Fly & drive in Irlanda 2

Viaggio mozzafiato da Dublino a Dublino, con bimba di tre anni al seguito
Scritto da: gisella
fly & drive in irlanda 2
Partenza il: 12/08/2012
Ritorno il: 24/08/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €

12 AGOSTO MILANO – DUBLINO- KILKENNY

Il nostro volo Ryanair parte all’alba, alle 6.20 da Orio al Serio. Ciò significa che la notte che precede il nostro viaggio è molto breve, perché termina alle tre, quando ci svegliamo per raggiungere l’aeroporto. I miei fedeli compagni di viaggio sono, come sempre, Sergio, il mio consorte, e Dudi, la nostra bimba di tre anni. E’ così presto che in aeroporto non forniscono nemmeno alcolici, di cui Sergio ha bisogno per volare da quando (vedi reportage “Cuba in pullman, zaino in spalla”) nel 2004 siamo stati coinvolti in un incidente aereo. Il lato positivo della levataccia è che alle 8, ora locale, siamo già a Dublino. Ci mettiamo un po’ a capire come recuperare l’auto perché non afferriamo il concetto che in aeroporto NON c’è l’ufficio della Hertz (e delle più comune catene di autonoleggio), ma occorre attendere alla banchina dedicata il pullmino che ti ci accompagna. Così, perdiamo un po’ di tempo, facendo avanti e indietro sulla banchina degli autobus. Alla fine, grazie a diversi passanti gentilissimi, capiamo, prendiamo il pullmino, prendiamo la nostra auto e ci avventuriamo in direzione Kilkenny. Abbiamo deciso di lasciare Dublino come ultima tappa del nostro viaggio. La guida a sinistra mette subito alla prova i nostri nervi, tanto più che abbiamo noleggiato un seggiolino per auto per Dudi poco adatto e lei non vuole saperne di starci seduta! Ci fermiamo subito, dopo aver imboccato la Motorway nel giusto senso,in un autogrill dove facciamo colazione con le prime salsicce e polpette a base di patate… Buoni! Ci cimentiamo con il tipico accento irlandese che non è esattamente l’inglese british imparato a scuola. Io avrò serie difficoltà per tutto il viaggio a capire ciò che la gente del posto mi dice. Facciamo solo una breve sosta a Thomastown, grazioso paesino di cui mi colpiscono le facciate color pastello delle case e dei negozi e verso le 13 arriviamo a destinazione. Dall’Italia ho prenotato la prima notte a Stoneyford, un paesino a sud di Kilkenny. Il B&B; si chiama Oldtown Farmhouse ed è gestito da Mary, ottima padrona di casa, molto gentile e disponibile, che appena ci accoglie ci offre the e plumcake in veranda. Tratta la nostra piccola come una vera principessa. La camera a noi destinata è color lavanda, arredata in stile country, molto calda e accogliente con lenzuola morbidissime e soffici coperte. Ci riposiamo un po’ e poi partiamo alla volta di Kilkenny, che dista una dozzina di km. Il tempo non è male, ci saranno 15 gradi e le nuvole lasciano posto a qualche sprazzo di sole. Kilkenny è una caratteristica e pulita cittadina attraversata dal fiume Nore, il cui cuore è il castello vittoriano, circondato da un parco immenso dove la gente corre, prende il sole o passeggia tranquillamente. Scopriamo, in un angolo del parco, un bellissimo parco giochi dove la nostra piccola si divertirà un mondo e sperimenterà dei giochi mai visti in Italia. Vicino a High Street, la via principale di negozi e palazzi d’epoca, ci fermiamo a mangiare in un pub, dove gustiamo il nostro primissimo fish and chips di questo viaggio, accompagnato da crema di piselli e salsine accattivanti…. Buono! Il tutto accompagnato da un’ottima Guinness.

Dall’altra parte della strada, in un altro locale, nonostante siano si e no le sette di pomeriggio, un complesso suona musica blues e rimango molto colpita da una decina di coppie che ballano scatenate quelli che definirei balli tradizionali (insomma, i balli in cui vediamo esibirsi le nostre zie ai matrimoni!). Il tutto dà un’aria molto leggera e gioiosa a questo nostro pomeriggio e l’unico motivo per cui non ci addentriamo anche noi nel locale è per rispetto della nostra bimba. Ascoltiamo la musica dal marciapiede e sorridiamo. Dudi azzarda qualche passo di danza… Ancora un giro per il centro, una sosta al supermercato… dove acquistiamo qualche genere alimentare da tenere in macchina per gli spostamenti e dell’acqua (che troviamo piuttosto cara) e poi rincasiamo. Io non ho portato con me i riferimenti del nostro Bed &Breakfast…; sarà un po’ per la stanchezza, un po’ per il fatto che comincia a calare la notte, un po’ per il nervosismo della guida a sinistra… Sono colta da amnesia totale e non ricordo né la strada, né il nome del paese. Vaghiamo in macchina per le campagne senza raccapezzarci! La lite è assicurata! Fortunatamente a un certo punto una vecchina che mi sembra quasi mia nonna mi dà conforto, chiedendomi il nome della proprietaria (quello sì, me lo ricordo). Mi accarezza letteralmente, mi dice di non preoccuparmi e mi indica la strada. Arrivati all’Oldtown Farmhouse non ci resta che buttarci a letto…. E dire che Mary ci aveva addirittura lasciato una mappa disegnata a mano per non perderci! The Oldtown Farmhouse B&B; Di Mary Fitzgerald Thomastown- Kilkenny euro 70.

13 AGOSTO KILKENNY – KILLARNEY

Che cosa dire della colazione preparata da Mary? Non manca nulla e noi la Full Irish Breakfast la adoriamo davvero! Uova, bacon, salsicce, dei tortini in simil carne che non saprei come definire, una tortina di patate… Il tutto accompagnato da pane tostato, marmellata, burro, yogurt, cereali e frutta. La nostra prossima tappa è un paesino poco distante da Killarney e per raggiungerlo decidiamo di non seguire la via più diretta, ma di scendere verso sud, lambire la costa meridionale da Waterford a Cork, dove l’odore di salsedine caratteristico delle insenature dove la bassa marea lascia il posto a conformazioni acquitrinose ti entra nelle narici e non ti lascia più… A metà strada ci fermiamo ad acquistare l’occorrente per un veloce pranzo al sacco e lasciamo divertire la nostra piccola in un parco giochi trovato sulla strada. Nell’avvicinarci a Glenflesk sono colta dalla titubanza di aver sbagliato nella scelta di una locanda sulla strada, la Kerry Way Bar and Guesthouse le cui camere sono ubicate sopra l’unico pub del paesino. Ho prenotato dall’Italia, grazie a un’offerta su Booking che ci permette di pernottare e far colazione in tre al prezzo di 60€ a notte. La scelta si rivela, invece, azzeccata. E’ la tipica locanda su una strada provinciale dove gli avventori capitano per caso, ma che rappresenta per noi un’ottima sorpresa per la gentilezza dei gestori, la semplicità delle camere e l’ottima ristorazione del pub sottostante, Un pub autentico, non di quelli costruiti per i turisti, dove gli anziani del posto mangiano e trangugiano birra guardando la tv. Bellissimo. Nel tardo pomeriggio ci dirigiamo a Killarney, che è una cittadina moderna e turistica, zeppa di locali e negozi, dove acquistiamo i tipici cappelli di lana colorata per tutti e tre. Tutta l’area attorno a Killarney costituisce il Killarney National Park, un paesaggio montano bellissimo costellato di specchi d’acqua e natura incontaminata. Decidiamo di cenare al nostro pub, dove gustiamo l’ennesimo fish and chips a un prezzo decisamente abbordabile (12 euro) e un Irish Stew annaffiati da ottima birra. Notiamo che qui fa buio molto più tardi che da noi. Intorno alle 22 c’è ancora luce. Non troppo tardi imbocchiamo la rampa delle scale che ci porta alla nostra cameretta completamente di legno. The Kerry Way Bar and Guesthouse Glenflesk euro 60,00

