Alla scoperta del Ducato di Parma e Piacenza

ALLA SCOPERTA DEI CASTELLI del DUCATO di PARMA e PIACENZA e DINTORNI scritto da Massimiliano Barbazza Premessa Quest’anno il nostro viaggio estivo è contraddistinto da una situazione stupenda: Eleonora è incinta, al sesto mese, e aspettiamo la nostra bambina Giovanna. La gravidanza sta procedendo benissimo, senza alcun problema per la...
Scritto da: Guzzista
alla scoperta del ducato di parma e piacenza
Partenza il: 17/08/2009
Ritorno il: 23/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
ALLA SCOPERTA DEI CASTELLI del DUCATO di PARMA e PIACENZA e DINTORNI scritto da Massimiliano Barbazza Premessa Quest’anno il nostro viaggio estivo è contraddistinto da una situazione stupenda: Eleonora è incinta, al sesto mese, e aspettiamo la nostra bambina Giovanna. La gravidanza sta procedendo benissimo, senza alcun problema per la mamma. Quindi decidiamo di effettuare questo piccolo viaggio che comunque può risultare stancante se non si è abituati a camminare o in generale ad eseguire un normale esercizio fisico. Le nostre visite si sono svolte in assoluta tranquillità, senza esagerazioni per non stressare troppo la mamma e la bambina.

E’ da sottolineare che non siamo nel posto più fresco d’Italia: ci troviamo in mezzo alla pianura padana e d’estate fa molto caldo. Bisogna dire che alcuni castelli si trovano sull’Appennino tosco-emiliano, zona collinare più ventilata e fresca. Complessivamente i luoghi meritano sicuramente una visita per più motivi: gli splendidi castelli del ducato, la bella città di Parma, le immense campagne che oramai sono sempre più rare soprattutto da noi (la provincia di Venezia), i prodotti tipici come i salumi (prosciutto, culatello …), il parmigiano reggiano, l’ottima cucina legata a questi prodotti e la pasta fatta in casa (tagliatelle, tortelli, cappelletti …) Per l’alloggio si possono trovare numerose proposte in internet tra agriturismo, Bed & Breakfast in alloggi privati e alberghi a varie tipologie di prezzo.

Noi abbiamo optato per il B&B, soluzione economica sempre più in via di sviluppo, che offre un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Il viaggio e gli spostamenti sono stati eseguiti comodamente in auto.

Diario 17/08/2009 Lunedì Partenza da Noale ore 6:45 e arrivo a Paroletta di Fontanellato ore 9:30 dopo aver guidato per 260 Km. La strada percorsa è stata la seguente: Autostrada “A4” direzione Milano, a Brescia “A21” direzione Piacenza. Prima di Caorso “A21 dir” fino a Fiorenzuola e a questo punto la “A1” direzione Bologna fino all’uscita di Fidenza. Seguendo le indicazioni per Fontanellato, che dista una decina di chilometri dall’autostrada, siamo arrivati in dieci minuti al B&B LatteMiele in località Paroletta, che dista 3 chilometri dal centro di Fontanellato.

I proprietari si sono dimostrati da subito ospitali, offrendoci uno spuntino con dolci fatti in casa e dandoci delle utili spiegazioni sulle loro attività e quelle principali della zona: salumi, formaggi e miele.

Cominciamo dai salumi: dalle cosce del maiale si ricavano non soltanto i prosciutti ma anche altri nobili salumi. Il culatello si ricava dalla parte destra della coscia e viene messo, senza cotenna, all’interno della vescica del maiale e lasciato a stagionare per circa due anni. Il fiocco invece si ricava dalla parte sinistra della coscia. La culaccia, invece, si ricava dalla stessa carne del culatello ma non viene privata della cotenna e non viene messa all’interno della vescica ma fatta stagionare come il prosciutto. Con i ritagli vari si fanno i salami.

Il proprietario del B&B è anche un abile apicoltore e ci ha illustrato i vari tipi di miele che si possono produrre da queste parti: il millefiori, il tiglio, il castagno, l’acacia.

