Quattro passi in Umbria

Quattro passi in Umbria Aprile 2008Partenza: 22 aprile 2008 ore 9,15 Km. 9.657 Rientro: 28 aprile 2008 ore 17,30 Km. 11.373 Percorsi: Km. 1.716 Martedì 22 aprile (Santena – San Vincenzo – Piombino – San Vincenzo) La stagione invernale con il suo clima per noi poco invitante per le uscite in...
Scritto da: Babinico
quattro passi in umbria
Partenza il: 22/04/2008
Ritorno il: 28/04/2008
Viaggiatori: in coppia
Quattro passi in Umbria Aprile 2008

Partenza: 22 aprile 2008 ore 9,15 Km. 9.657 Rientro: 28 aprile 2008 ore 17,30 Km. 11.373 Percorsi: Km. 1.716 Martedì 22 aprile (Santena – San Vincenzo – Piombino – San Vincenzo) La stagione invernale con il suo clima per noi poco invitante per le uscite in camper non ci ha visti fra i protagonisti di escursioni di breve o lunga durata. Finalmente i primi tepori primaverili hanno fatto il loro ingresso stimolando immediatamente la nostra voglia di uscire e dare inizio così alle esplorazioni di luoghi a noi ancora sconosciuti. Questa volta abbiamo deciso di non espatriare e di dedicare il nostro tempo per visitare una delle più belle regioni Italiane: l’Umbria. Così alle 10 dopo aver ultimato i preparativi del mezzo ed aver effettuato il pieno di carburante, con un cielo piuttosto carico di nuvole nere e poco invitanti, eccoci imboccare l’autostrada per raggiungere la Toscana, tappa d’obbligo per far visita agli zii ed ai nostri cari che riposano nei cimiteri di San Vincenzo e Piombino. Il cielo nuvoloso ci ha accompagnati per tutto il viaggio ma per fortuna le nuvole non hanno aperto i portelloni. Alle 15,30, dopo aver fatto sosta pranzo nei pressi di Sarzana, siamo giunti a San Vincenzo e poi abbiamo proseguito per Piombino. Come al solito gli zii ci hanno invitati a cena e dopo aver trascorso con loro una piacevole serata, siamo tornati a San Vincenzo dove, avendo già sostato altre volte, ci siamo sistemati per la notte in un comodo e tranquillo parcheggio nei pressi della COOP e della Stazione dei Carabinieri. Abbiamo volutamente evitato di parcheggiare proprio vicino ai Carabinieri e nel parcheggio antecedente perché passa vicinissima la linea ferroviaria e per tutta la notte c’è passaggio di treni. Il parcheggio di fronte al supermercato invece è tranquillo e poco rumoroso.

Verso sera il sole è riuscito a bucare la spessa coltre di nubi ed il cielo stellato ci induce a pensare positivo per la giornata di domani.

Charlie si è immediatamente ambientato ed è veramente incredibile come non risenta dei cambiamenti e come riprenda immediatamente le sue abitudini da camperista.

Mercoledì 23 aprile (San Vincenzo – Talamone – Lido di Tarquinia – Tuscanica – Bolsena – Bagnoregio) Alle 7,30 sveglia e come avevamo immaginato un bel sole ha accolto il nostro risveglio. L’aria è fresca e frizzantina ed il clima è ideale per le nostre prossime escursioni. Inizia praticamente di qui la nostra nuova avventura.

Partiamo così entusiasti e ben disposti alla volta di Tarquinia, percorrendo l’Aurelia e costeggiando le belle ed immense pinete che ombreggiano la bella costa fino ad Orbetello ed il magnifico promontorio dell’Argentario. Prima di Orbetello notiamo le indicazioni per Talamone e decidiamo di fare una sosta nel luogo in cui nel 1860 Garibaldi ed i suoi Mille fecero altrettanto per caricare armi. Talamone è un grazioso borgo di pescatori ed un tranquillo centro balneare posto su uno scosceso promontorio all’estremità dei Monti dell’Uccellina e di fronte all’Argentario. Dopo una breve passeggiata nel centro storico ed alla bellissima rocca da dove è possibile godere lo stupendo panorama sul golfo sottostante, siamo ripartiti in direzione Tarquinia. Il cielo azzurrissimo ed il sole piuttosto caldo hanno contribuito a farci apprezzare maggiormente il paesaggio circostante con i suoi verdi, fertili e dolci pendii. Lasciamo così la Toscana ed entriamo in Lazio. Solo un centinaio di chilometri ci separano da Roma e la tentazione è veramente forte. Raggiunta Tarquinia, seguiamo le indicazioni per la Necropoli Etrusca, una delle più grandi ed importanti, e non trovando parcheggio nelle vicinanze , decidiamo di raggiungere il Lido di Tarquinia, a soli 6 Km., dove non ci sono stati problemi di sosta e parcheggio e dove pranziamo tranquillamente all’ombra di una bella pineta di fronte al mare. La zona è veramente bella ed il lido ben attrezzato. L’unico movimento di turismo riscontrato fino ad ora è dato dalle numerose gite scolastiche che ravvivano con i loro allegri schiamazzi e le loro gioiose risate questi luoghi ancora sonnolenti ed intorpiditi dopo il lungo letargo invernale. I chioschi sono ancora chiusi, i viali spopolati, molte le case deserte e pochi i negozi aperti. Sulla spiaggia del lido però inizia il movimento; alcuni godono già dei primi raggi solari, altri azzardano a tastare l’acqua con i piedi ed i bagnini iniziano a togliere i lucchetti: l’estate è alle porte e con lui la vita. Considerato che Tarquinia è stata meta, molto tempo fa, anche di una delle nostre gite scolastiche e vista la posizione arroccata , decidiamo di non tornarci e così ci concediamo un po’ di relax girovagando per il lido e respirando a pieni polmoni la prima aria carica di salsedine e di profumo di pino. Riprendiamo il nostro viaggio e poco dopo raggiungiamo Tuscania, altra antica cittadina eretta dagli Etruschi su un altopiano e famoso centro di artigianato del cuoio, della terracotta e del legno Giunti nella cittadina chiediamo ad una pattuglia dei Vigili Urbani dove poter sostare con il camper. I vigili disponibilissimi ci chiedono di seguirli e ci conducono in una bellissima area camper sotto bei pini marittimi, gratuita, con tanto di carico, scarico e corrente elettrica in ogni piazzola. L’area è situata ad un centinaio di metri da una delle antiche porte di accesso al centro storico della città in via Nazario Sauro (42° 25’ 20” N – 11° 52’ 30” E). Questa bella sorpresa ci ha fatto apprezzare maggiormente il bellissimo ed ampio borgo antico, formato da contrade, ricco di scorci stupendi sui cortiletti, ballatoi, portali, viottoli in acciottolato, fontane e fontanelle, belle e numerose chiese ed eleganti palazzi ed abitazioni che delimitano le vie del centro, il tutto condito con un profumo di antico ed un silenzio rilassante e rassicurante. Anche qui il silenzio è rotto dal vocio dei ragazzi in gita scolastica e dalla voce pacata dell’insegnate che fornisce le informazioni sul luogo. Dopo aver girovagato a lungo facciamo ritorno al camper ed a malincuore lasciamo la bellissima area di sosta. Il sole è ancora alto nel cielo ed altre mete ci attendono.

