Celticando qui e lì per L’Irlanda

30/07 Ho mal di pancia. Lo so non è la situazione di partenza ideale ma ho mal di pancia. Per questo vi do il primo consiglio del giorno per una buona vacanza in Irlanda. Consiglio del giorno: mai mangiare cinese a domicilio la sera prima di partire. Siamo all'aeroporto di Orio al Serio, sono le 10,14, e il nostro aereo tarda di 1h e 5...
Scritto da: Proudence
Partenza il: 30/07/2009
Ritorno il: 09/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
30/07 Ho mal di pancia. Lo so non è la situazione di partenza ideale ma ho mal di pancia. Per questo vi do il primo consiglio del giorno per una buona vacanza in Irlanda. Consiglio del giorno: mai mangiare cinese a domicilio la sera prima di partire. Siamo all’aeroporto di Orio al Serio, sono le 10,14, e il nostro aereo tarda di 1h e 5 minuti. Poco male, non avevamo avuto tempo di far colazione, ed io di cominciare a scrivere questo resoconto. Il titolo? Celticando qua e là per l’Irlanda, si, si può fare. Dunque, a parte la delusione costante di chi non impara mai che i menu colazione in areoporto sono una sòla, eccoci in partenza per Dublino. Vacanza fai da te di 10 giorni. Volo Ryanair da 130 euro A/R preso a Marzo. Oltre all’aereo ci siamo preoccupati come al solito di prendere solo il primo alloggio. Un college a Dublino che d’Estate affitta camere per turisti. Non ho idea di come sia riuscito a trovarlo a 15 euro a testa con bagno in camera. Lo abbiamo prenotato attraverso il sito della Tui, che già conosciamo per un minitour in Tunisia dell’anno scorso con un decente rapporto qualità-prezzo. Ma si sa, noi siamo viaggiatori che si adattano.. Il giro su internet comunque mi ha fatto intendere che non dormiremo con meno di 25 euro a testa in tutta l’Irlanda. Altra cosa prenotata da casa (non ancora pagata) è la macchina a noleggio che ritireremo a Dublino giorno 1, anche questa una novità visto che per la prima volta abbiamo utilizzato un motore di ricerca per compagnie di autonoleggio. Il sito si chiama economycarrentals.com ed immettendo i dati di riferimento ricerca la compagnia con il miglior rapporto qualità prezzo tra tutte quelle presenti sulla rete. Per il resto ci affideremo al mio portatilino da 9 pollici che ci seguirà in questa avventura fornendoci ove possibile gli alloggi, i pub e tutto ciò che potrebbe servirci, oltre ad aver l’onore di prendere il posto di retro di ricevute e fogli vari recuperati e mai arrivati assieme a casa. Probabile che quest’anno il nostro resoconto sia completo. U_u Ultima informazione. Abbiamo una guida quest’anno, trovata l’ultimo giorno utile in una libreria della Giunti. Si chiama Irlanda ed è una guida della collana low cost proprio della Giunti, essenzialissima ma completa al prezzo di €11,90. Arrivati a Dublino, la navetta Terravision (biglietto acquistato in aereo a 7 euro) ci porta in centro città. Il nostro alloggio è centralissimo, lo raggiungiamo a piedi con facilità in meno di 10 minuti. Vale esattamente quanto l’abbiamo pagato, ma è ordinato e pulito, e noi sinceramente non chiediamo altro. Tra una cosa e l’altra ci riduciamo a mangiare alle 15,30 (che dato il cambio italiano sono le 16,30 italiane), non abbiamo troppa voglia di cercare per cui optiamo per Chick King, fast food di solo pollo. 21 euro per due menu abbastanza sostanziosi di panino, alette, fagioli in salsa e patate fritte con aceto e sale e la bibita. La nostra guida low cost per Dublino ci propone tre itinerari a piedi. Il primo ci mostra il trinity college, le case georgiane e tutti gli istituti con l’attributo “National”, quindi la National Gallery, la National Library ed il National museum. Il trinity è visitabile gratuitamente fino alla biblioteca antica che ospita il Book of Kell, primo manoscritto miniato riportante il vangelo, non lo vediamo perché ci chiedono 10 euro per accedere alla sala dove è conservato. In compenso dallo shop riusciamo a vedere la biblioteca posta al piano superiore, tantissimi libri in scaffali sottili e molto alti. Una bella visuale, sembra Hogwarts. Scarpiniamo per Grafton st, una delle due vie commerciali di Dublino. Consiglio del giorno, non lasciarsi fuorviare dall’inesistente senso della moda di Dublino, i negozi, con tutti i saldi (è periodo come in Italia) sono davvero carissimi per degli articoli, sopratutto di abbigliamento, che lasciano davvero a desiderare per noi abituati all’eleganza ed all’originalità colorata ma discreta. Meglio le scarpe, decisamente più trendy ed in proporzione meno care. Approfittiamo della mancanza di fame e verso le 20,30 passiamo in alloggio, una rinfrescata, un cambio e siamo pronti per cena, noi si, il nostro stomaco probabilmente ancora no, ma ovunque su internet c’era scritto che si cena presto altrimenti i locali finiscono per servirti solo da bere. Informazione di servizio: non provate neanche a collegarvi su internet con le chiavette wifi acquistate in Italia, l’offerta più bassa (della TIM) si succhia 15 euro ogni 50 mega di accesso al giorno. Da raccapriccio. E per chiamare abolite il telefonino ed acquistate una international phone card, esistono da 5 e 10 euro, e durano 15 o 30 minuti di chiamata. 