L’acacia è il miele più chiaro e anche quello che ha meno resa visto che l’albero fiorisce per 15 giorni solamente all’anno. Questo miele non cristallizza perché è ricco di glucosio. Il millefiori si produce lasciando, invece, le api su prati con varie tipologie di fiori. Questo è il miele più redditizio e anche il meno pregiato.

Per il miele di castagno bisogna portare le api in collina dove ci sono ovviamente i castagni. Questo è il miele più scuro e con il sapore più forte.

Mentre il miele di tiglio è abbastanza chiaro e si ricava ovviamente con le cassette delle api posizionate sotto i tigli in fiore.

Dopo la lezione sui mieli e sui salumi ci siamo diretti a Fontanellato (ore 10:30) per la visita della Rocca dei Sanvitale, posta al centro del paese e circondata da un profondo fossato pieno di carpe.

La rocca è sede degli uffici comunali e in parte visitabile. Fu ceduta dai Sanvitale nel 1948 al comune per l’assenza di eredi da parte del casato.

Per la visita dei castelli del ducato si può acquistare la CARD (costo 2 euro) che da diritto allo sconto di 1 euro per l’ingresso di ogni castello (la card ha scadenza un anno e da diritto alla riduzione per una visita a castello nell’arco dell’anno di validità). Quindi la spesa della card si ammortizza se si visitano più di due castelli! Muniti di biglietto (costo 6 euro ridotto a testa) entriamo nella rocca di Sanvitale.

Molto caratteristica è la camera ottica che, con un gioco di specchi e prismi, consente di vedere l’intera piazza circostante, da un’unica stanza.

Di pregio gli affreschi ispirati a Diana e Atteone del Parmigianino realizzati per Paola Gonzaga.

Discretamente conservati anche gli arredi interni che risalgono a varie epoche fino al 1800.

Da menzionare la sala d’armi, la sala da biliardo e la sala della musica.

A l’una, ci siamo diretti a San Secondo Parmense che dista una decina di chilometri da Fontanellato. Purtroppo non possiamo visitare gli interni della Rocca dei Rossi (chiusa di lunedì) e quindi decidiamo di recarci a Parma e di visitarne il centro storico e il meraviglioso duomo.

Parma è una città praticamente interdetta al traffico, quindi abbiamo lasciato la macchina in un comodo parcheggio sotterraneo (1,60 euro all’ora) a due passi dall’imponente Palazzo di Pilotta sede di un museo e ci siamo incamminati verso il Duomo e il Battistero passando per il teatro Regio. Bisogna ricordare che Parma è la città dei grandi della musica (Verdi e Toscanini), del formaggio (il parmigiano), ma anche dell’arte in genere.

Il Duomo è una costruzione romanica dell’XI secolo interamente affrescata nel corso dei secoli successivi.

L’adiacente battistero in marmo bianco e rosa, a forma ottagonale, è sicuramente l’altra attrattiva della piazza del duomo che si chiude con il palazzo del vescovado.

Verso le 16:30 lasciamo Parma e il suo bello e tranquillo centro storico e ritorniamo per un po’ di relax al nostro alloggio.

Cena al vicinissimo ristorante pizzeria (dista appena 50 metri dal B&B). Prezzi modici, specialità siciliane (pesce di mare e pizza).

Oggi abbiamo percorso 330 Km 18/08/2009 Martedì Lasciamo il B&B verso le 8:30, dopo un’abbondante colazione a base di dolci, miele, marmellate, pane e focacce (il tutto fatto in casa) e da deliziosi salumi e parmigiano. Ci dirigiamo alla vicina Soragna (8 km) per la visita della bellissima rocca Meli Lupi (costo dell’ingresso 6,50 euro a testa).

Situata nel centro del paese e circondata da un fossato, attualmente prosciugato, è all’esterno un grande palazzo dalla forma alquanto anonima, che rileva degli splendidi interni interamente dipinti e arredati. E’ attualmente abitata, ma è comunque ampiamente visitabile. Notevoli le sale Baglione, Gialla e la Galleria.

