In corsa per il Trentino Alto-Adige

7 agosto ore 12:30 partenza da Castell’Azzara (GR) in direzione Predazzo (TN). Breve sosta a Siena per il pranzo e sparati dritti verso la meta ( con Andrea non si scherza, quando parte parte). Dopo 500 Km di autostrada, affrontati cantando le peggio canzoni trasmesse per radio, arriviamo a Predazzo. Passiamo da casa della proprietaria...
Scritto da: brilla
in corsa per il trentino alto-adige
Partenza il: 07/08/2009
Ritorno il: 16/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
7 agosto ore 12:30 partenza da Castell’Azzara (GR) in direzione Predazzo (TN).

Breve sosta a Siena per il pranzo e sparati dritti verso la meta ( con Andrea non si scherza, quando parte parte).

Dopo 500 Km di autostrada, affrontati cantando le peggio canzoni trasmesse per radio, arriviamo a Predazzo. Passiamo da casa della proprietaria dell’appartamento prenotato, per prendere le chiavi. Inseguiamo il figlio (avanti con il motorino) che ci accompagna fino alla casa. La gioia nello scoprire che è un seminterrato è enorme, considerando che odiamo entrambe la mancanza di luce. Comunque l’appartamento è nuovo di “zecca”, abbastanza economico ( 500 euro 9 notti) e discreto, a parte il panorama. Doccia veloce e cena tranquilla in un ristorante-pizzeria a Predazzo. Due passi per il paese e di corsa a dormire.

8 agosto il ghiacciaio della Marmolada Ore 7, spalanco la finestra per vedere il tempo, non ricordandomi che da sulle scale. Esco fuori in pigiama.. Il cielo è coperto, nuvoloso ma non sembra minacciare pioggia, per cui mi precipito a svegliare Andrea (impresa piuttosto difficile) per andare sul ghiacciaio della Marmolada, contenta di indossare i miei nuovi scarponcini da trekking che Andrea per l’occasione mi ha regalato.

Per salire in cima al ghiacciaio abbiamo preso 3 funivie una dietro l’altra ( 22 euro a testa per salire su fino al ghiacciaio); la prima cabina parte da Malga Ciapela a circa 1500 metri di altitudine e con un breve ma “intenso” viaggio porta a 2300 metri di quota da cui si sale su altre 2 funivie consecutive con cui si arriva a quota 3300 sulla sommità del ghiacciaio (finalmente!).

Come era prevedibile, le fitte nuvole e la nebbia ci hanno impedito di osservare il ricco panorama visibile da quella quota.

Dopo le tante foto e riprese siamo scesi al museo della grande guerra (compreso nel prezzo del biglietto) con esposti ai visitatori materiale dei soldati austriaci e italiani e dove è possibile visitare all’esterno alcune delle gallerie del fronte italiano.

Pranzo in un ristorantino nei pressi della funivia, porzioni abbondanti (polenta e speak a volontà) e ghiotte!!! Origliando i discorsi dei nostri vicini di tavolo apprendo che a Campitello viene fatto lo yogurt artigianale, niente di più pericoloso…Assillo Andrea a tal punto che è costretto a domandare a tutte le malghe che rimangono lungo la strada se vendono yogurt fatto in casa, neppure fosse il mio ultimo desiderio… Passeggiata per Sottoguda di Rocca Pintore (Belluno), consigliata dal proprietario del ristorante, uno strettissimo canyon scavato nella roccia. Ritorno a Predazzo, passando prima dal caseificio per assaggiare il tanto sospirato yogurt e il famoso “puzzone” di Moena, formaggio tipico dal sapore diciamo…Deciso.