14 AGOSTO KILLARNEY – DINGLE PENINSULA _ KILLARNEY

Anche qui la colazione è strepitosa, anche se meno curate che da Mary. Accanto al nostro tavolo fa colazione un gruppo di signori italiani che hanno fatto il giro inverso rispetto al nostro e che decantano la bellezza del Donegal e del Connemara. Ci siamo resi conto che la zona in cui ci troviamo è molto turistica e, per non spendere giorni in più nei paraggi decidiamo di visitare una sola delle due principali attrattive della zona, che sono il Ring of Kerry e la Dingle Peninsula. Optiamo per la seconda. La prima sosta è sulla spiaggia di Inch, una distesa di sabbia chiara che lascia spazio a un mare decisamente aspro in cui i ragazzini fanno surf. Camminiamo per una lunga ora sulla spiaggia, godendoci il vociare dei bambini e il verso dei gabbiani. Alle nostre spalle il verde delle dolci colline costellate da pecore e mucche crea una cornice suggestiva e difficile da rendere a parole, per l’intensità dei profumi e dei suoni tutt’intorno. Proseguiamo il nostro giro con la sabbia appiccicata ai piedi. La costa è bellissima: selvaggia ma allo stesso tempo pittoresca. A un certo punto la costa degrada e ci avviciniamo a Dingle, che si rivela un paesino di mare molto tranquillo anche se piuttosto turistico. Le case che si susseguono l’una all’altra hanno l’intonaco di colori vivaci o anche pastello. Ci fermiamo su un marciapiede ad ammirare e ascoltare un ragazzino che avrà si e no 10 anni che suona la chitarra e canta disinvolto. Sul mare blu del porticciolo galleggiano piccole imbarcazioni di pescatori e qua e là c’è qualche bancarella e baracchino che vende hot dog e fish and chips. La Dudi si è addormentata e noi ci gustiamo una birra e un fish and chips in uno di questi baracchini, dove scambiamo quattro chiacchiere con due ragazzi toscani che incontreremo anche più avanti nel nostro viaggio. Rientriamo percorrendo la strada da Tralee, anche questa molto suggestiva, ma non costiera e, di ritorno, ci fermiamo al Gap of Dunloe. A causa del brutto tempo che si stava avvicinando e anche della stanchezza dovuta ai molti km percorsi, ci siamo addentrati solo per qualche km. C’era un’ondata enorme di turisti che ci ha dissuasi dall’andare avanti, ma non escludo fosse una bellissima escursione. Qualche foto vicino ai cavalli e poi torniamo alla nostra locanda. Io e Dudi giochiamo nella vasca di sabbia destinata ai bambini con secchielli e palette. Poi saliamo in camera e ci prepariamo per la cena, sempre al pub di sotto. Questa sera mi dedico una gustosa soup of the day a base di funghi. Deliziosa. The Kerry way bar and guesthouse Glenflesh Killarney Euro 60.

15 AGOSTO KILLARNEY – DOOLIN

Oggi piove. Piove davvero tanto e decidiamo di affrontare uno spostamento lungo, almeno in termini di ore. Lasciamo la contea di Killarney per dirigerci verso quella di Clare. La meta che raggiungeremo nel pomeriggio, è Doolin. Naturalmente prima di partire non ci facciamo mancare la nostra full Irish Breakfast; dopodiché carichiamo la macchina e ci incamminiamo in direzione Limerick. Verso mezzogiorno facciamo una sosta a Ennis, graziosa e laboriosa cittadina attraversata da un fiume, dove girovaghiamo un po’ per le strade, facciamo una capatina all’ufficio turistico e alla fine ci rifugiamo in un pub per un caffè caldo. Fuori, infatti, piove ancora e la temperatura non è delle migliori. Noto che anche qui, come a Kilkenny e Killarney, abbondano i negozi dove un sacco di mercanzia di ogni genere è venduta a due euro. Come ci dicono, la crisi si fa sentire parecchio e i negozianti sono stati costretti ad abbassare i prezzi. Constato che nei supermercati, la maggior parte della catena Spar, i generi alimentari costano in media meno che da noi, eccezion fatta per la frutta e la verdura, che evidentemente importano da fuori. In questi giorni ci siamo affezionati a una sorta di prosciutto crudo un po’ più grasso e morbido rispetto al nostro, che gustiamo con il pane e che anche Dudi adora. Soltanto alla fine del viaggio constateremo che è l’affettato, un po’ diverso dal classico bacon anglosassone, che servono al mattino per colazione… Ecco perché era così grasso: per essere cucinato in padella senza un filo di olio! La sosta successiva la dedichiamo al castello di Dysert O’Dea, da noi soprannominato Castello della principessa della Luna, che per qualche euro a testa si può visitare fino alla cima. E’ un castello del 1400, niente di che, almeno rispetto alle meraviglie architettoniche ce ci offre il nostro paese, ma ammetto che è ben valorizzato. A questo punto proseguiamo per Doolin senza più fermarci e quando arriviamo, nel primo pomeriggio, rimango piacevolmente colpita dalla particolarità del paesaggio. Lunghe distese di verde, dolci colline che degradano verso il mare, un profumo di salsedine che si avverte appena, l’aria pulita e frizzante e qualche casetta solitaria che spunta qua e là. Insieme a Dingle, questo è il primo fra i posti visitati che mi colpisce e che tengo nei miei pensieri. All’ufficio del turismo ci suggeriscono un B&b; che rimane ancora oggi nel nostro cuore: The Dunroman House… La proprietaria, Martina, è deliziosa. La classica donna irlandese fisica e diretta nei modi, capelli rossi corti e pelle chiara, che fa subito amicizia con Dudi, cantandole filastrocche irish e coccolandosela. Le mostra anche un cavallo a dondolo che tiene in veranda e dove la piccola trascorrerà diverse mezz’ore… Dopo aver preso possesso della camera ed esserci riposati un po’, decidiamo di dirigerci verso le Cliffs of Moher, che distano qualche km. In realtà avevamo pianificato la visita per domani, ma visto che il cielo si è aperto e filtra anche qualche raggio di sole… Ci incamminiamo. Lasciamo la macchina nel parcheggio e paghiamo 8 euro a testa per accedere al sito, dove ci aspetta uno spettacolo davvero suggestivo. Avevo letto diversi reportage e tanti contributi sulle guide turistiche e, a dir la verità, mi sembrava quasi di esserci già stata. Ma quando sei lì, lo spettacolo è davvero suggestivo perché realizzi che la forza della natura è ancora ciò che riesce a sorprenderti, al di là di qualsiasi costruzione umana. Le scogliere scoscese che si gettano nel mare sono uno spettacolo reso ancor più affascinante dal vento che soffia con una forza indescrivibile. A tratti ho dovuto stringere la bimba a me perché mi sembrava quasi potesse volare via! Non oso immaginare come potesse essere travolgente la visita alle Cliffs quando ai tempi non c’erano ancora i parapetti di protezione! Il kee way è d’obbligo perché da un momento all’altro può cominciare a piovere. Infatti, mentre noi tre siamo arrivati in cima e stiamo ammirando la forza della natura (ci troviamo sul lato di destra, quello più a strapiombo sul mare) comincia a piovere! Tiriamo su i cappucci e torniamo alla macchina. Il vento e i raggi del sole di poco fa ci hanno bruciato la pelle e abbiamo assunto unbel colorito! Rientrati al nostro B&b; ci prepariamo per la nostra uscita serale. Andiamo al pub Mc Dermott’s dove gustiamo il nostro quotidiano fish and chips e chiacchieriamo con una coppia di italiani che ha una bimba come noi. Notiamo che i bambini nei pub bevono una bevanda rosso scuro che viene servita loro nei bicchieri della birra, così chiediamo a una coppia con due bimbi piccoli come si chiama. Loro ce lo scrivono su un foglietto: “blackcurrent” e da questa sera il blackcurrent diventa la bevanda preferita della Dudi! The Dunroman House B&B; di Martina Doolin euro 70.

