In Inghilterra sulle tracce dei Beatles

In giro tra Londra, Salisbury, Stonehenge e Liverpool alla ricerca dei luoghi simbolo dei Beatles...
in inghilterra sulle tracce dei beatles
Partenza il: 18/06/2012
Ritorno il: 26/06/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
In primavera, in fase di programmazione della vacanza estiva che da anni, grazie ad internet, ci piace organizzare da soli, eravamo indecisi tra i fiordi norvegesi e il nord della Spagna… quando Elena, nostra figlia, 15 anni, ci annuncia in maniera disinvolta “Ha detto la prof che devo perfezionare la mia pronuncia … dobbiamo andare in una nazione dove si parla inglese!“. E così molto volentieri ci siamo “sacrificati” per la piccola e per l’ennesima volta (la quarta per me e Maria e la terza per Elena, oltre ad altri viaggi in Irlanda e Scozia) ci siamo trovati a prenotare per l’Inghilterra. Come detto eravamo già stati altre volte in Gran Bretagna, soprattutto a Londra che abbiamo, negli anni passati, esplorato in lungo ed in largo, e quindi la decisione è stata di impostare la vacanza in maniera alternativa, almeno dal punto di vista dei luoghi da visitare; perciò niente Big Ben, Trafalgar Square, Westminster o altre attrazioni turistiche ma invece luoghi meno conosciuti e soprattutto, approfittando della smisurata passione di Elena per i Beatles, abbiamo organizzato il viaggio in modo da toccare tutti i luoghi simbolo dei FabFour, anche per onorare il 50esimo anno dalla loro formazione ufficiale ed i 70 anni di Paul Mc Cartney. Quindi Londra, Liverpool e … qualcos’altro!

