colori e sapori indiani e sole mare maldiviani
Eccovi alcune cifre, prezzo a persona: 12 ore di volo Milano-Dehli, 1050 km percorsi in auto per 30 ore volo Quatar Airways andata Milano-Dehli – ritorno Male-Milano EUR. 866 Circuito India, 11 notti EUR. 1034 (alberghi 5 stelle), Dehli: Crown Plaza Surya – Superior room Agra: Holiday Inn – Deluxe romm Jaipur: Country Inn & Suites – Standard room Jodhpur: Ajit Bawan Palace – Deluxe room Deogarh; Deogarh Mahal – Deluxe room Udaipur: Shiv Niwas Palace – Palace room quota tour compresa di entrate ai monumenti, guida, giro sul lago a Udaipur, salita con Elefante a Amber, giro in risciò a Jaipur e giro in Tonga a Agra Volo Dehli- Male Sri Lanka ariways EUR.467 Soggiorno Maldive – Digghiri Resort EUR.713 all inclusive 27.07.20208 ….E quindi sabato 26.07.2008 ci ritroviamo all’aeroporto di Milano Malpensa per il rituale del check-in e l’imbarco sul volo della Quasar Airways delle ore 12.00 con prima destinazione Doha dove atterriamo dopo 5 ore e 30 di volo. Il tempo di sgranchirci le gambe, piccolo giro dell’aeroporto e uno spuntino che ci imbarchiamo di nuovo e questa volta raggiungiamo la capitale indiana Delhi alle 03.30 ora locale. Ritiro bagagli, incontro con il nostro contatto locale e l’autista che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Direzione Crown Plaza Hotel e unica e sgradita sorpresa di tutta la vacanza: non abbiamo la camera a disposizione se non per la notte del 27/28.07.2008. Nonostante le nostre rimostranze, il nostro contatto ci lascia nella gelida hall a “dormire” sui divani. Verso le 07.00 dalla reception (forse impietositi) ci informano che una camera è pronta. Prendiamo al volo l’occasione e ci facciamo una dormita fino alle 10.00, abbondante colazione e alle 11.00 ritrovo con la prima delle diverse guide, Deepak. Si parte per il primo giro di Delhi (il resto sarà fatto al termine del tour). E’ domenica e il traffico non è così caotico come nei giorni feriali. In auto ci dirigiamo verso le prime attrazioni del nostro giro: l’India Gate, un arco trionfale in pietra, alto 42 metri. Con i nomi di circa 90’000 soldati dell’esercito indiano che persero la vita nella prima guerra mondiale e durante la fallimentare guerra afgana del 1919. E’ Posto ad una estremità di Rajpath, la via reale dove il 26 gennaio di ogni anno si svolge la parata del Republic Day che quest’anno ha visto come ospite il presidente francese Nicolas Sarkozy, all’ingresso del viale che porta alla Residenza Presidenziale, “Rashtrapati Bhawan”, e ad altri uffici governativi, I giardini che lo circondano sono “invasi” da famiglie indiana per il pic-nic della domenica.
Rashtrapati Bhawan (casa del presidente) palazzo eretto nel 1929 su disegno di Sir Edward Lutyens sulla cima di una bassa collina. Prima dell’indipendenza dell’India era la residenza dei vicerè britannici. E’ il più grande palazzo presidenziale al mondo; conta più di 340 stanze, 37 saloni, 74 lobbie e logge, 18 scaloni e 37 fontane e non è stato usato acciaio per la sua costruzione.
Laxmi Narayan Temple: Questo tempio, noto anche come Birla Mandir, è consacrato alla dea indù di Laxmi e a Visnù, suo consorte. Il tempio fu costruito grazie alle elargizioni dei Birla, una delle più ricche famiglie del paese e di più antica data, originaria del Rajasthan e i cui discendenti si dedicano ancora oggi con successo ai più svariati tipi di business, dal tessile alle telecomunicazioni.
Qutab Minar: Nella cintura esterna di Delhi, a 15 chilometri, abbiamo questa vasta oasi archeologica e naturalistica. Il complesso si compone di numerosi edifici e templi indù e moghul, fra i quali spicca la grande torre in pietra arenaria rossa che dà nome al luogo.