Raggiungiamo così Bolsena con il suo bel lago di origine vulcanica. Il tempo continua a regalarci un bel cielo azzurro e sole caldo con aria fresca. Una bella passeggiata sul lungo lago è d’obbligo e così abbiamo modo di vedere un’area camper attrezzata e recintata proprio in riva al lago. Tutto è bello e positivo tranne la tariffa: 13 € giorno. Secondo noi è piuttosto salata!! Raggiungiamo poi Bolsena città dove posteggiamo ai piedi del paese in un parcheggio a pagamento. Anche in questo caso il centro storico è posto su un promontorio e così ci inerpichiamo su per stradine e viottoli in acciottolato e raggiungiamo la parte più alta della città dove l’imponente castello fa bella mostra di sé e da dove si ha modo di ammirare il bel panorama sul lago. Scendiamo percorrendo lentamente le stradine del bel borgo medioevale in parte tranquillo ed in parte vivacizzato da piccole botteghe. Raggiungiamo quindi il nostro mezzo e ripartiamo in direzione Bagnoregio da dove è nostra intenzione raggiungere la vicina Civita “la città che muore”, lasciando il Lazio ed entrando così in Umbria.

Arriviamo così a Bagnoregio poco prima delle 18 e qui scopriamo che non possiamo proseguire in camper per Civita perché la strada è stretta e non c’è possibilità di sosta. Ci sistemiamo così in piazza Battaglini dove c’è un bellissimo ed ampio parcheggio a pagamento (5 € per 24 ore) con servizi igienici anche se non perfettamente in piano. I cunei però aiutano egregiamente a risolvere il problema. Paghiamo la sosta presso il vicino chiosco del benzinaio all’angolo dell’area di sosta il quale ci informa che la frazione di Civita dista poco più di un Km ed è possibile raggiungerla con una navetta che fa servizio ininterrotto per tutto il giorno (la fermata della navetta è proprio di fronte al distributore). Abituati a percorrere a piedi anche percorsi di gran lunga superiori, decidiamo di andare a piedi e questa nostra iniziativa è stata ben presto premiata perché a metà percorso siamo stati letteralmente folgorati dalla vista stupenda con la luce rossastra del tramonto della “Città che muore” apparsa davanti a noi in tutta la sua singolare bellezza.

Dalla nostra posizione abbiamo avuto modo di ammirare la conca rocciosa dal centro della quale si erge un’ enorme sporgenza sulla cui vetta è presente la città. La particolarità è data dal fatto che il colle che sorregge la città si sta progressivamente ed inesorabilmente sgretolando tanto da averlo già isolato dal resto del territorio e che ha così determinato l’origine dell’appellativo “Città che muore”. Entusiasti per lo spettacolo continuiamo il percorso e raggiungiamo, piuttosto emozionati, il piccolo centro percorrendo un lungo viadotto che è stato costruito per unire la collina alla terra ferma. Il piccolo centro antico e costruito nella maggior parte con tufo è quasi spopolato e poche sono le abitazioni che presentano segnali di vita. La bellezza del luogo è indiscutibile e istintivamente ci siamo ritrovati a camminare quasi in punta di piedi e a parlare a bassa voce. I pochi locali pubblici avevano appena chiuso i battenti e pochi altri turisti girovagano in religioso silenzio come noi. Ci siamo chiesti chi potesse abitare in un luogo così particolarmente isolato, eremo che potrebbe essere, secondo noi, la dimora ideale per scrittori, pittori, poeti, artisti in genere. Quando nel tragitto di ritorno abbiamo incrociato una signora che, carica di borse della spesa, lentamente percorreva la salita che conduce al borgo antico, non ci siamo stupiti nel notare oltre all’abbigliamento un pochino demodè, la profondità del suo sguardo che scaturiva serenità, esperienza, sapienza e non abbiamo avuto difficoltà nel ricambiare spontaneamente il suo dolce e antico sorriso. Soddisfatti ed appagati siamo tornati al camper dove ci siamo accorti di essere decisamente stanchi. La giornata è stata bella ed intensa e percorrendo le stradine di questi luoghi che si inerpicano su per gli erti colli, si mettono a dura prova muscoli ed articolazioni delle gambe. La serata piuttosto fresca invoglia a godere del dolce tepore del camper.

Il nostro piccolo amico ha scorrazzato tutto il giorno ed ora è cotto dalla stanchezza. Inoltre a Bolsena ha vissuto la brutta esperienza di essere aggredito da un cane che abbiamo incontrato per strada. Per fortuna sono riuscita a prenderlo in braccio prima che l’altro animale riuscisse a morderlo e tentasse poi di azzannare la mia gamba che cercava di allontanarlo. Quando poi la padrona del cane l’ha richiamato mi sono arrabbiata moltissimo perché non si lascia libero un cane soprattutto se morde. Per tutta risposta dopo avergli messo il collare e trascinato via mi sono sentita rispondere che il suo cane ha reagito così perché Charlie è un maschio. Caspita… Sta a vedere che la colpa è del sesso del nostro piccolo amico e non della sua negligenza!!! Ho lasciato perdere perché la voglia di azzannarla è stata da me faticosamente repressa. Tutto è bene ciò che finisce bene!!!! Ora dorme rilassato ed al sicuro nel tepore del suo lettino.

Giovedì 24 aprile (Bagnoregio – Cascata delle Marmore – Narni) La notte è trascorsa in tutta tranquillità ed un bel sole accoglie il nostro risveglio. La temperatura però è piuttosto bassa e qualche minuto di stufa accesa hanno riportato il giusto tepore all’interno della nostra casa viaggiante.

Contrariamente ai precedenti nostri viaggi, questa volta non abbiamo predisposto un vero e proprio itinerario a cui attenersi, perciò ieri sera abbiamo pianificato la giornata odierna che prevede la visita alla cascata delle Marmore. Veramente era nostra intenzione raggiungere la cascata solo fra qualche giorno ma poi pensando che con i tre giorni di festa (25-26-27 Aprile) il luogo potrebbe essere super affollato, abbiamo deciso di anticipare la visita. Così alle 8,30 lasciamo Bagnoregio e seguiamo le indicazioni per Terni attraversando la bellissima Valnerina, tra colli e dolci pendii. Giunti a Terni seguiamo le indicazioni per la Cascata “Belvedere Inferiore” che dista a poco più di 6 Km dalla città e che si raggiunge attraversando il grande polo industriale di Terni con le sue famose acciaierie. In breve raggiungiamo il sito della cascata e ci sistemiamo nel bellissimo ed ampio parcheggio gratuito proprio di fronte alla biglietteria che apre al pubblico ogni giorno alle ore 10,00. Il tempo è bello, il cielo azzurrissimo e l’aria piuttosto fresca. Ci troviamo a m. 361 s.L.M. Ed il paesaggio circostante è prettamente montano. Dopo aver acquistato i biglietti per l’ingresso (5 € cad.) ci siamo diretti verso il sentiero che conduce alla cascata. E’doveroso aprire un piccolo paragrafo per illustrare brevemente il sito: “La cascata, creata artificialmente nel 271 a. C. Dai Romani per bonificare la piana reatina, è formata dalla caduta delle acque del Velino nel Nera. La massa delle acque precipitanti, con tre salti di 165 mt. Complessivi, il loro rombo, la grandiosità dello scenario formano uno spettacolo eccezionale. L’acqua viene rilasciata ad orari prestabiliti: nei giorni feriali dalle 12 alle 13 e dalle 16 alle 17. Nei giorni festivi invece l’orario del rilascio è superiore ed è possibile vedere la cascata illuminata nelle ore serali. Nelle ore in cui la cascata è chiusa, l’acqua viene utilizzata dalla centrale idroelettrica per fornire energia alla città di Terni ed alle sue acciaierie. Il biglietto di ingresso da diritto ad accedere all’area Belvedere Inferiore, Belvedere Superiore ed ai sentieri naturalistici, alle area pic-nic, punto ristoro oltre all’utilizzo del bus navetta che collega i due belvedere se non si vuole fare il percorso a piedi. Inoltre nel biglietto sono presenti 3 talloncini staccabili che permettono di entrare ed uscire dall’area nell’ambito della stessa giornata senza dover rifare il biglietto.

