Sette giorni a lampedusa, istruzioni per l’uso

Durante l’inverno passato acquisto dal giornalaio un “traveller” dedicato alla Sicilia, stimolato da racconti entusiastici di colleghi ed amici che hanno avuto la fortuna di visitare questa meravigliosa terra da nord a sud, “isole comprese” intendendo naturalmente per tali le Eolie (elettrizzati dalla settimana in caicco) oppure...
Scritto da: valefabio
sette giorni a lampedusa, istruzioni per l'uso
Partenza il: 05/07/2008
Ritorno il: 12/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Durante l’inverno passato acquisto dal giornalaio un “traveller” dedicato alla Sicilia, stimolato da racconti entusiastici di colleghi ed amici che hanno avuto la fortuna di visitare questa meravigliosa terra da nord a sud, “isole comprese” intendendo naturalmente per tali le Eolie (elettrizzati dalla settimana in caicco) oppure Marettimo, Favignana… e più a sud Pantelleria. Indubbiamente questo numero di Traveller riporta fotografie e commenti straordinari su ognuno di questi posti, sulle strutture, ormai anche elegantissime, pronte a ricevere il turista più pretenzioso… La mia testardaggine si fissa su Lampedusa, nessuno dei miei conoscenti è stato lì, ma qualcosa mi dice di approfondire le mie ricerche per avere le idee chiare in vista di un futuro viaggio… e la rivista rimane a portata di mano per i diversi mesi del lungo inverno torinese. Inaspettatamente nei primissimi giorni di luglio, un po’ troppo a ridosso del nostro tradizionale periodo di ferie agostano, arriva un importante evento da festeggiare… riesco ad organizzarmi sul lavoro e ritaglio la settimana di ferie in più. Così, Valentina ed io andiamo in agenzia a chiedere se c’è qualche occasione… E’ dura: una crociera MSC sul Mediterraneo superscontata, un villaggio a Rodi ed una formula roulette a Formentera a bassissimo costo hanno dovuto soccombere alla mia testardaggine: andiamo a vedere questa benedetta Lampedusa. Forse a paragone con gli altri posti, sicuramente più blasonati, sembra una scelta folle, ma prenotiamo un pacchetto (primo di una serie di errori, ma l’offerta era solo qui) in una struttura B&B: (secondo errore: il bed sarebbe più che sufficiente… il breakfast è davvero di troppo, ma avrò modo di riparlarne).

Detto, fatto… si parte, dalla MALPENSA, naturalmente nessun diretto da Torino. Efficientissimo il PARK TO FLY, 15 minuti dopo aver varcato la soglia del megaparcheggio, forse il più vicino di tutti al Terminal 1, eravamo già “traghettati” in aeroporto con auto sistemata (7 gg al coperto 56 €). Incredibilmente il ceck-in apre puntualmente, l’imbarco quasi e il nostro giocattolino, un airbus tutto di rosso e verde vestito (my-air) con la sua mezz’oretta di ritardo s’avvia stanco verso la pista di decollo.

Volo tranquillissimo, atterraggio (più che altro sembra un ammaraggio) spettacolare con frenata pazzesca su questa minuscola pista che va letteralmente da “uno scoglio all’altro”, nessun problema per il bagaglio (è sempre una visione celestiale vederlo spuntare sul nastro) e nessun problema per il transfert fino in hotel ad opera di un simpatico personaggio che si occuperà anche del noleggio di ciò che ognuno desidera… abbiamo fatto bene a non prenotarlo da casa. Lo scooter 125 per i nostri 7 gg è costato 120 €, altrettanto un quoad, poco meno il “cinquantino” ma omologato per 2, poco più per le auto (pandini, punto cabrio e le mitiche meari). Il mezzo di locomozione è indispensabile, impensabile godersi l’isola a piedi o in bicicletta (forse non esistono neanche…) Consiglierei questa scelta in base alle esigenze di ognuno e non in base a ciò che si ha intenzione di fare sull’isola perché nella maggior parte dei casi dove si arriva con l’auto si arriva anche con il quoad, oltre non è possibile andare (fuoristrada a parte)… forse è dunque meglio preferire la comodità del parcheggio che lo scooter è in grado di regalare.

