Andiamo in Honduras! – primo tempo

"Andiamo in Honduras!", sfolgorando uno dei miei migliori sorrisi. "Ma santo cielo, così lontano???" "…mamma…dov'è l'Honduras?!…" "Boh!" Così cominciò il nostro viaggio… Un paio di mesi di preparativi, ricerche varie su Internet: itinerari, mappe, diari, suggerimenti e consigli di altri viaggiatori… e in un attimo non sapevo più se...
Scritto da: brumbellina
andiamo in honduras! - primo tempo
Partenza il: 31/01/2003
Ritorno il: 14/02/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
“Andiamo in Honduras!”, sfolgorando uno dei miei migliori sorrisi.

“Ma santo cielo, così lontano???” “…Mamma…Dov’è l’Honduras?!…” “Boh!” Così cominciò il nostro viaggio… Un paio di mesi di preparativi, ricerche varie su Internet: itinerari, mappe, diari, suggerimenti e consigli di altri viaggiatori… e in un attimo non sapevo più se ci ero già stata o se ne avevo solo sentito parlare!!! Questa volta eravamo decisi, proviamo una vacanza “avventurosa”! Ehehehe… due veri dilettanti allo sbaraglio… ma da qualche parte si dovrà pure cominciare? Sfortunatamente non siamo mai stati dei grandi viaggiatori, non tanto per mancanza di voglia…Anzi! Diciamo che la “necessità-obbligo” di lavorare, ci ha fatto spesso rimandare.

Così sono passati ben tre anni e mezzo dall’ultima vacanza, il viaggio di nozze alle Maldive, che per carità è stato un sogno, il paradiso, ma come dire, l’isoletta mi stava un po’ strettina.

Quindi, a Natale, ci autoregaliamo due mega-zaini da “combattimento” e comincio a pianificare tutto o quasi… Ivan mi lascia carta bianca, e con la voglia di andare un po’ al caldo, la scelta ricade su Honduras o Zanzibar, così per caso, poi iniziando a leggere della prima, me ne innamoro subito e non ci sono più dubbi.

Decido di contattare via internet qualche hondureno per sondare il terreno, e la sorte mi fa conoscere Mirian, una ragazza gentilissima che poi è diventata una cara amica.

Scoppio di entusiasmo, manca solo un mese!!! Mio fratello mi prende in giro, accusandomi di essere entrata nella classica crisi dei trentenni, stanchi della solita routine e in cerca di chissà quali avventure in posti sconosciuti e pericolosi, dice che Mirian in realtà è un terrorista e che non vede l’ora di “conoscere” due italiani.

Io gli ricordo che ho ancora 27 anni, e che per la crisi c’è ancora tempo, e per quanto riguarda Mirian, sento di potermi fidare! E’ ora di chiudere gli zaini, sì lo so, il minimo indispensabile…Forse ancora meno…Ma solo dopo averci infilato il telo da spiaggia, non ci sta già più nulla! Caspita, ok…Ok, d’accordo un ulteriore selezione… e a letto presto, domani alle 3.30 sveglia! Sono agitatissima ed emozionata, non ho sonno, guardo la tele, ma a mezzanotte mi autoimpongo di andare a letto.

Con gli occhi sbarrati guardo il soffitto, c’è una leggerissima penombra…È la luce del display della sveglia.

Non se ne parla proprio di dormire…Provo un marea di sentimenti confusi e “fusi” insieme, emozione, paura, ansia per la mia piccola Lulù, la mia meravigliosa Jack Russell di 6 mesi, che lasceremo in custodia alla sorella di Ivan, preoccupazione…Avrò sicuramente dimenticato qualcosa di importante e utilissimo… mah! Puntualissima suona la sveglia e io balzo in piedi dopo un sonno di un paio d’ore al massimo, sono carica, l’adrenalina mi fa sentire benissimo, ci vestiamo in fretta, carichiamo gli zaini sulla mia fiesta scassatissima, e portiamo la Lulù nella camera dove dorme la Chiara, che con la scusa di fare la badarella alla cagnina, si è trasferita da noi per 15 giorni…22 anni…Casa libera…E chi non si sarebbe offerto come dog-sitter? Sbaciucchio tutto il musino assonnato della Lulù… oh… mi sento male, piccola cucciolina fai la brava, noi torniamo presto… con il cuore in mano e le lacrimucce pronte a scendere, chiudiamo la porta e partiamo.

