Carnevale in Gujarat – Rann Utsav 2010

Nella remota città di Bhuj nel Gujarat al confine con il Pakistan nella zona del Kutch uno splendido viaggio in questa terra che ha avuto nella sfilata dei carri folkloristici del Rann Utsav 2010 il suo momento di maggiore allegria e intensità
Scritto da: F.Tiziano
carnevale in gujarat - rann utsav 2010
Partenza il: 16/12/2010
Ritorno il: 02/01/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
RANN UTSAV 2010

CARNEVALE IN GUJARAT

Per il mio terzo viaggio in India ho scelto il Gujarat. In passato ho visitato prima il Rajasthan, Agra, Khajuraho e Varanasi, poi è stata la volta del sud in Karnataka e Kerala, adesso vogliamo scoprire una terra che avevo solamente sfiorato nel mio primo viaggio ma che per un sacco di motivi, coincidenze e altro mi ritorna spesso, il Gujarat.

Decidiamo di affidarci nelle mani di Giordana e della Shambhoo Travels, fisso le mete che voglio assolutamente vedere, ascolto cosa mi consigliano compatibilmente con i giorni che abbiamo a disposizione e chiacchierando tra una tazza di fumante caffè decidiamo il nostro viaggio.

17 DICEMBRE

Voliamo su Mumbai, una metropoli sempre più grande, sbrigate le pratiche usciamo che è ancora notte, l’autista con il nostro nome sul cartello e lì che ci aspetta. Ci accompagna in hotel, il tempo di un breve riposo, una fugace colazione e poi con il nostro autista ci tuffiamo nella caotica Mumbai.

È solo un assaggio, la vera visita la faremo al ritorno … spendiamo questo giorno per vedere da soli il Gateway of India, entrare e pranzare al Taj Hotel nuovamente aperto dopo l’attentato e per visitare la mostra di Anish Kapoor forse l’artista più conosciuto fuori dall’India.

18 DICEMBRE

Nella tarda mattinata siamo nuovamente all’aeroporto destinazione Bhuj … dopo circa due ore di volo atterriamo a Bhuj.

Bhuj è una città particolare, un po’ spettrale ma che ha un che di misterioso e fantastico, una città che per gli standard indiani è piccola e che si sta rimettendo in sesto dopo il grave terremoto del 2001, tra polvere, cantieri aperti ed edifici e parti di città che portano ancora i segni del tremendo terremoto.

Fa un po’ pena visitare il Prag Mahal e l’Aina Mahal … fatiscenti, pieni di polvere ma tremendamente indiani. Ma il monumento più bello e importante di Bhuj è il nuovo tempio lo Sri Swanimarayan Temple costruito in soli 7 anni, con 600 scultori che hanno speso circa 15 milioni di ore per decorare il tempio … il tempio è bello, i fedeli non abituati alle facce straniere strizzano gli occhi, ci concedono sorrisi e con un semplice inglese o solamente con i gesti ci illustrano con orgoglio il loro tempio. Siamo avvicinati da un indiano che si propone di farci da guida ci spiega e illustra in dettaglio statue significati e altro … alla fine facciamo il gesto di offrirgli qualcosa come ringraziamento, ma lui si ritira e ci fa capire che non vuole nulla. Gli scattiamo una foto assieme a lui, ci scambiamo gli indirizzi con l’impegno di spedirgli la foto.

Come prima giornata in Gujarat siamo felici e contenti. Non abbiamo ancora visto nessun straniero e la gente del posto si è mostrata generosa semplice e calorosa.

19 DICEMBRE

In mattinata visitiamo i dintorni di Bhuj, cercando con il nostro autista dei villaggi rabari una particolare tribù di allevatori che solitamente è sempre in movimento, e che ha trovato nei dintorni di Bhuj ospitalità e in parte stabilirsi. Sono popolazioni molto semplici, che aprono volentieri le loro porte per farvi entrare.

Girando per i villaggi, di uomini se ne vedono pochi, in compenso molte donne e tantissimi bambini, che si avvicinano curiosi a noi, qualcuno chiede una biro o una caramella, mai invadenti e sempre sorridenti. Alcuni di loro si sono buttati nell’attività dei tessuti e ricami, va detto che i tessuti del Gujarat sono famosi in tutta l’India e in tutto il mondo, per la loro fantasia e per i loro colori, quale posto migliore quindi per vedere, acquistare questi meravigliosi tessuti.