La temperatura che ci accoglie è assolutamente divina, l’umidità inesistente… e noi pensiamo, altroché trentacinquesimo parallelo… ma impariamo presto che in realtà il clima dell’isola è in mano ai venti, così come la qualità del mare o la possibilità di circumnavigarla. Oggi c’è ancora maestrale, domani lo scirocco ci ricorderà che Tunisi è molto più a nord di noi… il caldo si farà pressante ma lo splendido mare ci aiuterà ogni giorno a rinfrescare la nostra vacanza.

E’ tardo pomeriggio, smontate le valigie un bagnetto ci scappa, e noi ci togliamo il pensiero di vedere la spiaggia che dicono più affollata, la più vicina al centro abitato, quella che essendo antistante il porto non regala sicuramente emozioni indimenticabili: GUITGIA. Beh, sarà una normale spiaggia ma l’acqua in cui ci bagniamo mette immediatamente in chiaro le cose su ciò che troveremo negli altri luoghi, quelli più ricercati. Il mare è calmo, l’acqua ha sfumature che dal blu passano all’azzurro ed al turchese, non ha la temperatura maldiviana ma neanche quella ligure… ci si può stare delle ore, splendido! Ceniamo alla TRATTORIA DEL PORTO, prenotando un tavolo sulla terrazza… ci troviamo bene. Siamo due appassionati di buona cucina e prima della partenza avevamo trovato il tempo di ricercare i posti che sembravano conquistare di più il palato dei turisti… abbiamo cenato ogni sera in un posto diverso e devo dire senza mai essere delusi. Ricordo la TRATTORIA PUGLIESE in cala Francese dove forse è solo il nome a farti passare la voglia di andare… nulla contro i pugliesi, per carità… ma io avrei preferito un nome più accattivante, anche solo con “siciliana” al posto di “pugliese”… ma superato questo delirio coerente… beh, gran cena lo possiamo dire. L’ANCORA in centro paese fa una buona pizza e soprattutto degli ottimi spaghetti ai ricci, L’ARAGOSTA e LA LAMPARA davanti al porto vecchio. Una cenetta un po’ più costosa ma assolutamente indimenticabile l’abbiamo consumata presso il ristorante I GEMELLI (gestito da Milanesi con origini torinesi…Nordici ma inappuntabili con il pesce)in cala Pisana prenotando anticipatamente la “zarzuela” (su consiglio di una coppia di perugini affezionatissimi all’isola): zuppa di pesce particolare, delicatissima e ricchissima delle carni di mare più pregiate, senza spine e con crostini deliziosi. Amanti del pesce: è da provare, unica nel suo genere! In linea di massima non abbiamo comunque sentito lamentele sugli altri ristoranti, oserei dire che si mangia bene dappertutto ed in linea di massima tra i menù esposti fuori dal locale ed i commenti dei turisti che s’incontrano è difficile incappare in brutte sorprese una volta seduti al tavolo… andate dove vi porta il cuore! Ma prima di andare… è d’obbligo un aperitivo, e nonostante i numerosi bar che lo offrono, noi non abbiamo mai tradito il mitico 13.5: discreta la qualità dei cocktail, insuperabile la tavolata di stuzzichini. Oltre alle classiche pizzette, mini arancini, polpettine di pesce e fritti misti c’è una serie infinita di filetti e cruditè dei pesci più pregiati: appunto tutti rigorosamente crudi, conditi solo da olio e limone, sono freschissimi… triglie, tonnetti, spada, cernie, ricciole, razze, acciughe… insomma… ci perdiamo ogni sera in questo mare di delicatezze… che forse vale il “salto dell’antipasto misto di pesce” nei vari ristorantini per potersi magari dedicare ad un bel cus-cus di cernia o ad un piatto di spaghetti con la bottarga.

Per chiudere la parentesi locali-aperitivo vale la pena andare a trovare Peppe che da un bunker della seconda guerra mondiale ha ricavato (fatevi raccontare come) un posticino per lui e per gli amici e solo da qualche tempo lo ha aperto anche al pubblico. Qui serve aperitivi semplici e soprattutto un completo relax al tramonto nel suo O SCIA’. E’ un locale all’aperto, lontano dai luoghi comuni che trovate un po’ defilato dopo cala Creta imboccando la panoramica e proseguendo per un po’ verso ovest.

