Non sottovalutate la Grecia!

Sarà anche facile, vicina e poco costosa, ma ci sono alcune cose da sapere anche viaggiando fai-da-te
Patrizio Roversi, 17 Nov 2010
non sottovalutate la grecia!
Della Grecia vi ha già parlato Syusy, qualche mese fa, raccontando il nostro viaggio in barca, dalla Puglia fino a Micene, passando per le Isole di Paxos e Itaca, e poi Lepanto, Delfi, il Canale di Corinto e quindi Atene e Tirinto. E’ stato un itinerario davvero stupendo, seguendo il filo storico dei Popoli del Mare. Ma se ripenso ai miei primi viaggi e viaggetti in Grecia, con o senza barche, mi viene in mente ben altro. La Grecia infatti è da sempre una delle mete più frequentate da “ragazzi” di tutte le età, intendendo per ragazzi dei turisti quasi sempre fai-da-te, estivi, un po’ fricchettoni e vagamente saccopelisti, che considerano la Grecia una meta facile, vicina, poco costosa. Il risultato è che spesso la Grecia è presa un po’ sottogamba, e non mancano mai avventure di vago sapore fantozziano.

Io, per esempio, ho avuto come battesimo turistico in Grecia l’incontro col… meltemi. Il meltemi è un vento, che per tutta l’estate spazza l’Egeo, da nord a sud. Io mi ero imbarcato con degli amici su una vela, che navigava da ovest verso est, verso la Turchia. Naturalmente il forte vento provocava onda, e altrettanto logicamente l’onda provocava il mio mal di mare. Il mal di mare, a sua volta, ha provocato una automatica reazione di sonnolenza: in poche parole mi sono addormentato come un salame, sul ponte. E qui si è concretizzato un altro fenomeno legato al forte vento, e cioè il forte vento ha coperto gli effetti del forte sole, che in pratica quasi non si sentiva. Risultato: la sera ero una sorta di gelato panna-e-fragola, da una parte bianco e dall’altro rosso, e per di più avevo una febbre a 40 per l’insolazione. Morale: non frequentate a cuor leggero l’Egeo in estate, e attenzione al Meltemi.

L’altra disavventura è capitata a me e a Syusy a Itaca, isola peraltro magnifica, quando ci siamo andati circa 17 anni fa. La prima volta siamo andati in traghetto, e per muoversi abbiamo noleggiato il classico motorino. Ci siamo avventurati all’interno, abbiamo rotto il motorino, ci siamo persi. Morale: mai sottovalutare le strade e i percorsi tortuosi e montagnosi delle Isole.

Un’ultima serie di disagi dovuti alla nostra incompetenza è legata al cibo greco. Nella nostra ignoranza, sull’onda del famoso slogan “Greci e Italiani steza faza steza raza” che ti ripetono dappertutto, eravamo convinti che in Grecia si mangiasse come in Sicilia o come in Puglia o Calabria. Ci aspettavamo pesce tutti i giorni (la mia passione!) e altre amenità italo-mediterranee. Invece la cucina greca è soprattutto sottaceti (mezedes), involtini di riso e carne dentro foglie di vite (dolmades), melanzane (musakà), salsine di yogurth e cetriolo con abbondante aglio (tzatzichi), spiedini di carne (souvlaki), ma pesce poco o niente. I Greci hanno tradizioni di pastorizia, per cui si mangia soprattutto carne ovina (a cui io sono allergico) ma senza l’abbondanza di formaggi che uno potrebbe aspettarsi: ci si deve accontentare della famosa feta. Io vado in Romagna solo per mangiarmi la piada, ma in Grecia ho dovuto accontentarmi della pita (per avere un’idea: la pita sta alla piada come io sto a Richard Gere). Per digerire la cipolla che sta un po’ dovunque ho provato a bere retsina (un vino liquoroso) e ouzo (un liquore vinoso, all’anice) ma non è servito. Per carità, io non sono un gastronomo ma solo un gastrofilo (cioè un mangione), e questo è un giudizio del tutto soggettivo e personale. Perdonate il luogo comune orribile, ma se andate in Grecia, magari in barca, fate una bella cambusa di vermentino, bottarga e spaghetti… Patrizio

PS: fate attenzione: il caffè in Grecia è simile al caffè in Turchia, ma state attenti a non dire mai in Grecia che fanno il caffè alla turca, o viceversa, perché potete fare dei permali molto gravi!