Silenzio, va in scena madre natura

Islanda, viaggio al centro della terra
Scritto da: supermary58
silenzio, va in scena madre natura
Partenza il: 25/06/2013
Ritorno il: 09/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Volo: www.icelandexpress.com Noleggio Suzuki Jimny: www.route1carrental.is (consigliato). Io credo che ci sia sempre il momento giusto per ogni cosa così come per un viaggio e, dopo aver visitato tanti paesi in continenti lontani questo è l’anno di riavvicinarsi alla nostra cara e vecchia Europa: è giunto il momento di visitare l’Islanda. Ciò che notiamo appena usciti dall’aeroporto di Keflavik è la luce lavata in continuazione dal vento e il cielo che sembra non finire mai. In poche ore di volo siamo passati da una calda serata estiva ad una rigida notte d’inverno e solo dopo qualche chilometro, capiamo subito quali sono le regole di questo paese: il freddo, gli sconfinati orizzonti, l’acqua che ribolle, il mare che si guarda da lontano e nel quale non si può nuotare.

26 Giugno 2013

Sono passate le 2 di notte e il ragazzo dell’agenzia di autonoleggio ci consegna le chiavi della Suzuki Jimny che diventerà la nostra inseparabile compagna di viaggio e che ci porterà in luoghi di straordinaria bellezza. Nonostante l’ora tarda c’è molta luce e l’idea è quella di raggiungere il promontorio di Garoskagi e riposarci per qualche ora nel vicino campeggio libero prima di cominciare il tour della giornata. Lungo la strada ci fermiamo sotto ad una pensilina degli autobus per prendere dagli zaini le giacche a vento utili per ripararci dalla pioggia e dal vento. Arriviamo in questo grande spiazzo dove sono parcheggiati dei camper e alcune tende che a fatica riescono a resistere al forte vento, abbassiamo i sedili e cerchiamo di prendere sonno ma la scomodità e il ticchettio della pioggia non ci aiuta e la voglia di conoscere quest’isola del Grande Nord è tanta. Decidiamo quindi di partire, prendiamo la strada N. 427 fino al Villaggio di pescatori di Eyrarbakki attraversando immensi campi lavici, facciamo una sosta per vedere la lunga spiaggia nera e proseguiamo sulla N. 36 fino ad arrivare a Pingvellir luogo in cui per un migliaio di anni si è radunata l’assemblea popolare islandese per decidere i destini dell’isola. In questo altipiano c’è anche la famosa spaccatura della dorsale atlantica: da una parte la placca continentale nordamericana e dall’altra quella europea. Non ci fermiamo molto, la pioggia incessante non ce lo permette, facciamo qualche foto e percorriamo la strada N. 37 fino al grande Geysir che da qualche tempo si è addormentato affidando lo show al fratello minore Stokkur nel quale, ogni cinque minuti o poco più, la bolla d’acqua del suo cratere si gonfia fino ad esplodere con un alto getto. Un’altra meraviglia sono le Cascate di Gulfoss distanti pochi minuti d’auto da Geysir. Sono chiamate le “cascate d’oro” per via dell’arcobaleno che si ammira durante le belle giornate di sole, ma noi siamo sfortunati e, purtroppo, inzuppati di pioggia! Chiudiamo il “Golden Circle” a Selfoss dove facciamo rifornimento di cibo in un supermercato e raggiungiamo Hvolsvollur località nella quale dormiremo.

Hvolsvollur Ásgarður guesthouse http://www.asgardurinn.is/ asgardur@travelsouth.is Doppia 8.600 ISK Casetta in legno in mezzo al verde, camera con bagno privato e cucina attrezzata a disposizione CONSIGLIATO VOTO 8

27 Giugno 2013

Ore 7.00. Oggi per fortuna è una bella giornata, non sappiamo per quanto tempo splenderà il sole perchè le condizioni meteo cambiano molto velocemente ma speriamo che resista il più possibile! Partiamo alla volta di Keldur un vecchio villaggio rurale con una fattoria ed una chiesetta dal tetto rosso. Non ci è possibile entrare perchè molto presto (aprono alle 10) così ci accontentiamo di ammirare il bellissimo paesaggio circostante e di scattare qualche foto. Ritorniamo sul Ring fino ad Hella dove prendiamo le strade N. 26 e 208 fino al Landmannalaugar, il sito vulcanico più grandioso d’Islanda. Benchè non presenta alcuna difficolta’, la strada e’ sconnessa e piena di buche e, in alcuni tratti, siamo costretti a ridurre la velocità.Tutto intorno è silenzio, solo il vento, che soffia tra le aspre montagne e le vallate, fa sentire la sua voce. Lo spettacolo di questa zona sono i colori che cambiano in continuazione a seconda della composizione del terreno. I fianchi dei monti sono ricoperti da un soffice muschio e da fiori azzurri che formano delle macchie colorate che si alternano a chiazze di neve. Saliamo su una collinetta e ruotando a 360° abbiamo intorno a noi un paesaggio brullo e desolato ma di una bellezza selvaggia che ci lascia increduli.

