Iran, con l’accento sulla a

Tour classico dell'Iran
Scritto da: carlottac
iran, con l'accento sulla a
Partenza il: 25/08/2012
Ritorno il: 08/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Da mesi io e mio marito stavamo programmando il nostro viaggio, e da mesi ci sentivamo dire da amici e parenti se eravamo impazziti!

Poi l’attentato al pullman di turisti israeliani, poi la coppia di amici che avrebbero dovuto viaggiare con noi ha rinunciato per problemi famigliari, poi c’è stato il terremoto… insomma sembravano tutti segnali per farci cambiare idea!

Noi testardi siamo andati avanti, non senza qualche timore e perplessità, ed è stato il viaggio più bello della nostra vita!

Ci aspettavamo un Paese interessante per la sua storia passata, l’abbiamo scelto proprio perché entrambi amiamo queste mete. Eravamo pronti all’emozione della spettacolare Persepoli o alle splendide moschee, ma non avremmo mai immaginato di attraversare un paese così bello dal punto di vista del paesaggio, dell’architettura, e soprattutto della sua gente!

Siamo partiti con volo Iran Air diretto da Malpensa a Teheran, dove siamo atterrati in anticipo e sotto il diluvio. Ad accoglierci la nostra tour operator iraniana, la sorridente Soheila, che ci ha accompagnati in hotel, ed il giorno dopo nella visita della città. Teheran vista in un giorno non è niente di straordinario, se non per i musei interessantissimi, che danno modo di avere un’infarinatura generale di preparazione al viaggio. Soheila è stata una guida piacevolissima, attenta e molto preparata, che ci ha fatti sentire da subito al sicuro. Ci siamo divertite nel bazar, e con lei abbiamo assaggiato il primo mitico dolce iraniano!

Da Teheran abbiamo poi preso un volo interno per Awhaz, per le visite di Choga Zambil, Susa e Sushtar, dove è iniziato il vero viaggio!

Ad accoglierci in aeroporto Shahab: praticamente colui che sarebbe stato la nostra famiglia iraniana per i quattordici giorni successivi!

Da subito ci siamo resi conto che avremmo avuto a che fare con una persona speciale! E’ stato lui che ha fatto la differenza in questo viaggio rispetto ai precedenti. Non potremo mai più dimenticare le sue “sorprese”, con le quali ci ha stupiti ogni giorno, facendoci visitare posti speciali e particolari, non previsti dal programma, e sempre interessantissimi. La sua sensibilità quando, nel vicolo di accesso alla piazza di Esfahan, ci ha fatto chiudere gli occhi in modo da condurci per mano e farceli riaprire davanti a questa meraviglia. O ancora l’indimenticabile struggente tramonto sui tetti di Yazd. O la sua aspettativa dei nostri commenti ogni volta che ci faceva assaggiare un piatto particolare o un gelato alla rosa (per me un’esperienza mistica!).

Un’altra scoperta meravigliosa sono stati gli iraniani! Persone speciali, accoglienti e generose, che quasi timorose ci fermavano per scambiare due parole, e che hanno sempre manifestato un’accoglienza a volte commovente. Due episodi su tutti:

– Mio marito stanco e accaldato non è entrato nel palazzo che dovevamo visitare, e si è seduto nella piazza adiacente ad aspettarci. Si é avvicinato un ragazzo, che senza parlare una parola di inglese, l’ha preso quasi di forza per un braccio e l’ha portato nella via attigua dove faceva decisamente più fresco. Mio marito al momento si è un po’ incavolato per questa forzatura, ma poi ha capito l’intenzione e si è quasi commosso!

– Ho chiesto alla guida se vicino all’hotel ci fosse un parrucchiere (ero curiosa di capire sotto quei veli le donne iraniane come si acconciano i capelli!). In dieci minuti mi ha fatto venire a prendere da un’amica che in taxi mi ha accompagnata dal suo parrucchiere e mi ha aspettata. Il tutto senza volere un soldo: ”sei ospite in Iran, non se ne parla di pagare, anzi è un vero onore!”. Ma quando mai si è vista una cosa del genere!

E come questi potrei citarne molti altri.

Ma passiamo ai dettagli!

Oltre alle tappe elencherò gli hotel e i ristoranti che mi sono particolarmente piaciuti.

TEHERAN (1 notte)

Di Teheran ho già accennato. Forse la visita veloce non ci ha permesso di apprezzarla, e sinceramente non ci è sembrata granché. In compenso i musei sono stupendi, non saprei dire quale mi è piaciuto di più.