Ancora un bar vale la pena di menzionare, ed è il BAR DELL’AMICIZIA. La colazione si fa qui, punto. Forse, chi seguirà questo consiglio capirà pienamente l’errore di cui parlavo poc’anzi: per i nostri gusti non vale davvero la pena scegliere un trattamento con prima colazione in hotel quando qui ci sono le granite, i bomboloni, le cassate, i cannoli più buoni che un piemontese non amante dei dolci possa immaginare. E poi c’è Don Pino, come si fa a non notarlo e a non scambiare quattro parole con lui leggendo qualcuna delle sue ormai mitiche poesie! Continuando sulla falsa riga del trattamento in hotel, sulla colazione abbiamo detto tutto, sul pranzo… beh… con la fatica che si fa a raggiungere certe spiagge o calette è proprio il caso di rientrare per il pranzo? Forse meglio organizzarsi con panini o frequentare i baretti che si trovano ovunque in prossimità delle calette più importanti. E se vogliamo parlare della cena… ma guardate quanti localini ci sono! E così la prossima volta ci rivolgeremo ad un privato: abbiamo capito che qui l’unica cosa necessaria è una cameretta pulita, accogliente, con un climatizzatore funzionante, senza un eccessiva distanza dal centro abitato e basta! Per il resto legarsi troppo ad una struttura a noi non è sembrata una buona idea… almeno qui a Lampedusa! Torneremo, e con un po’ di pazienza cercheremo un volo senza pacchetto hotel (molte offerte purtroppo sono solo così) e ci rivolgeremo ad un simpatico ragazzo, conosciuto naturalmente sul posto, la cui madre affitta villette a cala madonna con il nome di costanza-lampedusa. Come loro molti altri sistemano i turisti in modo assolutamente adeguato.

Dicevamo… bella la spiaggia della la Guitgia ma ora andiamo a vedere questo mare per davvero. Il primo giorno lo abbiamo dedicato ad una esplorazione della zona est, tipicamente rocciosa e assolutamente da vedere in quanto il mare qui è limpidissimo… anche se avremo modo di capire che nelle zone sabbiose a sud lo è forse ancora di più. Così, viste CALA CRETA e PISANA, IL MAR MORTO (chiamato così perché sempre calmo), ci soffermiamo per il pomeriggio a CALA FRANCESE, un po’ più a sud, quest’ultima sabbiosa piccola e carina…Valentina dice che vorrà tornare qui… in cuor mio, nonostante la bellezza del posto, penso che l’isola abbia anora di meglio da mostrare.

E così, finalmente, il terzo giorno andiamo direttamente sulla spiaggia dell’ISOLA DEI CONIGLI.. Questa è quasi “un’escursione” nel senso che è laboriosa (non difficoltosa) da raggiungere. Tutti i mezzi di locomozione si lasciano in un punto e da lì con un bel quarto d’ora si va giù per una discesa in realtà non ripida (molti i genitori che portano bambini anche piccoli) e si raggiunge il posto. Naturalmente questa passeggiata si trasforma in una mezz’ora abbondante per la risalita e la discesa poco ripida dell’andata la si ritrova come dura e ripida per il ritorno. Proprio per questo motivo questa è la tipica giornata di mare, che non presuppone il rientro per pranzo, poca la gente che a mezzogiorno se ne va. Si noleggia un ombrellone, si trova acqua fresca e volendo panini (ma meglio attrezzarsi al mattino in rosticceria o panetteria) e si gode di un mare davvero unico. E’ classificata come la spiaggia più bella d’Europa, una delle 12 più belle al mondo. Questa però non è farina del mio sacco dunque se in Europa doveste trovare spiagge migliori prendetevela con chi, forse con un po’ troppo campanilismo, l’ha classificata così. Noi però di meglio effettivamente non abbiamo visto. Qui tutti dicono “se vai ai conigli poi le altre non le vedi più”… ed hanno ragione, noi infatti abbiamo aspettato il giro in barca per scoprire le altre insenature più nascoste e a parte una giornata nella più comoda (e bellissima) CALA CROCE (pranzo da PORTU ‘NTONI… ne vale la pena mangiare un frittino lassù) siamo sempre tornati ai conigli. Qui viene a depositare le uova la tartaruga Caretta Caretta e qui c’è anche il mare della TABACCARA, purtroppo inaccessibile a piedi ma meta fissa di ogni escursione in barca.