Al ritorno prendiamo la strada F225 che si collega con la N. 26 affrontando 2/3 guadi senza difficoltà. Ci fermiamo per il “pranzo” (panini preparati in macchina) e ritornati sulla strada N.1, in direzione di Skogar, percorrendola fino ad arrivare alle Cascate Seljalandsfoss. Queste cascate hanno la particolarità che si possono ammirare da dietro grazie ad un sentiero che gira intorno. Nel frattempo ha cominciato a piovere, una pioggerellina fitta fitta che ci accompagnerà fino all’ostello nel quale dormiremo. Per via della pioggia rimandiamo la passeggiata alle Cascate di Skogafoss a più tardi (si trovano a due passi dall’ostello), sperando in un cambiamento del tempo. Ben fatto!…dopo cena il sole fa capolino dietro alle nuvole e verso le 21.30 ci arrampichiamo lungo una ripida scalinata che ci porta molto vicino al salto dell’acqua e le ammiriamo affacciandoci da una piattaforma mentre veniamo travolti dall’enorme pulviscolo d’acqua che sollevano.

Skogar www.hostel.is skogar@hostel.is Doppia in sleeping bags 10.000 ISK camere pulite, bagno in comune, connessione WI FI e cucina a disposizione CONSIGLIATO VOTO 7

28 Giugno 2013

Ore 6.30. Anche stamattina c’è il sole… almeno per ora. Riprendiamo il nostro tour dirigendoci verso est. La prima sosta la facciamo al Ghiacciaio Solheimajokull una decina di chilometri dopo Skogar, ci si arriva con un breve e facile sterrato di sassi e sabbia nera. Il luogo è deserto, percorriamo un piccolo sentiero e ci troviamo di fronte ad una massa nera sormontata dal ghiaccio con il solo rumore dell’acqua dovuto allo scioglimento della neve. Molto bello, vale la deviazione. Proseguiamo in direzione di Vik fino ad arrivare ai faraglioni di Dyrholaey. Statisticamente questa zona è considerata la più piovosa d’Islanda ma oggi non è così e rimaniamo incantati dal blu del cielo e del mare che contrasta con la spiaggia nera di lava sminuzzata. Ci spostiamo di pochi chilometri verso Reynirshverfi sulla statale N. 215, poche casette dal tetto colorato, una chiesetta col suo piccolo cimitero e paesaggi verdeggianti tutto attorno. Scendiamo fino alla spiaggia dov’è situata una grande grotta circondata da rocce basaltiche. Stupendo! Ed eccoci arrivati nel piccolo villaggio di Vik dove c’è un po’ di vita….poca eh!…un supermercato, una banca, una stazione di servizio e una chiesetta con un piccolo cimitero dalla quale si ha una bella vista sul villaggio. Ci coglie all’improvviso un forte scroscio di pioggia, corriamo velocemente verso la nostra jeep ma dopo 5 minuti il sole ritorna a splendere!…..pazzeschi questi cambiamenti di tempo! Riprendiamo il ring fino al Ghiacciao Vatnajokull un immenso mare solido grande quanto la Corsica che nasconde al suo interno la bocca di un vulcano addormentato. Ci fermiamo nel bel fornito Centro Informazioni di Skaftafell vicino al quale parte un sentiero (un percorso ad anello di circa 1 ora) che porta ai piedi dello Skaftafellsjokull, un ramo secondario del Vatnajokull. Il ghiacciaio appare a tratti grigio a causa delle ceneri vulcaniche e i ghiacci sciogliendosi formano un piccolo lago….davvero spettacolare! A due chilometri dal Centro Informazioni uno sterrato termina in un altro ramo del grande ghiacciaio: lo Svinafellsjokull. Un panorama più bello dell’altro!

