India: rajasthan, agra e isole andamane

Siamo 4 amici cui piace viaggiare, l’India l’avevamo in mente da parecchio tempo e finalmente quest’anno ce l’abbiamo fatta, siamo partiti. I preparativi sono stati lunghi, ancor prima di arrivare capisci che l’India non è un paese come un altro, per apprezzarla bisogna conoscerla e sapere cosa ti aspetta. Quindi oltre alle cose...
Scritto da: asia1007
india: rajasthan, agra e isole andamane
Partenza il: 20/09/2003
Ritorno il: 12/10/2003
Viaggiatori: fino a 6
Siamo 4 amici cui piace viaggiare, l’India l’avevamo in mente da parecchio tempo e finalmente quest’anno ce l’abbiamo fatta, siamo partiti.

I preparativi sono stati lunghi, ancor prima di arrivare capisci che l’India non è un paese come un altro, per apprezzarla bisogna conoscerla e sapere cosa ti aspetta. Quindi oltre alle cose pratiche, volo, auto, hotel è bene prepararsi anche sul lato storico, culturale e sociale. Insomma leggere, leggere e ancora leggere.

In ogni modo il 20 settembre 2003 siamo partiti da Zurigo alla volta di Delhi, arrivo in piena notte e primo impatto con la realtà indiana del tipo: mucche parcheggiate in aeroporto al posto delle auto, una folla d’indiani pronti a tartassarti per portarti nel loro albergo, traffico da ora di punta nel pieno della notte …

Il mattino l’impatto è più piacevole, troviamo il nostro autista ad aspettarci e lasciamo subito Delhi alla volta di Agra.

Ironia della sorte il nostro autista uscendo da Delhi sbaglia strada e ci troviamo bloccati nella corsia degli autobus con conducenti arrabbiatissimi che ci urlano contro. Comunque, dopo quest’intoppo arriviamo ad Agra dove visitiamo il Forte Rosso e il magnifico Taj Mahal, che spettacolo da rimanere a bocca aperta !!! Il giorno dopo partiamo alla volta del Rajasthan, la nostra prima tappa sarà Jaipur. Il caldo si fa più sopportabile c’e’ meno umidità e il nostro autista si fa più scaltro nella guida trovandosi nel suo territorio. Iniziamo ad assaporare l’India. Sia il calore della gente che la gastronomia.

La gente qui è curiosa e gentile, ti sorride e ti saluta in continuazione. Una volta tornati non dimenticheremo tanto facilmente i tanti “Hallo”, “How are you ?”, “Where are you from?”.

La sera Dinesh ci porta ad assaporare il cibo e il folklore del Rajasthan in un parco per turisti stranieri e turisti indiani. E’ incredibile e piacevole costatare che l’India è sì una meta turistica ma per la maggioranza per turisti indiani! Quindi tutte le infrastrutture turistiche sono adeguate hai gusti indiani e non occidentali! A Jaipur visitiamo il forte, residenza dell’attuale Maharaja, un sito astronomico e il forte di Amber, un’imponente fortezza costruita fuori della città su di un dirupo. Ci diamo anche allo shopping (seta, pashmina, argento e altro…A prezzi bassisimi). In India è praticamente impossibile non fare acquisti , specialmente se vi fate portare in giro da una guida locale. Il suo rendiconto presso un qualche negozio lo avrà sempre e quindi gentilmente vi chiederà di entra in questo o quell’altro negozio, poi vi convincerà a comperare e se uscirai dal negozio a mani vuote sarà sempre gentile ma non sarai più il suo cliente preferito. Eh ! gli Indiani s’impara a conoscerli! Partendo da Jaipur ci dirigiamo verso Udaipur, la città più graziosa e intrigante del Rajasthan, non per altro la chiamano la “Venezia d’oriente”. Qui oltre all’immancabile forte è piacevole passeggiare per le tante viuzze trafficate da risciò, mucche, carretti e biciclette con ai lati tanti negozietti e bancarelle di dolcetti buonissimi.

Udaipur è una cittadina da favola e alloggiare in un alberghetto affacciato sul lago Pichola e molto romantico.

Lasciamo Udaipur per recarci a Jodhpur la città blu. Nel tragitto per Jodhpur ci fermiamo a visitare il forte di Kumbalgarth, una fortezza in stile medioevale in una valle sperduta e lontana dalle strade principali. Nonostante la strada tortuosa vale la pensa visitarlo. E’ veramente impressionante, con la sua imponenza domina tutto il territorio e si gusta l’isolazione e la tranquillità dal caos delle zone più trafficate.

