Irlanda… una settimana, una vita

La terra da cui non vorrei mai partire
Scritto da: andrea70
Partenza il: 16/08/2013
Ritorno il: 25/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
La nostra seconda parte di vacanza prevede qualche giorno in Irlanda, per me un ritorno che ormai è quasi una consuetudine dato che ci sono già stato 7-8 volte, per Sandra l’occasione di vedere un pò di cose sfuggitele durante la sua prima e rapida esperienza irlandese.

16 Agosto

Il volo Aer Lingus da Edimburgo a Dublino atterra con qualche minuto di ritardo, fuori dall’aeroporto un bus carica i bagagli e ci porta al parcheggio della Hertz dove ci sono anche i vari desk. Ogni compagnia ha i suoi bus che portano i turisti alla rispettiva area di consegna dell’auto. Ci viene data una Ford Fiesta che ha l’aria parecchio vissuta, ma incrociamo le dita (domani scopriremo che non basta se l’auto è un catorcio…). All’aeroporto abbiamo incontrato Elly, Carlito, Vito e Maddy , appena arrivati dall’Italia, ci diamo appuntamento a Belfast per il tardo pomeriggio, loro hanno noleggiato con un’altra compagnia. Partiamo alla volta di Belfast che dista circa 180Km, il tratto ormai è quasi tutto di autostrada e si percorre rapidamente, in Irlanda il traffico è parecchio scorrevole tranne nel centro delle città più grandi dove comunque si circola bene. Arriviamo intorno alle 18 al Ravenhill B&B, che si rivela subito un’ottima scelta, vicino al centro, casa bellissima, proprietario ospitale e gentilissimo, camera davvero bella e tutto pulitissimo, bastano i superlativi ? Dopo esserci cambiati raggiungiamo i nostri amici in centro, preleviamo dei pounds da un bancomat, attenzione qui oltre alle sterline “ufficiali” che si trovano in tutto il Regno Unito, le banche tipo la Ulster Bank o la Danskhe, emettono queste sterling con il loro logo, che non sono una vera valuta anche se le potete tranquillamente spendere dovunque senza problemi. Sono delle “promesse di pagamento” quindi NON riportatele in Italia o farvele cambiare sarà dura perchè hanno validità solo in Irlanda del Nord, ci siamo accorti che qui nessuno fa caso alla distinzione e gli stessi bancomat ti danno indifferentemente le sterline tradizionali o queste, semplicemente dovendo scegliere spendete prima queste. Belfast è ormai una città molto moderna e vivace, qui ho il primo assaggio di come è cambiata l’atmosfera in Irlanda del Nord dalla prima volta che c’ero stato una ventina d’anni fa. Il centro è molto bello, siamo andati al Crown Bar che il pub più vecchio (e anche il più affollato) di Belfast, mentre i nostri amici stanno già cenando in quanto avevano saltato il pranzo noi facciamo un altro giro e poi finiamo in un bistrot per un fish & chips. Molto belle la Donegall Square e la City Hall (il Municipio) con grandi palazzi di architettura vittoriana e i giardinetti dove la gente si rilassa. Alla sera raggiungiamo i nostri amici alla casa che hanno affittato , è nientemeno che la ex casa del grande calciatore George Best, quella dove è cresciuto. Trattasi quindi di una sorta di casa-museo con un sacco di foto e cimeli esposti, due camere grandi utilizzabili dagli ospiti el acameretta di George quando era ragazzo utilizzata come contenitore di ricordi con la maglietta di Best stesa sul letto. Un bel viaggio nel passato, per gli sportivi una chicca mica male. Dopo una piacevole serata ci salutiamo dandoci magari appuntamento nei giorni successivi e torniamo al B&B.

