In scooter a Naxos e Patmos

Ormai ci abbiamo preso gusto! E' il quarto anno che Paola ed io decidiamo di fare vacanza in scooter, e seppure in ritardo, rieccoci qui a raccontare la nostra esperienza di viaggio su "turisti per caso". Dopo Sardegna (due volte) e Spagna, ci sentiamo dei veterani ad affrontare vacanze in scooter, e ormai per noi il bagaglio non è più un...
Scritto da: pinduti
in scooter a naxos e patmos
Partenza il: 14/08/2005
Ritorno il: 29/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ormai ci abbiamo preso gusto! E’ il quarto anno che Paola ed io decidiamo di fare vacanza in scooter, e seppure in ritardo, rieccoci qui a raccontare la nostra esperienza di viaggio su “turisti per caso”. Dopo Sardegna (due volte) e Spagna, ci sentiamo dei veterani ad affrontare vacanze in scooter, e ormai per noi il bagaglio non è più un rompicapo insuperabile, complice stavolta anche la scelta piuttosto “balneare” della nostra meta, che ci limiterà l’ingombro.

14 Agosto 2005 Ci siamo! Caldo, ma non troppo. Non dovremmo avere problemi di clima fino a Bari. Speriamo che Paola non soffra con la schiena. Il bagaglio è il solito; due borse laterali in cordura, borsa davanti ai piedi e zainetto sulle spalle di Paola, oltre al bauletto ed al misero sottosella del nostro Beverly 500 Alla partenza la prima sorpresa, positiva, è premonitrice di una vacanza che andrà per il verso giusto. Il traghetto della SuperFast Ferries è nuovissimo, molto pulito e la nostra cabina è eccellente 15 Agosto 2005 Paola ha già avuto esperienze “greche” in passato, mentre per me è la prima volta (strano, vero?) e sbarcati a Patrasso la curiosità di verificare di persona la marea di parole dette da amici sulla Grecia è forte. Come d’abitudine, appena possibile usciamo dalle direttrici principali e scegliamo strade meno battute che allungheranno certo i tempi, ma ci danno l’opportunità di sentirci in vacanza anche mentre siamo in sella. La prima sosta è lungo la spiaggetta di Platanou, uno dei paesini lungo il fiordo del golfo di Patrasso. Birra, un pesce freschissimo e l’ovvia insalata greca tanto per gradire; conto onestissimo…Eh sì. Siamo in vacanza! Siamo intenzionati a fermarci al Pireo, dove domattina partiremo alla volta di Naxos. Giungiamo nel caos del Pireo intorno alle 19.30, e nonostante l’allenamento quotidiano al traffico napoletano, ci perdiamo ( e perdiamo la pazienza) per l’assoluta carenza di indicazioni per il porto (e sì che ci arriveranno migliaia di turisti al giorno!). Alla fine ce la facciamo, e dopo aver ritirato i biglietti, cerchiamo un hotel. La scelta è sorprendentemente povera, e alla fine troviamo posto all’ Hotel Savoy, decisamente mediocre. Ceniamo sul lungomare di Microlimani, nella parte opposta dell’istmo del Pireo, un posto suggestivo e pieno di ristorantini, ma troppo turistico per i nostri gusti 16 Agosto 2005 Il catamarano della Hellenic Seaways ci fagocita maestoso dalla poppa, pronto a volare verso Naxos, nostra prima meta di viaggio. Il servizio di collegamenti tra le isole è decisamente efficiente e puntuale, ma attenti al caos degli imbarchi (mai segnalati benissimo). Se non avessimo chiesto di nuovo per scrupolo, ci avrebbero con nonchalance imbarcato verso un’altra isola chissà dove, senza nemmeno controllarci il biglietto. Arriviamo a Naxos dopo circa 3h e mezza di viaggio confortevole (aria condizionata a palla!) e ci dirigiamo versi gli Studios Rodia, dove avevamo prenotato per evitare sorprese, visto il periodo di altissima stagione. Lo Studio è carino, pulito e centrale, ma ci accorgiamo che si trova posto anche senza prenotazione, ma tant’è. Il tempo di scaricare i bagagli e via subito alla scoperta delle spiagge dell’isola. Quella a ridosso del paese sarà pure lunga e pulita, ma è troppo affollata, e per l’acqua bassissima è ideale per le famiglie (ovvero non per noi). Ci allunghiamo verso Kastraki, di cui si parla bene. In effetti Naxos è tra le poche isole greche ricche di spiagge sabbiose, e Kastraki offre ampi scorci molto belli, e sorprendentemente c’è pochissima gente, considerato il periodo. Il famoso Meltemi, che ha terrorizzato i miei pensieri per mesi, pare sia una leggenda metropolitana. Una leggera e piacevolissima brezza, e un mare decisamente accattivante.