18/06

Si parte in mattinata dall’aeroporto di Pisa con volo Ryan Air per Londra Stansted, aeroporto che raggiungiamo in leggero ritardo ma che, contrariamente alle altre volte, troviamo stranamente quasi vuoto tanto che ci mettiamo un attimo per passare dal controllo documenti; quindi dopo il trasferimento in bus a Londra, Baker Street, nel primo pomeriggio siamo già sistemati in albergo, il Columbus Hotel, Sussex Gardens, zona Paddington; come altre volte abbiamo scelto strategicamente questa zona per pernottare per una serie di motivi : e’ abbastanza centrale (in 2 minuti arrivi ad Hyde Park) ma nel contempo non è caotica come altre zone del centro; è servita benissimo con i mezzi pubblici (a due passi la stazione Paddington, dove oltre ai treni arrivano numerose linee della “Tube”, e la stazione Lancaster Gate, sulla linea rossa); ed infine, essendo sede di numerosi alberghi ed appartamenti in affitto, è servita da numerosi ristoranti, pizzerie e pub dove ci si può accomodare la sera se si è troppo stanchi per tornare nel centro ancora più turistico. Troviamo Londra in pieno fermento pre-olimpico, con alcuni cantieri stradali ancora aperti ma soprattutto con gli Union Jack sventolanti in moltissime finestre ed in molte strade (sono anche in pieno svolgimento gli europei di calcio); molto divertenti gli annunci sulle metropolitane che chiedono cortesemente ai londinesi di limitare l’utilizzo dei mezzi pubblici nel periodo delle olimpiadi, invitandoli ad utilizzare la bici o ad andare a piedi… sono sicuro che gli inglesi accoglieranno con entusiasmo l’invito, vorrei vedere da noi in Italia…. Iniziamo il nostro giro turistico arrivando a Denmark Street (metro Tottenham Court Road) e rimaniamo estasiati: la mecca per i musicisti! Una stradina di poche decine di metri riempita solo da negozi di strumenti musicali, alcuni dei quali specializzati in un solo strumento; e’ il luogo dove si rifornivano i Beatles negli anni ’60 ed infatti nella vetrina di un negozio specializzato in chitarre troneggia il basso Hofner mancino a forma di violino utilizzato per lungo tempo da Paul Mc Cartney! E’ un paradiso per me e Elena, musicisti (sassofonisti) dilettanti: ci fiondiamo all’interno del Sax Shop, negozio di due piani dedicato soltanto al nostro amato strumento e ne usciamo dopo due ore con tre borse di acquisti e con lo scambio di indirizzi mail con i simpatici commessi che hanno promesso di aggiornarci in caso di offerte imperdibili sui loro strumenti. Ci dirigiamo, attraversando le strette vie di Soho, verso Piccadilly Circus, un must a cui non vogliamo rinunciare nemmeno stavolta, e poi dietro Regent Street cerchiamo e troviamo, al numero 3 di Saville Row, il palazzo con la terrazza sul tetto dove i Beatles hanno tenuto il famoso mini-concerto ripreso dalle telecamere per la presentazione di “Get Back”. Lì accanto c’è il negozio della catena di abbigliamento per teen ager attualmente più famosa tra i ragazzi e non possiamo esimerci dal far immortalare Elena insieme ai celebri commessi-modelli in calzoncini, una foto “obbligatoria” da pubblicare immediatamente nei social network. Attraversiamo Regent Street e ci inoltriamo nei quartieri di Carnaby Street e Newburgh , che recentemente sono tornati a rivivere i fasti degli anni passati, con negozi delle marche più trendy e storici pub stracolmi di ragazzi con la classica pinta di sidro in mano. La via principale è tutta addobbata con bandiere britanniche, così come le caratteristiche insegne che attraversano in alto la strada : patriottismo allo stato puro !! Ci ricordiamo che incombe la partita Italia – Irlanda degli europei di calcio e decidiamo di guardarla cenando in un Irish Pub, celebrando in tal modo l’amicizia che personalmente ci lega agli irlandesi. Uno dei pub della catena O’Neill’s si trova all’incrocio tra Carnaby Street e Great Marloborough Street e ci accomodiamo al tavolino in tempo per vedere sullo schermo gigante il fischio d’inizio; seguendo la partite e le esultanze ci accorgiamo che siamo circondati da molti altri italiani e cenando con le classiche pietanze da pub (Irish stew, smoked salmon, chips e Guinness a fiumi) abbiamo conferma della sportività degli irlandesi che, pur subendo l’ennesima sconfitta, cantano e brindano alla propria nazionale. Per concludere la serata un altro giro di metro e arriviamo a Southwark, dove al pub The Crown in Blackfriars Road abbiamo appuntamento con Riccardo, il cugino di Maria che lavora a Londra e che ha preso due giorni di ferie per essere con noi in questo tour della capitale inglese. Dopo un altro paio di birre, stremati, a notte fonda raggiungiamo il nostro albergo per qualche ora di meritato riposo.