Nel pomeriggio rientriamo a Bhuj, per assistere all’evento degli eventi il Rann Utsav una colorata sfilata di carri allegorici che si snoda per le vie centrali di Bhuj. È un evento che si tiene una volta l’anno in questo periodo dura tre-quattro giorni è una sorta di colorato carnevale locale che coinvolge tutta la popolazione locale e i dintorni. Una sfilata di colori, costumi, tradizione, cultura espressione della diversità etnografica del Gujarat.

Noi in virtù della nostra faccia occidentale e della macchina fotografica che porto al collo abbiamo una sorta di passpartout che ci permette di entrare anche nelle aree dove la sicurezza fa accedere con i pass. La gente è molta, i carri sono pronti a partire ma si è in attesa di un’importante autorità politica che deve arrivare, fare i saluti, fare il discorso … Dopo un’ora e mezza di attesa parte la sfilata, la luce è ormai al tramonto e davanti ai miei occhi sfilano, carri, maschere che riproducono cultura, storia e società del Gujarat, alcuni molto belli, altri mi fanno un po’ sorridere, altri bizzarri come il babbo natele vestito di blu o quando sfilano le forze di polizia locali.

La sfilata dura circa 3 ore e noi rimaniamo incastrati e non abbiamo in mente di muoverci, la gente continua ad arrivare e la strada si fa sempre più stretta, perché sempre più persone si portano in mezzo alla strada quasi volessero anche loro sfilare.

Solo alle 19.30 la sfilata termina e in maniera disordinata e “indiana” rientriamo al nostro hotel. Dopo aver buttato a lavare i vestiti ed esserci tolta la polvere di dosso andiamo a cenare. La scelta del ristorante cade per un thali vegetariano del Gujarat, meraviglioso, abbondante, tanto abbondante che mi sento costretto a fare quattro passi prima di rientrare in stanza.

20 DICEMBRE

La giornata di oggi è dedicata alla visita dei villaggi al confine con il Pakistan nella regione del Rann of Kutch letteralmente “Deserto di sale” . I villaggi che si incontrano procedendo verso il confine sono Khadva, Hoolka, Ludia, Dhordo, Koty. Sono villaggi molto semplici abitati da tribù locali che si caratterizzano per avere case di fango e sterco secco, tetto di paglia e dai tessuti. In special modo le donne fin dalla più tenera età indossano vestiti multicolore autentiche opere d’arte con accessori che spaziano da semplici bracciali portati alle caviglie ad enormi orecchini collegati ai capelli, fino ad enormi e pesanti cavigliere e collane.

Negli ultimi decenni soprattutto dopo il terremoto queste zone hanno ricevuto un sostegno economico con l’intento di aiutare queste persone soprattutto i più piccoli. Molti di loro si mantengono vendendo tessuti a distributori locali che poi li porteranno nella capitale ad Ahmedabad o fino a Mumbai e Delhi.

Ci capita anche di imbatterci in qualche donna più insistente, che quasi ci insegue perché vorrebbe che acquistassimo qualcosa, ma il più delle volte si riesce ad instaurare una sorta di relazione, chiacchierare e scoprire e conoscere meglio la realtà di queste popolazioni, entrare in casa, scoprire dettagli ed episodi della quotidianità di questi popoli.

Più ci si spinge verso il confine più il calore della gente si va a sentire. A pranzo mangiamo qualcosa che ci siamo portati qua e là perché ristoranti, locande o altro di simile non se ne incontrano, poi saliamo a Kalo Dungar un punto di osservazione straordinario per ammirare il deserto di sale del Rann of Kutch.

È un po’ difficile spiegare ciò che ci appare davanti ai nostri occhi … una distesa con una parte azzurra dove c’è l’acqua e una parte bianca già asciugata occupata dal sale bianco. Fra qualche mese sarà tutto bianco, tutto un deserto di sale.

L’atmosfera è deliziosa e con calma tra una sigaretta e una foto con gli indiani che ci considerano delle star attendiamo il tramonto, con il singolare gioco di luci e colori che si riflettono nel deserto di sabbia bianco.

21 DICEMBRE

Il giorno successivo lasciamo Bhuj alla volta di Morvi attraversando un tratto del Little Rann Of Kutch letteralmente il piccolo deserto di sale.