Ciò premesso, iniziamo così il percorso che conduce all’interno dell’area ed al belvedere inferiore sito in Piazzale Byron da dove è possibile godere dell’intera vista della cascata. Dopo aver oltrepassato la zona shopping con le sue piccole botteghe di souvenir ed articoli vari, siamo entrati all’interno del parco raggiungendo in breve il piazzale Byron da dove abbiamo avuto modo di vedere il percorso della cascata da dove scaturiva pochissima acqua. Avendo più di un’ora a disposizione prima dell’apertura dell’acqua, ci siamo dedicati alla perlustrazione del parco percorrendo i vari itinerari e sentieri ognuno dei quali con le proprie caratteristiche bellezze. Decidiamo di attendere il rilascio dell’acqua al termine del percorso n° 2 dove si ha una vista spettacolare sul secondo e terzo salto. Il rilascio dell’acqua viene anticipato dal suono di una sirena e raggiunge la portata massima dopo alcuni minuti dagli orari indicati. Così dopo pochi minuti dal terzo suono della sirena abbiamo avuto modo di notare che a poco a poco la quantità dell’acqua aumentava per raggiungere in breve un’ intensità stupefacente. Lo spettacolo è unico ed il rumore causato dalla caduta dell’acqua è assordante. Dopo aver goduto di tale spettacolo a così breve distanza, scendiamo nuovamente in piazzale Byron per vedere la cascata in tutta la sua complessità e la sua imponenza è stupefacente. Il primo salto, alto una novantina di metri viene parzialmente offuscato dalla nebulizzazione che si crea dalla forza della caduta dell’acqua. Lo spettacolo è unico ed esaltante.

Presi da così tanta potenza non ci accorgiamo che una grossa nuvola nera ha oscurato il cielo e ci ha costretti a tornare di corsa al camper sotto una fitta ed improvvisa pioggia.

Dopo pranzo il tempo continua ad essere uggioso e così tralasciamo l’idea di raggiungere a piedi il belvedere superiore da dove volevamo ammirare alle 16 il rilascio dell’acqua di fronte al salto più alto della cascata. Il percorso a piedi è dato come difficoltà medio-alta essendo il dislivello fra i due punti di osservazione piuttosto importante.

Temporeggiamo un pochino ma poi vedendo che il cielo non ha nessuna intenzione di rasserenarsi, decidiamo di raggiungere il belvedere superiore con il camper e proprio per la particolarità del mezzo ci viene consigliato di usufruire della strada più larga e comoda che si imbocca da Terni. Così ripercorriamo i 6 km che ci separano dalla città dove abbiamo poi seguito le indicazioni per Marmore piccolo centro abitato dove è situato il Belvedere superiore.

Un bel temporale ci ha fatto compagnia per quasi tutto il tragitto, ma una volta giunti a destinazione un pallido sole ha fatto capolino tra le nuvole. Dopo aver parcheggiato il mezzo in una comoda e gratuita area riservata ai camper, ci siamo diretti al belvedere superiore dove proprio di fronte al salto della cascata nel 1781 è stata eretta una Specola, piccolo edificio con arcate da dove è possibile ammirare la caduta dell’acqua.

Naturalmente non siamo stati assolutamente delusi neanche questa volta e la potenza sprigionata dalla caduta di una così enorme quantità di acqua ci ha nuovamente impressionati. Proprio per concludere in bellezza ci siamo poi addentrati nuovamente nel parco percorrendo un bel pezzo del sentiero che conduce al belvedere inferiore e nel tragitto abbiamo ancora avuto modo di ammirare la cascata in diverse prospettive.

Tornati al camper un pochino affaticati ma soprattutto piuttosto infangati per la recente pioggia, siamo stati costretti ad effettuare un bel bagnetto al nostro piccolo amico per rimuovere la terra dalle zampine e dal muso e renderlo così nuovamente presentabile.

Ad operazione compiuta ci siamo nuovamente messi in movimento e questa volta in direzione di Narni.

Nel senno di poi ci siamo autocongratulati per aver scelto di visitare oggi la cascata perché oltre alle solite e numerose gite scolastiche non abbiamo dovuto combattere con tantissima gente avendo così modo di goderci in pieno il bel sito e lo spettacolo. Ripercorriamo così un bel tratto della Valnerina transitando sulla Via Flaminia fino al raggiungimento della cittadina medioevale in bella posizione sopra un colle ricco di olivi che domina la profonda gola del fiume Nera.

Seguendo le indicazioni per il centro città ci inerpichiamo su per la strada in salita che ci ha indotti ad effettuare un percorso obbligatorio fino ad un ampio parcheggio proprio ai piedi del centro storico. Nel parcheggio servito da ascensori per il raggiungimento del centro storico c’è anche un parcheggio per camper. Credendo di aver terminato in bellezza il nostro viaggio odierno cerchiamo di sistemarci di fianco ad altri camper già in sosta. Ci siamo però immediatamente accorti di aver fatto i conti senza l’oste perché uno dei camperisti in sosta ci ha informati che non potevamo fermarci e che anche loro si sarebbero dovuti spostare. Il tutto grazie al fatto che siamo giunti inconsapevolmente a Narni proprio nel giorno dell’inaugurazione della grande festa annuale conosciuta come “Corsa all’anello”. Proprio per tale evento e quindi del grande afflusso di pubblico, ci è stato riferito che il parcheggio è stato riservato esclusivamente alle auto. Un pochino contrariati siamo tornati indietro cercando di avvistare qualche posto accessibile per la sosta. La fortuna ci ha assistiti perché a circa 500 metri di distanza dal precedente parcheggio abbiamo trovato un’eccellente sistemazione presso lo stadio, nei pressi del bocciodromo e della piscina sotto un bellissimo palazzo d’epoca che purtroppo è abbandonato ed in decadenza con di fronte giardinetti con giochi per i bambini e fontana per l’acqua. Luogo estremamente tranquillo a differenza dei parcheggi sistemati più in alto. Prima di fermarci abbiamo chiesto a qualche passante se era possibile la sosta e ci è stato risposto che l’area è comunale e non esistono divieti di alcun genere. Così, contenti per la sistemazione abbiamo deciso di riposarci un pochino, cenare e poi recarci nella città in festa.