Soddisfatti torniamo allo Studio, già pensando a cosa visitare domani, e poi via al centro, alla Chora, la città alta che domina il porto di Naxos. L’intrigo di viuzze è tipico delle Cicladi, e Naxos è un’isola dove convivono pacificamente turismo e tradizione, per cui ti senti sempre in compagnia, ma raramente ti viene da pensare “basta, adesso tutti via!”. Scorgiamo il ristorante Typografio, con una terrazza carinissima nel cuore della Chora, e dopo aver aspettato una buona mezz’ora per un tavolo, mangiamo, e con soddisfazione. I prezzi a Naxos sono decisamente onesti, almeno per i nostri parametri italiani (ahimè), e nonostante molti operatori lamentino che l’effetto Euro (Eypo) si senta anche lì, certi discorsi a noi italiani fanno proprio sorridere. Si spendono ancora mediamente intorno ai 10/20 uro per cenare, e per uno studio spendi circa 60 euro a notte in due.

17 Agosto 2005 Abbiamo scelto Naxos, tra le tante isole a disposizione nelle Cicladi, perchè è decisamente la più vasta, e quindi quella che dà maggiori soddisfazioni avendo uno scooter a disposizione. Decidiamo di costeggiare di nuovo l’isola in direzione ovest, alla ricerca di angoli da sogno, che in realtà diventano sempre più frequenti man mano che ci si allontana dal capoluogo. Naxos non è un’isola ideale per chi gira in barca; troppo grande e con poche insenature e rade, mentre per chi viaggia via terra ha una disponibilità di posti per fare il bagno che è difficile trovare in altre isole. Ci fermamo alla spiaggetta di Orkos, tra Plaka e Mikri Vigla, un posto decisamente incantevole. Sempre più soddisfatti, torniamo a docciarci e via subito alla Chora, dove ci sarà un concerto di musica tradizionale greca nel piccolissimo giardino del Castello Veneziano (un posto che vale da sè il biglietto di 14 euro a testa, compresi assaggi di vino e liquori locali che all’ora dell’aperitivo stroncano la quasi totalità del pubblico). Il concerto è molto suggestivo (sarà l’alcool?) e la serata passerà liscia e rilassante.