9 agosto Val Gardena, Val di Funes, Val Badia Anche oggi il tempo non promette nulla di buono (secondo Andrea, a mio avviso si può anche rischiare, forse perchè troppo presa dal desiderio delle escursioni) quindi cambio di programma… (non tanto convinta, visto che per due ore ho continuato a ripetere come un disco rotto che “il tempo alla fine sembrava essere sereno”). Decidiamo di andare all’Abbazia di Novacella, vicino Bressanone…Peccato che ad Ortisei dopo 1h di macchina leggendo distrattamente la guida scopro che la domenica l’Abbazia è chiusa (più che normale) quindi altro cambio di programma, accompagnato da un po’ di nervosismo. Decidiamo di attraversare la val Gardena (ormai che ci siamo) con breve sosta a Chiusa, proseguendo per la Val di Funes, verdissima, appartata e in quanto tale raccomandabile a chi ama la montagna risparmiata dalla mondanità, dal traffico e dall’affollamento, poco toccata dai flussi del grosso turismo. Ci fermiamo a scattare qualche foto a S.Ta Maddalena (borgo carino). Pranzo a Malga Zannes, straconsigliato, si mangia in modo divino e tanto (il tagliere per gli affettati è per 5 persone, anche se noi sacrificandoci abbiamo finito tutto compreso il trancio di speak, e la voglia di yogurt, credetemi, mi è passata). Passeggiata di 2 ore (strada forestale) per favorire la digestione, fino a malga Arm Glatsch per un grappino al mirtillo. Posizionata in una zona strategica che lascia intravedere ampi prati, le cime maestose del gruppo delle Odle e tante tante mucche che scampanellano creando un senso di pace e tranquillità.

Al ritorno percorriamo la Val Badia, sostando a Corvara in Badia, un po’ troppo Vips per i nostri gusti. 10 agosto Lago di Tovel e Val di Genova, Madonna di Campiglio Sveglia alle ore 7… a Predazzo piove “di brutto”. Riposta l’idea di indossare scarponi e pantaloncini ci organizziamo per dare una svolta alla giornata.

Viene messa ai voti la proposta della Val di Genova…2 su 2… si parte.

Panorama meraviglioso offerto dagli innumerevoli meleti che si trovano lungo la strada. Svoltiamo per il lago di Tovel, nel parco naturale dell’Adamello-Brenta, gli 8 euro spesi obbligatoriamente per il parcheggio ci incoraggiano a fare il giro completo del lago ( a parte gli scherzi ne vale la pena). 1h ½ di camminata, soddisfatta di essere finalmente riuscita a sfoggiare la mia divisa da trekking.

Pranzo spedy a Cles e dritti verso la Val di Genova, famosa per la ricca e cospicua quantità d’acqua (dimenticavo…Prima siamo passati per San Zeno, poiché un barista malinformato ci ha consigliato di visitare la riserva naturale di orsi bruni…Mai fidarsi e chiedere minimo sempre due volte). Perfetto, anche qui, ci informano che il parcheggio viene 3 euro…Ormai è troppo tardi per sterzare la macchina e farsela a piedi.

La prima cascata dista 1h dal parcheggio, la seconda alla quale rinunciamo a 4h (comunque pagando 8 euro è raggiungibile con la macchina).

La cascata è suggestiva, forse meglio visibile dalla strada, che dal sentiero.

Rimaniamo un pò delusi, forse perché immaginavamo uno spettacolo più esaltante o forse perché dopo aver visitato i laghi di Plitvice in Dalmazia nulla regge il confronto riguardo ad “acque”.

Al ritorno passiamo per Madonna di Campiglio, famosa località mondana. Anche sentendoci come due pesci fuor d’acqua appena scesi di macchina, decidiamo ugualmente di visitare la famosa piazzetta. Il disagio cresce notevolmente…Gente che sorseggia caffé o una tisana “tutta in tiro”, elegante composta, griffata, lontana dal quel concetto di “montagna” che per lo meno noi ci siamo prefissati o che vivendoci conosciamo.

Saltiamo sulla nostra mercedes-benz e ripartiamo. Proviamo a passare per Spormaggiore, dove un parco naturale ospita tre orsi nati in cattività, ma un po’ per la stanchezza, un po’ per la distrazione sbagliamo strada costretti, così, a rinunciare. A ciò si aggiunge per completare la giornata, una bella foto scattata da un autovelox nei pressi di Cavalese. ( chissà se come direbbe, Andrea, appassionato di fotografia hanno usato bene il “bilanciamento del bianco”, sua costante fissazione).