17 Agosto

Poi dicono che il 17 non porta male… accendo l’auto alle 9 e dal vano motore arrivano rumori inquietanti e un bell’odore di gomma bruciata. Spengo apro il cofano e, per quelle che sono le mie limitatissime nozioni di meccanica, vedo al cinghia di didtribuzione ormai tagliata a metà che sbatte dovunque e slitta sulle carrucole. Che fortuna! Chiamo il numero di assistenza Hertz sul contratto e una gentile signorina cerca di convincermi ad andare in auto all’aeroporto per far vedere il problema perchè comunque sul cruscotto non si accendono luci di guasti. Alla fine la convinco che se faccio questi 15 Km che mi separano dall’aeroporto con l’auto in queste condizioni, la cinghia salta del tutto e poi di luci sul cruscotto ne avrà come su un albero di natale, più la testata del motore fusa magari… Dopo cirac un’ora arriva un mega-carro attrezzi che ci rimorchia all’international airport di Belfast, il tizio della Hertz non è stato avvertito (brava la ragazza…) e non ha auto per sostituirla. Fa una telefonata al City Airport e ci indirizza la in quanto entro un’ora ci cambieranno l’auto, lui in quel parcheggio non ha previsioni di rientri prima del tardo pomeriggio. Ovviamente Hertz ci rimborserà il taxi, come no! NON LO FA quindi occhio! Arrivati all’altro aeroporto la nostra odissea prevede, dopo altre due ore, un macabro tentativo di rifilarci una Micra con uno specchietto retrovisore distrutto e senza vetro quindi inutilizzabile. Quando mi infurio, pretendo al restituzione dei soldi se non hanno un’auto decente e via discorrendo il tizio mi fa accomodare di nuovo e intorno alle 15,30 (quindi ben 6 ore e passa dopo la mia segnalazione di guasto) mi consegnano una Ford Focus profondendosi in scuse , la più comune è ” se ho fuori tutte le auto cosa ti do?”. Mi chiedo : 1- Possibile che un colosso come Hertz non abbia auto di riserva se ha tutto il parco macchine impegnato, con quello che si fanno pagare ? 2- la tizia dell’assistenza Hertz non poteva verificare DOVE e QUANDO avrebbero avuto un’auto disponibile senza farmi giarare a vuoto lasciandomi in una sala d’attesa per ore ? A saperlo avrei messo i bagagli in un deposito all’aeroporto e avremmo fatto un giretto coi bus… Disservizio totale poi dicono di noi italiani… E’ talmente tardi che arriviamo all’esposizione sul Titanic dopo le 16, non ci sono ingressi disponibili fino alle 17,45 e noi dobbiamo assolutamente essere alla Tavern vicino alle Giant’s Causeway, dove abbiamo prenotato, entro sera. Rabbia su rabbia.

Ci accontentiamo di fare un giro tra i cantieri navali e nel mega centro costruito per ospitare la presentazione multimediale, quest’ultima ce la scordiamo. Preferiamo andare a vedere un pò ancora Belfast. La prima tappa è Sandy Row, un luogo di lealisti fedeli alla Gran Bretagna , i marciapiedi hanno i bordi con i colori blu bianco e rosso, Union Jack (la bandiera inglese) ovunque. Le mura sono piene di inquietanti murales che ricordano gli anni dei troubles. Tutto tranquillo, anche troppo, sinceramente è l’unico posto che mi è sembrato ancorato nel passato per quella sorta di tensione invisibile. Non è successo nulla e nessuno ci ha importunato sia chiaro, ma ci siamo sentiti di troppo, come se fossimo entrati in casa di qualcuno non invitati. Ci siamo spostati con l’auto in Divis Street, qui ci sono i murales della parte Repubblicana, poche auto, un silenzio quasi irreale, mura, cancelli e filo spinato, siamo a pochi km dal vivace centro di Belfast , ma sembra di stare in un altro paese. Abbiamo prenotato una Guest House sulla Causeway Coastal Road, vicino alle mitiche Giant’s Causeway. Ci mettiamo in marcia e le successive due ore sono un bellissimo viaggio sulla costa Nord irlandese, dove ad ogni curva il mare si staglia all’orizzonte mentre passi tra graziosi villaggi. Il tempo vola arriviamo alla Causeway Tavern B&B intorno alle 20, si tratta di un bellissimo pub che affitta anche delle camere al primo piano. Le camere sono piccole ma pulitissime e ben arredate. Andiamo a cena in paese a Bushmills e troviamo un piccolo ristorante al primo piano di un bell’edificio dove rifocillarci. A poche centinaia di metri c’è la fabbrica del famoso whiskey Bushmills, non essendo particolarmente appassionati soprassediamo e proseguiamo oltre.