Purtroppo il Golestan era in ristrutturazione ed abbiamo avuto accesso solo ad alcuni palazzi adiacenti, ma siamo riusciti comunque a farci un’idea dello sfarzo.

Hotel NILO: buono.

Pausa pomeridiana al Café NADERI: torta da 10 e lode.

AWHAZ (2 notti)

Lo Zigurat di Choga Zambil è molto interessante. Eravamo i soli turisti (forse per i 46° di temperatura, non essendo proprio la stagione più adatta) e ciò ha reso la visita particolare.

A Susa le rovine della città mi hanno un po’ delusa! Forse per il caldo torrido, forse per i lavori in corso, non l’ho apprezzata! Inoltre il museo era chiuso purtroppo! Mi è piaciuto molto invece il giro a piedi che abbiamo fatto nella via principale, fino alla tomba di Daniele, dove abbiamo incontrato un gruppo di ragazzine che ci ha fatto una festa!

Sushtar era chiuso per restauro ed abbiamo potuto vederlo solo dall’alto di un ponte, ma mi è piaciuto moltissimo.

Hotel OXIN: buono. E buono anche il suo ristorante, che abbiamo provato la sera del nostro arrivo.

Pranzo a Sushtar al ristorante MUSTAPHA HOUSE: abbiamo mangiato molto bene (una carne con verdure, pestata in un mortaio ed un altro piatto tipico molto saporito con spezie e mandorle), inoltre il locale è molto bello con un cortile caratteristico.

Cena al ristorante RIVER SIDE: ottimo e pulitissimo. A conduzione famigliare.

SHIRAZ (3 notti)

Lungo la strada per Shiraz ci fermiamo a Bishapur, un’antica città sasanide sulle rive del fiume. Il posto è deserto, all’ombra delle mura del tempio dell’acqua facciamo una sosta. Shahab canta una canzone, ovviamente per noi le parole sono incomprensibili, ma la poesia di Hafez diventa melodia e l’atmosfera è bellissima!

Ad una cinquantina di chilometri dall’arrivo a Shiraz, attraversiamo la città di Khanzanian dove consiglio vivamente la “sosta gelato” da MOHAM ADI: vermicelli di riso in acqua di rose, con gelato alla vaniglia. Da non perdere assolutamente. Sembrava il nostro Grom, con tanto di foto delle mucche alle pareti!

Cena da SOUFI: pane caldo con erbe aromatiche e formaggio fresco… fantastico!

Il giorno dopo escursione a Persepoli e Pasargade che sono meravigliosi! Non si possono descrivere!

Pranzo da LONE TOBUS: un’oasi refrigerante con tavoli nel cortile ed in sottofondo il rumore delle fontane! Stiamo iniziando ad apprezzare questa caratteristica persiana di avere per compagnia il rumore dell’acqua, ed è molto piacevole.

Terzo giorno visita di Shiraz, ed inizia la prima interessantissima lezione sui mosaici!

Sosta pomeridiana al FORU: tè allo zafferano e alla lavanda, e torte da urlo!

La sera visitiamo la tomba di Hafez. Una coda interminabile di gente alla biglietteria, all’interno, nei giardini, giovani ragazzi e famiglie in visita. Per noi è incomprensibile questo “pellegrinaggio” alla tomba di un poeta, ma Shahab ce ne spiega la ragione e la storia è davvero interessante (lascio la sorpresa!). Tra la lettura di poesie, i racconti e la musica di sottofondo arriva l’ora del tramonto in questo posto davvero speciale!

Anche la cena è speciale al ristorante SHARZEH: imperdibile carne con funghi e formaggio, coperta di patatine fritte grattugiate! Inoltre musica dal vivo, sempre piacevolissima anche senza capire le parole!

Hotel CHAMRAN: bocciato.

KERMAN (2 notti)

La tappa è lunghissima, ma i panorami variano. Si passa dal lago salato, alla montagna, al deserto, e il tempo passa veloce.

Lungo la strada sosta a Neiriz per la visita alla moschea, molto interessante.

Vediamo Kerman da lontano, come un miraggio, il panorama è spettacolare!

La giornata è praticamente finita e dopo un breve relax facciamo una passeggiata nel bazar e siamo nella piazza quando il sole tramonta ed iniziano ad accendersi le luci dei negozi! Ci concediamo una cena luculliana a base di coscette di pollo alla griglia … le più buone della vita!

Sosta per il tè nell’HAMMAM VAKIL: assolutamente da non perdere.

Ristorante ITTIC (presso l’omonimo hotel): consigliatissimo.