E’ buio pesto, un freddo esagerato e tanto per non fare i tirchi un muro di nebbia…Vabbè…Tanto siamo in anticipo, e già in vacanza…Questo è l’importante!!!! Certo che anche riuscire ad arrivare all’aereoporto…Non sarebbe male…! Alle 04.45 siamo a Bologna, alle 5.00 apre il check-in Iberia, dove noi siamo i terzi, però avverto una strana sensazione… Già..Già…Volo cancellato! Avevo Murphy con tutte le sue leggi che mi si era aggrappato allo zaino…Anche lui aveva deciso di venire in vacanza con noi.

“Signorina deve andare alla biglietteria di fronte e rifare i biglietti” Respiro…Non è successo niente…Solo un cambio…Tranquilla…Faccio un po’ di fila alla biglietteria e mi becco l’impiegata che ha vinto per 3 volte consecutive il premio come “Sclero convulsa e ignoranza genetica”, non importa io sono in vacanza! Cerco di essere gentile, anche se sinceramente l’avrei spedita…Molto volentieri, ma ribadisco che io sono in vacanza e nulla me la può rovinare.

Si ostina a voler sapere da me perché dovevo rifare i biglietti, io le dico che il tipo dell’Iberia mi aveva mandato lì per rifarli con un codice scritto sopra i biglietti originali e che non mi aveva detto altro, allora le faccio…Sarà stato cancellato, e lei…”Ahhhh allora vede che lo sa!”, ma per favore, mi ci facci il piacere… ok, respiro…Due secondi e la uccido…No respiro ancora… In circa una mezz’oretta mi rifà tutti i biglietti, non più bologna-madrid-miami-sanpedrosula con Iberia, ma bologna-londra con la British, londra-miami con la Virgin e a San Pedro Sula, con l’Iberia.

Sinceramente, nel cambio ci abbiamo guadagnato…E alla grande… Nel frattempo dietro di noi si era formato una fila lunghissima, tutti voli Iberia, cancellati o posticipati.

Ritorniamo al check-in, dove una tipa molto gentile mi spiega che a Londra, dovrò rifare il check-in, valido però sino a San Pedro Sula, i bagagli invece arriveranno direttamente in Honduras, sperem penso io, che in ogni caso, avevo staccato uno zainetto dallo zaino principale, con un microscopico “kit per la sopravvivenza”, in caso di accidentale perdita del bagaglio.

Ehehehe… mi viene un po’ da ridere pensando che qualche giorno prima, Iberia mi aveva telefonato a casa per avvisarmi che l’aereo non sarebbe più partito alle 07.00, ma alle 07.10… che esagerazione avevo pensato fra me e me, telefonare per 10 minuti di ritardo… Così alle 08.00 si parte, primo scalo Londra.

Da qui sino a San Pedro, sarà una perquisizione continua, con sequestro di forbicine per unghie e lamette usa-e-getta.

Ho anche prenotato tac e gastroscopia per il ritorno.

In realtà a Londra dovevamo prendere un aereo della Continental, ma per la legge del contrario c’hanno invece mandato al check-in della Virgin, i quali a loro volta mi hanno detto che a Miami avrei dovuto di nuovo rifare il check-in, perché ovviamente tra Virgin e Iberia non c’erano connessioni.

Manco a dirlo…Pazienza!. Abbiamo fatto la traversatona su un boeing nuovissimo e modernissimo, e ci hanno regalato anche una sacca in plastica con tanti piccoli gadget.

Prima di salire a bordo, abbiamo fatto amicizia con una coppia di Modena che andava in Honduras come noi, ma che si fermava 3 settimane e ripartiva da Panama City.

A Miami una fila di un’ora e più ai controlli dell’immigrazione, poi altra serie di controlli, raggi x, apertura di marsupi e zainetti, e dulcis in fundo, mi hanno fatto cavare anche le scarpe! Ovviamente…Arriviamo un po’ tardi al check-in dell’Iberia, (esattamente dall’altra parte dell’aereoporto) l’aereo per San Pedro doveva partire intorno alle 17.30 e noi eravamo lì davanti alle 16.55.

La signorina dell’Iberia mi dice che il check-in è chiuso, io le sorrido e molto gentilmente le dico che non me ne frega nulla, e che noi 4 dovevamo salire su quell’aereo.

Lei mi dice che per quella sera non se ne faceva nulla, e che dovevamo ripartire il giorno dopo.

Io le ribadisco, che non mi interessa… e che noi saliremo su quel benedetto aereo, perché il motivo del ritardo non è colpa nostra, ma loro.

Lei mi dice che essendo arrivati con la Virgin, dobbiamo tornare al check-in della Virgin e farci fare un nuovo biglietto da loro per San Pedro Sula…AAAAhhhhhhhhhh ma allora sei proprio tarda!!! Con i biglietti in mano da mezz’ora, ero lì che le dicevo che da Bologna ci avevano cancellato il volo e che tutto il manoccio di biglietti era Iberia, e che i cambi li avevano organizzati loro, ma santo cielo, dai un’occhiata a questi biglietti.