18 Agosto 2005 Oggi abbiamo deciso di tagliare l’isola a metà, per scoprire anche l’interno. La parte nord-est di Naxos è molto più selvaggia, e le coste, battute dal meltemi, si alzano creando panorami mozzafiato, ma riducendo al minimo gli approdi per un buon bagno. L’interno invece è una piacevolissima sorpresa, con paesini che respirano di autenticità e di vita agreste, in un contrasto che sembra pazzesco in un’isola che un profano pensa possa vivere di turismo, turismo e ancora turismo. E invece Chalki, Apeiranthos e Filoti sono dei grumi di bianco accecante tra le colline, con gli immancabili asini e i venditori di formaggi, con i vecchi che ti guardano ancora come fossi uno appena atterrato da chissà quale pianeta. Facciamo tappa a Moutsouna, piccolissimo porto peschereccio all’estremità opposta dell’isola, con qualche ristorantino attorno al porto e alla spiaggia (beh fare il bagno nella spiaggia del porticciolo in un’acqua cristallina è strano, lo so). Qui si avverte la presenza del Meltemi in maniera maggiore, ma tutto sommato si sta bene. Il mare all’orizzonte si fa di un blu intenso e il vento solleva spruzzi di bianco che rendono il mare un compagno meno amichevole che in altre zone, a farti ricordare che qui è lui che comanda, e conviene portar rispetto. Decidiamo di mangiare appena fuori dal paesino, al ristorante Ostria (bel terrazzo su un mare infinito) e il proprietario ci fa scegliere il pesce che cucinerà per noi. Ancora una volta ci lecchiamo i baffi e pensiamo con un misto di soddisfazione e tristezza a quanto sarebbe costato quel pranzetto in un posto analogo in Italia. Finiremo il giro dopo aver percorso 80km, contenti di aver fatto ricordare al nostro Beverly che ha un senso averlo portato fin lì 19 Agosto 2005 Dopo il tour di ieri, per oggi vogliamo goderci sole e mare, e decidiamo di fermarci alla spiaggia sterminata di Plaka, dove in oltre 15 km puoi scegliere la massima solitudine selvaggia, o il comfort di lidi attrezzati con lettini ed ombrelloni, ma mai affollati e decisamente a buon mercato, e persino con servizio bar fin sotto l’ombrellone. All’inizio di Plaka ci sono diversi camping a il lungomare sterrato è pieno di bar e ristoranti per un target di giovani, e può essere molto piacevole rilassarsi per un aperitivo dopo la spiaggia tra i divani dei lounge bar. Immaginiamo che di sera ci si riversa buona parte dei giovani turisti, ma in verità noi preferivamo passeggiare lungo i vicoli della Chora.