Proseguiamo lungo il ring fino ad arrivare al Lago Fjallsarlon un posto incantato di acque e ghiacci poco frequentato dai turisti mentre, poco più avanti, c’è la splendida Laguna di Jokulsarlon. Restiamo per alcuni secondi senza parole osservando migliaia di blocchi di ghiaccio bianchi e azzurri che galleggiano nell’acqua blu, passeggiamo lungo la riva e notiamo alcune foche che nuotano indisturbate. Il lago è collegato al mare da un canale naturale attraverso il quale scivolano gli iceberg dalle forme bizzarre. Sono passate le 19.00, c’è un bellissimo sole, restiamo ad ammirare questo spettacolo della natura che non crediamo possa esistere davvero! Arriviamo al nostro ostello, prendiamo posto nella camera assegnataci e prepariamo la nostra cena a base…sic!!….di pasta liofilizzata! Scambiamo quattro chiacchiere con una famiglia italiana, scriviamo qualche mail e… a domani!

Vagnsstaoir Hostel Vagnsstaðir Zona di Skaftafell http://www.hihostel.com/web/index.en.htm glacierjeeps@simnet.is Dormitorio, camera (piccola) con 3 letti a castello e bagno in comune, necessario il sacco a pelo. 6800 ISK Ostello abbastanza affollato, WIFI, cucina a disposizione CONSIGLIATO PER I PIU’ TEMERARI VOTO 6

29 Giugno 2013

Ore 6.00. Giornata di trasferimento verso i Fiordi orientali. La strada è lunga ma la giornata sembra promettere bene… c’è un bel sole! La prima sosta la facciano a Hofn per fare rifornimento di cibo e benzina dopo di chè proseguiamo per Djupivogur un villaggio dall’aspetto decisamente nordico adagiato attorno ad un piccolo porticciolo. La strada per arrivarci è molto panoramica e nonostante il forte vento che quasi ci impedisce di aprire le portiere della jeep, ci fermiamo diverse volte ad immortalare i meravigliosi paesaggi. La cosa che più ci stupisce è vedere come la natura di quest’isola cambi nel giro di qualche decina di chilometri. Si passa dai campi lavici e spiagge nere, ai prati verdeggianti con i cavalli al pascolo, fino ad un mare incredibilmente azzurro da una parte e i ghiacciai dall’altra. Arrivati a Berufjordur prendiamo la strada n. 939, una strada di montagna per lo più sterrata che ci permette di accorciare un po’ il tragitto e si collega con la N. 1 fino a Egilsstadir piccola ma popolata cittadina nella quale ci fermiamo per il solito “pranzo” a base di panini. La meta di oggi è Seydisfjordur situato ai piedi di un bellissimo fiordo. Facciamo il check in in ostello e una passeggiata tra le belle casette in legno che risalgono a inizio secolo passando davanti alla carinissima chiesetta azzurra simbolo della “città”. Percorriamo poi la sterrata che costeggia il fiordo fino a Skanales. Non riusciamo ad arrivare fino in fondo perchè troviamo un guado che non ci sentiamo di fare…così ci accontentiamo di ammirare questo bellissimo braccio di mare dal colore luminoso e dall’aspetto selvaggio. Ritorniamo in ostello e rivediamo l’impegnativa escursione che faremo domani. Ceniamo in una saletta con vista sul fiordo e ci addormentiamo con il sole ancora alto. Seydisfjordur Hostel Seyðisfjörður seydisfjordur@hostel.is Camera doppia slepping bag 10.000 ISK Ostello e camere bruttine come arredamento ma pulite, bagno pulito in comune, ben attrezzata la cucina, bella invece la zona living, personale disponibile. CONSIGLIATO VOTO 7

30 giugno 2013

Ore 6.00 ance oggi c’è il sole… woww… e si va al Vulcano Askjia! Riprendiamo la Strada N. 93 fino a Egilsstadir e il Ring fino alla N. 901 che percorriamo per una trentina di chilometri verso sud fino alla F905 che si congiunge con la F910. Più andiamo avanti e più diventa impegnativo guidare, i tratti pietrosi si alternano a quelli sabbiosi ma a ripagarci sono i paesaggi unici che attraversiamo e che ci “costringono” a continue tappe per fotografarli. Superiamo due guadi senza difficoltà anche se è difficile capire la loro profondità e questo ci mette un po’ d’ansia soprattutto perchè sappiamo che l’assicurazione non copre i danni provocati alle macchine durante l’attraversamento dei corsi d’acqua! Siamo in una zona vulcanica, le rocce sono nere e i paesaggi lunari! Intorno a noi il nulla, solo colate di lava, nevi perenni e neppure un albero…una natura che ci fa capire chi comanda! Arriviamo in un piccolo parcheggio, ci sono 3/4 jeep posteggiate molto più grandi della nostra, davanti a noi un sentiero innevato e un cartello sul quale c’è scritto che per arrivare al Cratere Viti bisogna proseguire a piedi per i prossimi 4,5 Km.. Purtroppo per noi è impossibile poterlo fare visto che c’è parecchia neve e 9 Km. tra andata e ritorno sono troppi sia per le nostre capacità sia per il troppo tempo necessario per percorrerli. Dobbiamo mettere in conto che è mezzogiorno, il cielo si è annuvolato e soffia un vento gelido, dobbiamo tornare indietro fino a Modrudalur per la notte e i guadi nel pomeriggio sono più alti rispetto al mattino. Probabilmente nei giorni scorsi ha nevicato e il sentiero non è stato pulito. A malincuore rinunciamo. Ripercorriamo la stessa strada dell’andata e una volta arrivati al primo guado notiamo subito che l’acqua è più blu, quindi più profonda. Guadiamo e con un po’ di apprensione arriviamo sulla riva opposta.