Noi quattro ci stavamo scaldando un pochino… poi per fortuna è arrivata un’altra signora dell’Iberia che ci ha preso i biglietti ed è andata a telefonare in un ufficio.

Intanto si erano fatte le 17.30, oramai avevo dato per perso l’aereo per quella giornata, e la tipa che aveva preso i nostri biglietti non si faceva vedere ancora.

Poi ad un tratto è uscita fuori e come una forsennata, si è messa al computer e ci ha sfornato i nostri 4 boarding-pass.

Finalmente avevano capito!!! Che fatica però… ci ha detto di correre al gate che ci stavano aspettando.

Come 4 disgraziati abbiamo cominciato a correre, però prima di arrivare all’imbarco, ci siamo dovuti sorbire altri 3 controlli passaporti e uno del bagaglio a mano.

Arriviamo trafelati davanti alla porta di imbarco e il tipo ci fa… calma calma… tranquilli… C’è tempo… io lo guardo stralunata e cerco di riprendere fiato.

Dopo dieci minuti ci fa salire a bordo e sorpresa… aereo completamente vuoto.

Al posto della testa, tutti noi avevamo 4 bei grossi punti interrogativi.

L’hostess ci dice che c’era stata una gran fila al controllo dell’immigrazione e che dovevamo aspettare tutti gli altri passeggeri.

Credo che si sia mentalmente levato all’unanimità un gran bel grosso “vaff***” per la prima tipa dell’Iberia che aveva continuato a dirci per mezz’ora che il check-in era chiuso, poi finalmente alle 18.30 siamo partiti.

Un viaggio lunghissimo e sofferto, in pratica svegli da 24 ore…Atterriamo a San Pedro alle 19.30 ora locale, è buio.

Sono stanca, ho bisogno di una doccia e di un letto.

Incrocio le dita per i bagagli… ci mancherebbe anche questa… Uno…C’è!!! Oleeeeeeeeee…Due…Sì…Ci sono!!! Graaaande!!! Purtroppo invece sono riusciti a perdere quello della ragazza della coppia conosciuta a Londra, …Che sfiga…Poverina.

Mi dispiace veramente, dopo un viaggio così lungo, pure questa scocciatura non da poco.

Qui le nostre strade si dividono, li salutiamo con un in bocca al lupo.

Che bello!!! Fuori dall’aereporto c’è un omino con un cartello con scritto “Senorita Bruna”, un sogno… cosa c’è di più bello a quest’ora, dall’altra parte del mondo, di uno che ti carica le valigie e che ti porta direttamente in albergo? Merito di Mirian, ha organizzato tutto lei! Che gentile!!!…Già mi sentivo male al solo pensiero di dover cercare a quell’ora e con tutta quella stanchezza un posto dove andare… E invece saliamo sul pulmino.

C’è una leggerissima pioggerellina, e con occhi curiosi e spalancati, mi guardo attorno per tutto il tragitto.

L’autista tiene l’aria condizionata al massimo, ma non è così caldo… anzi dentro al pulmino fa parecchio freddo.

San Pedro Sula di sera… la strada per arrivare in città è ben tenuta, una bella strada larga, in mezzo a tanto verde.

Ci vogliono 15 minuti.

Passiamo per il centro, e c’è un sacco di gente, stasera c’è la partita allo stadio, Honduras-Argentina se non ricordo male.

La città mi impressiona un po’, c’è parecchia confusione e delle facce non molto raccomandabili, anche la polizia è vestita in modo strano e mi dà poca fiducia anche quella.

Arriviamo in albergo, e dopo una bella doccia, chiamo Mirian a casa per ringraziarla.

All’inizio c’è stato un po’ di imbarazzo, non sapevo cosa dire… mi ha detto che la mattina dopo sarebbe venuta a prenderci Edda, una sua cara amica, perché lei doveva lavorare.

Edda sarebbe stata la nostra guida in città, poi nel pomeriggio sarebbe passata lei a prenderci con la macchina e ci avrebbe accompagnato ad Omoa, prima tappa del mio programma di viaggio.

Malgrado la stanchezza esagerata, stanotte non ho dormito molto… Alle 6 io e Ivan siamo già svegli… Sarà il fuso, sarà l’aria …Sarà il caffé…

Ci vestiamo, scendiamo a far colazione (colazione? …Un pranzo da re! Frijoles (i più buoni e saporiti che abbia mai mangiato!!!), pollo, tortillas, uova e frutta, ci siamo rimpilzati da ribaltarci), rotolando siamo usciti dall’albergo e cominciamo a passeggiare di fronte all’entrata.

