La Maremma: I suoi volti

Vacanza dal 6 al 17 agosto 2006 Domenica 6 agosto Vacanze immersi nel verde in un agriturismo in maremma… decisione presa all’ultimo momento quando ci siamo resi conto che per programmare bene 10 giorni nei Castelli della Loira in Francia avremmo avuto bisogno di più tempo. E’ stato Fabio a proporre di andare in Toscana ed io ho...
Scritto da: himalaya2020
la maremma: i suoi volti
Partenza il: 06/08/2006
Ritorno il: 17/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Vacanza dal 6 al 17 agosto 2006 Domenica 6 agosto Vacanze immersi nel verde in un agriturismo in maremma… decisione presa all’ultimo momento quando ci siamo resi conto che per programmare bene 10 giorni nei Castelli della Loira in Francia avremmo avuto bisogno di più tempo. E’ stato Fabio a proporre di andare in Toscana ed io ho accettato subito. Mi entusiasmava l’idea di trascorrere 10 giorni nel silenzio, nella natura, tra il profumo dell’erba appena tagliata e dei fiori. Partenza domenica 6 agosto alle ore 10:00, con tranquillità, siamo in vacanza! Fortunatamente abbiamo deciso di non partire sabato, il traffico è stato intensissimo tutto il giorno. Passiamo Bologna senza nessun rallentamento ed usciamo al casello di Firenze Certosa verso le ore 13:00. Imbocchiamo la superstrada Firenze-Siena-Grosseto e decidiamo di uscire a San Donato in Poggio per mangiare un panino. Il paese è molto piccolo e l’aria è immersa in un buon profumo di cucina, di arrosto e di torta fatta in casa. Sfortunatamente il ristorante La Toppa in questo periodo è chiuso a mezzogiorno e decidiamo di dirigerci verso l’unico bar aperto nel centro del paese. Primo contatto con i sapori della terra toscana… il pane senza sale. Sosta per ½ ora e ripartenza verso il Podere Santa Maria – Località Dogana, Civitella Paganico: uscita Casal di Pari direzione Grosseto per 9 km. Arriviamo alle 14:30 senza nessun problema. L’agriturismo, immerso nel verde, è parte di un azienda di oltre 150 ettari tra terreni seminativi, bosco, vigneti ed oliveti. L’antico casale è composto da 7 camere, 2 delle quali con camino ed ingresso indipendente. La piscina esterna è stupefacente, con una parte circolare dedicata all’idromassaggio. Si respira l’aria pulita, la giornata è soleggiata e fa relativamente caldo. Dopo un mese di luglio torrido trascorso a Milano qui ci sembra di rinascere! La fattoressa Elena ci accoglie con simpatia e ci mostra la nostra stanza: la più alta del casale alla quale si accede attraverso una scala a chiocciola. Bellissima! L’unica con 4 finestre con vista su ogni lato. Dalla parte del bagno possiamo vedere la piscina, dalla stanza invece da destra verso sinistra vediamo una distesa di ulivi ed il paesaggio collinare maremmano. Nella stanza non manca nulla, aria condizionata, tv satellitare e frigorifero. Una volta sistemate le valigie decidiamo di trascorrere il pomeriggio tranquilli in piscina e verso sera riesco a convincere Fabio ad uscire da sotto l’ombrellone per tuffarci nella piscina con l’idromassaggio. Ci scalda il tiepido sole del tardo pomeriggio. Prima di salire in camera per prepararci per la cena, diamo uno sguardo al centro benessere, alla sauna, alla palestra e alla piscina idromassaggio interna con acqua calda. Ci guardiamo negli occhi felici e promettiamo di trascorrervi il primo pomeriggio piovoso. Appena saliti in camera ci accorgiamo che le nostre lenzuola sono ricamate (a mano) con dei piccoli maialini rosa… la nostra stanza infatti si chiama MAIALE! Per cena rimaniamo tranquilli al Podere e l’indomani mattina chiediamo ad Elena di proporci un itinerario che ci consenta di inoltrarci nella realtà maremmana in luoghi poco frequentati dai turisti. Un punto di merito al menù, ci soffermiamo qualche minuto a descriverne uno precisando che ogni piatto è rigorosamente “fatto a mano”: I nostri antipasti Tartine con il pomodoro e fegatini, pizzette, frittata, insalata di farro, pane raffermo con prezzemolo, pomodori e sedano, tramezzini vari, capicollo e lonza I primi piatti Pici pomodori rucola e pinoli – Pici pecorino e pepe – Gnocchi Zucchine e salsiccia – Straccetti al Brunello – Gnocchi ai 4 formaggi I secondi piatti Vitella tonnata – Tagliata di manzo al rosmarino – Carpaccio di lonza o bresaola – Bistecca fiorentina – Bistecca di maiale al pepe verde – Bistecca di vitella – Grigliata mista – Caprese – Prosciutto e melone – Tegliere di cacio e mostardine.

