Come succhiare una caramella

COME SUCCHIARE UNA CARAMELLA L’ansia dei giorni che precedono la partenza. Il pensiero dei vestiti da portare,e la consapevolezza che non sarà importante cosa indosserò. La mattina della partenza mi sveglio e guardo la valigia pronta dalla sera prima. Sono pronta anche io e aspetto che mi passino a prendere. Questo viaggio per me è...
Scritto da: Germana Aiossa 1
come succhiare una caramella
COME SUCCHIARE UNA CARAMELLA L’ansia dei giorni che precedono la partenza.

Il pensiero dei vestiti da portare,e la consapevolezza che non sarà importante cosa indosserò.

La mattina della partenza mi sveglio e guardo la valigia pronta dalla sera prima.

Sono pronta anche io e aspetto che mi passino a prendere.

Questo viaggio per me è come una caramella data in mano a un bambino. Squilla il telefono, ci siamo, scendo volando sulle scale.

Per dieci giorni sarò felice, mi ripeto, salendo in macchina mentre saluto il mio amore.

Niente pensieri cupi, niente ansie, noia, brutti sogni, non ci sarà tempo per tutto questo.

Sarà come succhiare una caramella.

Fa caldo, non importa, l’appuntamento con gli amici, il viaggio fino a Brindisi .

L’imbarco sul traghetto, la cena, giocare a carte, la notte che nelle cuccette delle cabine si dorme male.

Non importa, sono in trance, godo di tutto, tutto è pienamente appagante.

L’arrivo a ycumenitza è un caldo abbraccio.

Sento zucchero sciogliersi nella mia bocca.

Cartelli stradali, insegne dei bar, scritte in greco ovunque.

La colazione, il primo “paracalò” da dire, il tragitto in macchina per raggiungere Lefkas accompagnato da un po’ di sonno e da una colonna sonora di vecchie cassette anni 70/80.

La giornata è limpida, l’aria è limpida , come pure i miei pensieri.

La strada corre veloce , è passato un attimo e vedo la nostra barca che ci aspetta.

Felice, succhio forte la mia caramella, consapevole che è solo l’inizio, per diversi giorni ancora si conserverà nella mia bocca.

I piedi scalzi, il corpo libero di sentire il sole caldo.

Si naviga, il vento, le vele, il mare azzurro, verde e poi turchese, i tuffi, l’acqua salata. La pelle che si colora, i delfini ci vengono incontro, ci salutano mostrando il ventre bianco, mentre giocando passano sotto la barca e sul mio cuore eccitato per l’emozione.

Le cene in compagnia, che sia Sivota , Skiatos l’ospitalità greca è rinomata.

I sapori nuovi e la classica insalata con la feta, l’odore delle spezie, il vino Retsina che mi piace tanto, l’ouzo.

Il cielo stellato, la luna piena, l’ultima sigaretta fumata nel pozzetto prima di andare a dormire.

La notte in rada, chiudo gli occhi e c’è sciroppo dolce nella mia bocca .

Mi sveglio raggiunta dal suono dei campanelli delle capre e dall’odore di resina.

Sono sempre la prima ad alzarmi, mentre bevo il mio Nescafè, una pace mi attraversa, non ho bisogno di nulla, tutto è pieno, tutto ha un senso.

Itaca, i motorini in affitto, cantare canzoni mentre si sale la montagna, abbraccio il mio amore, la vista dall’alto mozza il fiato, scatto foto e sono felice.

Le placchette di metallo appese a grappoli nei monasteri per le grazie ricevute.

Gli ulivi e il sapone all’olio fatto dai pope, l’ombra, una panchina e ancora un panorama incredibile.

Memorizzo ogni cosa, compresi gli odori, chiudo gli occhi, le immagini sono vive in me, le rivedo e ne sento il profumo, mentre succhio quel che resta della mia caramella sulla strada del ritorno a casa.

Germana Aiossa



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