Così rigenerati e contenti in una quindicina di minuti a piedi abbiamo raggiunto il centro storico iniziando a passeggiare nelle vie illuminate ed in festa piene di fiori, bandierine e stendardi raffiguranti gli stemmi dei tre Terzieri in gara che rappresentano i tre quartieri della città: Mezule – Fra Porta – S. Maria Ogni quartiere ha il proprio stemma, la bandiera ed i propri costumi. La festa di origini antichissime dura ben 18 giorni e culmina con la corsa all’anello. Solo nel periodo di durata della festa vengono aperte le antiche Taverne dove è possibile mangiare specialità locali a prezzi modici. In ogni rione ci sono tre Taverne o Osterie, locali medioevali e molto caratteristici dove è possibile trovare i camerieri che indossano costumi dell’epoca.

Seguendo un profumo piuttosto invitante siamo giunti nei pressi di un fornaio che stava sfornando deliziose ed invitanti focacce. Naturalmente abbiamo gradito accompagnando il tutto con un buon bicchiere di vino locale.

Allegri e contenti facciamo ritorno al camper dove ci concediamo il meritato riposo. Anche questa giornata è stata intensa e soddisfacente ed il cielo stellato è di ottimo auspicio per la prossima giornata che ci vedrà ancora a Narni per visitare meglio la città.

E Charlie? E’ come sempre contento e sfinito ma soprattutto oggi non ha fatto brutti incontri ma è riuscito a lasciare tracce di sé ovunque con sua grande soddisfazione.

Venerdì 25 aprile (Narni – Scheggino) La notte è trascorsa in tutta tranquillità e ben riposati, distesi e rifocillati ci dirigiamo nuovamente in città. Sono le 9, la giornata è bellissima ed il sole è già caldo. Per fortuna l’aria fresca ci impedisce di sudare e ci aiuta ad affrontare meglio le diverse stradine in salita da percorrere nel centro storico. Siamo venuti a Narni inizialmente con l’intenzione di visitare la “Narni sotterranea” luogo di interesse storico e culturale. La presenza della festa è stata una bella sorpresa ed un motivo ulteriore per una sosta prolungata. Poco prima delle 10, ora di apertura e di partenza della prima visita guidata, ci troviamo di fronte all’ingresso da dove parte l’escursione. Siamo nel terziere Santa Maria. Puntualmente veniamo accolti in una piccola reception dove acquistiamo il biglietto di ingresso (5 € cad.) e dove il nostro gruppo viene assegnato alla guida (Riccardo). Da informazioni precedentemente assunte abbiamo appreso che i cani sono bene accolti e così anche il nostro piccolo amico fa parte del gruppo. Narni oltre ad essere il centro geografico dell’Italia contemporanea, possiede una città sotto la città, da poco riportata alla luce.

E’ possibile ora visitare e percorrere affascinanti tratti nel sottosuolo della città alla scoperta di acquedotti, cripte, cunicoli e celle in luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e dove si trovava il Tribunale dell’Inquisizione dei Domenicani di Narni con le segrete dove venivano rinchiusi personaggi ai quali era contestato il reato di eresia, bigamia, ecc. Percorrere questi luoghi segreti é oggi possibile grazie alla curiosità di alcuni giovani che nel 1979 scoprono per caso il luogo sotterraneo e poi grazie all’efficienza, alla tenacia ed alla preziosa e costante ricerca del Dr. Roberto Nini. Inizia così la nostra visita dopo che siamo accolti proprio dalla gentilezza e umiltà di Roberto Nini che ancora oggi è il maggior referente e responsabile dell’Associazione Culturale “Subterranea” dove collaborano volontariamente studenti e laureati che continuano le ricerche e che guidano i gruppi in visita ai sotterranei. Lo stesso Roberto fa la guida. Il racconto della nostra guida ed il luogo veramente suggestivo ed unico ci ha completamente polarizzati tanto che il tempo è volato e non ci sembrava possibile che fossero trascorse quasi due ore dall’inizio della visita. In passato ci è successo raramente di essere così interessati e galvanizzati da una escursione. Durante la visita abbiamo chiesto se esisteva qualche libro che approfondisse l’argomento e ci è stato riferito che Roberto Nini aveva scritto un libro proprio per parlare e descrivere la sua scoperta e che il medesimo era in vendita alla biglietteria..

Così giunti alla reception non abbiamo esitato ad acquistare una copia de “Alla scoperta della verità – Sulle tracce dell’Inquisizione per scoprire il mistero dei sotterranei di Narni” e proprio per fare le cose perfette abbiamo approfittato della presenza dell’autore per farcelo autografare. (Vedere considerazioni sul libro nelle conclusioni del presente diario) Durante la visita siamo stati anche informati che il biglietto ha durata di un anno ed è possibile farne uso per visitare le nuove scoperte di prossima apertura al pubblico e per visitare un bel tratto dell’acquedotto romano durante la stagione estiva. Inoltre il biglietto consente uno sconto del 20% sulle visite guidate nei sotterranei di Orvieto e nelle cisterne romane di Amelia. Terminata la visita siamo tornati nel centro storico ancora affascinati dall’avventura appena vissuta e per festeggiare l’evento decidiamo di concederci il pranzo presso una delle “taberne” medioevali. Girovaghiamo ancora un po’ per la città scoprendo viuzze e angoli veramente suggestivi. Il centro storico è veramente interessante con il suo bel Duomo, il palazzo del Podestà oggi sede del Comune, la bella Via Mazzini dove sorgono torri medioevali e qualche casa del duecento, la caratteristica Piazza dei Priori dove oggi, in occasione della festa, viene effettuato il mercatino medioevale con i venditori in costume dell’epoca. Il contesto è veramente singolare e particolare. Girando fra le bancarelle si ha veramente la sensazione di essere tornati indietro nel tempo. Verso le 13 eccoci accomodati presso la taverna S. Maria, locale veramente antico con tavoli e panche in legno massiccio. I muri sono spessi e grezzi e le volte piuttosto basse. Ci viene servito l’ottimo cibo in scodelle di terracotta ed anche le bevande si sorseggiano in bicchieri di coccio. La soddisfazione finale ci è stata fornita dal conto di modesta entità: 27 € per due primi, due secondi, vino e acqua.

Pienamente soddisfatti usciamo dall’osteria passando in mezzo ad una vera ressa di persone che sostava davanti all’ingresso sperando di poter prima o poi entrare. Ancora una volta la decisione di entrare subito all’apertura del locale è stata più che mai saggia.

I vecchi e spessi muri del locale aiutano a mantenere una temperatura interna molto accogliente e fresca. Uscendo ci siamo immediatamente scontrati con i raggi bollenti di un sole splendente in un cielo super azzurro. Ci siamo così concessi ancora un bel gelatone che abbiamo gustato gironzolando fra le bancarelle del mercatino ed osservando attentamente il lavoro di un cestaio oppure quello dell’impagliatore di sedie o quello che martella il rame o che crea fogli di cartoncino come facevano centinaia di anni fa. E’ stato veramente interessante.

