata tra ponti sospesi, paesaggi verdeggianti collinari o montani. Sulla nostra strada troviamo Pizzo e grazie a un altro diario letto sul sito, decidiamo di fermarci. Scendiamo per le viuzze del paese fino al Castello aragonese e godiamo di una delle tante viste mozzafiato che la Calabria ci regalerà. Facciamo visita al castello (2,50 € cad). Ottima spesa. I manichini che ricostruiscono la storia di Murat mi mettono un po’ di ansia (S.) ma la storia che narrano è molto interessante e commovente. Avendo il palato sopraffino, ci ricompensiamo dalle fatiche del viaggio con brioche e granita (una alla mandorla, l’altra alla fragola). Io ho poi anche il coraggio di affrontare un Tartufo tipico del posto (R). Pizzo si chiama così proprio perché si trova su un pizzo di terra a strapiombo sul mare. Decidiamo di rischiare di non trovare parcheggio, e appena ripartiti torniamo indietro per raggiungere la chiesetta di Piedigrotta. Meravigliosa chiesa scavata in una grotta in riva al mare da marinai napoletani qualche centinaio di anni fa. (€ 1.50 l’entrata). Davvero incredibile la maestria con cui le statue sono state intagliate nel tufo, dando origine a un piccolo presepe perenne magicamente musicato dal rumore delle onde che s’infrangono a pochi metri dall’entrata. Facciamo poi rotta verso Gasponi di Tropea, dove alloggeremo nel b&b Korello, splendida frazione 4-500 m. sopra Tropea, da cui si gode di una vista splendida e una buona dose di relax. I gestori, molto ospitali, hanno giusto il tempo di spiegarci la strada per ridiscendere in paese – una scorciatoia di 2 Km con pendenze da luna park – e noi in serata proviamo subito l’attrazione imbattendoci, tra le altre, in un incendio a pochi metri dalla strada (altri ne vedremo nei giorni seguenti) ben presto domato dai vigili del fuoco.

Tropea è una cittadina di medie dimensioni, a picco sul mare. Girarla non è facile. È domenica sera e fare su e giù per i viali gremiti di gente non è molto rilassante, ma alla fine ci facciamo portare dalla corrente e la visita risulta piacevole. Piacevole è anche imbattersi in piccole botteghe a conduzione famigliare aperti fino a tardi la sera. Attività che si svolgono anche sulla strada, e intorno alle quali si raccolgono nelle sere di festa parenti a amici dei negozianti, che fanno loro compagnia. A tarda sera risaliamo la stradina fino a Gasponi e andiamo a riposarci. Dopo tutto anche oggi abbiamo percorso più di 500 Km!