A proposito di tartarughe, merita visitare (dalle 18 alle 20) il CENTRO RECUPERO WWF di questi splendidi animali, lo troverete a cala Croce, gestito e curato esclusivamente da volontari che si fanno in quattro per salvare le tartarughe riportate dai pescatori o da chi ne incontra in difficoltà. Più di 300 recuperi l’anno con un’altissima percentuale di successo nel salvataggio delle stesse, con interventi chirurgici anche lunghi portati a termine da un professore di veterinaria di Bari che gratuitamente presta la sua opera in questo senso. Forse vale la pena lasciare qualche eurino come piccola offerta a questi signori, ma loro si accontentano comunque di accogliere la loro preghiera di parlare il più possibile di un problema che non riguarda solo le tartarughe ma tutto il mare… di una catena alimentare spezzata, di un innalzamento delle temperature che porterà irrimediabilmente ad una situazione ancor più critica. A proposito di ESCURSIONE IN BARCA: questa è davvero superconsigliata, direi obbligatoria: offre la possibilità di vedere la costa nord meravigliosa ed inaccessibile e soprattutto di fare il bagno alla TABACCARA, dove il colore del mare raggiunge un turchese talmente intenso da colorare la pancia dei gabbiani che paiono azzurri. La trasparenza ed il colore di queste acque, a detta dei grandi esperti viaggiatori presenti con noi sul posto, è assolutamente a livello dei luoghi sardi, caraibici, maldiviani, zanzibaresi più famosi. E’ stata una giornata indimenticabile e dunque un racconto dettagliato è d’obbligo perché se uno scooter vale l’altro, una barca evidentemente no. Avevo letto qualcosa su un certo Giovanni e Signora (Ina) e sul loro CHIPINO, ormeggiato davanti alla trattoria del porto, un po’ defilato rispetto a tutte le altre imbarcazioni da escursione che tra l’altro sponsorizzano in modo incalzante i loro servizi, al contrario del Chipino che è li, nel suo posticino tranquillo.

Così, indifferenti ai consigli dell’hotel ed alle pubblicità volantinate ogni sera al porto, appena l’abbronzatura è sufficiente a sopportare la giornata in barca, ci avviciniamo al Chipino e conoscendo quest’omone che da subito risulta simpatico, gli chiediamo se oggi uscirà. Ci dice di no, c’è vento forte e c’è un po’ di mare grosso nella zona nord, non riuscirebbe a completare il giro dell’isola, non gli va di illudere i turisti… ma se le previsioni meteo sono azzeccate si uscirà domani, dovrebbe essere una bellissima giornata. Le altre imbarcazioni si avviano, noi anche… ma verso una spiaggetta, non rammaricati (perché noi con la testa eravamo già in barca quel mattino!) ma bensì contenti che i suggerimenti che avevamo trovato dai nostri predecessori si stavano riscontrando veritieri.