Il giorno seguente ci aspetta l’escursione a Rayen, cittadella di fango e paglia. Interessante, anche se secondo il mio modesto parere, è stato fatto un restauro che ha un po’ snaturato quello che doveva essere il sito originale. Ora è in gran parte troppo “nuovo” e perfetto.

Sulla via del ritorno sosta a Mahan, interessantissimo mausoleo, e sosta ai giardini del principe.

Per cena andiamo da AKHAN, ristorante molto spartano, gestito da una famiglia. Mangiamo benissimo, a menù fisso. Sembra una trattoria italiana, semplice e pulito. Siamo nel seminterrato di un albergo, nessun altro avventore, e posso togliermi il velo! Il menù è talmente ricco che decidiamo di portarci via quello che proprio non riusciamo a mangiare: domani faremo il picnic che qui è tanto amato!

Hotel PARS: buono.

YAZD (2 notti)

Percorriamo la strada costeggiata da campi di pistacchi a perdita d’occhio. Luciano chiede una sosta per foto e con Shahab scendiamo per vedere i pistacchi da vicino. Ci raggiungono alcuni contadini, che molto accoglienti e sorridenti, ci consigliano la pianta bella da fotografare. Uno di loro è in auto e ci invita a seguirlo per assaggiare i pistacchi freschi, che si raccolgono in un campo vicino. Non senza un po’ di timore lo seguiamo, lasciando la nostra auto incustodita, ovviamente con tutti i bagagli. Ci porta per alcuni chilometri in mezzo a distese immense di pistacchi, ci cerca i pistacchi migliori e ce li offre, orgoglioso e felice di avere questo onore! Ci fa un sacco di domande e dopo circa un’ora di lezione sulla coltivazione e raccolta di questi frutti, oltre che sull’economia iraniana (problema embargo ecc.) ci riporta alla nostra auto, che ovviamente nessuno ha svaligiato! E’ stata un’esperienza a dir poco surreale! Io e Luciano ci siamo chiesti se fossimo per caso finiti su Marte!!! E pensare che la sera prima avevo letto sulla Lonely Planet che questa è una zona pericolosa e che anni fa erano stati rapiti alcuni turisti!

Anziché il picnic lungo la strada il nostro Shahab ci porta a mangiare al caravanserraglio ZEIN O DIN, che aprono apposta per noi che arriviamo con la nostra schiscetta (per chi non è di Milano sarebbe il pranzo pronto) e ci accomodiamo usando i loro piatti e bicchieri, come fossimo a casa nostra! Il posto è magnifico! La prossima volta sicuramente ci fermeremo a dormire qui anziché in hotel.

Arriviamo in città e quando cala la sera siamo nella piazza. Come al solito l’atmosfera è bellissima.

Facciamo visita ad una palestra interessantissima, all’uscita beviamo un succo di carota fresco e torniamo in hotel per la cena… stasera ci aspetta la lezione di religione di Shahab!

Il giorno successivo visitiamole torri del silenzio, la bellissima moschea, ed il centro della città, costruita in paglia e fango. Passiamo da un fornaio che sforna in continuazione, e perdendoci nei vicoli e mangiando pane caldo arriva di nuovo l’ora del crepuscolo! Entriamo in una casa con un giardino meraviglioso, beviamo il te sdraiati sui loro divani di legno coperti di tappeti e cuscini, ed al momento del calar del sole saliamo sul tetto! L’orizzonte con i colori del tramonto rosso fuoco, il silenzio assoluto, la moschea ed i suoi minareti che si illuminano di blu … bé : mi sono messa a piangere!

Hotel BAQ MOSHIR GARDEN: ottimo, anche il ristorante.

ESFAHAN (3 notti)

Lasciamo Yazd e sulla strada facciamo sosta a Nain per visitare un’altra bellissima moschea.

Esfahan preferisco non raccontarla. Le tappe di questo percorso sono state un crescendo, e qui abbiamo veramente toccato il massimo!

Hotel ABBASI: ottimo. Abbiamo avuto la camera con vista giardino! Il ristorante invece non è granché.

Sosta per il te (con tanto di narghilè) da ASADEGAN: va visto assolutamente!

Pranzo da ASCIAIER (vicino alle torri oscillanti): specialità è il BERJUN, una sorta di polpetta di agnello, squisito! Frequentato da soli iraniani, che hanno chiesto stupiti alla nostra guida se era sicuro ci potesse piacere un posto simile!

Cena a base di gelato da MAHFEL: gusto alla rosa, con brioche!!!