Secondo guardo: la corrente è più forte rispetto a quella del mattino, inoltre è molto più largo e a vista sembra anche lui più profondo! Panico, non ci sono jeep per un eventuale aiuto, scendiamo dalla macchina e cerchiamo di capire qual’è il punto meno profondo….. non abbiamo alternative: dobbiamo passarlo. La nostra Jimny entra in acqua e comincia ad arrancare, a metà strada prendiamo una pozza piuttosto profonda e veniamo sommersi da “un’onda” d’acqua che sbatte sul parabrezza coprendo il tetto della jeep, ma la grande Jimny va avanti imperterrita finchè non usciamo dall’acqua!… ce l’abbiamo fatta! Ci fermiamo un attimo e notiamo che l’acqua è arrivata a metà portiera….da ora in poi anche la strada sterrata più brutta ci sembrerà bellissima!

Arriviamo a Modrudalur verso le 16.00, piove e, come al solito, c’è un forte vento, la camera della guest house è pulita e in perfetto ordine, così come la cucina. Ci riposiamo un’oretta, poi usciamo a fare qualche foto. Modrudalur è un piccolissimo villaggio con una chiesa, una fattoria, un paio di casette col tetto di torba, un caffè/ristorante e un bel panorama sulle lontane creste dei vulcani…non c’è traccia invece della pompa di benzina segnalata sulla guida, probabilmente è stata sostituita da due cottages chiamati “Diesel” e “Benzine”. Piccola curiosità: la chiesetta risale al 1949 e fu costruita dal bisnonno del proprietario della g.h. in onore della moglie che morì giovane, nello stesso spirito con cui è stato costruito il Taj Mahal….ma i paragoni finiscono qui!

Fjalladyrd a Modrudalur sleeping bag 8.600 ISK Camere doppie pulitissime, bagno pulito in comune, cucina attrezzata, wi fi nel vicino ristorante/bar gestito dallo stesso proprietario. www.fjalladyrd.is fjalladyrd@fjalladyrd.is CONSIGLIATO VOTO 8

1° Luglio 2013

Ore 7.00. Piove, siamo senza benzina e il distributore più vicino è a 70 Km. da Modrudalur, almeno così ci hanno detto. L’itinerario di oggi prevede di arrivare fino a Husavik percorrendo la strada N. 864, ma siamo costretti a raggiungere Reykjahlid per fare il pieno e visto che annesso al distributore c’è un super facciamo anche rifornimento di cibo. Ritorniamo sul Ring e deviamo sulla strada F862, una delle tante sterrate che attraversano il paese, fino alla Cascata Dettifoss, la più grande d’Europa che vista con la pioggia ha un aspetto impressionante. Poco distante, la più piccola Selfoss, meno imponente ma molto scenografica. Proseguiamo fino al Canyon di Asbyrgi. C’è molta nebbia e piove a dirotto. Il Centro Visitatori fornisce la cartina dei vari sentieri da percorrere, ma, viste le condizioni meteo, sarebbe un’escursione inutile perchè immaginiamo sia difficile vedere qualcosa. Proseguiamo così sulla strada N. 85 con strapiombi sul mare da una parte e montagne innevate dall’altro fino a Husavik, un porto affacciato sui fiordi settentrionali carino per le sue casette colorate, ma soprattutto una tappa imperdibile per chi, come noi, vuole vedere le balene. Fortunatamente ha smesso di piovere, posteggiamo vicino al porto e acquistiamo presso l’agenzia Whale Watching North Sailing (www.northsailing.is per orari e prezzi) i biglietti per la tanto attesa escursione. Appena saliti in barca il personale ci fa indossare delle cerate (enormi) per ripararci dagli spruzzi e dal vento. Dopo circa un’ora di navigazione avvistiamo le tanto agognate megattere e riusciamo a immortalare i loro sbuffi e le grandi code che alzano prima di immergersi nelle acque profonde. E’ una forte emozione poter navigare a pochi metri da questi giganti del mare! L’escursione dura 3 ore e l’avvistamento è assicurato! Durante il ritorno apprezziamo molto la cioccolata calda e la ciambella gentilmente offerta dallo staff del peschereccio. Nel frattempo ha ricominciato a piovere e, visto che siamo ormai a fine giornata, non ci resta che raggiungere l’hotel nel quale pernotteremo. Storutjarnir Hotel Edda Doppia 10.200 ISK http://www.hoteledda.is/en/hotels/hotel-edda-storutjarnir Hotel confortevole con vista sulle montagne circostanti, un po’ isolato e distante da Husavik. Camera pulita, bagno in comune, letti comodissimi, possibilità di collegarsi a internet per 20 minuti gratuitamente. Annesso ristorante. Piscina all’aperto e vasca idromassaggio per i più coraggiosi. CONSIGLIATO VOTO 8