18 Agosto

Per prima cosa colazione irlandese alla tavern poi andiamo al Carick-a-rede un ponte di corda sospeso a 30 metri di altezza tar due spuntoni di roccia. Non è un vero ponte tibetano in quanto la passerella ha assi di legno e la struttura da una certa idea di stabilità, almeno fino a quando non decido di attraversarlo tenendomi solo con la mano sinistra alla corda mentre con la destra scatto fotografie, non appena Sandra si approssima alle mie spalle (e magari anche qualcun altro) il ponte oscilla parecchio, metto rapidamente via la macchina fotografica e mi reggo bene fino all’ltra sponda, emozionante. Tanto che faccio un’altra passata una mezz’ora più tardi, cercate di arrivare presto o diventa una cosa meno bella, perchè alla seconda traversata c’erano orde di giapponesi in fila che passano in 20 alla volta sul ponte, si fermano a farsi fotografare e fanno avanti e indietro o peggio attraversano nella direzione contraria mentre voi state tornando (cosa vietatissima per ovvie ragioni di stabilità e ingombri), insomma un caos. Ci spostiamo verso le Giant’s Causeway che sono a pochi km, lo spettacolo è molto suggestivo con queste rocce basaltiche scure a forma esagonale o ottagonale, sembrano costruite dall’uomo ma sono un miracolo della natura. Una veloce arrampicata ci porta fino alle rocce che entrano nel mare, sul lato destro si staglia una scogliera. Le avevo già viste nel 2001 e non mi avevano fatto così tanta impressione forse perchè allora pioveva. Avendo letto la saga di libri di Martin ci incuriosiva la “strada del Re” utilizzata come scenario del telefilm, si trova una quindicina di Km a sud (Dark Hedges) , si tratta di una via lunga meno di un Km nella quale gli alberi ai lati della strada si sono incurvati fino a formare una sorta di tettoia naturale, lo spettacolo che ne deriva è estremamente affascinante, proprio da fiaba, gli alberi sembrano una creatura senziente che cerca di avvolgere il viaggiatore, mi immagino verso il tramonto quali sensazioni possa provocare, da brividi. Ci spostiamo al Dunluce Castle di cui sono rimaste solo le rovine a picco sul mare, bello ma la visita è rapida , passiamo per Mussenden Temple (altro luogo caro a Martin) , un piccolo monumento a forma circolare a downhill, si trova a picco sull’Atlantico. All’interno una ragazza suona delle melodie con l’arpa per ricreare l’atmosfera del tempo che fu. A Londonderry (attenzione se parlate con un irlandese del Nord la dovete chiamare così, con un irlandese dell’Eire invece sarà chiamata Derry) non abbiamo prenotato, ci rechiamo ad un B&B suggerito dalla Lonely, la signora non ha più stanze ma è straordinariamente gentile. Il cognato ha aperto da poco un B&B a pochi Km da li in territorio irlandese, gli telefona, si assicura che abbia una camera libera poi me lo passa e ci accordiamo di trovarci lungo il percorso in quanto mi dice che le indicazioni stradali per raggiungere il B&B non ci sono ancora. Però le sue indicazioni sono chiarissime e pochi minuti dopo ci troviamo sullo spiazzo di un distributore di carburanti, lo seguiamo fino ad una bellissima casa immersa tra il verde con cavallo che trotterella serenamente in un recinto e viene a salutarci quando scendiamo dall’auto, King è fantastico. Cosa dire, sia Mickey che la moglie sono fantastici, gentili, simpaticissimi, la stanza è una meraviglia al primo piano , una mansarda davvero ampia, è l’unica senza il bagno in camera ma questo si trova di fronte alla stanza ed è solo per noi quindi nessun problema. Anche il bagno grandissimo e pulitissimo. Ci sentiamo a casa, Mickey ci consiglia di sbrigarci ad andare a Derry (eh si qui siamo in Eire per circa 2Km…) perchè stasera c’è il festival di musica irlandese quindi sarà una bolgia. Facciamo una doccia e usciamo, parcheggiamo in un silos quasi completo senza difficoltà. Una delle cose che apprezzo dell’Irlanda è che le indicazioni per i parcheggi e le relative disponibilità sono chiare e praticamente ovunque, fantastico e utile. Mickey aveva ragione, i pub sono pieni, c’è una calca incredibile, Londonderry è bellissima, ha questo centro storico con alte mura che ricordavo vent’anni fa circa, sovrastato da una cortina di filo spinato con ronde armate a pattugliare le strade. Ora vedo gente felice e sembra di stare in un altro paese, probabilmente è così davvero. Ceniamo in un pub dove forse siamo gli unici sobri, attorno è festa, dovunque c’è musica , nei pubs , per le strade, la gente è agghindata in maniera agghiacciante ma si diverte, noi anche. Usciamo dal pub e facciamo un giro delle mura. C’è davvero una folla incredibile, comincio a notare un aspetto che mi ha sempre entusiasmato degli irlandesi, l’estrema tranquillità con cui si godono la festa e cercano di fare in modo che tutti possano farlo. Se c’è ressa e devi passare non serve spingere, chi si è appoggiato alla ringhiera e vede te con la macchina fotografica in mano si sposta un attimo e ti fa fare le foto… sbronzi in quantità industriale, ma nessuno che abbia cercato di rovinare la festa, forse perchè se qualcuno ci prova, qui gli fanno passare la voglia di rifarlo. Rientriamo al B&B tardi, nonostante il buio le indicazioni di Mickey ci permettono di arrivare senza problemi.