Lasciamo Soragna per Busseto (dista circa 10 km da Soragna), paese natale del celebre compositore Giuseppe Verdi.

Per strada vediamo la casa natale del maestro a Roncole (frazione di Busseto).

Giunti a Busseto ci dirigiamo a piedi alla piazza Giuseppe Verdi, contraddistinta dalla Rocca, dalla torre dell’orologio, dal Teatro Verdi (ricavato dalla rocca stessa) e dalla Collegiata di San Bartolomeo con il suo bel portale rinascimentale decorato in cotto.

Lasciamo Busseto verso mezzogiorno per Castell’Arquato (distante 25 km da Busseto), dove giungiamo dopo mezzora.

Il percorso è immerso nella campagna con immense coltivazioni di pomodoro (viene coltivato il pomodoro nano che cresce, senza bisogno di sostegno, a livello del terreno), di erba medica (per l’alimentazione degli allevamenti), di mais e frumento.

Giunti a Castell’Arquato lasciamo l’auto nel parcheggio esterno al centro storico e proseguendo a piedi, saliamo fino alla Piazza monumentale che è situata sulla cima di una collina alta 220 metri, sulle cui pendici si sviluppa l’intero paese.

La piazza è contraddistinta dal Palazzo del Podestà, dalla Collegiata e dalla Rocca. Subito sotto la piazza, spicca il Torrione Farnese alto una ventina di metri.

La Collegiata e la chiesa annessa sono molto antiche (VIII secolo) e l’interno spoglio da il senso dell’antichità della costruzione. La rocca è visitabile a pagamento (costo dell’ingresso 2,50 euro a testa ridotto con card). Si sale per una ripida scala di pietra e legno fino alla cima del Dongione, recentemente restaurato ma purtroppo spoglio di arredi. La vista dall’alto sul paese e sulla antistante piazza merita la fatica per la salita e il costo del biglietto.

Verso le 17 giungiamo al B&B per un meritato riposo visto che la temperatura si aggira sui 25 gradi alle 9 del mattino, aumentando sino a 35 durante il giorno! Oggi abbiamo percorso 84 Km 19/08/2009 Mercoledì Dopo l’abbondante colazione che, in aggiunta agli ingredienti di ieri, comprendeva anche lo yogurt fresco fatto in casa e la pizza, partiamo sulle 8:30 per dirigerci alla vicina (26 km) reggia di Colorno.

Costruita sull’area occupata da una precedente costruzione militare del 1300, subì notevoli modifiche nel corso dei due secoli successivi. L’aspetto attuale ricorda le tipiche regge francesi (stile reggia di Versailles) sia nell’architettura interna, sia nei giardini. Purtroppo gli interni non conservano alcun arredo, poiché nel secolo scorso fu venduto o smembrato nei vari possedimenti dei Savoia (ultimi proprietari della reggia) e precedentemente saccheggiato da Napoleone. Buona parte degli arredi del Quirinale di Roma provengono proprio dalla reggia di Colorno.

Gran parte del palazzo è visitabile ma è anche sede di diverse attività: una scuola di cucina, la biblioteca e parecchi uffici comunali… Molte sale sono comunque ben dipinte, conservano stupendi pavimenti originali in marmo policromo e caminetti in marmo scolpito.

I giardini furono anch’essi devastati dalla seconda guerra mondiale ma, solo recentemente, sono stati ripristinati, ricostruendo le fontane (una delle originali fu venduta e inviata in Inghilterra) e ripristinando il gioco geometrico costituito dalle basse siepi di bosso.

La visita guidata mattutina inizia alle 11 e dura circa un’ora (costo 5,50 euro a testa ridotto con card), consente di ammirare gli interni del piano nobile, la Cappella di San Liborio e l’appartamento del duca Ferdinando di Borbone.

Lasciamo Colorno alle 12:30 e ci dirigiamo nel vicino Mantovano per la visita della graziosa cittadina di Sabbioneta (14 km da Colorno).