LUNEDì 25 LUGLIO 2011

Altro risveglio bagnato dalla pioggia. Dopo la colazione rinunciamo alla spiaggia e optiamo per vedere Scilla e Reggio Calabria. Durante il tragitto decidiamo di fermarci prima a Bagnara, paesino sulla costa ubicato, scendendo, poco prima di Scilla. Il mare è grosso nonostante nel frattempo sia uscito il sole. Decidiamo di sostare per ammirare il paesaggio e incontriamo persino degli impavidi bagnanti! Riprendiamo il nostro tragitto e lo stretto si fa sempre più visibile. Abbandonata la Salerno – Reggio, raggiungiamo Scilla via statale. Troviamo fortunatamente parcheggio di fronte alla chiesa di S. Maria SS Immacolata e le facciamo visita. All’interno è persino vietato masticare chewingum. Davanti a noi si staglia subito un affresco coloratissimo e lateralmente, a sovrastare il colonnato, la trasposizione in rilievo di alcune fasi dei vangeli. Dietro la chiesa si erge il castello normanno dei Ruffo (€ 1,50), perfetto punto di osservazione della costa percorsa precedentemente. Villa S. Giovanni è a pochi km. Decidiamo di non soffermarci a visitare il paese vecchio in basso sul mare e proseguiamo il viaggio fino a raggiungere Reggio Calabria spinti dalla curiosità di vedere i Bronzi ripescati negli anni 70 a Riace. Parcheggiamo sul lungo mare (€ 0.50 cent / ora) e scopriamo che i bronzi non solo sono stati trasferiti al Palazzo della Regione, leggermente decentrato, ma sono anche in fase di restauro. Arriviamo al Palazzo della Regione a piedi e troviamo i bronzi sdraiati proni in una specie di sala operatoria in cui possono entrar solo pochi eletti tra i visitatori. Il contorno della mostra è piacevole. Un video mostra la vita e la storia delle statue e del loro ripristino. È comunque emozionante trovarsi faccia a faccia con la “Statua A” e poterne contare i riccioli in testa, contemplarne le forme perfette. Ma Riccardo inizia ad essere geloso (S) e allora raggiungiamo Corso Garibaldi, la via dello shopping. Peccato che nel primo pomeriggio siano chiusi quasi tutti i negozi. Molto utile per chi ha problemi con le salite e le discese, un tappeto mobile collega tutte le parallele che si susseguono rispetto il lungo mare a creare una lunga città terrazzata. Il centro non è poi indimenticabile e così sfruttiamo il parchimetro favorevole tornando sul lungo mare a gustarci una brioche con gelato ai sapori di Sicilia (Nuova Cremeria Sottozero – C.so Vittorio Emanuele III, 83) e a rinfrescarci i piedi nel mare. Restiamo sulla bellissima spiaggia cittadina e verso sera rientriamo a Gasponi. Altri 250 Km anche oggi!

MARTEDì 26 LUGLIO 2011

Finalmente una giornata di sole. Decidiamo di spostarci verso Capo Vaticano e la celebre spiaggia di Grotticelle. Capo Vaticano, nonostante sia un po’ lasciato a se stesso, vanta una vista mozzafiato sulla “Costa degli Dei”. Da lì scendiamo sulla spiaggia di Grotticelle e ci godiamo una giornata di mare e di sole. Si può scegliere se starsene sulla spiaggia di arenaria o sugli scogli. Il mare è limpido anche se son presenti alghe a causa dei temporali dei giorni precedenti. Troviamo anche un po’ di schiuma, ma riusciremo a spiegarci la sua presenza solo il giorno seguente, quando vedremo coi nostri occhi attraccare le navi dirette verso le Eolie direttamente sulla spiaggia, una cosa per noi inconcepibile, l’esatto opposto del termine valorizzazione! Tornando a Gasponi ci fermiamo in una piccola macelleria (Fratelli Crigna – Via Che Guevara, 50) dove è possibile assaggiare la vera Nduja e decidiamo di comprarne per tutti. Incredibile quanto sia resistente questa pietanza, a metà tra un salume e un condimento: resterà in auto 10 giorni al sole senza alcun problema.