Mausoleo di Humayun – Il mausoleo di Humayun fa parte dei Patrimoni Mondiale dell’Umanità. La sua costruzione fu iniziata nel 1562 su commissione della vedova del defunto imperatore, la begum Hamida Banu Begum. Furono necessari 8 anni per il completamento dell’edificio. Ne risultò un monumento che richiama da vicino ed inspirò il più celebre Taj Mahal di Agra.
Rientro in albergo (Crown Plaza Hotel) e riposino visto che la notte precedente non abbiamo dormito molto, poi ci affidiamo al ristorante dell’albergo per la cena (buffet indiano e non). Sappiamo che in albergo il prezzo dei pasti è più alto rispetto a ristoranti locali ma in fondo 15 euro in tre non mi sembra eccessivo e così faremo durante tutto il viaggio.
28.07.2008 Sveglia alle ore 08.30, colazione e… Ritrovo con il nostro autista Vidjay per Agra. In questo momento ci rendiamo conto del traffico indiano. Siamo già a disagio per la guida a sinistra, ma quello che ci aspetta ci lascia senza parole. Pensate solo che per percorrere i 205 km da Dehli a Agra ci vogliono come minimo 4 ore. Le strade quasi asfaltate sono a due corsie, ma diventano a 3 o 4 a dipendenza di quanti veicoli si mettono in sorpasso (abbiamo visto un camion che sorpassava un camion a suo volta sorpassato da un altro camion e naturalmente e chi sopraggiunge sul senso di marcia contrario che si deve spostare) Nel corso di tutto il tour avrò chiuso gli occhi una ventina di volte aspettandomi il peggio!). Oltre ai veicoli le strade sono frequentate da mucche, bufali, cani e pedoni (che se non si danno una mossa rischiano di……Fare ciac!!). Nel tardo pomeriggio arriviamo a Agra, città dell’India settentrionale di 1.259.979 abitanti, capoluogo del distretto di Agra e della divisione di Agra, nella parte occidentale dello stato federato dell’Uttar Pradesh, sulle rive del fiume Yamuna In base al numero di abitanti la città rientra nella classe I (da 100.000 persone in su). Fu capitale dell’Impero Mughal dal XVI al XVIII secolo.
Ci fermiamo alle porte di Agra dove incontriamo la nostra guida locale Sanjay e visitiamo Sikandra, la Tomba di Akbar, il più illustre e famoso imperatore della dinastia moghul. D’accordo con la guida decidiamo anche di visitare Itamad-Ud Daula, in questo modo il giorno dopo ci dedichiamo interamente ai due più famosi monumenti di Agra. Il Mausoleum di Itmad-ud-daula detto il “piccolo Taj”, si trova lungo il fiume Yamuna, circa un chilometro e mezzo a monte del Taj Mahal. E’ la prima struttura moghul interamente in marmo bianco in cui si fece ricorso sistematico alla tecnica della pietra dura.
Notte presso l’Holiday Inn e il giorno dopo….