19 Agosto

Colazione con Mickey ed altri ospiti, il padrone di casa è un musicista che ha girato l’europa, parla un ottimo francese e se la cava anche con qualche parola di italiano ma ci capiamo meglio in inglese…salutiamo i nostri splendidi ospiti e King che viene a farsi accarezzare alla staccionata e andiamo a LondonDerry per un giretto più tranquillo , senza la calca della sera precedente. Anche qui c’è una parte coperta di murales, è la zona dove nel 1972 l’esercito britannico sparò sui rivoltosi che avevano occupato il quartiere uccidendo 14 persone. A pochi metri c’è il Bloody Sunday Museum, tenuto dal fratello di una delle vittime, oltre ad un’ampia documentazione fotografica e ritagli di giornali dell’epoca si possono vedere i filmati e d ascoltare le registrazioni audio dei momenti cruciali di quei tragici giorni, in sottofondo mi sembrava di sentire le note della straziante canzone degli U2 ispirata a questi fatti e mi sono venuti i brividi. Dall’altro lato della strada un monumento ricorda le vittime di quel Gennaio 1972. Sandra si riprende da tutto questo turbine di emozioni con un bel frappuccino da Starbucks, d’altronde a Belfast avevamo slatato la visita rituale e quindi niente tazza con la scritat della città, qui c’è, uff mi sentivo quasi in colpa… La nostra giornata di visite finisce qui perchè abbiamo previsto una tappa di puro trasferimento. Avendo già visto in passato sia il Donegal che il Connenmara, il sassoso Burren e la bellissima Galway, puntiamo su Ennis, dove abbiamo prenotato una guest house. Per la sera, da Internet ho prenotato una cena medievale al Knappogue castle. In Irlanda si può prenotare una cena di questo tipo anche al Bunratty Castle o al Dunguaire Castle, fatelo con almeno un paio di settimane di anticipo o rischiate di non trovare posto. Il viaggio è abbastanza lento, le strade sono in ottime condizioni ma sono tutte o quasi provinciali quindi max 95Km/h, doccia alla guest house e arriviamo al castello in orario. Il castello in se è carino, col suo ampio parco, niente di indimenticabile, però veniamo accolti da dame in costumi medievali che ci chiamano My Lord e My Lady. Ma quando mai! Si cena in un ampio salone su vari tavoloni di legno con lunghe panchecoem i vecchi cavalieri, qualche ospite viene travedstito da re. La cena in se non è niente di speciale come pietanze, ma è tutta la serata ad essere suggestiva. Dame , cantastorie e cavalieri si alternano su una specie di palchetto, antichi strumenti fanno risuonare le loro note, bellissimo. Molto divertente il siparietto con un ospite accusato di aver distolto lo sguardo dalla sua dama durante la cena, per guardare un’altra dama: viene costretto a cantare una vecchia canzone e devo dire che se la cava anche dignitosamente. I 55 € a testa spesi, sono sicuramente tanti per al cena in sè, ma tutto lo spettacolo e l’ambientazione valevano la spesa, ci siamo divertiti molto. Rientriamo alla guest house tardi una volta tanto.