19/6

Per il primo giorno intero di questo nuovo viaggio a Londra decidiamo di prendere il traghetto dal Millenium Pier (dove è la ruota panoramica) per raggiungere attraverso il Tamigi la zona di Greenwich; le varie compagnie private viaggiano tutte all’ordine di oltre 10 sterline a tratta mentre la Thames Clipper, collegata con la compagnia dei trasporti londinesi, offre viaggi a 3 sterline per chi ha la Travelcard o la Oyster della metro (e poco di più per chi non la ha); accompagnati da un paio di rumorose scolaresche tutte rigorosamente in divisa, abbiamo risalito il fiume, ammirando vedute alternative dei maggiori monumenti londinesi, come la cattedrale di St.Paul, il Tate Museum, il London Bridge , la Torre di Londra ed il relativo ponte, i grattacieli della City e di Canary Wharf. Arrivati a Greenwich ci e’ sembrato di fare un salto indietro di alcuni secoli: siamo stati accolti dal quartiere medievale dalle casette colorate e dai numerosi antichi pub, dal verdissimo parco dove ha sede la scuola navale e soprattutto dall’imponente mole del Cutty Sark, la nave da trasporto del 18° secolo che da qualche anno è possibile visitare anche al suo interno. Nel parco ci sono le storiche costruzioni della scuola navale ed ospita anche il Royal Maritime Museum, gratuito come tutti i musei statali londinesi e che contiene articoli veramente interessanti, come i cimeli risalenti a Lord Nelson ed alla battaglia di Trafalgar o il battello reale del 16° secolo. Risalendo la collina che porta al Royal Observatory (qui tutto e’ Royal, Reale…) non si può far a meno di notare un mega cantiere aperto; infatti è in fase di ultimazione all’interno del Greenwich Park il campo di gara per le competizioni equestri delle prossime Olimpiadi, un immenso terreno circondato da tribune per diverse migliaia di persone. La cosa ci entusiasma non poco, però risalendo la strada verso l’osservatorio e girandoci per osservare il panorama sottostante ci rendiamo conto quanto stona quella gigantesca cosa “artificiale” in mezzo all’immacolato paesaggio e ci troviamo a sperare che alla fine dei giochi sia smantellata il prima possibile. All’interno dell’osservatorio è obbligatorio fare la foto di rito a cavallo del meridiano zero e regolare i nostri orologi sull’ora ufficiale di Greenwich, convenzionalmente accettata in tutto il mondo. Ritornando verso il centro di Londra passiamo dalla stazione di King’s Cross: Elena non poteva mancare l’appuntamento con il binario 9 e ¾ e con la foto con il carrello bagagli che per metà attraversa il muro (Harry Potter docet!!). Da lì con un breve tratto di “Tube” siamo a St John’s Wood, per un altro appuntamento con la storia dei Beatles : gli studi di registrazione di Abbey Road e le strisce pedonali più famose del mondo! Allora, la strada non è più, logicamente, come quella fotografata nella copertina del disco omonimo, ma fa sempre un certo effetto pensare che in posa su quelle strisce, invece di Pier Paolo, Maria, Elena e Riccardo, 40 anni fa c’erano George, Paul, Ringo e John! Grazie ad una ferrea “organizzazione preventiva” ed approfittando di un momento di calma del traffico riusciamo in un batter d’occhio a farci immortalare sulle strisce, ricevendo i complimenti degli altri turisti che da diversi minuti cercavano di farsi fotografare ma che non ci riuscivano per evitare di essere investiti. Soddisfatti, attraversiamo il quartiere di St John’s Wood, residenza dei londinesi di ceto alto e di molte star musicali e cinematografiche, tra le quali la supercoppia Chris Martin dei Coldplay e Gwyneth Paltrow; questa ultima notizia è accolta con entusiasmo da Elena, che da quel momento comincia a guardare in tutti i campanelli fuori le ville per vedere se trova quello giusto….Dopo questa ricerca infruttifera arriviamo a Primrose Hill, la verdissima collina che ospita il parco (uno dei tanti di Londra) dove i londinesi ed i turisti vanno a rilassarsi ammirando dall’alto il panorama della città e che si dice abbia ispirato a Paul McCartney, un giorno che portava a spasso la sua amata cagnetta Martha, la composizione della stupenda “The Fool on the Hill”. Con un’altra lunga passeggiata attraversiamo Regents Park e ci ritroviamo a Baker Street, con visita al museo ed allo shop dedicato a Sherlock Holmes, che in quella via aveva il suo studio, e puntata nei due negozi gemelli di memorabilia rock e di materiale dedicato ai Beatles (per noi il primo di una lunga serie). Per cena Riccardo ci porta nel quartiere di Soho, dove, al ritmo di rock’n’roll anni ’50, mangiamo tipici piatti americani da Ed’s, locale che ripropone le atmosfere di Happy Days. Riprese le forze grazie agli hamburger e patate fritte, ci incamminiamo nella nostra seconda nottata londinese con la visita, per la gioia di Elena, al M&M’s World in Swiss Court (tra Piccadilly Circus e Leicester Square), 4 piani di delizie cioccolatose servite in tutti i modi possibili !! Bighelloniamo poi tra la folla fra Leicester Square e Covent Garden senza una meta precisa e solo quando le forze ci abbandonano decidiamo di ritornare verso l’albergo.