I contorni Patate fritte o arrosto – Insalata mista – Carote piccanti – Tortino di verdure Peperoni in agrodolce I dolci Creme caramel – Crema catalana – Cocomero fresco – Mousse al cioccolato o limone – Panna cotta – Cantucci e vin santo – Salame freddo al cioccolato.

Basti pensare che avevamo programmato di uscire tutte le sere a cena e non siamo mai usciti! Lunedì 7 agosto Prima colazione al Podere Santa Maria… e rimaniamo strabiliati! Sul tavolo in centro alla sala ci sono i vasetti delle marmellate, 7 tipi diversi di torte fatte in casa, yogurt fresco, frutta fresca, la nutella, il pane a fette, il burro fresco, i cereali. Non mancano il prosciutto ed il formaggio. Non appena ci sediamo a tavola Anna, gentilissima, ci chiede se preferiamo tè, caffè, cappuccino. Che meraviglia! Quanti profumi! Elena ci presta una guida turistca della Toscana e, seguendo i suoi preziosi consigli e muniti di cartina e navigatore decidiamo di visitare Poggio alle Mura, Montalcino, l’ Abbazia di S. Antimo e Bagno Vignoni. La giornata è soleggiata e ventilata. Mentre Fabio guida verso Poggio alle Mura io faccio Cicerone e cerco di capire cosa stiamo andando a vedere. Rimaniamo strabiliati dalle immense distese di vigneti molto curati. Ogni appezzamento di terreno è contrassegnato da uno stemma che ne identifica la proprietà. Dopo l’indicazione per Sant’Angelo Scalo seguendo le indicazioni stradali per il castello Banfi, superiamo la fattoria Banfi alla nostra sinistra e procediamo risalendo la collina lungo la strada tortuosa senza perdere di vista il castello in lontananza e raggiungiamo l’apposita area di parcheggio. Castello Banfi si erge sulla sommità di un colle che domina una proprietà vitivinicola che si estende su 2.830 ettari. Qui si producono e imbottigliano vini tra i quali: Summus, Brunello di Montalcino, Poggio all’Oro Brunello di Montalcino, Tavernelle Cabernet Sauvignon, San Angelo Pinot Grigio e il Moscadello, un vino da dessert. Il castello offre la possibilità di visitare un museo del vetro e del vino dedicato al fondatore dell’azienda Banfi, Giovanni F. Mariani. Frutteti di peschi e pruni, uliveti, vigneti, tartufi e funghi, impianti per la produzione di olio d’oliva e confetture di prugne rendono la proprietà autosufficiente. Ci dirigiamo verso l’uscita mentre continuiamo a fotografare il panorama, ammiriamo le aiuole curatissime e piene di fiori colorati, il tappeto erboso rasato e verde brillante. Proseguiamo per Montalcino senza soste. Arrivati a Montalcino troviamo subito parcheggio al costo di € 1,50/ora (accettabile). Non vi troviamo tanti turisti, anzi pensavamo ce ne fossero molti di più, e riusciamo a passeggiare lungo la strada principale senza molte difficoltà. Pochi i bar ed i negozi tipici aperti. Scopriamo poi più tardi che anche qui molti negozi sono chiusi per ferie. Sono già le 14:00 e decidiamo di fermarci in un bar del centro a mangiare un panino con il pane senza sale, per me pecorino toscano e pomodori e per Fabio pecorino e capicollo e a degustare un ottimo