Milano

Raccontata da Massimo I.

Raccontare la mia città, Milano. Bhè mica facile. Ci sono nato, ci sono cresciuto, ci vivo e spero di viverci per sempre. Io adoro la mia città, adoro Milano, sono spesso anche troppo orgoglioso della mia città. Non certo per un basso livello Leghista o per un...
Turisti Per Caso.it, 14 Mag 2003
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Raccontare la mia città, Milano.

Bhè mica facile. Ci sono nato, ci sono cresciuto, ci vivo e spero di viverci per sempre.

Io adoro la mia città, adoro Milano, sono spesso anche troppo orgoglioso della mia città. Non certo per un basso livello Leghista o per un puro e riduttivo sentimento campanilistico.

No. A me piace proprio vivere in questa città. Ci sto bene, ci sguazzo come una carpa in un laghetto! Certo non ha il mare come Genova o Palermo, non ha il Vesuvio o l’Etna come Napoli e Catania, non ha una sua unicità come Venezia e tanto meno una bellezza pura come Firenze o Roma. Non ha nemmeno un fiume grosso come Torino! Eppure c’è qualcosa che mi legherà per sempre.

Cosa? E chi lo sa! Spesso me lo chiedo. Nelle mattine gelide di Febbraio, o magari nei nebbiosi pomeriggi di Novembre o nelle torride settimane dei primi di Luglio.

Eppure… Mi piace senza dubbio la vitalità, il movimento, la ressa, la moltitudine di una città con cinque milioni di abitanti, mi piace vedere uomini e donne che arrivano da tutto il mondo, mi piace vedere come la multietnicità della città si sta sviluppando in pochissimi anni e senza grossi traumi.

Mi piace che a Milano, almeno a livello Italiano o Sud Europeo, si senta ancora lo spleen dell’opportunità: chi ha voglia di fare, di lavorare, di rischiare deve venire qui.

Mi piace che i giovani possano scegliere tra una dozzina di Università, alcune di livello internazionale; mi piace che lo Sport sia diffussissimo, che gli impianti siano diffusi in tutta la città, mi piace sapere che se ne ho voglia posso andare a vedere una partita di alto livello in uno qualsiasi degli sport praticati a livello nazionale, o quasi (sci escluso! Ma ora con la pista dell’Idroscalo non si sa mai!). Mi piace di potere assistere in questi giorni all’EuroDerby: Milan e Inter in semifinale di Coppa Campioni, un evento unico ed irripetibile. Un evento che si poteva manifestare solo qui, a Milano, l’unica città in Europa ad avere 2 squadre plurivittoriose nella Coppa dei Campioni.

Mi piace anche che una città tutto sommato svantaggiata per posizione climatica e paesaggistica (una piatta e noiosissima pianura industrializzata e coltivata) si riuscita a ricreare un po’ della bellezza naturale; ovviamente in modo artificiale! L’Idroscalo, 4 chilometri di acqua pulita e gelida dove centinaia di migliaia di immigrati dagli anni 30 hanno usato come il Mare di Milano; il Monte Stella: certo non è l’Aventino o il Palatino, nemmeno la collina di Torino o di Bologna, ma c’è, con i suoi 100 e più metri! Mi piace girare nei quartieri etnici, a Chinatown, nel quartiere Eritreo di Porta Venezia, nella zona Peruviana di Via Padova, mi piace poter scegliere di mangiare in uno dei 10.000 ristoranti della città, poter scegliere oltre al ristorante anche la cucina di ogni parte del mondo, e tutte di gran livello.

Mi piace girare nei vicoli medioevali intorno al Duomo, a Brera per poi sbucare in zona Garibaldi e vedere Grattacieli di cristallo dove il sole si specchia al tramonto.

Mi piace vedere che la città è sempre un cantiere, si rinnova, si rifà il trucco, vengono sempre costruite nuove case, nuove metropolitane, nuovi parchi, nuovi grattacieli, un perenne divenire, un mutamento costante.

I quartieri della mala e degli immigrati che di colpo diventano luogo della nuova arte e di tendenza; mi piace vedere, raramente purtroppo, il cielo Manzoniano, quando dai piani alti delle case si vedono tutte le Alpi e l’Appennino, quando vedi il Monte Rosa e capisci perè si chiama così! Quando il Resegone e la Grigna sono lì, pronti da toccare con un dito, sotto un cielo blu cobalto.

Mi piace anche la nebbia. Chi non è nato a Milano non può capire veramente l’odio/amore che c’è con la nebbia.

La nebbia è Milano.

La nebbia è silenzio, è un qualcosa di impalpabile, che tutto ovatta, che rende tutto sfocato e immaginario! Il dialetto Milanese prevede addirittura 3 o 4 nomi diversi per i tipi differenti di nebbia! Quella delle mattinate estive, leggera e bassa, quella densa e che si taglia con un coltello che intono ai Navigli pare avvolga anche i pensieri, quella invernale e umida che quasi ti bagna i vestiti.