Circondata dalle basse ma massicce mura medioevali che delimitano una forma alquanto irregolare del borgo storico, Sabbioneta è caratterizzata da alcuni edifici di importanza storica: il Palazzo Ducale, la chiesa Dell’Incoronata (a pianta ottagonale), il Teatro (a scenografia fissa in legno con sculture e colonne), la Galleria degli Antichi. Purtroppo data l’ora di arrivo in paese e la temperatura molto alta (34 gradi), decidiamo di non attendere l’apertura dell’ufficio del turismo (posto vicino alla Galleria degli Antichi) per l’acquisto del biglietto cumulativo che consentirebbe la visita dei principali palazzi ma ripartiamo verso le ore 14 per il nostro alloggio, deviando leggermente per visitare gli esterni del Castello di Roccabianca, aperto al pubblico solo nei giorni festivi.

Arriviamo a Roccabianca alle 15, dopo aver percorso una trentina di chilometri.

L’aspetto esteriore delle mura, come la vegetazione cresciuta sul letto dell’antico fossato, sono alquanto trascurati. Il castello è comunque integro e conserva un grande fascino, attualmente è privato e abitato. Negli interni (come descrive la nostra guida) ci sono pregevoli affreschi e soffitti a cassettoni che purtroppo possiamo solo immaginare.

Rientriamo al B&B verso le 16.

Oggi abbiamo percorso 90 Km 20/08/2009 Giovedì Partenza ore 8:30 dopo la consueta super colazione (oggi c’è persino il formaggio fresco fatto in casa!) per la fortezza di Bardi. Percorriamo la strada “357” passando per Castelguelfo (vicino a Ponte Taro), stupendo castello privato purtroppo non visitabile ma perfettamente conservato e con un giardino curatissimo.

Proseguiamo per Noceto, Medesano, Felegara e successivamente sulla 190 per Varano de Melegari, Varsi, Bardi (65 km da Fontanellato). Da Varano il paesaggio è appenninico, un saliscendi continuo (Bardi si trova a 585 metri di altezza). Per arrivare a Bardi impieghiamo un’ora e mezza.

Già a poche curve dal paese si gode della stupenda vista con la fortezza e l’annesso borgo medioevale. Costruita su un colle, non ha subito trasformazioni rinascimentali o barocche come gli altri castelli visitati finora, appartenenti al ducato. La rocca e il borgo sono perfettamente conservati e visitabili (costo ingresso 4,50 euro a persona con riduzione card). Ammirabili e percorribili sono tutti i camminamenti di ronda, coperti da soffitti a travatura in legno. Visitabili sono gli interni del mastio, la ghiacciaia, le cucine (con uno stupendo camino per il pane) e gli alloggi signorili (che ospitano una mostra dedicata alle torture inflitte agli eretici e alle streghe).

Lasciamo Bardi per Compiano, distante 25 chilometri, seguendo le indicazioni per Cereseto, Strela, Compiano. La strada è montuoso-collinare con il fondo stradale purtroppo malmesso ma godibile per il continuo di curve e tornanti (sarebbe divertente anche per i motociclisti ma se ne vedono molto pochi da queste parti!).

Compiano si trova a 519 metri di altezza e come Bardi, è costituito da un borgo fortificato dove spicca il castello, sede di un hotel 4 stelle ma comunque visitabile (costo ingresso visita guidata 6 euro a persona ridotto card). E’ stato di proprietà privata fino agli anni 90, successivamente ceduto al comune dall’ultima proprietaria a patto che fosse conservato tale e quale anche negli arredi, che risalgono al 1800-1900. Il castello è ben conservato, ma ha subito delle trasformazioni nel corso dei secoli, sia esterni (con l’inserimento di statue e la modifica delle finestre), sia interni, rendendolo più signorile e meno fortezza. Il borgo annesso al castello è abitato con costruzioni leggermente ammodernate e percorribile in auto (traffico limitato ai pochi residenti).

Lasciamo Compiano verso le 15:30 e rientriamo al B&B alle 17:30.