16 AGOSTO DOOLIN – GALWAY – DOOLIN

La colazione di Martina è super e, oltre alla classica Irish Breakfast, stamattina gustiamo anche i classici Scones. Sergio chiede a Martina, che ha tutta l’aria di aver preparato la colazione con le sue mani, se ama cucinare. Dalla sua mimica facciale e dai gesti con cui accompagna la sua risposta capisco che non bisogna mai domandare a una donna del nord se ama cucinare: dedicare del tempo ai fornelli è una perdita di tempo! Lo fai perché gestisci un B&B; e non puoi esimerti dall’offrire agli ospiti quanto la cucina tradizionale del tuo paese offre… Ma cucinare è una gran scocciatura. Partiamo alla volta del Burren, una zona carsica dalla bellezza travolgente. Distese di roccia calcarea dove spunta qua e là un fiore dal colore giallo intenso, piccole pozzanghere dove ristagna l’acqua che non riesci a capire se è quella degli spruzzi del mare o quella che è scesa poco prima dal cielo, profumo di salsedine e onde di un mare scuro che creano una schiuma bianca che si infrange contro la costa. I prati verde arrivano fino al mare. La descrizione a parole, anche qui, non rende a pieno la sensazione di bellezza avvertita dai cinque sensi. Il vento ci scompiglia i capelli. Indossiamo i nostri cappelli di lana colorata acquistati a Killarney. Proseguiamo lungo la costa rallegrandoci che i pullman dei turisti giungono in direzione opposta e quindi non ci troviamo in coda a loro! Ci fermiamo alla spiaggia di Fanore, dove trascorriamo un’ora a passeggiare lungo la spiaggia di sabbia chiara. Gli scogli neri son ricoperti da una moltitudine di piccolissime cozze e patelle che mi ricordano i racconti di mia zia che, negli anni venti e in provincia di Salerno, quindi a migliaia di miglia da qui, staccava questi frutti di mare dagli scogli per mangiarli crudi con uno spruzzo di limone. Racconto questo aneddoto a Sergio e Dudi che si sorprendono a guardare questi molluschi da vicino e sorrido. Penso che sono felice. Alle nostre spalle le colline verdissime sono punteggiate da un’infinità di pecore e mucche che brucano erba. I prati sono delimitati da muretti bassi di pietra e le strade molto strette… Sostiamo nel paesino di Ballyvougan, dove facciamo incetta di cibo da sgranocchiare in macchina e dove Dudi sceglie un enorme cono gelato alla vaniglia ricoperto da quelle che la commesse chiama “hundred and thousand”, che sarebbero quei confettini colorati che anche da noi usiamo per decorare le torte. Proseguiamo verso Galway e quando arriviamo comincia a piovere. Parcheggiamo in centro in un autosilo e proseguiamo a piedi. L’ufficio del turismo è ben fornito e prendiamo diversi depliantes. Pensavo che Galway fosse più grande, mentre guardando la cartina realizziamo che la parte interessante la si gira tranquillamente a piedi. Smette di piovere e ci fermiamo ad ascoltare i musicisti che suonano per strada. La strada principale, pedonale, pullula di giovani che camminano e si intrattengono nei pub. L’atmosfera è molto allegra, le case basse e i negozi con le pareti colorate si susseguono in un arcobaleno di colori e ci sembra strano pensare che solo vent’anni fa questa era una città grigia, tristissima. La città degli addii, da cui a inizio ‘900 tanti irlandesi sono partiti per le Americhe. Pranziamo in un pub, sedendoci accanto a due vecchiette che si gustano la loro birra. Dudi dorme nel suo passeggino. La mia crowder soup ha un sapore eccezionale e me la gusto con il pane tostato che fa da accompagnamento. Non dedichiamo moltissimo tempo alla visita della città, anche perché la strada del ritorno è piuttosto lunga, quindi dopo aver girovagato ancora un po’ per le strade del centro, torniamo alla macchina e rincasiamo. Questa sera vogliamo ascoltare musica al pub Mc Dermoot’s di Doolin, quindi tornando a casa ci fermiamo a chieder fino a che ora è aperta la cucina. Purtroppo, quando arriviamo al pub non c’è nessun tavolo disponibile nella sala dove più tardi suoneranno e ci dobbiamo accontentare di un posto nella sala retrostante. Conveniva prenotare! Più tardi, quando i ragazzi cominceranno a suonare con i loro violini, chitarre e flauti, ci sposteremo di là e, accalcati in piedi fra gli avventori del pub, io e Dudi accenneremo anche qualche passo di danza. The Dunroman House B&B; di Martina Doolin euro 70.