bicchiere di Brunello di Montalcino. Che profumo! Visitiamo La Rocca (ingresso € 3,50/persona) costruita nel 1361 utilizzando parte delle precedenti mura, è uno dei principali esempi di fortezza toscana. Nel periodo estivo l’interno è utilizzato per spettacoli ed eventi culturali. Dall’alto delle mura si gode di un panorama mozzafiato. Per il turista poco informato precisiamo che all’interno delle mura c’è un ottimo ristorante ed una fornitissima Enoteca. Ubriachi dei profumi di Montalcino, verso il tardo pomeriggio ci dirigiamo all’Abbazia di S. Antimo seguendo la strada per Castelnuovo dell’Abate dove si erge imponente e severa in un vasto oliveto. Sant’Antimo secondo una antica leggenda è sorta per volontà dell’imperatore Carlo Magno che di ritorno da Roma, nel transitare lungo la via Francigena, corse il rischio di essere colpito, come molti dei suoi soldati, dall’epidemia di peste che imperversava nelle zone situate alle pendici del monte Amiata; l’Imperatore fece un voto chiedendo grazia per se stesso e per la sua gente a che il potente flagello cessasse; per la grazia ricevuta fonda l’Abbazia di Sant’Antimo. Vi si respira un aria di pace e tranquillità interiore e la visita della chiesa è accompagnata dai canti gregoriani dei frati. E’ qui che è stato girato il film Fratello Sole e Sorella Luna. Ci riposiamo qualche minuto sotto un grande ulivo e proseguiamo per Bagno Vignoni. Non potevamo scegliere posto migliore per concludere il nostro primo tour in maremma. Il nome di questo antico borgo deriva da Vignoni, castello già noto nel XI secolo, le cui tracce dominano l’altura sopra il borgo, e dalle acque termali usate fin dall’epoca romana. Caratteristica di Bagno Vignoni è la sua struttura, rimasta inalterata nel tempo. La piazza del paese infatti, non è come si può immaginare negli altri posti ma è una vasca di acqua che sgorga a 52°. Dopo aver girato tutta la piazza, abbiamo gustato un ottimo gelato al bar delle Terme per la modica cifra di € 1,50 per ben 3 gusti con palline di dimensioni decisamente grandi e con il cono pieno di gelato. La Toscana ci continua ad affascinare! Piccola sosta ristoratrice e, incuriositi dal numero di persone presenti in un piccolo parco, andiamo a vedere cosa sta accadendo. Stupefacente… piccoli rivoli a cielo aperto di acqua che scorrono dalle terme nella piazza verso la periferia del borgo. Molte persone, sedute ai bordi vi immergono i piedi… non posso resistere e mi tolgo le scarpe per rinfrescarmi i piedi pensando “quanto sarà fredda?” e invece una volta immersi, che sciocca mi dico, è acqua calda! Per Fabio che ha camminato tutta la giornata con le scarpe da ginnastica è stato un gran tonificarsi. Seguiamo il percorso dei rivoli e ci accorgiamo che confluiscono in una cascata che alimenta in basso a circa una trentina di metri una piscina naturale di medie dimensioni. L’altezza non ci consente di arrivarci a piedi ma, nonostante l’ora tarda, la raggiungiamo in auto. Ci godiamo gli ultimi raggi tiepidi del sole e il fruscio dell’acqua della cascate.