29.07.2008 Sveglia alle 08.30, colazione e ci ritroviamo con autista e guida che ci portano verso il cosiddetto simbolo dell’India, patrimonio dell’umanità e fra le meraviglie del mondo, il Taj Mahal. Per evitare che le piogge, il tempo e l’inquinamento possano rovinare il bianco marmo del Taj, lo si raggiunger a piedi oppure con bus elettrici. Inoltre le fabbriche dei dintorni sono state chiuse per lo stesso motivo. Diciamo che l’attesa ne vale la pena, rimani senza parole davanti a questa costruzione e ne ammiri il luogo, tenuto in perfette condizioni e coccolato, lontano dai rumori del traffico e dal caso cittadino: chi ha visto la Sagrada Familia di Barcellona, invece…Malgrado la propria bellezza, è circondata e stretta dalla città; anche le piramidi di Giza un tempo lontane dal traffico, l’ultima volta che le abbiamo visita cominciavamo ad essere circondate da vicino da alberghi e costruzioni varie. Visitiamo il sito con la guida che poi ci lascia tutto il tempo a nostra disposizione per ammirarlo. Dopo aver girato in lungo e in largo per la costruzione e i giardini ci sediamo su una panchina e lo osserviamo meravigliati della perfezione e della calma che ci trasmette e ci si rendiamo conto delle grandi capacità dell’uomo, peccato che le sfrutti quasi esclusivamente per armi e guerre. Sono tanti i turisti indiani che lo visitano e ci affascinano i colori dei sari delle donne che risaltano sul bianco del marmo. Una di loro mi chiede di posare per una foto con lei e il suo bambino e ben volentieri accetto. La guida mi informa che la maggior parte dei visitatori indiani provengono dal sud e non hanno l’abitudine di incontrare degli occidentali. Non sarà l’unica foto per la quale poso. La bellezza di questa costruzione è resa ancor più affascinante dalla leggenda che la avvolge, infatti, sembra quasi una fiaba. Taj Mahal significa “Palazzo della Corona” ed è di fatto la più bella e meglio conservata tomba del mondo. Il Taj Mahal si trova sulle rive del fiume Yamuna. Fu costruito dal quinto imperatore Mughal , Shah Jahan, nel 1631 in memoria della sua seconda moglie, Mumtaz Mahal, che morì mentre accompagnava suo marito a Behrampur, durante una campagna per schiacciare una ribellione. Aveva appena dato alla luce il loro quattordicesimo figlio. La sua morte fu una vera tragedia per l’imperatore, al punto che i suoi capelli e la sua barba nel giro di pochi mesi diventarono completamente bianchi per il dolore. Mentre Mumtaz Mahal era ancora in vita, aveva chiesto all’imperatore di farle quattro promesse nel caso in cui fosse morta prima di lui. Per prima promessa gli chiese di costruire il Taj; la seconda era che si sarebbe dovuto sposare di nuovo per dare una nuova mamma ai loro figli; la terza promessa era che sarebbe sempre stato buono e comprensivo con i loro figli; e la quarta, che avrebbe sempre visitato la sua tomba nell’anniversario della sua morte. Lasciamo il Taj non senza voltarci una seconda volta ad guardarlo e ci fermiamo in una fabbrica di oggetti in marmo, poi affamati ci fermiamo in un piccolo ristorante consigliatoci dalla guida per il pranzo. Nel pomeriggio visitiamo, la seconda grande attrazione della città, il Forte di Agra, patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Il forte è conosciuto anche come Lal Qila, Fort Rouge e Forte rosso di Agra. Si trova a circa 2,5 km a nord-ovest dal Taj Mahal. Il forte può essere descritto accuratamente come una città-palazzo fortificata. La fortezza deve il suo nome al materiale utilizzato per la costruzione: l’arenaria rossa. Usciamo dal forte e ci aspetta il giro sul Tonga, un carretto coperto trainato da un cavallo. Sinceramente visto che doveva trasportare il peso di ben 5 persone, il cavallo non mi sembrava molto robusto e mi ha fatto pena. Durante il giro ci sorprende la pioggia che rinfresca per ca 20 minuti la calda giornata. Al termine del giro ritroviamo il nostro veicolo e siamo scortati in albergo.