Arriviamo a Jodhpur in serata e per nostra fortuna pernottiamo in un alberghetto poco fuori del centro, infatti, Jodhpur è una città inquinatissima. Il giorno dopo visitiamo il forte che domina la città con tanto di guida auricolare, ci godiamo la vista e infine c’inoltriamo nelle viuzze affollate a curiosare.

Continuiamo il nostro viaggio dirigendoci a Jailsalmer, la città d’oro per le costruzioni tutte color sabbia. Jailsalmer è una cittadina piacevole da scoprire, anche lei con tante viuzze strette piene di negozietti, templi e haveli (le case tradizionali risalenti ai tempi dei maharaja’), il caldo è torrido ma secco dovuto alla vicinanza con il deserto. Dove c’e deserto non possono che mancare i cammelli, così ci cimentiamo in una gita in cammello per vedere il “tramonto”. Avventurosa, forse anche eccitante ma terribile per il fondo schiena. Tre ore a dorso di cammello per il deserto e per due giorni non cammini più. Vabbe’ bisogna provare tutto !?! Il nostro giro nel Rajasthan è quasi giunto al termine, partiamo da Jailsalmer, facciamo tappa forzata a Bikaner e poi arriviamo a Delhi dove ci fermeremo per 3 giorni.

A Delhi, dopo tante notti in alberghetti poco confortevoli, seppur puliti e semplici, a costo di sembrare un po’ poco eco e tanto global, ci concediamo il super lusso all’hotel Imperial. (al costo di un tre stelle in Italia). Un bellissimo 5 stelle in stile vittoriano/art deco’ dove ci siamo gustati un bel piatto di pasta e dei filetto di manzo dopo tanti thali vegetariani super speziati. Delhi, come le altre città indiane è incredibile, la gente nei quartieri più “popolari” vive sulla strada, puoi incontrare un barbiere che rade in un baracchino, il lustra scarpe seduto sul ciglio della strada, carretti su due ruote su cui si vendono frutta e verdura, bancarelle che vendono Samosa o dolcetti ancora caldi, negozi senza né porte né vetrine solo locali con tre muri, conducenti che dormono in posizioni impensabili sul proprio risciò, maiali che scorrazzano tra i bambini che giocano, uomini che parlano bevendo un té masala e masticando le foglie di betel. Tutto questo sulla strada, in pieno traffico, con mezzi di trasporto che quasi ti sfiorano se non ti investono ! Dopo quei tre giorni “fuori del mondo” siamo tornati alla realtà mettendo piede in stazione a New Delhi, che shock !! Gente dappertutto, un caos, persone che ti bombardano di domante, dove andate ? avete il biglietto? Che treno prendete? Da impazzire. Dopo una bella sfacchinata con i sacchi in spalla abbiamo trovato il nostro treno che ci avrebbe portati a Calcutta per poi prendere l’aereo per il mare: le isole Andamane. Le Andamane sono delle isole nel mar del Bengala, più vicine alla Thailandia che all’India ma per via del dominio inglese diventate territorio indiano. Queste isole sono ancora poco conosciute dal turismo di massa e come per la penisola indiana il 90% dei turisti che vi si recano sono indiani.

Che dire, un paradiso ! È stata un’impresa arrivarci ma n’e’ valsa la pena. Spiaggie incontaminate, vegetazione lussureggiante e tanta tanta quiete. Ed eccoci ancora in viaggio, questa volta per tornare a casa. Siamo abbastanza contenti in quanto il nostro stomaco comincia a fare i capricci e a rifiutarsi di mangiare altro cibo indiano. Le pastiglie della malaria iniziano a farci effetti strani e gli indiani ci snervano un po’. Insomma siamo stanchi. Sono pochi giorni che siamo tornati a casa, ci siamo ripresi in fretta e per fortuna l’India ci ha lasciato solo tante emozioni e ricordi, anziché qualche problemino stomaco/intestinale.

Siamo così giunti alla conclusione che l’India ti sconvolge e ti stanca mentalmente, quando arriva il momento di tornare a casa, sei quasi sollevato. Ma dopo qualche giorno, dopo esserti ripreso, dopo aver dormito nel tuo letto profumato e dopo aver gustato un bel piatto di pasta affiora un senso di malinconia e nostalgia . Si imprime nei tuoi pensieri e ti manca; scopri di amare questo paese forte, pieno di contrasti, di odori, di vita … E un pensiero persistenze di frulla nella mente: “Quando potremo ritornarci ?” Moira, Alessia, Luca e Pierre.



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