MERCOLEDì 27 LUGLIO 2011

Oggi si va a visitare le Eolie! Ci svegliamo prestissimo e raggiungiamo il porto di Tropea in auto. Parcheggiamo negli unici posti gratuiti disponibili. Alle 7.20 ci imbarchiamo su una nave Comerci e arriviamo a Grotticelle per caricare gli altri passeggeri. Partiamo poi alla volta di Vulcano. Una volta sbarcati, l’impressione è quella che il contorno alla montagna siano troppe attrazioni turistiche a sfondo prettamente commerciale. Dopo la camminata tra negozietti e bar, arriviamo alla famosa “pozza” per i bagni nell’acqua sulfurea. L’ingresso costa 2 euro + 1 euro di doccia finale. Troviamo ingiusto dover pagare una risorsa naturale così dribbliamo l’invito e ci rinfreschiamo i piedi sulla spiaggia libera. Da qui godiamo del panorama della “Perla del Mediterraneo” in tutto il suo splendore: il vulcano principale sulla costa nord e quello più piccolo a sud. In mezzo rigogliosa vegetazione. Il tempo stringe e ripartiamo per Lipari, a soli 15 minuti di viaggio. Lipari, in quanto ad attività vulcanica sembra la più tranquilla delle tre isole visitate oggi. È un insieme di piccole viuzze tra le quali perdersi piacevolmente. Consigliato l’acquisto della granita al Gelso, caratteristica di un po’ tutta la Sicilia. Ripartendo di nuovo, passiamo accanto a Panarea e dopo circa un’ora di viaggio, riavvistiamo Vulcano e Salina, isola quest’ultima sulla quale fu girato il film “Il postino”. Cercando l’attracco a Stromboli, circumnavighiamo verso la parte sud, dove è possibile imbattersi nella famosa “sciara del fuoco”, fenomeni di fumate bianche e sbuffi grigi a volontà. Magnifici! Dopo aver deciso di non fermarci insieme agli altri sulla spiaggia, saliamo tra le viette di Stromboli e rimaniamo incantati dai colori dei vicoli, le case bianche dagli scuri blu in contrasto con la vegetazione. E poi i ciclomotori sono tutti a energia elettrica: niente smog e odore di caburante, unica cosa che abbiamo trovato altrove troppo presenti lungo il nostro viaggio, e che ci fa a tratti rimpiangere l’aria di campagna di casa nostra.

Salendo verso la parte alta del paese, consigliamo un negozietto pieno di cose atipiche, ove poter trovare souvenir non convenzionali (ma di cui purtroppo abbiamo smarrito il biglietto da visita).

Ripartiamo verso Tropea e tirando le somme Stromboli è sicuramente l’isola che più ci è piaciuta tra quelle visitate oggi. Il ritorno è movimentato dal mare mosso: finché non ci mettiamo a letto abbiamo l’impressione di essere ancora a bordo!

GIOVEDì 28 LUGLIO 2011

È già la volta di rifare i bagagli e di rimettersi in viaggio. Lasciamo a malincuore il nostro b&b e decidiamo di tagliare in due la Calabria: all’altezza di Tropea facciamo rotta verso Le Castella, rinomata località balneare Jonica. Il tragittto è parecchio tortuoso e la velocità consentita non è mai superata per via più che altro di curve e svincoli difficoltosi. Ci fermiamo a fare uno spuntino a due passi dall’ennesimo castello aragonese, ma a parte questo il luogo non pare presentare molte altre attrattive. Proseguiamo perciò verso nord, destinazione Civita (CS), luogo famoso per il “Ponte del diavolo”. Decidiamo un po’ incoscientemente di proseguire sulla costa jonica arrivando così a Cirò (KR), per poi inoltrarci nella provincia Crotonese, davvero mal ridotta in fatto di infrastrutture, attività commerciali e nuclei abitativi, e infine tagliando per Castrovillari. Civita è un paese in mezzo alle montagne perse in mezzo al nulla. Quasi sul confine con la Basilicata (nostra prossima tappa) e in effetti gli scorci sono quelli offerti anche dalla Lucania: monti di roccia chiara, colline aride e poche strade, il far west, insomma!

Per arrivare al canyon su cui è poggiato il famoso ponte, è necessario essere equipaggiati di scarpe da trekking, ma tentiamo in ogni modo di raggiungerlo in sandali e ci va bene. Dopo una serie di tornanti ripidissimi arriviamo a una filanda (oggi museo) che fa da entrata al ponte di pietra poggiato a riunire al montagna di roccia spaccata in due da una faglia in cui scorre un piccolo torrente. Il tempo cambia rapidamente e ripartiamo da questo paesino piuttosto sinistro, in direzione della Lucania. Più precisamente Ferrandina, situata sotto Matera. Là passiamo la serata passeggiando su e giù per i vicoli. Nulla di speciale a parte gli scorci interessanti: da quest’altezza (quasi 500 m. s.l.m.) è possibile godere di un tramonto mozzafiato!