Prima di lasciare il centro storico, percorriamo le piccole ed erte stradine del Terziere Mezule contraddistinto dai colori bianco e nero. Anche questo quartiere, che si trova al di là della Flaminia (infatti la vecchia strada romana taglia in due la cittadina) offre scorci molto pittoreschi ed angolini veramente deliziosi. Gli scatti fotografici non si contano più! Effettuiamo contenti e veramente soddisfatti il tragitto di ritorno per raggiungere il camper che troviamo in compagnia di altri due mezzi. Approfittiamo della tranquillità e della comodità del luogo per riposarci un po’, riassettarci e fare il pieno di acqua. A posto noi, il mezzo e Charlie rimettiamo in moto e partiamo in direzione Scheggino, piccolo borgo arroccato nel cuore della Valnerina dove giungiamo nel tardo pomeriggio. Notiamo immediatamente alcuni camper in sosta presso due parcheggi sterrati ad inizio paese però vedendo altri camper più all’interno abbiamo preferito raggiungere questi e ci siamo così trovati in un bellissimo e piazzale ben pavimentato e non gravato da alcun pedaggio. Il posto è molto tranquillo ed è situato in un bel contesto montano, a fianco del fiume Nera e di un grazioso laghetto per la pesca sportiva ben ombreggiato e nel verde. Nell’area del laghetto ci sono i servizi igienici ed una trattoria-pizzeria. Dopo aver sistemato il camper, raggiungiamo il laghetto e poi percorrendo il bel viale alberato che costeggia il fiume Nera raggiungiamo il paese. Iniziamo così ad arrampicarsi letteralmente su per i viottoli e le stradine all’interno del piccolo centro. La stanchezza inizia a farsi sentire ma il fatto che la nostra perlustrazione non è disturbata da alcun tipo di automezzo, ce la prendiamo con calma e riusciamo così a perlustrare questo piccolo centro arroccato con le sue belle e vecchie case in pietra, con i sui ballatoi ed angoli veramente suggestivi. Il silenzio che troviamo nelle piccole vie è rotto solo dal rumore dei nostri passi ed i segnali di vita ci vengono trasmessi solo dal profumo di soffritto che arriva portato dal vento e dal fumo che fuoriesce da qualche comignolo. Scendiamo nella parte bassa e nuova del paese dove troviamo locali di ristoro ed alcune botteghe. Il sole è ormai tramontato e la temperatura si é decisamente abbassata. Rientrati nella nostra piccola casa viaggiante troviamo un bel tepore e dopo aver cenato ci concediamo una serata di relax. Nel frattempo altri camper hanno raggiunto l’area di sosta e ciò ci rassicura ulteriormente. Il silenzio è totale ed il cielo stellato offre buone garanzie per il buon tempo di domani. E Charlie? Naturalmente non si è fatto assolutamente cullare ed esausto si è volentieri abbandonato nelle braccia di Morfeo. Sabato 26 aprile (Scheggino – Vallo di Nera – Norcia – Fonti del Clitunno – Trevi) Come al solito sveglia alle 8 e la temperata esterna piuttosto bassa ci obbliga ad accendere il riscaldamento. Incredibile come l’escursione termica sia così rilevante! La notte è trascorsa in assoluta tranquillità e ben riposati e distesi ci rimettiamo in cammino. Charlie, come tutte le mattine prima di partire, esce con Franco per lasciare il suo piccolo o grande obolo oppure entrambi e poi si sistema soddisfatto nel suo posticino di navigazione. Percorrendo la bella, rigogliosa e verdeggiante Valnerina seguiamo le indicazioni per Vallo di Nera altro piccolo centro antico posizionato in cima ad un colle. La strada che si inerpica su per la collina è piuttosto tortuosa ma comoda e passa attraverso un paesaggio distensivo e contornato dalle dolci alture della valle. Giungiamo a Vallo di Nera con il sole già nel pieno del suo repertorio ma ostacolato da un bel vento freddo di tramontana. Parcheggiamo nel piazzale ai piedi del paese e iniziamo la nuova scalata alla scoperta del piccolo centro racchiuso all’interno delle mura. Vallo di Nera è più grande di Scheggino e sicuramente ambedue sono centri di villeggiatura estiva. Pensiamo che le molte case ora chiuse prendano vita nei mesi estivi quando la calura opprimente spinge verso luoghi più freschi e ventilati. Ora non troviamo un gran movimento ma il paesino merita una visita perché è veramente caratteristico e particolare con le sue strade in acciottolato, le sue belle piazzette, le sue chiese e torri nei pressi delle mura. Sicuramente in questi luoghi lo stress ed il logorio della vita moderna non hanno ancora bussato alla porta.

Ripartiamo quindi alla volta di Norcia, bella cittadina in prov. Di Perugina, patria di San Benedetto e situata al margine di una verde conca in un anfiteatro di monti. Continuiamo così il nostro tragitto percorrendo una bella strada ancora fra alture e colline rigogliose fino ad avvistare le mura che racchiudono il bellissimo centro storico di Norcia, città da noi già raggiunta anni fa, epoca in cui non eravamo ancora camperisti e non visitata come merita. Perciò ci eravamo ripromessi di ritornare ed eccoci qui! Prima di trovare un parcheggio ci siamo recati nella zona industriale ove sono presenti molti laboratori dove è possibile acquistare formaggi locali stupendi ed insaccati tipici del luogo oltre a salsicce favolose. Girovagando fra i capannoni notiamo l’insegna del Caseificio di Norcia e decidiamo di entrare dentro il cortile che oltretutto offre facile possibilità di parcheggio. Entriamo nello spaccio del caseificio e ne usciamo dopo circa mezz’ora con due belle borsate di formaggio pecorino e misto. Il titolare del caseificio ci comunica che è possibile acquistare anche on-line e la merce viene spedita a casa nel giro di pochi giorni. Volendo acquistare ancora della salsiccia chiediamo consiglio al titolare del caseificio molto gioviale e disponibile. Ci viene consigliato di raggiungere una cascina poco lontana dove in una piccola macelleria a conduzione famigliare è possibile acquistare della salsiccia fresca e genuina. Ringraziamo e seguiamo le indicazioni senza le quali non avremmo mai immaginato che in un cascinale sperduto nella campagna di Norcia ci fosse una macelleria. Entriamo nel cortile e ci accoglie immediatamente la classica emanazione tipica delle stalle.

In un angolo della cascina una piccola bottega gestita da madre padre e figlio vende salsicce e carne fresca a prezzi decisamente concorrenziali. Con notevole disponibilità ci confezionano le salsicce con il sistema del sottovuoto al fine di mantenerle più a lungo. Ringraziamo e soddisfatti per gli ottimi acquisti ci accingiamo a cercare un’area di sosta per pranzare e visitare poi la città. Ripercorrendo la strada fra i capannoni della zona industriale notiamo che sono veramente tanti i laboratori con vendita al pubblico e fra tanti salumifici e caseifici si distingue, come una mosca bianca, una cioccolateria che ci ripromettiamo di visitare nel pomeriggio. Parcheggiare fuori le mura è pressoché impossibile sia perché tutti i parcheggi a pagamento sono occupati sia perché non abbiamo trovato né notato un’area dedicata ai camper. Eppure le case viaggianti sono veramente numerose ed è strano che la città di Norcia non abbia predisposto un’area dedicata. Dove sono tutti i camper? Si sono sistemati numerosi in un bel prato al di là della strada che costeggia le mura! Non avendo altra alternativa ci aggreghiamo e dopo di noi sono stati ancora molti gli equipaggi che si sono uniti. Nel frattempo il cielo si è riempito di grossi nuvoloni ed il clima si è decisamente raffreddato. Con la speranza di non prendere pioggia consumiamo il nostro pranzo e quindi partiamo per la visita alla città. Il cielo si è un pochino aperto e le nuvole camminano veloci nel cielo.