30.07.2008 Sveglia alle 08.00 e partenza in direzione di Jaipur (km 235). Dopo un’ora siamo a Fatehepur Sikri che ci apprestiamo a visitare e a studiare: Akbar, nonostante i 300 matrimoni celebrati con chiari intenti diplomatici (creare un clima di distensione con i bellicosi rajput locali di religione induista) e le 5000 donne del suo harem, non riusciva ad avere figli maschi, o meglio quelli che aveva avuto erano morti tutti in tenera età. Disperato per questa calamità, nel 1568 Akbar si recò in pellegrinaggio al villaggio di Sikri presso Shaikh Salim Chishti, lamentando la sua disgrazia e chiedendogli di intercedere per lui. Il santo tranquillizzò Akbar e gli predisse che presto avrebbe avuto tre figli maschi. L’anno seguente la prima moglie Jodhai Bai, ritornando da un pellegrinaggio fatto ad Ajmer, concepì un figlio che fu chiamato Salim in onore del venerando veggente. (Alla morte del padre Akbar, Salim sarebbe salito al trono col nome di Jahangir). Nel 1570 nacque il secondo figlio Murad e due anni dopo il terzo Daniyal. Entusiasta e felice per l’avverarsi della predizione, nel 1571 Akbar decise di costruire nelle vicinanze del piccolo villaggio di Sikri una nuova città, che chiamò Fatehpur Sikri, la città della vittoria, per celebrare il fausto evento e la sconfitta del potente rajput di Chittor. Per 14 anni, dal 1571 al 1585, Fatehpur Sikri fu la capitale dell’impero moghul oltre a un importante centro commerciale, culturale ed amministrativo, oscurando la città di Agra, che rimase solo la roccaforte militare dell’impero. La città fu abbandonata, pare a causa delle enormi difficoltà di approvvigionamento idrico. Akbar trasferì la capitale nella più comoda Lahore. Al termine della visita proseguiamo il nostro viaggio verso Jaipur, non senza renderci conto di come vivono da queste parti, in case (se così si possono chiamare) fatiscenti davanti alle quali troviamo i carretti di venditori di frutta e rifiuti di ogni genere. Arriviamo a Jaipur nel tardo pomeriggio (dopo ca 5 ore) e pernottiamo all’hotel Country Inn & Suites dove effettuiamo i nostri primi acquisti di tessuti (pashmine, tuniche e persino un sari che da un primo prezzo di Euro 30 lo abbiamo ottenuto a Usd 15). 31.07.2008 Jaipur,capitale dello stato indiano del Rajasthan. È famosa anche con il nome di “città rosa”, per il colore predominante delle sue abitazioni. Sveglia alle 08,00, colazione e partenza per l’Amber Fort. Passiamo in centro (?) di Jaipur per ammirare esternamente il Hawa Mahal. (palazzo dei venti), simbolo di Jaipur e straordinario esempio di architettura rajput, Dell’edificio a cinque piani che si affaccia sulla via principale della frenetica città vecchia, rimane solo la facciata e poco più. Il “Palazzo dei venti” è caratterizzato dalle raffinate finestre a nido d’ape in arenaria rosa, inizialmente ideate per consentire alle donne della casa reale di osservare lo svolgimento delle processioni e della vita quotidiana nelle strade.
Raggiungiamo Amber e a dorso di elefante (come ci si aspetta dai turisti) saliamo verso il forte, un insieme di palazzi e padiglioni, costruito a partire dal 17° secolo, come propria sede, dal maraja di Jaipur che però successivamente si trasferì nella vicina città. Ritorniamo verso Jaipur, fermandoci ad ammirare il lago con il palazzo al centro Arriviamo a Jaipur e all’entrata del City Palace ci sorprende la pioggia. Attendiamo che finisca, ma sembra proprio che non voglia farlo e decidiamo di visitare il palazzo correndo da una parte all’altra per entrare nelle diverse stanze. City Palace è il nome con cui si indica la reggia all’interno della città fortificata. Si tratta di un complesso di palazzi. Smette di piovere e abbiamo la possibilità di visitare il Jantar Mantar, un osservatorio astronomico costruito da Jai Singh II, il maharajah con l'”hobby” dell’astronomia e dall’astrologia cui si deve anche quello di Nuova Delhi, Mathura, Benares e Ujjain. Jantar Mantar deriva dal sanscrito Yantar (strumento) Mantar (calcolo, formula) ed è un grandioso complesso di strumenti astronomici contraddistinti da un’enorme precisione, insuperata per strumenti del genere. Il tempo della visita e la pioggia riprende, decidiamo allora di pranzare e nel pomeriggio ci facciamo un giro in risciò e poi torniamo in albergo.