2 Luglio 2013

Ore 7.00. Pioviggina e le nuvole sono basse, ma speriamo sempre in un miglioramento del tempo. Oggi visiteremo la zona del Lago Myvatn partendo da Reykjahlid. La prima sosta la facciamo a Hverir: pozze di fango che borbottano, fumarole che emanano nuvole di vapori, solfatare. I colori del suolo sono incredibili, ci sono tracce di zolfo ovunque. ..uno spettacolo! Un po’ più avanti c’è la deviazione per la Centrale geotermica del Krafla con le sue due turbine da 30 megawatt che forniscono energia elettrica a buona parte dell’isola. Nel frattempo ha smesso di piovere e si sta schiarendo velocemente, oltrepassiamo la centrale e raggiungiamo Leirhnjukur, seguiamo un sentiero che parte dal posteggio e ci troviamo immersi in un vero paesaggio lunare….dalle pozze ribollenti dai vari colori alla colata di lava fuoriuscita dal vulcano nel 1984…un paesaggio che regala emozioni uniche! Ritorniamo al posteggio e proseguiamo ancora per qualche chilometro fino ad arrivare al Cratere Viti che ospita un lago dal colore verde intenso. Il panorama sul lago e sulla centrale è stupendo. Riprendiamo il Ring e a 2 Km a est di Reykjahlid ci fermiamo alle Grotte vulcaniche di Grjotagia piene di acqua limpidissima con una temperatura vicina ai 40 gradi. Raggiungiamo poi il posteggio ai piedi del Cratere Hverfjal nato circa 2.800 anni fa durante una breve ma potente eruzione e dopo esserci rifocillati con i soliti panini affrontiamo la salita sprofondando nella polvere di lava. Dopo mezz’ora circa abbiamo davanti a noi il cono perfetto del cratere e i bellissimi scorci del Lago Myvatn. Poco dopo ci fermiamo a Dimmuborgir, una distesa di rocce chiamate “castelli neri” che si sono formate circa 2000 anni fa a seguito di un eruzione vulcanica. All’entrata è esposta la cartina con 5 diversi itinerari, ne scegliamo uno e passeggiamo in mezzo a torri, archi e grotte dalle forme più bizzarre. Infine nei pressi di Skutustadir ammiriamo gli pseudo-crateri nati circa 2300 anni fa dalle esplosioni di vapore provocate dal contatto della lava sotterranea con l’acqua del lago. Quella di oggi è stata una giornata molto intensa, abbiamo avuto la netta percezione che la Terra è viva e che ogni chilometro di strada che abbiamo percorso si è sempre rivelato uno spettacolo indimenticabile. Raggiungiamo il campeggio nel quale pernotteremo, ci sistemiamo nella nostra “capannuccia” di legno e verso le 20.00 cuciniamo nell’ampia cucina a disposizione dei clienti la nostra cena.