Martedì 8 agosto Ci alziamo in tarda mattinata, siamo intensamente felici della giornata trascorsa ieri e scendiamo a fare la nostra meravigliosa prima colazione. Raccogliamo i sorrisi di tutti che contraccambiamo felici. Elena ci aspetta con i suoi preziosi suggerimenti turistici. Vista l’ora decidiamo di andare a vedere il Parco Archeologico di Roselle, vicino a Grosseto e a soli 15 Km da noi. Il biglietto di ingresso costa € 4 a persona ed alla biglietteria ritiriamo un piccolo fascicolo di 10 pagine che ci consente di capire cosa ci accingiamo a vedere. Un grazie di cuore alla guida turistica presente sul luogo per la deliziosa disponibilità, il suo amore per questa regione ed il consiglio di percorrere l’itinerario (2 km) partendo dal Foro-Anfiteatro-Mura anziché il contrario, percorso rivelatosi poi alla fine dell’esplorazione molto più affascinante e meno faticoso fisicamente. Come di consueto prima di iniziare il percorso abbiamo incominciato a leggere la nostra mini guida per assaporare appieno ed immaginare la vita in questo luogo al tempo degli Etruschi. Il sole è molto caldo oggi, e visti i pochi spazi coperti, decidiamo di procedere all’incrematura (per Fabio sempre protezione F20 ovunque ci sia un piccolo lembo di pelle scoperta) e di indossare cappellino ed occhiali da sole. Le rovine di Roselle si presentano con la fisionomia di un abitato etrusco, su cui si è sovrapposta la città romana con elementi urbanistici innovatori. Il numero esiguo di turisti in questo periodo ci consente di fare un buon numero di fotografie ed ammirare ogni rovina evitando code estenuanti e tempi a disposizione ridotti. Il bellissimo anfiteatro romano posto sulla sommità della collina è oggi luogo di rappresentazioni teatrali che si svolgono alla sera nel corso del mese di agosto. In questi giorni è possibile assistere a “Pene d’amor perduto” di W.Shakespeare e sono certa che essere qui di notte deve avere un fascino davvero incredibile. Da vedere l’imponente cinta muraria etrusca in blocchi poligonali che raggiunge in alcuni punti anche i 5 metri di altezza! Lasciamo le rovine di Roselle e ci dirigiamo verso il parco dell’Uccellina, una riserva naturale che fa parte del parco regionale della Maremma, con l’intenzione di seguire uno degli itinerari pedonali previsti e più precisamente quello che porta alle torri di Castelmarino e Collelungo che si affacciano direttamente sul mare. Come indicatoci dalla guida di Roselle, ci dirigiamo presso il “centro visite” di Alberese per raccogliere informazioni. Sfortunatamente questo itinerario è sospeso in agosto per pericolo di incendi e scopriamo che le partenze della navetta per gli altri itinerari il pomeriggio sono solo dalle 16:00 alle 16:30; considerando che la durata media delle camminate è di circa 4 ore rinunciamo per non rientrare troppo tardi. Decidiamo allora di acquistare il biglietto pomeridiano per il parcheggio di Marina di Alberese (euro 4,00 e si può acquistare solo in paese) che ci permetterà di passare il pomeriggio in riva al mare. Attraverso una strada privata di 7 km, alla quale si accede esclusivamente muniti del biglietto del parcheggio, raggiungiamo l’area adibita a sosta. Rimaniamo delusi dall’organizzazione perchè il parcheggio è proprio a ridosso della spiaggia anzi ne ruba anche una parte (molto brutto da vedere) e sulla spiaggia ci sono tronchi di alberi secchi semicoperti dalla sabbia. Il mare è molto bello anche se l’acqua non è limpida per la presenza di alghe e sabbia portate dal mare leggermente mosso. Io decido di godermi un po’ di sole distesa sulla sabbia mentre Fabio si “difende” dal sole sotto la fresca pineta del parco. Molto positiva la presenza di un centro ristoro che ci permette di mangiare e bere una buona birra.