A Morvi ci arriviamo verso sera, prima facciamo tappa qua e là passando da un villaggio all’altro, fermandoci al mercato e ringrazio ancora il nostro driver Singh che conosceva queste zone come le sue tasche e ci ha fatto vedere e scoprire tutto quello che c’era da vedere. Bellissimo quando siamo arrivati davanti ad un asilo, i bambini si sono tutti precipitati sulla porta e ci hanno invitato ad entrare. Nel cortile piccoli bambini di tutti i generi che giocavano, chi scalzo, chi vestito come una sorta di orsetto di peluche, chi con la faccia sporca da polvere, chi con la candela sul naso, meravigliosi sguardi, meravigliosi bambini incredibile spettacolo. Ancora adesso a distanza di mesi a guardare le foto ritorno a questi momenti e a questa esperienza.

In serata arriviamo a Morvi, alloggiamo in uno splendido palazzo restaurato. Il luogo è appena stato aperto, immenso e silenzioso e ancora una volta ci troviamo in doccia a toglierci di dosso la sabbia.

22 DICEMBRE

Si parte destinazione Junagadh. Arriviamo giusto per pranzare e per poi nel pomeriggio visitare l’Uperkot Fort, un forte abbandonato che contiene tra l’altro la la Jama Masijd, la tomba di Nuri Shah le cave buddiste – un complesso di pietra di notevole rilevanza storica ma personalmente poco interessanti.

È bello passeggiare a piedi passando da un sito all’altro. In serata ci ritiriamo presto, domani ci aspetta una levataccia e una sgambata.

23 DICEMBRE

Al mattino prima ancora che sorga il sole ci dirigiamo ai piedi di Girnar Hill. Junagadh è famosa per questa montagna sacra e per i templi jainisti che si trovano in vetta. Per salire unica soluzione è affrontare una lunga scalinata di circa 10.000 scalini. I scalini non sono facili, stretti, bagnati e scivolosi al mattino, ma soprattutto affollati di pellegrini che salgono … Salendo lentamente ammiriamo l’alba su Junagadh, e dopo qualche sosta arriviamo al primo tempio Temple of Neminath dedicato al 22° tirthankar eretto nel XII secolo. Un po’ più in su si incontra il Temple of Mallinath ed infine in vetta a 600 m. Si trova il Temple of Gorakhnath.

I templi più belli sono i primi, ma è tutto lo spettacolo di fedeli, pellegrini che sale e scende che merita l’escursione.

Dimenticavo l’ascesa può essere compiuta anche su una sorta di sedia trasportata da due persone, la tariffa è legata al peso del trasportato.

Per la cronaca la fatica maggiore si sente scendendo i gradini, quando si è stanchi e le gambe iniziano ad essere più molli e bisogna fare più attenzione.

Scesi a valle ci facciamo portare in centro dove il giorno prima abbiamo visto una invitante frutteria gelateria … che non ci lascia affatto delusi, anzi i nostri sforzi sono compensati con una doppia razione di gelato e frutta

24 DICEMBRE

Lasciamo Junagadh alla volta di Diu. La stanchezza si fa sentire e la destinazione di Diu casca perfettamente. Ci lasciamo alle spalle polvere, rumore, caos e ci dirigiamo verso la penisola di Diu a sud ovest del Gujarat attraversando una foresta tropicale dove la leggenda narra ci sia un villaggio di neri africani che dal Mozambico erano arrivate in queste terre. Magari loro non ci sono più, ma di certo la lussureggiante vegetazione testimonianza del fatto che portarono con se anche semi e piante della loro terra.

Diu è un po’ come Goa, ex colonia portoghese restituita all’India nel 1961. Non pensate di trovare una Goa in miniatura, vi troverete davanti ad una tranquilla città. Da un a parte c’è la zona vecchia con il suo forte, il suo locale mercato, il suo porticciolo e le attività, in mezzo affacciandosi sul mare si incontrano queste selvagge spiagge, niente lettini o patiti dell’abbronzatura ma solamente qualche persona a passeggio in cerca di pace. In fondo nella parte occidentale della penisola un villaggio di locali.

25-26 DICEMBRE

Ci fermiamo per altri due giorni, per riposarci e per riprendere fiato. In fondo la sgambata a Girnar Hill si fa sentire nei giorni successivi e le gambe rimangono dure e indolenzite. Visitiamo la città vecchia, la Old Diu con il suo Portuguese Fort, la St. Thomas’ Church passeggiamo per le strade e andiamo alla scoperta all’interno della penisola.

Una mattina ci dirigiamo dall’altra parte della città vecchia dove c’è il mercato del pesce. Un via vai di barche, barcarole che scaricano pesce, uomini, donne bambini tutti alle prese con le attività di selezione, trasporto e stoccaggio. Immagini, odori e colori che si fatica a descrivere ma che ci colpiscono per la meravigliosa realtà e bellezza.