20/6

Mattinata quasi tutta dedicata allo shopping, quindi Harrods e Oxford Street con i suoi mega negozi; quando la mia intolleranza ai negozi si sta minacciosamente facendo largo, arriva in mio soccorso Riccardo che decide di farci fare un giro nell’East End. Quindi metro per Liverpool Street e ci addentriamo nei quartieri di Brick Lane e Shoreditch; a Brick Lane c’è un mercatino ancora tra i più autentici di Londra, però soltanto nel fine settimana, quindi noi non lo troviamo però ci addentriamo lo stesso con piacere nei vicoli del quartiere, che è diventato nel tempo una zona alternativa e frequentata in gran parte da giovani; graffiti, estemporanee sculture, negozi vintage e numerosi caffè fanno da cornice alle vie, riempiendo spazi che fino a pochi anni fa appartenevano a vecchie fabbriche poi abbandonate. Io mi fiondo dentro al negozio di dischi di Rough Trade (chi ascoltava buona musica negli anni ’80 sa cos’è), d’altra parte dopo la mattinata passata in attesa davanti ai negozi di Oxford Street anche io mi merito un po’ di shopping!! Dopo aver passato alcune ore nell’East End decidiamo di esplorare un altra zona londinese che finora avevamo poco considerato : il Southbank. Questo è il lungo Tamigi sud, quartiere anch’esso pullulante di moltissime iniziative culturali. Per gran parte ristrutturato di recente offre gallerie d’arte, teatri, bar e ristoranti caratteristici e non ultima la passeggiata lungo il fiume, con alcune decine di metri di spiaggia sabbiosa multicolore, novità degli ultimi tempi. Arrivata la sera e con essa il momento di decidere dove andiamo a mangiare, cominciamo un po’ tutti a manifestare la nostalgia di una bella pizza e mi ricordo “casualmente” di una pizzeria italiana che ho visto vicino al nostro albergo. Quindi direzione Pizzeria San Marco, Paddington, locale gestito da italiani, dove mangiamo una discreta pizza anche per gli standard qualitativi londinesi e poi, salutato calorosamente Riccardo, ce ne andiamo a letto, che dobbiamo riposare visto che l’indomani si parte per altri luoghi.

21/6

Auto a noleggio (ormai ho guidato così tante volte in Gran Bretagna che il volante a destra e il senso di marcia inverso rispetto al nostro non mi fa più paura) e via per le strade inglesi, in direzione Salisbury. Dopo un buon tratto di autostrada (dove si deve far attenzione agli autovelox, presenti, ma ben segnalati, praticamente ogni chilometro) ci si inoltra per le strade nella campagna inglese, attraversando ogni tanto qualche paesino caratteristico. La nostra intenzione era di visitare prima Stonhenge e poi andare a Salisbury ma come sospettavamo il sito archeologico era chiuso perchè la notte era stato festeggiato al suo interno il solstizio d’estate; passiamo attraverso “l’accampamento” di coloro che hanno passato la notte qui, un misto di hippy, druidi moderni e famigliole alternative e diamo appuntamento alla “storia” al giorno dopo. A Salisbury soggiorniamo al Red Lion Hotel, un albergo con origini medievali che poi abbiamo scoperto essere famoso perchè infestato da un fantasma! La cittadina è bellissima, con un quartiere antico con case a graticcio e pub antichissimi, ed è famosa a ragione per la sua bellissima cattedrale. Oltre al suo meraviglioso interno rimaniamo stupiti ammirando una delle quattro copie esistenti della Magna Charta (ci dicono quella in migliori condizioni), tutta scritta in latino in caratteri piccolissimi. Salisbury non è certo caotica come Londra, molte attività chiudono alle 19 e quindi ci sbrighiamo per mangiare qualcosa e ritirarci nella nostra stanza.