20 Agosto

Esaurito il tappone di trasferimento oggi si va con calma (che nel nostro caso vuol dire comunque muoversi parecchio). La prima tappa sono le plendide Cliffs of Moher, già viste innumerevoli volte ma irrinunciabili, rispetto ai primi anni in cui venivo qui hanno costruito un autentico vistitor center. Ci sono negozi, una mostra interattiva ma soprattutto un percorso ben delineato con muretti di protezione, non ci si può più avvicinare al bordo delle scogliere come tanti anni fa, sicuramente ne hanno guadagnato in sicurezza ma un pò hanno perso in fascino, d’altronde è anche un modo per tutelare questa meraviglia della natura, oltre che impedire più o meno involontari tuffi nell’oceano. Il tempo è sereno, almeno stavolta non piove, nel 2009 pioveva a dirotto e mi sono fatto un bagno con gli spruzzi d’acqua dell’oceano buttati su dal vento, anche stavolta c’è una brezza freddina. Ci spostiamo verso il Villaggio di Bunratty, lì si trova l’omonimo castello (carino) e una ricostruzione di un villaggio medievale. Un pò artefatto ma di un certo impatto niente da dire, pranziamo in un pub dove gradisco parecchio lo stufato con la Guinnes (in pratica la carne è stata stufata con la famosa birra invece che con il vino), buonissimo e ovviamente la birra non ha lasciato traccia evidente nel sapore. Nel pomeriggio arriviamo a Kinsale, un bel paesino a sud di Cork, c’è il porto, ci sono le casette colorate, lasciamo i bagagli in un B&B appena fuori dal paese e ceniamo in un ristorante tipico dove mi abbuffo di pesce per l’ennesima volta.

21 Agosto

L’ultima volta che ero stato a Cork era una domenica pallida e uggiosa, parte della città era invasa da lavori in corso, non mi era piaciuta, ma sono sempre stato convinto che maltempo e lavori avessero influito sul mio giudizio. Così stamattina lasciamo la macchina in un parcheggio a pagamento in Cork e saliamo su uno dei bus scoperti che fanno il giro della città e consentono di salire e scendere a piacimento durante le varie tappe. Grande scelta, Cork è stata rimessa a nuovo , persino la zona industriale vicino al porto ha un suo fascino, certo non è la “Venezia del Nord” come avevo letto in una guida anni fa (capite perchè rimasi deluso?), chi lo sostiene non ha mai visto Venezia, però è una bella cittadina. Durante uno dei sali scendi dal bus ci fermiamo in un bel mercato coperto in un palazzo antico, all’interno c’è una caffetteria che serve ottimi spuntini a buon prezzo, con vista sull’interno del mercato, sembra di prendere un tè pomeridiano ad inizio secolo. Nel primo pomeriggio andiamo a Cahir per visitare il castello, bello e mastodontico, a parte il castello la cittadina non offre granchè. Arriviamo rapidamente alla Rock of cashel , suggestivo scenario di molti film (Highlander), purtroppo sono in corso lavori di ristrutturazione quindi parte della struttura non è accesibile. La passeggiata nel prato adiacente permette comunque di ammirare la Rock of Cashel, anche se con qualche impalcatura, ma soprattutto di distendere lo sguardo su tutta la vallata, e qui ci starebbe bene una famosa poesia di Leopardi. Ci dirigiamo a Kilkenny dove alloggiamo in bellissimo (e neanche caro) Hotel vicino al centro (Newpark Hotel). A cena Sandra sceglie il Pub Kyteler’s Inn (in un luogo dove si dice abbiano arso una strega), posto molto grande, musica irlandese dal vivo e la storia di Kilkenny narrata tra una canzone e l’altra. Non male la cena e notevole la Cheesecake al Baileys .

