India, meraviglie e contraddizioni

Il Gange ha acque limpide nelle regioni dell'Himalaya, dove nasce. Scorrendo attraverso le valli, assorbe in sé i detriti dell'umanità fino a giungere alla città di Vanarasi...
Scritto da: niettasold
india, meraviglie e contraddizioni
Partenza il: 15/08/2011
Ritorno il: 31/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Il fiume Gange ha acque limpide nelle regioni dell’Himalaya, dove nasce. Scorrendo attraverso le valli, assorbe in sé i detriti dell’umanità fino a giungere alla città di Vanarasi con acque tra le più sporche e inquinate al mondo. Eppure è proprio qui, che gli indù compiono le abluzioni allo scopo di purificarsi. Il sacro è anche questo.

Mi chiamo Antonia e insieme a mio marito Felice siamo stati ad agosto in India, un viaggio desiderato da molto tempo, ma sempre rinviato a vantaggio di mete più abbordabili e “turistiche”. Ci accoglie Nuova Delhi all’alba, abbastanza silenziosa, ma non immobile, i cani, le mucche,i portatori di tuc- tuc. I mendicanti e i senza tetto, accucciati nell’ombra, in attesa del giorno, si stanno preparando per strappare un altro giorno alla vita. Incontriamo la nostra guida che sarà l’angelo custode del nostro viaggio, Rachescr, indiano doc, che ci accoglie calorosamente. Sarà lui che risolverà i nostri problemi, cercherà per noi i ristorantini, ci darà la buonanotte ed il buongiorno, insomma sarà per noi lo schermo ed il varco per l’avventura che si chiama India. Nel pomeriggio comincia la visita della città, caos assoluto e totale, lunghissime code di macchine,smog,nessuno che rispetta segnali o precedenze,clacson impazziti, nella totale assenza di segnaletica stradale. Visitiamo la porta d’India, il tempio Sikh Saheb bellissimo, con statue colorate e musica in sottofondo e un soave profumo di fiori, gli edifici governativi ed il Qutub Minar con un tramonto mozzafiato e scopriamo che gli indiani frequentano abitualmente questi posti. Sembra quasi che nessuno lavori, ci sono moltitudini di persone che vanno e vengono, pregano e offrono doni alla dea. Certo, agosto non è il miglior mese per andare in India, il caldo è insopportabile,e le temperature sono attorno ai 38°, ma quello che più è allucinante è l’umidità che si avvicina al 100%. Penso però che ora abbiamo scoperto la vera India. Ogni tanto bisogna sempre entrare in un posto che abbia l’aria condizionata, è consigliabile avere un mezzo a disposizione che ci accompagni dappertutto o quasi in modo tale anche da evitare qualche spiacevole incontro, anche se l’India è un posto molto tranquillo. E’ impossibile guidare in quelle strade, tra mucche, animali e persone che camminano in strada, le strade sono impraticabili per la nostra guida, ma ciò che colpisce di più sono le montagne di immondizia sparse per le strade e tutti che passano indifferenti, senza curarsene. Spesso le auto viaggiano contromano facendo sorpassi azzardati per noi occidentali. Bisogna contrattare sempre gli acquisti che si fanno con molta enfasi e si risparmia dal prezzo iniziale spesso anche il 50% dalla prima richiesta che è stata fatta.

