Contraddittoria Istanbul

Long weekend nella metropoli turca
Scritto da: ARR
contraddittoria istanbul
Partenza il: 05/12/2013
Ritorno il: 08/12/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Una partenza improvvisata, poco tempo per preparare il mini tour, tanta voglia di immergersi in una cultura frutto di una storia ricca come poche… pronti, via, si parte!

Volo Alitalia in partenza da Roma alle 21:30 di un giovedì di inizio dicembre. All’arrivo troviamo l’autista per un transfer privato prenotato via internet e pagato con carta di credito; la società di chiama shuttledirect ed il costo totale per due persone è di 28,00€. Il raggiungimento della meta, il nostro albergo, è avvenuto dopo l’una di mattina e con grande meraviglia c’ha accolto un centro città, nella zona europea Beyoglu, popolato da una miriade persone nei tantissimi locali e negozi aperti.

L’albergo è il Misafir Suites8; le camere sono molto belle ma la reception è praticamente inesistente (giusto un desk e due sedie per check in/check out). La scelta è stata vincente perché il quartiere europeo è ricco di locali di ogni genere e consente una divertente vita notturna quasi 24/7 … forse non sarebbe stata la stessa cosa se avessimo soggiornato nella città vecchia o nella zona asiatica. Nella zona europea il caos, il traffico ed i rumori regnano sovrani ma l’albergo è leggermente riparato da tutto ciò soprattutto chiedendo una stanza al piano più alto. L’educazione civica non deve essere il punto forte delle scuole turche … per strada non ci sono regole di precedenza, le auto speronano i passanti e gli ingorghi sono frequentissimi (per evitare l’immissione in alcune strade ci sono dei dissuasori e barriere che spuntano dalla pavimentazione con delle punte aguzze che forerebbero anche un cingolato!).

La nostra immersione nella megalopoli, l’unica città al mondo a poggiare su due continenti, inizia con calma il venerdì mattina dopo la colazione in albergo (possibile fino alle 11:00) in una sala ristorante veramente molto bella arredata in vetro, legno ed alluminio e decisamente pulita (la domenica successiva questo posto è stato il set di una trasmissione locale modello Master Chef!). Per mancanza di tempo abbiamo letto poco dal web prima di partire e ci siamo affidati alla guida della National Geographic; avevamo deciso di abbandonare la Lonely Planet senza avere in mente tante alternative … questa guida non c’ha fatto impazzire ma indubbiamente ha dato il suo contributo alla rapida organizzazione del giro della città.

Ci sono diversi modi per viaggiare e noi, naturalmente allineati come se viaggiassimo da sempre insieme (in realtà era il primo viaggio del genere), abbiamo praticamente visitato la città vecchia, Sultanahmet, e la zona europea in una sola giornata. Passo deciso, molto senso dell’orientamento (non il mio!) ed occhi puntati alle molteplici architetture locali spesso piacevolmente contraddittorie (romana, bizantina, latina, ottomana).

Il quartiere Beyoglu dista dalla città vecchia circa 3 km (all’andata in discesa, al ritorno in salita .. e che salita). Si può fare tutto a piedi percorrendo Istiklal Caddessi (Viale dell’Indipendenza), quella del famoso tram che non abbiamo mai preso, proseguendo fino al Ponte di Galata (Galata Köprüsü) per attraversare il Bosforo. Il primo attraversamento è stato da manuale passando al livello inferiore che è quello dei tanti ristoranti di pesce … tutte le altre volte abbiamo evitato perché i locali sono troppo turisti, l’insistenza dei camerieri per farci fermare a mangiare esagerata e l’odore di pesce è nauseante. Attraversarlo dal livello superiore è comunque affascinante con i tanti pescatori, ad un occhio miope impreparati, che passano ore ed ore a pescare piccoli pesci anche in condizioni climatiche avverse.

Il primo giorno abbiamo visitato:

· Torre medioevale di Galata (Galata Kulesi) – dalla balconata circolare si domina tutto il profilo di Beyoglu; la torre misura circa 67 metri di altezza e si trova a 140 metri sopra il livello del mare. In cima alla torre oggi si trovano un ristorante e un night club

· Palazzo Topkapi – tutte le corti sono meravigliose, obbligatoria la visita a pagamento all’harem. Nelle vicinanze c’è anche il Museo Archeologico che però non abbiamo visitato

· Basilica di Santa Sofia (Ayasofya Müzesi) – architettura bizantina per un luogo che nel tempo è stata sede patriarcale greco-ortodossa, cattedrale cattolica, moschea ed ora museo. Visitarla dalla galleria superiore toglie il fiato e consente di fissare la profondità dei mosaici e dei pannelli marmorei

· Moschea Blu (Sultan Ahmet camii) – i sei minareti regalano una magica atmosfera alla città insieme agli obelischi egiziani e alle colonne romane (niente stona, tutto incanta). Il nome deriva dalle 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola.