C’è tempo anche per alcune passeggiate sul bagnasciuga e per qualche tuffo in acqua. Anche qui come per le precedenti destinazioni non abbiamo incontrato stranieri solo qualche coppia come noi, siamo solo noi le facce occidentali, gli altri villeggianti presenti sono indiani benestanti, e molti di questi soprattutto gli uomini si dedicano a bere dato che in Gujarat e severamente vietato bere alcool con la sola esclusione di Diu, una zona franca sotto il controllo della giurisdizione di Mumbai.

Nota di colore: festeggiamo il Natale con un piccolo pandoro che ci siamo portati dall’Italia, dobbiamo “rianimarlo” dopo le troppe ore nello zaino, il tutto accompagnato con uno Chardonnnay Sula … tra sguardi increduli e incuriositi di indiani, mentre per il loro è una giornata come tante.

27 DICEMBRE

Dopo due giorni di riposo è il tempo di rimettersi in moto, prossima destinazione Palitana famosa per il complesso templiale jainista di Shatrunjaya, un complesso di 863 templi che ne fanno uno dei luoghi più belli e sacri dell’India sopranominato “Place of Victory”. Ma come tutte le belle cose bisogna fare qualche sacrificio, ed ecco 3200 scalini da salire. Trattasi di una ascesa molto più facile e più bella di quella di Girnar Hill con scalini molto larghi e tratti di piano, addirittura i scalini sono numerati così potete ben presto rendervi conto a che punto siete della salita. Anche qui i fedeli salgono scalzi o comunque senza scarpe con delle calze, quanto a noi togliamo le scarpe solo prima di entrare nel complesso tempiale … I templi sono molto belli e suggestivi, e meritano la visita, ovunque altari, offerte, puje, cupole bianche che portano sopra le multi colorate bandiere di preghiera. Durante la salita incontriamo un arzillo vecchietto che con il suo bastone sta salendo le scale, non parla inglese e noi non parliamo gujarati, ma tra gesti e grazie anche all’aiuto di alcune ragazzine che parlano inglese scopriamo che il vecchietto sta salendo le scale per la terza volta nello stesso giorno, come pellegrinaggio lo deve fare per una decina di volte nel giro di due-tre giorni. Affascinante e mistico, saliamo con lui addirittura mi da la mano quando sembro in difficoltà e sembra trasmettermi la sua energia, da quel momento salirò senza più fermarmi.

Con le ragazzine che sono sempre al nostro fianco visitiamo i templi e ci spiegano la storia e il significato di simboli e gesti. Quando al termine della visita riscendiamo non ci accorgiamo che un’altra bellissima giornata se ne sta andando. Salutiamo il vecchietto e con le ragazzine ci scambiamo l’indirizzo email … saliamo in macchina e guardando indietro ci dirigiamo verso Bhavnagar.

Alloggiamo qui in uno splendido palazzo, con stanze enorme, e all’esterno in giardino consumiamo l’ennesima ottima cena e poi ci ritiriamo in stanza stanchi m soddisfatti.

28 DICEMBRE

Al mattino tardiamo un po’ ad alzarci, la stanchezza si è fatta sentire e abbiamo dormito come sassi. Dopo colazione con il nostro autista facciamo un giro della città di Bhavanagar, visitiamo un tempio hindu, una moschea e ci fermiamo a mercanteggiare un po’ al mercato.

Poi in tarda mattinata con calma partiamo alla volta di Ahmdedabad la capitale del Gujarat. Arriviamo in serata al nostro confortevole hotel e decidiamo di cenare in hotel, controlliamo la posta elettronica e scarichiamo le foto del viaggio.

29 DICEMBRE

La giornata è interamente dedicata a visitare Ahmedabad la città più importante del Gujarat uno dei principali centri industriali dell’India.

Con questa premessa pensavamo di trovare la tipica città indiana caotica intasata dal traffico e dall’assordante rumore dei clacson e dei tuk tuk, ma malgrado gli oltre 6 milioni di abitanti e il caos che gli indiani sanno produrre per le strade troviamo la città più vivibile di quel che pensiamo, sarà la forza dell’abitudine? Forse si?

