Lampedusa: un sogno nella realtà

Dopo mesi di attesa, finalmente si parte. Meta: Lampedusa. Già a febbraio avevamo tutto prenotato: casa, volo, scooter e per il resto del tempo ci documentammo sulla realtà di quest’isola. Un soggiorno di due settimane trascorse in un modo idilliaco. Un volo in perfetto orario (eravamo con Airone) ci ha atterrati in un mondo diverso dal quale...
Scritto da: Amber Moore
lampedusa: un sogno nella realtà
Partenza il: 17/08/2008
Ritorno il: 31/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Dopo mesi di attesa, finalmente si parte.

Meta: Lampedusa.

Già a febbraio avevamo tutto prenotato: casa, volo, scooter e per il resto del tempo ci documentammo sulla realtà di quest’isola.

Un soggiorno di due settimane trascorse in un modo idilliaco.

Un volo in perfetto orario (eravamo con Airone) ci ha atterrati in un mondo diverso dal quale quotidianamente siamo abituati.

Una vegetazione arida, una terra rossa e un intenso color blu hanno riempito gli occhi miei e del mio fidanzato.

La signora della casa che abbiamo preso in affitto ci è venuta a prendere nel piccolissimo aeroporto di Lampedusa che già potrebbe fungere da premessa a quella che sarà la realtà dell’isola.

Prima tappa, lo scooter.

Siccome siamo arrivati il 17 agosto, nel boom del turismo, il motorino che avevamo noleggiato non era al momento disponibile x cui, ci hanno dato temporaneamente una jeep.

Posati i bagagli, nell’appartamento, prendiamo il nostro fuoristrada e via alla scoperta dell’isola.

Nel giro di pochissimo tempo avevamo già visitato più della metà dell’isola, imboccando impervie strade, finchè il tipo del noleggio ci ha telefonato avvisandoci che lo scooter era pronto.

Quindi , cambio mezzo e visto che ci trovavamo al porto visioniamo tutti i nomi delle imbarcazioni che effettuavano il giro dell’isola alla ricerca del famoso Chipino, del quale avevamo letto diversi racconti di viaggio.

Trovammo il cartello, lì, proprio dinanzi alla Trattoria del porto, ma la barca era fuori.

Va be’, ripasseremo e ci dirigiamo verso Cala Madonna per poi cenare alla Trattoria del porto.

L’indomani mattina, altra spiaggia (in 2 settimana, non vi è stato giorno che abbiamo fatto la stessa cala) Port’ntoni.

Molto bella, anche se per i nostri gusti un po’ troppo affollata.

La sera cena a casa col pesce “fresco” comperato al consigliato Mercatino del pesce al porto vecchio: sogliola e spigola (solo successivamente abbiamo saputo che orate e spigole sono di allevamento!!!) Su consiglio della signora dalla quale eravamo in affitto decidiamo di organizzare la gita a Linosa non con l’aliscafo, ma con una barca, la Yuppi-du che offriva pure il pranzo a bordo.

Facendo un po’ di conti abbiamo ritenuto di accettare il consiglio.

Quindi di nuovo al Porto, cerchiamo questo Yuppi-du, un tipo molto particolare che ci dice che si andrà a Linosa il giovedì, ma che il giorno prima dovevamo o telefonare o ripresentarci per assicurarci delle condizioni del mare.

Bene.

Visto che eravamo al porto, guardiamo se il Chipino è rientrato, ed eccola là.

Ne esce un uomo abbronzantissimo, coi capelli castano chiari, molto lontano da come ce l’eravamo immaginato.

Gli chiediamo in che cosa consiste il giro dell’isola (volendoci sincerare che era lui, quello di cui avevamo tanto sentito parlare), con aria molto risoluta ce lo spiega, sottolineando come il pranzo da lui sia completo: antipasto, primo, secondo, frutta, dolce, caffè e limoncino.

Ci presentiamo in modo tale da conoscere il nome suo: “Piacere Giovanni”… “Allora lei è quello di cui tanto parlano…” gli spiegammo ciò che avevamo letto su internet e lui con aria imbarazzata ci dice che tramite altri turisti ne era venuto a conoscenza.

Così abbiamo prenotato il giro in barca per la domenica.

Poi gli chiediamo dove si può mangiare bene il pesce e lui ci accompagna nella di fronte Trattoria del porto, presentandoci come suoi amici e che per tale motivo dovevano trattarci bene e abbondare nelle porzioni.

Ed effettivamente così è stato.

L’indomani mattina partenza per Linosa con Yuppi-du: un vero pazzo scatenato.

3 ore e 45 minuti di navigazione con il mare grosso.

Sembrava di vivere un thriller.

La maggior parte dei turisti ( io e il mio fidanzato compresi) sono stati male, mentre lui al microfono continuava a dirci che non poteva ritornare in porto perché altrimenti avrebbe fatto brutta figura coi suoi compaesani.

Arrivati a Linosa, la nostra preoccupazione principale era di poter trovare un aliscafo che ci potesse riportare a Lampedusa.

Infatti quasi tutto l’equipaggio della Yuppi-du (tranne un paio di coppie) è ritornato a Lampedusa con l’aliscafo, mentre l’intrepido Yuppi-du ha tentato di sfidare nuovamente il mare nel viaggio di ritorno, ma ahimè, ha dovuto ritornare indietro e arrestarsi per tutta la notte a Linosa.

Un’esperienza veramente paradossale.

Il giorno successivo siamo andati a Cala Maluk, una cala molto tranquilla e con la tipica acqua cristallina di Lampedusa.

Finalmente domenica: giro in barca con il Chipino.