17 AGOSTO DOOLIN – CONNEMARA – ROUNDSTONE

Questa mattina lasciamo Doolin e la simpatica Martina. La sua colazione è una delle migliori gustate fino a ora. Partiamo alla volta del Connemara, che ci hanno detto essere una delle regioni più affascinanti di Irlanda. Ho la sensazione, guardando fuori dal finestrino, che la parte più suggestiva del nostro viaggio, in termini di scenari e atmosfere, debba ancora arrivare. La strada che attraversa il cuore del Burren è circondata da un paesaggio brullo ma affascinante. CI fermiamo ad ammirare il Poulnabrone dolmen, che pare essere il monumento antico più fotografato d’Irlanda. Si erge al centro di una distesa rocciosa molto ampia e risale a 5000 anni fa. Ci fermiamo a Kinvara, dove avvistiamo l’unico mercato all’aria aperta notato durante il viaggio. E’ un piccolo mercato di liberi agricoltori e noi acquistiamo del formaggio di capra. La strada N 52 attraversa luoghi di una bellezza mozzafiato. Distese di verde, prevalentemente erba e cespugli bassi, punteggiate dell’ arancio e giallo dei fiori selvatici, macchie di erica e laghetti di acqua blu che si susseguono l’uno all’altro. Le pecore sono state contrassegnate dai pastori con delle macchie colorate sulla schiena e fa tenerezza vederle camminare stanche sul ciglio della strada. Alcune hanno il muso e zampe rosa, altre neri. A un certo punto realizziamo che l’acqua che vediamo non è più quella dei laghetti, ma è il mare che si insinua fra la terra rossastra. Bellissimo. Ci ritroviamo sulla costa. Stiamo per raggiungere Clifden, che avrebbe dovuto essere la nostra meta del giorno, ma quando attraversiamo il piccolo paese di Roundstone ne rimaniamo talmente affascinati, da fiondarci già dalla macchina alla ricerca di un B&b; vista mare! Tantissime piccole barche sono attraccate al molo e qualche isoletta spunta al largo. Il B&b; Island View ci ospiterà per la notte e la camera situata al piano superiore ci permetterà di ammirare il panorama davvero bello. Il proprietario, Maurice, è davvero disponibile e gentile. Usciamo a mangiare e solo adesso capiamo che i cafè, a differenza dei pub, non sono abilitati alla vendita di alcolici, quindi niente birra. Gustiamo hamburger e patatine e notiamo che, al tavolo accanto al nostro, sono seduti i due ragazzi toscani conosciuti a Dingle, Che coincidenza. Ci intratteniamo con loro scambiandoci pareri su quanto visto sino a ora. A questo punto andiamo a riposarci un po’ in camera… Per nostra sfortuna, uscendo per cena, ci rendiamo conto che in questa zona dell’Irlanda gli orari sono un po’ diversi. Non sono nemmeno le 20 e i pub non servono alcun cibo. In alternativa, occorre andare nei ristoranti, che servono prevalentemente pesce e frutti di mare, ma questi hanno solo posti prenotati e non accettano altre riservazioni (facciamo presente che siamo disposti ad aspettare che si liberi qualche tavolo…). Con grande disappunto ci dirigiamo verso il supermercato del paese e, con grande divertimento di Dudi, improvvisiamo un pic nic in camera a base di prosciutto crudo, fagioli in scatola, bibite zuccherate e patatine. Proviamo un po’ di nostalgia per la Kerry Way Guesthouse, la nostra locanda sulla strada dove abbiamo pernottato a Killarney. Lì non ci avrebbero mai negato un piatto caldo! Tornando in camera abbiamo notato che i principali pub e ristoranti erano destinati ai turisti, tranne uno dal nome un po’ improbabile che non ricordo più (ma aveva a che fare con la Giamaica) e che ci è piaciuto. Dopo il pic nic, quindi, ci dirigiamo lì. Scambiamo due chiacchiere con la gente del posto e Dudi è letteralmente rapita dal biliardo… Credo non ne abbia mai visto uno prima d’ora. Un ragazzino di nome Luke le concede qualche tiro e lei, emozionatissima, è molto orgogliosa di sé. Paghiamo, quindi, un’altra partita a Luke e chiacchieriamo con la sua mamma. Nel frattempo arrivano anche i musicisti. Sì, perché in ogni pub irlandese, la sera si suona.Una sigaretta fuori, sotto una leggera pioggia, e torniamo in camera. The Island’s Wiew B&B; di Maurice Roundstone euro 70.