Attraversiamo la strada ed oltrepassiamo una delle tante porte secondarie che permettono l’ingresso nel centro storico. Ben presto raggiungiamo la bellissima piazza S. Benedetto ove al centro si impone una bella statua del Santo che pare vigilare e proteggere l’omonima e bella chiesa gotica, la rocca, il Duomo cinquecentesco con il suo massiccio campanile ed il palazzo comunale con la sua bella loggia e portico medioevale. Alle spalle della statua inizia la via centrale delimitata da bei palazzi d’epoca sotto i quali una miriade di botteghe offrono una bella gamma di prodotti locali e specialità gastronomiche quali il famoso tartufo nero, salumi di cinghiale ed insaccati diversi, formaggio pecorino, miele e vino oltre ai soliti souvenir. La via centrale termina o inizia dalla porta principale delle mura con grande arcata che riporta all’esterno l’antico nome della città: Nursia.

Percorriamo la via centrale e poi oltrepassata la piazza, dove fra l’altro è presente una delle più antiche norcinerie della città con i suoi buffi appellativi scritti a mano su cartelli legati ad alcuni insaccati di forma particolare appesi fuori dalla porta del negozio: “Coglioni di Mulo”- “Palle del nonno”, scopriamo altre vie del centro storico, piccole piazzette ed angoli suggestivi con un numero incredibile di botteghe con la merce esposta fuori ed altri stravaganti cartelli pubblicitari. Nel tragitto di ritorno notiamo una bottega con l’insegna della Cioccolateria “Vetusta Nursia “ il cui stabilimento era nei nostri progetti di visita. Approfittiamo così della comodità dello spaccio presente in città per l’acquisto di diversi tipi di cioccolata. La gamma di prodotti è veramente notevole e la scelta è stata piuttosto difficoltosa. Approfitto comunque per fornire l’indirizzo dello stabilimento nel caso qualche goloso come noi volesse omaggiarsi con prodotti veramente ottimi: Cioccolateria Vetusta Nursia – Viale della Stazione, Zona Industriale 41/43 – Norcia.

Tornati al camper allegri e soddisfatti ci concediamo un po’ di relax seduti fuori sulle poltroncine godendoci i caldi raggi del sole che nel frattempo ha bucato le nuvole. Riprendiamo poi il viaggio in direzione Trevi. Lungo il nostro nuovo percorso, consultando la cartina, scopriamo di passare nei pressi delle Fonti del Clitunno luogo che ben presto raggiungiamo e dove facciamo una sosta. Trattasi di ricche polle di acqua limpidissima che sgorgano in un’ampia e bella conca dando origine al fiume omonimo. L’area è delimitata da un muretto e l’ingresso è a pagamento (2 €. Cad.) Notando però che dal muretto fronte strada è possibile ammirare quasi tutta l’intera area recintata, decidiamo di non entrare e di osservare dalla nostra posizione il laghetto poco profondo, sparso di verdi isolette, circondato da rive piantate a pioppi e salici piangenti. Da un cippo-ricordo nei pressi dell’ingresso, apprendiamo che il luogo, altamente suggestivo, ha ispirato artisti e poeti tra cui Giosué Carducci. Alle 18 arriviamo a Trevi, grazioso borgo di antico aspetto, in posizione panoramica sopra un colle conico circondato da olivi. L’impatto panoramico è notevole e spettacolare. Lasciata la strada statale si inizia a salire su per la collina completamente ricoperta di ulivi. Ovunque si spazia con lo sguardo si ha modo di vedere solo una marea di colore verde argentato caratteristico degli uliveti battuti dai raggi del sole e scossi dal soffio del vento che accarezza e lambisce le fronde. Lo sguardo poi si posa sulla sommità della collina dove signoreggia la città che si impone, in tutta la sua antica bellezza, su tutta la vallata sottostante. Si ha l’impressione di essere al cospetto della regina che ammira compiaciuta e protegge il suo tesoro comodamente adagiata sul trono. In effetti l’olio ricavato da queste immense piantagioni è da considerarsi un vero e proprio patrimonio per l’ intera zona.

Giunti in cima al colle seguiamo le indicazioni per l’area di sosta attrezzata che ben presto troviamo e ci sistemiamo comodamente a fianco di altri mezzi. L’area è situata in una zona tranquilla appena fuori dal centro abitato, non è molto grande, è gratuita, ben pavimentata e dispone di zona di carico e scarico. L’unico inconveniente è rappresentato dalle piante presenti nell’area che per ora sono ancora di dimensioni contenute ma che in futuro potrebbero creare problemi di manovra. Il cielo ora è completamente sereno ed il sole ancora caldo, così decidiamo di fare un giro in città, tenuto conto che la luce del crepuscolo è perfetta per scattare fotografie. Ci incamminiamo per una stradina che passa in mezzo ad una zona residenziale della parte più recente di Trevi e dopo circa dieci minuti di camminata arriviamo in una grande piazza oltrepassata la quale si entra nel centro storico della città. Naturalmente non ci siamo più stupiti nello scoprire che le antiche vie erano decisamente in salita e iniziamo la nostra nuova fatica salendo e scendendo per viottoli e stradine in acciottolato con ai lati antiche case in pietra, scoprendo piazzette, ballatoi e cortiletti veramente pittoreschi. La cosa che ci ha veramente colpiti è stato il gran silenzio che regna in tutto il centro storico e la completa assenza di abitanti. Gli unici rumori e voci appartengono ad altri turisti come noi. Eppure le case non sono abbandonate ed esistono evidenti segnali di vita. Un pochino delusi per questo malinconico aspetto della città ma appagati per la bellezza del luogo, decidiamo di far ritorno al camper e ripercorrendo la via centrale che conduce fuori dal centro storico, notiamo la piccola bottega di un pittore/scultore. E’ stata inevitabile una sosta e quattro chiacchiere con l’artista perché i suoi lavori ci hanno veramente colpiti (vedi la foto sulla prima pagina). In effetti non ci era mai capitato di vedere paesaggi scolpiti in un unico pezzo di legno a cui è stato fornito un effetto tridimensionale. L’artista ci ha svelato che è l’unico in Italia che riesce a fare questi capolavori e si rammarica del fatto che non è ancora riuscito ad insegnare a nessuno il suo sistema di scultura. Tutti coloro che si sono cimentati nell’impresa non sono riusciti a terminare il lavoro perché al secondo stadio di scultura avevano già terminato l’intero spessore del legno. Stanchi ma appagati anche da questo piccolo intermezzo, ritorniamo nella nostra piccola casa quando il sole è già andato a dormire e le prime luci sulla città si sono accese. Dopo cena, causa la stanchezza, abbandoniamo l’idea di ritornare in paese e ci rilassiamo guardandoci un film in TV. La notte si preannuncia tranquilla e noi siamo altrettanto sereni perché siamo in compagnia di altri equipaggi. Con i tempi che corrono cerchiamo di non sostare in luoghi isolati ma di aggregarci ad atri camper: fino a prova contraria l’unione fa ancora la forza!!! Domenica 27 aprile (Trevi – Spello – Passignano sul Trasimeno – Collesalvetti) La nostra profezia è stata più che azzeccata: la notte è trascorsa tranquilla ed in santa pace. Anche questa mattina la temperatura è piuttosto bassa ed un pochino di stufa è stata provvidenziale. Alle 9 ci rimettiamo in cammino dopo aver fatto le operazioni di carico e scarico. La nostra nuova meta è Spello, che raggiungiamo dopo circa una quarantina di minuti di strada che si snoda fra piantagioni immense di ulivi, Ci fermiamo in un parcheggio a pagamento (minimo € 3 per 12 h oppure 5 € per 24 h.) fuori dalle mura in un’area obbligatoria ai piedi del centro storico non raggiungibile in camper. La giornata è bella ed il sole è già piuttosto caldo. Ci avviamo così verso il centro storico entrando nelle mura che lo racchiudono interamente. A differenza di Trevi, la cittadina è molto animata e raggiunta da moltissimi turisti. Tutte le botteghe sono aperte ed anche qui come a Norcia vengono esposte e reclamizzate le specialità culinarie del luogo. La fanno comunque da padrone in assoluto le degustazioni e relativa vendita di olio e di vino locali. La città è molto bella e la rendono assai pittoresca gli androni, i vecchi palazzi, i numerosi cavalcavia sulle strade strette e tortuose abbellite con tanti vasi dal fogliame lussureggiante e tanti fiori. Arrampicandoci come di consueto raggiungiamo il belvedere da dove è possibile godere del panorama di tutta la vallata sottostante e dove è possibile ammirare un bellissimo arco romano in ottimo stato di conservazione. Girovaghiamo in largo ed in lungo per la città famosa anche per la sua “infiorata” occasione in cui è possibile ammirare “tappeti fioriti” per le vie cittadine.