31/07 Oggi è la giornata dedicata alla visita completa di Dublino. Svegli di buon mattino, diciamo pronti intorno alle 09,30 evitiamo la colazione continentale disponibile a 5€ nel college e cerchiamo allegramente la full irish breakfast che abbiamo sognato per mesi. Consiglio del giorno: mangiate cornetto e cappuccino di primo mattino perché tanto la full breakfast non ve la servono prima delle 11. Ci credo che a pranzo gli irlandesi si accontentano di un sandwich, per l’ora del pasto saranno ancora pieni come uova. Noi non demordiamo, nonostante i super-mega-muffin delle caffetterie siano davvero invitanti, e decidiamo di comprare due bagel, ovviamente i più super-farciti che troviamo. La nostra meta sarà la Bagel factory, con un menu bagel + hot drink a € 5,50. Poi facciamo i turisti modello e torniamo al National Museum e la National Library, entrambi gratuiti. Nel primo ritroviamo reperti di varie epoche storiche, comprese delle pietre verticali affusolate dove sono incisi i fantastici Ogham, ovvero il primissimo alfabeto riconosciuto. La national library è molto bella ma siccome è ancora in piena funzione ci sembra abbastanza scortese passeggiare tra i banchetti monoposto mentre studiosi con tanto di occchialini leggono minuziosamente antichi testi. Tra l’altro sono presenti delle sale in cui è possibile consultare dei minivideo che riportano fedelmente testi tropo antichi da poter maneggiare. Una curiosità: nell’archivio computerizzato alla voce Joyce non c’è il grande James, il perché mi resterà per tutta la vita. Altro museo, l’unico che abbiamo pagato (€ 7,50) è il Writers Museum, un palazzo dedicato alla storia degli scrittori irlandesi con copie originali dei loro libri, oltre a effetti personali e appunti manoscritti, nei costo dell’entrata è compresa l’audio-guida in italiano che spiega passo passo tutto quello che c’è da vedere, riportando anche delle registrazioni dalla voce originale degli scrittori. Completata la parte letteraria cominciamo la parte turistico-religiosa, con la visita delle due chiese più grandi di Dublino. La St Patick Cathedral e la Christ Church, entrambe spettacolarmente gotiche hanno un bellissimo parco annesso, ma anche un biglietto di 6 euro per accedervi. Dalla biglietteria di entrambe ci rendiamo conto da quello che intravediamo proprio non vale la pena di pagare dei soldi, anche perché a differenza delle chiese cattoliche, quelle protestanti non godono di grandi opere pittoriche o scultoree, seguaci fino in fondo della semplicità ed alla povertà della religione. Consiglio del giorno: Valutare l’idea di diventare protestante. Si è fatto tardino, e lo stomaco finalmente comincia a brontolare, tra l’altro nel piazzale della chiesa, una decina di persone si godono il tepore di un sole timido mangiando di gusto da un cartoccio del bellissimo fish&chips. D’accordo, sarà anche il nostro pranzo. Ma credo ci sia andata male, il pub che proviamo, il Purty Kictchen, ce ne porta uno di merluzzo scarso e costosino, € 9,85. Cosa c’è di meglio che affogare la delusione in un grande magazzino con i saldi? Prima però andiamo a vedere se un’agenzia di viaggi riesce a mandarci all’isola di Man. Ne proviamo 3, e tutte ci indicano una certa PAB Agency in Abbey St. Lì però vogliono tirarci via 216 euro per un volo a/r che ci impiegherebbe due giorni. E’ un vero peccato, era un mio grosso desiderio mettere piede in quel paradiso dove ha vissuto ed ha operato la mente geniale di Gerald Gardner, e poter visitare il suo Witchcraft Museum. Non è così semplice come pensavamo, per cui rinunciamo. Ed ecco che i grandi magazzini con i saldi diventano indispensabili per cullare il mio desiderio infranto.. Scegliamo il Stephen Centre, nella traversa pedonale che da Crafton St porta al Mercer Court. Sembra una mega Standa, e davvero i saldi sono consistenti. Fino al 70%. Felicità. Piano piano si fa ora di cena e, per quanto né io né Nico abbiamo fame, entriamo da O’Neill a Temple Bar e ci facciamo traviare da un sherped pie e un seafood plate. Peccato che il secondo arriva dopo 40 minuti rispetto al primo. Buoni entrambi, una dozzina di euro a testa. Saranno le 22, ma noi ci sentiamo già stanchini e senza troppi complimenti decidiamo di tornare all’alloggio. 01/08 Questa mattina lasciamo Dublino, prima però dobbiamo andare a ritirare l’auto prenotata su internet. E qui abbiamo la prima arrabbiatura seria della vacanza. Ammettiamolo, io e Nico siamo dei viaggiatori adattabili e senza troppe pretese, ma se all’agenzia di car rental andiamo con un prenotazione di 217 euro e loro vogliono farci pagate 517 euro diventiamo incazzati neri. Perchè questo levitamento di prezzo? E’ presto detto: 1. Per andare in Irlanda del Nord pretendono la sottoscrizione di una assicurazione particolare di ulteriori 30 euro al giorno. 