Mercoledì 9 agosto Nonostante il tempo incerto decidiamo di partire per Pitigliano, la città del tufo. Non è molto vicina al nostro agriturismo e la strada è piena di curve e tornanti. La città è appoggiata su uno sperone di tufo e le case si confondono con la roccia sottostante e viceversa. Il tufo, che qui è l’elemento dominante, è la roccia friabile nella quale gli Etruschi hanno scavato le loro necropoli, le tombe a colombaio e le vie cave. Lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito davanti all’ospedale e ci incamminiamo verso il centro. Ci sono molti turisti. Percorriamo il piccolo borgo nella sua latitudine per ammirarne l’architettura e capire cosa possiamo vedere. Vi sono infatti 3 vie principali collegate fra loro da una fitta rete di vicoli alcuni dei quali finiscono a strapiombo sulla rupe. Ci dirigiamo verso la piccola Gerusalemme, il vecchio quartiere ebraico della cittadella, ma la visita è sospesa fino alle 15:30; peccato, secondo noi in questo periodo forse sarebbe opportuno garantire l’apertura continuata. Torniamo nella piazza principale per mangiare un panino ed i bar con i tavolini all’aperto sono a ridosso dei parcheggi delle macchine. Ciò non regala un bell’aspetto al borgo. Incomincia a piovere, siamo senza ombrello e decidiamo di andare a visitare il Palazzo Orsini. Ingresso € 4,00 a persona. Riceviamo una piccola guida che ci aiuta a conoscerne le caratteristiche e gli oggetti esposti nelle 18 sale. Siamo rimasti all’interno per ben 3 ore e ci è piaciuto molto in quanto è possibile visitare tutte le antiche sale del palazzo che si sono ben conservate. Continua a piovere e, dopo aver “preso in prestito” un ombrello, ripartiamo per dirigerci verso le Terme di Saturnia. Note fin dall’antichità e sfruttate dagli Etruschi e dai Romani, si dice che impieghino 40 anni prima di salire alla superficie, filtrando nelle fessure della terra fino a 700 metri di profondità. Ma quando vengono alla luce hanno effetti benefici sulla pelle, contro le malattie circolatorie, del fegato, delle vie biliari, e dell’apparato respiratorio. Ci fermiamo alle cascate termali presso il Molino sulla strada per Montemerano. Il parcheggio disponibile è decisamente insufficiente ad ospitare tutte le macchine che arrivano e viene improvvisato un parcheggio molto pericoloso lungo la strada principale. E’ così affollato oggi che piove, figuriamoci quando c’è il sole! La sorgente nasce in un cratere vulcanico e scorre lungo un ruscello naturale per circa 500 metri, dove un dislivello crea le cascatelle e le piscine naturali. Le persone per entrare nelle piscine lasciano asciugamani e vestiti un po’ dovunque e si respira un’aria di poca pulizia. Né io né Fabio abbiamo il coraggio di toglierci i vestiti ed entrare in acqua nonostante il desiderio sia forte… Ci dirigiamo verso le Terme per verificare il costo di entrata, ma vista l’ora tarda e il costo di euro 12,5 a persona per l’ingresso oltre al costo del parcheggio, decidiamo di rientrare.

Giovedì 10 agosto Andiamo a vedere Grosseto nonostante Barbara ce l’avesse sconsigliato. Grazie al navigatore rintracciamo il Centro Informazioni Turistiche situato inspiegabilmente in periferia dopo averlo cercato invano in centro città dove secondo noi sarebbe opportuno fosse collocato. Visitiamo la piazza del Duomo e la chiesa di S. Francesco, solo dall’esterno perché chiusa fino alle 16:00. La città ci appare desolante, deserta e molto sporca intorno alle mura. Ci consoliamo mangiando un panino da McDonald’s e ritorniamo al Podere dove, vista la giornata nuvolosa, ci godiamo un rilassante bagno nella piscina interna riscaldata. Fantastica esperienza. Ceniamo insieme ai ragazzi in vacanza come noi al Podere, i simpaticissimi Andrea e la sua ragazza di Roma con il loro cane Isotta, Paola e Alex di Varese e Annalisa, Tiziano e il loro cane Tequila. Venerdì 11 agosto Decidiamo di trascorre una mattinata tranquilla in piscina (Fabio all’ombra ed io al sole), e di mangiare al Podere. Per il pomeriggio Barbara (la nostra adorata cuoca) ci prenota un’ora di lezione a cavallo con il suo amico Giorgio alla Fattoria Casabianca perché abbiamo deciso di provare a cavalcare. Non nego che mi sono sentita molto emozionata e forse timorosa ma non ho desistito. Giorgio è una persona molto simpatica ed un bravissimo maestro. Io ho cavalcato Nevada, un bellissimo cavallo marrone, Fabio ha cavalcato Austin ed Aurora, una ragazza ospite del Podere che già sapeva cavalcare, ci ha accompagnati in groppa ad Ombra. Per la prima mezz’ora Giorgio ha tenuto il mio cavallo con la corda allo scopo di consentirmi di prendere dimestichezza con le redini e le staffe e poi ho cavalcato da sola. Certo, entrambi i cavalli erano abituati a farsi cavalcare da principianti ma Fabio ha avuto il suo bel da fare a tenere a bada Austin, molto più vivace di Nevada, che si fermava continuamente a mangiare l’erba. Siamo rientrati all’imbrunire ed abbiamo trascorso un’altra bellissima serata al Podere.

