Da Damasco a Gerusalemme di parte terza

Prosegue da Siria e Giordania. A Tel Aviv, dove atterriamo intorno alle 23, ci fermano al controllo passaporti, come immaginavamo, appena vedono il timbro siriano. Ci portano in una stanzina dove ci lasciano mezz'ora a macerare (secondo noi, volutamente) prima di interrogarci. Alla fine l'interrogatorio è abbastanza blando: interrogano solo mio...
Scritto da: Only
da damasco a gerusalemme di parte terza
Partenza il: 17/09/2008
Ritorno il: 02/10/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Prosegue da Siria e Giordania.

A Tel Aviv, dove atterriamo intorno alle 23, ci fermano al controllo passaporti, come immaginavamo, appena vedono il timbro siriano. Ci portano in una stanzina dove ci lasciano mezz’ora a macerare (secondo noi, volutamente) prima di interrogarci. Alla fine l’interrogatorio è abbastanza blando: interrogano solo mio marito, non tutti e due e anche se gli fanno domanda molto particolareggiate sul nostro itinerario in Siria e in Giordania il tutto si risolve abbastanza velocemente in una ventina di minuti.

Il modo più economico ma anche più comodo per raggiungere Gerusalemme dall’aeroporto sono i nesher taxis. Sono dei minibus che partono quando sono pieni (bastano pochi minuti!) e al prezzo fisso di 45 NIS (circa 14 euro) a testa vi conducono direttamente davanti al vostro hotel di Gerusalemme. Molto comodo e anche non caro, se si pensa che il Ben Gurion airport dista 36 km da Gerusalemme.

Si trovano facilmente, appena usciti dall’aeroporto sulla destra c’è un cartello che indica la loro fermata.

Siccome il nostro hotel si trova dentro le mura in una zona pedonale, il nesher ci lascia davanti alla Damascus Gate, a pochi minuti a piedi. La Damascus Gate è l’ingresso del quartiere musulmano e c’è una grande festa per la fine del Ramadan. Ci sono bancarelle di cibo e luci, è l’una di notte ma sembrano nel pieno dei festeggiamenti. Il fatto che ci sia molta gente in giro ci aiuta, perché non troviamo subito il nostro hotel, abbiamo bisogno di qualche indicazione.

L’hashimi hotel è dentro i souk musulmani ed ha una gestione islamica piuttosto rigida. Un cartello all’ingresso avvisa che il pernottamento nella stessa stanza non è consentito alle coppie non sposate anche se poi a noi si limitano a chiederlo senza pretendere prove! L’atrio è molto bello…

Mentre le stanze sono un po’ delle celle monacali, semplici semplici. Andiamo subito a nanna perchè è già tardi, ma nella strada i festeggiamenti per la festa ci terranno svegli ancora a lungo.

30 settembre 2008 La colazione nel nostro hotel non è compresa e costa anche un’esagerazione secondo noi, quasi 7 euro a testa. Per chi capitasse da queste parti, avviso che a pochi passi dall’ Hashimi Hotel, verso la via Dolorosa, c’è una bakery spettacolare dove con due o tre euro abbiamo comprato svariati tipi di biscotti e brioche per far colazione. Abbiamo fatto colazione con quelli a un bar dove abbiamo preso due tè (lipton, certo che dopo i tè dei beduini…).

Noi abbiamo prelevato dei NIS appena arrivati al bancomat dall’aeroporto ma volendo ne potete fare a meno. Tutti, anche l’ultimo banchetto dei souk, accetta gli euro e anzi, tenderà a dirvi prima il prezzo in euro della cosa che chiedete per poi convertirlo in moneta locale.

L’Hashimi hotel, se ha alcune pecche (il bagno minuscolo ad esempio) non ha quella della posizione. Di fatto è eccellente, a tre minuti a piedi dalla chiesa del Santo Sepolcro che è la prima nostra visita della giornata.

La chiesa é una delle più strane e insieme delle più affascinanti che abbia mai visto.

Strana perché al suo interno si incrociano diversi stili, affascinante perché non ho mai visto una chiesa così gremita di persone di ogni nazionalità, intenta a pregare nei vari angoli della poliforme costruzione. Tutto questo la rende unica al mondo.

La chiesa riunisce in sé le varie congregazioni cristiane, non solo di Gerusalemme ma del mondo intero. Sono però quelle di Gerusalemme ad avere seri problemi di comunicazione tra di loro: siccome proprio non riescono a mettersi d’accordo sulla gestione della chiesa, le chiavi le tiene una famiglia musulmana quale organo superpartes, famiglia che ogni mattina ha il compito di aprire la chiesa e ogni sera di chiuderla. Dopo la chiesa del Santo Sepolcro cominciamo ad esplorare i vari quartieri di Gerusalemme: la città vecchia è divisa in vari quartieri: ebraico, musulmano, cristiano e armeno. La parte musulmana della città è barricata, con tanto di guardie armate a difesa delle transenne per evitare che chiunque le attraversi. Chiediamo spiegazioni ai soldati israeliani di guardi a eci spiegano che oggi è giorno di festa per i musulmani, perciò non sono ammessi visitatori, domani se vorremo potremo andare.

I souk musulmani oggi sono quasi tutti chiusi, quelli aperti sono di proprierà di ebrei e di cristiani. Gerusalemme non è solo una città presidiata da forze armate. E’ una città videosorvegliata ventiquattr’ore su ventiquattro. Credo. Di fatto non ho avuto modo di verificare se le molte telecamere viste fossero accese oppure no. Di certo queste sono ovunque.