Quando lasciamo questo piccolo gioiello italiano, le campane del Duomo pare che ci vogliano salutare con il loro suono schietto e festoso. Riprendiamo così la via del ritorno percorrendo la via centrale zigzagando fra la gente che nel frattempo ha raggiunto il cuore del centro storico; oggi è domenica e molti approfittano della giornata di festa per la classica gita fuori porta oppure per assistere semplicemente alla Santa Messa celebrata nel bellissimo Duomo ove fra l’altro si possono ammirare alcune opere del Pintoricchio. Ci rimettiamo in cammino con l’intenzione di raggiungere il lago Trasimeno. Durante il percorso abbiamo modo di ammirare in lontananza il colle che ospita la bellissima città di Assisi e di percorrere la tangenziale che affianca la città di Perugia e che permette di superare il capoluogo di Regione e Provincia evitando il traffico cittadino. Volutamente abbiamo tralasciato la visita di queste due “meraviglie” italiane perché sono state meta in passato di due nostre gite. Superato il comune di Magione si inizia a vedere e costeggiare il bellissimo lago. Verso la mezza raggiungiamo il piccolo comune di Passignano sul Trasimeno, dove troviamo parcheggio in un bel piazzale proprio in riva al lago. Veramente l’area riservata ai camper è satura, ma vedendo altri equipaggi parcheggiati nel posteggio riservato alle auto, ci siamo aggregati senza esitazione. Il luogo è pieno di gente e molti sono già in tenuta estiva o in costume; il clima è favorevole con cielo azzurrissimo e sole caldo. Dopo pranzo raggiungiamo le sponde del lago e percorriamo la bellissima passeggiata fino al pontile da dove partono i traghetti che conducono alle due isole del lago o ad altri centri situati sulle sponde opposte. Al ritorno ci concediamo un bel gelato che gustiamo seduti fronte lago e dopo esserci riposati un po’ godendoci i caldi raggi del sole, rimettiamo in moto la nostra casa viaggiante per intraprendere, questa volta, il viaggio di ritorno a casa. Lasciamo così la bellissima Umbria e rientriamo in Toscana. Puntiamo il navigatore su Volterra ed iniziamo a percorrere con calma strade interne e poco frequentate in un paesaggio collinare stupendo e rilassante. Vigneti, uliveti, verdi e dolci colline vellutate accompagnano il nostro cammino ed il sole calante ci presenta poi la bellissima Volterra sotto una luce crepuscolare incantevole. Volterra è stata più volte meta di nostre escursioni, per cui decidiamo di proseguire ancora un pochino per portarci più comodi all’ingresso autostradale che ci condurrà poi definitivamente a casa nella giornata di domani. Oggi abbiamo volutamente evitato la rete autostradale perché è iniziato il rientro del ponte del 25 Aprile ed il traffico è veramente sostenuto. D’altra parte non abbiamo più problemi di rientro forzato per questioni di “bollatura della cartolina” quindi ce la prendiamo comoda! Arriviamo a Cecina da dove fuggiamo letteralmente causa il gran caos di traffico e proseguendo in direzione Livorno ci fermiamo poi a Collesalvetti dove troviamo rifugio in un parcheggio in luogo tranquillo in mezzo alle abitazioni ed esattamente tra via Guido Rossa e via Roma. La giornata è terminata con il pasto serale ed un pochino di TV.