Decidiamo di rimanere in zona: domani ci sono Pisticci e Matera da visitare. È la nostra unica notte libera da prenotazioni e cercando una sistemazione a poco prezzo, alla fine ci sistemiamo in un motel per gli amanti del genere horror. In perfetto stile Bates Motel / Ovelook Hotel, appena qualche chilometro da Ferrandina (a Borgomacchia) c’è il superconveniente hotel Diamante.

VENERDì 29 LUGLIO 2011

Svegliatici, ci beviamo un caffè veloce e ci rimettiamo in viaggio. C’è da visitare la parte alta della Basilicata in poche ore e poi raggiungere a sud Montalbano Jonico, luogo in cui alloggeremo in un b&b per qualche notte. Dopo 25 km di desertiche strade e tornanti, raggiungiamo Matera, perla di pietra arroccata, famosa in tutto il mondo per i suoi “sassi”, patrimonio dell’Unesco, nonché possibile capitale della cultura europea nel 2019. Ficchiamo l’auto in un parcheggio sotterraneo a buon mercato (60 cent l’ora) della città nuova e dopo pochi metri già troviamo l’accesso ai famosi sassi, antiche abitazioni rimaste attive fino agli anni 60. Il villaggio antico è enorme e si estende verso la vallata creata dal torrente Gravina, che delimita nell’antico centro i due rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso. Numerose abitazioni sono state ristrutturate di recente e ora ospitano atelier artistici, studi di architetti, negozi di souvenir, b&b davvero evocativi, ed è possibile imbattersi in 3-4 chiese paleocristiane molto interessanti. Peccato molto poco sia gratis da queste parti e a voler visitare tutto bisognerebbe armarsi non solo di tempo e pazienza, ma anche di una banconota almeno da 50. Decidiamo così, una volta raggiunto il sasso principale, di risalire verso la città nuova godendo del reale spettacolo che molto spesso solo l’attività umana in combutta con quella della natura ci sa offrire. Da non dimenticare i numerosi film che sono stati girati qui negli ultimi 50 anni. Su tutti, il più famoso nel mondo è di certo “La passione di Cristo”, di Mel Gibson – dal gusto discutibile – ma noi preferiamo ricordare “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini. Proprio a quest’ultimo è dedicata una mostra fotografica inerente la sua attività filmica in Matera, presso il Palazzo Lanfranchi, museo della arti lucane antiche e moderne. Per soli 2 euro a testa ci facciamo trascinare dal cicerone locale attraverso sale maestose, in cui sono presenti opere d’arte d’indiscutibile rilevanza (su tutte, oltre alle foto all’intellettuale friulano, le opere di Carlo Levi del periodo in cui proprio in Lucania e in Calabria fu confinato dal regime) e riusciamo persino a gustarci un aperitivo gratuito improvvisato. Ripartiamo da qui con Matera e la cortesia dei suoi abitanti nel cuore e raggiungiamo Pisticci che molto ricorda Ferrandina: una roccaforte di medie dimensioni nel deserto circostante. Dopo aver capito che le attività commerciali da queste parti aprono e chiudono un po’ come gira loro, raggiungiamo Montalbano Jonico, alta località 4-500 sul livello del mare, e cerchiamo il b&b “Sopratuttto”. Scopriamo in pieno centro storico un enorme agglomerato di case disabitato, tutto da ristrutturare. Parte dello stesso però, è già stato sistemato e trasformato proprio nel b&b che cercavamo, un posto stupendo, magico, in cui ci rinchiudiamo provvisti di alcune prelibatezze gastronomiche locali a cenare e riposare.

SABATO 30 LUGLIO 2011

Abbiamo bisogno di riposo oggi e optiamo per trascorrere più tempo possibile spaparanzati in spiaggia ad oziare. A Scanzano Jonico troviamo la meta ideale e qui vi passiamo l’intera giornata. Il sole è alto nel cielo e non ci risparmia, finalmente una giornata calda e non piovosa!