2. Esiste una cauzione da pagare di 100 euro che viene automaticamente riaccreditata in mancanza di danni alla macchina (e ovviamente i danni sulla macchina quando gliela riporti figurati se non te li trovano …) 3. l’agenzia non accetta i contanti e per le carte di credito visa electron prevedono una assicurazione ulteriore di ben 180 euro O_O Siamo davvero indignati, ma ormai la frittata è fatta. Dannato web che non si preoccupa di farci leggere tra le righe. Consiglio del giorno: andare all’agenzia di autonoleggio con un avvocato al seguito. Così la mattinata prosegue tra mutismo e delusione profonda, alimentati anche dal problema della guida a sinistra in un’auto con il volante a sinistra. Come ci si trova a guidare tutti rovesciati? Non ne ho idea: Nico è troppo nervoso per poter essere interpellato. Ancora scioccati dalla cosa decidiamo di risparmiare sulla colazione, sperando che in uno di queste mattinate riusciremo a mangiare una Irish breakfast, e anche sul pranzo, ci accontentiamo infatti di un kid’s pak da subway, mezzo sfilatino caldo ben condito, dolce e bibita per € 3 e giusto di fronte recuperiamo anche un consistente sacchetto di patatine sale ed aceto caldissime, tantissime per soli 2 euro. Et voilà, siamo sazi. Verso le 14 siamo a Naas, da cui prendiamo lo svincolo per Blessington, la guida dice che lì c’è Rosborough House, la più bella tenuta palladiana di proprietà di una famiglia che possiede una ricca collezione di dipinti di artisti olandesi e spagnoli. Arriviamo in pochissimo tempo, il panorama è davvero fantastico ed il complesso è molto ben tenuto, ma si paga anche per entrare e ci chiedono 10 euro. Ancora scottati dalla spesa imprevista dell’auto decidiamo per lasciar perdere e rifarci gli occhi (e per me, lo spirito) visitando il più pesante Dolmen europeo a qualche kilometro più giù, nella contea di Carlow. Questo si che è bellissimo. Situato in un campo verdissimo con assolutamente il nulla intorno, si raggiunge con una piccola e silenziosa passeggiata. E’ imponente e semplice, magnifico, ed energicamente spettacolare. Che sia una tomba o un punto di riferimento ancora nessuno ha capito come abbiano fatto 4000 anni fa ad alzare e trasportare un pezzo unico così grosso (sono 150 tonnellate). Sempre nella contea di Carlow visitiamo il Dukett Castle, da favola fuori, deludente dentro. Da una città all’altra passare in macchina è molto piacevole, l’Irlanda ha delle strade che seguono i saliscendi delle colline intorno alle città, così arriviamo a Kilkenny dopo un viaggetto per niente stressante. Apro una parentesi per il tempo in Irlanda. Ormai è chiaro, i saldi dei negozi sono provvidenziali, le magliette di cotone a maniche lunghe e gli infradito portati in valigia possono poco, anche se siamo in Agosto ke-way scarpe impermeabili e pantaloni lunghi sono indispensabili, io ne ho approfittato per acquistare anche un cappello e un paio di stivali di quelli con il pelouche dentro. Se non è ancora chiaro, la giornata è un tripudio di acquazzoni di meno un minuto e sole splendente, ma mai abbastanza caldo. Manco il tempo di aprire l’ombrello insomma che sei già zuppo … ma in cielo c’è il sole. Consiglio del giorno: La valigia và preparata come se si andasse in montagna. Vestiti a cipolla e all’evenienza felpotta. Dicevamo, arriviamo a Kilkenny e cerchiamo un B&B, proviamo a chiedere disponibilità sulla strada che precede la città ma 30 euro a testa ci sembrano tanti per essere così fuori zona, Così tentiamo nei molti pub che hanno le camere su. Ma qui non offrono la colazione, niente da fare. Troviamo un parcheggio e decidiamo di cercare qcs a piedi verso il centro del paese. Quando si apre la porta di un piccolo B&B davanti al nostro parcheggio mi affretto a chiedere. La signora non mi risponde ma mi fa cenno ansiosa di entrare in casa e mi chiede di scrivere il mio nome in una specie di libro degli ospiti, ancora èprima di sapere se mi fermo oppure no. Che comportamento strano, penso tra me me, ma poi capisco come mai questa fretta, ci chiede 30 euro con bagno in camera e colazione completa irlandese (ci spiega che il prezzo è altino perchè questo è un week end festivo per gli irlandesi), e vuole i soldi immediatamente per poterci dare la chiave. La fretta di farci entrare lontano da occhi indiscreti probabilmente era per il fatto che la transazione avviene senza alcuna registrazione o ricevuta. Furba la vecchina, anche per la violenza psicologica del farmi firmare prima di usufruire u_u. La stanza è minuscola ed il bagno non ha la finestra, c’è la moquette dappertutto (più negli alloggi che nei pub, a differenza di Londra). Coi affrettiamo a depositare le valigie ed andiamo in giro per kilkenny, tipica cittadina irlandese con pub e chiese gotiche ovunque. C’è anche un bellissimo castello con bellissimo ed immenso parco annesso, ovviamente a quest’ora (sono solo le 18) chiusi. Tenteremo la sorte domattina. Tra la miriade di localini, molti dei quali propongono dei menu scontati se si mangia entro le 18, scegliamo un pub molto carino ricavato da una grotta con pietra a vista. Due soup combos, ovvero zuppa del giorno e sandwich a piacere e due bibite ci vengono 22 euro. 02/08 Sono le 7 e qualcuno suona una chitarra proprio sotto la nostra finestra, non è fastidiosa, tanto che ci chiediamo se abbiamo cambiato la suoneria alla sveglia del cellulare. Oggi è il grande giorno, abbiamo la full irish breakfast! Tra l’altro non abbiamo chiesto alla signora a che ora sarebbe stata servita la colazione e temiamo che le 9 del mattino siamo troppo