Inutile negarlo, un po’ di tristezza stava entrando nel nostro cuore, stavamo per lasciare un posto splendido nel quale ci eravamo sentiti in armonia con noi stessi. E’ anche vero che la nostra vacanza in Toscana non era finita, l’indomani saremmo partiti per visitare il Chianti ed avremmo soggiornato in un altro agriturismo poco lontano da Radda in Chianti. Sabato 12 agosto Valigie, colazione e grandi saluti. Trascorriamo un’ora in cucina con Barbara mentre prepara i “pici”. Li abbiamo mangiati in tutti i modi: con il pomodoro fresco e mozzarella, con il pesto, con il pecorino e pepe, al sugo di verdure. Come faremo a non mangiarli più? Arriviamo a destinazione verso le 13.00 e rimaniamo molto delusi dall’ambiente che troviamo. Nulla a che vedere con quanto descritto sul sito internet e che ci aveva spinti a sceglierlo tra tanti altri che avevamo preso in considerazione. Fredda accoglienza, posto desolato (70 stanze e solo poche macchine nel parcheggio), giardino incolto e piscina quasi abbandonata. Nella stanza, situata in un lungo corridoio buio con la porta di accesso rotta, regna un forte ed insopportabile odore di chiuso. Decidiamo di non rimanere pur dovendo perdere la caparra di 150 Euro versata al momento della prenotazione. Prestate molta attenzione alle prenotazioni on-line in agriturismi non suggeriti, le brutte sorprese sono dietro l’angolo. Scopriremo infatti più tardi, alla sera, che non siamo gli unici ad aver avuto questa esperienza negativa. Torniamo a Paganico dove Elena, nonostante fossimo in pieno ferragosto, riesce a trovare una bella stanza al Rifugio da Giulia –www.Rifugiodagiulia.It – poco lontano dal Podere. Ringraziamo Andrea e Riccardo per la splendida accoglienza e disponibilità. Lunedì 14 agosto Ripresici dallo sconforto del giorno precedente e assaporando l’aria del palio, ci ritroviamo a Siena. Lasciamo l’auto nel parcheggio dello stadio molto vicino al centro e con prezzi accessibili. Ci incamminiamo per le vie della città verso piazza del Campo dove correranno le contrade, tutte adornate con le bandiere dei vari rioni. C’è moltissima gente anche se oggi si correrà solo la gara di prova. La piazza è imponente con la sua forma di conchiglia e circondata da alti palazzi d’epoca medioevale. Tentiamo di salire sulla torre del Mangia per goderci il panorama dall’alto ma la lunghissima coda ci scoraggia.

Ci dirigiamo verso il Duomo, caratteristico per la sua colorazione a strisce bianco-nere. E’ possibile visitare l’interno senza pagare e constatiamo che ne vale la pena viste le numerose opere esposte. Usciamo e ci dirigiamo verso il Museo dell’Opera dove con il biglietto cumulativo di euro 10 a persona possiamo visitare oltre alle sale del museo, salendo 130 scalini, anche il “Facciatone” da cui possiamo ammirare tutta la città. Piazza del Campo si sta riempiendo per l’imminente inizio delle prove del palio e corriamo a prendere un posto in prima fila. La piazza è gremita ed invasa dalle voci dei cori inneggianti gli inni delle varie contrade. Dopo un’estenuante attesa di circa 2,5 ore, la “mossa” è quella giusta ed il mossiere dà inizio alla corsa che, nonostante sia solo una prova, è molto emozionante. Stanchi per la bella giornata rientriamo e ci gustiamo un’altra spettacolare cena toscana al Podere. Elena ci riserva ogni sera un tavolo per due nella sala interna, intima e romantica. Martedì 15 agosto Mattinata dedicata alla visita del Monastero di San Galgano e dell’Eremo di Montesiepi. Prendiamo la statale per Siena e usciamo a San Lorenzo a Merse, proseguendo per Monticano e seguendo i cartelli stradali indicanti il Monastero. Arriviamo a destinazione dopo circa un’ora e non lasciamo la macchina nel parcheggio a pagamento indicato ma lungo il viale che porta al Monastero. La costruzione è davvero imponente, gigantesca anche se molto danneggiata; fu infatti abbandonata molti anni prima. Un grande cartello all’interno della corte spiega la storia del Monastero e di S. Galgano, suo fondatore.