· Cisterna Basilica (Yerebatan Sarayi) – nulla di eguale. La più grande cisterna sommersa di Istanbul, 140 metri per 70, conservata benissimo.

· Gran Bazar (Kapalı Çarşı) – 45.000 mq, 3.500 negozi … nel gran caos è difficile acquistare qualcosa

La sequenza di queste tappe non è casuale; consente di girare quasi tutta la città vecchia risparmiando metri attraverso le strade più belle. Caratteristico l’annuncio delle preghiere fatto dai Muezzin che recitano l’adhan dai minareti delle moschee. Onnipresenti i piccoli banchi ambulanti specializzati nella vendita di castagne (kastane), succo di arancia o di melograno (nar suyu), pistacchi, pannocchie di granoturco, ciambelle di pane con semi di sesamo (simit), cozze, panini con sgombro essiccato (balik ekmek)…

Pranzo al Barbecue House. Si trova vicino alla Cisterna Basilica ed è un posto accogliente, offre buon cibo di impronta turca forse un poco “globalizzata”.

Cena a base di Kebap in Istiklal Caddessi presso una famosa catena tipo fast food. Dopo tutti i km fatti si è optato per una cena abbastanza tipica senza attese.

Il secondo giorno abbiamo deciso di visitare la parte asiatica. Attraversato il Ponte Galata abbiamo preso un traghetto per arrivare al terminal Uskudar in zona asiatica; appena arrivati ci siamo spostati a piedi verso il molo, distante circa 15 minuti, dal quale un altro piccolo transfer via mare consente di visitare l’isola che accoglie la Torre della Fanciulla. L’isola e la Torre non sono eccezionali anche perché si tratta di una meta molto turistica. Belle invece le due leggende associate alle Torre. La prima narra di un sultano che portò la figlia sull’isola per farla sfuggire al destino predetto da un oracolo che la vedeva morta per morso di un serpente che comunque riuscì a raggiungerla sull’isola; la seconda, più romantica ma altrettanto triste, che narra di una sacerdotessa imprigionata sull’isola che si innamora di un uomo che annega nel tentativo disperato di raggiungerla a nuoto e lei, presa dalla disperazione, si lascia cadere dalla Torre.

Finita la breve visita alla Torre della Fanciulla abbiamo vagato senza meta per le vie del quartiere. La zona non c’ha colpito particolarmente. In poco tempo abbiamo visitato la Moschea Yeni Valide, mangiato Kebap all’interno del mercato e siamo tornati nella Città Vecchia per lanciarci nell’esperienza che tutti consigliano: gita in traghetto sul Bosforo. Forse perché abituati (non io!) a natanti a vela, forse perché il sole stava già tramontando e quindi si scorgevano solo luci, forse perché i passeggeri sono davvero troppi e rumorosi … ma questa gita proprio non c’è piaciuta. Meglio i km a piedi tra i diversi vicoli.

Di rientro dalla gita in traghetto siamo andati a visitare il Mercato delle Spezie (Misir Çarşisi). Meraviglioso. Abbiamo acquistato tè, infusi, spezie e frutta secca; c’è meno caos rispetto al Gran Bazar ad eccezione del tratto in cui c’è un negozio di caffè dove le persone si radunano in una lunga fila per acquistarne piccole e grandi quantità in pacchetti fatti al momento da vere catene di montaggio umane (il negozio vende anche servizi di caffè).

Diretti verso l’albergo, lungo Istiklal Caddessi, abbiamo scoperto il mercato del pesce Balik Pazar. In realtà, si tratta di vie e viette che alternano i banconi del pesce e della frutta ai ristoranti, friggitorie e le tavole calde. Le strade sono molto strette e la folla di persone è al di là di ogni possibile immaginazione ma vale la pena visitarlo e cercare un ristorante tra i meno turistici … noi abbiamo scelto Caglar. Pochissimi turisti, notevole cucina turca e ambiente tipico con musica dal vivo tra i tavoli (forse con un volume un po’ troppo alto ma pur sempre musica tipica).

Il terzo giorno abbiamo impegnato la mattina ed il primo pomeriggio per visitare nuovamente i luoghi più belli della Città Vecchia … vale la pena visitarli una seconda volta, anche se velocemente, per fissare tutti i dettagli già ammirati e scoprirne di nuovi. Ultimo Kebap e via in aeroporto utilizzando un altro transfer, chiamato istanbulairportstransfer, scelto via internet e pagato in contanti all’autista (circa 30,00€).

Bye Bye Istanbul



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