01.08.2008 Festa nazionale svizzera. Andrea indossa una maglietta rossa e bianca con la scritta “Swiss since 1291” e il cappellino uguale. Partiamo in direzione di Jodhpur (km 330 – 7 ore ca) ma in viaggio ci fermiamo a Puskar considerata, insieme a Varanasi (l’antica Benares, dove scorre il Gange) citta sacra dell’India. E’ conosciuta infatti per il suo lago sacro e per l’unico tempio dedicato al dio Brahma esistente nel mondo. La leggenda dice che questo lago si e’ formato dove Brahma – il creatore dell’universo nella religione indu’ – fece cadere un fiore di loto in un giorno di luna piena. La tradizione induista considera di buon auspicio bagnarsi in quelle acque, specie durante il plenilunio d’autunno. Pushkar e’ diventata cosi’ uno dei piu’ frequentati luoghi di pellegrinaggio non solo in India ma in tutta l’Asia. E’ ricca di templi, almeno 500 in tutto, e di 52 bathing ghats – scalinate, luogo di preghiera lungo il percorso del fiume. Qui, come a Varanasi, ogni giorno, centinaia di pellegrini si recano a compiere le abluzioni e i riti di purificazione, ma non si compiono cremazioni. Oggi purtroppo il tempio di Brama ê chiuso per avverse condizioni astrologiche. Giriamo per le strade con i suoi negozi e bazar e poi arriviamo al lago dove con il bramino del luogo preghiamo e lasciamo la nostra donazione per i poveri. La guida, Nandu, ci spiega che Puskar `famosa anche per la Fiera dei Cammelli. Ogni anno, infatti, a novembre, in coincidenza con il periodo di luna piena, migliaia di cammelli, cavalli e altro bestiame sono messi in vendita, fra gare, danze, musica ed altri intrattenimenti. Pranzo a Pushkar e viaggio verso Jodhpur, dove alloggiamo al Ajit Bhawan Palace, in una villetta situata nel bel giardino del resort che mi riporta al periodo coloniale.
02.08.2008 Jodhpur: Se Jaipur è la città rosa, Jodhpur potrebbe essere definita la città blu, per la tipica colorazione azzurra delle sue case. Inizialmente il colore indicava la casa di un bramino perchè molti secoli fa, secondo la tradizione, alcuni di loro dipinsero le loro case di questo colore dopo aver scoperto che teneva lontane le zanzare. Oggi Jodhpur è la seconda città del Rajasthan, ma sotto molti punti di vista non è cambiata rispetto alla vecchia città fortificata sviluppatasi ai piedi del Forte di Meherangarh. Sveglia alle 08,30. Piove a dirotto. Dopo la prima colazione ritroviamo Vijaj in compagnia della guida Ashir, direzione Meherangarh Fort, forte maestoso, arroccato su una rupe rocciosa alta 122 m. La fortezza è decisamente imponente e con le sue mura e torri cilindriche Come detto pioveva a dirotto e al termine della visita ci siamo ritrovati bagnati fradici. Basti pensare che nell’attraversare una terrazza l’altezza dell’acqua arrivava al polpaccio. Usciamo sotto la pioggia e ci dirigiamo verso Il mausoleo del maharaja Jaswant SinghII, costruito appunto in memoria del Maharaja Jaswant Singh II, nel 1899, l’imponente monumento in marmo bianco indica il luogo del crematorio reale. I quattro cenotafi ritraggono i successivi sovrani in memoria dei loro atti di coraggio e della loro generosità.
Torniamo a Jodhpur per il pranzo con la speranza che smetta di piovere, Purtroppo non è così e dobbiamo accontentarci di un giro in auto presso la Torre dell’Orologio e il centro città. Prima di rientrare, la guida ci porta in un negozio di tappeti? ma quando entriamo e sceniamo nel seminterrato buio nel momento in cui si accendono le luci ci sembra di essere nella caverna di Aladino: numerosi oggetti scolpiti in legno, ferro, marmo e montagne di tessuti. Inevitabilmente acquisto due pashmine (e siamo a 5 dall’inizio del viaggio).
03.08.2008 Sveglia alle 08.00 e dopo la prima colazione lasciamo Jodhpur in direzione di Deogarh (km120 – 4ore). Apprezzo sempre volentieri le immagini e i colori di questo pezzo di India che sfilano davanti al finestrino. Durante il tragitto sosta a Ranakpur.