presto. Ma ci sbagliamo, scendiamo infatti le scale e la sentiamo smacchinare ai fornelli, e ci prepariamo psicologicamente alla breakfast. I tavolini sono molto apparecchiati, buon segno, un po’ meno la prima portata che si rivela essere una ciotolina di cornflackes e the o caffè. Consiglio del giorno: Non dire mai l’ultima parola per una irish full breakfast. Infatti la signora se ne torna in cucina e sentiamo friggere. E’ fatta. Si ripresenta con del pane tostato e del burro e un piatto con uovo, pancetta e salsicce. E fu il gaudio. Consumata con fierezza la nostra colazione lasciamo il b&b e visitiamo castello e parco annesso. Per entrare nelle sale del castello visitabili al momento, una stanza da letto, una sala da pranzo e la biblioteca ci chiedono 6 euro. Salutata Kilkenny partiamo alla volta di Cashel e Cahir. La prima è una rocca, Cahir è un castello. Il discorso è sempre lo stesso, gli edifici sono bellissimi, gli interni disintegrati da umidità e la mano di quell’intelligentone di Cromwell. Per il primo edificio abbiamo seguito un tour in inglese di una mezzoretta per 6 euro. Per il secondo non abbiamo creduto valesse la pena, soprattutto perché la guida cartacea ci dava delle indicazioni sufficienti. La colazione ci lascia senza fame ancora verso le 15 per cui ci accontentiamo di un sacchetto di chips con sale e aceto ed una potato cake, una specie di piccolo sformato fritto di patata pepe e formaggio. Parentesi culinaria sulle patate: le patate in Irlanda, oltre ad essere assieme ai cereali l’alimento fondamentale, sono di un tipo giallo poco farinoso e a pasta soda. Che andiate nei ristoranti o nei fast food o anche nelle catene è raro che le troviate surgelate, di solito sono assolutamente hand-made, cioè tagliate a pezzettoni grossi da fresche e fritte. Noi le troviamo molto più buone ovviamente. Chiudo parentesi e torno al viaggio, è arrivato il momento del famosissimo king of Kerry, un anello di strada che perimetra una delle penisole a sud ovest dell’Irlanda. Tutte le guide parlano di una passeggiata memorabile, panorami spettacolari, e vedute mozzafiato. Vi dirò, a parte il fatto che, come al solito piove, anzi oggi la pioggia è pure forte, la strada è stretta, trafficata da pullman turistici che pretendono di farti fermare ogni due metri, e il grigiore e la nebbia non ci permettono di goderne appieno, se aggiungiamo anche il fatto che con aeste condizioni, e l’impervietà del percorso e la guida a sinistra, non ci resta che abbandonare l’idea quando siamo arrivati al punto che ci interessava. Siamo al Druid’s Circle, a Kenmara. In pratica un parco di erba finissima dove 12 piccoli menhir si stagliano intorno ad un dolmen. Arriviamo che il sentiero è libero e silenzioso, ma quando arriviamo, sotto una pioggerellina stupida, al cerchio, vediamo due signore che avvolte in coperte e sedute con l’ombrello in mano se ne stanno beate sotto la pioggia a leggere qualcosa. Assurdo, la loro presenza non sembra avere alcun senso, se non quello di disturbare la visuale per le foto. Ma come per il primo dolmen, all’interno del circuito del Celticando anche questo ci sta troppo bene. Ceniamo in un fastfood che potrebbe essere parte di una catena ma anche no, e che per farmi andare in bagno mi fa attraversare delle salette dormitorio. Qui io prendo, udite udite, una de luxe pizza: formaggio filante, salame, mais, peperoni e cipolle. Il tutto copre così bene questa focaccetta rotonda fatta al momento che mi fa dimenticare che l’hanno chiamata pizza. Ingegnoso. Per dormire questa notte ci siamo affidati a tui.it ed abbiamo beccato un hotel della catena travelodge a Limerick, pulito e semplice, anche se un po’ fuori mano, a 20 euro a testa. Quando con un po’ di fatica arriviamo, constatiamo con gioia che proprio davanti c’è un fast food della catena Eddie Rocket, che avevamo già intravisto a Dublino, daremo al signor Eddie l’onore di servirci la nostra prossima full irish breakfast. 3/08 Sveglia di buon mattino per una doccia tranquilla in un bagno che non è troppo piccolo da non starci e siamo pronti per visitare il luogo per cui ci siamo fermati a dormire a Limerick, si chiama Craggaunowen, ed è un rifacimento stabile di un antico villaggio celtico. Il sito si trova sulla via per Ennis ed è sulla strada dove la nostra guida ci consiglia anche altri due siti, il Knappogue Castle e il Quin Abbey. Ma prima c’è Eddie che ci saluta dalla finestra tutto allegro e sorridente. Gli interni non hanno niente a che vedere con l’Irlanda, le panche rosse imbottite e le tavolate al centro ricordano piuttosto le locande che si trovano sulle vie americane, di quelle con la signorina che passa con la caraffa di caffè sciacquo. Due colazioni irlandesi complete, finora di gran lunga le più buone ed abbondanti, ci vengono 16 euro. Sarà un ricordo parecchio pittoresco. Prima di arrivare al villaggio ricostruito ci fermiamo a fare qualche foto al castello e indugiamo un po’ nell’abbazia, un’atmosfera da film: silenzio, tempo bigio, la chiesetta gotica diroccata e le tombe a vista con le croci celtiche. Arriviamo a Craggaunowen e ci accorgiamo che c’eravamo fatti un’idea assolutamente diverso da come si