Alcune sono in bella vista, altre più nascoste, vanno cercate. Ma ogni via è sotto l’occhio elettronico.

Gerusalemme ci ha colpito, tra le altre cose, anche per la sua cosmopoliticità. La città santa di tre religioni é un luogo dove in pochi metri si incontrano ideologie, religioni e stili di vita diversissimi tra di loro.

In questo risiede gran parte del fascino della città e l’ha resa, almeno per noi, così unica e speciale.

Insieme, logicamente, con le sue bellezze artistiche e culturali. E al bagaglio storico che si portano dietro.

In molti dei luoghi visitati siamo letteralmente circondati da gruppi di preghiera al seguito del loro parroco, manco a dirlo la maggior parte di loro sono italiani.

Chiudiamo la giornata alla ricerca dell’ultimo acquisto serio del viaggio, il narghilè che vogliamo portarci a casa dall’arrivo in Siria (ma che per ovvie ragioni di ingombro, non abbiamo potuto fare prima). Ne scoviamo uno molto bello in un souk, la contrattazione non è delle più serrate a Gerusalemme ma riusciamo lo stesso ad avere un piccolo sconto. Gli zaini sono già stracolmi, questo verrà con me in una borsina. Sbrigata la commissione, ci rimane da pensare solo alla cena.

seguiamo come al solito i consigli della Lonely planet e scegliamo l’Armenian Tavern, che rimane manco a dirlo nel quartiere armeno e fa cucina…Indovinate? Il locale è molto caratteristico e la cena gustosa, io assaggio un piatto di specialità armene miste, Luciano decide che il suo stomaco è saturo di esperimenti e si prende un filetto alla brace.

1° ottobre 2008 La giornata inizia con una piccola discussione alla reception dell’hotel, perché il giorno prima non ci hanno fatto la stanza e vogliamo essere certi che oggi ce la rifacciano.

Oggi troviamo chiuso il bar dove abbiamo fatto colazione il giorno prima, quindi dobbiamo trovare un altro posto dove consumare i nostri dolcetti. Eh sì, perché ieri era festa musulmana mentre oggi è festa ebraica quindi è chiusa un’altra fetta della città…Questa è Gerusalemme! Oggi camminiamo ancora molto e copriamo tutta la parte antica di Gerusalemme. Non è molto grande e in due giorni si può visitare praticamente tutto.

Due cose ci colpiscono su tutte in questa giornata. La prima è la tomba di re David. Non è un monumento oggettivamente bellissimo, ma quando arriviamo per visitarlo è gremito di ebrei dediti alle loro preghiere. Ci dicono che dobbiamo aspettare, appena avranno finito con le preghiere potremo entrare. E’ la prima volta che assistiamo a una loro preghiera e ci piace molto, per certi versi ci ha ricordato una messa gospel. Sono tutte preghiere cantate, e accompagnano i canti con le mani o battendo ritmicamente i piedi per terra. Ci siamo seduti fuori ad ascoltare, è stato intenso e bellissimo. Finita la preghiera, la gente ha iniziato a uscire, per primi i bambini che sono corsi a giocare nel cortile interno, mentre gli adulti gentilissimi ci hanno fatto segno che ora possiamo entrare. La tomba si può visitare rispettando la divisione tra i sessi al suo interno, abbastanza rigida: le due zone sono divise da delle tende così che io e Luciano finiamo per visitarla ognuno per nostro conto senza neanche vederci. Il monumento in sé non è nulla di memorabile, ci è piaciuto molto di più ciò che l’ha preceduto.

L’altra cosa che ci colpisce su tutte è la passeggiata intorno alle mura di Gerusalemme. La consigliamo tantissimo perché anche se c’è da camminare (la vecchie mura circondano quasi tutta Gerusalemme tranne la parte che passa dietro il Dome of the Rock dove non si ha accesso) consente di vedere Gerusalemme dall’alto quindi da una prospettiva completamente diversa si ammira sia la città vecchia al di qua delle mura che quella nuova dall’altra parte Nella parte musulmana incappiamo in uno spiacevole incidente: mentre stiamo passando sulle mura che la sovrastano dei ragazzini ci prendono di mira con le loro pistole giocattolo e ci sparano dei pallini, per fortuna senza conseguenze. I bambini di Gerusalemme ci hanno impressionato molto, giocano solo alla guerra e in modo molto violento. Gli unici giocattoli che ho visto transitare nelle loro mani sono armi, logicamente finte, ma spesso caricate con palline di plastica che si sparano contro l’un l’altro. Una tristezza che non vi dico…Questa è sicuramente un’impressione non gradevole che riportemo a casa da Gerusalemme, insieme a un rimpianto: non aver trovato il modo di visitare il Dome of the Rock. La blindatura intorno era totale, ogni accesso interdetto ai visitatori.

Finita la visita delle mura, è ormai sera e la nostra vacanza é giunta al termine. Torniamo in Hotel, dove facciamo prenotare il nesher taxi per le tre del mattino dopo. Ci verrà a prendere davanti alla New Gate, una delle porta di ingresso alla Old City, ci aspetta una bella levataccia perchè avremo buoni dieci minuti a piedi per raggiungerla.

Per la nostra ultima cena di questa bellissima vacanza scegliamo Amigo Emil, a pochi passi dal nostro hotel. Di nuovo e per l’ultima volta cucina araba, io non posso che salutare il Medio Oriente l’ordinando l’hummus, uno dei miei piatti preferiti! E come si dice…The game is over.

Le foto le trovate qui:http://www.Middleearth.It/MedioOriente2008/



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche