Il paese dai mille colori

Hola a Todos! Siamo Lisa e Sonia, due sorelle di 20 e 24 anni, e vi vogliamo rendere partecipi della nostra magnifica esperienza vissuta in Guatemala, la terra dell’eterna primavera, lo scorso mese di dicembre. Il nostro viaggio è cominciato con l’invito dello zio missionario, Padre Livio, della “Piccola Opera della Redenzione”, che vive...
Scritto da: soonia
il paese dai mille colori
Partenza il: 16/12/2006
Ritorno il: 07/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Hola a Todos! Siamo Lisa e Sonia, due sorelle di 20 e 24 anni, e vi vogliamo rendere partecipi della nostra magnifica esperienza vissuta in Guatemala, la terra dell’eterna primavera, lo scorso mese di dicembre.

Il nostro viaggio è cominciato con l’invito dello zio missionario, Padre Livio, della “Piccola Opera della Redenzione”, che vive da ormai 30 anni nell’America Latina, da 20 residente in Guatemala.

Era da tempo che sognavamo fare una “Vacanza” di questo genere e poter vedere con i nostri occhi una situazione completamente diversa da quella in cui viviamo qui in Italia, uno dei Paesi del benessere, per poter apprezzare di più ciò che viviamo e tocchiamo tutti i giorni: ciò che per noi è normale, può apparire come un lusso a chi viene da realtà diverse dalla nostra! Nostro zio è il fondatore del “Centro Vocacional San Josè” della capitale Guatemala City, dove ospita circa 200 ragazzi maschi compresi fra i 12 e i 18 anni, dando loro istruzione e inserimento nel lavoro grazie a dei laboratori di panetteria, falegnameria, meccanica, elettronica, carpenteria ecc.. All’interno della struttura ci sono anche i dormitori, dato che i ragazzi rimangono tutta la settimana ed ogni 2 settimane tornano a casa, ma chi è orfano e privo di casa rimane tutto l’arco dell’anno.

Oltre a questo il Centro si occupa di altre attività, come l’aiuto e la distribuzione di cibo e vestiti ai poveri che riempiono le strade della Capitale.

Visto che il nostro soggiorno includeva il Natale, assieme allo Zio abbiamo distribuito gli auguri ai benefattori che ogni anno contribuiscono per dare qualcosa al Centro ed ai ragazzi. Ed è stato in questa occasione che abbiamo potuto stringere la mano all’ex Presidente della Repubblica di Guatemala (1996-1999): Alvaro Arzù, attuale sindaco di Guatemala City, che nel 1996 contribuì in maniera decisiva alla firma della pace, ponendo fine a 36 anni di conflitto armato interno.

A dieci anni dalla fine del conflitto, tuttavia, il paese resta ancor oggi prigioniero di una violenza generalizzata: le statistiche dei morti arrivano a eguagliare quelle del periodo più cruento della guerra civile. Dal 2000 al 2005 si sono registrate 23 mila morti violente, e nel solo 2006 sono stati uccisi 430 bambini, 417 donne e più di 3 mila uomini, episodi che hanno trasformato lo scorso anno nel più sanguinario degli ultimi tempi.

Un’altra persona che da sempre lotta per la democrazia del suo Paese è Rigoberta Menchù, guatemalteca di etnia quichè, che si batte da anni contro gli abusi dei militari ai danni degli indios guatemaltechi. Per l’impegno a sostegno dei diritti del suo popolo, nel 1992 le fu conferito il premio Nobel per la Pace.

La Menchù ha annunciato la sua candidatura ufficiale alle prossime elezioni per la presidenza della Repubblica del Guatemala, in caso di vittoria elettorale, diventerebbe la prima indigena e la prima donna a capo dello Stato centroamericano.

Tornando alla nostra esperienza, la vigilia di Natale abbiamo contribuito ad aiutare per la preparazione del pranzo ai poveri; abbiamo servito più di 500 persone tra bambini ed adulti, che hanno aspettato pazientemente il loro turno per un “tamal” (foglie di banano con all’interno carne e polenta) ed un bicchiere di ponche (bibita calda con frutta).

Un giorno della settimana era occupato per la sistemazione di frutta e verdura che arriva dal mercato generale a bancali enormi, anche se durante la selezione parecchio veniva buttato per il pasto dei maiali in quanto marcio o deteriorato. Il resto invece veniva usato per i pasti dei ragazzi.

Oltre all’aiuto nel Centro siamo anche riuscite a visitare il Paese: è veramente stupendo, colorato, allegro… Per raggiungere la regione del Petèn abbiamo viaggiato lungo la strada che porta all’Oceano Atlantico e poi verso Nord per circa 10 ore… il cambiamento del paesaggio è stato eccezionale, in quanto la vegetazione e il colore della pelle degli abitanti del posto cambiava a vista d’occhio.

Tikal è la più estesa delle antiche città in rovina della civiltà Maya. Localizzata in Guatemala nel dipartimento di El Petén, attualmente fa parte del Parco nazionale di Tikal, sito segnalato dall’UNESCO come uno dei Patrimoni dell’Umanità.

I Maya sono più della metà della popolazione e, nonostante la modernità stia penetrando nella loro cultura, conservano ancora gelosamente antichi usi e costumi.

Oltre a questo abbiamo potuto visitare anche… l’affascinante Lago di Atitlan, accerchiato dai 3 vulcani inattivi San Pedro, Santiago e San Lucas Toliman, il famoso e colorato mercato di Chichicastenango assieme alla cerimonia per la festa del patrono San Tòmas, le rovine Maya di Iximchè, l’isola di Flores, il paesino di Panajachel e Santiago de Atitlan, il vulcano attivo Pacaya, la capitale Ciudad de Guatemala, l’antica capitale del Paese ora patrimonio dell’Unesco: Antigua.

La realtà dei nostri giorni dipende molto da ciò che ha vissuto la popolazione locale, e persino la Chiesa ha faticato e sta faticando per aiutare la gente a fidarsi di loro: nel 1986 ci furono le prime elezioni democratiche in Guatemala e venne eletto come Presidente Vinicio Cereso. Dopo un periodo di dittatura militare, la Chiesa Cattolica incominciò allora a respirare un po’ di libertà ed iniziò un’opera di promozione umana e di risveglio delle coscienze dal punto di vista sociale. I militari, da sempre appoggiati dagli Stati Uniti, furono avvisati di questo pericolo, ed il Senatore Americano Rockfeller, propose al Senato americano di inviare in Guatemala 2500 pastori protestanti per arrestare l’opera della Chiesa Cattolica: iniziò così la proliferazione delle Sette Protestanti.

Nonostante siano passati parecchi anni, il potere dei militari e l’influenza degli Stati Uniti continua sempre a far vivere il Guatemala come un Paese di villeggiatura estiva, senza concedere mai la piena democrazia ai cittadini.

Sofferenza e paura hanno sempre dominato su questo Paese, ma l’esperienza ci ha dato tanto, ci ha permesso di conoscere una realtà diversa, una popolazione sempre allegra, piena di vita, musica e colori… in Guatemala abbiamo lasciato molte persone con le quali continuiamo a mantenere i contatti nonostante la distanza.

Consigliamo a chiunque di prendere le valigie, partire, sentire, ascoltare, imparare, respirare… Sonia&Lisa

Per info in merito al Guatemala o la possibilità di visitarlo come turisti o esperienza di volontariato, nostro Zio sarebbe ben felice di ospitarvi.

Potete contattarci all’indirizzo di posta elettronica: sonia404@interfree.It. Qualsiasi tipo d’aiuto sarebbe una “mano dal cielo”…



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