Abbiamo aspettato un po’ di giorni prima di farlo per evitare di bruciarci con il sole.

Comunque, chi va a Lampedusa non può non andare sul Chipino perché il Nostro Capitan Giovanni è il rappresentante dell’isola per eccellenza.

Una persona veramente fantastica che sa trasformare la cosa più banale nell’esperienza più preziosa che puoi fare.

Conosce ogni angolo della sua terra ed è capace non solo di fartela apprezzare, ma di fartela amare così come la ama lui.

Con la sua genuinità e il suo essere solare, già dalla prima volta che metti piede sulla sua barca, ti sembra di conoscerlo da sempre.

I suoi pranzi sono famosissimi e prelibatissimi.

E chi vuol mangiare veramente pesce fresco, è solo sul Chipino che può farlo.

Inoltre credo che sia l’unica barca che parte alle 10.30 (come tutte le altre), ma che ha un rientro fissato per le…“17.00 in poi”, cioè praticamente fino verso le 19.00 non si è mai di ritorno.

Entra all’interno delle grotte, rincorre i delfini e si ferma nelle zone più belle dell’isola per farti fare i bagni.

E’ riuscito pure a farmi scendere in acqua, che non sapendo nuotare per me acqua alta significa 10 cm sopra il ginocchio.

E invece Capitan Chipino, mi guarda e mi chiede: “Tu non scendi?”, “Non so nuotare”, con una semplicità unica mi risponde: “Che problema c’è…Ti prendi la ciambella e scendi…” Ha pronunciato quella frase con una tale semplicità che mi sembrava che scendere in un’acqua dalla profondità che andava dai 10 ai 15 m, per me che non so nuotare, che non so stare a galla, che non ho tanta fiducia nei salvagenti e che ripeto “acqua alta” è acqua che arriva appena sopra il ginocchio, fosse la cosa più naturale, più normale e più banale che potessi fare.

Così dinanzi alla sorpresa e allo stupore del mio fidanzato, che in quasi 10 anni che stiamo insieme non mi ha mai visto fare una cosa simile, presi la ciambella e feci il mio bagno nella Tabaccara.

Senza paura.

E di lì, poi visita alla statua della Madonna sott’acqua (chiaramente sempre super vigilata) e sì, anche ingresso nella Grotta del Teschio (tappa da fare).

Questo buio cunicolo di circa 30 m scavato dal mare nella roccia che porta ad una piccola spiaggia.

Esperienza divertentissima perché per entrare lì, non è che ero aggrappata al Capitano, di più lo stringevo come un polipo, gridandogli che se vedeva qualsiasi pesce non avrebbe dovuto andargli dietro lasciando me sola.

Grande Giovanni! Da questo giorno fino a fine vacanza un giorno sì e uno no, eravamo sul Chipino perché il vero clima, il vero tepore dell’isola sono su quella barca.

Una cosa che ricorderemo sempre è l’uscita notturna che con gran enfasi richiedemmo a Giovanni.

Partenza alle 20.00 e rientro per le 1.00 di notte.

Bagno alla Tabaccara (che di notte è bellissima), cena idilliaca a base esclusivamente di pesce fresco, seguita dai racconti di mare del nostro Capitano, per poi stenderci tutti in prua ad ammirare l’entusiasmante cielo stellato, cullati dal dondolio del mare.

Esperienza estremamente suggestiva. Perché l’apparente banalità del guardare le stelle che brillavano nell’oscurità del cielo notturno veniva vissuta come qualcosa di veramente prezioso e coinvolgente, facendoti riflettere su come troppo spesso nella nostra vita quotidiana, l’ostentazione della semplicità sia solo un concetto astratto.

E invece il Grande Giovanni è stato capace di rendere questo concetto astratto in concretezza e tangibilità.

Grazie Giovanni.

Lampedusa è un’isola fantastica, sicuramente molto lontana dalle realtà del divertimento da Riviera.

Ma le sue cale, le sue cristalline acque, i suoi cauti ritmi per chi cerca pace e distacco dal caos cittadino sono l’ideale.

D’obbligo da vedere sono la spiaggia dei conigli (che non ha nulla da invidiare ai mari caraibici) e la timida Cala dei pulcini.

E’ veramente paradisiaca. Lontana dall’affollamento della spiaggia dei conigli…Forse anche perché per arrivarci occorre intraprendere un percorso di circa 30 minuti per l’andata e di circa 45 per il ritorno…Ma ne vale veramente la pena.

Inoltre Lampedusa non è solo cale e spiagge, vale la pena visionare anche i bellissimi paesaggi dell’Imbriacole, del monte Albero Sole e gli stupendi strapiombi sul mare.

Per quanto riguarda la questione clandestini…Non si vedono.

Prima di partire, c’è capitato di leggere più volte in rete di commenti negativi circa cani randagi, un eccesso di forze armate e poca pulizia.

Che dire? Per quanto riguarda i cani…Sì, si possono incontrare, ma sono talmente abituati alla gente che il termine randagi sembra solo il sinonimo di senza casa fissa.

Le forze armate? Ci sono…Meglio così, ma non sono così eccessive! Per ciò che riguarda la poca pulizia…Non so se chi ha scritto sia stato veramente a Lampedusa, visto che gli stessi lampedusani sono molto attenti al rispetto del loro mare.

Quindi… Non so se avremo di nuovo la possibilità di trascorrere del tempo in questa meravigliosa isola, ma di certo essa rimarrà dentro di noi, così come il mitico Capitan Giovanni , perché ricordate: non sei stato a Lampedusa, sei non sei stato sul Chipino! Lu e Mauro PS= Per qualsiasi informazione contattateci liberamente.



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