Charlie pare abbia compreso che la vacanza è giunta al termine. Dopo aver scorrazzato ininterrottamente ed instancabilmente sulle sponde del lago Trasimeno si è accomodato nel suo lettino e se ne è stato tranquillo fino a Collesalvetti. Chissà se trattasi di stanchezza o di tristezza per il termine delle corse qua e là senza sosta? La zona residenziale è tranquillissima ed il traffico pressoché assente. Con certi presupposti il riposo è garantito. Lunedì 28 aprile (Collesalvetti – Monterosso – Santena) Alle 8 con un bel sole e temperatura accettabile consumiamo l’ultima colazione in camper di questo breve viaggio. Prima di ripartire salutiamo e scambiamo due parole con il padrone della villetta che ci ha visti vicini di casa per una notte e poi ci dirigiamo verso l’ingresso dell’autostrada per Genova. Il traffico è abbastanza sostenuto ma scorrevole. Strada facendo decidiamo di concederci ancora una puntatina al mare e così seguiamo le indicazioni per le Cinque Terre. Essendo a conoscenza che l’unico comune che possiede un’area camper è Monterosso, ci avviamo in quella direzione. A La Spezia lasciamo l’autostrada ed iniziamo a percorrere una strada tortuosa, in salita ed in mezzo al verde. Quando troviamo la deviazione per Monterosso notiamo che le indicazioni sono due: Monterosso centro – Monterosso lungo mare. Seguiamo la strada per Monterosso centro (sinistra) e quando giungiamo in uno spiazzo con parcheggio con una vista panoramica mozzafiato sul golfo sottostante e sul paese arroccato, troviamo un bel divieto di accesso ai mezzi pesanti ed ai camper di lunghezza superiore ai 6 mt. Eppure guardando verso il basso, con il binocolo, vediamo chiaramente che in un parcheggio fronte mare ci sono dei camper parcheggiati, così chiediamo informazioni e scopriamo che dovevamo seguire l’altra indicazione. Torniamo indietro fino alla biforcazione e svoltiamo nell’altra direzione. La strada piuttosto stretta e tortuosa scende decisamente verso il mare e ben presto facciamo il nostro ingresso in paese dove notiamo immediatamente sulla nostra destra l’indicazione del parcheggio. Parte del piazzale in sterrato è riservato alle auto e la striscia adiacente il muro perimetrale verso il mare, ai camper. I posti camper sono numerati e così abbiamo notato che c’è posto solo per 19 mezzi dietro compenso di €. 2 all’ora fino alla nona ora. Dopo tale periodo scatta la tariffa giornaliera di 18 €. All’ingresso del posteggio c’è la guardiola del custode dove viene rilasciato il tagliando con la data e l’ora di accesso stampigliata che deve poi essere presentato all’uscita per il pagamento. Apre alle 7 del mattino e chiude alle 00, e non è possibile prenotare. Sistemato il nostro mezzo ci avviamo verso la passeggiata a mare e notiamo che la spiaggia, piuttosto ampia e sabbiosa, è piuttosto frequentata e parecchie persone in costume si stanno godendo il primo sole di stagione. In effetti parlare di primavera è veramente improprio considerato il clima odierno tipicamente estivo. Il brontolio del nostro stomaco ci ha ricordato che l’ora di pranzo era giunta così pensiamo bene di zittire i morsi della fame mangiando della tipica focaccia ligure. Tale iniziativa non è stata spontanea ma ci è stata imposta dal profumo proveniente da una focacceria situata a pochi metri dal lungomare. Consumiamo la deliziosa focaccia comodamente seduti su una panchina proprio di fronte al mare azzurro e limpidissimo.

Per smaltire il lauto pranzo decidiamo di raggiungere il centro storico effettuando una bella camminata lungo mare. Non è la prima volta che raggiungiamo Monterosso; infatti abbiamo passato alle Cinque Terre il Capodanno del 2004, quando avevamo visto i cinque stupendi paesini che avevamo raggiunto quasi tutti a piedi grazie ad un tempo bellissimo e favorevole. Ora ritrovandoci a Monterosso stentiamo a riconoscerla perché a differenza della nostra prima venuta, troviamo tutti i negozi ed locali aperti e, cosa assolutamente inaspettata, una marea di gente incredibile. Il piccolo e stupendo centro storico è letteralmente invaso di turisti ed i deors dei ristoranti pieni di avventori. Se pensiamo che oggi è un comunissimo lunedì di fine aprile, ci sorge spontaneo chiederci cosa succede in questo luogo nel periodo delle vacanze o durante i fine settimana. Facciamo ritorno al camper un pochino accaldati e dopo una breve rinfrescata ed una bevuta rigenerante di acqua fresca, ci rimettiamo in marcia e questa volta con destinazione casa nostra.

Non avendo trovato un gran traffico ma solo il solito piccolo rallentamento sul tratto che attraversa Genova, poco dopo le 17 abbiamo fatto ingresso nel cortile di casa. Il tempo non è un gran che, anzi è spiovuto da poco ed il cielo è prettamente bretone ma ciò non ci infastidisce perchè la vacanza è finita e le previsioni meteorologiche non sono più influenti. Come sempre, nell’avvicinarsi a casa il nostro piccolo amico ha iniziato ad agitarsi e piangere. E’ incredibile come ogni volta riconosca l’aria di casa e ciò accade ogni qual volta si sta via per alcuni giorni. In effetti quando ci allontaniamo da casa al mattino e facciamo ritorno alla sera queste manifestazioni non avvengono. Quando poi riesce a posare le sue zampine sulla pavimentazione del cortile inizia a correre come un pazzo intorno alla casa abbaiando incessantemente: sta avvisando i vicini che è tornato e che la loro pace è finita!!!!

CONCLUSIONI Cosa dire alla fine di un’ennesima zingarata? E’ ovvio che i sentimenti sono contrastanti e che l’entusiasmo provato nello scoprire posti nuovi, la contentezza di essere tornati a casa sani e salvi sono conditi da quel filo di tristezza che ti accompagna ogni qual volta termina una bella esperienza. Questa volta però c’è una sensazione nuova, molto più profonda e sentita. Questa percezione positiva nasce da un sentimento profondo verso la propria terra ed è in queste occasioni che si comprende come non si possano rinnegare le proprie origini e che le radici sono così profonde e difficili da sradicare. Mi riferisco alla nostra bella e bistrattata Italia, questa terra stupenda finita troppe volte sotto accusa. E le pecche italiane sono create proprio da quegli italiani che non portano assolutamente rispetto al proprio Paese e da altri che lo sfruttano a dismisura senza ritegno e per meri scopi dettati da avidità e cupidigia.

Mi permetto queste riflessioni, queste esternazioni perché avendo fatto alcuni viaggi in Francia ho notato come i francesi siano nazionalisti, amino la loro terra, esaltino e publicizzino posti e località alcune delle quali risultano veramente insignificanti se si mettono a confronto con simili luoghi italiani. Eppure noi italiani siamo esterofili, siamo troppo critici con la nostra Terra e non ci rendiamo conto di quanto sia bella ed ospitale. Noi italiani siamo i primi a non portare rispetto e conseguentemente, con una sfacciata evidente incoerenza, a lamentarci.

I luoghi della Toscana, del Lazio e dell’Umbria da noi visitati in questa occasione sono magnifici ed alcuni di una bellezza sconvolgente, luoghi che non si dimenticano e che lasciano un segno indelebile nella nostra memoria. Ecco cosa provo a diversità di altre volte: sono orgogliosa di essere nata e vivere in un Paese così bello e ricco di tesori naturali, artistici e gastronomici. Ho scoperto di essere un’inguaribile patriota. E’ altrettanto vero che i prezzi praticati nella nostra bella Patria sono inavvicinabili o non sempre accessibili a tutte le categorie e questo crea allontanamento e obbliga a rivolgere il proprio interesse verso altri lidi. Per fortuna il camper offre anche questa possibilità ed è per questo che ci siamo ripromessi di far ritorno in Umbria per visitare ancora i bellissimi luoghi che ora abbiamo tralasciato e poi rivolgere la nostra attenzione al Lazio dove i luoghi da scoprire e che ci incuriosiscono sono molteplici. Prima di concludere definitivamente questo reportage desidero fornire un piccolo consiglio, assolutamente disinteressato ed a puro scopo informativo, a tutti coloro che andranno a visitare Narni sotterranea: se interessati comprare il libro scritto da Roberto Nini. A lettura avvenuta ci sentiamo di consigliarlo perché é curioso e spiega in modo semplice ed affascinante la storia dell’inquisizione esistita a Narni con dovizia di particolari molti dei quali sfuggono nell’ascoltare la spiegazione della guida. Carla, Franco e Charlie



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