18 AGOSTO ROUNDSTONE – SLIGO

Questa mattina io opto per la prima volta per una colazione non full irish. Mi sento molto gonfia e scelgo la colazione a base di frutta. Nel tavolo accanto al nostro, una famigliola di irlandesi chiacchiera allegramente e dopo poco attaccano bottone. Conoscono molto bene la situazione politica italiana e ci fanno un sacco di domande circa Berlusconi e Monti. Quando diciamo loro che siamo diretti in Donegal rimango molto colpita dal fatto che dicono di non esserci mai stati. Insomma, l’Irlanda non è poi csì vasta! Ne parlano, in ogni modo, con un senso di benevola superiorità, rimarcando che sono territori molto isolati e che quindi la gente è un po’ stramba. Si raccomandano con noi di far attenzione alla guida, poiché lassù guidano molto male ed è la zona che conta la maggior parte di incidenti stradali Salutiamo Maurice e partiamo, anche se lui ci tiene a mostrarci la cartina appesa al muro dicendoci di fermarci qualche km più avanti alla spiaggia denominata Dog’s Bay. Abbiamo letto sulla Lonely Planet che si tratta di una spiaggia molto bella e ci fermiamo. Essendo presto, siamo i primi a lasciare le nostre orme sulla sabbia di questa baia dai colori davvero caraibici, non fosse altro per il verde smeraldo dei prati tutt’intorno. Se l’acqua non fosse così gelida azzarderei un bagno, ma non ci riesco. Sergio si incammina alla perlustrazione della baia che è davvero vasta. Io e DUdi raccogliamo conchiglie e costruiamo castelli di sabbia col nostro secchiello e le palette. Il sole fa brillare i nostri capelli e i nostri occhi. Passiamo qui un paio d’ore, finchè i primi turisti cominciano ad arrivare. Risaliamo in macchina e proseguiamo il nostro viaggio in direzione Sligo. Passiamo per Leenane, che si trova sulla punta dell’insenatura che è poi l’unico fiordo d’Irlanda, che si insinua per 45 km nella terraferma. Il paesaggio è desolato e il paesino avvolto dalla nebbia. Proseguiamo. Facciamo una sosta a Westport, una delle cittadine più pulite e ordinate (forse troppo) d’Irlanda. La giornata è davvero bella. Passeggiamo lungo le strade e ci fermiamo a bere un tazzone di caffè in un bar. Dudi propone di fare un pic nic. Tempo di acquistare l’occorrente e dopo poco siamo in riva al ruscello, seduti su un muretto, a gustare i nostri sandwich al prosciutto (il tutto accompagnato, come sempre, dal nostro delizioso Blackcurrent!). Nonostante Westport sia davvero curata e ordinata, non è il genere di bellezza che ci colpisce, quindi proseguiamo il nostro viaggio per raggiungere Sligo nel primo pomeriggio. Anche qui un fiume attraversa la città e la zona centrale si snoda su una riva e sull’altra del fiume. Tantissima gente è seduta all’aperto, soprattutto ai tavolini dei pub a mangiare e chiacchierare. Anche qui imperversano i negozi di abbigliamento low cost e quelli del tipo “tutto a due euro”, dove io faccio sempre una capatina, incuriosita dalle più svariate mercanzie che si possono trovare. Chiediamo all’ufficio turistico una sistemazione in centro, per goderci al meglio l’atmosfera della sera e non prendere più l’auto. Ma rimaniamo colpiti dal fatto che in centro ci siano pochissimi hotel e tutti pieni. Neanche l’ombra, comunque di un B&b.; La cosa ci sembra strana, perché davvero in ogni paesino finora visto non hai che l’imbarazzo della scelta e i cartelli dei B&b; sono pressoché ovunque! Ci tocca fare qualche km a piedi per raggiungere la via che sulla guida è indicata come quella dove si concentrano la maggior parte dei B&b; di Sligo, Pearse Road. Siamo in una zona periferica non troppo bella, ma il centro è raggiungibile comunque a piedi. Alloggiamo all’Innisfree B&b; che è l’unico del viaggio che non mi sento di consigliare, soprattutto per l’aridità del proprietario, che ci mostra la casa, dove comunque lui non vive (io credo abiti nella casa accanto). Ci spiega frettolosamente che la colazione domattina sarà servita nella casa accanto e chiede subito i soldi cash dicendo: ”Se me li dai subito è meglio, così non ci pensiamo più”. La camera è poco curata e un po’ obsoleta, si capisce che in questo caso non si tratta di gente che ha fatto della gestione di un B&b; la sua ragione di vita e che non ama più di tanto avere ospiti fra i piedi. Nonostante tutto, a Dudi piace molto la moquette che, come in tutte le case visitate, ricopre la scala lunghissima che dal pian terreno conduce alle camere da letto al piano di sopra, e Sergio ne approfitta per preparare due bei the fumanti con il bollitore che sarà il primo acquisto che faremo quando torneremo in Italia! Ci riposiamo un po’ e, nel tardo pomeriggio, usciamo, spingendo il nostro instancabile passeggino che ci ha permesso di percorrere migliaia di km in giro per il mondo con la nostra piccola. In un quarto d’ora arriviamo in centro. Entriamo in un pub per cenare, anche se è ancora presto. Scegliamo il solito fish and chips. Fuori intanto scende una fitta pioggia che di lì a poco ci permette di ammirare un bellissimo arcobaleno! Eccitata dallo spettacolo dell’arcobaleno, dalla Guinnes bevuta e accaldata per via della brutta impressione che mi ha fatto il tizio del B&b; decido di acquistare alla macchinetta distributrice di sigarette che si trova nel pub un pacchetto di Marlboro Lights. Importo speso per un pacchetto 9 euro e 30 cents!!! Devo dire che Sligo non mi ha affascinato più di tanto, ma credo che l’impressione negativa sia condizionata molto dalla passeggiata in periferia verso il B&b; e dal gestore antipatico. Probabilmente se avessimo trovato una sistemazione in centro e goduto un po’ di più l’atmosfera serale della città, la mia opinione sarebbe diversa. Rincasiamo e guardiamo un po’ di tv prima di cadere addormentati. Innisfree B&B; Pearse Road Sligo euro 70.