Io do un’occhiata intorno, un po’ per vedere cosa ci circonda e un po’ per provare ad individuare Edda.

Nel parcheggio dell’hotel c’è un omino con un mitragliatore, è la guardia dell’albergo, fantastico…Cominciamo bene… Non sono molto serena.

Dopo poco arriva Edda, una ragazza dai classici lineamenti sudamericani, simpaticissima e dalla parlantina travolgente.

Facciamo subito amicizia e ci racconta che Mirian ci raggiungerà in albergo verso le 15.00. Qui inizia il nostro giro per San Pedro, una città in cui consiglio di stare solo la prima notte e al massimo la mezza giornata successiva proprio per dare una veloce occhiata alle due/tre cose interessanti e “tranquille”.

Prendiamo un taxi e la prima tappa è il centro della città.

C’è un traffico incredibile, tutti suonano e guidano come pazzi.

Scendiamo nella Plaza Principal, è pieno di militari con mitragliatori al collo e dito sul grilletto, Edda ci spiega che il nuovo presidente vuole incrementare il turismo e sguinzaglia militari armati a protezione dei turisti… Sarà… Ma io sono sempre più impressionata.

Ci infiliamo in una viuzza piena di negozietti e bancarelle, ci sono ometti ovunque che ci chiamano e ci sventagliano mazzette di lempira hondurene e dollari per il cambio, io non mi fido molto di questi cambi per la strada e prima in albergo ho cambiato un po’ di dollari.

Edda ci accompagna poi al Museo di Antropologia e Storia, dove trascorriamo all’interno più di un’ora, il museo non è grandissimo, ma ci sono diverse cose interessanti e alcuni pezzi maya provenienti da località vicine.

Edda ci spiega tante cose, alla fine è stata un visita interessante.

Terza tappa il mercatino Guamilito, un posto adorabile.

E’ un mercatino al coperto, in una zona tranquilla.

Bello davvero, ci sono tanti negozietti di souvenirs e artigianato locale, con prezzi accettabili, tantissime bancarelle di frutta e verdura, io mi fermo e faccio mille domande e foto, quante cose mai viste… Cos’è questo? E quello? Ma quelle sono carote??? Ma sono giganti… Ehehehe… Edda mi dice i nomi di tutta quella frutta/verdura, ma ne ricordo solo qualcuno e oggi quando guardo le foto mi viene ancora da ridere, anche i negozianti ridevano, chissà cosa avranno pensato, ma questa da dove viene… Che fessa! Nella parte in fondo del mercatino, c’è la zona della produzione di tortillas, ci sono tantissimi stand dove tante donnine e bambine preparano le tortillas e le imbustano, si tratta di una “specie” di produzione e vendita all’ingrosso, c’è un rumore fortissimo, ma non fastidioso, sono tantissime mani che battono sulle tortillas, sembra quasi un ritmo tribale.

Tutte le bambine e le donne sono molto sorridenti e si lasciano fotografare divertite.

Ci fermiamo in un baracchino per uno spuntino, ma io sono ancora piena per la colazione, bevo solo acqua e sento un pezzetto di tortillas con mantequilla, (un formaggino liquido biancastro), buona, un po’ insapore, ma buona.

Gironzoliamo ancora un po’ per la città, Edda ci porta solo in posti tranquilli, San Pedro è un po’ pericolosa, bisogna fare attenzione.

Verso le due decidiamo di andare in albergo e di aspettare Mirian in camera, intanto io tiro fuori tutti i regali che ho portato dall’Italia per lei.

Edda è con noi, è davvero simpatica, ci facciamo un sacco di risate, un po’ anche perchè a volte non ci capiamo! Alle 15 arriva Mirian, che emozione, finalmente ci vediamo dal vivo! La ringrazio per la prenotazione all’albergo e per averci fatto conoscere Edda.

Carichiamo le nostre cose sulla sua macchina, una Toyota di cui non ricordo il modello, e partiamo alla volta di Omoa.

Comincia a piovere, una pioggia leggera.

Io, sinceramente, mi sento ancora un po’ stralunata, non so se essere contenta o preoccupata.

Mentre ci allontaniamo, guardo la periferia di San Pedro dal finestrino, quante baracche, quanta povertà, certo che vedere certe situazioni in televisione è un conto, vederle a pochi metri fa un altro effetto…

A molti, potranno sembrare riflessioni e sentimenti molto banali, ma come ho già detto non sono una viaggiatrice e tante cose le devo ancora vedere e provare.

Per me tutto era un’esperienza nuova.

Oggi, è stata un’esperienza importante. Questo viaggio un po’ mi ha cambiato, sono felice di averlo fatto, si matura e si cresce e si scoprono certi lati del proprio carattere sconosciuti…Continua.



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