20 Agosto 2005 Prima di partire, è d’obbligo un tour completo dell’isola. Ci mettiamo in moto con l’intento di costeggiare verso nord-est la parte dell’isola meno turistica e più selvaggia. Avevamo letto di Abrtam, una baia che rompe il dominio delle alte scogliere che ci accompagnano lungo il percorso costiero da Naxos. Abbiamo deciso di abbandonare anche noi il casco (non dovremmo dirlo, lo so), ma ormai ci additavano come degli strani esseri mitologici dalla testa enorme, nera e tonda, visto che il casco in Grecia più che un optional sembra decisamente un alieno. La brezza è piacevole, e la baia di Abram dall’alto è davvero suggestiva. Scendiamo lungo lo sterrato per scoprire che in realtà il mare non è così mansueto come appare dall’alto, e i colori ne risentono. Un drink e proseguiamo il periplo dell’isola, passando, mentre il paesaggio si fa ancora più netto, intenso e intatto, per Agya e Apollonas, una pittoresca cartolina degna delle copertine dei depliant turistici. Dall’altro lato dell’isola la vegetazione si fa più scarsa, e le colline sassose contrastano col mare blu verso sud. Riconosciamo i segni delle vecchie miniere di smeriglio, abbandonate da oltre vent’anni in un fermo immagine fantastico, con le carrucole lasciate penzolare ancora piene di rocce all’interno. Ci fermiamo a Lionas, una baia senza senso, abitata da minatori senza più prospettive su un mare inospitale che non permette un porto da pesca. I pochi ristoratoi ci fanno ampi gesti prima ancora che parcheggiamo il nostro scooter (non sono molti i turisti che arrivano fin qui). Mangiamo in una taverna scelta a caso per superare in fretta l’imbarazzo dei richiami sorridenti. Il posto ha un suo fascino senza tempo e senza senso, mentre alcuni degli abitanti si dannano discutendo animatamente per allestire un palco di legno. Ci chiediamo chi verrà ad esibirsi qui, e soprattutto per chi! Ci rimettiamo in marcia a ritroso; a Naxos non è possibile effettuare il periplo completo dell’isola, in quanto la parte sud è in gran parte disabitata e priva di strade. Adesso l’obiettivo è piegare di nuovo verso l’interno e raggiungere Naxos passando per la verdissima valle di Tra gaia, che ci ha ammaliati appena due giorni prima. Torniamo stanchi ma soddisfatti dopo un tour di 160 km e decidiamo che è il caso di provare la taverna Giannis, l’unica taverna di Chalki, un micro villaggio di reminiscenze veneziane che l’altro mattino ci aveva affascinati tantissimo. Ci chiediamo chi possa pensare di andare a cena all’interno dell’isola, lontano dal mare e da ogni sensazione turistica, in un martedì post ferragostano. Speriamo almeno che sia aperto… Arriviamo e a bocca aperta ci rendiamo conto che non solo è aperto, ma ci tocca pure aspettare di trovare un tavolo. Ci serve un signore italiano di mezza età che vive lì da oltre 25 anni, e ci spiega che se vogliamo mangiare sarà meglio chiedere direttamente in cucina cosa vogliamo, e perché no, prenderci tavolino, vettovaglie e apparecchiarci da noi…Alè! Il posto alla fine è piacevolissimo, sotto un pergolato di viti in una atmosfera allegra ed autentica. Il cibo al solito è buono ed il conto risibile. Una maniera eccellente di congedarci da Naxos. Domani infatti abbiamo il traghetto per Mykonos 21 Agosto 2005 Vi chiederete cosa ci fanno due scooteristi un po’ allergici al turismo a Mykonos… Ce lo chiediamo anche noi, in un misto di curiosità e preoccupazione, mentre di primo mattino ci imbarchiamo verso l’isola della perdizione. In realtà l’unico modo per raggiungere Patmos, nostra seconda meta di viaggio, da Naxos, è un collegamento via Mykonos, e gli orari non ci permettono di prendere due traghetti di seguito. Abbiamo l’incubo di trovare uno straccio di posto sull’isola, dove ovviamente non abbiamo prenotato nulla, e già pensiamo ad una notte all’addiaccio, o magari a far l’alba insieme ad orde di turisti cosmopoliti. Le guide turistiche hanno ragione; uno dei motivi per cui Mykonos è così famosa è il colpo d’occhio incantevole che dà il paese arroccato sulla baia appena ci si avvicina. I famosi mulini a vento simbolo della cittadina fanno da sfondo ad un quadro bellissimo. Sbarchiamo e subito ci mettiamo alla spasmodica ricerca di un hotel, pronti a pagare qualsiasi cifra pur di trovare una sistemazione. Abbiamo anche annotato sulla guida qualche indirizzo che ci pare carino, ma figuriamoci se proprio lì…Ah ecco un’indicazione, Hotal La Veranda, era segnalato. Proviamo senza la minima speranza…C’è una camera matrimoniale? Vista mare? 99 euro??? Ecco, la Mykonos carissima, inavvicinabile, dove devi prenotare in agenzia 6 mesi prima.

Increduli per aver risolto il nostro problema 10 minuti dopo essere sbarcati, ci mettiamo in fretta alla ricerca di spiagge. La strada che porta alle famose Paradise e Super Paradise ci racconta di un’isola molto meno bella di Naxos (a parte l’incanto del paese) e le spiagge sì, belle, ma tanta gente tutta assieme non l’avevamo vista in una settimana a Naxos. Niente di delirante, intendiamoci…In Italia in certi posti e in certi periodi c’è il triplo della densità di gente, ma ormai c’eravamo abituati a star larghi! Decidiamo che può bastare e torniamo a Mykonos, visto che abbiamo solo un giorno per scoprirla. Perdersi nelle viuzze, tra bar, negozi, scorci, è un piacere primitivo. Cammineremmo ore senza sapere e senza voler sapere dove siamo e dove stiamo andando…Chissenefrega! Aperitivo d’obbligo al Caprice, nella zona denominata piccola Venezia, per vedere il tramonto sul mare sorseggiando sontuosi cocktail, e poi via, doccia e cena, dove c’è davvero l’imbarazzo della scelta, tra locali tipici, modaioli, di lusso ce n’è per tutti i gusti. La nostra scelta è caduta su Caesar’s, e ci sentiamo di poterla consigliare, per la raffinatezza sobria e la cucina (50 Euro in due!) 22 Agosto 2005 Di primo mattino e assonnati, mentre Mykonos ha da poco chiuso gli occhi dopo l’ennesima notte brava, siamo sul porto, in attesa del traghetto per Patmos, che fin dal primo momento era la nostra meta principe del viaggio. Riponiamo attese che speriamo saranno ripagate. Lasciamo Mykonos col piacevole ricordo di un incontro inaspettato ed affascinante, dove i nostri pregiudizi sono crollati uno dopo l’altro come tessere di un domino.