19 AGOSTO SLIGO – DONEGAL – GLENCOLMCHILLE

L’avvilimento di ieri è mitigato dalla colazione comunque impeccabile e abbondante di questa mattina. Come da istruzioni ricevute, ci rechiamo nel B&b; accanto, il St Anne’s, dove una ragazza sudamericana ci apre la porta, salutando Dudi chiamandola Princesa! Dopo esserci rimpinzati per bene, partiamo in direzione Donegal. Ci stiamo dirigendo verso la regione più a nord del paese e io sono un po’ condizionata dalla descrizione ricevuta dalla famigliola incontrata a Roundstone. Vedendo la strada principale che da Sligo porta verso nord in direzione Donegal Town rimango un po’ perplessa e anche delusa perché mi aspettavo un paesaggio più bucolico, meno pianeggiante, con strade più strette e… Non è affatto così! Ciò che invece, più mi colpisce, è che rispetto ai primi giorni trascorsi nella zona a sud dell’isola, quassù il clima è, paradossalmente, più mite. Leggo che ciò è dovuto all’influenza della Corrente del Golfo. Le indicazioni stradali cominciano a essere scritte solo in gaelico. Quando arriviamo a Donegal Town è quasi mezzogiorno, Ci fermiamo a bere un caffè e riflettiamo sul da farsi. Ci fermiamo qui o proseguiamo? Il mio cuore mi suggerisce di proseguire lungo la costa. Ancora non ho visto la bellezza travolgente che ho letto essere tipica di questa terra e temo di rimanere delusa se ci dovessimo fermare qui. Proseguiamo lungo la costa verso nord e a un certo punto raggiungiamo Killybegs, dove le grida dei gabbiani e l’odore salmastro dell’oceano ci danno il benvenuto. Questo è uno dei porti di pesca più importanti di Irlanda, e lo si capisce dall’odore che aleggia nell’aria e dalle numerose imbarcazioni ormeggiate al porto. Killybegs, personalmente, mi mette una tristezza infinita. Spero di non essermi sbagliata nel trascinare i miei compagni di viaggio fino a quassù. Da Killibegs risaliamo il versante della collina e qui, finalmente, il paesaggio mi stupisce. Dall’alto ammiriamo una costa rocciosa e suggestiva. Il cielo, finalmente si è aperto e il cielo è di un azzurro bellissimo. Ci fermiamo a scattare qualche foto e due ragazze italiane mi confermano che il bello comincia proprio qui. La R 263 conduce a Carrick, che è la cittadina indicata su tutte le guide come possibile base per visitare la costa circostante e le rinomate Slieve League, le scogliere più alte d’Europa. Cominciamo a respirare un’atmosfera diversa. Qui hai proprio la sensazione di essere fuori dal mondo, l’isolamento si percepisce molto forte. Arrivati a Carrick, ma questo lo scopriremo soltanto dopo, perdiamo l’indicazione che ti manda a sinistra, verso le scogliere e noi proseguiamo, proseguiamo… La salita è infinita e a un certo punto la strada si trova a serpeggiare in un paesaggio sconfinato caratterizzato dalla presenza di grosse pecore che camminano pigramente fin sulla carreggiata, laghetti di acqua pulita, vegetazione bassa e cespugli morbidi di erica. Non si vede un solo albero. Il suolo, in parte roccioso, qua e là sembra spaccato, come se le zolle di terra fossero state sottoposte a degli strattoni. E’ uno dei paesaggi più belli ammirati dai miei occhi. Dudi si è addormentata e noi ci fermiamo a fumare una sigaretta in questo mare di niente, dove il color violetto dell’erica e dei cardi punteggia il verde circostante. In giro non c’è anima viva. Né case, né persone. Solo pecore. Ogni tanto passa una macchina di qualche turista. Qua e là si intravedono dei cumuli di torba e questo conferma che la mano dell’uomo allora è arrivata fin qui! Risaliamo in macchina e proseguiamo per diversi km in questo percorso surreale. A un certo punto la strada comincia a scendere verso il mare, anche se poco fa non avresti mai detto di essere vicino al mare, ma in alta montagna. La discesa è allietata da sprazzi di sole che bucano le nuvole. In basso vediamo la costa e una piccola valle verdeggiante dove si stende un piccolo villaggio. Deve essere Glencolmcille. Glencolmcille è un paesino di 220 anime che conta tre pub, una chiesa, un take away di fish and chips, un piccolo supermarket e un museo, il museo del folklore tradizionale irlandese. Ci fermiamo all’ufficio del turismo, convinti di poter proseguire da qui per le Slieve League e per valutare se, magari, prenotare qui una stanza per la notte. L’ufficio del turismo è uno stanzino con una scrivania e una sedia, sulla quale una signora sta lavorando a maglia e sembra del tutto disinteressata al suo lavoro come impiegata. E, però, molto gentile e si prodiga in descrizioni dei posti più suggestivi da visitare qui intorno. Capiamo che per raggiungere le scogliere non si può proseguire da qui seguendo la costa, come suggerirebbe la cartina a una prima occhiata, ma occorre ritornare a Carrick, che dista una dozzina di km. Il paese, però, ci attira; pensiamo sia proprio il posto dove trascorrere un paio di notti per visitare il Donegal e allora chiedo se in paese c’è la disponibilità di qualche pub che affitta anche camere. Con un sorriso la signora mi dice di sì, che proprio lì accanto il Roarty’s offre un servizio del genere. Chiedo ai miei compagni di pazientare ancora un attimo. Voglio vedere la camera e certo non coinvolgerli in un’avventura poco divertente! Entro nel pub, che di giorno è un po’ una di quelle nostre trattorie di paese dove i vecchietti si bevono il bianchetto e passano le ore, e chiedo alla cameriera se ha camere disponibili. Mi lascia una chiave e mi dice di salire al piano di sopra. Lo spettacolo che mi si para davanti agli occhi è incredibile: un corridoio che porta alle camere, arredate tutte con mobili di legno, una cucina comune attrezzata con ogni genere di utensile e una salotto enorme dove gli ospiti possono rilassarsi o guardare la televisione, come se fossero a casa propria, seduti sui diversi sofà di pelle. Non manca nulla. Il posto è davvero incredibile e rimaniamo sorpresi perché da fuori a questo posto non avresti dato due lire! Ci riposiamo un po’ e, per non perdere la mezza giornata che ci resta, decidiamo comunque di andare a vedere le scogliere. Tornando a Carrick assaporiamo ancora la bellezza selvaggia del posto e, finalmente imbocchiamo la strada giusta per le Slieve League che ci era sfuggita all’andata. Gli scenari sono incantevoli qui le secche della bassa marea hanno trasformato il paesaggio in una scena desolata dove le barchette dei pescatori rimangono in bilico appoggiate sulla terraferma. I fiori di un color giallo e arancio intenso fanno da contorno e rallegrano la scena, di per sé un po’ decadente. Proseguiamo e arriviamo a destinazione. L’ultimo tratto della strada, da percorrere in auto, è effettivamente un po’ tortuosa, ma pensavo peggio. Come avevo letto, vicino al parcheggio c’è una sbarra che si può tranquillamente alzare a mano per passare. Io credo che sia una sorta di deterrente a un eccessivo andirivieni delle auto. Qualcuno, in effetti azzarda la camminata a piedi (credo richieda almeno mezz’ora di cammino in salita), ma noi con bimba e brutto tempo in arrivo, optiamo per la salita in macchina. Non facciamo in tempo a parcheggiare in alto e ammirare la maestosità delle scogliere, che comincia a piovere e siamo costretti a rincasare. Torneremo domani. Tornati a Glencolmcille, facciamo un giro lungo la costa, sino ad arrivare a un punto dove dall’alto si ammira una splendida spiaggia di sabbia bianca e con mare turchese bellissimo. Questi sono i posti fra i più belli visti durante il viaggio e io me ne sono innamorata… Questa sera mangeremo del fish and chips di quello del take away del paese nella sala comune. Con grande sorpresa accendendo la tv troviamo in programmazione uno dei film preferiti dalla nostra piccola, ossia La carica dei 101. Up here it’s different (“Quassù è diverso”), così uno slogan usato in campo turistico e culturale descrive lapidariamente questa bizzarra e particolare contea. E come dargli torto! Collocato nel remoto nord-ovest irlandese, completamente circondato dall’Irlanda del Nord e collegato al resto della propria nazione soltanto da un piccolo lembo di terra costiero il Donegal è la più isolata regione d’Irlanda. Concludiamo la serata con una birra nel pub sottostante e poi io e la piccola andiamo a nanna. Sergio, si tratterrà ad ascoltare musica di sotto. Come sempre in questi cai, lascio a lui la penna per gli aspetti musicali…

La musica folk irlandese non è per tutti. Cerco, in questa mia descrizione, di mediare fra il mio ego di musicista e il ruolo di recensore di un viaggio. Cosa troverete nei pub? Innanzitutto l’offerta musicaale di Dublino è diversa, per atteggiamento, a quello che potete trovare nei pub dei piccoli centri. A Dublino l’offerta è vasta ma, soprattutto in Temple Bar, rivolta ai turisti. Nei pub dei paesi più piccoli c’è sempre un’intenzione di intrattenimento, ma preale l’occasione di convivio serale degli abitanti che non hanno tante opportunità di svago. E lì c’è la magia. Poi va a fortuna. E’ possibile inciampare in proposte sincere e di livello ovunque e ovunque in proposte per turisti. Chiaramente la musica irish si comprende meglio se accompagnata da una pinta di Guinness. Se le pinte aumentano, si comprendono di più anche i dettagli.. Roarty’s Glencolmchille euro 50.