presenta. Avendolo scovato via internet in cerca di qualche caratteristica festa di Lughnasadh, ci aspettavamo qualcosa con festa e mercatini, ed invece paghiamo 9,30€ e ci ritroviamo catapultati davvero in un bosco ove sorge un piccolo villaggio, con gente in costume dell’epoca che lotta, scherza, cucina, fila… In silenzio, ma se ci avviciniamo sono tutti disponibili a spiegare e raccontare. Vediamo le case dell’era del bronzo, le palafitte sui ruscelli, il paiolo al centro, gente che lavora il legno, altri che aggiustano un carro.. E camminiamo da un posto all’altro immersi in uno splendido paesaggio di querce e noccioli. Bellissimo nella sua tranquillità e nel suo essere così stranamente poco folcloristico. Prossima tappa le scogliere del Clif of Moher, di passaggio però siamo passati ad Ennis, non saprei dire in realtà se fosse bella o meno perchè in giro oltre la pioggia non abbiamo visto un’anima ed i negozi e tutte le attività erano tutte chiuse. Poi abbiamo capito perché, ieri e oggi è bank holiday, probabilmente una festività nazionale. Ci siamo rifatti in un centro commerciale in un bar della catena B&B dove abbiamo pranzato alla grande. Ho mangiato il muffin più buono e goloso della mia vita. Muffin alla banana ricoperto da caramello mou e scaglie di cioccolato al latte, da bere cioccolata calda (che non è la nostra ciobar ma sembra più latte e nesquick) con marshmallows e panna montata. Il paradiso per un milione di calorie. Nico si accontenta di caffè americano e semplice ma potente muffin al mirtillo. Il cielo peggiora e la pioggia si infittisce, insieme a lei arriva prepotente anche la nebbia, motivo per cui abbandoniamo a cuore stretto l’idea di farci le clif of moher oggi, ci dirigiamo quindi verso Doolin dove cerchiamo un B&B. Qui c’è il porticciolo per andare alle isole Aran. E’ probabile che le signore si siano messe tutte d’accordo, perché ben 7 strutture ci chiedono 35 euro a testa che, non essendo le case in centro città ci sembrano care. Così accettiamo una camera senza colazione posta sopra un pub più verso il paese a 25€ senza colazione. Mentre depositiamo le valige e ci diamo una rinfrescata ci rendiamo conto che un timido sole si affaccia dalla finestra. E’ questione di un attimo, una rapida occhiata di consenso e ci precipitiamo alla macchina per raggiungere le scogliere. Ormai l’abbiamo capito, visitare al meglio l’Irlanda è questione di tempismo. Il parcheggio per accedere le scogliere costa 8 euro ogni auto, ma siccome sono le 19 ci vengono chiesti solo 5. Ci va ancora meglio con l’entrata alla panoramica, che costa 4,95 a testa. Dev’essere tardi, al botteghino non c’è nessuno. La vista è mozzafiato, ma la pioggerellina ricominciata ed il vento insistente rendono il tutto un tantino fastidioso. Consiglio del giorno: Godetevi le clifs nel tardo pomeriggio, tanto la luce c’è fino a tardi (almeno in agosto) e non dovete pagar per vedere un pezzo di natura. Torniamo quindi all’auto e ci dirigiamo verso Doolin dove ceniamo al famoso O’Connor. Tutto assolutamente delizioso, dalla zuppa di mare (niente a che vedere con il nostro brodetto, è una crema con pezzi di salmone e cozze che stringe il cuore), salmone affumicato e insalata e cioto0lona di cozze cotte nel latte, due bibite. Conto 39€. 04/08 Buongiorno Irlanda piovosa, oggi è il giorno delle Isole Aran, o meglio della Isola Aran, Irishmoore, che è la più piccola e la più vicina all’Irlanda, e che ci viene consigliata da tutti come un soddisfacente esempio di isola Aran. Con 20€ a persona facciamo tratta andata e ritorno, state attenti però quando vi danno gli orari, non allontanatevi troppo, sia all’andata che al ritorno la nostra è partita con ben 15 minuti di anticipo. L’isola è brulla e pochissimamente abitata, solo 300 persone ci vivono in pianta stabile e la metà di queste, quelle che oggi non lavorano, sono svaccate divise tra i due pub esistenti. A proposito, dovete avere molta pazienza perché quando partite per l’isola, alle 10, non potrete tornare indietro prima delle 14,15 quindi trovatevi qualcosa da fare,cosa che, oltre a passeggiare per le casette, il cimitero, e la piccola spiaggia sotto la pioggia, risulta molto difficile dato che gli unici negozi di souvenir sono chiusi. Dopo un paio di ore, dopo insomma aver passeggiato in lungo ed in largo ed aver pranzato in uno dei due pub (zuppa che vuole fare il verso a quella di Doolin ma che non ci riesce tropo bene, e delle salsiccette con patatine terribilmente surgelate, con bibite 18,80€) ce ne torniamo al porto in attesa e… Un pallido sole ci saluta dal mare. Gioia e tripudio! Ozio assoluto sul porto quindi è ciò che ci resta da fare fino a che la nostra barca non ci fa salire e riporta in Irlanda. Il viaggio in barca è stato molto piacevole, un po’ meno per chi soffre di mal di mare, visto che sembrava essere sulle giostre. Essendo oceano infatti le onde sono davvero alto anche quando c”è un tempo relativamente sereno. E quindi si viene allegramente sballonzolati qua e là per tutto il tragitto. Io l’ho trovato parecchio divertente, anche quando più volte abbiamo imbarcato un po’ di onde e tutti i nostri zaini si sono bagnati. Consiglio del