A 60 chilometri di distanza da Udaipur, gli splendidi templi di Ranakpur costituiscono uno dei più grandi e importanti complessi giainisti dell’India. Il tempio più importante di Ranakpur, il Chaumukha Temple (“Tempio delle quattro facce”), è dedicato ad Adinath. L’imponente tempio di marmo è costruito su un alto basamento, cui si accede da una maestosa scalinata, e sormontato da tre livelli, di cui solo il primo accessibile ai turisti. Questo grande santuario di marmo riccamente decorato e in ottimo stato di conservazione, è formato da 29 sale, sorrette da 1444 colonne tutte diverse tra loro. Che pace, anche qui ci sediamo all’interno del tempio principale e rimaniamo in contemplazione osservando i visitatori. Poi con calma abbandoniamo il luogo e torniamo in viaggio verso Deogarh che raggiungiamo nel tardo pomeriggio e veniamo alloggiati al Deogarh Mahal, palazzo convertito in hotel dal proprietario attuale Rawat Nahar Singh. Una parte del Mahal ancora è occupata dai suoi parenti.
04.08.2008 Peccato che a Deogarh passiamo una sola notte e quindi sveglia alle 08.00 e partenza per Udaipur (135 km – 4 ore) dove giungiamo in tarda mattinata. Nel tragitto il nostro autista decide per una sosta in un villaggio e ci invita a visitarne il tempio indu. Purtroppo non mi sono segnata il nome del villaggio che non ricordo come pure il nome del lago dove troviamo un piccolo tempio nel mezzo e più avanti un altro complesso. Arrivo a Udaipur in tarda mattina e check in al Shiv Nivas Palace hotel. Ci accordiamo con la guida per il giro sul Lago Pichola nel pomeriggio. Si mette a piovere ma fortunatamente mentre ci troviamo sul battello possiamo disporre di una tregua. Il Pichola Lake ospita lunghe le rive la città. Dopo aver fondato la città il maharaja Udai Singh II lo ampliò facendo costruire una diga in muratura con la quale sommerse il villaggio di Pichola, località da cui il lago prese il nome L’acqua del lago ê assai bassa e quindi il giro è presto fatto anche se ammiriamo dapprima il complesso del City Palace, il Lake Palace, ex residenza estiva dei sovrani, costruito dal maharaja Jagat Singh II nel 1754 e trasformato nel bianco sfavillante Lake Palace Hotel dal maharaja Bhagwat Singh. Il Lake Palace occupa interamente la Jagniwas, un isola di circa 1.5 ettari. Insieme allol Shiv Niewas palace e al Monsoon Palace, il lake Palace è stato utilizzato nel 1983 cine set dek film di James Bond Octopussy-Operazione Piovra. Dietro Jagniwas si trova un’isola ?più piccola chiamata Asi Vilas, fatta costruire dall’ex marahaja di Udaipur per godersi il tramonto. JagMandir Più noto come “Lake Garden Palace”, è situato su un’isola del lago Pichola è adibito ad albergo di lusso. Si dice che l’imperatore moghul Shah Jahan abbia tratto da questo edificio alcune idee per la costruzione del Taj Mahal dopo essere stato a Udaipur nel 1623. Rientriamo in albergo e ricomincia a piovere. Più tardi cena, passeggiata lungo il complesso del City Palace e buona notte.