22 Agosto

Mattinata dedicata alla visita del castello di Kilkenny, bello ma dopo aver visto dalle numerose foto, che è stato letteralmente ricostruito dalle macerie perde un pò di quel fascino originale, certo che è venuto bene e anche gli arredi sono molto belli. Facciamo anche quattro passi in città, c’è qualche via interessante , passiamo dalla cattedrale, in un paio d’ore si vedono senza affanni le cose principali. Ci rimettiamo in cammino e raggiungiamo Glendalough attraversando la Wicklow mountains, c’è un villaggio e facendo una breve camminato si arriva al sito monastico del VI secolo ormai in rovina. E’ rimasta però integra l’alta torre circolare che domina la vallata , intorno c’è un cimitero ancora in uso a giudicare da alcune lapidi abbastanza recenti. C’è tanta gente e fa molto caldo, volendo si può raggiungere il lago , ci sembra che non ne valga la pena e sotto quel sole sarebbe una sfacchinata tremenda. Arruviamo all’Hotel prenotato via internet nel tardo pomeriggio, cercavamo qualcosa di speciale (almeno uno durante la vacanza) e abbiamo trovato un’offerta per l’ultima camera disponibile al Clontarf Castle, praticamente a metà prezzo: preso! L’hotel è in realtà una costruzione nuova accanto alla torre originale di un vecchio castello, l’aspetto è quello di un maniero e gli interni sono di tutto rispetto come pure il servizio. L’unica nota negativa sono dei portatori sani di stupidità che, in piena notte, lasciando la festa tenutasi in una sala dell’hotel, attraversano il corridoio delle camere parlando sguaiatamente e sbattendo le porte come se fossero al saloon. Per cena facciamo un giro a Malahide, un piccolo paesino affacciato sul mare, situato a nord di Dublino. Scopro con disappunto che il mito pub Smith, uno dei miei preferiti, ha chiuso, evidentemente la crisi è arrivata anche qui, però c’è ancora il ristorante italiano da Giovanni’s dove mangiamo delle ottime linguine ai frutti di mare. Rientriamo in hotel dove ci attende la camera super lusso con telefono interattivo e mega TV multifunzione, si possono guardare programmi sportivi, film in prima visione, c’è un’ampia scelta, ovviamente alla modica cifra di 11€ ad evento…

23 Agosto

Rientriamo all’aeroporto di Dublino per restituire l’auto, sbrighiamo tutte le pratiche in fretta e , prendendo il bus N. 16 in tre quarti d’ora siamo davanti al B&B “Portobello” sulla South Circular Road a 15 minuti a piedi dal centro. Avevo già alloggiato in questo B&B una quindicina di anni fa, mi capita pure la stessa stanza di allora (d’altronde su 4 disponibili avevo il 25% di possibilità…), mi ricordavo del proprietario straordinariamente gentile ed affabile. Lui e la moglie ci offrono subito un te con i biscotti e si siede al tavolo con noi a fare quattro chiacchiere, raccontando qualche aneddoto divertente , gli dico che sto tornando dove ero già stato e che mi ricordo vagamente di lui , Paul mi guarda e fa “sarebbe educato che ti dicessi che anche io mi ricordo di te, ma non è così “f..k”…” fantastico! Lasciamo i bagagli in camera e ci avventuriamo per le vie di Dublino nonostante da stamattina non abbia smesso un attimo di piovere a dirotto, per oggi il programma prevede shopping selvaggio così ci togliamo il pensiero e possiamo già mettere via le cose. Acquistiamo la card per i mezzi pubblici valida 3 giorni al costo di 15 € , se vi dovete spostare per Dublino con i mezzi conviene assolutamente anche perchè è molto pratica, dovendo fare il biglietto ad ogni corsa l’autista vuole l’importo esatto relativo alla vostra fermata, per i Dublinesi è facile per un turista è un enigma. Mi sembra logico che andiamo subito a battezzare lo Starbucks vicino al Trinity College per il caramel macchiato di rito (dopo il quale Sandra potrebbe affrontare qualunque cosa), glia cquisti di felpe, magliette, calamite e altre cose utili che, appena arrivati a casa, diventeranno inutili ma bei ricordi. Alla sera troviamo posto all’Hard Rock cafè per un paio di hamburger e poi entriamo al pub di fronte , bellissimo, dove si sta suonando musica dal vivo e , ovviamente, è pieno di gente. Anche qui massima civiltà: entriamo e si apre un sentiero per permetterci di arrivare al bancone a prendere una Guinnes , poi ci si trova un posticino in piedi per assistere allo spettacolo, nessuno spintone, non c’è neanche bisogno di chiedere permesso nonostante la calca, ha dell’incredibile. Quando gola e orecchie sono “dissetate” , usciamo a fare un giro per Temple Bar, un susseguirsi di localini, pub colorati, ristoranti tipici, musica per la strada dove suonano gruppi davvero bravi, accompagnandosi con ogni tipo di strumento, non solo chiatarre e tamburi, ma anche violini e cose più improbabili. Finisco sempre per comprare qualche Cd di produzioni indipendenti per portare a casa un pò di questa fantastica atmosfera, impossibile e allora speri magari di aver appena comprato il primo Cd autoprodotto dei futuri U2… Usciamo da Temple Bar e costeggiamo il River Liffey fino all’O’Connel Bridge, da li giù per Westmoreland Street e dopo passiamo davanti al Trinity College, poi Grafton Street e camminiamo tanto verso il B&B che quasi lo raggiungiamo a piedi, alla fine prendiamo il bus giusto per una fermata. Che gioia girare per Dublino senza neanche bisogno della mappa, in vent’anni ci sono stato talmente spesso che mi oriento quasi meglio che a Milano.