giorno: mangiate poco prima dei tragitti, così non dovete cercare i ragazzini che vi diano i sacchetti per il vomito. Gita finita, siamo al porticciolo di Doolin, riprendiamo così la macchina e c rimettiamo in viaggio, prossima tappa: il territorio del Burren. Per strada ci fermiamo nei pressi di quella che secondo la nostra guida è la croce celtica più grande e decorata tra quelle ritrovate in Irlanda. Ma è visibile solo da lontano e non ci sembra niente di che. Molto più belle a nostro parere quelle più nuove che troviamo nei cimiterini dei paeselli che attraversiamo. Questo territorio è formato da immense distese di placche di pietra che, per la loro composizione e per la fertilità della terra che si nasconde tra le loro insenature, ospitano molteplici varietà di fiori, da quelli mediterranei alle specie alpine. Il paesaggio è davvero strano, tanto più che in mezzo ad una delle vallate si può vedere un altro Dolmen, anche più simile alla nostra idea di dolmen storico. Si tratta infatti di una serie di lastroni lisci che forma la tipica struttura a grotticella che si staglia in una distesa erbosa senza nient’altro attorno. Molto bello. Ultima tappa della giornata è Galway, una cittadina che tra le tante viste finora ci piace molto. Si sviluppa lungo i lati del Corrib. Ci piace l’atmosfera un po’ bohemienne, ci piacciono le zone pedonali tranquille e piene di bancarelle discrete e suonatori, e ci piace tantissimo mac dounagh, il fish & chips fresco ed espresso più buono che abbia mai mangiato. Per meno di 10 euro si può scegliere tra ben 7 tipi di pesce freschissimo con una super porzione di buonissime chips. Assolutamente da non perdere quello con il pesce affumicato. Una cosa spettacolare. Consiglio del giorno: non lasciatevi prendere dal “che cosa ci sarà dentro” dei fish & chips. Non ve ne pentirete. Per la strada di Galway troviamo anche un bed & breakfast che per 25 euro a persona ci offre colazione continentale. 05/07 Ci svegliamo con un pallido sole, sempre bello ricordarsi come sia il caldo. Oggi attraversiamo il Connemara per arrivare a Westport. Come il ring of Kerry, questa regione è molto paesaggistica e poco abitata. Con l’auto passiamo per costa e montagna, dune e collinette, circondati da pecore, mucche e pony tipici di queste parti. Al B&B leggiamo su un flyer del Brigit’s garden, un giardino paganeggiante tenuto da una associazione di volontari dove hanno ricreato un giardinetto per stagione, un percorso oghamico con i vari alberi e altre piccole ricreazioni. Quando arriviamo restiamo colpiti dal prezzo, per una cosa che ci aspettavamo fosse ad offerta libera per l’associazione ci chiedono 7,50 a testa. Ma credo ne valga proprio la pena. I piccoli giardini tematici sono bellissimi, il percorso oghamico spiegato nei minimi dettagli e molto suggestivo, ci sono anche delle sculture che si lasciano abbracciare dalla natura circostante ed un laghetto artificiale. Contenti della nostra deviazione ci rimettiamo in auto. Consiglio del giorno: Se avete abbastanza faccia tosta dite che 7,50€ sono Facciamo tappa a Casla dove una spiaggetta brilla bianchissima anche se si chiama Red strand, è infatti composta completamente di Corallo. Oggi pare che grazie al fortissimo vento la pioggia ci stia facendo la grazia. Ne approfittiamo e ci spostiamo verso i villaggi di pescatori, tra i quali scegliamo Roundstone, un po’ per il nome, un po’ perché c’è un parco dove lavora il costruttore di Bodran più bravo di tutta l’Irlanda. In effetti nel negozio è davvero possibile seguire il suo lavoro da dietro un vetro, ed in una saletta c’è una ragazzina che dipinge la pelle di capra con la pazienza e la precisione di una veterana. Nella struttura c’è anche una scuola per luitai. Essendo famoso per i frutti di mare, decidiamo di fermarci a mangiare qui, shownrock. In effetti è tutto davvero buono, il salmone affumicato servito sul pane bruno imburrato, la polpa di granchio con salsa di cetrioli, e anche la zuppa di mare. Con una bayles cheesecake e due bibite il conto è 31 euro. Il dopocena si dipinge di mistero, sia per Sligo che sulla strada che da lì porta a Enniskillen, la nostra prossima tappa non siamo in grado di beccare un B&B, stranissimo visto che da quando siamo in Irlanda ne spuntano come funghi ovunque sia nelle città che persino sulle statali o in aperta campagna. Per trovarne uno dobbiamo guidare per più di un’ora, cosa che ci porta a bussare a casa di questa signora, sperduta nel nulla totale, alle 21,30, tardissimo secondo gli standard dei B&B dove di solito chiudono la serata entro le 18. La signora comunque fa finta di non accorgersene, visto che ci invita gentilmente ad entrare e ci chiede 35 euro a persona per un camera molto carina in mansarda, ma senza bagno in camera. Addirittura nel listino appeso alla porta della camera, il thè che in ogni B&B si trova come gentile offerta con tutto il materiale per farlo comodamente da soli in camera, qui ci costerebbe 1 euro. Noi ce ne freghiamo altamente e, dato che non abbiamo cenato le chiediamo di averlo (ovviamente nonl o paghiamo) e lo facciamo nel tinello della casa. 06/08 Fuori c’è il sole, una bella doccia mattutina quindi non ce