20 AGOSTO GLENCOLMCHILLE – ARDARA- GLENCOLMCHILLE

Ieri pomeriggio abbiamo acquistato l’occorrente per preparare da noi una Irish breakfast e quindi stamattina mi cimento ai fornelli. Preparo uova, bacon, fagioli, pane tostato per i miei compagni e ci gustiamo un’ottima colazione insieme ad altri viaggiatori che dividono il tavolo con noi. Questa mattina abbiamo in programma di raggiungere Ardara, uno dei centri un po’ più animati della zona, centro del tessile ove abbondano i telai e di conseguenza i tweed e i maglioni di lana. La strada che imbocchiamo per raggiungerla, non quella principale e un po’ più grossa che faremo, invece, al ritorno, si snoda fra prati desolati abitati soltanto da pecore che camminano anche sulla carreggiata, distese di cespugli bassi e torba. Per far ridere Dudi ogni tanto ci fermiamo a chiedere le indicazioni a qualche pecora che, spaventata, corre via. Ardara è un paesino vivace dove forse la gente del posto trova un po’ più di vita… Insomma, ci sono negozi, banche, ristoranti e supermercati. Pranziamo da Nancy’s, un posto che consiglio assolutamente a chi si trovasse qui. Tavoloni in legno massiccio, pavimento in cotto e legno, atmosfera surreale… Sembra di tornare indietro nel tempo! La cucina è ottima, soprattutto i piatti a base di pesce. Il personale è davvero gentile. Noi ordiniamo un piatto a base di salmone affumicato e un altro che si rivela essere aringa. Entrambi molto gustosi. In un supermercato acquistiamo l’occorrente per una cena italiana a base di spaghetti che ci vogliamo concedere questa sera, visto che abbiamo la possibilità di usare la cucina. Nel pomeriggio, percorrendo la strada regionale che ci riporta in circa mezzora a Killybeg azzardiamo di nuovo l’escursione alle scogliere e questa volta riusciamo ad ammirarle nella loro bellezza. Le scogliere di Slieve Liegue sono più alte e altrettanto affascinanti delle Cliffs of Moher. Personalmente le ho trovate meno suggestive per questo motivo: le scogliere sono meno a picco rispetto alle Cliffs e non sono state create infrastrutture che permettano di ammirare lo spettacolo direttamente dall’alto. C’è anche meno vento rispetto alle Cliffs… Comunque anche qui provi l’intensa sensazione di stare in cima al mondo e di avere a che fare con una natura selvaggia, che decide lei quando te ne devi andare. Neanche a dirlo, infatti, comincia a piovere… Al ritorno ci fermiamo alla spiaggia di Glencolmcille, dove la cantante che ieri sera Sergio ha ammirato al pub sta facendo il bagno insieme a un’altra ragazza. L’acqua è molto fredda e poco invitante, almeno per noi, mentre lei ci dice che loro sono abituati a quelle temperature e che il bagno è stato ritemprante. Tentiamo anche di visitare il Glencolmcille Museum, quello dedicato al folklore irlandese, ma il poco tempo a disposizione prima della chiusura il fatto che la signora alla cassa non veda l’ora di tornarsene a casa ci fanno desistere. Rientrati al nostro pub, mi metto ai fornelli e, come sempre in questi casi, registro la curiosità degli altri viaggiatori nell’osservare come noi italiani dedichiamo ogni nostra attenzione nell’arte culinaria. Purtroppo quassù i nostri spaghetti, anche se preparati con ingredienti del tutto simili a quelli italiani, hanno un altro sapore. Più tardi scendiamo al pub e ci dedichiamo una bella serata a base di Guinnes e musica dal vivo. Chiacchieriamo con la gente del posto e l’impressione è che qui si sentano proprio su un altro pianeta rispetto a Dublino o a Cork. Dudi balla scatenata. La scena creerebbe quanto meno ilarità in Italia. Qui lei passa del tutto inosservata. Non so se il motivo è che di solito dopo le 21 i bambini al pub non sono ammessi, oppure perchéqui di bambini ne fanno talmente tanti da essere abituati ad averli fra i piedi! Roarty’s Glencolmchille euro 50.

21 AGOSTO GLENCOLMCHILLE – KELLS

Le nostre giornate a Glencolmchille sono terminate. Con una bella colazione home made salutiamo il Donegal. E’ la zona, insieme al Connemara, che mi è piaciuta di più e che porterò nei miei occhi per sempre. L’ultima nostra tappa sarà Dublino ma, per prendercela con comodo e non sottoporre Dudi, che è già bravissima, a ritmi serrati, decidiamo di fare una sosta intermedia (ma non sappiamo ancora dove…). All’altezza di Sligo sbagliamo strada e ci troviamo, anche se per un brevissimo tratto, in Ulster. Facciamo subito retromarcia, poiché la nostra assicurazione auto non comprende danni provocati o subiti in questa zona. Viaggiamo tutta la mattina e improvvisiamo un pic nic davanti a un autogrill. Decidiamo, infine, di fermarci a Kells. Il paesino non offre granchè ed è rinomato per il Book of Kells, oggi custodito nel Trinity College di Dublino. Dedichiamo il nostro pomeriggio a Dudi, che si diverte nel parco giochi del paese e troviamo sistemazione. Il B&b; si chiama Avalon ed è molto ben curato La proprietaria, Terry, è squisita. Notiamo che in questa zona c’è un’impronta più British, più austera, quasi. Sia nell’architettura, sia nel modo di fare della gente. Ci sentiamo così distanti dai posti e dalla gente del Donegal… Ci dedichiamo una cena a base di hamburger e andiamo a letto che fuori c’è ancor luce. Siamo stanchi e ci rendiamo conto che il nostro viaggio sta per finire… Avalon B&B; Kells euro 70.