22/6

sognavo di visitare questo posto fin da bambino e finalmente il momento è arrivato : Stonehenge ! Come spesso accade però la realtà non è sempre bella come i sogni e devo dire che sono rimasto un po’ deluso; mi aspettavo di percepire un po’ di magia, di fascino misterioso ad avvicinarmi al cerchio di pietra invece sia le centinaia di altri turisti vocianti che ci circondavano, sia il fatto che non ci si puo’ avvicinare più di tanto alle pietre ma bisogna restare fuori da una zona delimitata da corde (ma questo lo sapevo) ed infine anche il tempo con la pioggerellina che ci ha accolto che si è trasformata in un freddo acquazzone e ci ha fatto scappare mi hanno fatto ricredere. Comunque mi sono ripromesso di tornarci in un periodo meno turistico per apprezzarlo meglio e forse, perchè no, in uno dei prossimi solstizi d’estate, l’unico momento in cui è possibile anche avvicinarsi e passeggiare tra le pietre. Si riprende l’auto e, passando per la piana di Salisbury, dove i Beatles hanno girato alcune scene del film “Help”, si riparte, che Liverpool ci aspetta. Il tratto che ci separa dalla città dei Beatles è molto lungo, quindi dopo qualche chilometro in strade di campagna, con scorci bellissimi di verdi prati e di case con il tetto di paglia, e dopo aver attraversato Marlborough, Swindon e Gloucester, prendiamo l’autostrada (ricordiamo che in Inghilterra sono gratuite, non si paga il pedaggio). Non è che il traffico scorra molto meglio, anzi ci sono lunghi tratti, soprattutto intorno Birmingham, dove si viaggia a passo d’uomo, e quindi arriviamo a Liverpool nel pomeriggio inoltrato. Lasciata l’auto in Aeroporto, con un comodo ed economico autobus arriviamo nel centro della città, verso il nostro appartamento che si trova nella centralissima Duke Street. Anche Liverpool ci accoglie con la pioggia, ma questo non ci impedisce di fare un primo giro esplorativo del centro città, che notiamo subito è caratterizzato continuamente dai Fab Four; basta per esempio affacciarsi dal nostro appartamento per vedere un murales rappresentante i quattro musicisti e poco più in là il Mc Cartney’s Pub con l’insegna che riporta le loro sagome. Qui tutto profuma di Beatles!!! Rientrati esausti per il lungo viaggio, dai nostri letti facciamo conoscenza con la “movida” locale : fino quasi all’alba frotte di ragazzi che si aggirano per la strada, quasi tutti ubriachi, che urlano e cantano a squarciagola!! Ci spiegano la mattina dopo che il venerdì e sabato sera il centro città si riempie di ragazzi locali ed anche di altri paesi vicini che si divertono in questo modo, passando da un pub all’altro e, quando questi chiudono, da una discoteca ad un night club, per finire la nottata trascinandosi in pessime condizioni per la strada. Bah, contenti loro.