L’indomani, alle 10, puntuali ci troviamo lì ed insieme ad altre 15 persone prendiamo il largo. L’escursione è esattamente come te l’aspetti, i luoghi nei quali si transita sono incantevoli, si famigliarizza subito con il gruppo e fra un tuffo e l’altro si prende il sole e si pranza con la cucina di Ina (ma dove siamo, al ristorante? È tutto squisito, come ha fatto in quel cucinino sottocoperta???) Si beve vino a volontà e quando pensi, data la giornata calda, di aver esagerato un po’ … Giovanni tira fuori il limoncello, accende la musica e, perfino io… un po’ riservato in queste manifestazioni quasi obbligate di divertimento, mi ritrovo a ballare con tutti! L’isola ha coste molto frastagliate e non nasconde solo calette inaccessibili a piedi ma piccoli anfratti e grotte che nessuna delle imbarcazioni raggiunge da vicino, tagliano tutti un po’ per la tangente fra un capo e l’altro (caro carburante o un po’ di fretta?). Giovanni, no. Giovanni entra letteralmente nelle grotte fin che la prua della barca non sfiora le rocce e le stesse si chiudono sopra di noi oscurando il cielo e permettendoci di ammirare fondali con colori ancora non visti: un fascino misterioso, un silenzio quasi irreale. Poi con grande perizia, indietro tutta, gira il Chipino su se stesso e via verso la prossima sorpresa. L’ultima, una delle più gradite, l’abbiamo avuta al rientro in porto: mentre tutte le imbarcazioni rallentano la loro corsa per rientrare, Giovanni mette i motori “a manetta” e punta verso il largo… non dà spiegazioni… ma dopo una lunga sgroppata sulle onde raggiunge un peschereccio intento nello strascico e ci dà modo di vedere da vicino questo tipo di pesca, ci racconta come avviene, come funziona. Bellissime le decine di gabbiani che seguono la motobarca e si tuffano continuamente in mare risalendo ogni volta con una preda nel becco… ma Giovanni non è soddisfatto, non ha ancora trovato ciò che cerca… passano pochi minuti ed uno splendido esemplare di delfino viene a giocare sulla nostra scia… Che dobbiamo dire, GRAZIE GIOVA’! Il giorno successivo, l’ultimo, trascorre rapidissimo, degno di nota è sicuramente il racconto di come abbiamo trascorso l’ultima sera. Preparate in parte le valigie notiamo che il frigobar è ancora colmo di bottiglie di birra, acqua, the freddo che non porteremo sicuramente con noi… così, piuttosto di buttarle preferiamo regalarle… ma a chi? Ad una coppia di amici che abbiamo conosciuto… ma non li rintracciamo più (l’isola è come un’enorme villaggio, chi conosci sull’aereo lo incontri in una spiaggia, chi conosci in spiaggia lo trovi seduto vicino in un ristorantino…) e così, un pò timorosi di offenderlo, pensiamo a Giovanni. Lo raggiungo telefonicamente tramite il cartello sulla barca e gli spiego la cosa, ossia che si tratta di un gesto di ringraziamento vero, seppur insignificante nel suo contenuto. Lui arriva dopo poco, mi tranquillizza, accetta con piacere di bere le birrette alla nostra salute magari durante la prossima gita in barca… facciamo ancora due parole e ci salutiamo.

Con un po’ di nostalgia ci avviamo a prendere l’ultimo aperitivo al 13.5 … ma seduti da poco squilla il mio cellulare, numero che non conosco, una voce che mi dice “…Siete stati sorteggiati ed avete vinto una gita a bordo del Chipino per domani…” Incredibile, è Giovanni che si è preso la briga di rintracciare il mio numero fra le chiamate ricevute (e con il telefono Giovà ci litiga sempre) e sprecare una telefonata per prenderci in giro… lui lo sa che l’unica cosa che abbiamo vinto per domani è una gita in aereo alla Malpensa! Poi la sua voce si fa seria e mi dice che lui e la sua Signora avrebbero voglia di mangiare un boccone fuori e se non abbiamo altri impegni ci inviterebbero con piacere. Onorato da questo invito assolutamente inaspettato rispondo si e senza neanche interpellare Valentina ci fiondiamo al porto saltando lo shopping previsto per l’ultima sera: loro ci aspettano già da un po’. Inutile dire che nel luogo in cui abbiamo cenato non abbiamo neanche dovuto consultare la carta (ne tantomeno al termine avvicinarci alla cassa), Giovanni con un solo sguardo diretto in cucina verso il cuoco ordina del pesce e vino bianco in quantità… la serata scorre via piacevolissima fra racconti curiosi, aneddoti interessanti sulla loro vita, sull’isola, sui suoi abitanti… sulla sicilianità… sono davvero una coppia splendida, ancor oggi mi chiedo cosa abbiamo fatto Valentina ed io per entrare nel loro cuore! Anzi si, in realtà credo di saperlo: noi non abbiamo fatto proprio niente, lui è solo un uomo, un siciliano vero, semplice e genuino capace di guardarti negli occhi, scovare in te la bontà o la cattiveria e regalarti, se è il caso, i segreti più profondi della sua terra e della sua famiglia, la sua saggezza ed i suoi segreti. Noi non avevamo bisogno di innamorarci ulteriormente di questo posto, di questo mare e di questa gente ma Giovanni, Ina ed il loro cuore grande così ci mandano via con il magone vero… quello quasi adolescenziale, quello che ti fa giurare di ritornare a Lampedusa!



  • mely mely
    proprio bello il tuo racconto...;-)))"
  • mely mely
    proprio bello il tuo racconto...;-)))"
  • mely mely
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