In serata ci rechiamo a Fontanellato per cenare alla Locanda Nazionale, ristorante situato di fronte alla rocca Sanvitale. Cena di ottima qualità a base di parmigiano reggiano stagionato 36 mesi, coniglio e guancialino in salsa di carote, quest’ultimo è una delle specialità della casa (carne di maiale molto morbida e magra stufata con un trito di carote e cipolle). Porzioni abbondanti e prezzi molto abbordabili.

Oggi abbiamo percorso 195 Km 21/08/2009 Venerdì Lasciamo il B&B verso le 9 per la visita della rocca Sanvitale di Sala Baganza, dove giungiamo dopo circa 40 minuti di macchina (percorrendo 28 km). Situata nel centro del paese, si presenta come una fortificazione risalente al 1400 e successivamente trasformata (nel XVIII secolo) in palazzo signorile con un enorme giardino, recentemente ripristinato. Purtroppo la visita degli interni (costo 3 euro a persona con riduzione card) è solo parziale a causa dei danni subiti dalla costruzione durante il sisma accaduto lo scorso dicembre, che ha danneggiato la parte settecentesca con gli affreschi più belli e ben conservati. La visita si rileva comunque interessante perché, per mezzo della visione di un dvd proiettato nella prima sala d’ingresso, ci consente di apprendere le fasi del recente restauro, durante il quale sono stati apportati notevoli lavori di consolidamento, resi necessari dallo stato precario della costruzione, la quale fu adibita ad alloggi popolari fino agli anni 70. Per il poco che possiamo vedere e per quello che immaginiamo dalla visione delle immagini proiettate, il restauro è stato eseguito egregiamente, tenendo conto della precedente situazione.

Lasciamo verso le 11 Sala Baganza per recarci al vicino castello di Felino che dista solamente 7 chilometri. Il castello è di proprietà privata e non è visitabile internamente. Ospita un ristorante molto esclusivo e nei sotterranei, il museo del salame, una mostra con strumenti per la macellazione e la preparazione dell’insaccato.

Esternamente il castello si presenta come una possente fortificazione, perfettamente conservata, sulla sommità di una bassa collina circondata da piante secolari.

Ripartiamo dopo mezzora per il castello di Torrechiara in comune di Langhirano (percorrendo 21 km). Spettacolare fortificazione sulla sommità di un colle alto 278 metri, si può ammirare dalle campagne circostanti nella sua integrità. Comprende il castello e un piccolo borgo attualmente abitato che ospita anche alcune osterie e ristoranti.

Purtroppo gli interni sono stati danneggiati dal sisma dello scorso dicembre e quindi sono visitabili solo in minima parte (ingresso visita, onestamente ridotto per il sisma, a 3 euro a persona).

La fortificazione è comunque intatta esternamente e suggestiona per la sua maestosità. La sale visitabili sono ben affrescate e restaurate ma prive di arredi. Le sale principali sono chiuse per restauro dovuto ai danni arrecati dal sisma. Bellissimo il borgo pavimentato in ciottolato e gli scorci sulle abitazioni, rivestite da piante di vite rampicante.

Verso le 14 partiamo per Montechiarugolo (dista 18 chilometri da Torrechiara), possente rocca come Torrechiara ma sita in pianura, perfettamente conservata e con un bellissimo giardino. Di proprietà privata è visitabile solamente di domenica.

Verso le 16 rientriamo al nostro alloggio per il meritato riposo.

Anche oggi la temperatura è molto alta con punte di 33-35 gradi.

Durante il percorso per il B&B (ma anche durante tutta la nostra permanenza in questa zona) notiamo la presenza di piccole fortificazioni, piccole chiese, monasteri, ville storiche più o meno ben conservate, edifici non citati dalle guide ma carichi di fascino e di valore. Tutta la zona è carica di storia e si scova ovunque, sia lungo le principali arterie, sia lungo le stradine di campagna più nascoste. Un’altra osservazione che facciamo è la scarsità di ristoranti e agriturismo siti in queste strutture, almeno nelle quantità a cui siamo abituati noi in Veneto. Sicuramente è una zona ancora in fase di promozione turistica ma che sicuramente ha molto da offrire al visitatore che vuole intraprendere una vacanza storico-culturale.