23/6

Poco riposati iniziamo la nostra prima giornata a Liverpool con un giro per gli Albert Docks: la zona portuale recentemente ristrutturata e dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Unesco, un susseguirsi di palazzi in mattoncini rossi, di bacini, di ponti e di lungomare, in precedenza sede del porto della città e dei cantieri navali, oggi luogo di attrattive culturali con musei (il Tate, il Merseyside Maritime Museum, il Liverpool Museum, etc..), ristoranti e caffè e soprattutto, per noi, base del Beatles Story, il museo sulla band ideato dalla sorella di John Lennon. Il museo ripercorre tutta la storia del quartetto, dallo storico incontro di John e Paul, al periodo di Amburgo, ai primi successi, alla fama mondiale, allo scioglimento del gruppo, per finire con il passaggio nella ricostruzione della mitica White Room dove componeva John Lennon. Oltre alle ricostruzioni dei vari luoghi (il Cavern Club per esempio risulta ricostruito in maniera perfettamente uguale all’originale) troviamo anche molto materiale originale relativo alla loro storia, come strumenti musicali, dischi, biglietti di concerti , etc.. Veramente un paradiso per Elena, tanto che passiamo diverse ore al suo interno. Dopo gli acquisti di rito (t-shirt, portachiavi, ed altri regali per gli amici) lasciamo il quartiere marittimo e ci addentriamo nel centro di Liverpool. Recentemente ristrutturato il quartiere è per gran parte un centro commerciale all’aperto (per la gioia di Maria !!) , ampiamente riempito dal nuovo shopping center ONE, che ospita centinaia di negozi delle maggiori firme mondiali. Rimaniamo stupiti dalla marea di folla che transita per le vie pedonali, veramente impressionante, soprattutto tantissimi giovani, molti dei quali vestiti in maniera del tutto alternativa, almeno per le nostre latitudini, tipo calzoncini corti, scarponi, t-shirt e berretto di lana!! Le vie più affollate sono Paradise Street, College Inn e Seel Street, dove numerosi gruppi di artisti di strada intrattengono i passanti. Dopo questo bagno di folla ci incamminiamo verso il nord del centro città , alla scoperta del quartiere intorno a Mathew Street, cuore della vita notturna (e diurna, come scopriremo) di Liverpool. É il quartiere dove sono situati i più famosi locali e pub musicali della città, tra i quali il Cavern Club, base di lancio per i quattro di Liverpool. Passando in North John Street ci si trova davanti al “Hard Days Night Hotel” e vedendo le quattro statue incastonate nella facciata e le gigantografie sulla vetrata non è difficile immaginare a chi sia dedicato quest’albergo. Oltrepassato questo, si gira a destra e si entra proprio in Mathew Street : ci accoglie uno dei tanti Beatles Shop ma soprattutto una bellissima statua in bronzo di John Lennon! Di seguito una Hall of Fame, con centinaia di nomi di gruppi e cantanti che si sono esibiti da queste parti incisi sui mattoncini della facciata ci confermano l’importanza della zona. Si entra al Cavern Pub e ci accorgiamo che anche alle 3 del pomeriggio la musica ed il divertimento è già a pieni giri : il bar è stracolmo, decine di persone che ballano ed un cantante sul palco che urla a squarciagola!! Di fronte al Pub c’è il vero e proprio Cavern Club, che, come dice il nome, è una vera e propria caverna, tanto che si scendono diverse rampe di scale prima di arrivare al locale. Le stanze sono sormontate da una volta a mattoncini e i muri sono tappezzati di manifesti anni ’60/’70 e di teche contenenti importanti memorabilia rock, tra le quali la fanno da padrone alcuni strumenti musicali usati dai Beatles, dagli Who, dai Rolling Stones e dai Queen. Anche qui musica a tutto volume già dal primo pomeriggio e locale già pieno; noi facciamo un giro esplorativo, alcune foto e diamo appuntamento al Cavern per le prossime serate. Sempre continuando per Mathew Street troviamo il Lennon Bar, il Rubber Soul Pub e soprattutto The Grapes, il pub dove i Beatles andavano a dissetarsi tra una gig e l’altra al Cavern, visto che lì in quegli anni non potevano servire alcolici. Tra altri pub musicali e Beatles Shop arriviamo alla fine della via, per sbucare in Stanley Street : qui ci troviamo davanti, solitaria su una panchina, Eleanor Rigby! Infatti è qui che dal 1982 una statua dell’eroina della canzone dei Beatles ci ricorda di pensare a tutte le persone sole, come dice l’incisione sulla targa (e il ritornello della canzone) : “All the lonely people…”. Districandoci poi tra le vie del centro arriviamo nel quartiere di St John, dove ha sede una delle due importanti università cittadine e alcuni tra i musei nazionali più importanti, come il World Museum, la Central Library e la Walker Art Gallery. Esplorati i musei fino all’orario di chiusura, ci incamminiamo verso casa per una cena tutta italiana fai-da-te! Infatti alloggiare in un appartamento ci dà la possibilità quando vogliamo di riempire la nostra nostalgia per la dieta mediterranea, e così dopo esserci riforniti in uno dei tanti supermercati locali (dove non è difficile trovare anche prodotti italiani) ci siamo gustati una pasta alla matriciana seguita da un bel piatto di scaglie di parmigiano e prosciutto di Parma, il tutto innaffiato però da birra locale, vista la mia passione per la bevanda bionda (e la possibilità di rimpinguare la mia collezione di bottiglie di birra di tutto il mondo). Chiudiamo la serata con un salto al Jacaranda, in Slater Street, praticamente davanti casa, il pub che era solita frequentare, giovane studente d’arte, John Lennon.