Abbiamo provato a prenotare dall’Italia almeno le prime notti, per evitare sorprese, ma già a Luglio trovavamo tutto sold-out. La forma dell’isola ricorda un cavalluccio marino, e la cartina promette un susseguirsi di insenature e di baie. L’arrivo al porto sembra dar credito alle nostre speranze. In una baia che si chiude quasi su sé stessa, Skala, il porto, dà sfoggio si sobria eleganza, mentre in alto sulla collina domina Chora, con la sagoma maestosa ed inconfondibile del monastero/castello di S.Giovanni Evangelista, uno dei monumenti più importanti della cristianità. Patos non ha tantissimi alberghi, né tanti ristoranti, e nemmeno bar. La ricerca di una camera in realtà si rivela più complicata del previsto, non perché non si trovi posto, ma piuttosto perché non ci convincono le sistemazioni. Alla fine, quando stiamo ormai per tornare al primo indirizzo, ci imbattiamo in degli studios appena segnalati, che sembrano nuovi di zecca. In realtà lo sono, sono aperti da meno di una anno, e la nostra camera (appartamento) è davvero bella e merita di essere segnalata. Si chiama Syrocco Studios, sulla spiaggia di Haklakas, che non è altro che la spiaggia opposta a Skala sull’istmo. La spiaggia non è praticabile, piena di sassi ed alghe, ma la vista col sole che tramonta sul mare davanti al nostro terrazzino è incomparabile…Insomma, un vero colpo di fortuna! A Patos incontreremo mio cugino e sua moglie, che abbiamo saputo quasi per caso si trovassero lì, e che essendo arrivati qualche giorno prima di noi, ci dispensiano informazioni e consigli.

Su ogni guida c’è segnalato Vagelis, ristorante famoso e fotografatissimo in alto nella piazzetta principale della Chora. Patmos è isola per vip discreti, come David Bowie, Armani e il principe Carlo, ed a giudicare dai velieri in rada sull’isola c’è da crederci. La vita a Patos però è tutt’altro che mondana; può essere definita forse snob, con tanti turisti che organizzano feste e cene in case che hanno comprato negli anni 70, e con un numero sorprendente di italiani, perlopiù romani e milanesi. Da Vangelis mangiamo discretamente, ma il solo sedersi in quella bomboniera di piazza varrebbe il conto, che tanto per cambiare è assolutamente onesto Dal 23 al 27 Agosto 2005 Descrivere la quotidianità di Patmos sarebbe noioso e ripetitivo, in quanto l’isola è molto più piccola di Naxos, e non ci resta che scegliere ogni giorno una spiaggia diversa tra le insenature che si susseguono senza soluzione sull’isola. Le strade sono piacevolissime e gli scorci uno più bello dell’altro. Quasi tutte le spiagge sono di ciottoli, tranne Psili Ammos (letteralmente “spiaggia sabbiosa”) molto pubblicizzata, ma che è all’estremità ovest dell’isola e richiede un lungo cammino a piedi per attraversare una montagna. Ovviamente ci siamo andati, e salvo scoprire una volta lì che c’è un servizio di barche che ti accompagna e ti riporta indietro alla faccia del trekking, abbiamo scoperto una spiaggia molto bella (ma pare che spesso il mare sia mosso e porti alghe).