Verso le 20 ci rechiamo in centro a Fontanellato per la cena. Questa sera assaggiamo un’altra specialità della zona: tortelli di ricotta e erbette conditi con burro, salvia e parmigiano, sorprendentemente leggeri e molto buoni.

Oggi abbiamo percorso 105 Km

22/08/2009 Sabato Dopo la consueta abbondantissima colazione lasciamo in B&B alle ore 8:30 per recarci a Vigoleno.

Decidiamo di fermarci, durante il tragitto, per una breve passeggiata a Salsomaggiore Terme, famosa per le terme e per il concorso nazionale di Miss Italia. Noto centro termale, presenta un elegante arredo urbano con fontane, siepi e aiuole fiorite, il tutto condito da hotel, bar, e negozi piuttosto scic. Lasciamo Salsomaggiore e percorrendo la strada panoramica collinare, notiamo il castello di Scipione (circa 5 km dal centro termale). Giungiamo a Vigoleno alle 10:30 dopo aver percorso 35 chilometri. Il borgo medioevale, perfettamente conservato, si erge su un colle circondato da vigneti, che in questi giorni sono sottoposti a vendemmia.

La rocca è visitabile internamente (costo 2 euro ridotto card a persona) e consente di salire sul mastio fino alla cima della torre e di ammirare i dintorni e il borgo dalla sua altezza.

Il mastio non conserva alcun arredo e affresco al suo interno, ci sono solamente alcune armature e resti di vasellame medioevale. Veramente notevole invece è la Pieve di San Giorgio risalente al XII secolo. Suggestivo l’interno a tre navate, l’affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago sull’altare e il colonnato che sorregge la navata centrale.

Lasciamo Vigoleno alle 11:30, seguendo le indicazioni per Piacenza e successivamente per Bobbio, arriviamo al Castello di Rivalta verso le 13 dopo aver percorso una sessantina di chilometri.

Attendiamo l’inizio delle visite guidate (inizio ore 15:20, costo 6 euro a persona ridotto card) all’interno del castello visitando il circostante borgo, attualmente adibito a sede per ristoranti esclusivi, che ospitano lussuosi matrimoni e ospiti danarosi. Il castello di Rivalta si nota già da lontano percorrendo il lungo ponte sul fiume Trebbia. Caratteristico il torrione sormontato da un ulteriore torrino entrambi circolari, ideato dal Solari, noto per aver ristrutturato il Cremlino di Mosca. La ristrutturazione del castello, svolta nel 1400, oltre all’inserimento del torrione ha comportato l’irrobustimento delle mura, adattandole agli attacchi da armi da fuoco che avevano soppiantato le vecchie macchine da guerra.

Gli interni ospitano un museo di divise militari e un museo di armature e armi medioevali. Sono visitabili diverse sale, le cucine (con piatti e attrezzi da cucina del secolo scorso), le prigioni, la cantina ex scuderia (attualmente usata per invecchiare il vino in botti di legno di una vicina cantina). Belle alcune sale dipinte e perfettamente conservate negli arredi. L’attuale proprietà del castello deriva dal ceppo originario della famiglia Landi, che lo possiede dal 1400. Ha ospitato notevoli personaggi illustri, quali la regina d’Inghilterra, il principe di Monaco e moltissimi altri.

La visita dura circa un’ora e venti minuti. Verso le 16:30 ripartiamo per il nostro alloggio dove arriviamo alle 18.

Oggi abbiamo percorso 165 Km 23/08/2009 Domenica Come gli altri giorni abbiamo trovato una abbondantissima e buonissima colazione. Verso le 8:30 dopo aver salutato Simona, la proprietaria del B&B, sempre simpatica e gentile (tra l’altro ce ne torniamo a casa con un barattolo di miele prodotto in casa da suo marito), ci rimettiamo in macchina per ritornare a casa. La strada percorsa è quella dell’andata, non troviamo traffico e in due ore e mezzo arriviamo a casa dopo aver percorso 260 Km.



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