la toglie nessuno. La full irish breakfast ci viene servita in una veranda molto carina che da sul nulla ovviamente, e nel piatto, oltre alle solite salsiccette, l’uovo e bacon, fanno la sua comparsa anche porridge bianco e pomodoro, il tutto innaffiato da thè e succo d’arancia. Salutata la furba signora ci mettiamo in marcia per Enniskillen, la prima tappa nell’Irlanda del Nord. Essendo parte dell’UK, qui tutto gira con le sterline e cartelli stradali ed indicazioni sono nettamente diverse. Attenzione per chi noleggia l’auto, ricordo che la Thiefty ci ha chiesto 30 euro in più di assicurazione obbligatoria per addentrarci nell’EIRE, noi ovviamente con volto innocente abbiamo detto che non ci saremmo permessi di attraversare il confine. Prima di arrivare nella ridente cittadina, che sconsigliamo perché non c’è proprio nulla, veniamo attirati dalle indicazioni di un dolmen e cerchiamo di seguire la strada che ci porta in aperta campagna. Piovigina ma c’è il sole (…toh), e ben presto ci perdiamo per le strade mezze sterrate alla ricerca di sto benedetto tumulo. Non ci riusciamo a scovarlo ovviamente ma andiamo incontro al secondo imprevisto della vacanza, per fortuna preso parecchio a ridere. Ci si impantana la macchina nel fango nei pressi di un bosco isolato e assolato. Dopo un’ora di tentativi con ingolfamenti e pezzetti di legno alla Mc Gyver, ci rendiamo conto che non siamo giovani marmotte e ci prepariamo a scarpinare sotto il sole fino al villaggio vicino dove cercheremo aiuto. Ma la Dea ci assiste pure stavola e ci fa venire incontro un centauro campagnolo che si offre di accompagnare Nico a cercare un trattore per tirar su l’auto dal fango. Invece del trattore alla fine arriva un contadino divertitissimo che ridendo come un bambino ci traina l’auto fino allo sterrato. Non contento, sempre ridendo di gusto si offre di lavarci l’auto nella sua fattoria, acconsentiamo strabiliati e quando completa l’opera ci rifiuta anche i 10 euro con cui volevamo sdebitarci, pure una birra ci ha rifiutato. Sono strani questi Irlandesi. Consiglio del giorno: Imparare che “fango” in irlandese si dice “mud” e non flood, che significa alluvione. (sarà per questo che il tipo ha riso tutto il tempo???) Dopo questa breve parentesi bucolica arriviamo, con quasi 2 ore di ritardo, prima ad Enniskillen, poi in Donegal. La cittadina non è niente di che ma da qui, anche grazie ad un po’ di sole intermittente, si aprono i più bei panorami dell’Irlanda. Tra il territorio del Donegal e quello del The Rosses si susseguono scorci di mare, laghetti incantati, piccoli boschi fioriti e, il più bell’arcobaleno intero che io abbia mai visto in vita mia. Credo che sia il ricordo più bello che avrò dell’Irlanda. Non uno sciapo pezzetto slavato di colori nel cielo. Un vero e proprio arco colorato intero, con un inizio ed una fine al di là delle montagne, con i sette colori luminosi e ben divisi l’uno dall’altro. Da restare senza fiato, come se fosse ricostruito al computer. Non ci sono parole per descriverlo. Credo si debba vedere, almeno una volta nella vita. Consiglio del giorno: se vi capita il più bell’arcobaleno della vostra vita, fermatevi, uscite dalla macchina e sdraiatevi a vederlo ed a godervelo con calma, dato che se vi affannate per fare foto e video una volta a casa questi non renderanno manco la minima idea del miracolo a cui avete avuto la fortuna di assistere. Non meno importante, anche se passato in secondo piano, il Mount Errigal un monte a forma di montagna con tanto di cucuzzolo che sembra innevata anche se non lo è. In realtà il luccichio bianco che si intravede dalla strada che ci passa sotto è dovuto alla presenza di cristalli di quarzo su tutta la superficie della montagna, che riflettono il sole. Molto suggestivo. Restiamo un po’ nel paese di Donegal, il tempo di prenotare i prossimi due alloggi, questa sera in un hotel di Letterskenny, il Ramada Encore, molto centrale e preso last minute sempre su tui.it a 49 euro in due, e l’hostel di Belfast per domani sera, preso tramite booking.com a 19 euro a persona in doppia con bagni al piano. Arriviamo a Letterskenny intorno alle 20, buon orario per prendere la camera d’albergo, bellissima per quello che abbiamo pagato, e con accesso gratuito ad internet, ma un po’ tardi per cenare, i pub sono tutti chiusi e ci tocca tornare al Four Lantern (c’eravamo stati anche a pranzo a Donegal) Niente di che, un fast food, ma con cibo preparato al momento. 