Raggiungiamo a piedi l’eremo di Montesiepi dove S. Galgano passò la vita di eremita e dove ancora oggi è conservata la sua spada conficcata nella roccia a formare una croce. La leggenda narra che mentre Galgano stava cavalcando assorto nei suoi pensieri, gli si parò davanti l’Arcangelo avvolto da una luce abbagliante ad ostruirgli la strada con la spada alzata e gli occhi dai quali sembrava uscire una luce irreale. Il cavallo impaurito disarcionò Galgano che si rialzò e rimase immobile e sbigottito. Assorto, tirò fuori la spada che andò ad infilzarsi nella roccia formando una croce con l’elsa. L’Arcangelo scomparve e i rami degli alberi formarono una cupola sopra la spada; da quel momento Galgano diventò un eremita devoto al Signore. Lasciamo Montesiepi e facciamo ritorno al Rifugio dove trascorriamo un tranquillo pomeriggio in piscina in attesa della grande festa serale di Ferragosto al Podere Santa Maria. Imparo a ballare alcuni balli latino-americani e mi scateno in meravigliosi valzer con Patrizio, il nostro cameriere, che è anche un bravissimo insegnante di ballo. Mercoledì 16 agosto Decidiamo di trascorrere una giornata al mare, a Castiglione della Pescaia, antico Borgo affacciato sul mare, fra Punta Ala e Marina di Grosseto. La parte antica è un balcone sul Tirreno, mare più volte premiato da Lega Ambiente per la qualità della vita e della gestione territoriale, nel rispetto del turista e dell’ ambiente.

Visitiamo la parte alta della città intrufolandoci tra vicoli e viuzzi per fotografare il mare dall’alto. Percorrendo la strada che dall’alto della rupe porta al mare vediamo un tipico ristorante all’aperto e sentiamo profumo di pesce. Entriamo ed aspettiamo inutilmente che la cameriera si fermi per chiederle dove potremmo sederci; aspettiamo per più di 10 minuti in piedi e quando decido di chiedere se sia possibile pranzare la cameriera, seccata risponde “non ho tempo”. Che maleducazione! Scendiamo nella via principale del paese dove ci sono molti ristoranti stracolmi di turisti… incominciamo a girare e chiedere se possiamo mangiare (sono le 14:00), tutti ci rispondono che il locale è chiuso. Chiuso? “Ma se i tavoli sono ancora quasi tutti occupati” interviene Fabio. Dopo le 14:00 a Castiglione non si mangia più? In pieno agosto? Rassegnati mangiamo 2 panini in un bar e beviamo 2 birre medie per la “modica” spesa di 24 Euro. Trascorriamo il pomeriggio in spiaggia a camminare nell’acqua. Il mare è pulito ma la spiaggia è poco affollata per essere un 16 agosto. La cena al Podere si conclude con una “straordinaria” crema al mascarpone con i frutti di bosco. Giovedì 17 agosto E’ ora di tornare a casa. Nonostante qualche disavventura siamo stati molto contenti di aver potuto “vivere” la maremma, quella vera, e trovare i suoi angoli segreti che sono, poi, i più affascinanti ed i più poetici. Sappiamo che ce ne sono ancora molti da scoprire e torneremo per conoscerli tutti. Un grazie speciale a Elena del Podere Santa Maria per averci insegnato “l’amore per la Maremma e per la sua gente”. Giuliana & Fabio



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