La guida ci parla della ristrettezza di questo mondo indiano fatto di caste e di rinunce. Si sposano prestissimo con una ragazza della loro casta,quasi sempre con matrimoni combinati,fanno figli e ripetono gli errori dei loro genitori… Al mattino si parte per Udaipur, lungo il tragitto visitiamo il tempio Rankpur Jain,bellissimo tempio giainista. Nel pomeriggio arriviamo a Udaipur, la “Venezia dell’India”, ma i suoi ponti sono intristiti dalla mancanza d’acqua e soprattutto da montagne di rifiuti. L’atmosfera è comunque romantica. Di prima mattina visitiamo il palazzo più grande del Rajasthan, il City Palace e nel pomeriggio ci dedichiamo alle spese nelle vie del bazar. Arriviamo a Jaipur, la città rossa e alloggiamo in uno splendido hotel. Il giorno dopo facciamo il safari in elefante per visitare il forte Amer, poi ci rechiamo all’osservatorio astronomico Jantar Mantar ed infine al tempio delle scimmie, dove ci accoglie un tramonto bellissimo, tanta pace e una lunga discussione con la nostra guida sul Karma e sulla spiritualità. La mattina successiva usciamo dal Rajasthan arrivare ad Agra ed al mitico Taj Mahal. Lo visitiamo nel tardo pomeriggio e la sua vista ci abbaglia come la sua bellissima storia. Costruito per amore, il Taj Mahal è un simbolo dell’amore, un marito che dona a sua moglie morta di parto al dodicesimo figlio,una dimora bianca e perfetta,per proteggerla nel suo eterno riposo,e che lui tutti i giorni potrà osservare dalla prigione nella quale è stato rinchiuso da un figlio crudele. Poi partiamo alla volta della desiderata Khajuraho, una città dell’India, situata nel distretto di Chhatarpur. Una delle mete turistiche più popolari del paese, Khajuraho ha il più grande numero di templi medievali induisti e giainisti dell’India, fatto che ha portato l’Unesco nel 1986 ad inserire il villaggio nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità. Il nome di Khajuraho deriva dalla parola hindi khajur, che significa palma da datteri e qui si trovavano oltre 80 templi, ma solo 22 di essi si sono conservati fino a noi senza crollare ed andare in rovina. Una delle principali ragioni dell’ottimo stato di conservazione di questi edifici è il fatto che, al contrario di altre città dell’India settentrionale, i templi di Khajuraho non subirono attacchi o saccheggi da parte dell’uomo nel corso dei secoli. Essi rappresentano un notevole esempio di architettura indiana medievale e hanno guadagnato una certa notorietà per le sculture erotiche con cui sono decorati, e che noi abbiamo ammirato estasiati per la loro perfezione.

Verso varanasi

Poi partiamo con un volo per Varanasi, l’apoteosi indiana. Questa città non ci lascia indifferenti, il traffico è assurdo e totale, risciò, tuc- tuc, gente a piedi, macchine, su strade che sembrano un formicaio, il caldo ci stordisce e la vista del Gange o Ganga, come viene chiamato dagli indiani, appaga ogni nostra curiosità. Ci rechiamo alle 19 alla preghiera che nel ghat principale viene svolta da 7 bramini, su altari ricoperti di petali di fiori e contemporaneamente sulle pire bruciano i corpi avvolti in candide lenzuola. I lori gesti, il ritmo, la folla, l’odore dell’incenso, il via vai di mendicanti, i bambini che offrono fiori, le mucche, ci fanno sentire come in un film. A Varanasi è molto bella e suggestiva la cerimonia della cremazione dopo il tramonto, così pure la cerimonia che si svolge all’alba, con una atmosfera unica e indimenticabile. La città, secondo antiche scritture, conferisce a chi muore qui, la liberazione, è meta di pellegrinaggio per tutti gli indù, ci sono ospedali e molti ospizi,è un privilegio poter essere cremati sulle sponde del Gange e poter riposare in eterno nelle sue acque. Ci sono continui falò di cremazioni, bare ricoperte di fiori su pire che bruciano per ore, ed osserviamo la vita che si consuma lungo i ghat fin dall’alba,fedeli che si bagnano, lavandai, corsi di yoga, immancabili venditori, lunghe file di pellegrini che in un giorno visiteranno i 54 templi indù della città. Mi è molto piaciuta l’India, i suoi colori, la gente, il viso dei bambini, la confusione delle sue strade, anche se il rumore dei clacson è insopportabile. Ci siamo imbattuti in molte scene di mendicanti che ti assalgono e ti chiedono soldi, bambini affamati e donne con neonati nudi in braccio.

Le donne ci sorridono e sono comunque e sempre impeccabili, ordinate nei loro sari colorati, anche se stanno spazzando lo sterco. Con queste immagini lasciamo Varanasi per Delhi, un salto dal sacro al profano, dove ci aspetta una serata per locali di tendenza con manish e poi ritorno in Italia. Qui è tutta un’altra storia…

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