Reykjahlid http://www.myvatnaccommodation.is info@myvatnaccomodation.is Piccole capanne in legno, sleeping bags, a 12000 ISK sia bagni che cucina sono un po’ distanti dalle capanne e il prezzo non è economico, ma in questa zona dormire costa parecchio. CONSIGLIATO VOTO 7

3 Luglio 2013

Ore 7.00. In questa giornata soleggiata e come al solito molto ventosa arriveremo fino a Reykir. La prima sosta la facciamo alle Cascate di Godafoss nelle quali, secondo la leggenda, sarebbero stati gettati gli idoli pagani quando gli islandesi si convertirono al cristianesimo. Le ammiriamo fermandoci nei vari punti d’osservazione e proseguiamo sul ring fino a incrociare la strada panoramica N. 835 che ci porta a Laufas costeggiando l’Eyjafjordur fino ad Akureyri e attraversando solitari tratti di costa e praterie dove indisturbati pascolano i bellissimi cavalli islandesi. Piccola sosta ad Akureyri, una cittadina molto carina con casette in legno dai giardini curati circondata da montagne sorprendentemente verdi. Proseguiamo verso nord fino ad arrivare a Siglufjordur, un gradevole borgo con un porticciolo e le solite casette variopinte. Essendo stato fino alla fine degli Anni ’60 il porto più importante per la pesca dell’aringa ci fermiamo a visitare l’interessante Museo (Sildarminjasafnid) una ricostruzione delle attività ittiche di qualche decennio fa, con tanto di peschereccio esposto al suo interno. Un’altra sosta la facciamo alla Fattoria di Glaumbaer, una delle più famose d’Islanda, dove ci sono alcune casette con i tetti di torba costruite agli inizi del ‘900. Arriviamo a Reykir nel tardo pomeriggio, il nostro ostello è posizionato nel fiordo di Hrútafjörður, prendiamo possesso della nostra camera e trascorriamo la serata in compagnia di alcuni italiani conosciuti all’arrivo.

Reykir Hostel Sæberg saeberg@hostel.is Posizionato su un bellissimo fiordo Camera doppia con un letto a castello 8.200 ISK Sleeping bags, bagno in comune, pulito CONSIGLIATO VOTO 8

4 Luglio 2013

Ore 7.00. Anche oggi è una bella giornata… in linea di massima fino ad ora il tempo è stato abbastanza clemente e non ha ostacolato più di tanto le nostre escursioni! Da Reykir arriviamo fino a Breidavik attraversando paesaggi stupendi e scarsamente popolati tanto che in circa 400 Km. non siamo riusciti a trovare un negozio per un rifornimento essenziale. I fiordi occidentali sono davvero una regione remota, dove si guida per diverso tempo senza incrociare nessuno, dove i pochi villaggi che incontriamo appaiono dimenticati da tutti tanto che ci chiediamo come gli abitanti di queste zone riescano a vivere così isolati, forse avranno dei mega congelatori per le provviste! Percorrere queste strade è un po’ laborioso non tanto per lo sterrato quanto perchè vanno percorse seguendone il perimetro e se capita di vedere un fiordo all’orizzonte si sa che bisognerà entrare nell’insenatura e poi percorrerlo fino alla punta. Dopo diverse ore così, arriviamo a Breidavik nella tarda mattinata, l’ostello si trova vicino ad un’immensa spiaggia, ha camere ben tenute e una cucina a disposizione per gli ospiti. Nel pomeriggio raggiungiamo le spiagge deserte di Raudisandur e di Hvallatur particolari e affascinanti per i loro colori che vanno dal rosso al rosa, un panorama quasi “caraibico” a due passi dal circolo polare artico! Ma il must della giornata è arrivare a Latrabjarg sulla punta più occidentale d’Europa dove sulle scogliere che superano anche i 500 metri di altezza, nidificano i pulcinella di mare e molte altre specie di uccelli marini. E’ divertente osservarli mentre si fanno trasportare dal vento per poi planare a qualche metro da noi mettendosi in posa per un click! La giornata volge al termine ripercorriamo la strada all’inverso e decidiamo di arrivare alla spiaggia dell’ostello attraverso un vicino sentiero, ma dopo pochi metri veniamo “assaliti” da numerosi stercorari probabilmente infastiditi dalla nostra presenza e intenti a proteggere i loro nidi. Abbiamo avuto l’impressione che ci volessero attaccare a colpi i becco e, un po’ “impauriti” dai loro schiamazzi e dalla loro audacia, ci defiliamo velocemente!

