Persia

Viaggio nella culla della civiltà.
Scritto da: DarioP
persia
Partenza il: 03/11/2010
Ritorno il: 17/11/2010
Viaggiatori: 03
Spesa: 2000 €
Ci sarebbe molto da dire sull’Iran; ci vorrebbero, probabilmente, fiumi di inchiostro per descrivere il nostro incredibile viaggio di 15 giorni da Teheran a Shiraz, anche se solo per raccontare le emozioni che abbiamo provate e i luoghi che abbiamo visitati.

Il rischio di annoiare il lettore con i dettagli è forte; pertanto ci limitiamo ad alcune informazioni sintetiche ma essenziali lasciandovi l’ebbrezza della scoperta per quando deciderete di visitarlo.

Ci sono quattro tesori in Iran, e ciascuno di essi vale, da solo, il viaggio:

il primo è certamente Persepoli, La città di Dario I. Fondata nel 518 a.C., incendiata e saccheggiata più di otto secoli dopo da Alessandro Magno, è un vero capolavoro artistico, architettonico ed urbanistico che, ancora oggi, fa apparire grandioso uno degli imperi più importanti della storia, quello degli Achemenidi.

Isfahan, una delle città più belle del mondo Islamico, è certamente un altro tesoro. Abbellita da Abbas I della dinastia Safavide alla fine del 1500 A.D. Vanta una magnifica Piazza, quella dell’Immam e due tra le Moschee più belle che abbiamo mai visto; quella del Jameh e quella dell’Immam, con una ricchezza incredibile di mosaici e decorazioni in piastrelle di colore azzurro.

Teheran, apparentemente una metropoli disordinata non tanto diversa da altre capitali del Medio Oriente, ha invece dei musei molto ricchi e, soprattutto, conserva nel caveau della Banca Centrale il Museo Nazionale dei Gioielli. Solo il Trono del Pavone, il Mappamondo dei Gioielli e la Corona Kiani basterebbero a far apparire come dozzinale bigiotteria il tesoro della Regina d’Inghilterra. Per non parlare di diademi, parure di diamanti gialli, diamanti rossi “sangue di piccione” e diamanti neri, mai visti prima! Smeraldi e rubini su abiti, spade, pugnali, spille … addirittura sui coperchi per i piatti. Senza dubbio, il terzo tesoro dell’Iran.

Il quarto? Come tutti i tesori più preziosi, va ricercato, scoperto, trovato. Ma in Iran non è neanche tanto ben nascosto! Sono le persone, il popolo Iraniano, che vi avvicinerà per scambiare due chiacchiere nel poco inglese che conosce; che vorrà sapere cosa pensate dell’Iran e cosa ne pensa la gente a casa vostra. Parlerà liberamente di politica e di religione, come se stesse discorrendo della ricetta del pollo fritto.

Consapevoli di non essere ben visti al di fuori dei confini nazionali ma fieri della loro storia e del loro Paese, i Persiani faranno di tutto per darvi il benvenuto; e, a dire la verità, “benvenuti in Iran” è la frase che abbiamo sentito più spesso, in un inglese stentato o in Farsi; gridata per strada da un motorino in corsa, sussurrata nei musei o apertamente e calorosamente pronunciata nei siti archeologici, dove ci hanno circondati per fare conversazione, chiederci della nostra famiglia, fare una fotografia insieme con noi.

E così, tra un Immam che si offriva di darci tutte le risposte a qualunque domanda sul Corano e sull’Islam (con aria paternalista da imbonitore), un ristoratore che ci restituiva i soldi pagati in eccesso perché poco pratici con i Rial e i Toman (e suonando la fisarmonica in nostro onore), una famiglia che ci invitava a pranzo nella propria caverna preparandoci una (davvero ottima) frittata usando quanto di più prezioso aveva a disposizione, una scolaresca che ci salutava festosamente, le arzigogolate regole del galateo Iraniano (ta’arof), ci siamo davvero sentiti “Benvenuti in Iran” ed abbiamo trovato, così, il tesoro più prezioso di questo Paese, disseminato ovunque tra i paesaggi da favola che hanno ispirato la letteratura epica Iraniana e lo Shahnameh!

Per tutto questo dobbiamo ringraziare e vi segnaliamo, qualora decidiate di affrontare questa splendida avventura:

L’agenzia “Iran Traveling Center” di Shiraz e, in particolare, Samira Zare, per la pazienza e disponibilità dimostrata durante tutte le fasi che hanno preceduto il nostro viaggio in Iran; ovvero l’organizzazione, la revisione del programma che avevamo predisposto, i numerosi e preziosi consigli; nonché per tutta l’assistenza prestataci sia con l’ambasciata Iraniana di Roma che durante il nostro soggiorno. Grazie.

Hojatollah Sadeqzadeh Naini, guida di Isfahan che ci ha accompagnati per la prima metà del nostro viaggio. Grazie anche per l’invito a pranzo a casa con la tua famiglia oltre che per la professionalità, la puntualità e l’organizzazione perfetta!

Mohsen Hajisaeid, che ci ha accompagnati nella seconda metà del nostro viaggio che comprendeva anche lo splendido caravanserraglio di Zeinoddin; a lui dobbiamo l’incredibile incontro e il pranzo con la famiglia di Meymand, il paese scavato nella roccia.

Soprattutto, grazie a tutti gli Iraniani, che hanno reso indimenticabile il nostro viaggio e ci hanno insegnato una grande lezione: ovvero che esistono due Iran; uno cattivo, malvagio, che minaccia la pace internazionale, come ci viene propinato dalla stampa e dai mass media occidentali, sempre più asserviti ora all’uno, ora all’altro padrone. Un secondo Iran che, pur non essendo un modello di democrazia e di libertà, ci ha accolti con calore, senza ipocrisie e ci ha regalato un’esperienza della quale conserveremo sempre un bellissimo ricordo.

Due ultime annotazioni: l’Iran è un Paese ricco; le infrastrutture (strade comprese) sono sorprendenti e quelle turistiche sono in continuo ammodernamento rendendo il viaggio piuttosto confortevole. Internet è disponibile pressoché ovunque, sia negli alberghi che negli Internet Café ubicati qua e là soprattutto nei centri cittadini.

Da ultimo, oltre a tappeti, rame, argento, l’artigianato locale spicca per le famose miniature di Isfahan. Vicino alla piazza dell’Imman, nel suq e dintorni, ci sono tantissimi negozi di artigiani, alcuni addirittura famosi in Europa e che prendono periodicamente parte a mostre e fiere: tra questi merita attenzione il famoso Hossein Fallahi. La sua bottega somiglia molto ad una scuola: ed in effetti, come tutti i grandi maestri, ha degli allievi che completano il bozzetto dei suoi disegni, rendendolo tecnicamente perfetto, ma un po’ freddo. Proprio per questo, pur non essendo degli esperti, abbiamo preferito una bottega più piccola e gestita da un solo artista, di mezza età, con dei lavori assolutamente straordinari. Si chiama Okhovat Pour e si trova al 51 di Naghshe Jahan Square, ad Isfahan, lato destro del porticato, guardando la Moschea del Jameh!

E ricordiamo anche le bellissime miniature di Hosseini, a Sadi Street Ostandari Street di Isfahan. Qui Hajatollah saprà sicuramente portarvici!

Buon viaggio!

Dario, Teodora e Marco



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