11 Agosto Pale di San Martino e la Cavalazza Finalmente il tempo è sereno…Quindi un’escursione alle Pale di San Martino, non ce la toglie nessuno! Passando da P.Sso Rolle (…M) arriviamo a San Martino di Castrozza. All’ufficio informazioni ci consigliano un percorso che porta fino ai laghi di Colbricon. Partendo da malga Ces, dove si può parcheggiare la macchina, in 2h circa arriviamo ai laghi. Il sentiero, nonostante la mia costante paura dei serpenti risulta abbastanza facile. Una breve sosta per scattare qualche foto, per poi proseguire verso malga rolle, dove decidiamo di fermarci per il pranzo, tra l’altro ottimo. Aspettiamo le 14 per prendere la seggiovia (fatta tutta ad occhi chiusi per le vertigini che mi perseguitano) che ci condurrà alla Cavalazza. Da qui la vista è meravigliosa, si riescono a vedere le Pale di San Martino in tutta la loro maestosità. Riscendiamo,così, verso i laghi. Il percorso anche se viene definito come facile, dall’ufficio informazioni (che ancora non mi rendo conto che concezione abbia del facile), risulta arduo, soprattutto per chi, come noi non è un “grande esperto” di escursioni. Eccetto questi particolari, risolvibili se si parte ben attrezzati (scarpe idonee soprattutto, perché la dolomia come roccia si presta bene agli “scivoloni”), il paesaggio attorno è veramente “esaltante”. Dai laghi, dopo aver mangiato uno yogurtino per tirarci su, scendiamo fino a malga Ces (45 min) scegliendo un sentiero alternativo rispetto a quello della mattina (più breve, ma meglio percorribile in discesa che in salita, e per questo consigliato al ritorno). Ritorno a Predazzo per una doccia veloce, cena e breve passeggiata a Moena causa: la stanchezza dettata dalla lunga camminata e i segni del sole che nella mia carnagione lattea si incominciano ad intravedere.

12 Agosto tre cime di Lavaredo Sveglia alle 6 (anche se ad Andrea faccio credere che sono le 7, altrimenti per principio non si sveglia) per raggiungere le tre cime di Lavaredo.

Arriviamo alle 11 circa, passando per Cortina d’Ampezzo (69 Km da Predazzo), e sostando per una breve visita al lago di Misurina. L’ultimo tratto di strada per arrivare alle tre cime non è dei migliori per l’eccessiva ripidità, (consiglio di stare attenti alla frizione, c’è rischio di bruciarla!).

Parcheggiata la macchina per la modica cifra di 20 euro (consiglio di lasciarla prima del casello) chiediamo informazioni al parcheggiatore (cosa da evitare accuratamente) che gentilmente ci consiglia un percorso attorno alle tre cime di 1h ½ ( credetemi, neppure se fatto di corsa si può impiegare questo tempo). Il sentiero è tranquillo senza troppe difficoltà, se altro non fosse per la lunghezza del tratto (3h ½ per arrivare al rifugio Locatelli) e la scarsità di alberi (e di conseguenza la mancanza di ombra) ( ulteriore consiglio armatevi di crema solare, pantaloni lunghi, capello altrimenti come me, furba come una “marmotta” rischiate di ustionarvi soprattutto se la carnagione tende dal bianco sporco al panna come la mia).

Dopo 3h ½ arriviamo al tanto sospirato rifugio Locatelli, alla faccia dell’1h ½ del parcheggiatore!!! La moltitudine di persone ti illude per un attimo di trovarti a Gabicce mare ma in seguito realizzi che si tratta di tutta quella gente che fregandosene del parcheggiatore e del suo percorso mozzafiato ha scelto la via più breve impiegando solo un’1h dal parcheggio al rifugio, potendo ugualmente godere di uno splendido panorama (dal rifugio le tre cime si vedono perfettamente, anche senza fare il giro del mondo). Riusciamo a trovare, fortunatamente, un posto per mangiare. Riscendiamo al volo perché il dolore della mia ustione alle gambe comincia a farsi sentire.

13 agosto Abbazia di Novacella, Lago di Braies, Passo Stallar, Dobbiaco Partenza per l’Abbazia di Novacella, a pochi Km da Bressanone. Prendiamo l’autostranda del Brennero, da Trento fino a Bressanone (meno panoramica ma decisamente più scorrevole). Arrivo ore 10:50, visita guidata prevista per le ore 11 ( 3.50 a testa, dura 1h). Visitiamo la chiesa in stile barocco “austriaco” (a differenza del nostro tende ai colori pastello), la biblioteca e altre sale. L’abbazia merita, veramente, di essere visitata! Visto che l’ora di pranzo si avvicina ci incamminiamo verso Dobbiaco, fermandoci in un grill nei pressi di Brunico (15 euro in due, compreso lo stinco!!!). Presi dall’entusiasmo (la nostra passione è passare i confini) abbiamo deciso di percorrere il P.Sso Stallar e di passare il confine con la vicina Austria; ad accoglierci un branco di mucche molto socievoli e mansuete! Ritornati indietro, siamo passati per il lago di Braies (anche qui conviene scendere prima, per evitare di pagare il parcheggio). Una breve visita e qualche foto( anche perché il dolore alle mie “gambe bruciate” sta diventando lancinante e i commenti della gente decisamente pesanti) alla cittadina di Dobbiaco. Ritorno a Predazzo. 14 agosto San Leonardo, castell Coira, Glorenza, Lago di Resia Sveglia alle ore 7:30…Il tempo è sereno, e anche il mio umore (visto che riesco a camminare in modo quasi normale e il dolore sembra essersi allentato).