DOMENICA 31 LUGLIO 2011

È l’ultimo giorno qui in Basilicata. Trascorriamo anche la giornata di oggi in spiaggia. È comodissima da raggiungere e non ci sono problemi a parcheggiare a pochi metri dalla battigia. Inoltre non è affollata nonostante sia fine settimana. Il nostro intento è di rilassarci anche oggi, ma intorno all’ora di pranzo, Scanzano viene ricoperto dalla nuvole e noi scappiamo appena in tempo in collina, evitando la burrasca. Alla sera si rasserena e ci gustiamo un aperitivo al fresco dell’ultimo tramonto sui calanchi. Spettacolo mozzafiato seguito da cenetta tipica all’osteria “Il gallo d’oro”, a Montalbano in centro storico. Gusti particolarissimi, razioni quasi eccessive dato l’aglio presente ovunque, tutto molto piccante. Come in Calabria. La digestione di antipasti misti (tra cui bruschette da ricordare) e primi (Fileja piccantissima) risulterà un po’ difficoltosa, ma nonostante il giorno dopo si debba ripartire, Malvasia e Primitivo a volontà!

LUNEDì 1 AGOSTO 2011

Lasciamo a malincuore questo piccolo centro lucano incantato (Montalbano) per proseguire verso la Puglia. Facciamo però prima una capatina a Metaponto, celebre per l’importante Museo Archeologico Nazionale sulla Magna Grecia – che un tempo comprendeva questi territori – ma essendo lunedì è chiuso e gli scavi all’esterno – una necropoli – si visitano in poco tempo. Riprendiamo perciò la strada per Taranto e dopo poco riusciamo a vedere la famose colonne dette “Tavole Palatine”, un museo a cielo aperto ove sono conservate 8 + 4 colonne doriche appartenute un tempo ad un tempio qui eretto. Riprendendo il viaggio, non possiamo lasciare la Lucania senza prima passare da Bernalda, altro paesino collinare molto caratteristico, risistemato di recente. Tra pochi giorni ospiterà lo sposalizio di Sofia Coppola, figlia anch’essa regista del più famoso Francis Ford, la cui famiglia è originaria di queste parti. Raggiungiamo di nuovo la conca Jonica che da lì dista una quarantina di chilometri. Attraversiamo completamente Taranto nell’ora di punta entrando dal centro storico – la zona della raffineria ad ovest della città è davvero tremenda. Grazie a Dio invece, passato il porto gli edifici si fanno via via più antichi e a tratti la guida a 10 all’ora risulta molto gradevole. Optiamo per non fermarci e passiamo oltre, scendendo il tacco dello stivale fino a Gallipoli. Il nome di questa località ora molto in voga, deriva dal greco e significa “bella città”. Parcheggiamo sotto l’antico centro storico e, tenendo il mare alla nostra destra, facciamo un giro lungo il perimetro del centro, perimetro nemmeno completato a causa del caldo disumano (ore 14.00, sole a picco). Riprendiamo l’auto e in un’oretta arriviamo a Salve, sede del nostro ultimo b&b prenotato. A pochi chilometri sono presenti ben tre località balneari di spicco, denominate “Le Maldive del salento”: Torre Pali, Marina di Pescoluse e Torre Vado. Alla sera ci spostiamo sul litorale e ceniamo sulla spiaggia in uno dei tanti ristoranti della zona. La mattina dopo vogliamo alzarci presto per scendere in spiaggia. Passeggiando la sera tra le dune in riva al mare, è possibile imbattersi nei famosi gigli bianchi che da queste parti ti sorprendono ove meno te lo aspetti.