La città è molto ospitale e la gente molto cordiale anche per via di un ristretto numero di visitatori. Visitiamo quello che resta del Bhadra Fort, le numerose moschee la Ahmed Shah’s Mosque, la Sadi Sayad’s Mosque, la tomba di Ahmed Shah. A 5 km dal centro si trova il luogo sacro di Gandhi il Sabarnati Ashram con una magnifica libreria e una galleria di foto e messaggi che rimandano al mahatma. A meno di 1 ora di strada si arriva a Gandhinagar che come dice il nome è una città dedicata a Gandhi … la bellezza principale del posto è costituito dall’Akshardham Temple, un meraviglioso tempio in arenaria rosa all’esterno e all’interno con ricche decorazioni in oro.

30 DICEMBRE

Il giorno successivo ci dirigiamo fuori Ahmedabad, a circa 105 km si trova il Modhera Temple … due bellissimi templi con un’enorme vasca davanti e i caratteristici scalini che scendono verso l’acqua. Anche questo tempio è ben conservato con pilastri e colonne scolpite con temi che richiamano ai motivi erotici di Khajuraho. La bellezza del posto è intensificata dalla splendida giornata di sole che ben si combina con l’altro nome del tempio The Sun Temple e con la poca gente che visita questi luoghi.

A pochi chilometri da Modhera si trovano le rovine di Patan antica capitale hindu saccheggiata che conserva numerosi templi jainisti ma la nostra attenzione è catturata dal pozzo a gradini Rani-Ki-Vav. I vav o baoli sono i caratteristici pozzi a gradini tipiche del Gujarat. Sono formati sa una serie di gradini che scendono in basso verso varie piattaforme fino a scendere alla base del pozzo. Si tratta di un luogo che in passato garantiva refrigerio e frescura, e se adesso sono abbandonati a se stessi diventando monumenti da visitare, in passato erano vivi, animati luogo d’incontro tra la gente. In tutto il Gujarat se ne trovano, ma è nella periferia di Ahmedabad che si trovano i più belli e i più decorati.

31 DICEMBRE

In mattinata voliamo su Mumbai. Salutiamo il Gujarat e già in volo la nostalgia si fa sentire.

A Mumbai siamo ospiti di una coppia di italiani che per lavoro si sono trasferiti qui. Ci portano un po’ a spasso per Mumbai, ci consigliano qualche negozio dove acquistare qualche souvenir particolare, e finiamo a mangiare in un ristorante italiano … in fondo siamo ospiti di italiani e a noi come a loro non dispiace mangiare italiano.

Alla sera hanno partecipiamo ad una festicciola … siamo in un enorme campo di cricket allestito per l’occasione con tavoli e sedie mentre a bordo c’è il ristorante a buffet. Saremmo in circa 1000 persona, quando faccio presente alla nostra coppia di amici che non si tratta proprio proprio di una festicciola sorridono e mi ricordano che sono in India non in Italia. La serata prosegue allegramente, conosciamo alcuni colleghi dei nostri amici, gente simpatica e allegra. Arriva la mezzanotte stappiamo la bottiglia, qualche fuoco d’artificio e poi ognuno ritorna a casa. Si alle una del nuovo anno la festa sul campo da cricket era terminata i più giovani sono andati in qualche discoteca a ballare e noi dopo i saluti e aver rinnovato gli auguri ci dirigiamo verso l’hotel.

1 GENNAIO

Riposiamo fin quasi le 11, non siamo più abituati a fare le ore piccole dopo che per circa due settimane non siamo mai andate a letto dopo le 23.

Facciamo una passeggiata per Marine Drive, ci gustiamo il sole e l’aria ben sapendo che in Italia ci aspettano nuvole e freddo.

Salutiamo i nostri amici con l’augurio di rivederci in Italia o in India quanto prima.

Nel pieno della notte lasciamo Mumbai e l’India con la convinzione che ci sarà ancora un altro viaggio in India.

A distanza di mesi fatichiamo ancora io e mia moglie a dire cosa ci è piaciuto di più di questo viaggio. Forse il fatto di aver visitato una terra come il Gujarat ancora poco contaminata dal turismo è un elemento che gioca a favore del posto e soprattutto della gente che si relaziona con te come viaggiatore e non come cliente con l’intento di spillarti dei soldi. I colori e i posti sono tutti molto belli, come non ricordare i colori e gli sguardi dei rabari, o i templi bianchi di Palitana o ancora i fedeli che scalzi salivano per Girnar Hill … no non ci riesce e non vogliamo a fare una classifica.

Un ringraziamento va alla Shambhoo Travels a Giordana e Manish per l’organizzazione e l’assistenza del viaggio, tutto è filato alla perfezione, nessun ritardo né contrattempo o malinteso. Un abbraccio al nostro autista Singh non solo un semplice autista, ma fantastica persona umana, amico e compagno di viaggio.

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