Partiamo con l’intenzione di visitare il castello con il giardino botanico a Merano e il lago di Resia. Ma a Lana, dopo aver consultato un ufficio informazioni, il programma cambia. Ci consigliano una visita al museo di san Leonardo in Val Passiria, dove siamo rimasti a bocca aperta per la spettacolarità del luogo e per l’accuratezza nell’organizzazione del museo. L’esterno del museo, a nostro avviso, risulta essere la parte più interessante, comprende la fattoria costituita da casa, stalla, mulino…All’interno degli edifici sono esposti i materiali utilizzati per agricoltura, allevamento di bestiame, produzione di loden, distillazione della grappa…E vengono proposti alcuni filmati, girati recentemente nella fattoria stessa, che ripropongono alcune attività contadine tuttora in uso ( considerando l’amore di Andrea per l’etnografia dettato da una laurea in antropologia culturale li abbiamo visti quasi tutti!). Visto che si è fatta una “certa” cerchiamo un ristorantino tranquillo dove mangiare (più che tranquillo forse dovevamo cercarlo uno in cui avessero almeno un menù in italiano).

Visitiamo Castell Coira (8 euro) presso Sluderno in Val Venosta, fra Merano ed il Passo di Resia, con lo sguardo verso il massiccio dell’Ortles. Uno dei castelli più grandiosi e meglio conservati dell’Alto Adige, con la più grande armeria privata e uno splendido loggiato. (consigliato se avete bambini, visto che la guida si offre anche come animatore tenendoveli svegli!! E anche se siete single…).

Passiamo per Glorenza, un piccolo borgo del tirolo, che vale la pena vedere. Nei pressi del Passo Resia, visitiamo Curon Venosta, famosa per il solitario campanile che spunta dalle acque del lago di Resia. Alle ore 21:30 arriviamo a Moena stanchi per l’intensa giornata, ma desiderosi di fare i regali ad amici e parenti.

15 agosto lago di Carezza, Passo Sella, Cena a “modino” Ferragosto…Un giorno un po’ rischioso per muoversi, per paura del traffico (preoccupazione del tutto fondata). Arriviamo, dopo una lunga coda, al lago di Carezza, forse il più bello, a nostro avviso, di quelli visti. Un’acqua verdissima che riflette alberi e montagne. Ripassiamo dal p.Sso Sella (2225 m) per qualche foto, dove siamo accolti da un gruppo di caprette mansuete, interessate ai turisti. Mangiamo in una malga nei pressi del passo (per esattezza la prima che si incontra), divinamente…Soprattutto per il dolce, un omlete dolce con mele, cannella, zucchero a velo e salsa di mirtilli…Paradisiaca! La stanchezza accumulata nei giorni precedenti e il dispiacere per il concludersi della vacanza crea un po’ di malumore…Risollevato con una cena spettacolare (offerta da Andrea come da tradizione) in un agriturismo nei pressi di Predazzo “ La Miola” (antipasto di carpaccio ripieno di ricotta, polenta, funghi, carne, assaggio di formaggi, dolce, caffè). Giro a Moena (la sera più movimentata rispetto a Predazzo) per un giro e …Una torta sacher (tanto per non farsi mancare nulla). 16 agosto Spormaggiore, partenza Ore 8 finiamo di preparare le valigie, una pulita veloce alla casa, e carichiamo tutto in macchina pronti (mica tanto) per la partenza.

Decidiamo, per non rendere il rientro troppo “brusco e traumatico” di fermarci alla famosa riserva naturale degli orsi a Spormaggiore, che ancora non siamo riusciti a vedere. 3.50 euro a testa e degli orsi neppure una traccia (la voce chiassosa dei turisti li induce, giustamente, a ritirarsi nella tana e a riuscire al tramonto quando tutti se ne sono andati). Ultimo pranzo tipico trentino in un grill lungo la strada e purtroppo, subito costretti ad imboccare a Trento l’autostrada per fare ritorno verso casa.



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