05.08.2008 Udaipur: è considerata la città più romantica dell’India: situata tra le verdeggianti Aravalli Hills nel Rajasthan meridionale, non lontano dall’arido deserto Tar, la città è famosa per i suoi laghi e per i suoi palazzi di marmo bianco. Fondata nel 1599 dal Maharana Udai Singh, secondo la leggenda su consiglio di un saggio eremita che il sovrano aveva incontrato durante una battuta di caccia.Priva di cittadella ma cinta di mura, Udaipur fu capitale del regno fino al 1947. Cinque porte fortificate, con spunzoni metallici per difendere l’entrata dagli elefanti da guerra, danno accesso alla città vecchia, Sveglia alle 08.30 e appena pronti visita dapprima il tempio, Jagdish Mandir, costruito nel 1651 e dedicato a Vishnu. Entriamo nel tempio, in un’ampia sala circolare, dove diversi fedeli cantano, suonano tamburi e pregano davanti alla statua di ietra nera di Vishnu, rappresentato come Jagannath, il Signore de3ll’Universo. Al termine della visita rientriamo verso il City Palace che ci apprestiamo a visitare. La maggiore attrazione cittadina è costituita da questa reggia, la più vasta del RajasthanVisto dall’esterno il complesso da l’impressione di un unico palazzo adornato con torri ottagonali a cupola. In realtà si tratta di un complesso di 4 edifici maggiori più innumerevoli altri più piccoli e collegati tra loro da une serie di cortili, giardini, scale e corridoi così da costituire un inestricabile labirinto e per visitarlo tutto è necessario ricorrere ai servigi di una guida. L’ala sud del palazzo è stata aggiunta in tempi molto più recenti ed è adibita ad albergo di lusso noto con il nome di Fateh Prakash Palace. Il Shambu Niwas Palace risale al XIX secolo ed è la residenza dell’odierno maharana. Le sponde del lago in corrispondenza del palazzo sono sistemate a giardini pubblici con piccoli ghats. Del complesso fa parte anche il nostro albergo Shiv Niwas Palace. Dalle finestre del City Palace osserviamo il Sajjan Garh (Monsoon Palace), costruito sulla catena montuosa e abbandonato per molti anni e che ricorda un castello delel fiabe. Fu fatto costruire dal maharaja Sjjan Singh per ospitare un centro astronomico ed in seguito divenne la sua residenza durante la stagione dei monsoni e infine una palazzina di caccia. Usciamo del City Palace e raggiungiamo la nostra auto che ci porta al giardino delle principesse, il Sahelion KI Bari, situato nella parte settentrionale della città.. E’ un piccolo e pittoresco giardino ornamentale progettato nel 1710 da Sangram Sngh II per le 48 damigelle che costituivano una parte della dote di una principessa. Ci sono belle fontane, chioschi, elefanti di marmo e un delizioso laghetto sulle cui acque galleggiano fiori di loto. A conclusione della visita chiediamo alla guida di condurci in un bazar dove acquistiamo gli ultimi tessuti. Rientro in albergo, pranzo e …. Pomeriggio libero al riparo dalla pioggia che ha ricominciato a scendere (peccato si poteva passare in piscina).
06.08.2008 Sveglia alle 06.00, veloce colazione e partenza per l’aeroporto, dove un volo interno ci riporta a Dehli. Abbiamo salutato Vijai che deve necessariamente riportare la Toyota Inova a Dehli, viaggio previsto in 15 ore. A Dehli ritroviamo Deepak con il quale facciamo un giro di Old Dehli.
Jama Masjid: uno dei doni architettonici lasciati da Shah Jahan, la Jama Masjid è una delle moschee più grandi, non solo di Delhi, ma di tutta l’India. Completata nel 1658, la moschea ha tre porte, quattro torri ai lati e due minareti di 40 m ed è costruita in arenaria rossa de marmo bianco. L’ingresso principale è contraddistinto dal numero 3. I visitatori devono indossare abiti sobri (altrimenti bisogna indossare un gonnellone che è fornito dal custode) e togliersi le scarpe in cima alla scalinata. Il cortile della moschea può contenere fino a 25’000 persone. Da qui è possibile godere una panoramica a volo d’uccello della città.Passiamo davanti al Forte Rosso e raggiungiamo il luogo in cui il Mahatma Gandhi fu cremato, il Raj Ghat: un bellissimo e tranquillo giardino nel quale di trova una piattaforma di marmo ricoperta costantemente di fiori.La nostra viisita in India sta giungendo al termine. Dopo una rinfrescata in uno dei tanti alberghi di Delhi che si trovano sulla via dell’aeroporto, siamo proprio condotti all’aeroporto dove ci imbarchiamo sul volo della Sri Lanka Airways con destinazione Colombo e proseguimento poi per Male che raggiungiamo alle 01.30.
07.08.2008 A Male sostiamo la notte presso Hulule Island Hotel, La mattina alle 07.30 ci imbarchiamo sull’idrovolante che ci trasposta al nostro atollo, il Digghiri Resort. Qui trascorriamo 6 stupendi giorni in pieno relax, con tanto sole e mare e….Senza scarpe!! Veramente fantastico!!! Alla nostra partenza il 13.08 diciamo un arrivederci alle Maldive……Torneremo! Il rientro in aereo è stato *veloce” e senza intoppi sempre effettuato con Qatar Airway.