QOM (1 notte)

Lasciamo a Esfahan un pezzo di cuore, sarà anche perché è il nostro ultimo giorno! Sosta a Kashan al sito di Sialk, dove abbiamo la fortuna di incontrare Abbas Etemad Fini, l’archeologo che ha lavorato agli scavi, e che ci racconta in modo appassionato praticamente la sua vita! Non saremmo mai venuti via!

Poi il giardino di Fin, le case bioclimatiche. Insomma anche questa giornata è stata piena di bellissime sorprese!

Segnalo il ristorante dove abbiamo pranzato perché vale davvero la sosta, oltre che per il cibo ottimo, anche per il posto che é davvero molto ben tenuto. Si tratta di MANOUCHERI HOUSE.

Hotel: OLYMPIC: orribile. Ma io e Luciano eravamo così tristi per la partenza che credo avremmo trovato orribile anche una reggia!!!

Riassunto:

Abbiamo viaggiato comodamente, le strade sono nuovissime e a due/tre corsie anche in posti sperduti.

Abbiamo dormito in ottimi hotel e assaggiato cibi squisiti! Non è vero che si mangiano solo spiedini. Per i primi due o tre giorni il nostro accompagnatore ha ordinato per se le cose più strane per farcele assaggiare. Un ottimo sistema per cancellare il nostro scetticismo! Una volta capito che ci potevamo fidare lasciavamo a lui la scelta, ed abbiamo provato veramente di tutto, e senza mai rimanere delusi. Lo yogurt poi è un must!!! Anche se non a colazione, ma come accompagnamento al salato. Infatti era molto spesso condito con menta, scalogno, o altre verdure. L’unica delusione è la mancanza di frutta a fine pasto; non è proprio una loro abitudine!

Per quanto riguarda l’abbigliamento la situazione è meno difficile di quanto immaginavo. Il foulard è obbligatorio, ma anche se lascia i capelli parzialmente scoperti non c’è problema. L’unica vera imposizione, per la quale alcune volte mi sono sentita a disagio, è che bisogna avere il fondoschiena coperto. Quindi vanno bene anche camicie normali (e non per forza camicioni di due taglie più grandi), basta che siano lunghe sui fianchi. Anche le ragazze iraniane vestono con leggins e jeans stretti, esattamene come usa da noi, ma hanno sempre camicie o trench un po’ lunghi. Non ci sono restrizioni per quanto riguarda i colori.

Non è stato un viaggio economico, eravamo solo in due con guida/autista ed auto a nostra disposizione, inoltre tutti gli hotel erano cinque stelle. Comunque siamo stati molto soddisfatti della scelta. Con il senno di poi, visto lo standard di pulizia decisamente elevato, saremmo stati bene anche in hotel decisamente più semplici. Il costo per i pasti è molto basso, abbiamo speso al massimo 40 euro in tre, ma il più delle volte decisamente meno.

Andate a visitare questa terra meravigliosa, non abbiate timore! E’ tutto molto diverso da come ci viene descritto. Le donne guidano (anche i mezzi pubblici), occupano posti di rilievo nel campo lavorativo, gestiscono la casa (anche dal punto di vista economico) ed i figli. Sempre nei vari ristoranti abbiamo incontrato gruppi di donne, anche con bambini, che passano la serata chiacchierando tra amiche (esattamente come da noi). La restrizione è il velo? Certo, c’è l’imposizione religiosa, ma la vita al femminile é molto migliore che nei paesi arabi. C’è la poligamia, ma l’uomo per sposare una seconda donna deve avere il consenso dalla precedente, che ovviamente mai lo da!

Abbiamo visto solo persone serene! Nessun mendicante per strada! E famiglie in giro a tutte le ore, anche nei giardini molto tardi la sera!

Se penso a quanti dubbi avevo prima di partire, mi viene da ridere!

C’è sicuramente un rovescio della medaglia, che non ci è stata data la possibilità di verificare! Non dico che questo paese sia il paradiso in terra, ovviamente non lo è! Ma quando penso al degrado ed alle situazioni famigliari in alcune parti d’Italia, o alla paura che ho di prendere un treno a Milano dopo le 8 di sera ….

Il nostro tour operator, trovato casualmente in internet, è www.viaggioiniran.com e la splendida Soheila ci ha assistito in tutto con molto pazienza. E’ stata tempestata di mail dalla sottoscritta, ma ha sempre risposto con tranquillità a ogni dubbio. Come ho già detto la differenza l’ha fatta la nostra “stella cometa” (significato del nome Shahab) che ricorderemo sempre come la miglior guida ci sia mai capitato di avere, e che avrà sempre un posticino speciale nel nostro cuore. Grazie cari amici persiani!



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