36 ore a Hong Kong

Uno stopover a Hong Kong per gustare in fretta le contraddizioni e bellezze di questa città...
Scritto da: imperodelleluci
36 ore a hong kong
Partenza il: 11/08/2010
Ritorno il: 13/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Abbiamo trascorso un paio di giorni scarsi ad Hong Kong approfittando dello stopover per Sydney e devo dire che oltre ad essere stata una scelta positiva per accelerare l’abitudine al fuso orario orientale, la città ci è davvero piaciuta molto. Siamo atterrati alle 7 di mattina (ora locale) ed in pochissimo tempo, ritirati i bagagli, abbiamo preso il comodissimo treno che con circa 70 HK dollars (circa 7 €) ci ha portati fino a Kowloon, una delle zone più centrali di Hong Kong. Da qui con un paio di euro abbiamo raggiunto in taxi il nostro hotel, il Novotel Nathan Road che consiglio assolutamente per l’ottimo rapporto qualità/prezzo (a parte la colazione che costa circa 10 € a testa) e per la posizione strategica molto vicina alla metro Jordan e proprio nel centro commerciale di Hong Kong. Da qui in circa 15 minuti a piedi, passeggiando per Nathan Road tra mille insegne luminose e negozi di tutti i generi, si raggiunge l’Harbour, dal quale è possibile prendere il ferry che porta sull’altra sponda, a Central Station ed ai quartieri storici di Central, Admiralty e The Peak. Scesi dal ferry e provati dall’allucinante umidità abbiamo seguito le indicazioni per il famoso Victoria Peak dal quale si può vedere Hong Kong dall’alto. Per salire si prende un trenino che consente di arrivare alle pendici del monte, attraversando in forte pendenza una vegetazione lussureggiante. In realtà in cima al picco è stato costruito un centro commerciale super turistico con vari negozi e ristoranti ad accesso gratuito e con terrazze panoramiche. Invece per salire in cima al centro commerciale (il punto più alto da cui vedere il panorama) bisogna avere un biglietto che si può fare cumulativamente a quello del trenino. Da qui si può finalmente godere dello splendido panorama sulla baia e sulle colline circostanti. Scendendo si possono visitare i quartieri sottostanti il monte e bellissimi centri commerciali, che però hanno l’aria condizionata altissima e lo sbalzo termico è terrificante: obbligatorio il maglione per entrare nei negozi o si rischia la polmonite. In zona vi sono ancora alcuni edifici storici tra cui la Cattedrale di San Giovanni, la chiesa più antica di Hong Kong e la Government House. La sera abbiamo preso un aperitivo all’Acqua Tokyo, un bellissimo bar all’ultimo piano di un palazzo in Canton Road a Kowloon, dal quale si può ammirare uno splendido panorama di tutta la città illuminata. Per cena ci siamo spostati in ferry e poi in taxi (ma in tutto si tratta di 15 minuti di viaggio) nel quartiere di Lan Kwai Fong dove abbiamo cenato in un ristorante thai molto carino e dai prezzi abbastanza ragionevoli (purtroppo Hong Kong non è molto economica per quanto riguarda locali e ristoranti). In questo quartiere i ristoranti e i bar sono tantissimi e quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta sia per la cena che per un drink. Il giorno dopo avendo un appuntamento di lavoro la mattina ed uno il pomeriggio siamo riusciti a visitare solo un bel monastero buddista nella zona di Diamond Hill, il Chi Lin Nunnery, molto vicino all’omonima metro Diamond Hill. Dall’altro lato della strada vi sono anche dei bei giardini che meritano senz’altro una visita. Nel tardo pomeriggio siamo rientrati in hotel per prendere i bagagli ed andare alla stazione di Kowloon da dove prendere il treno per l’aeroporto. Una cosa davvero eccezionale è il fatto che si possa già fare il check-in alla stazione del treno (ci sono i desk proprio come all’aeroporto) e imbarcare direttamente il bagaglio, che con precisione cinese arriverà a destinazione ovunque voi dobbiate andare… non serve dire che i bagagli sono arrivati a Sydney l’indomani e che ovviamente abbiamo sorriso pensando a che fine avrebbero fatto in Italia… Se oltre alla guida volete conoscere qualche aspetto storico-sociale di questa penisola tanto particolare, consiglio di leggere qualche libro di Tiziano Terzani, che ha vissuto per svariati anni ad Hong Kong e ne ha raccontato con ironia e perspicacia le mille sfaccettature.


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