Breidavik www.breidavik.is breidavik@patro.is Camera doppia 9500 IKS cucina attrezzata, camere pulite, ristorante, WIFI CONSIGLIATO VOTO 8

5 Luglio 2013

Ore 8.00. Oggi “esploreremo” un’altra zona dei fiordi occidentali con tappa finale a Reykholar. Ma andiamo con ordine……partiamo un po’ più tardi del solito e raggiungiamo il paesino di Patreksfjordur, affacciato sull’omonimo fiordo e considerato la “metropoli” della regione (750 abitanti!). Finalmente dopo tanti chilometri lungo strade abbandonate da dio ritroviamo un po’ di movimento… un distributore di benzina, un bar e passando davanti all’immancabile piscina immortaliamo con uno scatto un signore coraggioso che nonostante i 2 gradi e il forte vento sta camminando a dorso nudo con addosso solo un paio di pantaloncini! Una strada interna ci permette di arrivare fino alla punta del bellissimo fiordo di Arnarfjordur….non vorrei ripetermi ma i paesaggi sono magnifici! Ritorniamo sulla strada N. 60 che ci porta vicino alle Cascate di Dynjandi a nostro avviso le più suggestive che abbiamo visto e dopo la consueta sosta ripercorriamo verso sud la stessa strada che ci porterà fino a Reykholar località in cui passeremo la notte.

Reykholar Guesthouse Álftaland sirry@alftaland.is steinar@alftaland.is Doppia Sleeping Bag Accomodation 10.600 ISK CONSIGLIATO VOTO 7

6 Luglio 2013

Ore 7.00. Partiamo di buon mattino verso la Penisola di Snaefellsnes, considerata non a torto una delle più belle d’Islanda. La prima “cittadina” che merita una sosta è Stykkisholmur il cui panorama lo si può ammirare salendo in cima alla parete rocciosa che domina il porto. Una strada interna ci porta a sud della penisola fino ad incontrare un angolo di Islanda incantevole come Arnarstapi dove le onde del mare si infrangono sulle falesie che ospitano tantissimi gabbiani con i loro nidi e Budir dove la classica chiesetta nera e un piccolo hotel di lusso fanno da cornice a distese di prati verdi e spiagge con blocchi di lava che arrivano fino al mare. Costeggiamo la strada panoramica fino a Grundarfjordur un piccolo borgo rannicchiato sull’omonimo fiordo dove ci fermeremo per la notte. E quella di stasera è una notte speciale perchè in questo periodo il sole si rifiuta di tramontare se non per qualche ora e allora a mezzanotte in punto esco dalla g.h. per immortalare uno splendido crepuscolo.

Grundarfjordur THE OLD POST OFFICE G.H Prenotato su Venere Doppia con bagno in comune 12.375 ISK Camere molto luminose e pulite, cucina con belle vetrate sul fiordo Wi Fi e pc a disposizione dei clienti. CONSIGLIATO VOTO 8

7 luglio 2013

Ore 8.00. Stamattina ce la prendiamo un po’ comoda, non abbiamo molti chilometri da percorrere, la meta finale è Akranes dove ci fermeremo per la notte. Dopo un’abbondante colazione ci dirigiamo verso Olafsvik una piccola cittadina non particolarmente interessante se non per la sua bakery che vende pane fresco e ottimi dolci e per la sua posizione perche sorge ai piedi dello Snaefellsjokull (“vulcano dal cappello di neve”) ricoperto dal ghiacciaio reso celebre da Giulio Verne nel suo racconto Viaggio al Centro della Terra. Poco dopo il paesino c’è uno sterrato abbastanza impegnativo (strada n. 570) che ci permette di avvicinarci al ghiacciaio. Il percorso è molto panoramico: distese di neve e pareti di ghiaccio alte circa 3 metri e molto strette in mezzo alle quali la nostra Jimny fatica a passare in quanto ci sono pozze d’acqua abbastanza profonde a causa dello scioglimento delle nevi. Ma una volta arrivati in cima si apre davanti a noi una lunga spiaggia dorata che sembra non finire mai mentre tutto attorno la neve ci avvolge nel suo silenzio. Arriviamo poi alla spiaggia di Djupalon dove ci sono ancora i resti di un peschereccio inglese che si arenò nel 1947. Da qui un sentiero che attraversa le scogliere laviche ci porta nella Baia di Dritvik, pioviggina, le forti onde si infrangono sulla lunga spiaggia nera e il cielo è coperto da nuvoloni minacciosi che rendono ancora più affascinante il panorama. Lasciamo la penisola di Snaefellsjokull e ci dirigiamo verso sud in direzione di Akranes, piove parecchio, ci fermiamo per i soliti rifornimenti e arriviamo con un tempo da lupi nella nostra accogliente guest house.