A Patmos non esiste una spiaggia una che non sia bella. Il mare è sempre cristallino, non c’è mai folla e i ciottoli non sono così fastidiosi. Non ci restano che le citazioni di merito; le spiagge di Livadi e Livadi Geranou sono le nostre preferite, mentre la spiaggia di Petra è per vip, si parla solo italiano, ma i lettini e gli ombrelloni sono comodissimi. Tra i ristoranti, il migliore è Benetos, che vale ampiamente gli oltre 40 euro a testa che spenderete (ammesso che riusciate a prenotare per tempo), ma sono ottimi anche la taverna Livadi sulla spiaggia omonima, e Oassis, a Grika. Tra i bar, impedibile il Bar 1673, una serie di terrazze nella Chora dal fascino elegante, e il buon Aman al lato del porto. Infine, durante la permanenza a Patmos è d’obbligo un tour (ci sono molte barche sul porto che li effettuano) verso Arki e soprattutto Tiganakia, isolotti incantati con un mare che è impossibile da descrivere nemmeno in foto per i colori che ha.

28 Agosto 2005 Alle 3 del mattino ci imbarchiamo sul traghetto che proviene da Rodi e proseguirà per il Pireo. Per la prima volta siamo scontenti del trasporto. Il traghetto dell GA Ferries è stracolmo, vecchio, con gente che dorme ovunque e che fuma nei saloni nonostante ovunque ci sia segno di divieto, e gli uomini dell’equipaggio fanno finta di niente. Pazienza! Arriviamo dopo 10 ore al Pireo, e seppur stanchi decidiamo di proseguire facendo tappa lungo il viaggio. Le nostre guide parlano di Nafplio come un piacevole posto dove molti greci passano le vacanze, e siccome è una deviazione di soli 60km dalla direttrice Atene-Patrasso, proveremo a pernottare lì. L’arrivo a Nafplio ci regala una cittadina sorprendentemente elegante, con nette influenze veneziane e bar, locali e alberghetti uno più bello dell’altro. Una giornata qui sarà un degno finale di vacanza. Dopo aver girato un po’, ed essendo la nostra ultima notte fuori, vogliamo regalarci una sistemazione di lusso, e troviamo una doppia all’hotel Grande Bretagne, centralissimo 4 stelle di gusto classico ma decisamente raffinato e pieno di optional a 115 Euro…Un prezzaccio, credetemi! In alternativa ci allettava anche il rinomato Amphytrion Hotel, un hotel di design di lusso a 170 euro, ma va bene così! Una doccia e subito a passeggio per le strade di Nafplio. I Bar e ristoranti sul lungoporto sono davvero bellissimi, eleganti, moderni e cosmopoliti, mentre nelle viuzze interne è pieno di ristorantini ed alberghetti di charme. C’è solo il rischio di capitare in posti un po’ troppo turistici, ma le sensazioni restano piacevolissime. Ceniamo (male) da Dyonissos, classica trappola per turisti da souvlaki finti, ma ci ricompensa ampiamente il dopocena in un bar senza nome, ma che non passa inosservato, pieno com’è di oggetti di modernariato anni 70 (compreso il proprietario, che personaggio!) che fa dei gran cocktail e ci regala un’atmosfera del tutto particolare. Il bar si riconosce per un giradischi appeso all’esterno che gira funzionante, ed è in Kostantinou (imperdibile!) 29 Agosto 2005 Ripartiamo da Patrasso, stessa nave e stessi comfort, con sulle spalle 15 giorni, 1200km in scooter (oltre i 500km di trasferimento da e per Bari), tanti ricordi e una risposta ad una domanda che da anni mi tormentava. Sì, in Grecia si sta benissimo anche in pieno Agosto



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