Mi piace poter scegliere quasi tutto! Poter avere tutte le opportunità. Sapere di essere al centro di una città regione dove la disoccupazione è pressochè inensistente, dove ogni anno arrivano decine di migliaia di immigrati dall’Italia e dal mondo e che la maggiorparte di essi diventerà a breve Milanese a tutti gli effetti.

Mi piace che gli Egiziani siano i proprietari del 70% o più delle pizzerie della città! O che i Cinesi siano quasi tutti ristoratori o i Nord Africani abbiano le loro aziende di carpenteria, che parlano ormai con cadenza Milanese, che piano piano (ma nemmeno così lentamente) salgono i gradini del benessere! Mi piace passare davanti alle scuole elementari e medie e vedere come i bambini siano metà e metà! Metà figli di Italiani, l’altra metà figli del mondo intero. Mi piace vedere come tra loro giocano senza problemi, senza barriere culturali o barriere dettate dall’ignoranza o dall’idiozia.

Mi piace poter scegliere di andare a vedere qualsiasi film o rappresentazione teatrale, scegliendomi magari anche il Cinema o il Teatro che mi è più comodo o “simpatico”; mi piace vedere Musei sempre pieni, mostre d’arte, vernissage, sfilate, matinè letterari, esposizioni, fiere.

Mi piace poter scegliere ogni sera dell’anno tra almeno una decina di concerti, tra i quali almeno due o tre sono di livello internzaionale, avere il migliori posti per vedere il Cabaret.

Mi piace vivere in una città che non sarà bella come tante altre, ma che ha comunque un suo posto preciso nella Storia: una città che è stata capitale dell’impero per 2 secoli, una città dove Costantino dettò il suo editto, una città che ha nominato a suo capo Sant’Ambrogio, una città che durante il Rinascimento era il luogo più ricco e celebrato d’Europa, una città che sotto gli Sforza tentò per prima di unificare l’Italia intera, e ci arrivò molto vicina; una città che ha dato i natali o che ha visto crescere e viverci tanti Premi Nobel, da Moneta a Montale, da Piranello o Dario Fo, da Natta a Golgi; che ha IL Teatro, La Scala, dove Puccini, Verdi, Abbado e oggi Muti rendono grande la Musica di tutta Europa. Una città dove Leonardo da Vinci compose e realizzò la maggiorparte delle sue opere più celebri e dove visse per decenni e decenni; la prima città del mondo ad avere una centrale elettrica per illuminare le vie durante la notte, la prima città del mondo ad avere le autostrade (la Milano-Laghi) per permettere lo scorrimento veloce delle merci; la città dove sono nate l’AlfaRomeo, l’Innocenti, l’Autobianchi e la mitica Lambretta che prende il nome dal fiume Lambro che passa nell’est della città. Una città che nel medioevo costruì una rete impressionante per l’epoca di canali artificiali per trasportare le merci sino al centro della città, i Navigli.

Una città che fu tra le prime nel mondo ad avere un aeroporto, che esiste ancor oggi, Linate.

Mi piace perché tutte le mode artistiche, culturali e di vestiario sono nate qui, nei negozi, negli atelier, nei caffè , nei bar, dalla Scapigliatura, alle pazzie di Marinetti, da Armani a Prada.

Mi piace sapere di vivere in una città che ha accolto milioni di immigrati negli ultimi 2 secoli, prendendo loro poco e dando tantissimo; una città che proprio grazie all’immigrazione non ha oggi una sua caratterizzazione. Non c’è più un dialetto come a Roma o a Napoli (e me ne dispiace), ma amo girare per la città e sentire parlare in 100 lingue oscure e diverse e in tutti i dialetti d’Italia.

Mi piace vedere come questa città sia riuscita a far sentire Milanesi tutti gli immigrati. Non ci sono feste dei Napoletani o dei Siciliani o dei Friulani o dei Marchigiani, non ci sono quartieri ghetto, tutti sono Milanesi, a prescindere da dove vengano, una città che al contrario di Venezia e Roma non ha mai avuto un Ghetto Ebraico, proprio perché tutti gli uomini onesti erano e sono i benvenuti.

Mi piace perché è una città viva. Che pulsa, che è in movimento costante, mi piace perché viene associata all’estero a eventi positivi, per l’avere la quasi totalità delle sedi delle mutlinazionali presenti in Italia, per essere la capitale mondiale delle Fiere espositive e la capitale della Moda, per essere il maggior centro del sud Europa dell’editoria e la capitale incontrastata da 50 anni del design, e non solo per ciò che è stata nel Passato Remoto.

Certo c’è anche parecchio che non mi piace: il traffico sempre più spaventoso, ma comunque ancora nei limiti della civiltà, detesto le scritte sui muri, vera piaga urbana, l’inquinamento, il degrado di alcune zone periferiche…Ma credo siano problemi comuni a molte città, se non tutte.

Ed in ogni caso, questa E’ la Mia Città.

Dove sono cresciuto, dove ho studiato, dove ho potuto scegliere cosa fare della mia vita, dove ho conosciuto i miei amori, dove ho praticato lo sport che volevo fare in quel preciso momento, dove ho vissuto, divertendomi, studiando, lavorando e crescendo.

Dandomi la possibilità di fare delle scelte in totale libertà.

Io ci sto da Dio!



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