07/08 Buongiorno all’Irlanda fuori dalla finestra con un pallido e sole, ed ai miei nuovi 28 anni. Questa mattina passeremo da Dunnes per prendere qualcosa da mangiare a colazione e qualche cibaria tipica da riportare a casa, poi, passando per Derry entreremo nella costa nord. Apple tart e succo di mirtilli al naturale sono d’obbligo da portare a casa, così come anche un sacchetto di mirtilli essiccati per tentare di riproporre dolcini irish style in Italia. Ed una apple tart con succo d’arancia è la nostra colazione di oggi. Ci aspetta un bel po’ di strada oggi, arriveremo infatti fino a Belfast. La prima sosta è però Castlerock. Qui c’è un tempietto che si staglia da una scogliera sull’oceano. Possiamo entrare con l’auto fin sulla spiaggia sotto il Tempio, costruito rifacendosi al tempio di Vesta di Tivoli. Il tempio è carino ma la cosa spettacolare è proprio la distesa di sabbia ai suoi piedi. E’ sabbia bianca, pulita, desolata, e finissima, che tiene l’acqua fino a che non è satura, permettendo di camminare quasi sul pelo dell’acqua per molti metri prima di bagnarti. Un vero spettacolo naturale. Assolutamente da non perdere secondo noi. Seconda tappa della giornata sono le famose Giant Causey, una scogliera con annessa passeggiata che porta alle famose formazioni esagonali di roccia che secondo una leggenda, collegano l’Irlanda con la Scozia. Come per le Cliff of Moher queste sono pubblicizzate tantissimo in Italia, ma personalmente le trovo meno belle e imponenti di quanto facciano credere agenzie e depliants. Attenzione anche al parcheggio per accedervi, loro sono gratuite ma il parking del centro turistico da cui parte la passeggiata costa ben 7 sterline, poco più sotto ce n’è un altro 8quello della trenino) che prende 4 sterline. Tappa successiva il Rope Bridge, un ponte di corda sospeso nel vuoto attraverso il quale si accede ad un isolotto da cui c’è una bella vista. Anche questo è un po’ caro per ciò che è, costa 4 sterline a persona ed è molto più piccolo di quello che fanno pensare. Ma il panorama, se ancora resta del fiato, è molto suggestivo. Un’altra oretta ed arriviamo a Belfast, cittadina contraddittoria, con murales, edifici in rovina e pub tanto antichi da essere diventati musei viventi. Abbiamo apprezzato di più altre cittadine ma Belfast mi sembra pregna di tumulto, ha un’aria particolare. Festeggiamo il mio compleanno in un ristorante, per la prima volta in Irlanda. Due starters, un main course, ed un dolce con tanto di candelina 32,50£. Consiglio del giorno: se dovete festeggiare il vostro compleanno portatevi una candelina da casa che probabilmente sulla torta vi ficcano la candelona che serve quando va via la corrente. La passeggiata serale ci sembra come al solito un p’ triste dato che la città verso le 21 è già deserta. Così ce ne torniamo all’ostello. Spendo due parole su questo ostello, benchè le camere non abbiano niente a che vedere con quelle degli hotel o dei B&B, l’ambiente di un international youth hostel è comunque sempre da provare. In particolare questo al suo interno ha un grande e colorato salone comunitario, area pc, cucine e area pasti pulitissimi e molto attrezzati e c’è anche lavanderia, e games room. Insomma, se non fosse per il fatto che per noi fosse solo una tappa notte sarebbe stato divertente starci un po’ di più e magari scambiare due chiacchiere con ragazzi di tutte le età e nazionalità. 08/08 Ultimo giorno, approfittiamo per tornare in quel di Dublino e chiudere il giro. Oggi lasciamo in macchina la guida, parcheggiamo, e ci lasciamo trasportare dall’atmosfera dublinese, come dei girovaghi, da mattina a sera. Così ci fermiamo sul lungo fiume, commentiamo le limousine dei locali che girano in centro con ragazze all’interno che fanno festa, perdiamo ore ed ore a spulciare i millemila articoli del Carroll’s per gli ultimi souvenir e ricordini a parenti ed amici e solo quando scende la sera, non prima di aver visto il nostro unico tramonto, ci rimettiamo in macchina e ci dirigiamo verso l’aeroporto per capire in quale parcheggio dovremo lasciare l’auto noleggiata. In effetti l’aeroporto, ovviamente, è fuori città e, siccome l’aereo di domani partirà alle 6,30, pensiamo bene di evitare l’albergo e dormire in macchina nei pressi del parcheggio convenzionato, in modo da non spendere altri 60/70 euro per dormire soltanto 3 o 4 ore. Così, dopo aver trovato il parcheggio, quando il buio si fa cupo, scegliamo il nostro anfratto per la notte. Lo volete sapere? Ci addormentiamo davanti l’ingresso di un enorme cimitero. Un tocco goth ci voleva proprio per la nostra vacanza … Consiglio del giorno: Non fate rumore, “loro” potrebbero svegliarsi! 09/09 La sveglia suona che manco mi ero accorta di essermi addormentata. Sono le 4 e scendiamo mezzi raggrinziti dall’auto per sistemare le valige e riordinare e perlustrare l’auto. Impieghiamo un’oretta per fare tutte le cose per bene ed andiamo al parcheggio a lasciare la macchina. Dà lì, valigie pesantissime al seguito, una navetta gratuita ci porta all’aeroporto. Niente colazione, niente relax, la fila per imbarcare i bagagli è davvero immensa, e poi dobbiamo pure trovare il tempo per lasciare la busta con le chiavi del’auto ed i documenti in un posto non ben definito dell’autonoleggio all’interno dell’aeroporto. Tra riassembramenti vari di valigie per il troppo peso (abbiamo lasciato diverse lattine di guinnes nel cestino dell’aeroporto) e corse tra ufficio informazioni e sportelli di car rent, siamo pronti per salire sull’aereo che ci riporterà nella dolce Italia. Io mi addormento non appena allaccio la cintura, quello che succede nelle successive 2 ore e un po’ non ne ho idea. So solo che mi ha svegliato un dolce tepore mediterraneo, ed ho capito, la Dea la benedica, di essere tornata al mio clima ideale. Tutto il resto… È un racconto di viaggio! Proudence


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