Akranes Guesthouse Moar Prenotato su www.booking.com Doppia con bagno in comune 55 euro Proprietaria molto disponibile, bella casa, cucina attrezzata, molto pulito CONSIGLIATO VOTO 9

8 Luglio 2013

Ore 7.00. Dopo aver trascorso il pomeriggio di ieri all’insegna del brutto tempo, oggi c’è un bel sole e ne approfittiamo per visitare la zona interna tra Borganes e Akranes. Poco prima di raggiungere il fiordo di Hvalfjordur prendiamo il tunnel (6 Km. 1000 ISK) che passa sotto al fiordo e arriviamo a Saubaer. Da qui alcune strade interne ci portano alle poco visitate Cascate di Hraunfossar e Barnafoss. La particolarità di queste cascate è quella di fuoriuscire dall’interno del terreno lavico formatosi dall’eruzione dei vulcani situati sotto al ghiacciaio Langjokull. A noi sono piaciute molto sia per la loro spettacolarità sia perchè sono le prime che riusciamo finalmente a vedere con uno splendido sole! Riprendiamo il tragitto verso sud fino ad arrivare a Reykjavik dove ci fermeremo un paio d’ore. Anche se povera di monumenti storici, ha uno charme tutto nordico, le sue basse case colorate sembrano essere state costruite con il Lego mentre lungo la via pedonale del centro i piccoli negozi vendono bellissimi articoli di lana di pecore islandesi doc e souvenir dai prezzi poco abbordabili. Apprezziamo i palazzi governativi che si affacciano attorno al laghetto popolato di papere e raggiungiamo la grande Hallgrimskirkja che con il suo aspetto severo domina la città vecchia dall’alto di una collinetta. Un po’ più lontano dal centro visitiamo il Perlan un grande serbatoio geotermico che un tempo alimentava la città. Nel 1991 fu trasformato in un edificio ultramoderno formato da sei enormi serbatoi rivestiti d’alluminio e da una cupola centrale di vetro e acciaio sotto la quale è allestito il Saga Museum dedicato alla storia del paese. A circa 10 Km a sud di Reykjavik c’è la cittadina di Hafnarfjordur un tempo chiamata “la città della lava” per i vasti campi lavici che la circondano. Approfittiamo dell’entrata gratuita per visitare due dei tre piccoli musei vicini all’Ufficio del Turismo. Il primo è il Museo di Hafnarfjordur nel quale sono esposte vecchie barche e attrezzi dei pescatori di un tempo, giocattoli e utensili da cucina che rievocano il passato della città. L’altro invece è un’antica casa borghese (Sivertsens Husid) ricostruita esattamente com’era tra il 1803 e il 1805. Siamo ormai a fine giornata e non ci resta che dirigerci verso Keflavik alla ricerca della guest house nella quale dormiremo stanotte. La troviamo con qualche difficoltà, ma niente paura gli islandesi sono molto disponibili a dare informazioni! La casa, nuova di zecca, è impeccabile così come il suo padrone ….la più bella nella quale abbiamo dormito.

Keflavik ACE GUESTHOUSE Vallaras 21 | Reykjanesbaer, Keflavik 260 Doppia con bagno (enorme con doccia e vasca) in comune 11.300 ISK Bellissima e pulitissima casa, molto ospitali i proprietari, cucina attrezzata e frigo fornitissimo, WI FI in camera SUPERCONSIGLIATO VOTO 10

9 Luglio 2013

Dopo tanto viaggiare in questo splendido paese è arrivato anche il giorno della partenza. Abbiamo ancora a disposizione una mezza giornata e la trascorreremo visitando quello che non abbiamo ancora visto della Penisola di Reykjanes. Prendiamo la strada in direzione Hafnir fino al Ponte tra i due Continenti (Bru milli heimsalfa) che dal punto di vista geologico separa l’Europa dall’America: la “frontiera” è indicata da un ponticello in ferro. Proseguiamo in mezzo a montagne imponenti da una parte e il mare dall’altra fino ad arrivare al Campo Geotermico di Seltun. Qui il vapore che esce dalla terra si mescola con lo zolfo tingendo le montagne di molti colori, camminiamo su passerelle di legno tra vapore e un forte odore di zolfo accompagnati dallo scoppiettante rumore delle bolle di fango. L’ultima tappa del nostro viaggio è sicuramente quella più famosa e turistica del paese: la Blue Lagoon, un’enorme piscina naturale circondata da campi di lava e riscaldata dalla vicina centrale geotermica ricca di silicio, minerali e micro alghe che rendono l’acqua di un azzurro intenso…..e dopo l’ennesima meraviglia percorriamo i pochi chilometri che ci separano dall’aeroporto consapevoli che tra poche ore dovremo riabituarci al caldo estivo, all’immancabile traffico e al solito caos milanese. Ciò che resterà impresso nella nostra mente saranno le solitudini, la scarsa presenza dell’uomo, gli spazi infiniti e una natura selvaggia ma estremamente varia e imprevedibile con la quale gli islandesi convivono con grande rispetto.



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