22 AGOSTO KELLS – DUBLIN

La colazione di Terry ha dell’incredibile, più che altro per la cura dedicata ad ogni dettaglio. Il suo salotto ricorda quelli delle case inglesi, coni sevizi da the in porcellana, la finestra che dà sul giardino, il parquet e le mille cornici appoggiate qua e là. I compagni di viaggio incontrati nel pub di Glencolmchille ci hanno consigliato un B&b; nel centro di Dublino e chiediamo la cortesia a Terry di aiutarci con una telefonata a verificare la disponibilità e la possibilità di parcheggio. Lei si dimostra molto carina e prenota per noi. Già intorno alle 10.30 siamo a Dublino, che ci appare subito come una città di ampio respiro. Dopo tanti giorni trascorsi a girovagare per le campagne o intorno a piccoli paesi, respiro con piacere un po’ dell’aria nordeuropea di questa città. La receptionist del The Townhouse B&b; ci sta aspettando e ci indica il parcheggio a pagamento presso cui possiamo lasciare l’auto, che non toccheremo più per questi due giorni di permanenza in città. I prezzi sono abbordabili (80 euro a notte più colazione la doppia; la bimba non paga), si tratta di un Q-Parking, uno di quelli con i prezzi più abbordabili. Il B6b gode di una posizione ottima, a 5 minuti a piedi dal centro. Il rapporto qualità prezzo non è ottimo (80 euro a notte in doppia, colazione inclusa – la bimba non paga), ma rispetto alla media di Dublino ci può stare e la vicinanza al centro compensa la colazione accettabile e le stanze un po’ obsolete. Per contro, il personale è stato davvero molto disponibile e gentile. Peraltro dietro alla reception è ubicata una sala con pc con connessione a internet gratuita. Durante la giornata visitiamo a piedi quasi tutto il centro, benedicendo sempre il nostro passeggino che ci permette di trasportare la piccola anche se dorme. C’è un mucchio di gente lungo le strade, soprattutto giovani. Tanti suonano lungo le vie pedonali, soprattutto chitarre, ma anche violini o fisarmoniche. Mi colpisce, come peraltro ho già notato in tutta l’Irlanda, la quantità di dolci (soprattutto caramelle e lecca lecca) destinati ai bambini nei negozi e nei supermercati! Se vuoi fare felice un bimbetto e hai un paio di euro in mano, ti fiondi in un supermercato e vicino alle casse trovi ogni ben di dio! E’ un po’ l’equivalente delle nostre edicole con ogni genere di gadget a pochi euro del tipo: figurine, paciocchini, mini pony, tatuaggi, ecc… Temple Bar mi piace tantissimo, più delle vie dello shopping che ormai sono uguali in ogni grande città. La sera ceniamo al Oliver St. John Gogarty’s Pub, locale caratteristico e strutturato su più livelli. Arriviamo verso le 20 troviamo, al pian terreno, musica dal vivo con atmosfera incasinata. Cameriere che volano con dozzine di pinte sui vassoi e superaffollamento. Al piano superiore, musica country, sempre dal vivo, ambiente più tranquillo, con qualche cliente seduto al tavolo che sorseggia il suo drink. Al piano di sotto i bambini non sono ammessi (l’ho chiesto espressamente). Ma procedendo verso l’alto c’è una saletta fumatori e più su ancora il ristorante. Molto bello e caratteristico. L’atmosfera è molto intima, le travi in legno danno quel calore che magari da fuori non ti aspetti. Il fish and chips scelto da entrambi èfra i più gustosi e abbondanti mangiati in Irlanda. Qui i bimbi, anche piccoli, sono ammessi. Dudi gioca a dipingere le unghie del suo papà e io mi guardo intorno pensando che il viaggio è quasi finito e non c’è una sola cosa di tutto quello che abbiamo visto che lascerei in un altro viaggio! La notte al TownHouse B&b;, che alla fine più che un B6B è un discreto hotel dove è inclusa nel prezzo la colazione, è un po’ movimentata, nel senso che c’è un gran via vai di gente e poiché i pavimenti sono fatti di legno scricchiola un po’ tutto…Comunque riposiamo bene e siamo pronti a goderci l’ultima nostra giornata dublinese The Townhouse B&B; Gardener Street, Dublin euro 80.

23 AGOSTO DUBLIN

La sala colazioni del B&b; sa un po’ di mensa, con il bancone dove ordini quanto preferisci prima di deporlo sul tuo vassoio e sederti al tavolo. In ogni caso, la colazione non è male e noi ci rimpinziamo come al solito. Qui la full irish breakfast include anche i fagioli. Anche stamattina ci dedichiamo alla visita del centro, riservando buona parte della mattina al Green park, che si trova oltre la zona dello shopping e dove, oltre a bei prati verdi e laghetti, c’è un parco giochi che piace molto a Dudi. Trovo che anche la conformazione e giochi contenuti nei parchi per bambini ci dicano qualcosa dei diversi popoli. Qui in Irlanda, ovunque, non solo a Dublino, i parchi giochi sono spettacolari e con delle attrazioni che da noi in Italia non troveresti mai! Mi spiego meglio: la mamma italiana gradisce che il suo bimbo si diverta, ma sempre nel massimo della sicurezza. Qui no. Il bambino si deve divertire, ma deve anche sapersela cavare ed essere un po’ intrepido. Lo capisci dagli scivoli altissimi senza poggiamano dove nessuna mamma italiana lascerebbe a cuor sereno il suo bambino senza stare subito sotto con le mani allungate verso il cielo per prenderlo qualora dovesse cadere. Alcune giostre ti provocano davvero il voltastomaco per la velocità dei giri che riescono a fare! Mi piace osservare i popoli anche attraverso questi dettagli. A Dublino noto che c’è più cosmopolitismo rispetto alle altre zone di Irlanda. Evidentemente qui c’è più lavoro e accorre gente di ogni nazionalità. Oltre al quartiere del Trinity College, ci piace molto la zona intorno al Castello che si estende sulla riva destra del fiume Liffey ed è la parte più antica della capitale irlandese. Oltre al castello vi si trovano numerosi monumenti antichi e edifici in mattoni arancioni. Ci fermiamo in un pub a bere una birra e lo spiacevole inconveniente dello smarrimento del ciuccio di Dudi mi fa fare un’altra riflessione sugli irlandesi. Già il primo giorno a Kilkenny avevo chiesto alla cameriera di un pub come si dicesse “Ciuccio” in inglese. Lei ci aveva pensato a lungo e poi aveva tergiversato. La cosa mi era parsa strana: chi di noi in Italia non conosce il nome di quell’aggeggio? In quel momento ho pensato che, evidentemente, i bambini irlandesi usano poco il ciuccio. Ne ho la conferma a Dublino, dove acquistare un ciuccio è davvero un’impresa! Alla fine, dopo aver girato diverse farmacie, ne troviamo uno! La sera, per non sbagliare, ceniamo ancora al Oliver St. John Gogarty’s Pub. Accanto a noi siedono cnque o sei donne che provengono da Argentina e Uruguay. Attacchiamo bottone e trascorriamo una piacevole serata. Torniamo al nostro B&b;: adesso è davvero ora di preparare le valige! The Townhouse B&B; Gardener Street, Dublin euro 80.

24 AGOSTO DUBLIN – MILANO

Ci concediamo ancora una passeggiata per il centro e poi ci avviamo verso l’aeroporto. Dobbiamo consegnare la macchina e preferiamo arrivare un po’ prima, anche perché oggi è prevista una grossa agitazione dei tassisti proprio nei pressi dell’aeroporto! Il viaggio è terminato, sono proprio felice di come sia andato e di come siamo riusciti a conciliare i bisogni di tutti e tre.

In questo viaggio c’è stato proprio tutto: divertimento, musica, natura, contatti umani, risate, coccole, freddo, caldo e anche qualche litigata! Sono contenta di aver pensato all’itinerario come un grande cerchio che si è sviluppato da Dublino in senso orario. Siccome i posti più suggestivi, per la nostra idea di bello, li abbiamo assaporati nella seconda metà del viaggio, se avessimo fatto il giro in senso inverso avremmo forse visitato più frettolosamente i posti alla fine rivelatisi i migliori, lasciando magari più spazio alle zone più turistiche del sud. Mi porto dentro tanti bellissimi scenari naturali e le espressioni e la parlata degli irlandesi, che rimangono sempre un popolo fiero e squisito.



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