24/6

La mattina di questa fredda domenica a Liverpool ci dividiamo “i compiti”: mentre Maria decide di “esplorare” lo shopping center “Liverpool One” per la gioia dei commercianti locali, io ed Elena programmiamo una visita all’Anfield Road, il tempio del calcio locale, sede del Liverpool FC. Un comodo autobus ci porta in poco più di 20 minuti nel quartiere popolare di Anfield, al nord della città, attraversando una distesa di classiche case in mattoncini. Come gran parte degli stadi inglesi, anche l’Anfield si trova in mezzo alle case, parte integrante del quartiere; la cosa che mi stupisce però è che a poche centinaia di metri da qua c’è lo stadio (Goodison Park) dell’altra squadra di Liverpool, l’Everton Fc, e la cosa è assolutamente normale per loro e non crea scontri tra i diversi tifosi; d’altra parte avevo già visto al Liverpool One il negozio del Liverpool FC e quello dell’Everton FC uno accanto all’altro: mi immagino cosa succederebbe ad avere una cosa del genere a Torino o a Roma!! Il tour dello stadio è entusiasmante con visita alle zone interne, tra le quali la sala stampa e gli spogliatoi, dove non posso far a meno di notare la differenza con quelli italiani: all’Anfield i giocatori si spogliano su panche di legno solo di recente ammorbidite con materassini di gomma piuma, con gli asciugacapelli introdotti solo da qualche anno! Sedersi poi sulla panchina della squadra di casa (che non è altro che un prolungamento della tribuna, peraltro scoperta !!) e fare l’ingresso nella Kop, la mitica curva dei Reds, con colonne sonora i cori dei tifosi, ci regala sensazioni davvero molto forti. Ci ricongiungiamo con Maria, ci rifocilliamo e partiamo con i verdi autobus cittadini verso un altra tappa del Beatles Tour : Penny Lane . Dopo pochi minuti arriviamo nella zona sud di Liverpool, quartiere residenziale con casette a schiera e completamente autonomo dal centro città, quasi un paesino a sé stante. Individuiamo nella “Lane” tutti i luoghi decantati da Paul Mc Cartney: la “roundabout” (la rotatoria), il “barber shop” che ora è diventato un Beatles Shop, la “Bank”, la chiesa, e facciamo un salto anche al Penny Lane Center, un luogo di aggregazione per la popolazione del quartiere che è diventato anche un museo all’aperto, con murales dedicati ai Beatles, l’Octopus Garden tanto caro a Ringo Starr e foto della zona risalenti agli anni ’60 e con una gentilissima addetta del centro che ci fa da guida e ci racconta di tutte le star che hanno visitato negli anni il luogo. Tornando verso il centro ci facciamo scendere nell’Upper Duke Street, da dove visitiamo la Chinatown, con il bellissimo portale al suo ingresso, la grande cattedrale anglicana e il quartiere universitario, specializzato in facoltà artistiche, una delle quali frequentata da John Lennon. In serata ci ricordiamo che la nostra nazionale alle 19,45 locali affronterà per la nazionale inglese per i quarti degli europei di calcio: che facciamo? Guardiamo la partita zitti zitti in casa o affrontiamo le orde degli hooligans inglesi ? Decidiamo allora per un compromesso, andiamo a guardare la partita fuori ma in territorio neutro, cioè in un pub irlandese. Arrivati al Pogue Mahone’s Pub, dieci minuti da casa, ci accorgiamo però che non siamo in territorio neutro ma … in zona amica !! Infatti tutti gli irlandesi presenti tifavano a gran voce per l’Italia, alcuni di loro anche in maglietta azzurra, ed i pochi inglesi presenti erano in netta minoranza. Il pub è diviso in molte salette, tutte con Tv o schermo gigante, e noi ci accomodiamo e consumiamo tranquillamente le nostre pinte di Guinness gustandoci, tra le urle festose degli irlandesi, la vittoria ai rigori della nostra squadra.