MARTEDì 2 AGOSTO 2011

Mare! Porto Vecchio, accanto a Marina di Pescoluse. Acqua cristallina fino al primo pomeriggio. Verso le 17.00 risaliamo infastiditi dalla quantità di gente, sembra di essere a Rimini! Cambiata quindi idea, visiteremo Otranto ad ora di cena. Otranto, in latino “via d’acqua”, è una città meravigliosa se visitata a temperature miti (ore 19.30). Lungo la strada per arrivare è possibile, seguendo le indicazioni, sostare per vedere Dolmen (tombe paleocristiane) e i Menhir (antichi segnali stradali di epoca romana). Arrivati nel punto geografico più a est della penisola, Otranto appunto, la “Porta d’oriente” al tramonto ci rendiamo conto di quanto sia considerata “in” dalla gente dei paesi limitrofi, e quindi presa d’assalto nelle serate estive. Molto traffico, dimenticato subito però quando ci si infila, arrivando dal porto, nel centro storico della città. La porta principale, conduce a stradine in salita e piazzette dagli scorci – molti dei quali sul mare – maestosi. Sulla destra è possibile raggiungere la famosa Basilica Normanna, dal misterioso pavimento a mosaico. Mentre se si tiene la sinistra salendo e si segue la strada dei negozi è possibile acquistare artigianato locale davvero pregiato (pietra scolpita e sandali in cuoio davvero convenienti) e oltre si arriva al castello. In questi giorni c’è una mostra su Dalì, ma anticamente, nel 1797 per la precisione, fu la tenebrosa location del primo romanzo gotico della storia (“Il Castello di Otranto” di Horace Walpole). Davvero un’atmosfera mozzafiato nonostante i tantissimi turisti che assediano le strade del centro. Ci facciamo una granita al gelso per rinfrescarci e poi rientriamo dopo aver assistito a spettacoli di artisti di strada. Oggi abbiamo toccato quota 2500Km percorsi. Un bel traguardo!

GIOVEDì 4 AGOSTO 2011

Questa è l’ultima sera di vacanza. Domani cominceremo a risalire la costa adriatica. Abbiamo due giorni di tempo per tornare a casa. Non ci mettiamo fretta e non facciamo calcoli. Andiamo a letto non troppo tardi. Domani vorremmo visitare Lecce prima di lasciare il Salento.

VENERDì 5 AGOSTO 2011

Partiamo alle 8 circa e prima di salutare il Salento ci feriamo un paio di ore a Lecce. Sappiamo che sarà una visita mordi e fuggi: la stanchezza dei tanti chilometri percorsi comincia a farsi sentire. Lasciamo la macchina carica in pieno centro e visitiamo le vie limitrofe. Non c’è tantissima gente in giro e grazie anche alle modeste dimensioni del centro storico riusciamo a percorrere quasi tutte le strade principali senza difficoltà e in poco tempo. Apprezziamo il barocco leccese e qui possiamo godere di palazzi maestosi e chiese meravigliose, il palazzo dei Celestini e il duomo su tutti. Anche le porte scolpite nella roccia friabile tipica di queste parti sono davvero sorprendenti. È quasi mezzogiorno, e decidiamo di ripartire. Ci diciamo: “quando siamo stanchi ci fermiamo e cerchiamo una stanza”. Il problema di gente come noi però è che a volte si lascia prendere la mano e si tentano imprese ardite. Nel tardo pomeriggio siamo già in Abruzzo. Sostiamo a Vasto Marina per rifocillarci (è il posto delle vacanze della mia infanzia e ci sono molto legato – R) e poi ripartiamo.

Arriviamo a Pille di Sopra, Mantova, Italia, intorno a mezzanotte e controlliamo il tachimetro: 3800 Km in 16 giorni, 1100 solo oggi. Niente male davvero!

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Caserta, Il giardino della Reggia

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Marina di Sorrento

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S&R a Ischia

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Matera

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Tramonto sui calanchi

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Chiesa di Piedigrotta

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Civita, il Ponte del Diavolo

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Il Castello di Otranto



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