Oggi è giornata di visite, colazione abbondante e chiacchierata con Paul e una coppia americana durante il breakfast time e poi via di filati in centro. Grafton strett, la statua di Molly Malone, il Trinity College (dove Sandra finalmente trova la felpa che cercava) . con un bus raggiungiamo la Kilmainham Gaol ., la prigione, utilizzata fino al 1920, qui sono stati imprigionati molti esponenti delle varie rivolte indipendentiste, il più famoso è sicuramente il primo presidente della repubblica d’Irlanda Eamon de Valera. La prigione è stata teatro di esecuzioni sommarie, nel silenzio dei suoi stretti corridoi e delle anguste celle uno spiffero gelido ti attraversa la schiena al racconto di quanto accaduto tra queste mura. La prigione ha un’apetto inquietante e molto scenografico con queste enormi scale in metallo che attraversano un immenso salone , tutto intorno alcune celle dei detenuti, è stata utilizzata dagli U2 per girare uno dei loro primi video (A Celebration) ed è stata l’ambientazione di film famosi come “Nel nome del padre” di Jim Sheridan. Prendiamo un bus e andiamo alla Christchurch Cathedral che riusciamo a visitare anche all’interno, bellissima. Percorriamo a piedi Nicholas Street e sempre dritto raggiungiamo il dublin Castle, che non è niente di eccezionale ma nel cortile alcuni artisti hanno creato delle sculture di sabbia inneggianti alla pace. Torniamo verso il centro, attraversiamo Merrion Square e facciamo una capatina alla National Gallery, intanto ovviamente riprende a piovere, ci rifugiamo nel Powerscourt Centre dove ammiriamo vari negozi di artigianato locale tra i quali primeggia la creazione di maglioni. Andiamo al B&B per cambiarci e torniamo in Temple Bar, è Sabato sera e tutti i locali e ristoranti sono strapieni, dopo aver girato un pò a vuoto ci avventuriamo al “The Quays” che ha un ristorante tipico al primo piano, in poco tempo veniamo fatti accomodare e serviti, prezzi accessibilissimi e molte specialità irlandesi disponibili sul menù, servizio impeccabile. Rientriamo al B&B ancora una volta soddisfatti ma già aleggia un briciolo di malinconia, domani è l’ultimo giorno.

25 Agosto

Dato che di solito il check-out è intorno alle 11 ma noi abbiamo il volo solo alle 17,40 e vorremmo fare ancora un pò di giri per la città , chiedo a Paul se posso lasciare da loro i bagagli fino al primo pomeriggio. La grandissima disponibilità irlandese esce di prepotenza e addirittura Paul mi lascia le chiavi della stanza “nel caso al rientro vi servisse utilizzare il bagno…” capite perchè ogni



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