25/6: la storia ci attende

Stamani ci inoltreremo nel quartiere dove sono cresciuti John, Paul e George! Con l’autobus a due piani raggiungiamo Woolton, la grande zona residenziale dove hanno passato l’infanzia e la giovinezza tre quarti dei Beatles; prima fermata l’incrocio con Beaconsfield Road, dove dopo pochi passi ci appare un cancello rosso : Strawberry Fields. Dietro il cancello icona si vede ancora il parco dell’orfanatrofio dove era solito giocare il piccolo John Lennon. Continuando la strada si arriva a St Peter Church, il luogo dove tutto ebbe inizio : qui, il 6 luglio del 1957, in una festa organizzata nel giardino della chiesa, un giovanissimo Paul Mc Cartney si presentò a John Lennon che aveva appena finito di suonare con il suo gruppo, i Quarrymen!! Ritornando su Mendips Avenue in pochi passi si arriva al n.220 e si trova Mendips, la casa della zia Mimì dove è cresciuto John. Foto di rito (il National Trust organizza visite al suo interno, devo dire però ad un prezzo scandaloso) e ci dirigiamo verso il verdissimo parco dell’Allerton Park Golf Course: ripercorriamo i passi dei due giovani John e Paul, che tramite il sentiero che attraversa il campo si recavano a vicenda nelle rispettive abitazioni per comporre insieme i primi capolavori beatlesiani. Il golf qua è uno sport molto popolare ed infatti vediamo giocare ed arrivare al campo pensionati, casalinghe, giovani studenti, tutti che si portano la sua borsa con le mazze e che ci salutano calorosamente. Arrivati dall’altra parte del parco, dopo aver fotografato soddisfatti una villetta con esposta una nostra bandiera tricolore, dopo pochi metri siamo in Forthlin Road, dove nella casetta a schiera (più popolare di Mendips) al n.20 c’è l’abitazione dove ha passato infanzia e giovinezza Paul Mc Cartney. Dopo aver passato gran parte della giornata immersi nella storia dei Beatles nel tardo pomeriggio ci ributtiamo tra la folla di Seel Street e dopo un altra cena casalinga tutta italiana ci prepariamo per andare al Cavern. Preso posto all’interno del locale, sorseggiando sidro e Guinnes per tutta la serata, assistiamo ai vari concerti che si susseguono: prima un gruppo di giovani ragazzi (tra i quali ne riconosciamo uno che abbiamo visto in precedenza suonare una scatola di cartone in un complesso di strada in Seel Street), poi un cantautore che somiglia in maniera impressionante a John Lennon (ed infatti suona le sue canzoni) ed infine Jay Murray, che da solo con la sua chitarra ci fa divertire suonando cover dei Beatles ma anche degli Who, degli Stones, degli Oasis e di molti altri.

26/6

Purtroppo è arrivato il momento di tornare in Italia; l’orario pomeridiano del volo ci permette di fare un altra passeggiata ad Albert Docks, visitando il Merseyside Maritime Museum e lo Slavery Museum, e di completare gli ultimi acquisti al Liverpool One, poi con molta tristezza prendiamo l’ultimo autobus e ci dirigiamo verso l’aeroporto. Quest’ultimo si chiama Liverpool John Lennon Airport, con il logo ufficiale che raffigura il grande cantante, e tutto al suo interno e’ dedicato a lui ed agli altri Beatles, in particolare a George Harrison, visto che anche lui non è più tra di noi. Oltre allo Yellow Submarine ricostruito all’esterno dell’aeroporto, i muri dell’interno sono tutti ricoperti da strofe di canzoni e di frase di John e dei Beatles e da gigantografie dei quattro. Purtroppo è arrivato il momento di lasciare tutto questo e con rimpianto saliamo sull’aereo e ci prepariamo ad affrontare il caldo tropicale che ci dicono ci sta aspettando in Italia.

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